Oggetto del Consiglio n. 1885 del 6 ottobre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1885/XVI - Interpellanza: "Ipotesi di modifica del modello di organizzazione della rete regionale di offerta di diagnostica di laboratorio di cui alla DGR 617/2015".
Bertin (Presidente) - Punto n. 40. Si è prenotato, per l'illustrazione dell'interpellanza, il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - L'interpellanza verte sui contenuti della delibera n. 617/2015, che in sintesi definisce i criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio a fronte del recepimento dell'accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome in data del 23 marzo 2011. All'interno di questa deliberazione, in particolare nel deliberato, si definivano, tra l'altro, nell'allegato A una serie di criteri appunto per la riorganizzazione delle reti di offerta diagnostica di laboratorio. In particolare si definiva una soglia minima di attività al di sotto della quale i laboratori pubblici e privati esistenti alla data di approvazione di questa delibera non potevano essere riconosciuti come produttori accreditati e a contratto, si parlava di centomila esami di laboratorio complessivamente erogati in un anno prodotti in sede e non tramite il service e altri criteri. All'epoca, quindi stiamo parlando dell'aprile 2015, l'Azienda USL aveva dichiarato che l'offerta di strutture erogatrici di servizi sanitari e socio-sanitari per conto del servizio sanitario regionale era sufficiente e che pertanto non si necessitava di ampliare quest'offerta anche al fine di non incrementare la spesa pubblica, questo lo diceva la delibera. Si citava anche il fatto che in quel momento - ripeto sempre aprile 2015 - vi era sul territorio regionale un unico laboratorio di analisi privato e poi successivamente, al punto 3 del deliberato, si diceva: "l'apertura di nuovi laboratori di analisi cliniche di base e specialistici è temporaneamente sospesa in attesa della definizione quantitativa e qualitativa delle strutture che formeranno la rete di cui stiamo parlando".
L'interpellanza è composta da tre domande, nella prima si chiede: "se i contenuti su cui si basa il deliberato - che ho citato - risultino ad oggi ancora validi ovvero se nel frattempo alcuni di questi siano stati oggetto di evoluzione e/o di modifica; se, in particolare, la previsione che l'offerta di strutture erogatrici di servizi sanitari e socio-sanitari per conto del Servizio sanitario regionale sul territorio è considerata sufficiente e ancora valida", quindi se quello che ho detto prima è ancora valido ad oggi, "se sia intenzione evolvere, aggiornare e/o modificare il modello e le previsioni definite in quella deliberazione nell'ambito della futura attuazione del Piano regionale per la salute e per il benessere sociale ovvero di altro percorso amministrativo", ho citato il piano perché è il documento à la une e principale. Capire quindi un po' che cosa è successo dall'aprile 2015 ad oggi e cosa potrebbe succedere un domani.
Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Alla luce dell'interpellanza, abbiamo anche ovviamente rivisto queste delibere a cui lei ha fatto riferimento. Per quanto riguarda la prima domanda, che è relativa ai contenuti della delibera n. 617/2015, questa delibera recepisce il citato accordo del 2011 e approva le prime disposizioni per la riorganizzazione della rete regionale dei laboratori. Con riferimento ai contenuti su cui si basa il deliberato, questi sono in massima parte ancora attuali, fatta eccezione per questioni puntuali e non di primaria importanza. In particolare, l'accordo Stato-Regioni è ancora in vigore, così come le disposizioni in merito al volume minimo degli esami di laboratorio, mi risultano 200 mila annui, lei ha parlato di 100 mila, adesso devo dire che non so chi ha ragione dei due, sotto tale soglia i laboratori non possono essere riconosciuti come produttori accreditati e a contratto.
Seconda domanda: "se la previsione che l'offerta di strutture erogatrici di servizi sanitari e socio-sanitari per conto del servizio sanitario regionale sul territorio sia sufficiente e se sia ancora valida". La previsione dell'offerta di strutture erogatrici di servizi sanitari e socio-sanitari per conto del servizio sanitario regionale sul territorio non è più valida in quanto l'Azienda USL può avvalersi di tutte le strutture autorizzate e accreditate sul territorio regionale senza limiti preventivi. Tale meccanismo deriva dall'applicazione dell'allegato D della DGR n. 167/2019. Tale documento, che regola le disposizioni in materia di fabbisogni regionali, strutturali e produttivi, stabilisce la liberalizzazione in termini di autorizzabilità e accreditabilità delle strutture private ambulatoriali, a eccezione di alcune specialistiche, tra cui i laboratori di analisi cliniche, tuttavia la concessione con accreditamento istituzionale non costituisce vincolo per le Pubbliche Amministrazioni e per le Aziende sanitarie locali a stipulare accordi contrattuali.
Per quanto riguarda l'ultima domanda: "se sia intenzione evolvere, aggiornare e modificare il modello anche nell'ambito della futura attuazione del Piano regionale", nel testo del Piano regionale per la salute e il benessere sociale licenziato dalla Giunta regionale non c'è una previsione specifica in merito al laboratorio di analisi. Sarà valutata la possibilità di una delibera regionale in merito all'aggiornamento della riorganizzazione della rete regionale della diagnostica di laboratorio alla luce di quella che dovrebbe essere - perché aspettiamo l'approvazione del Piano - la riorganizzazione territoriale e dei nuovi fabbisogni, fermo restando il rispetto dei criteri nazionali che sono ancora vigenti.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Prendo atto della risposta e delle considerazioni fatte. Io ho letto di centomila esami di laboratorio perché la copia che ho io prevede questo, poi se vuole, la possiamo confrontare, magari ho una copia non aggiornata, però parla di centomila esami di laboratorio complessivamente erogati in un anno, prodotti in sede non in service da raggiungere in due anni di attività, partendo da un volume minimo di 70 mila. Per quanto riguarda il resto, come dicevo e come lei diceva, ci sarà una delibera di aggiornamento a seguito di approvazione del piano. Penso che questo aspetto potrà essere magari anche oggetto di approfondimento nelle audizioni del Piano, quindi prendo atto di quello che mi ha detto e valuteremo eventuali ulteriori atti ispettivi.