Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1878 del 6 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1878/XVI - Interpellanza: "Valutazioni in merito all'utilizzo del tirocinio extracurriculare nella nostra regione".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 32 Consiglieri possiamo riprendere l'ordine del giorno. Siamo al punto n. 33. Per l'illustrazione dell'interpellanza, si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - L'interpellanza pone al centro dell'attenzione il tema del tirocinio, che è un'importante misura di politica attiva del lavoro, in particolare parliamo di tirocinio extracurriculare. È una misura formativa di politica attiva, come dicevo poc'anzi, che consiste in un periodo di formazione e di orientamento che è finalizzato a favorire l'acquisizione di competenze professionali e il reinserimento lavorativo. Si tratta quindi di un'esperienza di formazione in un contesto produttivo che non si configura come un rapporto di lavoro. Questa misura, per la sua importanza e anche in funzione dell'esperienza sul campo, è stata oggetto di grande evoluzione negli ultimi anni, si è partiti da delle linee guida che sono state condivise in Conferenza Stato-Regioni nel 2013, il tirocinio era diviso in tre settori: uno formativo di orientamento destinato ai termini degli studi, a chi aveva completato il suo percorso da non più di dodici mesi, un'altra categoria era per l'inserimento e reinserimento dei disoccupati e inoccupati e lavoratori in cassa integrazione, una terza categoria tirocini di orientamento e formazione, di inserimento e reinserimento dei disabili e delle persone svantaggiate, poi nel 2017 è stata posta fine a questa tripartizione e sostanzialmente la misura del tirocinio è stata raggruppata in un'unica declinazione.

Come dicevo prima, è una misura di grande importanza, che ha avuto un interesse crescente nel tempo, partendo dal 2014 al 2019, che sono i dati che derivano da un rapporto dell'ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive), si parla di 223 mila esperienze nel 2014, 335 mila nel 2019, 100 mila imprese che hanno ospitato dei tirocinanti nel 2014 e 165 nel 2019, ovviamente la questione da allora si è anche evoluta. L'obiettivo di quest'interpellanza è fare un po' il punto della situazione su questa importante misura di politica attiva e anche per verificare gli esiti delle azioni che sono intraprese in materia di politiche attive del lavoro, anche per poter verificare magari se fosse possibile i tassi di inserimento poi nel mondo del lavoro successivi al termine dell'esperienza di tirocinio per rendersi conto dei risultati dell'iniziativa che viene posta in essere.

Pertanto, per poter completare questa valutazione e per avere i dati necessari per fare il confronto con il rapporto delle politiche attive, sono state fatte una serie di richieste all'Assessore competente. La prima verte su "quanti tirocini extracurriculari sono stati attivati dal 2014 al 2019 e quanti di questi sono stati promossi nella Pubblica Amministrazione", inteso effettuati nella Pubblica Amministrazione. Seconda domanda: "quanti di questi attengono alle rispettive categorie dei beneficiari... e quanti hanno originato un contratto di lavoro rispettivamente a trenta, sessanta e novanta giorni dalla loro conclusione". Terza domanda: "il numero dei tirocini attivati negli anni 2020 e 2021 disaggregati nelle categorie...", come sopra erano state specificate". In ultimo: "se si ritiene che lo strumento di politica attiva abbia coinvolto un numero di persone proporzionato a quello registrato nell'ambito del nord-ovest o, in caso contrario, come intenda implementare la misura in questione".

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Leggerò la risposta perché sono tanti i dati richiesti e si configura come anche un piccolo 116 quest'interpellanza, quindi preferisco andare in maniera ordinata e poi, se è necessario, le fornisco anche i dati in fase successiva.

Condividiamo, anche insieme a tutti coloro che lavorano all'interno del Consiglio politiche del lavoro, sull'importanza dei tirocini, ci si confronta molto anche su come questo strumento debba essere ben utilizzato, perché il tirocinio è una forma importante d'inserimento lavorativo che prevede un apprendimento all'interno delle aziende pubbliche e private, l'importante è che questo venga ben recepito a livello culturale, perché non si tratta di una vera e propria prestazione di lavoro ma di una preparazione al lavoro ed è importante che poi in fase successiva questo possa avvenire. Non va utilizzato in maniera scorretta anche da parte di coloro che possono beneficiare di questa forma di inserimento e di apprendimento.

La prima domanda chiede: "quanti tirocini extracurriculari sono stati attivati dal 2014 al 2019 e quanti di questi sono stati promossi nella Pubblica Amministrazione". Nel periodo compreso tra il 2014 e il 2019 sono stati attivati 2.400 tirocini extracurricolari. È bene ricordare che nell'arco temporale evidenziato ha preso il via il programma "Garanzia giovani" che ha fatto decollare da solo oltre 300 tirocini. Per rispondere alla seconda parte del quesito, occorre però fare un distinguo: il soggetto promotore è colui che dà attuazione al tirocinio, definendone il progetto e monitorando la sua esecuzione, mentre il soggetto ospitante è la realtà in cui il tirocinio viene realizzato. Dei 2.400 tirocini complessivamente attivati la Pubblica Amministrazione ne ha promossi 547, pari a circa il 23 percento del totale, mentre i restanti 1.883 sono stati promossi da enti privati. In merito a quelli ospitati, la Pubblica Amministrazione ne conta 46, pari a circa il 2 percento, 1,9, mentre i restanti 2.384 si sono svolti presso aziende private.

Il secondo quesito è: "quanti di questi attengono alle rispettive categorie di beneficiari (disoccupato/inoccupato, lavoratore in mobilità/cassa integrazione, neo qualificato, neo diplomato, neo laureato, neo dottorato, soggetto svantaggiato, disabile, persona presa in carico dai servizi sociali e/o sanitari) e quanti hanno originato un contratto di lavoro rispettivamente a trenta, sessanta e novanta giorni dalla loro conclusione". I dati qui di seguito riportati sono stati redatti sulla base di quelli di natura amministrativa relativa alle comunicazioni obbligatorie pervenuta nel sistema informativo del lavoro della Regione autonoma Valle d'Aosta. Tenendo in considerazione il periodo compreso tra il 2014 e il 2019, i tirocini attivati riguardano rispettivamente 1.629 disoccupati e inoccupati, 9 lavoratori in mobilità o cassa integrazione, 58 neo qualificati, 136 neo diplomati, 109 neo laureati, 347 soggetti svantaggiati, 34 disabili, persone disabili, 108 soggetti in carico ai servizi sociali o sanitari. 529 progetti si sono trasformati in un contratto di lavoro. A fronte di questo dato, va evidenziato che l'80 percento di queste assunzioni è avvenuta nelle stesse aziende che hanno ospitato il tirocinio, quindi è un dato importante e interessante. Relativamente alle tempistiche, 458 soggetti sono stati assunti entro i trenta giorni, 37 entro i sessanta giorni e i restanti 34 entro i novanta giorni.

Per quanto riguarda il quesito 3: "il numero dei tirocini attivati negli anni 2020 e 2021 disaggregati nelle relative categorie identificate al punto 2", analizzando il biennio 2020-2021, è bene ricordare che è il biennio del Covid dov'è stata sospesa anche l'attività di lavoro delle imprese, oltre che quella sociale, quindi abbiamo avuto comunque in questo biennio un periodo in cui si sono interrotti i tirocini ed è stato poi necessario regolamentarne la ripartenza, come ben sappiamo, per tutte le norme che hanno condizionato poi l'attività di tutti i servizi della comunità, nonostante questo, comunque il periodo ha registrato 680 tirocini. In riferimento alle categorie, questi progetti hanno riguardato rispettivamente 577 disoccupati e inoccupati, 1 lavoratore in mobilità o cassa integrazione, 3 neo qualificati, 8 neo diplomati, 3 neo laureati, 63 soggetti svantaggiati, 8 persone disabili, 17 soggetti in carico a servizi sociali e sanitari.

Punto 4: "se ritiene che in Valle d'Aosta lo strumento di politica attiva abbia coinvolto un numero di persone proporzionato a quello registrato nell'ambito del nord-ovest o, in caso contrario, come intende implementare la misura in questione". È evidente che stiamo parlando di territori differenti, in particolare il territorio piemontese, il nostro sistema è un sistema di imprese ben diverso da quello piemontese, abbiamo tante micro e piccole imprese dove evidentemente è più complesso attivare i tirocini. Nonostante questo, i dati sono estremamente positivi e sono in aumento anche rispetto al periodo 2014-2019: lo dico perché l'attivazione del tirocinio prevede la disponibilità presso l'azienda di un tutor che deve affiancare il soggetto in tirocinio nelle diverse mansioni a cui è assegnato e questo può rappresentare un limite data l'esiguità delle forze lavoro presenti nelle singole realtà produttive. In ogni caso, è molto positivo, e credo che questo sia legato anche alla riorganizzazione del Dipartimento delle politiche del lavoro, che è partita nel 2019 e che ha messo in attività una robusta attività volta a incrementare ulteriormente la promozione di tirocini presso le aziende. In questo primo semestre, visto che è un po' datata l'interpellanza, avevamo registrato 284 avviamenti, che, al momento, sono 422. L'intenzione di rafforzare questa misura sta negli obiettivi prioritari contenuti nel Piano delle politiche del lavoro, dove si dice che a crescere le opportunità di formazione, inserimento occupazionale, rafforzare le opportunità formative per i giovani al di fuori dell'assolvimento di ogni diritto e doveri, degli obblighi d'istruzione, assistere i cittadini nell'inserimento del mercato del lavoro è un obiettivo prioritario. Va sottolineato infine che anche al fine di garantire un uso corretto dello strumento del tirocinio, come richiesto dalle parti sociali e come previsto dalla riforma sui tirocini attualmente in fase d'approvazione a livello nazionale, il Dipartimento ha messo in atto misure di controllo e di monitoraggio strutturato per garantire che lo strumento rappresenti, per i beneficiari, un periodo formativo di inserimento al lavoro e che non sia, al contrario, un mezzo per sostituire la forza lavoro o per abbassare illegittimamente il costo del lavoro. Per dare alcune informazioni finali riguardo al lavoro anche che l'Amministrazione regionale sta facendo, nel periodo 2014-2019 la Regione è stata promotrice di 344 tirocini, circa 57 all'anno, nel biennio 2020-2021 siamo a 150 tirocini, 75 all'anno e se consideriamo questo primo semestre, come dicevo prima, siamo a 87 tirocini su 284.

Condividiamo quindi sul fatto che, com'è stato riportato nelle premesse, ci debba essere un forte investimento rispetto a questo tipo di attività sulle politiche e soprattutto sulla disponibilità che bisogna dare all'interno delle politiche attive del lavoro a utilizzare questo strumento, stiamo investendo e soprattutto a livello culturale vogliamo investire ancora di più nel sistema che poi deve dare ancora più forza all'iniziativa: quello delle imprese, tant'è vero che stiamo promuovendo anche contratti di apprendistato di primo livello all'interno dei percorsi di formazione professionale dei ragazzi.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Marquis.

Marquis (FI) - Grazie Assessore per le risposte che ha fornito che sono utili sicuramente per fare un'analisi approfondita sull'argomento ma che consentono già, di primo acchito, di fare alcune considerazioni. Sicuramente qui si tratta di politiche pluriennali, quindi non c'è una responsabilità in chi in questo momento conduce sostanzialmente l'attività, ma occorre fare una riflessione su scala generale. Io credo che lo strumento sia uno strumento importante, come lei ha sottolineato, ma è uno strumento che è utilizzato molto diversamente rispetto alle altre Regioni, sia a livello di obiettivi, sia a livello quantitativo di numeri di esperienze. Faccio due considerazioni rispetto alle Regioni del nord: la Valle d'Aosta, rispetto al numero degli abitanti, attiva 1,98 percento di tirocini, il Piemonte il 4,38 percento, la Liguria il 3,44 percento, la Lombardia il 4,04 percento, il Veneto il 4,63 percento, le Province di Trento e di Bolzano danno un dato separato, quindi non aggregato. Questo significa che, sotto questo profilo, ci sono degli ampi margini di miglioramento di utilizzo della misura, soprattutto in un momento dove tutte le parti datoriali ci dicono che non c'è una grossa corrispondenza tra i profili dei ragazzi che escono, ad esempio, dalle scuole e quello che invece chiede il mercato del lavoro, cioè un'esperienza di formazione post scuola nell'ambito di un'azienda, ma soprattutto anche nell'ambito della Pubblica Amministrazione direi potrebbe avvicinare e facilitare i ragazzi che poi devono prepararsi a dei concorsi per iniziare a capire di cosa si tratta l'attività nel pubblico.

Come lei ha sottolineato nella sua risposta, il Piemonte e queste Regioni hanno delle connotazioni completamente diverse perché hanno un tessuto più forte sotto il profilo produttivo, quindi in quelle situazioni ci sono maggiori opportunità nel privato, però io volevo soffermarmi un attimo invece all'offerta di tirocini nella Pubblica Amministrazione. Qui possiamo fare un raffronto tra quello che avviene in Valle d'Aosta e quello che avviene nelle altre realtà: in Valle d'Aosta si attivano nella Pubblica Amministrazione, come soggetto ospitante, l'1,9 percento dei tirocini rispetto al totale. Questo significa che dal 2014 al 2019 nella Pubblica Amministrazione sono state attivate 45 esperienze di tirocinio, ovvero 7,6 all'anno. Mi sembra che questo sia un numero che possa fare già riflettere. Nella galassia della Pubblica Amministrazione e tutte le partecipate che ci siano solo sette opportunità di tirocinio all'anno significa che la misura non è neanche considerata rispetto a quelle che possono essere le potenzialità, perché le altre Regioni, per fare un esempio, sul totale, che il totale dei tirocini è più alto perché, come abbiamo detto prima, incide molto sulle opportunità che vengono date dal settore privato... la Provincia di Trento e Bolzano, alla quale noi ci confrontiamo sovente, attiva il 15,2 percento di tirocini nella Pubblica Amministrazione rispetto ai tirocini totali che vengono attivati. Così come le altre Regioni del nord viaggiano, come minimo nell'ambito della Pubblica Amministrazione a rapporti almeno il doppio rispetto a quello che succede in Valle d'Aosta, quindi questo credo che possa essere un argomento e un contributo che può essere utile ai ragionamenti che possono essere sviluppati da qui in avanti dove questa misura qui potrebbe essere messa a disposizione nel campo della Pubblica Amministrazione, soprattutto quando si dice anche che la Pubblica Amministrazione ha delle difficoltà, che sovente non ha tutte le figure per ricoprire i vari ruoli. Energie fresche, energie che escono dalle scuole potrebbero essere utili, a mio avviso, per delle esperienze formative anche se di durata di un anno. Si tratta comunque di una transizione tra la scuola e il lavoro, così com'è importante anche il dato che ha fornito sugli esiti dei tirocini, qui c'è una grossa distorsione rispetto alla media nazionale: in Valle d'Aosta il 22 percento di quelli che fanno delle esperienze di tirocinio hanno ottenuto un posto di lavoro, la media nazionale è del 65 percento, quindi vuol dire che la misura del tirocinio in Valle d'Aosta è una misura che viene utilizzata in modo distorto rispetto al principio a cui è sotteso e finalizzato, anche questo credo sia un dato che consenta poi di trarne delle considerazioni, così come andando poi a fare la lettura del disaggregato, la categoria che mi ha dato più all'occhio è quella dei disabili: cinque tirocini dei disabili all'anno. Questo significa zero rispetto al fabbisogno di queste persone sul territorio.

Le lascio questi elementi di valutazione per quello che concerne l'organizzazione di questa misura nel prossimo futuro e, a mio avviso, è utile guardare e analizzare questi rapporti, perché consente anche di fare delle valutazioni che possono essere positive e soprattutto dar luogo poi a un ritracciamento della misura, sempre per andare nell'ottica di soddisfare i bisogni della nostra comunità.