Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1861 del 5 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1861/XVI - Interrogazione: "Motivi della diminuzione dei fondi del PSR 2023/2027 assegnati alla Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Punto n. 16. Risponde da remoto l'assessore Sapinet a cui passo la parola.

Sapinet (UV) - Con quest'interrogazione si interroga l'Assessore competente per sapere "quali siano i motivi per i quali il fondo del PSR della programmazione 2023-2027 assegnati alla nostra Regione siano inferiori rispetto alla programmazione precedente". Le riforme di tutte le politiche dell'Unione europea, prima tra tutte la politica agricola comune, più nota come PAC, segue di pari passo la definizione del bilancio pluriennale dell'Unione europea: il cosiddetto "quadro finanziario pluriennale" da cui ovviamente poi dipendono. L'assegnazione dei fondi della programmazione 2023-2027 rispetta un principio di proporzionalità sancito dapprima nei regolamenti europei e successivamente poi declinati in quelli nazionali. Dal quadro finanziario pluriennale emerge che, rispetto alle nove annualità della programmazione precedente, quindi la n. 14/2022, vi è un'effettiva riduzione del gettito FESR complessivo allocato dall'Unione europea di cinque annualità della programmazione 2023-2027. In termini relativi però non è stato compromesso il livello storico di assegnazione alla Valle d'Aosta, che resta pari allo 0,63 percento del riparto FESR complessivamente destinato alle Regioni come nella programmazione precedente, quindi la 2014-2022. Questa Safety Net, come abbiamo già ricordato nelle numerose iniziative su questa tematica è stata nel 2021 un ottimo risultato per la nostra Regione rispetto all'applicazione dei criteri concordati che ovviamente, per esigui numeri di superficie e popolazione, oltre che altri parametri, ci avrebbero assolutamente penalizzato.

Per rispondere poi più puntualmente ancora all'interrogazione in oggetto, la presente relazione segue una logica cronologica e gerarchica delle disposizioni europee, nazionali e regionali. La transizione tra le due programmazioni, quindi il quadro giuridico finanziario europeo, per il protrarsi dei negoziati comunitari sul futuro della PAC, ha determinato la necessità di prevedere un periodo di transizione di due anni, il 2021 e il 2022, lo ricorderete bene, durante il quale sono rimasti in vigore gli strumenti del primo e del secondo pilastro relativo al periodo di programmazione 2014-2020, si era detto: vecchie regole, quindi le regole della programmazione precedente ma nuove risorse e quindi risorse che erano state inserite per quello che riguarda la proroga del 2021 e 2022. L'estensione era stata decisa con una pubblicazione a fine 2020 del regolamento di transizione, parallelamente al luglio sempre del 2020 si era raggiunto l'accordo politico sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027. L'attuale quadro finanziario pluriennale dunque, come i precedenti, copre un periodo di sette anni: dal 2021 al 2027, ed è stato adottato dal Consiglio all'unanimità il 17 dicembre 2020 previa approvazione da parte del Parlamento europeo. I criteri di riparto oggettivi invece nazionali, per poter comprendere quindi il riparto 2023-2027, è necessario ripercorrere brevemente le scelte con riguardo al superamento del criterio storico adottato in Italia per il periodo di transizione 2021-2022, appunto le nuove risorse, e con dei nuovi criteri di riparto. A livello italiano l'elemento di novità introdotto nei due anni di transizione 2021 e 2022 ha riguardato il superamento del cosiddetto "criterio storico" e l'uso ponderato di criteri oggettivi di riparto, al fine di descrivere sinteticamente un quadro di riferimento a cui destinare le risorse FESR e di catturare il fabbisogno di risorse implicitamente espresso dal tessuto agricolo e dalle aree rurali dei diversi contesti territoriali. Si era raggiunta l'intesa, lo ricorderemo, nell'aprile del 2021, dopo mesi e mesi di trattative tra le Regioni, quindi risorse del 2021-2022, a metà del 2021 non erano ancora disponibili, questo rende bene l'idea su come va preso un po' con le pinze il discorso dell'annualità. In sede di Conferenza delle Regioni, appunto in aprile 2021, è stata adottata la proposta del Ministero, una proposta di mediazione, di procedere gradualmente alla riduzione del peso dei criteri storici rispetto a dei nuovi criteri oggettivi proposti dalla cordata delle quindici Regioni del nord, tra cui la nostra Regione. Nel primo anno, nel 2021, si è adottato un 90 percento di criterio storico e un 10 percento di criteri oggettivi, nell'anno successivo, il 2022, si è ridotto al 70 percento il peso del criterio storico e un 30 percento di criteri oggettivi. Da qui la nuova programmazione 2023-2027. Il 21 giugno scorso nella Conferenza Stato-Regioni si è raggiunto l'accordo sull'assegnazione dei fondi tra le Regioni e le Province autonome. Nei mesi successivi l'accordo, le Regioni hanno proceduto alla definizione puntuale degli interventi al fine di comporre la versione definitiva del piano strategico della PAC 2023-2027 da inviare alla Commissione europea. Il Governo regionale ha approvato i propri interventi con delibera regionale n. 1116/2022.

Per la quota totale assegnata all'Italia, quindi oltre 7 miliardi di euro, sono state scorporate le seguenti voci: fabbisogno nazionale per la gestione del rischio, potenziamento, assistenza tecnica, scorporo dell'8 percento per compensare le Regioni che, a seguito dell'applicazione dei nuovi criteri oggettivi, hanno subito una riduzione rispetto al criterio storico, e scorporo dell'1 percento a favore delle Regioni tabacchicole e dello 0,69 percento per compensare quelle in ritardo per lo sviluppo.

Come detto sopra, a fronte di queste riduzioni approvate in sede di Conferenza Stato-Regioni, è stata introdotta una Safety Net per un minimo a garanzia delle Regioni e delle Province autonome che, in applicazione dei nuovi criteri, assorbono una quota di FESR 2023-2027 inferiore al 2 percento. Nel caso appunto della Valle d'Aosta ne ha assegnato una quota aggiuntiva alla nostra Regione proprio al fine di riuscire a garantire la percentuale storica dello 0,63 percento che era già quella precedente. Per la nostra Regione sono stati assegnati 91.845.515,95 euro così suddivisi: quota FESR 37.381.124 euro, quota Stato 38.125.074 euro, quota Regione 16.339.317 euro, quindi un totale per la spesa pubblica 2023-2027 di 91.845.515,95 euro. In sintesi quindi la quota FESR a favore della Valle d'Aosta per la programmazione 2023-2027, quindi lo 0,63 percento, risulta sostanzialmente inalterata se non di poco superiore rispetto a quella del PSR 2014-2022, quindi lo 0,62 percento.

Ciò detto, come anticipato anche a margine delle recenti iniziative, certamente la quota complessiva, se rapportata agli anni di programmazione da parte del cofinanziamento statale ed europeo, è stata leggermente inferiore. Occorre però valutare le dotazioni complessive non in una pura logica del periodo, quindi non precisamente negli anni, quindi 137 nel 2014-2020 per sette anni di competenza dei 91 milioni e 2023-2027 per i cinque anni, ma nel complesso meccanismo di uscita dei bandi e del tempo necessario per completare la programmazione. Infatti i 45 milioni di proroga concessi per l'anno 2021 e 2022 solo in parte sono stati spesi nell'anno di competenza, in parte verranno spesi negli anni successivi, quindi si completeranno le azioni previste dai bandi nel 2023 e nel 2024. Risorse che invece che pesare e andare a dare delle risposte al territorio su due anni, saranno spalmate su quattro. Possiamo quindi ritenere che anche nella programmazione del prossimo quinquennio sarà in linea con quanto garantito fino ad ora dalle nostre aziende agricole.

Teniamo inoltre conto che certamente, in un contesto di profonda crisi i sostegni messi in atto dal Governo e dal Consiglio regionale, prima con l'emergenza Covid, ora con l'emergenza del conflitto ucraino, il "caro materie", hanno sicuramente permesso e permetteranno un'importante integrazione agli investimenti e ai sostegni per le aziende.

Garantisco, e colgo l'occasione in questo, per ringraziare l'Autorità di gestione e tutte le strutture che collaborano all'erogazione dei fondi PSR che è preciso obiettivo impegnare fino all'ultimo queste importanti misure cofinanziate. La ricognizione sullo stato di avanzamento dei vari bandi e delle diverse misure è pressoché quotidiana e, come già anticipato, buona parte delle risorse a disposizione a fine programmazione verranno quindi utilizzate per quella misura 2022 di cui abbiamo parlato nello scorso Consiglio in modo da dare un ulteriore importante sostegno al comparto agricolo.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Planaz.

Planaz (LEGA VDA) - Grazie Assessore, anche se da remoto, molti dati non mi sono stati di facile intuizione, però la preoccupazione della nostra iniziativa me la conferma, che praticamente ci troviamo con meno risorse da spendere per l'annualità 2023-2027 del programma PSR regionale. Lei mi ha parlato di riforme a livello europeo e le ripartizioni di fondi vanno in base ai bilanci, però, da una piccola indagine che ho fatto fuori dalla nostra Regione, vediamo che delle Regioni si trovano a vedersi assegnare in questa programmazione maggiori risorse. Qui cito alcuni esempi, al di là del fatto che alcune Regioni hanno già approvato l'intera programmazione e a oggi lei mi ha fatto alcuni cenni ma non abbiamo proprio ancora le linee guida o almeno non siamo a conoscenza di come sarà il futuro di questi quattro o cinque anni come da lei sottolineato, che sono in un periodo molto difficile per tutti. Le cito due Regioni: una è la Regione autonoma di Trento, "Sviluppo rurale, approvati interventi per il 2023-2027 nell'ambito del Piano strategico nazionale politica agricola comune" e questo documento, 198 milioni di cofinanziamenti, qua viene ripartito nelle varie quote, è datato 26 agosto, tanto per citare alcune date. Faccio un altro esempio: Regione non autonoma Emilia Romagna, 913 milioni per lo sviluppo rurale, quasi un miliardo di euro per l'agro-alimentare in Emilia Romagna, settore fondamentale per l'economia regionale Made in Italy grazie alle eccellenze e ai prodotti unici al mondo, ammontano infatti a 913 milioni i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, 132 milioni in più. Io qui adesso mi fermo un secondo solo per capire come mai certe Regioni si trovano in questa posizione, detta così più favorevole, lei mi ha fatto alcuni cenni che noi dobbiamo ripartire con la quota del 2 percento per andare a compensare, forse non so se ho capito correttamente, le altre Regioni, però una Regione non a statuto speciale come l'Emilia Romagna oggi si trova assegnata, e non me ne voglia l'Emilia Romagna, anzi, l'Amministrazione gode di tutta la mia fiducia perché vedo che è molto attiva per quanto riguarda tutti gli interventi in ambito regionale, ma non solo, soprattutto in ambito agricolo perché il risultato che hanno portato a casa è alquanto favorevole. C'è un'altra cosa che vorrei sottolineare: il provvedimento è atteso ora in assemblea legislativa, prima l'iter in Commissione, quindi l'approdo in aula per l'esame definitivo. Sarà poi trasmesso al Ministero per le politiche agricole e successivamente inviato alla Commissione europea per l'approvazione finale.

Allora qui ritorniamo ancora una volta a capire come mai nella nostra Regione certi documenti, una programmazione così importante per il futuro dell'agricoltura dei prossimi quattro anni non venga condivisa con tutta quest'Aula e venga portata a seguito di mie iniziative, perché sennò non sapremo neanche a che punto si trovi la programmazione, se già è stata avviata, ma per avere un quadro complessivo, per rispetto di tutti quelli che sono qua e condividere e dare maggiore forza a queste misure... che non venga fatto un passaggio in Commissione... e una legge regionale che poi venga... lei mi ha accennato a una delibera ma se le cose vengono condivise un po' di più con tutti, forse certe cose non accadono, infatti lo dimostra il fatto che questa Regione si è portata a casa in cinque anni 132 milioni in più.

Aggiungo anche una cosa: lei mi ha parlato di 130 milioni nel quinquennio per la nostra Regione, vedo che parliamo di cifre molto più consistenti per le Regioni più fortunate, anche per il comprensorio e le attività molto più strutturate, però per portare un documento come il nostro... oggi noi non sappiamo nulla e in più ci troviamo ad avere dei documenti dove ci sono, come mi ha giustamente anticipato, delle risorse in meno. Questo farebbe piacere che venisse condiviso il più possibile.