Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1691 del 13 luglio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1691/XVI - Rinvio della decisione in ordine all'approvazione dell'effettuazione del referendum consultivo di iniziativa popolare sulla proposta di legge regionale n. 58/XVI, recante "Modificazioni alla legge regionale 12 gennaio 1993, n. 3 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta). Abrogazione della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21".

Bertin (Presidente) - Punto n. 4 all'ordine del giorno. Si è prenotato il Consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Non per un intervento, ma per proporre una questione pregiudiziale, ai sensi dell'articolo 61 del regolamento.

Questa questione pregiudiziale, ovviamente, non vuole assolutamente mettere in discussione l'istituto referendario - a cui credo profondamente, come il gruppo dell'Union Valdôtaine e come tutta la maggioranza - che è un momento molto elevato di democrazia, dove si chiede la partecipazione della popolazione.

Non ho nessuna remora nel dire che se questo fosse il quesito referendario, questo quesito dovrebbe essere dichiarato inammissibile, inammissibile perché i principi della Costituzione in merito al referendum indicano che il quesito debba essere formulato in termini semplici e chiari, con riferimento a problemi affini e ben individuati, prevedendo, in caso contrario, la reiezione.

Qualsiasi persona di buon senso, leggendo il quesito referendario, si accorge che stiamo chiedendo d'intervenire su una pluralità di leggi, dando delle indicazioni alla popolazione e all'elettorato assolutamente fuorvianti, perché noi andiamo a chiedere: "Sei d'accordo o non sei d'accordo sull'elezione diretta del Presidente della Regione?", e questo sarebbe un quesito chiaro, ma all'interno del quesito si dice: "Ma siete d'accordo su due preferenze? Siete d'accordo nell'avere sei Assessori, siete d'accordo nell'abbassare il quorum?". Voi capite benissimo che un quesito di questo genere è inammissibile.

Allora proprio per rispetto di coloro che hanno proposto il quesito referendario, attenzione, faccio una piccola disquisizione: questa è la seconda scelta, nel senso che il quesito referendario in realtà era un quesito referendario propositivo, perché si proponeva una legge. Oggi già solo su questo argomento abbiamo in Consiglio almeno due leggi e la maggioranza e altri gruppi hanno detto che avrebbero presentato altre leggi.

Allora immaginiamo, a fronte di ogni legge, di mettere in piedi un referendum consultivo... però capite bene che se vogliamo rispettare - e non sono d'accordo con le tremila persone - ma se vogliamo rispettare la loro volontà, dobbiamo ritornare in Commissione - ed ecco qual è il ragionamento e il motivo dell'l'invocazione della questione pregiudiziale - dobbiamo ritornare in I Commissione e fare un approfondimento sul fatto che questo referendum possa o non possa essere ammesso?

E, in subordine, è possibile che questo referendum, anziché un quesito solo, abbia più quesiti? Per ipotesi: io sono d'accordo per l'elezione diretta, ma non sono d'accordo nell'avere due preferenze, ne voglio tre, ne voglio quattro, ovviamente rispettando la parità di genere; oppure: io non sono d'accordo nell'abbassare il quorum perché io ritengo che questo frazionamento eccessivo del quadro politico non produca nulla di buono, quindi abbassare al 4% - quindi, in teoria, avere dei gruppi rappresentati da un Consigliere all'interno del Consiglio regionale - non sia produttivo.

Allora capite che vi è una pluralità di argomenti e di materie e, se voi andate a vedere, anche i saggi che si sono dichiarati incompetenti - ma do anche loro ragione - nella loro valutazione mettono in evidenza che la legge sul referendum andrebbe migliorata, vi sono una serie di antinomie, vengono dichiarate, dopodiché si dice che la dicotomia tra referendum propositivo e consultivo crea dei problemi.

Allora io immagino - è quello che metto a fattor comune all'interno di quest'aula - che è un'analisi corretta da fare in I Commissione, magari con l'ausilio di qualche professionista, di qualche costituzionalista che ci dia una mano, in modo tale da poter deliberare.

Stiamo parlando di un referendum che, se facciamo questo passaggio, andrà proposto nella sessione, chiamiamola primaverile, del 2023. Abbiamo tutto il tempo di prepararci proprio perché molte volte si evoca la Svizzera, essendo che vivo vicino alla Svizzera, in Svizzera c'è un rispetto profondo del referendum.

Il referendum è uno strumento per conoscere l'orientamento della popolazione; molte volte viene proposto da chi governa e a volte chi governa ha una posizione e l'esito referendario è un altro.

Ma in Svizzera non troverete mai nessuno che chiede le dimissioni del Governo in virtù del risultato di un referendum.

In Italia e in Valle d'Aosta - e noi abbiamo un campione del mondo di referendum, che ha vinto diversi campionati - il referendum è uno strumento di battaglia politica, la chiamata alle armi di persone contro il referendum, non è uno strumento per legittimamente avere un parere. Allora tutto legittimo, tutto chiaro.

Io a questo punto chiedo al Presidente - anche ai sensi dell'articolo 60, richiamato dall'articolo 61 del regolamento - di chiedere al Consiglio di avere un Consigliere che si esprime a favore e un Consigliere che si esprime contro.

Su queste due posizioni chiedo all'Aula di esprimersi sulla questione pregiudiziale sospensiva.

Bertin (Presidente) - È stata proposta una questione pregiudiziale per il rinvio in Commissione per approfondimento dell'oggetto all'ordine del giorno e, come da regolamento, è stato richiesto un intervento a favore della proposta di rinvio in Commissione e sospensione dell'atto e un intervento contrario.

Consigliere Baccega, contrario.

Baccega (FI) - Non sulla pregiudiziale proposta dal consigliere Marguerettaz, bensì per chiedere una sospensione dei lavori per un approfondimento rispetto a quanto è stato testé detto dal collega Marguerettaz. Ci confronteremo con i colleghi di PCP con i quali avevamo condiviso una mozione, che poi non è stata accolta dal Consiglio regionale, dai suoi uffici; volevamo anche sottolineare che dopo tutti questi rinvii, dopo i rimandi alle Commissioni, dopo il diniego dell'intervento da parte del Comitato dei saggi, quindi dopo aver respinto quella mozione che dava con chiarezza la richiesta di referendum, solo quello, che è quello sul quale il Comitato si era formato, abbiamo salutato con piacere l'iscrizione in Consiglio regionale oggi di questo punto all'ordine del giorno, ma sulla base di quello che ha detto il collega Marguerettaz, preferiremmo confrontarci con le colleghe del PCP per un ulteriore approfondimento.

Presidente - Il Consiglio regionale è sospeso brevemente.

La seduta è sospesa dalle ore 09:27 alle ore 09:49.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la sospensione. Si è prenotato il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Per informare il Consiglio rispetto al confronto che c'è stato con le colleghe di PCP, che hanno presentato questo progetto di legge, a cui è seguito il progetto di legge presentato poi - come diceva il collega Marguerettaz - da Forza Italia.

Hanno un unicum questi due progetti di legge, evidentemente due forze politiche distanti una dall'altra, che probabilmente in un Consiglio regionale non troveranno mai la sinergia per poter governare, però su quest'argomento - sull'elezione del Presidente della Giunta, sulla maggioranza che lo sosterrà e sul programma di governo - hanno trovato una sintesi che poi si è sviluppata nel CRE.

Quello che ci sembra corretto da parte nostra è chiedere al Consiglio - forse ai capigruppo, comunque all'intero Consiglio - di iniziare un dibattito e poi entrare nel merito della pregiudiziale, perché secondo noi questo potrebbe essere il momento chiave, visto che è stato iscritto al Consiglio regionale.

Evidentemente sarà poi la collega Minelli a esprimersi sulla pregiudiziale, qualora non venga accolto il percorso d'iniziare un dibattito su questo tema, perché il tema - come dice la campagna di comunicazione che il Comitato aveva messo in campo, che è questa - è esclusivamente su un sistema che consenta agli elettori di scegliere una maggioranza, un programma e un Presidente che durino cinque anni. É quello, grazie.

Presidente - Ovviamente la questione sospensiva e pregiudiziale di fatto non consente di affrontare la questione, a meno che non ci sia l'unanimità del Consiglio, ma non è il caso da quanto è stato comunicato.

Passiamo pertanto agli interventi a favore e contrari alla questione.

Prima a favore? È stata posta la questione su un intervento a favore e uno contrario. Consigliere Sammaritani per l'intervento a favore.

Sammaritani (LEGA VDA) - Sì, il mio intervento è a favore della pregiudiziale.

Mi preme innanzitutto fare una premessa, al fine di evitare strumentalizzazioni da parte di forze politiche e/o letture distorte di questo nostro intervento.

Il gruppo Lega Valle d'Aosta non è contrario alle forme di partecipazione popolare diretta, anzi, credo che sia addirittura superfluo sottolinearlo, visto che solo qualche settimana fa eravamo fortemente impegnati in una campagna referendaria - quella dei referendum sulla giustizia - quindi assolutamente a favore della possibilità da parte della popolazione di esprimere il proprio consenso, a volte la propria idea su determinati temi.

Fatta questa premessa, veniamo alla questione del referendum consultivo richiesto con forza da compagini politiche di schieramenti, come ha detto anche il collega Baccega, piuttosto lontani fra loro. Perché siamo contro la trattazione di quest'argomento oggi, e sottolineo oggi, perché è importante questo tema, voglio sottolineare quest'aspetto; perché siamo contro alla decisione di demandare alla popolazione valdostana - ripeto: oggi - di pronunciarsi a favore o contro la proposta di legge 58/2022, per molte ragioni, alcune molto tecniche, se avremo tempo magari le accennerò brevemente, e altre meno tecniche, di puro buon senso, di buona amministrazione.

Ricordiamolo innanzitutto, è la prima volta che si vuole ricorrere al referendum consultivo, e c'è qualcuno, anche all'interno di quest'aula, che la prende - a mio avviso - un po' alla leggera.

Chiediamo il parere della popolazione, ma non è esattamente così semplice, anche perché l'articolo 46 della legge 19/2003 sui referendum regionali fa rinvio al capo II della stessa legge: l'articolo 45 della legge sul referendum è quello che stabilisce la possibilità di fare un referendum consultivo, l'articolo 46 è quello che fa rinvio al capo II di quella stessa legge, che parla invece del referendum abrogativo. Già qui ci sono poi un po' di problemi, ma sono di natura più tecnica e forse è meglio sorvolare per il momento.

Vi sono ragioni di buon senso, di immediata comprensione, che abbiamo già esposto in sede di I Commissione che ricordiamolo, è importante dirlo, sta lavorando sul tema dell'ammissibilità di questo referendum consultivo, e già qui ci sarebbe da osservare che scavalcare la Commissione competente non pare atteggiamento molto razionale.

In primo luogo, come si può procedere a un referendum consultivo per conoscere il parere della popolazione su una complessa e articolata legge elettorale che non introduce, come surrettiziamente si vorrebbe far credere a chi sta fuori da qui, solo e soltanto il principio dell'elezione diretta del Presidente della Regione? Questa proposta di legge prevede addirittura - come risulta dalla stessa relazione alla legge e anche dal quesito referendario che ne consegue, formulato dagli uffici e oggi all'ordine del giorno - ben undici principi, quantomeno undici, se non forse anche di più, ma comunque questo è quello che la stessa legge ci dice nella sua relazione.

Quindi, per chiarire, parla dell'elezione diretta del Presidente - fra i principi - e della maggioranza a lui collegata, del premio di maggioranza, della soglia di sbarramento al 4%, dell'eventuale ballottaggio, del numero massimo di Assessorati, della presenza di entrambi i generi in Giunta, della doppia preferenza di genere, della riduzione del numero di firme per presentare una lista, dello spoglio centralizzato delle schede, dell'elettorato passivo esteso ai diciottenni e delle disposizioni in materia di forma di governo che, peraltro, come già la Commissione referendaria ha avuto modo di dire, è una questione un poco complessa perché mette insieme due questioni del tutto diverse, la legge elettorale e quella della forma di governo, che in realtà sarebbe bene tenere separate, quindi già questa è una grossa criticità dal punto di vista normativo.

In sostanza, si chiederebbe alla popolazione una sola risposta per undici domande e questo non ha molto senso, perché che senso avrebbe in ambito di un referendum consultivo? Quindi dovrebbe chiedere un parere alla popolazione nel dire: "Questo è il pacchetto, o lo prendi tutto o altrimenti non puoi rispondere". Quindi dovrebbe rispondere soltanto chi è certo che su questi undici principi è assolutamente d'accordo, e questo lo trovo molto critico dal punto di vista anche giuridico.

In secondo luogo, che senso ha fare un referendum consultivo su una materia così complicata come quella della legge elettorale, di una tale complessità, quando già oggi, come è già stato detto, esiste già un'altra proposta di legge sulla stessa identica materia che però ha dei principi diversi, in buona parte diversi, perché, giustamente, il collega Baccega ha detto: "Il principio faro è l'elezione diretta del Presidente", però la loro legge è molto diversa, non c'è il ballottaggio, per esempio, e ci sono dei requisiti anche di queste undici questioni, di questi principi che abbiamo elencato che sono ben diversi nella legge di Forza Italia.

Allora cosa facciamo? Facciamo un referendum oggi subito, indiciamo un referendum consultivo sulla legge 58 e poi, fra qualche mese, ne facciamo anche un altro su quello di Forza Italia? Non è assolutamente sensato. Anche il PD, per esempio, ha fatto non un'organica proposta ma ha delineato vari principi in materia, peraltro alquanto diversi da quelli sia di PCP che di Forza Italia.

Il concetto è questo: il dibattito è appena stato aperto, stiamo parlando adesso di materia elettorale, quindi che senso avrebbe adesso, in questo momento, chiedere un parere consultivo alla popolazione quando non ci sono ancora i termini di paragone. Cioè la popolazione viene chiamata a pronunciarsi su una legge che è stata depositata quando ce n'è già un'altra già depositata, quindi questo è un dato assoluto e incontrovertibile, ma probabilmente ci saranno altri punti di vista degli altri partiti che verranno nel tempo.

Questo un buon amministratore non lo può fare, perché significa buttare via i soldi dei cittadini, non si può chiedere un parere per ogni legge che viene depositata nella stessa materia, perché quando avremo questa risposta eventuale, se adesso dovessimo votare per l'ammissione di questo referendum non avremmo una risposta significativa dal punto di vista amministrativo o anche politico, è evidente, perché sarebbe una risposta parziale.

In più, come dicevo prima, c'è la I Commissione al lavoro sul tema. Si è deciso di sentire la Commissione sul referendum che si è appena pronunciata sull'inammissibilità del referendum propositivo in materia elettorale, con motivazioni articolate peraltro, numerose, che hanno portato appunto a ritenere inammissibile il referendum in questa materia.

La I Commissione allora, con un atteggiamento sensato e razionale, ha ritenuto necessario approfondire. Non è che per caso ci siano dubbi anche sull'ammissibilità del referendum consultivo?

È una domanda non solo legittima ma, anzi, doverosa per un buon politico e un buon amministratore; a leggere le motivazioni della Commissione - che spero che tutti abbiate letto ed approfondito - e mettendole in filigrana sia con le disposizioni della nostra legge sui referendum e sia con le pronunce della Corte costituzionale dal '78 ad oggi, in particolare quelle del 2002 e 2015, sorgono fondatissimi dubbi sull'ammissibilità anche del referendum consultivo in questa materia.

Come dicevo prima non ho il tempo per entrare nei dettagli tecnici, però personalmente ho forti dubbi sull'ammissibilità anche del referendum consultivo che, si badi, in forza della sentenza della Corte Costituzionale 429/2000, che parlava di un referendum consultivo della Regione Veneto, non è una pura e semplice richiesta di parere della popolazione, come qualcuno qui crede o vuol far credere: "Vediamo cosa ne pensa la popolazione"; non è così, perché come dice testualmente quella sentenza, si parlava appunto di una legge istitutiva di un referendum consultivo: "L'intervento del popolo non è a schema libero, perché l'espressione della sua volontà deve avvenire secondo forme tipiche".

Allora le stesse considerazioni che sono state fatte dalla Commissione del referendum sul discorso del referendum propositivo valgono anche per il referendum consultivo, perché anche nel referendum consultivo ci sono delle forme di consultazione che non sono consentite, perché a volte ci sono delle modalità di approvazione di certe leggi - che possono essere quella elettorale a livello regionale, così come quelle di riforma costituzionale a livello nazionale - che prevedono dei procedimenti tipici e che prevedono al loro esito proprio una consultazione popolare, e il nostro caso è questo, l'articolo 15 dello Statuto.

Quindi è evidente che, come dice la Commissione a proposito, appunto, del propositivo, se noi facciamo una consultazione prima e una dopo, che magari tra l'altro entrano anche in conflitto fra loro, cosa abbiamo risolto? Anzi, abbiamo creato un grosso problema, quindi questo è il problema della coerenza.

Sul piano tecnico ci sarebbero tante questioni da sviscerare, perché c'è il discorso della ratio della norma, dell'articolo 45, ci sono tante altre questioni, purtroppo devo stringere per i tempi, mi spiace, però ho tanto l'impressione a questo punto che questa manovra sia una manovra puramente politica, perché affrettare i tempi in questo modo è decisamente inopportuno.

Io francamente - ma tutto il gruppo Lega e penso quindi molti altri anche in questo consesso - non mi sento assolutamente di votare un referendum consultivo con questi presupposti in questo momento, perché temo che qualcuno domani ci potrebbe venire a chiedere: "Come mai avete buttato via questi soldi?", sia privati cittadini che organi deputati a fare questo.

Questo quesito è troppo complesso e non è opportuno affrontarlo in questo modo con queste modalità alla luce dei fatti e dell'esistenza di altre leggi già depositate.

Presidente - Si è prenotata la consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Per esprimere la nostra contrarietà alla richiesta del collega Marguerettaz alla pregiudiziale che è stata posta e per esplicitare alcune questioni.

È stato detto, in particolare, che il problema è rappresentato dal quesito che, come ha indicato il collega e come poi ha anche fatto riferimento il Consigliere Sammaritani, è un quesito complesso, troppo lungo e che pone varie questioni.

Noi rileviamo che il quesito è stato predisposto dalla Presidenza del Consiglio, non è un quesito che è stato predisposto né da noi che abbiamo sostenuto e presentato per primi questa proposta, né dal Comitato, che ha raccolto le firme per chiedere il referendum consultivo.

Tra l'altro, se il problema è il quesito, esso è emendabile, quindi questa è una questione che, se il problema è quello, il Consiglio può affrontare e risolvere, perché così è.

Ci dispiace che non sia stata accettata la richiesta del collega Baccega di fare la discussione ed eventualmente dopo scegliere se andare nella direzione richiesta dal collega Marguerettaz perché, anche dalle parole del collega Sammaritani, è chiaro che ci sarebbe molto da dire, infatti non è stato nemmeno nei tempi perché l'argomento evidentemente è importante.

Si dice che è necessario fare degli approfondimenti. La proposta di legge è stata depositata il 26 di aprile e il 24 di maggio sono state depositate le firme, sono state fatte sollecitazioni plurime in questo periodo per chiedere appunto di prendere in considerazione questa richiesta; oggi siamo al 13 di luglio e i tempi per fare quegli approfondimenti che adesso vengono richiesti da più parti c'erano, i tempi per fare gli approfondimenti c'erano.

Correggo il consigliere Sammaritani, mi spiace perché essendo un avvocato è anche un po' difficile per me intervenire in termini giuridici, però lei dice: "Cosa facciamo tra un mese o due mesi? Chiediamo un referendum consuntivo anche sulla proposta di legge 67 presentata dai colleghi Baccega e Marquis". No, non è possibile, perché la legge 19/2003 è molto chiara, entro trenta giorni dal deposito di una proposta di legge o di un atto amministrativo devono essere, nel caso in cui sia un'iniziativa popolare, raccolte le firme di un cinquantesimo di elettori.

Quindi la proposta di legge 67 presentata dai colleghi non può più avere la richiesta da parte dell'iniziativa popolare di un referendum consultivo, perché così è; tra l'altro noi abbiamo anche dei dubbi sull'interpretazione che tutto si debba spostare per questioni tecniche alla primavera perché, in base agli articoli che ha citato il collega Sammaritani, l'interpretazione che diamo è che i tempi per cui è stata depositata tutta la documentazione, il giorno in cui è stato redatto il verbale di ammissibilità delle firme, che è il 10 di giugno, sono quelli a cui fare riferimento per l'indizione successiva del referendum. Ma, come ha detto il collega, non entriamo in questioni tecniche perché ci sarebbe bisogno di avere molto tempo.

Dicevo appunto che il tempo per approfondire c'era, è stato detto che la I Commissione sta facendo un lavoro di analisi e approfondimento ed è stato richiesto anche di poter sentire un costituzionalista; ecco, non c'è nessun approfondimento costituzionale da fare, perché la I Commissione, per quanto riguarda il referendum consultivo, non ha questa competenza, non le viene data dalla legge, non è esplicitato da nessuna parte.

La legge sulla modalità del referendum è chiara e non prevede che ci sia questa necessità di avere pareri costituzionali, tant'è vero che la Commissione dei saggi, dei cosiddetti saggi, in realtà è la Commissione per i procedimenti referendari - "Saggi" l'abbiamo tirato fuori così - si è espressa e ha dichiarato un'inopportunità a esprimersi, non essendo il percorso del referendum consultivo di sua competenza. Così è stato detto, ma, infatti, l'intenzione del legislatore nella legge 19/2003 è stata quella di escludere un ruolo della Commissione per i procedimenti referendari nel caso del referendum consultivo, data appunto la sua natura consultiva e non decisionale.

Ricordo anche che il referendum consultivo può essere richiesto su un atto amministrativo, quindi se la Commissione per i procedimenti referendari dovesse riunirsi per pronunciarsi su qualsiasi argomento che è oggetto di un atto amministrativo, non ci sarebbe mai la possibilità di avere in tempi congrui un referendum consultivo.

Per fare un esempio, se noi chiedessimo di fare un referendum consultivo sul PTA che è in discussione, e la possibilità c'è... è un atto, quindi si potrebbe chiedere, se noi dovessimo pensare di riunire anche la Commissione, rallenteremmo all'inverosimile i lavori per l'approvazione di un atto, e questa è un'altra questione.

Poi è stato evidenziato che ci sono due proposte di legge che sono diverse e che non hanno la possibilità di essere analizzate insieme, e sono tutte e due sulla questione elettorale.

Io credo che sia chiaro a tutti e sia stato esplicitato in tutti i modi in questi mesi che la proposta di legge 58 - che ha evidentemente molti elementi, noi abbiamo presentato una proposta di legge articolata - ha in comune però con la proposta di legge 67 il nodo centrale della discussione, cioè la questione legata all'elezione diretta del Presidente, della sua maggioranza e dei programmi che devono essere vincolanti.

Questo è l'elemento centrale delle due proposte di legge ed è, e non possiamo nasconderci dietro un dito, anche la questione su cui tutti coloro che hanno aderito al Comitato per la riforma elettorale hanno insistito, perché questo è il nucleo fondante.

Torno a dire che se il quesito è complesso, il quesito è emendabile, noi non l'abbiamo proposto, abbiamo detto che andava bene, evidentemente per noi che abbiamo sottoscritto la proposta di legge 58 può funzionare, ma noi abbiamo presentato una proposta di legge che è quella su cui ci sono elementi vari. Il nucleo, la parte centrale è quella, e lo abbiamo detto, e il Comitato per la riforma elettorale lo ha esplicitato in tutti i contesti, che questa è la parte più significativa.

Io credo che ci sia poi anche un altro elemento che emerge da questa situazione, che è quello di voler trascinare il più possibile le cose.

Direi anche, con un'espressione che forse è un po' troppo popolare, ma a me sembra efficace, che si voglia un po' menare il can per l'aia in questa giornata, perché tutto il procedimento che è stato seguito dal Comitato per la riforma elettorale, è stato fatto a norma di legge, i tempi sono stati rispettati, le firme sono state raccolte correttamente, c'è stata la verifica, quindi tutti gli elementi che erano necessari per arrivare alla discussione in Consiglio regionale su ammettere o meno il referendum consultivo, c'erano.

Secondo me c'è anche una cosa importante da aggiungere: in definitiva, io credo che la popolazione valdostana oggi sarebbe stata contenta se da questo Consiglio fosse arrivato un messaggio chiaro, cioè che il Consiglio decide di ammettere un referendum consultivo; io voglio insistere su questa questione, il Consiglio regionale rimane sovrano nell'elaborazione della legge elettorale, ma chiede un parere a cittadini che hanno chiesto di essere sentiti. Quindi fare un referendum per verificare l'orientamento popolare sulla futura legge elettorale e sui suoi elementi fondanti era un'occasione importante e avrebbe anche dato alla Valle d'Aosta la possibilità di essere la prima Regione che ammetteva un referendum consultivo d'iniziativa popolare. Questo è importante.

Infine, per concludere, io ricordo altri referendum, in modo particolare il referendum delle "Matite spezzate": questa volta le matite il Consiglio regionale non vuole nemmeno fornirle.

Presidente - A questo punto mettiamo in votazione la questione che riguarda la sospensione dell'analisi dell'atto e il rinvio dello stesso alla Commissione per approfondimenti. Lo scrutinio, essendo una questione regolamentare, è palese e le votazioni sono aperte. Chi vota a favore per il rinvio e chi no. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 31

Contrari: 4

L'atto è rinviato in Commissione