Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1673 del 23 giugno 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1673/XVI - Interpellanza: "Definizione di specifiche politiche di attrattività, valorizzazione e mantenimento del personale infermieristico dell'Azienda USL della Valle d'Aosta".

Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 48 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Ricordo che il tema relativamente alla valorizzazione della professione infermieristica è già stato trattato dal nostro gruppo nel febbraio scorso per un'iniziativa denominata: "Soluzioni volte alla valorizzazione della professione infermieristica in Valle d'Aosta". All'epoca la risposta dell'Assessore si concentrò sul tema dell'indennità istituita con l'articolo 18 della legge di stabilità, in particolare poi in alcuni passaggi si fece riferimento anche al tema del benessere organizzativo.

Quest'interpellanza vuole cercare di puntualizzare un po' di più e declinare in maniera maggiore una tematica estremamente complessa.

Va detto - ed è corretto dirlo perché è inserito tra le premesse - che l'Assessore citò in Commissione un articolo del "Financial Times" dal titolo che io immagino fosse quello: "Covid burnout and low pay" sui problemi legati alla crisi globale che sta investendo la professione infermieristica, l'OMS parla della mancanza di quasi 6 milioni di infermieri e in particolare di 3 milioni che invece vogliono lasciare o cambiare la professione. Citerò poi anche un'altra ricerca che invece stavo seguendo che riguarda un'attività fatta dalla società McKinsey sul discorso delle problematiche che investono a livello strutturale globale quest'importantissima professione. Nel complesso queste due ricerche, perché l'articolo è molto complesso, vanno a spiegare il perché questo insieme di criticità invece si sta trasformando e si è trasformato in un problema strutturale che rischia di essere devastante soprattutto in questa chiamiamo "coda" della pandemia, almeno dal punto di vista organizzativo della professione. Basse retribuzioni, condizioni lavorative difficili, formazione inadeguata, per sintetizzare le problematiche e le criticità che ci sono, e poi un aspetto non banale, perché lo si è fatto per risolvere la contingenza ma poi rischia effettivamente di essere un problema di coda maggiore il fatto che la pandemia ci ha obbligati nel bene o nel male a piani di assunzione spesso che hanno - questo in senso generale su tutte le professioni sanitarie - scosso e complicato ancora di più quello che era un mercato complesso e soprattutto anche un mercato a numero chiuso, perché uno dei grossi problemi sulla formazione, e qua parlo in senso medico generale, è il numero chiuso.

Quest'interpellanza vuole focalizzarsi, come dicevo, su alcuni elementi; in particolare quella che può essere chiamata la pianta organica attuale, cioè il fabbisogno numerico e i carichi di lavoro degli infermieri sulla nostra Azienda USL, le politiche di esclusività, la formazione e in ultimo le politiche future di attrattività ma direi più di valorizzazione e di mantenimento, perché per assurdo forse oggi la vera emergenza è diventata quasi più il trattenere i nostri professionisti più che l'attrattività.

La prima domanda per l'appunto è a quanto ammonti oggi il fabbisogno di infermieri nell'ambito delle valutazioni fatte con riferimento ai carichi di lavoro, alle piante organiche delle strutture dell'Ospedale, l'ambito territoriale, nonché dell'intera Azienda USL, di conseguenza come siano ad oggi definiti i carichi di lavoro e la programmazione dei relativi turni.

Su quest'aspetto va detto che è fondamentale capire quali sono le valutazioni in merito a dei carichi di lavoro, perché questo ci permette anche di capire in senso di gestione aziendale qual è la sostenibilità umana di un'organizzazione così come la sua efficiente azione: questo lo dico perché sappiamo che ciò che spesso è progettato sulla carta, poi bisogna capire effettivamente, dal punto di vista umano, se è sostenibile, perché spesso e volentieri, e, tra l'altro, nell'articolo lo dice la stessa associazione professionale degli infermieri svizzeri, la Svizzera è il mercato che ci sta rubando più professionisti, il fatto che principalmente c'è un problema di ricerca da parte di questi professionisti di una vita lavorativa migliore prima di tutto, al di là delle scelte stipendiali, in particolare la necessità - e questo lo dice soprattutto lo studio di McKinsey - di un giusto mix tra le tipologie di servizio, i carichi e soprattutto l'approccio a staff all'interno delle varie strutture, al fine di rendere sostenibile la professione, al di là dell'emergenza pandemica, perché l'emergenza pandemica è stata una sorta di frullatore dove si è dovuto gestire il gestibile, ma in prospettiva bisogna capire cosa poter fare e anche come collegare l'evoluzione tecnologica anche sulla professione infermieristica.

Nella seconda domanda si chiede "quali politiche di esclusività del rapporto lavorativo siano ad oggi applicate dall'Azienda USL agli infermieri": questo perché sicuramente può essere anche un elemento che può permettere ai professionisti infermieri di poter integrare sicuramente il loro reddito, ma allo stesso momento anche di aumentare la propria esperienza e - perché no? - anche uscire da una quotidianità, direbbero i marxisti una "alienazione del lavoro", collega Padovani, mi permetta di utilizzare per una volta un termine che vi piace molto, preferisco Trockij effettivamente a Marx.

Tornando sulle cose reali, nella terza domanda si chiede quali siano le modalità di organizzazione e partecipazione ad attività formative nel continuo, ovvero di specializzazione degli infermieri in forza all'USL: questo perché, sembra banale dirlo, ma la formazione continua, ripeto, non quella comandata tipica di tutti i rapporti di lavoro ma la formazione specialistica, anche la possibilità di crescere e di accrescere le proprie esperienze, è fondamentale. Vorremmo capire per l'appunto qual è oggi la politica adottata dall'Azienda USL. È banale dire che uno degli elementi fondamentali e strategici per il futuro, per l'uscita dalla pandemia è anche la necessità - dicono gli Anglosassoni - di un reskill dei soggetti, quindi anche la possibilità di uscire da una sorta di fase emergenziale del lavoro anche per poter accrescere e cambiare - perché no? - la propria visione sul futuro di questa professione e anche ottenere nuove competenze - lo dicevo precedentemente - riguardo anche all'integrazione con la parte tecnologica, perché parliamo tanto di telemedicina, di evoluzione tecnologica sulla medicina e poi dopo dobbiamo però capire di che cosa stiamo parlando.

In ultimo: "se sia intenzione definire specifiche e dedicate politiche di attrattività - ma io direi più di valorizzazione e mantenimento - del personale infermieristico ad oggi e in futuro in forza presso la nostra Azienda USL". Su quest'aspetto la domanda sembra un po' comandata, è vero, è in discussione il piano regionale della salute e il benessere sociale ma vorremmo avere qualche elemento in più, soprattutto legato alla valorizzazione e al mantenimento, cioè al di là del libro dei sogni, al di là di quello che vorremmo ottenere, dell'obiettivo finale, quali sono oggi le politiche anche a breve che si intendono... e magari quegli elementi di cui sopra, cioè quelle risposte alle criticità di cui abbiamo parlato... a volte ne basterebbe anche solo una ma attuabile. Mi sento di dire, vista la premessa che ho fatto, che parlare di sola indennità - non voglio sminuire un'integrazione alla retribuzione - oggi sarebbe riduttivo rispetto alla grandezza e alla dimensione strutturale di questo grosso problema.

Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Grazie consigliere Aggravi, non so come lei replicherà alla mia interpellanza, però la ringrazio per l'introduzione perché ha messo bene in evidenza il problema degli infermieri, che non è un problema da poco, non è un problema della Valle d'Aosta, non è dell'Italia ma è un problema globale, quindi è bene confrontarsi sapendo qual è effettivamente il nemico e la situazione senza sottovalutare il problema per una questione solo politica. Ovviamente la bacchetta magica non ce l'abbiamo, però qualcosa si cerca di fare.

Per quanto riguarda la prima domanda all'interpellanza, la rilevazione del fabbisogno di personale infermieristico degli operatori di supporto, cioè gli OSS, il metodo di riferimento individuato a livello aziendale è quello relativo al MAP, che sarebbe l'acronimo di Metodo Assistenziale Professionalizzante, costituito da due strumenti correlati tra loro. Il primo consente di valutare la complessità assistenziale degli assistiti e il secondo di calcolare il fabbisogno di risorse necessarie alla presa in carico degli stessi, partendo proprio dalla complessità assistenziale rilevata. Lo strumento parte dal presupposto concettuale che la dotazione organica infermieristica e contestualmente anche quella degli operatori di supporto, perché ovviamente sono correlati, è strettamente correlata alla complessità assistenziale che l'utente presenta nelle tre dimensioni (stabilità clinica, indipendenza e responsività) e nel contesto che contempla anche il caregiver e che può facilitare o meno l'assistito nel suo percorso di cura.

Per quanto riguarda il fabbisogno di infermieri, tenuto conto anche delle nuove attività richieste e implementate a seguito dell'emergenza Covid-19, la necessità infermieristica del momento è stimata in 720 unità ed è destinata ad aumentare per l'implementazione di quanto previsto dal DM 71 del 21 aprile 2022, che definisce i nuovi standard per l'assistenza territoriale, nonché dal piano regionale della salute e del benessere sociale. La turnistica del personale infermieristico viene definita tenuto conto dell'articolazione oraria necessaria nelle diverse sedi aziendali ed è in previsione l'acquisto di un programma che consentirà la programmazione annuale dei turni e la possibilità d'intervenire sul software sostituendo le assenze non programmate che si potranno verificare. Questa sembra una banalità, non c'era mai stata, ma la programmazione annuale dei turni è una cosa che - e parlo da sanitario - ti consente di vivere e di programmare la tua vita, una cosa che cercavamo di avere da danni e speriamo adesso di ottenerla.

Per quanto riguarda la seconda domanda, cioè quali politiche di esclusività del rapporto lavorativo, qui la risposta è molto sintetica, perché noi non possiamo far altro che applicare il contratto nazionale, che adesso è in rinnovo, che prevede quest'esclusività, quindi l'impossibilità degli infermieri di svolgere altre attività o libera professione anche intramoenia. Da quello che abbiamo potuto sapere cercando di informarci sull'attuale contratto che è in via di definizione e di firma, le stesse organizzazioni sindacali degli infermieri e non solo... diciamo che su questo punto pare che non ci saranno dei cambiamenti. Personalmente invece ritengo che sarebbe stata sicuramente una cosa positiva e favorevole, ma non potremo far altro che applicare quello che sarà il contratto nazionale.

Per quanto riguarda le modalità di organizzazione e partecipazione alle attività formative nel continuo, ovvero di specializzazione degli infermieri in forza all'Azienda USL, quindi in relazione alla formazione continua, l'Azienda USL predispone un piano annuale integrato semestralmente che comprende corsi di interesse aziendale e strategico proposti dalla Direzione aziendale e dal Collegio di Direzione o correlati a obiettivi regionali assegnati all'Azienda USL, corsi trasversali che originano da obblighi di legge, come, ad esempio, il BLSD, il PDLSD, prevenzione della corruzione o della necessità di adottare nuovi modelli organizzativi tra cui quelli assistenziali riabilitativi volti alla presa in cura della persona nella sua unicità.

Ci sono poi i corsi proposti dai dipartimenti aree e dalle singole strutture complesse per aggiornare le conoscenze del personale sui nuovi regolamenti, norme e leggi, per sviluppare competenze pratiche e/o organizzative relative all'avvio di nuovi servizi o all'erogazione di nuove prestazioni. I dipartimenti aree nel budget annuale che viene loro assegnato, possono far confluire i costi di formazioni specifiche d'interesse professionale aziendale realizzate fuori sede per il personale delle singole strutture complesse che ne presenta richiesta. Da alcuni anni viene presentato e gestito specificatamente dalla Struttura semplice "Prevenzione e protezione" il piano della sicurezza che ha a disposizione un proprio budget. Il piano comprende le iniziative che fanno capo al decreto legislativo n. 81/2008 per garantire la sicurezza nell'ambiente di lavoro e comprende corsi come, ad esempio, la prevenzione del rischio incendi, la movimentazione dei pazienti, la formazione periodica dei dirigenti e dei preposti in materia. L'Azienda USL ha attivato diverse convenzioni con l'Università per lo svolgimento di tirocini per il personale che segue dei master di interesse aziendale. Dal 2011 in Azienda USL opera il Comitato scientifico che ha come obiettivo principale la verifica della congruenza tra il fabbisogno formativo rilevato ai diversi contenuti dei progetti formativi, alla luce degli obiettivi nazionali, regionali e aziendali, relativamente al piano formativo annuale, in linea con la normativa ECM vigente. Nello specifico coadiuva i responsabili scientifici e i coordinatori di progetto all'interno di ogni dipartimento al fine della corretta predisposizione delle schede di progetto dei corsi. Inoltre, avendo una visione d'insieme della formazione, rileva le potenzialità delle singole iniziative al fine di promuoverne l'eventuale valenza trasversale per ulteriori profili professionali e/o operatori di altri dipartimenti, evitando duplicazioni di tematiche tra i dipartimenti medesimi. Il comitato ha tra i suoi compiti anche il supporto alla Direzione strategica e all'Ufficio formazione per l'impostazione delle politiche della formazione in un'ottica di miglioramento continuo della qualità della formazione.

Per quanto riguarda l'ultima domanda, quindi intenzione a definire specifiche e dedicate politiche di attrattività, come lei ha ricordato... sicuramente io ricordo sovente quella dal punto di vista economico, che è solamente uno dei vari elementi di attrattività, ovviamente non è il solo, forse è quello più facile, basta trovare i soldi, il resto è sicuramente più difficile.

Il piano recrutement, volto all'attrattività, la valorizzazione e il mantenimento in servizio del personale, tra cui anche quello infermieristico, presso l'Azienda USL della Valle d'Aosta prevede le seguenti azioni:

- pubblicizzazione delle varie tipologie dei bandi di concorso;

- sostegno logistico dei nuovi assunti con alloggi a prezzo calmierato;

- sviluppo di una campagna informativa della figura infermieristica presso gli istituti scolastici regionali in collaborazione con l'Assessorato istruzione e cultura;

- predisposizione di una formazione continua anche in FAD su tematiche specifiche di interesse trasversale con riferimento ai bisogni formativi espressi;

- creazione di un albo formatori all'interno dell'Azienda USL per la valorizzazione delle competenze acquisite dal personale;

- l'indennità di attrattività che abbiamo già ricordato;

- l'ampliamento delle convenzioni con l'Università per fornire la possibilità al personale che frequenta dei master di svolgere il tirocinio clinico in sede - anche perché se andassero fuori sede, diventerebbe un problema perché già non abbiamo il personale -;

- attuazione di modelli organizzativi che valorizzino la professionalità delle infermiere;

- supporto al personale infermieristico che ne fa richiesta per la stesura di articoli scientifici;

- possibilità con l'entrata in vigore del nuovo contratto di valorizzare la figura infermieristica attraverso l'attribuzione di incarichi, quindi incarichi di posizione per lo svolgimento di funzioni, adesso nel nuovo contratto, che non è ancora stato firmato, le posizioni verranno valorizzate in maniera significativa anche economicamente, caratterizzate da un livello di responsabilità professionale e autonomia particolarmente elevate, con capacità e attitudine a organizzare fattivamente l'attività propria e dei colleghi in proficua collaborazione con i medesimi anche in presenza di eventi straordinari, costituendo il collegamento con i dirigenti di riferimento;

- posizione di funzione organizzativa per la gestione dei processi assistenziali e formativi connessi all'esercizio della funzione sanitaria, per cui il master universitario di primo o secondo livello o eventuali percorsi formativi che rappresentano un elemento da valorizzare ai fini dell'affidamento dell'incarico;

- funzione professionale per l'esercizio di compiti derivanti dalla specifica organizzazione aziendale o attività con contenuti di alta professionalità e specializzazione che richiedono significative competenze professionali rispetto a quelle proprie del profilo posseduto. È richiesta l'esperienza e la laurea magistrale o specialistica, il master universitario di primo o secondo livello o eventuali percorsi formativi rappresentano un elemento prioritario da valorizzare ai fini dell'affidamento dell'incarico.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Ha fatto bene a sottolineare un passaggio di risposta alla prima domanda, ovvero quello del software per la turnazione, semplifico, perché spesso e volentieri si sottostima l'effetto dei processi aziendali, quando in realtà sono la prima condizione per l'efficienza e tra le righe lo diceva anche per quella sostenibilità umana del carico di lavoro, che non è banale. Soprattutto anche un altro passaggio è importante, sembra, ripeto, una cosa banale, ma in realtà permette anche di capire laddove magari c'è un sovraccarico o una professionalità inespressa, perché magari qualcuno invece viene sottoutilizzato rispetto alla necessità. All'interno della procedura di revisione del piano c'è anche - e lo si è anche detto - la revisione dell'atto aziendale, la pianta organica madre di tutto. Su questo io vorrei puntualizzare e dare un contributo dal punto di vista aziendale.

C'è stato un periodo in cui la necessità finanziaria, la necessità di razionalizzare la spesa hanno portato a tutta una serie di scelte, delle scelte che in alcuni casi forse non sono state totalmente lungimiranti rispetto a quella che poi sarebbe stata la concentrazione di carichi di lavoro e soprattutto di non sostenibilità in una situazione anche pandemica, perché poi, ricordiamoci, che lo stress vero l'abbiamo subito e in parte lo stiamo ancora subendo. Forse in alcune strutture, in alcune realtà bisogna valutare se c'è qualcosa da cambiare anche in ottica e anche affinché chi poi tira avanti la carretta possa in realtà continuare a farlo. Perché dico questo? Perché ci si concentra tantissimo, soprattutto a livello politico, all'apice dell'organizzazione e alla base dell'organizzazione e non si considera quello che sta nel mezzo, che poi in realtà, dal punto di vista aziendale, sono coloro che prendono le decisioni dal punto di vista della linea produttiva, mi permetta la similitudine, di un'azienda. Questo, secondo me, è un punto nodale e fondamentale per la revisione, la riforma, la riorganizzazione di una struttura che deve diventare efficiente e che forse, perché bisogna essere realisti, al di là dei numeri che sono valutati, dovrà far fronte - purtroppo ancora per un po' di tempo e mi auguro e voglio essere ottimista - all'insufficienza di offerta perché comunque va detto che gli infermieri, come i medici, come tutti i professionisti della sanità sono in carne e ossa e quindi bisogna avere il tempo per produrli, non possiamo sostituirli tutti con delle macchine, quindi ci dovrà anche essere il passaggio umano e fisiologico.

Per quanto riguarda la formazione e per quanto riguarda le politiche di attrattività, valorizzazione e mantenimento, da parte nostra, del gruppo, ci sarà sicuramente una continua attenzione e sollecitazione con iniziative in Consiglio e in Commissione, non soltanto un'attenzione sul piano sanitario, abbiamo anche una mozione che verrà discussa successivamente. Sulla parte dell'esclusività del rapporto di lavoro prendo atto di quello che mi ha detto, farò un approfondimento, però sicuramente è un vero peccato perché avrebbe consentito e consentirebbe, ripeto, non soltanto un'integrazione al reddito o anche all'esperienza da parte di un professionista, ma anche la possibilità di cambiare aria, è molto banale ma chi fa un lavoro estremamente intenso e intensivo, il fatto semplice di potersi concentrare o dedicare a un'altra attività permette anche di ricaricare le pile in alcune situazioni. Ripeto: non sarà l'ultima iniziativa, anche perché le criticità e i problemi sono tanti, purtroppo giustamente lei diceva che nessuno di noi ha la bacchetta magica, però se vogliamo trovare le soluzioni, dobbiamo lavorare tutti insieme e dobbiamo anche stimolare chi può prendere e deve prendere delle decisioni.