Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1669 del 23 giugno 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1669/XVI - Interpellanza: "Iniziative volte al recupero e alla valorizzazione di Palazzo Cogne di Aosta e delle aree circostanti".

Sammaritani (Presidente) - Passiamo alla trattazione del punto n. 43 all'ordine del giorno. Per l'esposizione, la parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Scusate colleghi se interrompo questo bel gironzolare e vi faccio fare qualche metro io direi a piedi, Assessore, non in moto o per via aerea da quest'aula. Tornerei a parlare di un argomento che è un po' più ampio rispetto a quello rappresentato nel titolo. Il cuore sicuramente dell'iniziativa riguarda il recupero e la valorizzazione di Palazzo Cogne, ma in senso più ampio e generale l'obiettivo e anche quello, ed è contenuto nelle altre domande, di capire quale sia lo stato di attuazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari.

Si è parlato nella trattazione dell'interpellanza precedente di possibili investimenti, di possibili ritorni, di possibili cambiamenti di quello che è lo stato attuale delle cose. In questo caso noi abbiamo un piano che fu fatto tempo addietro e periodicamente aggiornato, all'interno del quale sono stati inseriti tutta una serie di locali e realtà non più strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali della Regione. Tra l'altro, ricordo che all'interno di Palazzo Cogne vi erano anche degli uffici dell'Amministrazione regionale che poi, per le note vicende, e non vi tornerò, anche perché mio malgrado ne sono stato in parte anche soggetto attivo, il palazzo è stato poi liberato, a fronte di tutta una serie di problematiche riguardo alla struttura, anche se la cosa assurda dell'epoca, lo ricordo e fu oggetto di discussione, era che la Regione aveva sgomberato i propri locali, ma ne manteneva occupati altri; ma non voglio tornare su quello.

L'obiettivo è di capire quale sia lo stato di attuazione di questo piano. Soprattutto capire qual è lo stato attuale delle ricezioni di manifestazioni di interesse, inoltre se siano state formulate anche proposte di gestione, valorizzazione e sviluppo nell'ambito di formule ad esempio di accordo pubblico e privato, perché qua si parla spesso e volentieri di risorse, di investimenti, ci sarà prima o poi al deposito dell'assestamento, qualcuno stamattina ricordava che quest'anno l'assestamento torna alle vecchie logiche, quindi non si potrà più prevedere delle misure di carattere corrente come è stato fatto negli ultimi due anni, ma si torna al regime degli investimenti e quindi alle spese succose, come usava dire un mio professore di università, ma bisogna capire se effettivamente c'è anche la volontà da parte di privati o se è stata almeno manifestata per quanto riguarda, ripeto, non soltanto il discorso dell'alienazione, ma soprattutto la valorizzazione, che sono due cose ben diverse, ma sono sicuro che l'Assessore, che è così attento anche ai significati dei termini, probabilmente inizierà la sua rappresentazione nello scindere i due mondi.

In particolare, vorremmo capire che cosa si intende fare ai fini del recupero e della valorizzazione di Palazzo Cogne, che rappresenta un po', se vogliamo, l'asset principale sulla città di Aosta di questo piano, nonché delle relative aree circostanti.

Tra l'altro, sono andato anche a recuperare una mozione che era stata votata nella scorsa consiliatura, che prevedeva l'impegno per richiedere la convocazione urgente della commissione per i beni culturali e ambientali, per la verifica del possesso dei requisiti ai fini della dichiarazione di Palazzo Cogne quale edificio di interesse culturale. Fu anche presentato un emendamento, che purtroppo non trovò il sostegno dell'aula, per andare a stanziare dei fondi che potessero essere utili per comprendere quali interventi poter fare sul palazzo ai fini della sua sicurezza statica e della sua fruizione. Si parlò anche della possibilità, e spero che su questo qualcosa si dica, di poter coniugare le esigenze pubbliche con quelle private, le esigenze culturali con quelle private, ovvero una vera valorizzazione di un palazzo che, tra l'altro, è molto grande e che sicuramente costituisce un problema per metterci le mani, ma che può essere anche un asset fondamentale per tutta una serie di attività. Ricordiamo, tra l'altro, che insiste in un a zona di notevole interesse, perché siamo in una di quelle aree cerniera tra il centro e - se possiamo chiamarla - verso la periferia; fa un po' ridere, considerata la struttura della nostra capitale, ma anche per la vicinanza del campus universitario ridotto, ma pur sempre un campus, è soprattutto un'area che merita una valorizzazione e una riqualificazione. Come già ho avuto modo di dire in altre occasioni, non bisognerebbe vedere soltanto il palazzo in sé, ma anche una riqualificazione dell'area, quindi capire che cosa si pensa di fare.

Si è anche parlato, in un'iniziativa se non erro dell'ultimo Consiglio, del discorso legato allo studentato e a tutta una serie di ipotesi. Al di là di ciò, quello che volevo capire è che cosa si pensava di fare, perché ricordiamo che poi quando si mettono in campo eventualmente dei bandi, delle manifestazioni d'interesse più strutturate, magari anche su scala europea, non farebbe male un po' di novità e un po' magari di inventiva anche di terzi. Una volta non si aveva paura ad aprirsi alle idee esterne, oggi sembra quasi ogni tanto che ci sia quasi paura che una buona idea possa essere utilizzata, non capisco perché, eppure chi ha costruito la nostra realtà e la nostra autonomia all'epoca, non aveva certo paura di idee che venivano dal di fuori, quindi penso che abbiamo soltanto da imparare. È ovvio che poi, e guardo l'assessore Marzi perché so che condivide con me questo pensiero, tutto poi costa ovviamente, però, ripeto, ci sono le possibilità, o almeno cerchiamo di capire se ci possono essere.

Presidente - Per la risposta la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Comincio con il fornire una serie di dati puntuali e quindi lunghi. Con riferimento a quanto richiesto, comunico le attività poste in essere dal nostro insediamento riguardo a immobili di proprietà regionale inseriti nel piano e pertanto non più strumentali, come da lei richiesto, all'esercizio delle funzioni istituzionali. In data 6 ottobre 2021 si è proceduto a porre in alienazione all'asta i seguenti immobili:

· Aosta: edificio della Cappella di San Vincenzo;

· Châtillon: appartamenti all'interno del fabbricato ex Guglielminetti;

· Courmayeur: terreno in località Aberieux;

· Gignod: complesso rurale Lo Bien;

· La Thuile: fabbricato villaggio Pera Carrà; Perloz: fabbricato ex Osteria;

· Pont-Saint-Martin: ex liceo scientifico;

· Pré-Saint-Didier: ex Hotel Miramonti;

· Saint-Christophe: terreno in località Thovex;

· Valgrisenche: fabbricato in villaggio Surrier;

· Valtournenche: fabbricato nella piscina Giomein; Verrès: fabbricato ex Alluver.

È stato aggiudicato l'edificio storico denominato Cappella di San Vincenzo, ubicato ad Aosta in Via Malherbes. In data 11 maggio 2022 si è provveduto a porre in alienazione all'asta i seguenti beni immobili: ad Aosta Palazzo Ansermin, sito in via Porta Pretoria per undici lotti corrispondenti a undici unità immobiliari; a Cogne in località Boutillier, sito ex miniere, una serie di fabbricati e riguardo a quest'ultima asta sono state aggiudicate tre unità immobiliari poste all'interno del Palazzo Ansermin di Aosta.

In data 15 maggio 2022 è stato pubblicato l'avviso per la gara che si terrà il 6 luglio 2022, per l'alienazione dei seguenti beni immobili di proprietà regionale: il rudere ex rifugio Elena, sito in località Pré des Bar des eaux nel comune di Courmayeur e il rudere ex ricovero militare, sito in Col de Chavannes in Comune di La Thuile. Si è inoltre proceduto alla vendita a trattativa privata dei terreni siti a Introd in località Sorresamont e ad Aosta in Corso Padre Lorenzo.

Riguardo alle cessioni, si è proceduto al trasferimento gratuito ai rispettivi Comuni dei seguenti beni, per una loro valorizzazione e destinazione a pubblico interesse: l'ex Caserma dei Carabinieri del Colle del Grand San Bernardo nel comune di Saint-Rhémy-en-Bosses e i terreni e i fabbricati a Chavonne nel Comune di Villeneuve.

Come anticipato nella risposta all'iniziativa sul medesimo tema del collega Baccega del gennaio 2021, al fine di dare nuovi stimoli al recupero e valorizzazione degli immobili, abbiamo chiesto ad ARER e ad altri Comuni l'eventuale interesse ad acquisire, senza oneri in cessione gratuita, immobili che possono poi essere recuperati e destinati a funzioni di pubblico interesse. È il caso della Maison de Mosse ad Avise, dell'ex tiro a volo di Saint-Vincent, del Palazzo Europa a Pont-Saint-Martin e della Casa dell'orologio a Cogne, presso la quale è stato anche organizzato un sopralluogo con l'amministrazione comunale per una sommaria valutazione circa lo stato dell'edificio storico e dell'onere che comporterebbe un suo eventuale recupero, naturalmente in sincrona collaborazione con il Comune stesso.

A ottobre del 2020 e a marzo del 2022 abbiamo sottoposto all'attenzione di ARER la possibilità di trasferire a titolo gratuito una serie di immobili potenzialmente destinabili a emergenza abitativa, siti nei Comuni di Antey, Châtillon, Cogne, Gaby, La Thuile, Perloz, Pré-Saint-Didier e Verrès.

Rispetto al quesito 2, nel 2022 sono state ricevute diverse manifestazioni di interesse per gli immobili di proprietà regionale inseriti nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Si segnala in particolare l'interesse manifestato per i seguenti beni: l'ex porcilaia di Arnad; il fabbricato ex Magazzini del Genio militare ad Arvier; l'ex Caserma dei Carabinieri al Piccolo San Bernardo a La Thuile; la Caserma dei Carabinieri in località Plan Maison a Valtournenche; alcuni terreni a Issime, la Thuile e Pré-Saint-Didier. Di tali beni sono in corso le redazioni delle perizie, al fine di procedere alla valutazione e alla conseguente messa in vendita. Inoltre sono pervenute manifestazioni sull'ex rifugio Elena a Courmayeur e l'ex rifugio Col Chavannes a La Thuile, per i quali si sta procedendo alla gara di vendita già programmata per il 6 luglio 2022,

lo stabilimento Multibox a Pollein, per il quale si intende procedere a breve a una gara per la vendita insieme a Structure Vallée d'Aoste in quanto proprietaria del terreno di pertinenza all'edificio posto a nord. Infine alcuni terreni a Saint-Christophe, un terreno a Courmayeur, l'ex stalla sociale a Gignod, la piscina Giomein a Valtournenche, il villaggio Surrier a Valgrisenche, già inseriti nella precedente gara che si è tenuta il 6 ottobre 2021 e che verranno riproposti alla prossima gara. Nel periodo autunnale si intende quindi avviare la vendita di immobili già inseriti in precedenti gare e andati deserti, oltre ad immobili per i quali gli uffici stanno procedendo a redigere le necessarie perizie di stima.

Riguardo alla richiesta di proposte di gestione e valorizzazione mediante accordi di partenariato pubblico privato, sono in atto da parte delle strutture regionali competenti alcune valutazioni riguardanti possibili utilizzi ancora non formalizzati dal nostro Assessorato relativamente a l'ex Agenzia delle entrate in Via Trottechien ad Aosta, l'ex cascina del castello di Fénis e l'ex tiro a volo di Saint-Vincent. Per quanto attiene a Casa Berton, preso atto dell'interesse manifestato da parte di una ONLUS per la realizzazione di progetti attinenti al settore sanitario e sociale, nello scorso mese di gennaio è stata comunicata all'Assessorato alla sanità, salute e politiche sociali la disponibilità a estrarre l'immobile dal piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, per renderlo disponibile eventualmente a futuri interventi di matrice istituzionale.

Veniamo al quesito n. 3. Come è noto l'immobile è inserito nel piano di alienazioni e valorizzazioni immobiliare e su tale immobile non è pervenuta alcuna proposta di partenariato di progetto per un suo futuro recupero o valorizzazione. L'Amministrazione regionale, in quanto proprietaria, ha provveduto nel 2021 alla messa in sicurezza del fabbricato e delle aree circostanti, a lavori di manutenzione straordinaria concernente il posizionamento di una rete di protezione del solaio del porticato dell'edificio, per potervi banalmente passare, perché ho sulla mia scrivania in Via Promis quelli che erano dei piccoli residuati delle dimensioni di un uovo di quaglia, che eventualmente, vista l'altezza, potevano far male. La prossima settimana partiranno i lavori di verifica del rivestimento presente sulle facciate dell'immobile che consentiranno di rimuovere definitivamente gli elementi di protezioni che a fine 2021 erano stati posizionati provvisoriamente, in accordo con il Comune di Aosta. Al termine dei lavori saranno nuovamente fruibili i marciapiedi esterni delle facciate e gli accessi pedonali interni al porticato.

Ho cercato di darle il maggior numero di dati possibile, naturalmente volendo le do anche il cartaceo dell'iniziativa, senza alcun tipo di problema. Vengo invece a quello che nella sua presentazione, così come si evinceva anche dalle domande, è il nucleo della sua domanda rispetto a un bene centrale per la città di Aosta, in realtà secondo me per ben più della città di Aosta.

È palese che gli attuali strumenti posti in essere a livello patrimoniale pubblico, per la definizione di un pezzo così importante del centro storico di Aosta, siano delle armi spuntate, a mio modesto avviso, per cui assieme all'ufficio patrimonio abbiamo assolutamente intenzione di fare due cose. La prima, un'analisi di tutte quelle che sono state le possibilità e di tutte quelle che sono state le scelte fatte nel passato, semplicemente per renderci conto - come da lei richiesto - che probabilmente non soltanto dobbiamo aprirci a nuove possibilità, ma dobbiamo anche farlo, come da lei richiamato, con prospettive più ampie. Nel momento in cui arriveremo a chiudere il primo lotto dell'Università, con la definizione tra l'altro dell'attuale rotonda di Via Giorgio Elter, con un futuro abbattimento del grattacielo alto e del grattacielo basso della città - qui sto parlando di politica, non sto parlando di problematiche amministrative su cui tutti coloro i quali hanno amministrato nel Comune di Aosta e in Regione hanno una parte di responsabilità, sto cercando di guardare oltre - nel momento in cui si arriverà a chiudere tutta una serie di azioni, ci troveremo ad avere una città che si abbraccia con l'altra, tanto per essere chiari. Di conseguenza, a maggior ragione, il Palazzo Cogne che versa in una situazione drammatica al proprio interno: se da un punto di vista strutturale il palazzo sta in piedi, sicuramente per chi ha avuto l'onere di dover fare dei sopralluoghi, ci si rende conto che, ahimè, quello è un cimitero dei piccioni. Nel momento in cui si ha anche la possibilità di salire sulla terrazza, ci si rende conto, come da lei richiesto, sia della centralità del bene, sia dello sviluppo prospettico che questo potrebbe avere da un punto di vista urbanistico e da un punto di vista architettonico e storico.

Sicuramente il fatto che a oggi il mondo privato non si sia fatto avanti è una cosa di cui dobbiamo prendere atto, però anche aprendoci alla possibilità e a tutte le possibilità del caso, affinché il pubblico riesca a mettersi al servizio del privato, e ovviamente questo deve avvenire a 360 gradi e senza fare distinzioni di chilometraggio, rispetto alla possibilità che si aprirebbe sul centro della città.

Presidente - La parola per la replica al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - La ringrazio sulla prima parte e la ringrazio anche per la disponibilità a darmi copia dei dati che ha elencato. Su Palazzo Cogne stavo pensando, mentre lei giustamente stava concludendo l'intervento, a una considerazione: penso che tutti noi vorremmo essere, quando si parla di sviluppo delle città, Vauban, Hausmann, Napoleone III, tutti quelli che hanno potuto modificare totalmente e insieme le proprie città o le proprie cittadelle, visto che ho citato il Vauban che aveva una funzione non solo urbanistica ma anche di altre finalità, perché non avevano a che fare con la burocrazia, con i piani regolatori, con il dl 50, con tutta una serie di cose. Non vorrei citare un monarca francese che diceva L'état c'est moi, ma sicuramente loro avevano una vita un pochettino più facile, anche perché va detto che all'epoca le maestranze costavano molto meno, ma soprattutto la burocrazia.

Io ho una paura. Concordo con lei che prima forse bisogna avere chiara la situazione del circostante, di quello che c'è soprattutto intorno a quella realtà, però è una problematica che fa un po' storia a sé, nel senso che se tutte queste situazioni noi le consideriamo a sé stanti, quindi l'università, la zona dell'edilizia popolare, il Palazzo Cogne o anche la viabilità, rischiamo che ognuna di queste insieme blocchino lo sviluppo delle altre.

Io una cosa che dissi all'epoca - mi fu detto di tutto quando firmai quello sgombero obbligato - io continuo a dirlo, ma non voglio tornare, la volontà qual era? Era quella di dire una cosa molto semplice: il privato - lei diceva - non si è fatto avanti, ma è anche vero che bisogna dare la possibilità al privato di farsi avanti, e mi spiego. Forse è il caso, visto che il pubblico non sa oggi che cosa fare, perché va detto, abbiamo tanti problemi da risolvere intorno a questo palazzo e direi anche complessivamente di tutta la città e non solo, e apprezzo che lei abbia detto che il palazzo è una ricchezza non solo per la città ma ha un significato ancora più grande, forse potrebbe essere il caso - e io le faccio questo invito - di lanciare un concorso di idee, ma a livello europeo. Forse possono arrivare delle idee, non c'è un'impegnativa, ma ci può essere una strada rispetto allo sviluppo anche di tutte le aree circostanti, e magari a uno sviluppo futuro anche di quella che, secondo me, rimane ancora un asset fondamentale per una città che deve cercare il suo destino, perché il destino industriale di Aosta viene sempre meno, ma dal punto di vista degli spazi occupati, perché quelli che una volta erano spazi necessari, oggi sono sempre minori perché, lo sappiamo, la produzione industriale avanza e quindi ci sono delle evoluzioni tecnologiche. Una volta la Cogne aveva bisogno di tanto spazio, oggi sappiamo che si possono fare produzioni diverse.

Dico questo perché forse l'università, e non solo, possono essere davvero un volano fondamentale per una città che sta ancora cercando il suo destino. Diciamoci la verità, la nostra capitale dell'autonomia sta cercando di capire che cosa sarà e, secondo me, Palazzo Cogne può essere un esempio per cercare di trovare una via e una soluzione a un problema annoso, ma soprattutto forse quello che manca e quello che serve oggi è trovare un'idea di quello che si vuole fare su quel palazzo e intorno e, secondo me forse, costruendo bene un bando, una manifestazione di idee che non impegni materialmente, ma impegni dei cervelli a elaborare delle idee, può essere la soluzione che ci manca e che ci serve per il futuro.

Presidente - Con quest'argomento si conclude la sessione mattutina dei lavori del Consiglio, lavori che riprenderanno, con la sessione pomeridiana, alle ore 15:00.

---

La seduta termina alle ore 13:03.