Oggetto del Consiglio n. 1637 del 22 giugno 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1637/XVI - Interrogazione: "Informazioni relative alle immissioni di specie ittiche e ai progetti di ricerca su azioni di conservazione degli ambiti acquatici".
Bertin (Presidente) - Punto n. 9. Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Ringrazio il proponente, il collega Brunod, che permette di fare un aggiornamento sul tema delle immissioni, che ha avuto degli sviluppi e probabilmente ancora ne avrà.
Tre quesiti, nel primo quesito si chiede di avere informazioni ed aggiornamenti sull'esito dello studio, delle richieste trasmesse al Ministero per poter procedere con le immissioni.
Il secondo quesito: sapere se mi risulta che siano in atto sul territorio valdostano dei progetti di ricerca che si prefiggono sperimentazioni di azioni innovative e dimostrative di conservazione degli ambiti acquatici e poi il terzo quesito: in caso di risposta affermativa al secondo, quali siano le metodologie applicate, le tempistiche e i relativi costi sostenuti per tali progetti.
In merito al primo quesito: in data 13 giugno scorso il Ministero della transizione ecologica ha trasmesso il proprio decreto, il n. 87/2022, che autorizza la Regione autonoma Valle D'Aosta all'immissione in natura delle specie non autoctone, quindi trota fario e trota iridea.
Il decreto - e ne avevamo parlato anche a lungo in occasione di varie iniziative - fa seguito alla richiesta inoltrata nei mesi scorsi dalla Regione e consente al Consorzio regionale e agli altri gestori delle riserve di procedere alle semine necessarie per avviare l'attività ittica in attesa di poter disporre di esemplari di specie autoctone.
Le immissioni, ahimè, non riguardano tutto il territorio regionale, questa è la criticità nella quale ci siamo imbattuti; sono esclusi alcuni tratti per i quali il Ministero ha evidenziato possibili rischi per la fauna ittica e le componenti ambientali presenti, nello specifico la Dora di Ferret, il lago Verney e il torrente Buthier nella Valpelline.
In merito ai tratti esclusi, gli uffici hanno avviato immediatamente ulteriori interlocuzioni, proprio al fine di poter provvedere alla semina nella totalità delle riserve presenti in Valle, anche in considerazione dell'importante indotto turistico che quest'attività genera per le nostre attività, quindi le riserve dove si provvederà alle semine sono quelle di Champorcher, del Lys, Brusson, Maen del Vallone dell'Urtier e sull'Artanavaz.
Riguardo al secondo quesito: per quanto attiene i progetti di ricerca di conservazione degli ambienti acquatici in atto sul nostro territorio, abbiamo già avuto modo d'illustrare il progetto Life GrayMarble, il progetto è promosso dalla Regione, è finanziato dal programma europeo Life 2.0, con l'obiettivo di reintrodurre in natura popolazioni autoctone di trota marmorata e temolo italico, recuperando i loro habitat naturali in tratti significativi della nostra Dora Baltea.
Il progetto vede coinvolti la Regione autonoma Valle d'Aosta in qualità di capofila, il Consorzio regionale Pesca, la città metropolitana di Torino, che cura analoghe azioni nel bacino piemontese sempre della Dora Baltea, il Parco nazionale del Gran Paradiso che ospiterà in alcune aree altamente tutelate la prima reintroduzione delle specie autoctone e poi il Politecnico di Torino e la società Flume, che cureranno tutti gli aspetti più strettamente tecnici del lavoro.
Il Consorzio regionale pesca curerà il recupero in natura degli ultimi esemplari selvatici di tali specie che verranno selezionate, mediante analisi genetiche, e di cui si tenterà la reintroduzione in condizioni di semi-cattività, per liberare poi gli esemplari riprodotti in aree naturali circoscritte e controllate; si tratta di aree che possano fungere da serbatoio naturale, dove reperire successivamente animali adulti, accresciuti in ambienti naturali; è utile appunto per le successive fasi che vedranno immissioni di trota marmorata e temolo in tratti idonei della nostra Dora Baltea.
Tali spazi sono già stati identificati nel corso del progetto e saranno interessati da importanti interventi per il recupero degli habitat naturali e per le specie ittiche.
Lo stabilimento ittico regionale di Morgex e La Salle sarà oggetto di complessi lavori di ammodernamento e rifacimento: verranno create aree specifiche con caratteristiche idonee ad ospitare gli animali catturati in natura, mantenendone le caratteristiche di selvaticità e rusticità, sia per garantire il loro benessere sia per rendere più possibile ed efficace la fase di reintroduzione.
Ciò permetterà di avviare l'allevamento di esemplari autoctoni di trota marmorata e temolo italico, necessari per le future attività d'immissione che il Consorzio regionale pesca opererà anche a sostegno e valorizzazione della pesca in generale.
La struttura regionale Flora e fauna curerà l'elaborazione di specifiche linee guida per la gestione ittica e l'attività di pesca per il miglioramento delle misure di conservazione delle specie ittiche.
La struttura regionale Opere idrauliche, che è capofila di questo progetto, si occuperà di recuperare le condizioni per consentire la libera migrazione dei pesci in un tratto di più di 20 km di Dora Baltea nella zona della Plaine di Aosta, in continuità con il sito naturale protetto di Les Îles.
Si interverrà inoltre per mitigare gli ostacoli delle numerose barriere artificiali, quali soglie, briglie, altri manufatti presenti in alveo, che attualmente bloccano la libera circolazione di pesci, consentendo loro di raggiungere i rispettivi habitat vitali e quindi di creare popolazioni stabili.
Il progetto è stato avviato ufficialmente il 14 dicembre del 2021, durata di cinque anni e importo complessivo di 3.732.985 euro con un finanziamento del 60% a carico dell'Unione Europea.
Per rispondere al terzo quesito e integrare anche il secondo: un altro progetto avviato di recente nel territorio del parco naturale del Monte Avic è il progetto "Life Resque Alpyr", concernente il recupero di ecosistemi acquatici in aree protette delle Alpi e dei Pirenei.
Nel corrente mese di giugno, nel parco naturale del Monte Avic, con i partner di progetto di quest'iniziativa, sono state avviate le seguenti attività, nello specifico tre: la prima attività è una rimozione di pesci alloctoni al fine della loro eradicazione tramite pesca elettrica, reti da pesca branchiale e trappole a nassa. Tutto questo è stato fatto nei seguenti laghi: nei laghi della balena, quindi tre laghi sui Comuni di Champdepraz, zona Grand Lac, poi nel Lago Leità nel Comune di Champdepraz, nel lago Leser Comune di Champdepraz, lago Muffé nel Comune di Champorcher, Lac Vernouille sempre nel Comune di Champorcher così come il Lac Noir.
Una seconda attività che è stata portata avanti nell'ambito di questo progetto è i campionamenti ittici tramite reti branchiali multimaglia ai fini del monitoraggio e della ricerca, campionamenti di acqua e invertebrati a fini di monitoraggio e ricerca presso i laghi presenti all'interno del parco.
La terza iniziativa è: l'installazione di apparecchi per la registrazione acustica e trappole a tubo per il monitoraggio non invasivo di pipistrelli e toporagni acquatici a fine di monitoraggio e ricerca, in prossimità o in corrispondenza dei siti d'intervento e monitoraggio di cui ai punti precedenti.
Per tutte le altre informazioni e maggiori dettagli sul progetto si rimanda all'ente Parco Monte AVIC, che, come abbiamo detto, è partner.
Si è poi a conoscenza che nelle prossime settimane si terrà uno specifico incontro a cura del parco per illustrare le finalità e le attività di questo progetto.
Presidente - Per replica, consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Siamo di nuovo a parlare del problema pesca che, come abbiamo già detto attraverso diverse iniziative - quella a dicembre 2021, poi di nuovo a marzo 2022 - è un settore che abbiamo dimostrato più volte essere una grande risorsa per la Valle d'Aosta e che merita grande attenzione in quanto ha grandi potenzialità che possono essere sviluppate in modo migliore.
Come ha detto lei, nella seconda iniziativa nel mese di marzo, tutti speravamo che ci fossero state delle iniziative e delle risposte in tempo breve per permettere, come da calendario ittico, di partire ai primi di aprile con l'attività della pesca nelle riserve, sia speciali che turistiche; così non è stato, infatti abbiamo presentato nuovamente quest'iniziativa, perché, comunque, tutto il mondo che ruota intorno alla pesca ci ha sollecitato molto di stare dietro con delle pressioni su questo tema perché, come abbiamo ribadito, è uno dei settori strategici che ha delle grandi potenzialità su tutta la Regione Valle d'Aosta.
Quindi oggi siamo contenti che, in data 13 giugno, ci sia stata questa risposta; come ha detto lei, non soddisfa totalmente le aspettative, però si può finalmente partire con l'attività della pesca e soprattutto con le semine, anzi, colgo l'occasione, come abbiamo già detto con iniziative precedenti, di cercare, anche con la collaborazione del Consorzio pesca, di divulgare il più possibile, attraverso la comunicazione e il marketing, questa nuova direttiva che permette l'avvio finalmente della stagione.
Per quanto riguarda i progetti, eravamo già a conoscenza di Life Graymarble perché attraverso iniziative precedenti se n'era parlato. Invece per quanto riguarda il nuovo progetto "Life Rescue Alpyr", che lei ci ha illustrato un po' a grandi linee, teniamo anche noi a far presente che è un partenariato italo-spagnolo che mette tantissime risorse a disposizione, sono 4,7 milioni di euro per questa sperimentazione dove, come lei prima ha anticipato, tra le diverse azioni del progetto ci sarà l'eradicazione di pesci alloctoni, in particolare lo sgombro, in alcuni laghi di alta montagna, utilizzando metodi meccanici come reti, trappole, pesca elettronica e anche un test pilota utilizzando pesticida organico biodegradabile.
Perché abbiamo voluto approfondire questo tema? Perché, come lei ben sa, il nuovo piano di gestione del Parco del Monte Avic non prevede l'attività della pesca, salvo sulle rive di alcuni laghi, proprio per limitare quest'attività - non si può dire l'inquinamento come è stato definito da queste ultime nuove normative - quindi è proprio consentita per limitare questa problematica. Lungo anche il torrente Ayasse e il lago Misérin vi è la stessa autorizzazione.
Volevamo fare anche un paragone con quanto è successo nel parco naturale dell'Adamello dove, al contrario di quanto è stato deciso qui da noi, leggo un titolo dove dice. "Trota fario: lo Stato dice no all'immissione, è specie alloctona, ma il Parco Adamello del Brenta dà il via libera: qui da secoli specie naturalizzata. Via libera all'immissione delle trote fario nelle acque del Parco naturale Adamello del Brenta. La Giunta del Parco, riunitasi nei giorni scorsi, ha espresso un netto sì alla presenza di questo pesce alloctono, la cui immissione è stata vietata a livello nazionale".
Visto che in tutto questo periodo non si poteva pescare, non sarebbe stato male provare anche magari una possibile strada, dove i pescatori avrebbero potuto essere invitati a presenziare su questi punti dove adesso vi è attuata questa sperimentazione per prelevare in modo naturale, attraverso l'attività della pesca che è venuta a mancare in questi ultimi mesi, e quindi magari non solamente attuare la sperimentazione con un'eradicazione totale, ma poi alla fine non sappiamo dove vanno a finire questi pesci, anzi, lo immaginiamo ma non lo sappiamo.
Questo è quanto. Quindi ci auguriamo tutti che ci sia molta attenzione al settore della pesca, come lei ha ribadito.