Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1475 del 11 maggio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1475/XVI - Interrogazione: "Motivazioni della cessazione della gratuità delle concessioni per l'occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali e di somministrazione di cibo e bevande."

Bertin (Presidente) - Punto n. 9 dell'ordine del giorno. Risponde l'assessore Marzi a cui passo la parola.

Marzi (SA) - Rispetto a quest'iniziativa, so che c'è un dibattito politico aperto che ha visto anche iniziative similari essere rappresentate in alcuni Comuni, tra i quali anche il Comune di Aosta. Io ritengo che anche in questo caso sia assolutamente evidente il fatto che questa sensibilità sia pienamente condivisa, però una cosa che dobbiamo dirci è che di fatto stiamo parlando, per quanto riguarda la COSAP e la TOSAP, di un canone, neanche di un tributo, in capo di solito alle entrate di titolo terzo dei Comuni. Per cui, anche nel momento in cui durante la crisi pandemica sono state fatte tutta una serie di scelte rispetto alla COSAP e alla TOSAP, da parte nazionale hanno previsto che cosa? La sospensione del pagamento di questi canoni a livello nazionale, con una restituzione, di fatto, delle entrate di spettanza comunale sempre da parte statale. Per cui, cosa è successo durante il periodo nel quale ci siamo trovati a vivere la crisi pandemica? C'è stata una presa di posizione da parte dello Stato che in poche parole ha detto: visto che ci troviamo in una situazione assolutamente delicata, visto che questo tipo di entrate sono in capo ai Comuni e di fatto spettano a loro come autonomia, sono stati iscritti a bilancio, probabilmente vengono iscritti a bilancio anche per poi dopo essere impiegate a favore della comunità stessa. Ad esempio, il dibattito in Consiglio comunale di Aosta che io tra l'altro ho ascoltato e ho apprezzato la risposta che è arrivata da parte dell'amministrazione comunale la quale, in poche parole, ha fatto chiaramente presente che era assolutamente d'accordo con la sensibilità che veniva rappresentata da parte dell'iniziativa ma, nell'essere d'accordo, avevano fatto una scelta autonoma specifica, che era quella di introitare dei canoni per poi spenderli in maniera più generalista nei confronti di tutta quanta la comunità.

Qual è la differenza sostanziale del dibattito che avviene sullo stesso tema tra un Comune e la Regione? Il fatto che, mentre se ne parla in un Comune è assolutamente specifico, a livello regionale che cosa si può cogliere? Si può cogliere sicuramente una sensibilità, un indirizzo, un auspicio, ma non c'è sicuramente la possibilità da parte regionale di obbligare i Comuni a sospendere/aumentare, piuttosto che diminuire la COSAP e la TOSAP: queste sono delle entrate di titolo terzo che sottostanno a regolamentazione specifica che ogni Comune ha. Ma a maggior ragione diventa particolare trattare questo tipo di tema in termini di enti locali nel momento in cui, come richiamato dall'iniziativa, queste erano state sospese, e oltre ad essere sospese, tutti i Comuni avevano "ricevuto in cambio" - per i Comuni valdostani stiamo parlando di circa 813 mila euro solo nel 2020 - quello di cui di fatto, con la sospensione di questi canoni, e quindi della COSAP e della TOSAP, era stati praticamente privati. Ecco che quindi il fatto di trattare tutte le volte questi temi, pensando che si abbia la possibilità semplicemente di dire "siamo d'accordo, non siamo d'accordo", può essere assolutamente una modalità corretta rispetto alla tematica, però concretamente non può far altro che essere una mera dichiarazione di intenti.

Io ritengo che, per quanto riguarda la tassazione dei Comuni, sicuramente bisognerebbe fare un ragionamento a monte, che però di fatto dovrebbe essere fatto soprattutto da chi è presente in Parlamento. Ricordo, ad esempio, che per quanto riguarda le tassazioni comunali ci sono stati dei Governi, di chiara indicazione, di chiara maglia, mettiamola così, che hanno fatto nel corso degli anni la scelta, ad esempio nel periodo 2011-2012-2013, di arrivare addirittura a sottrarre tutto quello che riguardava una volta l'ICI e sostituirlo con l'IMU, in sostanza portando i Comuni, privati di fondi che arrivavano direttamente dallo Stato, a doversi giocare la partita con mezzi propri e quindi a vedersela direttamente con i propri cittadini. Ci sono stati dei Governi che, nel corso della loro maniera di portare avanti la gestione della cosa pubblica, hanno fatto delle scelte politiche molto chiare, cioè quelle di dire che non bisognava assolutamente mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Infatti loro cercarono di non farlo, ma sicuramente obbligarono poi i Comuni a loro sottoposti, nella loro autonomia, togliendogli delle entrate, poialla creazione di tasse che inizialmente furono il passaggio da TARSU a TARES poi a TARI, e il passaggio da ICI a IMU e poi dopo a IUC; addirittura alcuni Comuni istituirono la famosa TASI, obbligati quindi di fatto, visto che non arrivavano più i soldi dallo Stato, a doverci pensare direttamente e quindi a tutti gli effetti a dover poi dopo essere loro, poverini, a mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

Per cui io credo che prima di trattare questi temi, bisogna sempre essere molto concreti. Entrare nell'autonomia dei singoli enti locali e dei Comuni è una cosa sbagliata, nel senso che nei Comuni si hanno assolutamente professionalità e possibilità di avere un rapporto diretto con i propri cittadini e la capacità di spiegarsi. Qui ci sono tante persone, compreso il collega Marquis, che hanno fatto i consiglieri, gli assessori, i sindaci, i vicesindaci nei Comuni e che hanno cercato di fare il meglio possibile per i propri cittadini, l'hanno fatto in piena autonomia, con mani libere, e normalmente cercavano tutti quanti di fare il meglio possibile. Addirittura anche il sottoscritto si è trovato, di fatto, a fare l'assessore alle finanze di un Comune per qualche anno, otto anni, e non ha mai alzato di un euro le tasse ai propri cittadini; anzi, l'ho potuto fare però facendo dei sacrifici, facendo come lo hanno fatti tutti quanti i Comuni di Aosta, visto che nel periodo che va nell'arco temporale dal 2012 al 2016, sono arrivate invece tutta una serie di tasse da applicare da parte dei Governi centrali che avevano delle chiare indicazioni politiche. Ad esempio, se non erro, tutta quanta la normativa che riguarda, tanto per essere chiari, la tassazione sulla casa, era di fatto imputabile a dei Governi ben individuati, con una connotazione politica ben chiara.

Ecco perché dico che anche un'iniziativa di questo genere, se assolutamente apprezzabile rispetto alla sensibilità che evidenzia, quindi di fare attenzione a trattare ogni singolo cittadino, a maggior ragione le attività economiche, con il dovuto rispetto, io credo fondamentalmente due cose. La prima: è giusto che i Comuni si muovano in piena autonomia rispetto a queste tesi. La seconda: all'interno degli equilibri che ogni singolo ente ha nel momento in cui arriva a definire il proprio bilancio, nel momento in cui ci sono delle entrate da COSAP e TOSAP, che tra l'altro, per quanto riguarda i Comuni valdostani, ad esempio il Comune di Aosta, rappresentano le maggiori entrate, per quanto riguarda la COSAP, non riguardano attività produttive ma altri tipi di soggetti non privati. Quindi a tutti gli effetti credo: uno, che ogni singolo Comune abbia la possibilità di potersi gestire in proprio le proprie entrate; secondo, che ogni singolo Comune, quando tratta questo tipo di temi, lo fa di solito con molta attenzione, perché nessun Comune penso che goda ad applicare delle tasse, piuttosto che dei canoni, piuttosto che dei tributi, tant'è che i Comuni hanno la facoltà anche di non applicarla la COSAP e la TOSAP, ci sono dei Comuni che non la applicano; tre, nel momento in cui un Comune arriva ad applicarla, evidentemente ha fatto tutta una serie di scelte, in alcuni casi possono anche essere delle scelte, ad esempio, di restituzione di quanto incassato con questi canoni, attraverso tutta una serie di azioni proprio riguardanti il tessuto socioeconomico cittadino, piuttosto che eventi di restituzione e di sviluppo economico alla comunità stessa; quattro, cosa fondamentale, siccome parliamo di soldi, tutte le volte che diciamo a qualcuno che non dovrebbe incassarne, in realtà dovremmo anche prevedere come restituirglieli, perché altrimenti tutto quanto diventa solo ed esclusivamente una mera dichiarazione di intenti che sta sulle nuvole invece che per terra.

Presidente - Per replica il consigliere Marquis.

Marquis (FI) - Mi aspettavo il tenore della risposta che è stata data dall'Assessore, ma la mia volontà era un po' più profonda rispetto alla trattazione che è stata data. In particolare mi voglio riferire a questo: è vero che ciascun Comune debba avere l'autonomia impositiva, ma è anche vero che i soggetti che operano sul territorio, devono essere messi nelle stesse condizioni, a mio avviso, quindi di poter fare impresa. Non è che in un Comune bisogna pagare di più, nell'altro bisogna pagare di meno, bisogna dare delle certezze e delle parità di trattamento.

Io credo che noi potremmo esercitare meglio sotto questo profilo in modo più coordinato con i Comuni la nostra autonomia, perché è vero che ci sono delle norme dello Stato, ma è anche vero che si potrebbero dare delle linee guida laddove si fanno poi delle compensazioni nei trasferimenti ai Comuni da parte della Regione, per poter tenere tutti la stessa linea comportamentale. Perché soprattutto in un settore che è stato in questi anni in grossa difficoltà, una difficoltà che è oggettiva, hanno dovuto tutti rimodulare il loro modo di esercire la somministrazione, hanno dovuto passare dall'interno all'esterno dei locali, i distanziamenti hanno portato a ottenere degli spazi più ingombranti, quindi maggiori costi adesso se si ripristina la superficie da pagare come tassa di occupazione di suolo pubblico.

Pertanto io credo che una riflessione sull'argomento vada fatta, perché il decreto legislativo 184 del 2017, la norma di attuazione, ci consente di operare in questa direzione, bisogna però avere la buona volontà e voler affrontare in modo organico queste situazioni. Purtroppo, non è con lo scaricabarile che si risolvono i problemi dei cittadini e non è che noi diciamo: è il Comune che deve imporre perché è la sua facoltà, c'è una norma dello Stato. Noi guardiamo cosa possiamo fare per agevolare i nostri cittadini, perché sono sicuro che abbiamo dello spazio d'azione da esercitare che ad oggi non è stato esercitato.

A questo riguardo bisognerebbe fare uno sforzo, perché la programmazione delle entrate andrebbe coordinata, a mio avviso, a livello regionale su tutto il territorio, pur salvaguardando l'autonomia impositiva di carattere comunale. Abbiamo la legge 48 che prevede i trasferimenti agli enti locali e, in questo ambito, si possono rimodulare i trasferimenti, anche in funzione di quella che è l'applicazione poi dei tributi su base locale, perché non è neanche bello e crea confusione anche a livello di cittadini, non solo per quanto riguarda la tassa di occupazione del suolo pubblico, avere da un Comune all'altro tariffe completamente diverse: qualcuno che applica l'addizionale IRPEF, qualcun altro che non l'applica. Quindi si potrebbero fare dei ragionamenti complessivi; è chiaro che si richiede un approccio a livello di sistema.

Io intendevo sollecitare, con quest'iniziativa, questo tipo di approccio, che forse non è stato colto con questa modalità. Credo che bisognerebbe, da qui in avanti, provare ad andare in questa direzione, perché tutti devono essere messi nella stessa condizione per fare impresa, perché quando è il momento dei ristori, non è che si dice "il ristoro lo do al bar che ha pagato la tassa di occupazione del suolo pubblico e non a quello che non l'ha pagata"; sono tutti trattati uguali con dei trattamenti omogenei.

Credo che occorra acquisire delle banche dati, lavorare in modo serio e cominciare a fare della programmazione delle entrate, perché se non la si fa e ci si limita ad arrivare alla fine dell'anno e a vedere quanto è stato versato, questo non significa fare della programmazione, questo significa prendere atto di quelli che sono i versamenti dei cittadini. La programmazione chiede degli interventi, anche politici, per dare delle condizioni, per sviluppare la propria comunità. É questo che bisogna fare e che purtroppo non è stato mai fatto, perché eravamo abituati ad avere tante risorse a disposizione, quindi una politica della redistribuzione delle risorse che, tra l'altro, è molto negativa, perché se lasciassimo subito i soldi in tasca alle imprese, senza andarglieli a prendere e poi dopo restituirglieli magari in parte attraverso della burocrazia che porta anche degli atti amministrativi, dei tempi, delle dilatazioni, delle complicazioni; basta non andarglieli a prendere i soldi. Credo che sia questa la sollecitazione che oggi viene data con la presentazione di quest'iniziativa.

Monitoreremo l'argomento e credo che su questa situazione presenteremo anche un'iniziativa.