Oggetto del Consiglio n. 1460 del 27 aprile 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1460/XVI - Interpellanza: "Azioni finalizzate alla piena fruizione della tratta ferroviaria dell'Alta Valle per il 2024".
Bertin (Presidente) - Punto n. 42. Per l'illustrazione, si è prenotata la consigliera Minelli a cui passo la parola.
Minelli (PCP) - Ritorniamo con quest'interpellanza sulla riattivazione e sul potenziamento della linea e del servizio ferroviario sull'Aosta/Pré-Saint-Didier che sono state previste, come sappiamo, dalla legge n. 22 votata il 25 novembre 2016 all'unanimità da questo Consiglio. Ricordo anche che le opere necessarie alla riattivazione in base all'accordo quadro nel 2017 sono in capo a RFI che deve quindi realizzarle. Sempre nel dicembre del 2017 è stato sottoscritto tra la Regione e Rete Ferroviaria Italiana un protocollo di intesa che ha istituito un tavolo coordinato dalla Regione per la definizione degli interventi e delle varie modalità necessarie per riattivare la linea. Successivamente la Regione ha poi cofinanziato lo studio per individuare gli interventi necessari per incrementare la portata assiale per consentire l'utilizzo anche da parte di treni fino a 18 tonnellate. Nel programma di servizio che è stato sottoscritto tra la Regione e Trenitalia nell'agosto del 2020 è previsto anche un servizio giornaliero che ovviamente non può essere effettuato. Gli studi per l'incremento del carico assiale sono ormai conclusi da parecchio tempo, non hanno evidenziato delle particolari problematicità e RFI si è impegnata a concludere il progetto di fattibilità tecnico-economica nei primi mesi del 2022. Noi riteniamo che sia inaccettabile un'attesa di ormai quattro anni da quell'accordo quadro per realizzare delle opere che sono di manutenzione straordinaria e che rappresentano per RFI anche un obbligo istituzionale.
Tre settimane fa, intervenendo in Consiglio sulla questione dei treni bimodali, il Presidente ha affermato che in una situazione in cui avessimo la tratta Aosta/Pré-Saint-Didier di nuovo in funzione si potrebbero utilizzare i treni bimodali già in possesso della Regione, poi ovviamente, aggiungo io, se verranno acquistati anche gli altri tre, pure gli altri tre, chissà quando, però. I bimodali attualmente disponibili, a partire dal 2024, con la chiusura della tratta verso Ivrea non potranno più essere utilizzati in Valle d'Aosta, a meno che appunto non possano essere utilizzati per l'Aosta/Pré-Saint-Didier.
Fatte queste premesse, le domande che poniamo sono le seguenti: vorremmo sapere in che data si è svolta l'ultima riunione del tavolo tecnico tra la Regione e RFI, quale prospettiva è stata definita per l'Alta Valle, con quali iniziative, in che data e con quali strumenti il Presidente ha richiamato RFI e il Ministero delle infrastrutture rispetto a quegli impegni presi nel 2017; se è stata definita la programmazione degli interventi di manutenzione straordinaria della tratta in modo che i lavori siano conclusi per il 2023 per avere l'Aosta/Pré-Saint-Didier funzionante a partire dal 2024, fornendo in questo modo un servizio ai cittadini ma anche utilizzando i mezzi e il personale ferroviario, che altrimenti - lo sappiamo - sarebbero sotto utilizzati negli anni dei lavori previsti per l'elettrificazione. Infine quali azioni e solleciti la Regione intende mettere in atto affinché nel corso del 2024 la tratta dell'Alta Valle sia funzionante e possano essere utilizzati quei treni bimodali di proprietà della Regione che ovviamente in quel periodo non potrebbero essere utilizzati altrimenti sul nostro territorio.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il presidente Lavevaz.
Lavevaz (UV) - Vengo direttamente alle domande puntuali poste. La prima è: "in che data si è svolta l'ultima riunione del tavolo tecnico e quale prospettiva è stata definita". L'ultima riunione è avvenuta il 31 marzo 2022, rispetto alla questione Aosta/Pré-Saint-Didier, RFI ha evidenziato che i progetti in corso hanno richiesto alcune attività supplementari che hanno comportato uno slittamento dei tempi e un incremento del costo delle opere. In particolare, rispetto agli interventi, per portare il carico assiale a 18 tonnellate, RFI ha riferito che in corso dell'elaborazione del progetto si sono resi necessari alcuni ulteriori approfondimenti e indagini, in particolare sulle sette opere più complesse della tratta e che, conseguentemente, questo ha fatto slittare il completamento del relativo progetto di fattibilità da febbraio a fine giugno e soprattutto il costo stimato per le opere è aumentato da 5 milioni a 5,6 milioni.
Per quanto riguarda invece il progetto di fattibilità tecnica ed economica degli interventi per la riapertura della linea, RFI ha evidenziato che è emersa la necessità di rinnovare e implementare anche gli impianti di informazione al pubblico, di illuminazione e alcuni altri interventi nelle stazioni, in particolare è emersa la necessità di impermeabilizzare le gallerie con anche l'eventualità che, per quanto riguarda lo smaltimento di risulta, nel caso in cui ci fosse la presenza di amianto, questa debba essere ovviamente smaltita con dei costi aggiuntivi che sono nel caso specifico di altri 6 milioni solo per lo smaltimento nell'eventualità in cui questo avvenisse. In generale invece anche questi approfondimenti hanno comportato uno slittamento da maggio a giugno anche su questo studio di fattibilità e anche qui un aumento importante di costi da 44 milioni a 53 milioni, il che porterebbe a un totale di circa 60 milioni di intervento necessario per la riapertura. Questo è il punto fondamentale che mi sembra anche il più importante per fare qualsiasi altro tipo di ragionamento.
Si chiede poi con quali iniziative, in che data e con quali strumenti il Presidente della Regione ha richiamato RFI e il Ministero rispetto all'accordo quadro. Di questo argomento abbiamo parlato nell'incontro del 29 ottobre 2021 con i dirigenti apicali di RFI. A seguito di domanda specifica avevo risposto che avevo dato come assoluta priorità gli interventi relativi alla tratta Aosta/Chivasso, questo a prescindere dall'elettrificazione che ha la sua copertura e il suo iter, ma anche su tutti gli altri interventi specifici: raddoppi selettivi, interventi sulla linea, eccetera, quella è l'assoluta priorità rispetto all'Aosta/Pré-Saint-Didier, e credo che su questo non ci siano dubbi.
Rispetto all'accordo quadro che è stato citato, mi preme anche precisare, per evitare che ci siano strumentalizzazioni anche in questo senso, che in questo accordo quadro sono stati individuati i lavori finalizzati alla riapertura della linea tra gli "upgrade infrastrutturali necessari nell'ambito delle linee guida per l'aggiornamento dei parametri di capacità dell'infrastruttura". In buona sostanza sono delle indicazioni per il futuro aggiornamento del modello di esercizio, cioè l'accordo quadro non contempla uno specifico obbligo di RFI, ma dà piuttosto delle indicazioni e degli indirizzi. Pertanto non si tratta da parte della Regione, o del Presidente come ha detto lei, di richiamare RFI rispetto a un impegno, ma di continuare al massimo in un dialogo costruttivo per cercare di portare avanti quanto previsto dalle nostre norme venendo al caso specifico.
Per quanto riguarda invece le altre due domande, la terza e la quarta, quindi cosa si prevede in buona sostanza per il futuro, credo che questa sia allegata già alla risposta della prima domanda, nel senso che mancando buona parte del finanziamento e soprattutto non avendo un progetto di fattibilità tecnica economica ancora in nostre mani, diventa assolutamente impossibile fare delle previsioni puntuali o anche buttare sul tavolo delle date, perché questo risulterebbe del tutto un esercizio di stile poco utile.
Tra l'altro, trovo abbastanza fuorviante creare nessi inesistenti tra l'Aosta/Pré-Saint-Didier e l'Aosta/Ivrea, al di là del collegamento, del possibile utilizzo dei treni bimodali di cui abbiamo parlato l'altra volta, ma diventa difficile immaginare l'utilizzo del materiale o soprattutto del personale sulla tratta Aosta/Pré-Saint-Didier durante la chiusura per i lavori di elettrificazione della tratta Aosta/Chivasso, questo non credo che abbia particolarmente senso e non sia particolarmente utile al ragionamento. Questo è un po' quello che mi sento di dire rispetto all'interpellanza presentata.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Le chiederò poi, se è possibile, copia della parte almeno più tecnica delle cose che mi ha detto perché non sono riuscita a starle proprio dietro. Ci sono delle informazioni nuove nelle cose che lei ha detto, in particolare questo slittamento del progetto, che era previsto entro il 31 marzo, a giugno e un aumento che non è irrisorio ma, rispetto alla situazione generale di aumento dei prezzi, mi sembra, tutto sommato, ancora non così eclatante. Il progetto di fattibilità tecnico-economica invece, da quello che lei ci ha appena detto, ha avuto un incremento notevole perché gli interventi sulle sette opere principali, ma poi soprattutto su questa questione dell'eventuale impermeabilizzazione delle gallerie e del materiale che potrebbe esserci, che è effettivamente è una cosa da tenere in considerazione.
Quello che voglio osservare però è che tutti questi lavori, in base agli impegni che erano stati presi, sono dei lavori in capo - lo sappiamo - a RFI e, di conseguenza, è lei che deve reperire, attraverso i canali corretti, il Ministero, eccetera, la dotazione finanziaria necessaria.
Quando io chiedo se viene effettuata un'opera di sollecitazione, o comunque quali sono le iniziative che vengono prese nei confronti di RFI per il rispetto dell'accordo quadro, io credo che questo debba essere fatto. Lei ha detto: "non mi sembra che all'interno di quanto scritto nell'accordo quadro si può fare, come dire un'interlocuzione, ma non è corretto chiedere conto del rispetto degli impegni presi in quell'accordo quadro". Su questo non la penso come lei, io ritengo invece che ci debba essere un'azione costante di sollecitazione, di insistenza direi addirittura, perché, per il poco tempo che ho dovuto passare occupandomi anche dei rapporti con RFI, ho potuto rendermi conto che ci vuole un'interlocuzione, ovviamente se si vuole andare in quella direzione e portare avanti le cose, non dico quasi quotidiana ma di sicuro non di tre mesi in tre mesi o di sei mesi in sei mesi.
Sull'ultima questione, che poi era in pratica collegata tra la terza e la quarta domanda, sono due cose che sono simili, lei dice: "ritengo che sia fuorviante fare un collegamento tra la tratta Aosta/Ivrea - e quindi ciò che succederà su quella - e l'Aosta/Pré-Saint-Didier" e mi dice anche che non è in questo momento opportuno fare delle valutazioni sui mezzi e personale ferroviario. Anche su questo io ritengo che invece sia proprio una cosa da fare, lei ha anche detto: "non abbiamo il progetto definitivo che arriverà a giugno, quindi è presto per fare queste valutazioni", però siamo al 26 di aprile. Fare delle valutazioni e prevedere delle cose in attesa di questo progetto che arriverà a giugno non è qualche cosa di troppo avanzato, non è presto fare delle previsioni. Nel periodo della chiusura della tratta per i lavori dell'elettrificazione, noi avremo - a parte i treni che non circoleranno in Valle d'Aosta perché non potranno farlo da nessuna parte se non sarà aperta la Pré-Saint-Didier - ma, a parte questo, abbiamo del personale che vive, opera e lavora in Valle d'Aosta e che sarà ovviamente trasferito altrove e abbiamo un problema di trasporto verso l'Alta Valle che c'è, che esiste e che sappiamo. Io quindi ritengo che sia assolutamente indispensabile fare una valutazione di questo tipo; le stesse organizzazioni sindacali con le quali ci siamo confrontati su questo chiedono un impegno preciso proprio sulla riapertura e sull'utilizzo del personale in questo senso. È un tema, a mio avviso, che va affrontato in tempi rapidi, indipendentemente dall'arrivo del progetto nel giugno del 2022, ma che deve assolutamente essere preso in carico dall'Amministrazione.