Oggetto del Consiglio n. 1450 del 27 aprile 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1450/XVI - D.L. n. 50 e P.L. n. 45: "Approvazione dell'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022/2026".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 Consiglieri possiamo riprendere i lavori di questo pomeriggio del Consiglio regionale. Siamo ancora in discussione generale dei punti n. 6 e n. 8 dell'ordine del giorno, vale a dire il testo della Commissione che coordina il DL 50 e la PL 45 riferiti al piano rifiuti. Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Il lavoro in Commissione è stato importante, lungo ma puntuale e per questo ringrazio gli uffici e il personale del Consiglio per la puntualità della fornitura della documentazione e nella predisposizione degli atti necessari. Ringrazio anche, come avevano fatto i miei colleghi, i tecnici dell'Assessorato competente e il dottor Tornavacca. Personalmente mi sento di ringraziare anche i colleghi di Commissione, in particolare il presidente Chatrian, che ha guidato le audizioni e l'iter in Commissione.
Intanto vorrei precisare per chi ci ascolta che la DGR n. 7440/1995, a proposito di Chalamy, cita chiaramente che siamo in presenza di una discarica di seconda categoria tipo A dei rifiuti speciali inerti. Solo per essere corretti, per coloro che da sempre la dichiaravano cava di estrazione, in questo caso si tratta di discarica. Abbiamo affrontato un difficile livello di discussione per la norma transitoria visto che il piano regionale di gestione dei rifiuti ha un inizio e una scadenza naturale e, come si è detto, è possibile la modifica in itinere.
Come Commissione abbiamo messo a confronto il DL 50 e la PL 45, ci siamo confrontati con gli Enti locali, i comitati e i cittadini poiché la tematica è un patrimonio di tutti e non di una singola parte della cittadinanza o della politica. Certo che la soluzione deve prendere in considerazione le migliorie possibili. La popolazione, sia quella che giornalmente si impegna nella differenziata che di quella che non ha a cuore il tema... sia nell'immediato che per il futuro della propria porzione di territorio che dal proprio Comune e dalla propria Regione... Tutto questo condensato in un piano che non ricada con delle norme impugnate, bisogna ricordare che i rifiuti sono delle merci e si muovono in una situazione di libero mercato deciso dallo Stato con sue norme che non possono essere prevaricate dalla Regione, per cui abbiamo cercato di trovare delle soluzioni legislative guidati dall'ufficio competente e dall'Avvocatura in un contesto che ha preso in considerazione alcuni aspetti.
Le discariche comunali devono essere adeguate e autorizzate, ma credo che si debba fare delle valutazioni locali o regionali come proposto da qualche collega, partendo dalla volontà a continuare e dare risposte, dando le possibilità di differenziare sulla base della tipologia di materiali e alle piccole quantità prodotte da artigiani e privati. Ci è stato riferito che in alcune di queste discariche comunali si portano poche quintali di rifiuti ogni anno, il fatto potrebbe essere risolto con dei semplici cassonetti di raccolta. Certo, si dovrà sostenere economicamente la messa a norma di quelle che saranno necessarie, sostenibili e utili; altre nel raggio delle Unités potrebbero anche chiudere. Si tratta di studiare i fabbisogni e la copertura del territorio, un confronto sereno tra i Comuni e gli uffici per dettare delle scelte e delle linee guida. Questo va nel senso delle parole espresse dal collega Marquis sui trasporti; purtroppo, come ho già evidenziato altre volte, la conformazione della Valle d'Aosta non è comunque valutabile per una riduzione dei costi, purtroppo il chilometraggio, come citato da altri colleghi, ci porta ad avere spese enormi sui trasporti.
La discarica regionale non è eterna, ha un limite in questa situazione di dieci anni ancora forse, questa è una domanda che ci dobbiamo porre per il prossimo futuro. Non sono molti gli anni, abbiamo fatto una scelta in passato innegabile ma i rifiuti li produciamo in modo abnorme ma nessuno li vuole in casa o nei suoi pressi.
Per quanto riguarda le tariffe di conferimento, non siamo ancora alla tariffa puntuale, da una parte, chi è sensibile sul tema, dall'altra, quelli negligenti per non usare altri termini; vero è che anche il sistema produttivo, il convenzionamento e la distribuzione - ma vale anche per gli aspetti sanitari - la fanno da padrona e tornare indietro dalla strada intrapresa è difficile. Qualcosa si sta facendo, il riuso generalizzato, riciclo specifico, recupero e differenziazione per arrivare a un sistema integrato che chiede delle scelte lungimiranti. Bisogna porre attenzione ai controlli, le sanzioni al momento non si vogliono applicare, necessariamente bisogna fare una corretta e continua informazione. È necessario dare delle deleghe alle Unités, che, a loro volta, devono aver tempo e personale, questo è stato anche citato già da qualche collega e mettere in atto la riscossione finale delle sanzioni, che è, al momento, una chimera.
Certo non si danno tutte le risposte necessarie alle tante domande in questo piano e per la comprensione del tema - lo dico a chi ci ascolta da casa - evidenzio quello che ha detto il dottor Tornavacca della scuola Parco di Monza, che ha ben esemplificato le competenze in carico a Regione e Stato. L'esempio che ha portato è di un'attività industriale, dalla mensa degli operai e del magazzino merci i materiali e prodotti sono destinati come rifiuti domestici, questa situazione è in capo alla Regione, mentre gli scarti della lavorazione industriale sono dei rifiuti speciali e quindi l'imprenditore, volendo, li può trasportare e destinare anche in altre Regioni italiane, valuta lui il costo dello smaltimento e il trasporto e questo fatto è in capo allo Stato.
Spesso viene fatta una domanda a cui bisogna rispondere ai cittadini: perché la Regione non si dota di efficienti impianti per smaltire particolari rifiuti speciali? Semplicemente perché non è il suo compito, il privato valuta la quantità e si giustifica degli investimenti, vi faccio l'esempio fatto da Confindustria, altro ente intervenuto in Commissione: un rotolo di guaina, isolante di pochi metri, si è dovuto consegnare in Liguria, nemmeno in Piemonte. Siamo di fronte ad aspetti economici che sono gestiti dal settore privato. L'iniziativa non deve mancare che sa valutare perfettamente i costi e i benefici, se investire oppure no. Siamo davanti a un'attività imprenditoriale che può scegliere liberamente dal mercato. Spesso bisogna fare delle scelte, ascoltando il volere dei cittadini e dei comitati, ma nel rispetto delle leggi regionali, statali e comunitarie. Viene presentato un piano regionale di gestione dei rifiuti agile e modificabile, efficiente e mirato.
Credo che l'iter abbia messo assieme e a confronto gli attori e gli scenari reali, certo sono necessari maggiori controlli come detto, siamo sia nella produzione che al conferimento, oltre che nei luoghi deputati al conferimento che nel territorio troppo spesso si vedono ancora abusi e malcostumi.
Alcuni colleghi come altri spesso citano la potenzialità della tecnologia attuale ma anche di quella futura ancora da costruire ma mi rimane impressa ancora in mente la sequenza dei nastri trasportatori in cui il genere umano deve dividere manualmente quello che gli altri soggetti del genere umano hanno mescolato: materiali e rifiuti di varia derivazione e destinazione, fregandosene altamente di impegnarsi un po' a beneficio di tutti e del pianeta.
Molti passi sono stati fatti negli ultimi anni, ricordo che provengo da una zona in cui nel 1975 ogni frazione aveva una bella discarica a cielo aperto dove tutti riversavano qualsiasi materiale senza controllo. Ora non esistono più o, meglio, sono state coperte e sepolte. I rifiuti ora sono raccolti con dei costi e sono destinati alla discarica regionale. Invito tutti i cittadini a visitare il sito di Brissogne. Gli amministratori locali e alcune scuole lo hanno già fatto.
La società Enval giusto ieri ha messo in piedi un'azione informativa; invito tutti a vedere i cumuli e a ragionare su quello che si può fare. La III Commissione ci ha provato, si poteva fare di più forse sì forzando le norme, ma non è il caso in questo momento rischiando impugnative ed eventuali sanzioni.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli, sempre in discussione generale.
Minelli (PCP) - Intervengo in discussione generale dopo aver illustrato la relazione questa mattina perché il tema che il Consiglio deve affrontare è sicuramente un tema di grande rilevanza e riguarda una questione importante e complessa come la gestione dei rifiuti, sia quelli urbani sia quelli di carattere industriale o comunque definiti speciali. Occorre ricordare che ci troviamo a operare in un momento in cui si sta cercando di realizzare una svolta radicale per quello che riguarda i rifiuti, non certo soltanto in Valle d'Aosta ma in tutta Italia e a livello europeo, una rivoluzione nella gestione dei rifiuti. È un problema questo che si è manifestato nella seconda metà del Novecento perché prima i rifiuti non esistevano come quantità, se non in quantità del tutto marginali, un problema che per decenni è stato gestito praticando sostanzialmente due metodologie: il conferimento dei rifiuti, sia urbani sia speciali, in discariche sempre più ampie, sempre più grandi, e, per quanto riguarda i rifiuti urbani, attraverso l'incenerimento. Così in Valle d'Aosta abbiamo visto sorgere la montagna di Brissogne e abbiamo assistito anche al tentativo di proporre un inceneritore con l'opzione pirogassificatore che, com'è stato ricordato anche questa mattina, è stata bocciata dal referendum popolare del 2012. Oggi si è tornati a evocare la possibile alternativa dell'inceneritore dicendo soprattutto che i costi forse avrebbero potuto essere inferiori, non credo che sia così ma soprattutto non si può fare soltanto una valutazione di ordine economico al contrario. Comunque dal 2012, grazie al voto popolare e al fatto che la prospettiva era di esaurimento in tempi brevi della discarica di Brissogne, anche in Valle d'Aosta si è dovuto cambiare la strada, imboccarne un'altra e puntare sulle tre "R", cioè sulla riduzione, sul riciclo e sul riuso. Oggi si parla apertamente di una politica di gestione dei rifiuti finalizzata all'obiettivo "Rifiuti zero".
Con l'aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti del 2015, quello che andiamo a modificare, un piano redatto dopo il referendum del 2012, si è dovuto pianificare nella direzione della riduzione della produzione dei rifiuti, più raccolta differenziata, più recupero di materia, riorganizzazione del sistema di raccolta dei rifiuti urbani. Tra le altre cose, attraverso la riduzione del numero dei sub-ATO, e poi anche con la previsione di un impianto di compostaggio.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, il piano del 2015 era invece del tutto carente e lo abbiamo evidenziato più volte nel corso dei lavori di Commissione. Gli obiettivi del piano del 2015 non sono stati raggiunti in modo soddisfacente, la riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti urbani non è proprio avvenuta, si prevedeva di diminuire di 20-30 chilogrammi pro-capite e invece i dati ci dicono che è aumentata di 40 chilogrammi a testa.
Per quello che riguarda la raccolta differenziata, il minimo di legge che bisognava raggiungere era del 65 percento, noi siamo, e il dato è preciso, al 64,53 percento di media, poi è vero che ci sono delle Unités che hanno superato questa percentuale, ma la media regionale è quella; l'impianto regionale di compostaggio che si pensava non è poi stato pensato e non è stato realizzato. I sub-ATO sono stati ridotti, ma ne sono rimasti comunque in piedi cinque e, anche con le modifiche poi che ci sono state in itinere della bozza che era stata presentata inizialmente del nuovo piano, mi chiedo quando e addirittura "se" arriveremo all'ATO unico. Sono dei risultati insoddisfacenti, questi della gestione dei rifiuti urbani, ma ci sono risultati peggiori ancora nella gestione dei rifiuti speciali.
Con i due bubboni di Pompiod e di Chalamy, che sono sorti come discariche di inerti, ma in cui successivamente è stato autorizzato lo sversamento di una serie incredibile di sostanze che di inerte hanno soltanto il termine amministrativo con cui sono state classificate, tanto che Pompiod era diventata una discarica che accoglieva dei rifiuti speciali provenienti da varie parti d'Italia. Ci è stato ricordato che i rifiuti sono delle merci, però appunto i rifiuti di produzione regionale ben pochi e una grande quantità provenienti dal resto del Paese, creando - lo sappiamo - dei disagi e delle proteste che abbiamo ascoltato e che abbiamo avuto modo di vedere tutti quanti. Poi abbiamo assistito al fenomeno delle quasi quattordicimila firme della petizione popolare nata per affermare che la Valle non è una discarica. In sintesi è un panorama questo ben poco esaltante, un panorama con cui ci siamo affacciati al secondo decennio degli anni Duemila. È in questo contesto che si colloca la discussione di oggi in cui i temi centrali sono due, a nostro avviso: il primo, come programmare, attraverso l'aggiornamento del piano rifiuti e la legge che lo accompagna una migliore gestione dei rifiuti urbani in modo da poter camminare speditamente verso l'opzione rifiuti zero; il secondo, come affrontare il problema delle discariche di rifiuti speciali, in particolare quello delle due ferite aperte di Pompiod e di Chalamy.
Noi abbiamo dato un giudizio negativo sul piano e sulla legge che erano stati presentati dalla Giunta nel mese di dicembre. Un giudizio negativo che riguardava sia la forma in cui si presentava il piano - ricordo 911 pagine che raggruppavano sotto un indice generale lavori e relazioni istruttorie con quello che invece doveva essere il vero e proprio piano - sia la sostanza, con alcuni punti deboli nella parte dei rifiuti urbani. Poi avevamo dato un giudizio negativo per le gravi omissioni nella parte relativa ai rifiuti speciali, un giudizio che riguardava anche il testo della legge di accompagnamento costituita soltanto da una copertina che non innovava nulla rispetto alla legge quadro del 2007 e non prendeva nemmeno in considerazione le proposte che erano state avanzate prima con la proposta di legge n. 15 e poi con la n. 45.
Del resto sottolineo e ricordo che i rilievi critici sul piano non sono venuti certo soltanto da noi: il Celva sul DL n. 50 si era astenuto e aveva proposto delle modifiche, vari Comuni, poi anche i comitati e le associazioni, hanno inviato delle osservazioni e poi anche successivamente delle contro-risposte, da novembre fino alle scorse settimane. Per fortuna, in Commissione c'è stato un confronto, un approfondimento, e riteniamo che qualche miglioramento ci sia stato, e nei contenuti del piano e nella legge di accompagnamento, però riteniamo che un passo in più si possa e si debba ancora fare. Per questo abbiamo presentato degli emendamenti che riguardano sia delle parti di piano, sia il testo coordinato della legge.
Per quanto riguarda i volumi del piano, noi siamo fermamente convinti che, nell'ambito dei rifiuti urbani, della gestione dei rifiuti urbani, si debba essere più determinati nell'obiettivo di arrivare a un Ato unico. Riteniamo poi che occorra essere più incisivi sulla necessità della rapida introduzione della tariffazione puntuale e sul monitoraggio, non soltanto dei rifiuti urbani ma anche dei rifiuti speciali.
Riteniamo inoltre sbagliato come impostazione anche soltanto prospettare l'idea di andare alla ricerca di una nuova discarica regionale dei rifiuti urbani quando, se c'è l'intenzione di operare bene e di raggiungere gli obiettivi di riduzione di riciclo e riuso, dobbiamo considerare l'attuale discarica di Brissogne come quella definitiva e unica, dato che l'obiettivo che il piano adotta aderendo all'economia circolare e alle direttive europee è quello che prevede il conferimento in discarica come qualche cosa di assolutamente residuale.
Per quanto concerne invece i rifiuti speciali e in particolare le due discariche che abbiamo più volte citato di Pompiod e di Chalamy, come ho evidenziato questa mattina nella relazione, il testo iniziale del piano nulla diceva su questo, c'era un'omissione, eppure ai cittadini e anche a noi Consiglieri era stato più volte detto che il tema sarebbe stato affrontato nell'ambito dell'aggiornamento del piano. Nella nuova formulazione del piano e nel testo di legge che sono appunto scaturiti dalla Commissione ci sono, come ho detto, delle modificazioni positive, ma, lo ripeto, ci vuole ancora un input, un passo avanti. Il nodo da sciogliere - e qui bisogna essere chiari, bisogna essere onesti - è se si vuole intervenire nel piano e nella legge per evidenziare che le autorizzazioni già rilasciate per quelle due discariche lì debbano essere oggetto di riesame e considerare i rinnovi a tutti gli effetti delle nuove autorizzazioni, che devono seguire le nuove normative e il nuovo piano, oppure se si vuole confermare queste autorizzazioni nonostante i problemi che hanno determinato. A nostro avviso, bisogna che il piano e la legge contengano delle disposizioni in grado di consentire il riesame delle autorizzazioni in essere alla luce delle norme imperative nel frattempo dettate dalla legislazione italiana, in particolare il decreto legislativo n. 121/2020, ma non solo, e dalla necessaria coerenza con la nuova pianificazione regionale. Questo non è un problema giuridico, quel nodo sulla possibilità di intervenire anche per le autorizzazioni già in essere è stato sciolto dal comma 2 dell'articolo 5 del testo coordinato, che già afferma il principio che le normative nazionali devono trovare applicazione anche per le autorizzazioni già in essere, quindi il principio in sé è già affermato, ma bisogna fare un'integrazione, altrimenti la norma, a nostro avviso, rimane monca.
Che cosa manca, secondo noi, ancora all'articolo 5? Manca l'individuazione in legge di chi deve fare la verifica sulla conformità delle autorizzazioni in essere con le norme imperative nazionali e con la pianificazione regionale. Si dice in quell'articolo, adesso, che la verifica va fatta, lo si afferma, ma non si spiega chi, con quali tempi e con quali modalità la deve fare. Nei lavori di Commissione avevamo proposto un emendamento per dire che questa verifica poteva avvenire tramite una relazione che doveva essere presentata dalle imprese titolari delle autorizzazioni e poi verificata dalla struttura regionale competente. Ci sono stati dei rilievi e delle opposizioni procedurali a quest'impostazione, che abbiamo raccolto. Abbiamo quindi ritirato l'emendamento e lo abbiamo proposto adesso con una formulazione diversa in cui si dice che la struttura competente, con l'ausilio di ARPA e con un adeguato lasso di tempo - abbiamo parlato di centoventi giorni - provvederà all'elaborazione di una relazione di verifica sulla conformità; una relazione da trasmettere alla Giunta per gli opportuni atti da adottare sentita la competente Commissione consiliare. È una formulazione che è priva di controindicazioni giuridiche e che costituisce il logico sviluppo e il completamento del comma 2 dell'attuale testo di legge.
Abbiamo inoltre presentato altri emendamenti che vi sono stati inoltrati ieri pomeriggio relativi ai volumi del piano, alla gestione dei rifiuti urbani, a quella per le discariche per rifiuti speciali e alle aree idonee e inidonee, degli emendamenti che hanno una valenza prettamente politica e non tecnica, nel senso che riguardano delle scelte che si possono fare o si decide di non fare o addirittura di lasciare nell'indeterminatezza.
Gli stessi tecnici in Commissione hanno ammesso che ci sono degli aspetti su cui la valutazione e la decisione spettano alla parte politica e non a quella tecnica, hanno proprio detto esplicitamente, e cito dal verbale del 22 marzo scorso le parole dell'ingegnere responsabile della redazione del piano alle nostre osservazioni; in particolare sulla questione della tariffazione puntuale e dell'Ato unico, l'ingegner Tornavacca ha detto in quell'occasione: "qui si tratta proprio di fare una scelta politica e i tecnici a un certo punto devono fare un passo indietro e lasciare che sia la politica a esprimere una decisione definitiva in merito che può essere di un tipo o di un altro ovviamente".
Per quello che riguarda gli emendamenti, entrerò poi nel dettaglio nel momento in cui ci arriveremo con l'esame dell'articolato.
Evidentemente, per quello che riguarda il nostro voto finale sulla legge e sul piano, per quanto riguarda appunto il voto finale di PCP, che ha lavorato con convinzione e con impegno per migliorare il testo, i volumi e la legge, esso dipenderà dalla valutazione che verrà fatta quest'oggi anche sugli emendamenti che esamineremo più tardi.
Presidente - Altre richieste di intervento? Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Il nuovo testo di legge relativo al piano rifiuti che discutiamo oggi, come già evidenziato nel dibattito, è ampliato e migliorato rispetto al disegno di legge n. 50, ha recepito in parte la nostra proposta di legge ma contiene ancora alcune criticità...
Presidente - Consiglieri, invito a ridurre il chiacchiericcio di fondo. Prego Consigliera.
Guichardaz E. (PCP) - ...come PCP, è oltre un anno che cerchiamo di dare risposte concrete, soprattutto sulla questione dei rifiuti speciali, dapprima con la volontà a febbraio 2021 di proporre un disegno di legge da parte dell'assessora Minelli in Giunta, che non ha potuto concretizzarsi viste le resistenze che ci sono state, ma poi anche numerose osservazioni puntuali al piano, prima in sede di VAS e poi a quello scaricato dalla Giunta a settembre, rendendosi conto dell'importante tematica e delle criticità legate a una materia così tecnica, oltretutto il nostro gruppo ha anche chiesto una consulenza proprio per affrontare i temi in discussione in modo più puntuale e preciso. In questo periodo inoltre abbiamo portato anche diverse iniziative in Consiglio legate a questa tematica per far emergere alcune di quelle criticità che andrò a evidenziare e che purtroppo permangono. Abbiamo portato, ad esempio, le difficoltà emerse rispetto al conferimento dei rifiuti per malati di Covid, la questione dei rifiuti tessili, la mancanza dei dati aggiornati rispetto ai rifiuti speciali nel piano, il sovradimensionamento di alcuni impianti rispetto alle esigenze valdostane, nonché una maggiore considerazione dei risultati relativi al piano 2015-2020 per utilizzarli più dettagliatamente per questa nuova pianificazione. Questo impegnativo lavoro sicuramente è servito a migliorare notevolmente il testo che oggi affrontiamo in aula e il piano a esso allegato, e ci fa piacere che questo ci sia stato riconosciuto da molti, ma soprattutto apprezziamo che diversi contenuti delle nostre proposte siano stati ritenuti significativi e siano stati inseriti nel testo, ad esempio, l'indicazione precisa del quadro normativo di riferimento, l'inserimento della tabella dei tributi per il conferimento dei rifiuti in discarica anche se manteniamo delle perplessità rispetto ad alcune voci, l'impegno entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge per approvare le norme tecniche di attuazione o l'esplicitazione del principio, seppure in modo ancora troppo blando, dell'adeguamento alle normative imperative anche per i procedimenti avviati e non ancora conclusi.
Naturalmente ci sarebbe moltissimo altro da dire ma mi concentrerò principalmente sul volume relativo ai rifiuti speciali e alle discariche di Pompiod nel Comune di Aymavilles e Jovençan perché purtroppo continuano a rimanere delle criticità, per questo abbiamo riformulato degli emendamenti anche oggi da esaminare in aula per cercare di dare le risposte che molti si aspettano e incidere maggiormente per evitare le diffuse e motivate preoccupazioni dei cittadini.
Quanto è avvenuto a Pompiod ha dimostrato che i cittadini avevano ragione a temere e a denunciare gli arrivi dei camion provenienti da fuori Valle in quanto i risultati delle analisi effettuati, pur non dichiarando il danno ambientale conclamato, hanno, ad esempio, evidenziato la presenza di amianto o fenoli, rifiuti quindi che non potevano essere smaltiti in quella discarica, come evidenziato nella perizia della Procura in cui si legge anche di una carenza nella documentazione progettuale, nonché di diversi aspetti che non rispettavano il decreto legislativo n. 36/2003 relativi alla barriera di confinamento ai sistemi di contenimento e di abbattimenti delle polveri, al sistema di monitoraggio delle acque sotterranee.
La nostra Regione è disseminata di cave che, finita la dinamica estrattiva, sono rimaste come grandi buche o ferite sul territorio; in alcuni casi, anziché bonificarle e riconvertirle, i proprietari hanno pensato di trarvi nuovamente profitto riempiendole con materiali estranei, in particolare i rifiuti. Ora, i vuoti normativi devono essere colmati al più presto perché nel tempo ad alcune discariche per rifiuti inerti sono state concesse tutte le deroghe possibili anche per smaltire i rifiuti speciali non pericolosi sulla carta ma egualmente inquinanti e da trattare con molte cautele. Anche rispetto a questa situazione, la perizia della Procura sulla discarica di Pompiod ci aiuta a capire. Per questa ragione uno degli emendamenti che abbiamo presentato cerca di evitare fotografie parziali di questa discarica. La discarica di Pompiod risulta essere in Italia la prima per numero di tipologie di rifiuti: centoventotto tipologie di rifiuti, di cui diciannove in deroga per diciannove parametri e quarantacinque tra polverulenti e potenzialmente polverulenti. Una discarica individuata nel piano a volte come discarica per inerti, a volte come discarica per rifiuti non pericolosi, a riprova della confusione e della complessità dell'intera vicenda di Pompiod.
Viene riportata nel piano la delibera del 2016 che, oltre alla non conformità di cui ho poc'anzi parlato, non risulta nemmeno essere passata in procedura di VIA nonostante si prevedesse una modifica sostanziale dell'impianto. Se uno non fosse a conoscenza di tutto quello che è avvenuto, non conoscesse gli atti della Procura e tutto quello che ci siamo detti oggi, basandosi semplicemente sul piano, molto probabilmente non potrebbe capire la situazione complessa di questa discarica.
Naturalmente sappiamo tutti bene che le discariche per inerti sono più semplici da progettare, costruire e gestire delle discariche per rifiuti industriali. Inoltre la gestione post operativa dura per le prime solo cinque anni rispetto ai trenta richiesti per le discariche per rifiuti non pericolosi. Essendo poi nata come una discarica per inerti, è stato possibile collocarla nelle vicinanze di un SIC vicino a una zona di notevole interesse agricolo di coltivazione della vite e soprattutto a meno di cento metri dalle case. Purtroppo anche questa parte nel nuovo piano, con l'attuale formulazione, non cambierà. I fattori escludenti sono sempre e solo pensati per le nuove autorizzazioni e continuano a essere ancora troppo permissivi e discrezionali. In particolar modo per quanto concerne la distanza dalle abitazioni, dagli edifici sensibili, dai fondi agricoli di qualità e dai corsi d'acqua, ragion per cui abbiamo presentato anche su questo un apposito emendamento.
Come evidenziato dalle Amministrazioni di Jovençan e Aymavilles in audizione sulla discarica di Pompiod, nei mesi d'apertura non ci sono stati conferimenti locali ma solo extra regionali e una pianificazione regionale lungimirante dovrebbe quindi rispondere ai principi di autosufficienza e prossimità e mettere a sistema gli impianti integrando i cicli al fine di rispondere alle esigenze del territorio ed evitare un'eccessiva discrezionalità. Questi due principi, oltre a garantire la tutela della salute, rispondono anche al problema delle ecomafie e dei reati ambientali come evidenziato dal dottor. Pergolizzi, giornalista e curatore del rapporto annuale sulle ecomafie per Legambiente.
Non volevo intervenire sulla parte dei rifiuti urbani perché questa parte del piano è fatta molto meglio e si pone degli obiettivi necessariamente ambiziosi perché deve colmare i ritardi per il mancato raggiungimento degli obiettivi posti dal piano precedente e che sono tra le cause principali degli aumenti delle bollette, ma questo continuo richiamo avuto questa mattina rispetto al pirogassificatore, come se questo non avesse dei costi e questo non aumentasse le bollette, mi è sembrato molto fuori luogo. In Commissione l'ingegner Tornavacca, proprio a seguito di una considerazione del consigliere Distort, ha ben precisato con dati e analisi quanto lo scenario scelto è il migliore e quanto non sarebbe stato non solo dannoso ma anche antieconomico un pirogassificatore. La tariffazione puntuale "pago per quanto di indifferenziato produco" e un nuovo e unico ambito territoriale sono gli aspetti e gli strumenti più efficaci, ma anche qui il piano, purtroppo, è poco incisivo e si rimandano anche queste scelte strategiche.
"A nostro giudizio - diceva Tornavacca in Commissione - la scelta di non andare verso il pirogassificatore è ancora, ribadisco, la scelta giusta. Stanti i quantitativi di rifiuti prodotti, oggi in nessuna parte d'Europa si prende nemmeno in ipotesi quella di dimensionare o realizzare un impianto di incenerimento per trattare i rifiuti nelle quantità che servirebbe trattare per la Regione autonoma Valle d'Aosta". Poi naturalmente lui nel suo intervento ha portato molti esempi: la Regione Lombardia, il Trentino Alto Adige, proprio a riconferma del fatto che anche in queste Regioni la scelta di avere dei pirogassificatori ha portato, ad esempio, per la Lombardia a dei problemi visto che il quantitativo è molto diminuito rispetto ai tempi in cui era stato progettato e visto che l'obiettivo è quello di andare verso una riduzione sempre maggiore dei rifiuti, sotto questo punto di vista, credo che le considerazioni di quest'oggi meriterebbero, almeno per i Consiglieri che le hanno fatte, di andare a riprendersi quell'audizione molto dettagliata e quella risposta molto dettagliata dell'ingegner Tornavacca proprio su questo aspetto. La colpa dell'aumento delle tariffe sta quindi nei dieci anni persi dal referendum. Oltre a Tornavacca ci sono decine di confronti tra territori omogenei con inceneritori con tariffa puntuale.
Rispetto quindi alle considerazioni più volte emerse da alcuni colleghi che parlano di politiche sinistre portate avanti da ambientalisti o persone ideologiche, l'invito è ad aprire gli occhi anche fuori dalla Valle d'Aosta e si accorgeranno che la zona geografica che ha le tariffe più basse d'Italia e quella più virtuosa è la Provincia di Treviso, che non mi sembra essere una Provincia dichiaratamente di centro-sinistra. Il consorzio Contarina, il cui Presidente più volte è venuto in Valle d'Aosta ed è noto esponente di Forza Italia, molto probabilmente potrebbe, sotto questo punto di vista, illuminare questi Consiglieri, proprio perché circa vent'anni fa hanno abbandonato l'incenerimento e loro, come potremmo prendere anche ad esempio la Val di Fiemme o altre Regioni più simili a noi, hanno aumentato, dopo quella scelta, in maniera notevole la raccolta differenziata.
Il nostro sistema è inefficace e inefficiente ed è per questo che costa. Siamo passati da nove sistemi di raccolta diversi a cinque per 130 mila abitanti; non si sfruttano le economie di scale e alcune Unités pagano ancora purtroppo scelte del passato. Si può capire che i Sindaci siano restii a mollare tutto questo alla Regione ma credo che proprio il Consorzio di Contarina possa in questo senso insegnare.
In conclusione quindi, nonostante il grande lavoro e il testo migliorato, rimangono quelle criticità di cui ho parlato e che ho voluto evidenziare e a cui cercheremo di porre rimedio presentando degli emendamenti, non dimenticando mai che non ereditiamo la Terra dai nostri genitori ma la prendiamo in prestito dai nostri figli.
Presidente - Siamo ancora in discussione generale. Se qualcuno vuole intervenire, si prenoti. Se non vi sono richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, la parola al presidente della Regione Lavevaz.
Lavevaz (UV) - Credo che questa sia la chiusura di un lavoro, com'è stato detto da tutti gli intervenuti, lungo, complesso e, come ha osservato la collega Minelli, anche raro; effettivamente è così. È stato fatto uno sforzo di sintesi importante e non comune, una sintesi tra un DL, che è un DL di approvazione di un documento di pianificazione e una o due proposte di legge. Un lavoro complesso e articolato che ha avuto anche un'accelerazione, come sappiamo, nel suo iter dovuto al fatto - dico cose note - di dover anticipare l'attivazione della procedura di VAS per le note questioni. Questo quindi ha rimandato in una seconda fase, un lavoro più puntuale, da parte delle Commissioni, lavoro che puntualmente è arrivato ed è stato un lavoro, com'è stato detto, molto approfondito e molto dettagliato da parte di tutti i gruppi, sia di maggioranza che di opposizione, quindi mi associo anch'io ai ringraziamenti che sono già stati fatti un po' da tutti, in particolare alle Commissioni, al Presidente delle Commissioni, a tutti i tecnici e ovviamente a tutti voi.
Siamo partiti da un testo che ha visto l'aggiornamento della pianificazione regionale con le nuove normative europee, in particolare per quanto riguarda l'economia circolare e non solo e le normative nazionali e non ripeto e non mi metto a elencare di nuovo le novità che sono state molto bene enunciate già fin dalla relazione iniziale. Le novità principali sono in buona sostanza per sintetizzarle in tre punti: la qualità del rifiuto piuttosto che la quantità come avveniva prima, il potenziamento del riuso e la diminuzione dei rifiuti, che rimane come obiettivo fondamentale ma, com'è stato detto, è un obiettivo che esula un po' dalle dinamiche di una piccola Regione ma si lega a delle dinamiche molto più articolate, più complesse e più generali. Il documento poi ha giustamente tenuto conto delle osservazioni puntuali degli Enti locali, Enti locali che sono in prima linea o l'ultimo anello della catena, dipende da come vogliamo vederli, ma sono sostanzialmente quelli che poi devono attuare gli obiettivi programmatici e di pianificazione che nei vari piani vengono enunciati. Abbiamo sentito le associazioni di categoria, i comitati e quello che ne esce è un risultato, un lavoro di sintesi che ritengo di assoluto valore, lo ritengo un buon risultato, un piano senza obiettivi fantasiosi o poco realistici ma con obiettivi che sono calati sulla nostra realtà che sono realizzabili seppur siamo di fronte a degli obiettivi che sono comunque molto sfidanti. Com'è stato detto, la gestione dei rifiuti è una materia molto complessa, molto articolata, in divenire e che va sicuramente per questo affrontata con serietà, con pragmatismo e sicuramente senza posizioni ideologiche.
Personalmente ho avuto modo, al di là di questa piccola esperienza come interim all'ambiente, di affrontare queste tematiche in altri ruoli e più in prima linea, proprio rispetto a queste nuove tematiche, quindi la necessità di dover giocare su questo sottile equilibrio tra gli obiettivi da raggiungere, quindi con le nuove richieste che già c'erano di individuazione puntuale dell'utente, quantificare la quantità di rifiuto conferito, eccetera, con la necessità di non aumentare i costi o di aumentarli il meno possibile. Questa è una sfida molto complicata, com'è stato sottolineato dai colleghi Marquis e Distort; questa è la vera sfida ed è la vera difficoltà che c'è, ovviamente nella gestione dei rifiuti in generale e quindi anche nella nostra gestione.
Ho apprezzato molto l'intervento del collega Testolin per le considerazioni che ha fatto in maniera molto pragmatica e molto puntuale perché credo che sia molto facile dire che i costi non devono aumentare. Su questo ovviamente siamo tutti d'accordo, chi non lo sarebbe, è ovvio che siamo tutti per non aumentare i costi o possibilmente anche per ridurli, ma purtroppo i libri dei sogni sono una cosa diversa da un piano di programmazione e gestione dei rifiuti. Da questo punto di vista, c'è un grande sforzo da parte di tutti sia a livello pianificatorio che a livello poi di messa in campo delle iniziative da parte degli Enti locali.
Vengo a due considerazioni in replica a quanto è stato detto. Rispetto a quanto detto dal collega Marquis, in realtà nel piano qualche analisi di tipo economico c'è ed è anche credo fatta in maniera abbastanza puntuale. In linea generale questo lo vediamo dalle esperienze di altre Regioni, che sono più avanti rispetto a noi, bisogna dirlo, rispetto alla gestione e agli obiettivi di raccolta differenziata, è stata citata la Provincia di Treviso, che è presa ad esempio spesso giustamente per questi obiettivi, si è visto che, dopo un aumento iniziale in fase di prima applicazione, i costi comunque tendono a ridursi. Questo a fronte di un servizio che deve essere ben organizzato e su questo un'analisi c'è, mi sono preso gli appunti: nelle pagine da 264 a 270 del piano, c'è un'analisi puntuale da questo punto di vista e poi a pagina 298 ci sono i costi sostenuti complessivamente nel passato e anche l'evoluzione attesa per i prossimi anni, anche con l'ipotesi di riuscire o meno ad abbattere i costi di investimento con il recepimento o meno dei fondi del PNRR. Come sapete, sono fondi di investimento importanti per i progetti che abbiamo inserito.
Una considerazione di base che va fatta è che lo spirito, anche in relazione alle difficoltà attuali, che sono proprio una questione di questi mesi, . di reperire materia prima, l'ha ricordato il collega Testolin... l'obiettivo è quello di sprecare il meno possibile, quindi di recuperare la maggior parte di materiale possibile. Questo vuol dire differenziare il più possibile e soprattutto il meglio possibile: questa è la differenza rispetto al passato. Questa credo che sia una questione non soltanto di obiettivi che ci vengono imposti ma è anche una questione etica, ambientale e direi proprio di tenuta del sistema generale. Dire che la questione ambientale è legata soltanto ai camion che circolano è una questione direi piuttosto riduttiva, la questione è molto più complessa e articolata.
Il piano peraltro prevede anche delle questioni innovative, chiamiamole smart se vogliamo, proprio per ottimizzare i percorsi, al di là dell'utilizzo di mezzi a bassa emissione, che è un obiettivo specificato nel piano, c'è la possibilità di utilizzare dei mezzi che hanno due o quattro vasche sullo stesso mezzo per evitare di fare più giri per raccogliere diverse tipologie di materiale e anche, ad esempio, per le frazioni più isolate si ipotizza un servizio a chiamata per minimizzare gli spostamenti, quindi si andrà nelle frazioni isolate solo quando il cassonetto o comunque il sistema è saturo.
Alcune questioni invece sollevate puntualmente dal collega Distort: sui rifiuti speciali il piano prevede, come sottolineato, lo sviluppo in qualche modo di un sistema circolare, un piano di azione GPP come si dice, cioè di Green Pubblic Procurement, cioè sviluppare una sorta di mercato in particolare che coinvolge le Pubbliche Amministrazioni in modo da produrre meno rifiuti da una parte e creare prodotti dai rifiuti e cercare, laddove è possibile, di creare un mercato locale che possa assorbire come si farà nel nostro caso con il compost che sarà prodotto dalla raccolta differenziata dell'umido. Di questo ne abbiamo parlato, ci sarà anche, ma questo riguarda più il servizio idrico, la possibilità di recuperare i fanghi da depurazione con progetti molto interessanti da questo punto di vista, ma questa è una questione parallela.
Per quanto riguarda le discariche di inerti, il piano prevede una riorganizzazione delle discariche comunali che hanno la necessità di essere messe a norma, questo è un problema oggettivo e importante. Va ricordato che il recupero ambientale - e vengo anche ad alcune questioni poste dalla collega Guichardaz - cioè il "tappare i buchi" è un obbligo, questo sia nella coltivazione della cava, sia nelle cave dismesse.
Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi, anche qua toccato in maniera puntuale dal collega Distort, il problema di fondo è che abbiamo, per fortuna, modeste quantità di produzione sul nostro territorio che non giustificano, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista economico, la realizzazione di impianti specifici perché poi i rifiuti pericolosi sono anche molto specifici, nel senso che hanno bisogno di trattamenti speciali e diventa difficile, impossibile anzi, fare un impianto che possa trattare tutti i rifiuti allo stesso modo. Su questo, purtroppo, non c'è una possibilità di gestione interna proprio per i nostri piccoli numeri.
Un'ultima cosa che mi sono annotato rispetto a quanto detto dal collega Distort è l'attuazione, quindi i passaggi successivi; il piano prevede tutta una serie di documenti attuativi anche importanti, in particolare prevede la redazione di norme tecniche di attuazione che andranno poi nello specifico a declinare le modalità sia operative riguardanti autorizzazioni, rinnovi, eccetera.
Io credo che risulti fondamentale - e vengo ad alcune considerazioni fatte dalla collega Minelli e dalla collega Guichardaz - porre in essere, nella pianificazione e nella realizzazione di un piano così importante, delle iniziative che siano sostenibili da un lato ma che siano praticabili dall'altro, senza però forzature inapplicabili o, peggio, iniziative che non sono realizzabili o che non risolvono i problemi o addirittura ne creano altri. Non voglio anticipare gli emendamenti ma li avete citati voi nella relazione, poi i colleghi li avranno analizzati, credo che siano emendamenti che non vadano tanto in questa direzione.
Io non credo che si possa pianificare legiferando per risolvere una questione puntuale, voi avete citato spesso le discariche di Chalamy e di Pompiod, che oggettivamente sono una questione che è stata sotto le attenzioni dell'Assessorato e non solo, anche del Legislativo e dell'Avvocatura per cercare di trovare delle soluzioni, io non credo che si possa immaginare di legiferare per un problema puntuale creando un problema al resto del mondo, perché questo è quello che si fa, perché se noi oggi approvassimo i vostri emendamenti così come voi li avete previsti e proposti, andremmo probabilmente sì a chiudere due discariche ma anche altre trenta discariche sul territorio, discariche comunali peraltro, quindi con un problema che oggettivamente c'è: quello della mancanza in questo momento di discariche di inerti che c'è e ci sarà nel futuro. Io credo che non è questione di essere sinistri o di considerazioni di tipo politico, si tratta credo soltanto di buon senso. Credo che a Treviso non avrebbero mai proposto degli emendamenti come quelli che avete proposto voi, ma questo non perché noi non vogliamo accontentare i comitati, però ci sono problemi più generali. Se per accontentare i comitati facciamo un dispetto non solo ai Comuni ma a tutta la Valle d'Aosta, perché poi ci ritroviamo senza discariche di inerti, credo che questo non sia il modo corretto di affrontare i problemi della Valle d'Aosta. Poi non voglio fare altre considerazioni come ho fatto di recente, mi limito alla fotografia della situazione e di quanto vuoi chiedete con questi emendamenti.
Nel caso specifico, per quanto riguarda Pompiod e Chalamy, peraltro si sta giungendo a delle soluzioni del problema in maniera diversa, in maniera coordinata con i territori, coordinata con i Comuni. Al di là di essere la soluzione anche di problemi che verranno fuori da qua a breve - in realtà in parte ci sono già - di mancanza di discariche di inerti, si andrà anche in modo armonioso e, come dicevo prima, coordinato con i Comuni, a risolvere un problema che oggettivamente esiste, però senza cavalcarlo in maniera non corretta. Queste sono alcune considerazioni rispetto a quanto è stato detto nel dibattito.
Chiudo ringraziando di nuovo tutti veramente, tecnici e tutti quanti per questo lavoro lungo e complesso che è arrivato a una conclusione direi nel modo corretto.
Presidente - Altri? La parola al consigliere Rollandin.
Rollandin (PA) - La giornata...
Presidente - In questa fase però non potrebbe intervenire, se lo fa, interviene come dichiarazione di voto... allora iniziamo con l'analisi del testo. Ricordo che il testo è quello di Commissione che coordina il DL 50 e la PL 45. Iniziamo con l'articolo n. 1. Mettiamo in votazione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti:14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'articolo n. 1 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 2... c'è un problema al sistema... il sistema è stato riavviato. Posso mettere in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'articolo n. 2 è approvato.
Stesso risultato per l'articolo n. 3? L'articolo n. 3 è approvato. Metto in votazione l'articolo n. 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 18
Favorevoli: 18
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Erika Guichardaz, Lavy, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'articolo n. 4 è approvato.
All'articolo n. 5 c'è l'emendamento n. 1 credo di PCP. La parola alla consigliera Minelli per l'illustrazione dell'emendamento.
Minelli (PCP) - In parte ho già illustrato il senso di questo emendamento che va a completare e a implementare l'articolo di legge che è stato inserito. Il comma 2 dell'articolo 5 ha chiarito che le norme imperative in materia di rifiuti sono da applicare anche agli impianti già autorizzati. Noi proponiamo di aggiungere il comma 3bis, che è un comma di natura organizzativa, in cui si esplicita a chi viene affidato il compito di attivare quella verifica che è stata prevista per legge, verifica sulla conformità fra le autorizzazioni in essere e le norme statali imperative e quelle risultanti dal nuovo... Presidente, abbia pazienza, io se c'è un po' di silenzio riesco andare avanti, altrimenti non ci riesco perché ho mal di testa...
Presidente - Invito l'Aula a rispettare chi interviene e fare silenzio.
Minelli (PCP) - ...dicevo che è un comma di natura organizzativa in cui semplicemente si dice a chi viene affidato il compito della verifica di conformità tra le autorizzazioni in essere, le norme statali imperative e quelle risultanti dal nuovo piano, poi anche i tempi e le modalità con cui ciò deve avvenire.
Il presidente Lavevaz nel suo intervento precedente ha detto - e penso che si riferisse in particolare a questo - che è un emendamento non accoglibile, che altrove non sarebbe stato proposto perché per andare a intervenire su due situazioni particolari si rischia di mettere in difficoltà tutta la Regione per quello che riguarda le discariche comunali.
Io evidenzio che l'emendamento propone due cose, nella parte finale in particolare c'è scritto che la Giunta regionale, con sua deliberazione e sentito il parere della Commissione consiliare competente, approva la relazione che chiediamo venga effettuata dalle strutture competenti in collaborazione con ARPA, una relazione che deve verificare la conformità o meno delle discariche, indicando i provvedimenti adottati o da adottare per assicurare la necessaria conformità. Questo non significa, come lei ha detto, la chiusura automatica delle discariche; è un comma che prevede una cosa diversa: prevede che venga evidenziato chi fa cosa e va a completare e a implementare l'articolo che avete proposto.
Le discariche sono tante, sono oltre trenta, fare una verifica in centoventi giorni della situazione e indicare i provvedimenti che si dovrebbero adottare per mettere a posto, per rendere conformi queste discariche non significa bloccare e andare a creare problemi ulteriori, anche perché se nell'articolo di legge si dice che le norme imperative devono essere applicate anche alle autorizzazioni in essere, questo vuol dire che in qualche modo bisogna verificare che sia così. Ma non dire chi, non dire in che modo e in che tempi questo si va a fare, vuol dire lasciare un articolo monco. Si enuncia un principio e non si dice come lo si applica.
Il senso dell'emendamento è quello di andare a migliorare, a rendere effettivo, a rendere efficace quello che c'è scritto nel comma precedente.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento all'articolo n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 18
Favorevoli: 2
Contrari: 16
Astenuti: 16 (Aggravi, Bertin, Brunod, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Jean-Pierre Guichardaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Padovani, Perron, Planaz, Sammaritani, Spelgatti)
L'emendamento non è approvato.
Adesso metto in votazione l'articolo n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'articolo n. 5 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 13 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Sammaritani, Spelgatti)
L'articolo n. 6 è approvato.
A questo punto passiamo agli allegati, al nuovo allegato, aggiornamento del piano rifiuti, sul quale vi sono diversi emendamenti di PCP, a iniziare dall'emendamento n. 1 pagina 258 del volume primo. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - L'emendamento è soppressivo, si chiede di eliminare la frase: "tale attività ricognitiva sarà comunque avviata a partire dal 2026". Questa frase si riferisce alla localizzazione di una nuova discarica per rifiuti urbani per una riflessione da avviare a partire dal 2026. Nel piano ci sono alcune affermazioni che risultano contraddittorie rispetto alla durata dell'attuale discarica regionale di Brissogne. Un conto infatti è se andranno in discarica 30 mila tonnellate all'anno come ora, un altro conto è se ve ne andranno 8 mila o anche meno, com'è obiettivo del nuovo piano che recepisce l'opzione nazionale europea dei rifiuti zero. Lo scenario che nel piano si adotta per la gestione dei rifiuti urbani è il n. 3, com'è stato evidenziato, scenario che prevede ulteriori riduzioni nei conferimenti e che allunga la durata della discarica di Brissogne ben oltre il 2026, com'è stato anche sottolineato dai tecnici in audizione. La frase di pagina 258 suggerisce invece, a nostro avviso, un'incertezza circa questo obiettivo, può creare delle ambiguità e anche un atteggiamento psicologico sbagliato nei confronti del conferimento di rifiuti, quindi quello che chiediamo appunto è di toglierla.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo richieste, mettiamo in votazione l'emendamento n.. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'emendamento n. 1 è approvato.
Passiamo ora all'emendamento n. 2, sempre di PCP, a pagina 344 capitolo 14.3 del primo volume. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - L'emendamento riguarda la tariffazione puntuale, in particolare le tempistiche. Dopo il punto della tabella che recita: "riconoscimento utenze su tutto il territorio regionale( entro il 2024)", che ricordo era già stata una richiesta del CPEL che è stata accolta, chiediamo di aggiungere questo punto: "attivazione su almeno l'80 percento del territorio regionale entro il 31 dicembre 2025" e poi di sostituire il secondo punto che recita: "attivazione - e si riferisce alla tariffazione puntuale - entro fine piano", chiediamo di sostituirlo con "completamento - del raggiungimento della tariffazione puntuale - entro il 2026".
Abbiamo già evidenziato durante i lavori di Commissione come riteniamo importante fissare degli step cronologici precisi per il raggiungimento dell'obiettivo finale, che non deve essere, secondo noi, l'attivazione della tariffazione puntuale al termine del periodo di pianificazione, bensì la piena realizzazione di quest'obiettivo entro la scadenza. È per questo che proponiamo di inserire appunto uno step e poi di essere molto precisi sulla questione del completamento entro il 2026.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 3
Favorevoli: 2
Contrari: 1
Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Jean-Pierre Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti, Testolin)
L'emendamento non è approvato.
Emendamento n. 3, sempre di PCP, a pagina 344, tabella 14, punto 4, volume primo. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - L'emendamento si riferisce, come ha detto, al punto 4 della stessa tabella che avevamo preso in considerazione precedentemente e riguarda le tempistiche. Noi chiediamo di eliminare la frase che c'è in questo momento nel piano, che è diversa da quella che era stata presentata nella bozza avviata a VAS, decisamente diversa. Ora c'è scritto: "assunzione decisione di procedere o meno alla riorganizzazione - ovviamente dell'ATO unico - entro fine piano". Noi chiediamo di inserire: "definizione entro il 31 dicembre 2024 del percorso per arrivare a un ATO unico e attivazione dell'ATO unico entro il 2026". La modifica che è stata introdotta rispetto alla versione precedente che avevamo visto a novembre, quando abbiamo fatto la VAS, è peggiorativa perché nella sostanza che cosa fa? Rinvia l'entrata in vigore dell'ATO unico a data da destinarsi. Infatti nella nuova formulazione si prevede soltanto che, entro il 2026, si deciderà se procedere o meno alla riorganizzazione, eliminando i sottoambiti. Questo, a nostro avviso, rende l'azione del piano meno incisiva, mantiene una disparità nelle modalità di raccolta e di gestione che sono alla base del mancato raggiungimento degli obiettivi del piano 2015-2020. Questa formulazione... la decisione di andare in questa direzione, tra l'altro, è in aperta contraddizione con quello che si sta prospettando per quanto riguarda il servizio idrico integrato per cui invece si prevede la realizzazione di un unico ambito.
Sicuramente l'ATO unico è un obiettivo sfidante, complicato, difficile, ma non va bene rimandarlo a chissà quando, perché non si indica nemmeno che si raggiungerà a fine piano, si dice soltanto che si verificherà a fine piano se farlo o meno, quindi andiamo assolutamente oltre il 2026; optare per questa soluzione, a nostro avviso, significa già rinunciare in partenza all'ATO unico.
Presidente - Posso mettere in votazione l'emendamento n. 3? Non vedo richieste, lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Jean-Pierre Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti, Testolin)
L'emendamento n. 3 non è approvato.
Passiamo ora all'emendamento n. 4 a pagina 51 e a pagina 105 del Volume II. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - In questi tre mesi di lavoro e di analisi dei quattro volumi del piano rifiuti, ma in particolare di questo volume, abbiamo rilevato varie contraddizioni nelle pagine del testo, alcune delle quali sono state superate con il lavoro di Commissione, ma questa invece è rimasta ed è una delle più macroscopiche che però evidenziano, secondo noi, in modo chiaro quanto sia problematica e complicata la storia delle due discariche, perché le parole hanno comunque un significato e un peso e alle volte dicono anche più di quello che tanti ragionamenti possono fare.
Le due discariche nascono come discariche per rifiuti speciali inerti e come tali sono citate in alcune pagine del piano, per esempio, alle pagine 38, 41 e 68 del volume II. Poi, lo sappiamo, con dei discutibilissimi provvedimenti successivi, è stato autorizzato il conferimento di una serie impressionante di CER che le hanno in sostanza trasformate in discariche per rifiuti speciali non pericolosi, e proprio come discariche per rifiuti speciali non pericolosi sono identificate a pagina 51 e a pagina 105.
Il risultato è che chi legge questo volume, questo piano, non può che provare una grande confusione, come peraltro succede anche nella realtà. Noi abbiamo letto tutti i documenti, abbiamo partecipato ai lavori della Commissione, abbiamo seguito l'iter per tutti questi mesi, però sinceramente adesso che siamo al termine del percorso e all'approvazione del nuovo piano, se qualcuno all'uscita di qui mi chiedesse di dire chiaramente come queste discariche sono considerate oggi nel piano regionale dei rifiuti della Valle d'Aosta, e cioè se sono delle discariche per rifiuti speciali inerti o per rifiuti speciali non pericolosi, io in tutta coscienza non potrei dirlo perché nel testo sono identificate in due modi diversi, nelle pagine che si susseguono sono identificate con due espressioni diverse, che non sono poco significative, vogliono dire che si parla di due discariche di tipologia differente. L'ambiguità permane non solo nelle definizioni, ma permane nella realtà, però nel piano così sono ed è motivo per cui chiediamo di fare chiarezza e di definirle una volta per tutte per quello che dovrebbero essere, cioè quello per cui sono state autorizzate inizialmente e quindi delle discariche per inerti.
Presidente - Se non ci sono interventi, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 21
Favorevoli: 20
Contrati: 1
Astenuti: 13 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Sammaritani, Spelgatti)
L'emendamento è approvato.
Emendamento n. 5, sempre PCP, a pagina 102 dopo la tabella 54 del Volume II. Per l'illustrazione, la parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Chiediamo di inserire questa tabella dopo la tabella 54, una tabella che è simile ma non uguale a quella prevista nel volume I, laddove ci si riferisce al monitoraggio dei rifiuti urbani perché riteniamo che sia assolutamente necessario che ci siano delle tempistiche precise e definite anche per quanto riguarda il monitoraggio dei rifiuti speciali, considerata oltretutto la complessità di questi conferimenti.
Avevamo già presentato un emendamento simile in Commissione su cui erano stati giustamente mossi dei rilievi in quanto la tabella sui rifiuti urbani presentava alcune voci che non potevano essere applicate tout court per gli speciali.
Quella che proponiamo è una tabella che chiede di effettuare due monitoraggi completi, che sono quelli del 2024, rapporto intermedio di attuazione, e quello del 2026, relazione finale di monitoraggio, per tutti gli obiettivi che sono evidenziati nella tabella 54 e poi soltanto 3 step per gli indicatori che verranno ritenuti prioritari.
Presidente - Posso mettere in votazione? Metto in votazione l'emendamento n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 15 (Aggravi, Baccega, Brunod, Carrel, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'emendamento n. 5 è approvato.
Emendamento n. 6, sempre di PCP, a pagina 119, allegato 2, e pagina 122 allegato 3 del volume II. Per l'illustrazione, la parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - L'emendamento è di tipo soppressivo, si chiede di sopprimere sia l'allegato 2 che l'allegato 3 e conseguentemente di apportare alla tabella n. 26 le opportune modifiche di coordinamento; perché? L'allegato 2 conferma e avvalla la delibera n. 909/2016, che autorizza le attività della discarica di Pompiod con i relativi CER ammessi. L'allegato 3 invece conferma la delibera n. 1381/2014, che autorizza la discarica di Chalamy con l'elenco dei CER ammessi. In sede di Commissione sulla proposta di stralcio di questi allegati sono state fatte delle osservazioni tese a sostenere che il loro inserimento abbia semplicemente lo scopo di fotografare in modo asettico - questa è stata l'espressione utilizzata - la situazione di quello che è stato autorizzato a Pompiod e a Chalamy.
Noi riteniamo che se l'intenzione era davvero questa, cioè quella di fare una fotografia, la fotografia sia incompleta, in quanto almeno per Pompiod occorreva allora inserire anche la perizia della Procura che evidenzia le criticità della deliberazione. Infatti la delibera n. 909/2016 è stata giudicata non conforme alla normativa vigente da quella perizia del marzo 2020 da parte del consulente tecnico incaricato dalla Procura della Repubblica di Aosta nell'ambito del procedimento 1567/2019. Non sussiste - così ci è stato detto in Commissione - alcun obbligo di inserimento delle delibere nel piano, non c'è un obbligo tecnico, ed è la motivazione per cui ci sembra poco opportuno che delibere di questo tipo, che hanno portato a una situazione che tutti conosciamo come essere critica, ma soprattutto che vengono ritenute in qualche modo problematiche da una perizia della Procura, non debbano essere inserite nel piano e, di conseguenza, nella legge.
Presidente - Se non vi sono altre richieste di intervento, metto in votazione l'emendamento n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 3
Favorevoli: 2
Contrari: 1
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Jean-Pierre Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti, Testolin)
L'emendamento n. 6 non è approvato.
Emendamento n. 7, sempre di PCP, a pagina 19 e a pagina 20 del Volume IV. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Questo emendamento chiede per le due tabelle che lei ha citato di pagina 19 e pagina 20, nella colonna che è riferita ai fattori escludenti, di sopprimere l'inciso "nel caso di nuove autorizzazioni". In queste due tabelle, che sono relative alle aree per rifiuti speciali non pericolosi e per rifiuti speciali pericolosi, è indicato come fattore escludente la vicinanza alle abitazioni, anche quelle sparse; questo vincolo però viene vanificato dall'inciso con cui si afferma che la disposizione si applica soltanto alle nuove discariche. A noi pare una contraddizione, perché per le nuove autorizzazioni esiste tutta una normativa che è sopraggiunta negli anni che impone dei vincoli più stringenti. Il problema riguarda invece proprio le discariche già autorizzate per le quali sono sorti i problemi che ben conosciamo. Noi riteniamo che non si possa pensare di tutelare la salute e il territorio solo per quello che riguarda il nuovo, ciò che sarà da qui in poi, ma anche per la situazione attuale. Ci viene spesso detto, è stato evidenziato anche oggi, che intervenire su degli impianti in essere può innescare dei meccanismi di ricorsi, di contenziosi e quant'altro, ed è anche in parte condivisibile, nel senso che noi non abbiamo mai chiesto in tutto questo tempo di chiudere, di revocare delle concessioni di questo tipo, non l'abbiamo mai fatto perché sappiamo che è una questione assai complessa e delicata, però riteniamo che non si può preoccuparsi principalmente o soltanto dei problemi legati ai ricorsi e ai contenziosi, ma soprattutto alla tutela degli interessi pubblici, siano essi degli interessi sanitari, ambientali, agricoli, paesaggistici, eccetera.
Chiediamo di eliminare questo inciso, "nel caso di nuove autorizzazioni", nella colonna dei fattori escludenti per queste due tabelle che sono relative alle discariche per rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi.
Presidente - Metto in votazione l'emendamento n. 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 3
Favorevoli: 2
Contrari: 1
Astenuti: 31 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Jean-Pierre Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti, Testolin)
L'emendamento n. 7 non è approvato.
Metto ora in votazione l'allegato aggiornato del piano rifiuti, poi ci saranno le dichiarazioni di voto e poi il voto della legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 18
Favorevoli: 18
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Carrel, Distort, Foudraz, Ganis, Erika Guichardaz, Lavy, Manfrin, Minelli, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani, Spelgatti)
L'allegato è approvato.
Adesso, prima di approvare la legge nel suo insieme, se ci sono delle dichiarazioni di voto, invito i Consiglieri a prenotarsi. Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Per confermare il voto favorevole del nostro gruppo su questo difficile ma importante provvedimento. Colgo l'occasione per ringraziare, a nome della Commissione, tutti i funzionari e i dirigenti regionali che hanno partecipato a integrare, rielaborare e a ricondire comunque i passaggi importanti inseriti sia nei quattro volumi che nel DL 50 e nella PL 45, che poi è sfociata in un nuovo testo coordinato da parte della III Commissione.
A nome della Commissione, vorrei ringraziare i Commissari ma soprattutto le forze politiche che hanno voluto intervenire e accompagnare le modifiche fatte in questi quattro mesi, sono stati quattro mesi interessanti, quattro mesi dove, come dicevo prima, oltre a udire e ad ascoltare, il lavoro che è stato fatto è quello che a domanda puntuale c'è stata una formale risposta puntuale tecnica, quindi se era possibile dal punto di vista tecnico si è inserita la modifica, se dal punto di vista tecnico non era possibile, non è stata inserita e dove c'è stata anche la volontà di trovare delle sintesi da un punto di vista politico con i Sindaci, con le comunità, con il Celva e con tutti gli attori che ci hanno fornito non solo le loro preoccupazioni ma i loro quesiti, noi pensiamo che la rielaborazione che è stata fatta sia, per quanto ci riguarda indubbiamente, un buon lavoro.
È normale che, nel momento in cui si affrontano determinati argomenti, com'è stato detto da più parti, delicati e difficili, dove si va a toccare con mano comunque il territorio, quel territorio fragile come il nostro anche da un punto di vista ambientale, è importante avere una visione, avere a cura il nostro territorio, conoscere il nostro territorio per poter dare le giuste risposte. Dall'altra parte nel dibattito anche di oggi in Consiglio forse ogni tanto è semplice mettere in evidenza le criticità, i problemi, un po' più difficile trovare le soluzioni e risolvere i problemi. Penso che questa sia la parte più interessante, la parte più sfidante, la parte che probabilmente ci ha dato la possibilità di poter rielaborare il testo.
Un ultimo appunto sulla questione costi che è stata evocata da qualche collega mettendo in evidenza la criticità. Su questo penso che una risposta al quesito sia di natura tutta politica, nel senso che l'approvazione di questo piano è ancora più rilevante e necessaria in quanto costituirà una condizione necessaria per l'accesso ai fondi europei della nuova programmazione dei bandi, del PNRR. Cosa vuol dire? Vorrà dire che comunque ci sarà la possibilità, se andremo ad accedere a questi finanziamenti, di abbattere certi investimenti e certi costi.
Per quanto riguarda la seconda, invece sempre sulla questione costi, sicuramente i costi dove la raccolta puntuale è stata introdotta tendono a ridursi nella seconda fase nel momento in cui la raccolta viene ben organizzata, ben studiata, ben pianificata e soprattutto utilizzando anche delle nuove tecnologie in modo da evitare certi costi e a ridurre, dove si può, vista anche la nostra conformazione, cercando di contenere il più possibile i costi.
Grazie ancora a tutti quelli che hanno collaborato a redigere questo piano, questo DL e un ringraziamento ancora a tutti quelli che ci hanno sostenuto tecnicamente.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Non mi addentrerò in analisi sul passato e su quanto i risultati passati di referendum o di azioni politiche possono avere influito sui costi o meno della gestione dei rifiuti. Mi limito a dire che a quei risultati, chi volente e chi nolente, ci si deve adeguare e si devono adeguare le politiche di gestione dei rifiuti.
Non mi addentrerò nemmeno nella questione della sostenibilità economica e ambientale di questo piano perché è già stato ben argomentato dal Presidente nella sua funzione di Assessore e dal collega Chatrian in precedenza. Mi limiterò a dire che crisi climatica e gestione dei rifiuti hanno uno stretto rapporto e l'IPCC, il Foro scientifico formato nel 1988 dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, ha riconosciuto che la gestione dei rifiuti è uno dei tre settori con il maggior potenziale per ridurre l'aumento della temperatura nei prossimi 10-20 anni. Tutti gli esperti dicono a gran voce che non possiamo mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto del grado e mezzo senza significative riduzioni delle produzioni di rifiuti.
Il concetto fondamentale del nuovo piano di rifiuti oggi in discussione in Consiglio è quello di economia circolare, un modello cioè nel quale si incentivano ricondizionamento, riuso e riciclo dei prodotti, allungandone il ciclo di vita in modo da ridurre i rifiuti al minimo e questa è sicuramente la via per raggiungere questo importante obiettivo. Se il vecchio piano puntava ad aumentare la quota di raccolta differenziata, ora è necessario fare un passo in più andando a lavorare in maniera incisiva non solo sulla differenziazione corretta ma soprattutto sul riutilizzo, rinnovo e riciclo dei materiali esistenti. Quello che normalmente si considerava come rifiuto può essere trasformato in una risorsa; i rifiuti residui possono così diventare prossimi allo zero.
Con questo sistema penso - e ci sono le prove anche nel mondo - si creeranno sicuramente nuovi posti di lavoro. Serve insomma accelerare quel cambiamento culturale che ha già iniziato a prendere piede ma che ha bisogno di una spinta in più per verificarsi. In questo senso l'introduzione finalmente della tariffa puntuale dove ognuno paga per la quota di rifiuti indifferenziati che produce può essere un incentivo - e lo sarà sicuramente - importante.
Sulle discariche poi si sono provate a dare le risposte che le leggi ci hanno consentito di dare e penso che quanto dichiarato oggi dal Presidente sempre nella sua funzione di Assessore, cioè che si sta provando a costruire una risposta insieme ai territori interessati, penso alle discariche ovviamente di Chalamy e di Pompiod, sia un fatto importante per tutta la comunità.
Per tutti questi motivi confermo il voto favorevole del mio gruppo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Le proposte che sono state fatte durante questo pomeriggio sono il risultato di tutta un'analisi fatta a livello di Commissioni competenti. Si è appena accennato al discorso del pirogassificatore. Ora, come molti di noi ricorderanno, il pirogassificatore è stato oggetto di una tendenza, di una volontà di capire che cosa c'è, poi c'è stato un referendum su cui non voglio esprimere altre "situazioni"... sappiamo tutti com'è andata a finire. Voglio però ricordare che oggi nelle varie indicazioni sul come, sul dove, quando, con quali riferimenti, con quale difficoltà economica dovremo ancora assistere a una serie di problematiche che progressivamente vengono a galla... io credo che se non verrà fatto, proveremo a vedere quali... e come possono essere meglio focalizzate le proposte che con il pirogassificatore, nella sua (incomprensibile) iniziale, possono portare dei benefici importanti. Non è un'invenzione, sappiamo che esistono e che ci sono, quindi siccome oggi qui praticamente non se n'è parlato, si è fatto un accenno, io credo che sarebbe importante provare a vedere questo che cosa significa, con quali mezzi e tenendo conto delle evoluzioni che di volta in volta sono in progressione avvenute e che noi dobbiamo assolutamente riprendere.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Al termine di questo lungo lavoro durato mesi la nostra valutazione è duplice direi: da una parte, c'è certamente soddisfazione perché, grazie a un lavoro approfondito a cui abbiamo fattivamente contribuito, sulla parte dei rifiuti speciali ci sono stati dei passi in avanti e ci sono adesso nella legge alcuni aspetti che potranno essere utilizzati per evitare di tornare al passato. Dall'altra parte però c'è sicuramente rammarico, perché il cammino che è stato fatto è un cammino incompiuto e bastava poco per concluderlo bene e dare ai cittadini le risposte che aspettavano e che invece non sono arrivate in modo adeguato e completo. In particolare il fatto che non si sia voluto approvare l'emendamento relativo all'articolo 5 porta a pensare che davvero quell'articolo contenga una dichiarazione di intenti, una dichiarazione di principio, che però occorrerà assolutamente monitorare affinché venga messa in atto, perché così com'è scritto non porta sostanzialmente a una modificazione e a una chiarezza, che era invece ciò di cui c'era assolutamente bisogno. Rammarico poi anche perché le scelte coraggiose che erano state fatte per la raccolta dei rifiuti urbani nella bozza di piano che era stata avviata alla VAS, la prima, sono state "annacquate", rese meno incisive, ciò che non porterà a lavorare con la necessaria convinzione e con l'impegno che ci vorrebbe per raggiungere l'obiettivo rifiuti zero e l'applicazione delle direttive europee, come invece si sarebbe potuto fare.
Accogliamo con favore la decisione che c'è stata di approvare tre degli emendamenti che abbiamo proposto, che non erano però quelli più sfidanti, più stringenti, più significativi. È passato un emendamento sulla questione della discarica di Brissogne, la tabella sul monitoraggio anche per i rifiuti speciali e poi, e questo è un po' più significativo, la questione della definizione delle due discariche. L'auspicio è ora che quanto prima si arrivi ai vari documenti attuativi, ma in particolare alla revisione generale della legge n. 31/2007.
Il nostro voto nel complesso sarà un voto di astensione, nella serena consapevolezza di aver fatto il possibile per contribuire proficuamente a un miglioramento dei documenti all'interno del lavoro consiliare, senza avere delle preclusioni ideologiche, tant' è vero che, come ho evidenziato precedentemente, non abbiamo presentato nessuna richiesta di revoca delle discariche, ma abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per chiedere una loro maggiore e migliore regolamentazione. Alcune modifiche ci sono state ma, a nostro avviso, non sufficienti a giustificare un'approvazione.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Se non vi sono altre dichiarazioni, metto in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 18
Favorevoli: 18
Astenuti: 16 (Aggravi, Baccega, Brunod, Carrel, Distort, Foudraz, Ganis, Erika Guichardaz, Lavy, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani)
La legge è approvata.