Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1449 del 27 aprile 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1449/XVI - Discussione generale sul D.L. n. 50 e sulla P.L. n. 45: "Approvazione dell'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022/2026".

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la pausa per arieggiare i locali. I punti n. 6 e 8 dell'ordine del giorno sono, come detto, affrontati congiuntamente. Si affronta il disegno di legge n. 50 e la proposta di legge n. 45 sui rifiuti. Si esamina il nuovo testo della III Commissione, risultante dal coordinamento del disegno di legge n. 50 e della proposta di legge n. 45, con un nuovo allegato con l'aggiornamento del piano rifiuti. Sono stati depositati un emendamento da parte di PCP al nuovo testo di legge e sette emendamenti all'allegato riguardante il piano rifiuti. Il relatore per il disegno di legge n. 50 è il presidente della Commissione Chatrian, per la proposta di legge n. 45 la consigliera Minelli. Si è prenotato il consigliere Chatrian per la relazione, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VDA UNIE) - Innanzitutto penso sia importante che oggi il Consiglio si confronti su questo testo e soprattutto che ci sia la possibilità di approvare questo aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026. Oggi siamo chiamati a pronunciarsi sul progetto di legge relativo all'approvazione dell'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026, che è il risultato del coordinamento del disegno di legge n. 50, scaricato dalla Giunta regionale a fine dicembre, e della proposta di legge n. 45 e sul suo allegato.

La natura strategica del piano regionale di gestione dei rifiuti e la rilevanza delle disposizioni normative approvate a livello europeo, consistenti nella progressiva implementazione del pacchetto di economia circolare, alla cui concretizzazione in ambito regionale il piano è stato chiamato a dare sostanziale contributo, hanno richiesto sia da un punto di vista amministrativo che politico un impegno e una sinergia importante. L'approvazione del piano è ancor più rilevante e necessaria, in quanto costituisce una condizione necessaria per l'accesso ai fondi europei della nuova programmazione ai bandi PNRR, quindi questo penso sia un altro elemento dirimente e fondamentale.

L'iter amministrativo di revisione del piano è stato avviato a febbraio 2020, quasi due anni fa, con la deliberazione della Giunta regionale di autorizzazione dell'acquisizione del servizio di predisposizione della proposta di aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti. A giugno 2020 è stato affidato l'incarico del suddetto servizio, ma la fase di costruzione vera e propria del documento è iniziata nei primi mesi del 2021.

Nel 2020 si è confezionato quello che è l'iter amministrativo, perché l'amministrazione regionale si è avvalsa di professionisti, di un pool praticamente chiamato proprio a riscrivere la pianificazione e l'aggiornamento del piano, con tanto di obiettivi, come raggiungerli, facendo lo stato dell'arte, cercando di mettere in evidenza quali sono state le criticità e quali sono stati i punti di forza; nel contempo, le modifiche legislative a livello nazionale sono state integrate e modificate. In tutto questo indubbiamente, all'interno della Commissione, soprattutto in questi quattro mesi, abbiamo avuto modo di poter entrare veramente non solo nel dettaglio, ma di audire quelle che sono le nostre comunità, i sindaci, gli addetti ai lavori, i comitati nati negli anni 2019/2020, proprio per non solo ascoltare tutti, ma avere quella capacità di ascolto da una parte ma dall'altra, insieme ai nostri dirigenti, funzionari e professionisti, di trovare le soluzioni per contemperare quello che è il come raggiungere l'obiettivo e dall'altra parte, da un punto di vista ambientale e sociale, come poter accompagnare le soluzioni e le scelte da mettere in campo.

A settembre del 2021 il Governo regionale, come dicevo, ha approvato la proposta di aggiornamento del piano e ha avviato la procedura di valutazione ambientale strategica, diretta ad accertare la compatibilità ambientale del piano in oggetto. La VAS ha costituito parte integrante del procedimento di aggiornamento e di approvazione del piano, inserendo necessarie considerazioni ambientali nel processo decisionale amministrativo e poi nella procedura legislativa di approvazione del documento.

Nel periodo settembre-novembre del 2021 il piano e il rapporto ambientale elaborato di VAS sono stati messi a disposizione dei soggetti aventi competenze territoriali e ambientali coinvolti dal piano stesso e, più in generale, della popolazione, al fine di potersi esprimere con osservazioni sul documento. È stato un documento molto partecipato e questo noi pensiamo sia molto positivo. La struttura regionale competente ha esaminato le prescrizioni adottate in sede di VAS e le osservazioni pervenute, provvedendo a integrare e aggiornare il piano con le indicazioni tecniche a più ampio spettro ricevute, che sono state valutate e recepite favorevolmente al fine di migliorare l'impianto tecnico del piano.

L'approvazione del piano da parte della Giunta è avvenuta a fine dicembre. È iniziato così un serio e proficuo confronto e dialogo all'interno della III Commissione consiliare. Vorrei ringraziare veramente i colleghi della III Commissione, di maggioranza e di opposizione, e tutti quei consiglieri che hanno voluto partecipare ai numerosi incontri che abbiamo fatto in questi quattro mesi. Grazie alle audizioni di tecnici del settore, dei funzionari regionali esperti in materia, dei sindaci dei Comuni, dei referenti dei comitati territoriali e di Confindustria. Le esposizioni dei soggetti auditi, la loro sensibilità, la tematica, sono state un valido supporto per un approccio ancora più tecnico al piano stesso. Numerose sono state infatti le domande e le richieste di approfondimento da parte dei commissari presenti alle audizioni. Tutte le osservazioni e le proposte degli auditi sono state valutate e, laddove ritenute coerenti con le finalità di piano, recepite nel piano stesso.

Devo dire che su questo è stato fatto un lavoro veramente certosino. Ringrazierei anche il presidente che ha questa delega, in quanto in Commissione a documenti scritti e depositati da tutti quelli che sono stati auditi, in maniera puntuale e quasi viscerale sono state comunque date risposte a tutti i quesiti posti con modi e tempi, ma soprattutto si è cercato di trovare delle soluzioni. Io penso che questa sia stata veramente una partita anche un po' ardita perché, ci ricordiamo tutti, nel gennaio 2020 questo Consiglio cercò - dico cercò - di legiferare in materia per andare in una determinata direzione, viste anche le grandi sollecitazioni che arrivavano dai territori della bassa Valle e dai territori attorno ad Aymavilles. Devo dire che il lavoro che è stato fatto in Commissione, è stato quello proprio di dividere - penso che sia quella la partita forse più delicata e importante - gli aspetti tecnici, quindi qual è il perimetro, qual è la possibilità di poter modificare e integrare quelli che sono i percorsi a questo punto delle linee guida europee e dall'altra parte qual è l'indirizzo di natura più politica.

Contemperare questi due elementi non è stato assolutamente facile, ma non è stato neanche impossibile.

Gli obiettivi del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026 sono conformi a quelli stabiliti dal pacchetto europeo di misure sull'economia circolare, che ha modificato sei direttive europee in materia di rifiuti e discariche e recepito dall'Italia con una serie di decreti legislativi. Tra gli obiettivi particolarmente sfidanti contenuti nel pacchetto europeo è previsto: il primo, il riciclo entro il 2025 per almeno il 55 percento dei rifiuti urbani, il 60 percento entro il 2030, 65 percento entro il 2035, e parallelamente si vincola lo smaltimento in discarica fino a un massimo del 10 percento entro il 2035. Il 65 percento degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70 perento entro il 2030; i rifiuti tessili e rifiuti pericolosi delle famiglie, come vernici, pesticidi, oli e solventi, dovranno essere raccolti separatamente dal 2025 e, sempre a partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio.

Il recepimento, questo è un altro passaggio comunque capitale all'interno di questo documento, di questa programmazione/pianificazione, è quello di aver recepito la direttiva europea da parte dell'Italia che ha introdotto, con il disegno di legge 116 del 2020, delle accelerazioni su alcuni obiettivi di recupero fissati dal legislatore europeo. Mi riferisco, ad esempio, all'introduzione dell'obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili e dell'umido già a partire dal 2022, imponendo, come previsto dal piano, un'immediata revisione degli attuali flussi di raccolta della differenziata.

Le principali modifiche. Il pacchetto europeo di economia circolare supera praticamente il concetto di differenziazione del rifiuto e spinge sulle politiche di riduzione della produzione dei rifiuti e del miglioramento della capacità di recupero. Indubbiamente su questo il nostro margine di manovra è molto limitato. Su questo sicuramente potremmo dedicare ore e ore di dibattito, ma per quanto riguarda la riduzione della produzione, questa deve partire alla base, quindi dalle industrie, deve partire da chi comunque elabora e confeziona; potremmo, come dicevo prima, stare delle ore, ma diciamo che non abbiamo noi la capacità di poter incidere.

La capacità che abbiamo è quella indubbiamente di produrre meno rifiuti. Si passa da un'impostazione quantitativa, collegata alla percentuale di raccolta differenziata, a una qualitativa, collegata principalmente al circuito di raccolta e al recupero certo del rifiuto. Il piano regionale di gestione rifiuti per il passato quinquennio 2015-2020 infatti basava i propri obiettivi sulla normativa vigente, indirizzata principalmente al raggiungimento di determinate percentuali di raccolta differenziata, di riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti e della riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti biodegradabili.

La transizione verso un'economia circolare sposta l'attenzione sul riutilizzare, rinnovare e riciclare i materiali esistenti; quello che normalmente si considerava come rifiuto, può essere trasformato in una risorsa. Non voglio assolutamente risultare ripetitivo, ma ritengo che sia fondamentale che il modello dell'economia circolare sia compreso, sia recepito. Un modello di produzione e consumo che implica condivisione - questo è un vocabolo molto importante - un prestito, un riutilizzo, una riparazione, un ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti il più a lungo possibile, in modo da estendere il ciclo di vita dei prodotti contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione dei materiali di cui è composto, vengono infatti reintrodotti laddove è possibile nel ciclo economico, in modo che si possano continuamente riutilizzare all'interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.

La transizione verso un'economia circolare richiede però la partecipazione e l'impegno di tutta la comunità, dalle imprese ai consumatori, alla buona politica. I prodotti a vita breve sono stati in passato un'impostazione chiave per molte aziende che promuovevano aggiornamenti frequenti e tecnologie all'avanguardia. Oggi il mondo industriale può cogliere l'opportunità di prolungare la vita dei prodotti e di crearne di concorrenziali a lunga durata; compiere scelte sostenibili dovrebbe diventare così più facile per noi tutti consumatori. La promozione dell'economia circolare richiede altresì un ampio sostegno politico sul piano europeo, come dicevo poc'anzi, nazionale, regionale e locale, quindi a tutti i livelli. É fuor di dubbio che in questo momento noi dobbiamo concentrarci su dove possiamo fare la differenza, su dove noi possiamo incidere e auspicare che anche a livelli medi, quindi statale ed europeo, si vada assolutamente in questa direzione.

Fondamentale è intervenire con una campagna di comunicazione ambientale che promuova tra i cittadini una maggiore consapevolezza sull'eccessiva quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente. Altrettanto importante è provvedere celermente all'attivazione di tavoli di confronto con gli operatori economici presenti sul territorio. Penso che questo sia fondamentale nel momento in cui questo piano, speriamo oggi venga approvato da questo Consiglio regionale, in modo che ci si attivi da subito, dalla prossima settimana, a dare corso a quanto oggi sarà approvato da questa assemblea.

L'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti si articola: nella gestione dei rifiuti urbani, fondamentale; nella gestione dei rifiuti speciali, dicevo poc'anzi le difficoltà che nella passata legislatura abbiamo avuto nel cercare e reperire delle soluzioni per dare delle risposte ai territori; nella bonifica delle aree inquinate e nei criteri per l'individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti e delle aree idonee. In sintesi, è un piano regolatore che pianifica, programma, si è messo in pancia degli obiettivi, ma ha anche gli strumenti per raggiungere determinati obiettivi nel rispetto dell'ambiente.

Nell'ambito della gestione dei rifiuti urbani, nella fase iniziale di elaborazione del piano, i tecnici ipotizzavano quattro diversi scenari per i quali si prevedeva la messa in atto di azioni via via più incisive. Lo scenario più ambizioso, a seguito delle analisi contenute nel piano e nelle osservazioni pervenute nel corso del procedimento di VAS e nel corso delle audizioni in Commissione consiliari, è quello assunto a riferimento e mira a raggiungere entro il 2026 un tasso netto di riciclo per i rifiuti urbani del 65 percento. Come possiamo percepire e notare, ci si posiziona di più sul riciclo dei rifiuti urbani, obiettivo più avanzato rispetto agli obiettivi europei nazionali per tale anno e un tasso di raccolta differenziata che vada almeno vicino all'80 percento. In tale scenario la produzione dei rifiuti si riduce circa del 5 percento, grazie alla diffusa introduzione della tariffazione puntuale, che potrà produrre comportamenti virtuosi anche dei soggetti privati, come delle grandi distribuzioni, per soddisfare le esigenze e le richieste dei cittadini che vorranno produrre un minor quantitativo di rifiuto soprattutto indifferenziato.

Anche su questo apro una piccola parentesi. I grandi numeri saranno quelli ai quali nei prossimi mesi dovremo dedicare più energie e più tempo, perché è da lì che si riesce indubbiamente a intercettare, da un punto di vista proprio numerico e di ordini di grandezza, quelli che sono i grandi numeri: i centri commerciali, i grandi hotel, le grandi attività, le mense, le industrie. Cercare di ridisegnare quello che è il processo, l'accompagnamento per raggiungere determinati obiettivi: lo fai nel momento in cui aggredisci - passatemi il termine, in una maniera anche un po' forte - quelli che sono i grandi centri di consumo. L'obiettivo generale è quello di ridurre l'attuale tendenza di aumento della produzione pro-capite di rifiuti, di ridurre il conferimento in discarica, al fine di raggiungere l'obiettivo del 10 percento dei rifiuti conferiti in discarica al 2035. Questo è un obiettivo sicuramente, alto ma è tecnicamente possibile. All'interno dei quattro volumi si trovano gli obiettivi prefissati, ma l'elaborazione di come raggiungere insieme, tra i vari attori, quelli che sono gli obiettivi che sono stati inseriti nel piano. Obiettivo particolarmente sfidante, ma raggiungibile per una regione come la nostra che ha deciso di perseguire una politica basata sul trattamento a freddo dei rifiuti.

Lo scenario preso a riferimento colloca la regione a livello di eccellenza nazionale ed europea. Io penso che anche questo sia comunque importante: mettere in evidenza qual è lo stato dell'arte, qual è la nostra fotografia. Ci saranno e ci sono sicuramente delle criticità, sono state analizzate dai professionisti, dal pool, dai tecnici, dai sindaci, dagli utenti, dai consumatori e anche dai comitati, ma la nostra posizione è in un certo livello, rispetto alle altre regioni nazionali e anche europee. La revisione dei flussi di raccolta discende dunque da obblighi normativi e dalla necessità di aumentare la qualità della raccolta differenziata.

Il conseguimento degli obiettivi di piano sarà perseguito anche attraverso l'estensione della raccolta porta a porta e l'attivazione della tariffazione puntuale. È delicato, ma sicuramente anche lì si tratta di un combinato che deve stare comunque su una certa linea: fino a dove spingere eventualmente il porta a porta e fino a dove comunque contemperare quello che poi è il costo del servizio. Penso che quella sia la sfida più difficile e più, se volete, anche interessante.

Sempre in materia di rifiuti urbani si prevede il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale, il miglioramento della dotazione impiantistica regionale, il monitoraggio costante della gestione dei rifiuti e l'analisi di fattibilità di adottare un modello di gestione incentrato su un unico ATO.

Anche su questo vorrei aprire una piccola parentesi che per noi è importante. Tutti questi obiettivi, queste sfide, si possono raggiungere nel momento in cui tutti gli attori concorrono nella stessa direzione e soprattutto tutti mettono del loro per raggiungere insieme quelli che sono gli obiettivi da raggiungere, sapendo perfettamente, vista la conformazione territoriale, visti i piccoli numeri, visti gli afflussi turistici che abbiamo, vista la differenza morfologica all'interno della nostra regione, che queste condizioni ci obbligheranno sicuramente a trovare le migliori soluzioni.

Sotto il profilo impiantistico, la previsione è quella di integrare l'attuale impiantistica recentemente entrata in esercizio - abbiamo avuto modo come Commissione di fare un sopralluogo a fine dicembre - al fine di chiudere all'interno della regione il ciclo di recupero dell'umido, del verde e dei fanghi di depurazione, trasformandoli in prodotti quali compost di qualità da riutilizzare nel settore agricolo e nei recuperi ambientali. Anche su questo indubbiamente non da soli, visti i nostri piccoli numeri, ma - perché no - con una collaborazione con l'alto Canavese. Oltretutto i contatti ci sono, le possibilità comunque di poter mettere insieme le forze con il vicino Piemonte, per contemperare quelli che sono i costi da una parte e dall'altra un'efficienza di riutilizzo.

Nell'ambito dei rifiuti speciali il piano analizza la quantità e le tipologie dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi e prevede l'insieme delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari ad assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, al fine di favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti, laddove questo sia tecnicamente ed economicamente possibile. L'analisi effettuata evidenzia infatti che i quantitativi di rifiuti speciali prodotti all'interno della regione sono così modesti da non giustificare, per la maggior parte delle tipologie prodotte, la realizzazione di un'impiantistica dedicata; quello che dicevo poc'anzi. Gli obiettivi principali che il piano intende porsi consistono nel favorire la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, nel limitare la realizzazione di nuove discariche e nell'incrementare il tasso di riciclo. Anche nel settore dei rifiuti speciali, il piano è proteso nello sviluppare, in sinergia con il mondo produttivo, azioni volte al recupero e al riuso, anche attraverso la definizione di un piano regionale di azione sul green public procurement. Sottolineo che, oltre che avviare azioni di recupero del materiale, è necessario comunque promuovere un mercato locale per l'impiego di tali prodotti. Questa è un'altra sfida comunque non banale, non semplice, ma non impossibile.

Un altro elemento qualificante del piano è che, fatta salva la previsione di una riorganizzazione delle discariche comunali in rifiuti inerti, non è prevista la realizzazione di nuove discariche. Anche su questo penso sia importante che le Unités, i Comuni e gli incontri che abbiamo avuto modo di fare in Commissione, portino, quasi obblighino le nostre comunità, i nostri Comuni, non solo a trovare delle soluzioni all'interno delle Unités, ma che possano comunque, anche da un punto di vista economico, essere sostenibili e soprattutto contemperare quelli che sono i costi al cittadino, ai produttori, agli artigiani o al semplice conferitore.

Meritevole di nota è altresì il fatto che il piano regionale di gestione dei rifiuti, oltre a essere ogni cinque anni, potrà - penso che questa sia un'altra novità molto interessante - comunque essere oggetto di revisione qualora, per rapporto di monitoraggio intermedio predisposto dalla struttura regionale competente in materia di rifiuti, si evidenziasse che i risultati raggiunti non sono in linea con gli obiettivi o con le ricadute ambientali fissate dal piano medesimo, anche con riferimento ai singoli settori, come quello della gestione rifiuti urbani o speciali. Cosa vuol dire? Significa la possibilità comunque di intervenire, anche a gamba tesa, durante il quinquennio nel momento in cui i dati fossero non soddisfacenti; bisogna comunque intervenire e modificare quelle che sono - chiamiamole così - le regole del gioco. Il piano in oggetto deve infatti essere considerato uno strumento flessibile nella gestione dello specifico argomento, alle eventuali nuove esigenze operative o alle variazioni della normativa vigente. Il piano prevede inoltre la definizione di numerosi documenti attuativi, tra i quali una norma tecnica di attuazione, che vada a definire nel dettaglio le modalità autorizzative dei procedimenti.

La III Commissione consiliare ha dedicato, come dicevo in premessa, diversi mesi per lo studio, per l'analisi, per il perfezionamento. Si è arrivati così all'adozione di un provvedimento rielaborato, reintegrato, rivisto, risultato del recepimento di un numero rilevante di osservazioni avanzate dai soggetti auditi e del prezioso contributo di integrazione e di coordinamento delle osservazioni stesse all'interno del piano da parte dei suoi redattori. Un mix che ha portato e che ci ha dato la possibilità di rielaborare sia il disegno di legge, che accompagna indubbiamente, sia modificando ed emendando i quattro volumi.

Concludo il mio intervento con una breve disamina degli articoli del progetto. L'articolo 1 dispone che, in attuazione dell'articolo 199, è approvato l'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026 e che l'aggiornamento del piano è conforme alle direttive europee in materia di rifiuti, in particolare al pacchetto europeo di economia circolare e ai recenti aggiornamenti normativi nazionali.

L'articolo 2 individua gli obiettivi dell'aggiornamento del piano con riferimento alla gestione dei rifiuti urbani, alla gestione dei rifiuti speciali, alla bonifica delle aree inquinate nonché alla definizione dei criteri per l'individuazione delle aree non idonee e delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti.

L'articolo 3 disciplina le modalità per l'aggiornamento del piano precisando che, oltre all'aggiornamento con cadenza almeno quinquennale, è previsto l'aggiornamento del piano ogni qualvolta, a seguito del monitoraggio intermedio, i risultati raggiunti a livello prestazionale o ambientale non risultino in linea con le previsioni del piano stesso.

L'articolo 4 disciplina il tributo speciale per il conferimento dei rifiuti in discarica. La tabella presente è stata aggiornata tenendo conto della sentenza della Corte costituzionale n. 82 del 2021, secondo cui non è legittimo differenziare l'importo del tributo speciale per i rifiuti speciali non pericolosi ammessi allo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi, a seconda che siano prodotti in regione o fuori regione. Sono state riformulate le voci delle tipologie di rifiuto e aggiornati alcuni importi di tributi, al fine di disincentivarne il conferimento in discarica.

L'articolo 5 reca le disposizioni transitorie; un articolo estremamente importante. L'articolo prevede che le disposizioni del piano si applichino alle istanze di autorizzazione, rinnovo e modifica sostanziale presentate a decorrere dall'entrata in vigore della legge, ai procedimenti avviati e non ancora conclusi, nonché alle autorizzazioni in essere alla data di entrata in vigore della legge: si applicano le previgenti disposizioni del piano regionale dei rifiuti. Restano ferme, anche se sopravvenute all'avvio dei procedimenti e al rilascio delle autorizzazioni, le disposizioni normative di settore cogenti. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale approva, con propria deliberazione, le norme tecniche di attuazione per la definizione delle modalità autorizzative dei procedimenti, compresi quelli pendenti alla medesima data.

Quest'articolo indubbiamente è capitale, è fondamentale, anche a seguito non solo delle audizioni che abbiamo avuto modo di fare in Commissione, ma dal percorso che penso è stato fatto dal legislatore in questi mesi, in modo da dare una risposta veramente puntuale al territorio, sapendo che oggi stiamo discutendo un atto di programmazione e quindi non è un atto puntuale, ma che dà quella visione, quell'impostazione per trovare le migliori soluzioni a delle criticità sollevate da migliaia di persone negli ultimi anni.

Non vorrei soffermarmi solo ed esclusivamente su questa parte, ma dopo il lavoro che è stato fatto noi pensiamo che, per il fatto di avere integrato e rielaborato sia i volumi che il disegno di legge, possiamo noi oggi dare una buona risposta al nostro territorio, che è sì ambientale da una parte, ma che deve avere anche la natura di opportunità per i nostri artigiani, imprese, società che operano all'interno del nostro territorio.

L'ultima piccola parentesi. Anche a seguito del 110, dei vari bonus che comunque sono stati messi in campo in questi mesi e in questi anni, da un punto di vista edilizio sappiamo che l'edilizia è in fermento, quindi à plus forte raison penso che questo piano possa dare una risposta importante anche a chi opera in quel settore.

Presidente - Si è prenotata la consigliera Minelli per la relazione, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Il testo di legge che siamo chiamati a discutere, come dice anche il suo stesso titolo, è il frutto del lavoro affrontato dalla III Commissione consiliare negli ultimi tre mesi, e deriva dal coordinamento tra la proposta di legge n. 45, "Disposizioni in materia di gestione di rifiuti speciali. Modificazioni alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31", presentata dal Progetto Civico Progressista il 18 novembre 2021 e il disegno di legge n. 50 "Approvazione dell'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026", approvato dalla Giunta regionale il 31 dicembre 2021.

Un lavoro che ha portato ad un risultato abbastanza raro quale è un testo di Commissione che utilizza e rielabora degli elementi che provengono da un disegno di legge, cioè da un provvedimento di Giunta, e da una proposta di legge invece di iniziativa consiliare. Spiace quindi che nella relazione appena presentata dal consigliere Chatrian questo aspetto raro e prezioso sia stato ignorato. Infatti non viene citato l'apporto della proposta di legge 45 nel determinare i contenuti del testo di legge che oggi andiamo a discutere e a votare. Non ci pare un atteggiamento così corretto, soprattutto da parte di un presidente di Commissione che dovrebbe essere garante e valorizzare tutti gli apporti e contributi che vengono dati al lavoro di Commissione, non solo quelli esterni ma anche quelli specifici, ed è il caso appunto di una proposta di legge. L'apporto di PCP alla discussione del piano e alla legge che lo accompagna non è di certo stato marginale. Comunque, sono degli elementi che ho inserito nella relazione tecnica che avevo predisposto e che sto illustrando; mi riservo poi di intervenire sugli aspetti riguardanti le scelte politiche negli interventi in sede di discussione generale, quindi nel prossimo intervento.

Da gennaio ad aprile la III Commissione consiliare ha analizzato e ha approfondito i contenuti dei due progetti di legge citati e del piano rifiuti, con il supporto dei dirigenti del dipartimento ambiente, dei tecnici estensori del piano rifiuti, ma va detto che un contributo particolarmente rilevante è venuto dalle puntuali osservazioni pervenute dagli enti locali, in particolare dai Comuni sedi delle due discariche di Pompiod e di Chalamy, dai comitati di cittadini e dalle organizzazioni di categoria. Il lavoro di analisi e di documentazione e il confronto che è avvenuto nelle audizioni effettuate hanno portato a delle modifiche, a delle correzioni e integrazioni in varie parti del piano e, come si è detto, anche in maniera sostanziosa nel testo di legge che lo accompagna.

Il testo che arriva oggi in aula recepisce nella sostanza molti elementi della proposta di legge 45, che è nata dalla necessità di colmare un vuoto normativo sugli aspetti della gestione dei rifiuti, in particolare su quella dei rifiuti speciali, che nella legge 31 del 2007, "Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti", risulta del tutto carente. La legge del 2007, che era considerata la legge quadro regionale in materia di gestione dei rifiuti, è nel suo complesso uno strumento ormai obsoleto e in parte anche inadeguato. Con il testo che si discute oggi, si introducono delle necessarie integrazioni, ma sono delle modifiche parziali. L'auspicio è quello che l'intera legge 31 del 2007 venga riformata e adeguata in tempi rapidi, al fine di disporre di una normativa regionale aggiornata e allineata a quella nazionale e eurounitaria.

La proposta di legge 45 che avevamo presentato aveva l'obiettivo di introdurre dei principi e dei criteri innovativi per la pianificazione, coerentemente con quanto affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza 76 del 2021 e analogamente anche a quanto fatto da altre Regioni attraverso degli interventi legislativi che sono stati ritenuti legittimi dalla Corte costituzionale.

Lo scopo di quella proposta di legge, costituita da sette articoli e da undici commi, era di introdurre nella normativa regionale alcuni principi generali sulla gestione dei rifiuti, sulla base delle normative nazionali ed europee varate negli anni, e inoltre di regolare con chiarezza la materia dei rifiuti speciali, nel rispetto di quanto precisato dalla Corte costituzionale nel 2021. Quindi, quella proposta di legge non verteva esclusivamente sui rifiuti speciali. Il disegno di legge 50, invece, così come era stato varato dalla Giunta il 31 dicembre del 2021, era un testo molto scarno e privo di contenuti, in quanto prevedeva unicamente l'approvazione del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026. Quindi, un testo di pochi articoli che era sostanzialmente la copertina del piano rifiuti.

Con il nuovo testo si è passati da un provvedimento legislativo licenziato dalla Giunta e costituito da tre articoli e sei commi a una norma sicuramente più articolata e completa, che è di sei articoli e sedici commi; anche semplicemente la sua articolazione è cambiata ed è significativo. Si capisce che l'impostazione è cambiata nel lavoro che è stato effettuato in questi mesi.

I commi degli articoli 1 e 2 riprendono in sostanza gli articoli 1, 2, 3 e 4 della proposta di legge 45; sono stati leggermente trasformati, ma la sostanza è quella.

L'articolo 2 declina in modo più preciso gli obiettivi dell'aggiornamento dei piani rifiuti.

L'articolo 4 inserisce la tabella dei rifiuti speciali per il conferimento dei rifiuti in discarica. Una tabella che non era presente nel disegno di legge 50, mentre lo era, con una diversa articolazione, con delle diverse voci e tariffe, nella proposta di legge 45.

L'articolo più significativo del nuovo testo, come è stato sottolineato anche dal collega Chatrian, è sicuramente l'articolo 5, che è relativo alle disposizioni transitorie. Un articolo che recepisce parte dell'articolo 6 della proposta di legge 45, un articolo il cui nocciolo è costituito dal comma 2 che sottolinea come le disposizioni di settore recanti norme imperative siano da applicare anche ai procedimenti e alle autorizzazioni in essere alla data di entrata in vigore della nuova legge. Una formulazione che però, a nostro avviso, è ancora da affinare e da migliorare e, come già detto, speriamo che lo si possa fare in questa discussione consiliare.

Si tratta comunque di un testo che è un indubbio passo avanti rispetto a un disegno di legge che non diceva nulla su un tema cruciale come quello delle discariche dei rifiuti speciali già autorizzate nella nostra regione.

In conclusione, il testo di legge coordinato di Commissione evidenzia quel lavoro prezioso che ho detto all'inizio, fatto attraverso un confronto durato tre mesi. Noi lo consideriamo ancora al momento un testo aperto, nel senso che il lavoro, secondo noi, non si è concluso del tutto: ci sono alcuni nodi da sciogliere, dovremo farlo oggi in aula con l'analisi dell'articolato e degli emendamenti che abbiamo presentato.

Desidero ringraziare in modo particolare i dirigenti e i funzionari del dipartimento ambiente che ci hanno accompagnati nel lavoro di questi mesi, il dipartimento legislativo e aiuti di Stato, i tecnici estensori del piano per il lavoro svolto, i sindaci e gli amministratori dei Comuni, in particolare di Aymavilles, Jovençan, Issogne, Champdepraz, il CPEL, i comitati di Pompiod e di Chalamy e le organizzazioni che hanno fattivamente collaborato all'analisi del piano rifiuti e si sono confrontati con i commissari e con i consiglieri che hanno preso parte ai lavori.

Presidente - A questo punto si apre la discussione generale dopo le due relazioni. Consigliere Marquis ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Ho ascoltato con attenzione la relazione che è stata illustrata dal collega Chatrian, che ha dato conto di tutti i lavori che sono stati fatti anche all'interno della Commissione competente, in relazione all'analisi dell'aggiornamento del piano rifiuti 2022-2025, che sostituisce il precedente 2015-2020 e, come è stato ben detto, sostanzialmente recepisce quelli che sono gli indirizzi delle direttive comunitarie e sarà anche uno strumento utile per accedere poi alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Evidentemente è un tema questo che ci accomuna a tutti i territori sovraordinati ai nostri, cioè su scala europea. Evidentemente le norme sono le stesse, le direttive che partono dall'Europa, poi noi in Italia siamo sempre più bravi degli altri, abbiamo più sensibilità e quindi da lì in avanti iniziano i nostri problemi.

Leggevo poc'anzi un articolo che è uscito ieri su Il Sole 24 Ore sull'argomento e sostanzialmente viene detto: pochi progetti nuovi, diffidenza da parte della collettività verso i termovalorizzatori e un gap enorme con i paesi più virtuosi in Europa. Questa è la situazione della gestione dei rifiuti in Italia, dove in tutto si contano 37 impianti di termovalorizzazione contro i 96 in Germania e ben 126 in Francia. Questo per dire che sono problematiche complesse che vengono trattate diversamente da stato a stato. Gli altri sottostanno alle stesse norme nostre, solo che poi noi, con tutta una serie di politiche sinistre, andiamo alla fine a creare dei danni ambientali, piuttosto che salvaguardare l'ambiente.

Voglio riprendere un altro elemento che viene riportato dall'articolo, dove viene evidenziato che il problema in Italia su questo settore sono i costi del trasporto, Vengono fatti 108 mila viaggi all'anno in più di quelli che sarebbero necessari, se ci fosse un'organizzazione razionale della gestione, e tutto questo incide 75 milioni di euro in più sulla Tari che poi pagano i nostri cittadini. Il ricorso alle discariche è del 21 percento contro il 10 che chiede la normativa europea. Quindi, tutta questa sensibilizzazione che è stata fatta negli anni a favore del trattamento delle discariche, piuttosto che al trattamento a caldo di termovalorizzazione, ha portato non alla salvaguardia della salute dei cittadini, ma all'aumento delle bollette dei cittadini, e noi ne sappiamo qualcosa anche in Valle d'Aosta, perché qualche anno fa c'è stato un referendum che ha di fatto condizionato il sistema di raccolta, di gestione e di trattamento dei rifiuti prodotti sul nostro territorio. Tutto questo oggi comincia a dare i suoi frutti negativi, perché tutti si rendono conto di qual è stato il risultato, tutti possono fare un'analisi nella propria famiglia, di quanto ammontavano le bollette dieci anni fa, quanto costano oggi e, perché no, si potrebbe cominciare a fare anche una riflessione di quello che costeranno domani, alla luce del recepimento di questi principi che noi oggi andiamo a esaminare.

La nostra realtà è diversa rispetto a quella dei territori più ampi, perché il nostro modello insediativo, l'essere una regione di montagna, dà delle difficoltà aggiuntive, così come le dà la nostra vocazione stagionale; sono problemi molto complessi. È del tutto evidente che all'interno di questi piani si trattano dei principi generali, il problema diventa poi l'attuazione di questi modelli, che poi da qui in avanti sfugge sempre qualcosa di mano a tutti, si arriva in fondo e l'ultimo che applica il piano dice che è colpa di chi ha definito i principi; ma il risultato è che tutto si riversa nelle bollette che la gente deve pagare.

Basta leggere alcuni dei contenuti di questo piano dove si dice che aumenterà la raccolta differenziata, ci sarà una maggiore differenziazione nei prossimi anni da mettere in atto. Maggiore differenziazione significa maggiori mezzi che gireranno sul territorio. Il costo di questo servizio, per la maggior parte, la componente più grossa è la raccolta e il trasporto, tenuto conto dell'articolazione del nostro territorio. Questo significa che, se questa materia non viene gestita con estrema attenzione, sfuggirà di mano e porterà un aumento indiscriminato delle bollette che la gente dovrà pagare. Al di là della sostenibilità ambientale, quello che avrei apprezzato è che fossero dedicate alcune parole anche alla sostenibilità economica di questo piano. Purtroppo si dirà che è una questione che bisognerà affrontare nei successivi momenti, però a livello di principio, secondo me, andrebbe evidenziato questo tema, perché è un problema che è più grande. La sostenibilità ambientale siamo tutti d'accordo di perseguirla, così come bisogna rendersi conto poi di quella che è l'analisi dei numeri, perché qui dentro quest'aula sono state fatte delle battaglie per elettrificare la ferrovia, per togliere l'equivalente delle emissioni di una ventina di camion al giorno che girano sul territorio. Se fossero state fatte le battaglie per elettrificare i camion che girano per raccogliere i rifiuti, avremmo ottenuto maggiori benefici ambientali.

Credo che occorra fare un'analisi su questo argomento a 360 gradi. Pertanto, va tutto bene il recepimento dei principi, ma quello che viene un pochettino meno, anche se qualcuno potrà dire "siamo a livello di definizione dei principi", è che tra i principi non viene citato a sufficienza, a mio avviso, l'aspetto del riverbero economico delle scelte che andranno fatte. Molto probabilmente, se non è stato fatto in questa fase dovrà essere fatto a questo punto nella successiva, di entrare nel merito con grande attenzione, per non lasciare poi il tutto in balia di quelli che saranno gli applicatori di questi principi, che saranno i sub ATO o l'ATO eventualmente, se si provvederà a una riorganizzazione di carattere generale della gestione.

Questo, a mio avviso, sia per quanto riguarda i cittadini e sia per quanto riguarda poi le aziende, perché abbiamo vissuto anche tutta la questione dei rifiuti speciali e dei rifiuti non pericolosi che ha interessato i lavori di quest'aula e sappiamo bene quanto siano temi, così come la giustizia, che sono cavalcati politicamente da forze politiche che, alla fine, al di là di incidere sulla sostenibilità e il raggiungimento di quelli che sono obiettivi sani che ci si prefigge e che ci sono a monte, portano poi a delle deformazioni e a degli effetti che sono pesantissimi per la comunità che noi siamo chiamati a rappresentare in quest'aula.

Presidente - Il consigliere Testolin si è prenotato, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Intervengo volentieri in questa seduta del Consiglio dedicata a questa norma e a questo nuovo piano che è stato, a mio avviso, illustrato in maniera puntuale e completa dal relatore Chatrian nella sua completezza, esplicitando quella che è stata un'analisi sviluppata all'interno dell'aula consiliare e nella dovuta Commissione negli scorsi quattro mesi, con una presa in carico da parte dei commissari di una problematica molto complessa, molto articolata, che ha subito nel tempo anche delle modifiche importanti. Ne sono stati illustrati le finalità, gli obiettivi, i parametri da raggiungere, le regole che sono state imposte a monte dall'ordinamento europeo così come da quello nazionale, la necessità di avere quindi una coerenza e un allineamento con queste indicazioni. Sono stati anche indicati i percorsi stringenti di avvicinamento a quelli che sono dei parametri da raggiungere nel prossimo periodo, indicando anche alcuni interventi persino più virtuosi rispetto alle richieste del panorama internazionale.

Credo che questo percorso abbia permesso a chi ha voluto approfondire, a chi ha voluto lavorare per analizzare tutte le dinamiche, le criticità e anche le opportunità, io direi, che possono trovarsi in un piano di questo tipo, abbia dato la possibilità di verificare con mano e di poter approfondire determinati concetti e determinate situazioni che, a mio avviso, debbono poi portare a una successiva operatività. E su questo mi focalizzerei, cioè su quello che è stato fatto all'interno della Commissione e su quelle che invece saranno le attività da mettere in campo dopo l'approvazione di questo primo step di una nuova gestione dei rifiuti.

Ho ascoltato con attenzione sia la relazione della collega Minelli, sia l'intervento del collega Marquis. Ho apprezzato alcune considerazioni che sono state sviluppate sull'analisi dei costi, è una riflessione che ho fatto anch'io durante il percorso e ho cercato di approfondirlo. Credo che però non sia sufficiente analizzarlo solo ed esclusivamente all'interno di quest'aula, ma bisogna cercare di dare un contributo nella fase di allestimento dei processi normativi, che sono frutto di un confronto di esigenze tecniche, di esigenze economiche, di esigenze anche operative, che sono state messe in evidenza, che sono state prese in considerazione e che sono state espresse in quest'aula da parte delle amministrazioni comunali in primis, che si trovano attraverso le Unités des Communes a gestire in maniera non semplice un'incombenza che richiede molte energie per poter essere sviluppata, molta attenzione e anche un coinvolgimento che magari non sempre c'è da parte di chi non gestisce direttamente questo tipo di problematica o questo tipo di attività. Credo che all'interno del processo di analisi di questo disegno di legge ci sarebbe stata la possibilità di accogliere ulteriori eventuali indicazioni che avessero potuto migliorare, anche sotto questo aspetto, questa norma.

Alcune valutazioni vanno a riprendere un po' quello che è già stato sottolineato dal collega relatore, vale a dire l'attenzione che c'è stata nell'analisi di questo documento in merito principalmente a delle criticità che sono emerse in questi ultimi anni, in funzione di timori che giustamente la popolazione di alcuni territori hanno palesato. Sono timori che sono stati presi in carico e sono stati presi in considerazione, andando a inserire tutta una serie di meccanismi all'interno della norma e dell'allegato, che possano tracciare un percorso di ancora maggiore sicurezza, rispetto a quelle che erano le attenzioni che necessitavano e necessitano nel trattamento dei rifiuti, in particolare modo di alcune tipologie. Penso che siano stati presi in considerazione tutti quegli accorgimenti necessari alle amministrazioni comunali e alle Unités des Communes, che possono permettere uno sviluppo ordinato e che possano portare un impatto il meno pesante possibile su quello che sarà il riversamento dei costi di questi servizi, che ricadranno per un 50 percento in funzione di quelle che sono delle scelte strategiche e generali macro, che sono state indicate e che vengono analizzate nel dettaglio da questo piano, ma che per l'altro 50 percento saranno la conseguenza di iniziative, di atteggiamenti, di scelte anche sulla tipologia di raccolta e quant'altro, che dovranno essere messe in campo a seconda di quelle che sono le caratteristiche dei vari territori interessati da questo tipo di gestione. Quindi, anche la riduzione dei sub ATO a un unico ATO dovrà essere un percorso da metabolizzare e da elaborare all'interno delle varie amministrazioni sotto, io direi, il coordinamento e comunque il confronto con l'amministrazione regionale, che dovrà essere un punto sempre di riferimento per tirare un po' le fila di quelle che sono le iniziative che dovranno essere il più omogenee possibili sul territorio, proprio per non discriminare alcuni territori rispetto ad altri.

È chiaro che l'aspetto costi è indubbiamente una conseguenza di un meccanismo che nel tempo ci ha portato ad appesantire tutta una serie di situazioni di servizi che dobbiamo andare a fornire, ma è anche frutto di scelte politiche del passato, ahimè, ed è stato già sottolineato, che oggi ci portano a dover forzatamente perseguire una sola tipologia di scelta, un solo percorso per portare avanti questo tipo di gestione.

Credo che l'attenzione che è stata rivolta nelle fasi di approfondimento alle osservazioni, non solo a quelle istituzionali che sono state raccolte, nel periodo se non sbaglio da settembre a dicembre dello scorso anno, ma anche nella fase di valutazione del documento all'interno della Commissione, dimostri un'attenzione e un interesse della politica a quelle che sono state le istanze dei portatori di interesse, siano questi comitati territoriali, piuttosto che amministrazioni comunali, piuttosto che associazioni di categoria o Confindustria, che hanno portato il loro contributo per migliorare e far sì che dopo tre mesi di lavoro sia uscita una proposta ampiamente modificata, molto modificata rispetto a quella che era la proposta inizialmente arrivata all'attenzione della Commissione consiliare competente. Da qua però parte un percorso più complesso, a mio avviso, perché il libro dei sogni si può sempre scrivere, è semplice trovare sulla carta quelle che possono essere delle soluzioni, ma la difficoltà poi rimane nella gestione puntuale e quotidiana delle attività. Le attività che, lo ripeto e lo ribadisco, saranno in capo ai Comuni, molte volte anche da un punto di vista amministrativo e di personale, per affrontare in maniera adeguata questo tipo di problematiche.

L'attenzione dell'Amministrazione regionale dovrà essere, così come richiesto dagli stessi enti locali, quella di dare la possibilità di implementare gli organici di riferimento a questa tipologia di servizio, per permettere un'adeguata informazione, da una parte, una corretta analisi di quelle che possono essere le soluzioni tecniche da applicarsi, delle tipologie di servizio da svolgere sul proprio territorio, ma anche di controllo e di informazione alla popolazione. Una popolazione che non potrà più chiamarsi fuori dallo sforzo che dovrà svolgere per contribuire a rendere più virtuoso questo meccanismo di economia circolare e per cercare di contribuire in maniera fattiva, non tanto per pensare di poter avere un risparmio da un punto di vista economico, ma per pensare di avere una gestione più corretta, più ordinata e più utile alla salvaguardia del proprio territorio da qua al futuro prossimo, che toccherà la nostra generazione senz'altro, ma le generazioni a venire.

Ci vorrebbe anche un po' meno ambiguità da parte della politica nel ribadire sempre che la raccolta differenziata, piuttosto che certi atteggiamenti virtuosi, possano essere economicamente vantaggiosi per la popolazione. Purtroppo questa tipologia di sistema e anche il riutilizzo e il riciclo del materiale non sarà indolore da un punto di vista finanziario per le tasche dei contribuenti; bisogna essere abbastanza chiari. Quello che è vero però è che possono uscire delle opportunità interessanti. Mi viene da dire che anche l'Amministrazione regionale dovrà farsi carico di introdurre, ad esempio, all'interno di determinati appalti, di determinati servizi, l'utilizzo di materiale di riciclo, quindi materie prime seconde che dovranno essere valorizzate, dovranno avere un loro prezziario, dovranno essere convenienti nel loro utilizzo per chi le produce, per chi segue dei percorsi di analisi, di recupero e di rimessa in circolo di questi materiali, che possa effettivamente dare lo sbocco anche da un punto di vista occupazionale e operativo a chi da qualche anno si è preso carico di fare tutta una serie di servizi in maniera attenta all'ambiente, attenta alle regole, attenta a quelle che sono le necessarie modalità operative, che però devono essere giustamente remunerate, devono essere introdotte all'interno dei processi di acquisizione dei servizi da parte della pubblica amministrazione in primis, per poi essere abbracciati, se possibile, in qualche modo anche dalle attività private che potranno, in determinati ambiti, utilizzare questo tipo di percorso.

Per concludere, mi permetto ancora di fare due valutazioni. Una è quella relativa alla condizionalità. L'approvazione di questi percorsi per l'allineamento con le richieste da parte dell'assegnazione dei fondi del PNRR è sicuramente un'azione di stimolo: lo è per la nostra Regione ma non soltanto, perché altre Regioni sono non puntuali nell'approvazione dei piani rifiuti, ma il vincolo e la condizionalità del PNRR è solo uno degli aspetti. Io credo che la spendibilità di un territorio, che possa fregiarsi di un virtuosismo all'interno di quello che è il percorso di valorizzazione dei rifiuti e di una valorizzazione delle attività propedeutiche a un'economia circolare vera, possa essere anche attrattiva di nuovi capitali e di nuovi investimenti, sia in ambito turistico che di altre attività produttive, che sono sempre più attente alla localizzazione dei loro centri di sviluppo, centri di crescita e di ricerca all'interno di territori che possono fregiarsi di questo tipo di situazioni. Così come la nostra Regione è all'avanguardia nella produzione di energia verde, penso che momenti dove possa trasparire anche un'attenzione verso questi ambiti ecologici e di recupero dei propri materiali, possa essere un percorso spendibile a livello locale, nazionale ed internazionale, per ridare slancio anche all'economia che deve trovare non soltanto dei costi aggiuntivi in questo tipo di dinamiche, ma anche delle nuove opportunità di lavoro, di crescita e di proporsi in maniera positiva sui vari mercati.

Presidente - Il collega segretario Jordan si è prenotato, ne ha facoltà.

Jordan (AV-VDA UNIE) - Come anticipato dal collega Chatrian e da chi mi ha preceduto, con la proposta di approvazione di quest'importante documento di programmazione, seguendo l'impostazione del Governo, della maggioranza, ma soprattutto grazie al lavoro della Commissione consiliare e infine il confronto odierno, oggi si definisce un quadro di principi, un quadro metodologico, che costituisce il riferimento futuro per la gestione di un complesso tema come quello della raccolta, della gestione, del recupero e dello smaltimento dei rifiuti.

Come ricordato, il piano nasce come conseguenza di adeguamenti a norme e a principi che discendono dalle direttive comunitarie in tema ambientale, ma soprattutto, e questo ritengo che sia importante, il piano nasce per indicare e definire l'impostazione metodologica e di gestione del tema dei rifiuti, anche modificando, integrando e soprattutto attualizzando quanto è stato fatto in questi anni, grazie al fattivo contributo delle strutture regionali competenti ma anche, come è già stato evidenziato precedentemente, dal sistema degli enti locali che è protagonista in una parte del servizio.

Il piano, come dicevo, definisce obiettivi, ma soprattutto fornisce un'impostazione metodologica. Un'impostazione che è nel rispetto delle norme e dei vincoli in tema ambientale, però è un'impostazione che deve permetterci di raggiungere obiettivi virtuosi, dal punto di vista del rispetto dell'ambiente, ma anche soprattutto migliorando il sistema gestionale di raccolta, di selezione e di smaltimento. Tutto questo va fatto ponendo fortemente al centro il tema dell'economia circolare, la riduzione della produzione dei rifiuti e il loro riutilizzo, e questo nel rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali, così come diceva il collega Testolin. Questa è la logica consequenziale del passaggio tra differenziare e smaltire, che era alla base dei precedenti piani, e il ridurre la produzione, selezionare e recuperare, così come è indicato in questo piano.

Il piano definisce obiettivi programmatori e di indirizzo, pertanto - lo si diceva adesso - è necessario e occorre dare attuazione a queste indicazioni, in modo che tutti gli attori coinvolti agiscano in modo coordinato e ciascuno per le proprie competenze. Anche attraverso le integrazioni che sono state formulate dalla e attraverso la Commissione consiliare competente, si potranno definire gli aspetti gestionali e più pratici di un sistema di raccolta e di gestione dei rifiuti. Questo con una modalità più attuale e più efficace rispetto a quanto è stato fatto nel passato, valutando attentamente, uniformando le decisioni su tutto il territorio regionale, quando sarà opportuno farlo, ma anche sapendo in maniera intelligente salvaguardare le particolarità del nostro territorio, quindi adattando - mi riferisco soprattutto al sistema di raccolta - le migliori e più efficaci modalità di gestione del servizio in termini di obiettivi da raggiungere, di efficacia del servizio e di impatto economico ai cittadini, che va giustamente, come è stato detto, controllato.

Il piano dedica molta attenzione, come è giusto che sia, al contenuto del volume secondo e quarto, quelli relativi alla gestione dei rifiuti speciali e all'individuazione delle aree idonee per il trattamento di tali rifiuti. Una grande attenzione a questo tema che è stata dedicata da parte dei gruppi politici e consiliari della maggioranza, e non solo da un gruppo di opposizione per il quale do atto, anche se non condivido totalmente le idee politiche, del lavoro e del grande studio della collega Minelli; un lavoro - lo ha detto prima - che ha permesso di integrare il disegno di legge di approvazione che è in discussione oggi con alcuni elementi, che sono presenti nella proposta di legge 45, da loro proposti. Ritengo doveroso aggiungere anche che una grande attenzione a questo tema dei rifiuti speciali è stata data dalle strutture tecniche regionali, che hanno dato un grosso supporto nell'elaborazione del piano e nella discussione in Commissione.

Un'attenzione, quella che dicevo, che si concretizza con previsioni normative che devono essere legittime, e non solamente ipotetiche, come qualcuno vorrebbe. Devono essere previsioni normative pragmatiche e devono essere in grado di gestire e codificare una problematica che oggettivamente è molto complessa. Vi assicuro, colleghi, che noi autonomisti ci riconosciamo nei valori di un sano, reale e pragmatico ambientalismo e nel rispetto del nostro territorio. Questi elementi fanno parte dei nostri ideali politici, così come sono convinto che questi valori siano presenti in tutte le formazioni politiche della maggioranza e dell'opposizione. Il rispetto dell'ambiente non è, pertanto, primato di qualcuno, come si vorrebbe far credere. Non ci si divide, come qualcuno continua a rappresentare, e lo fa ai fini di propaganda politica poco seria, non ci si divide tra buoni e cattivi su questo tema, non ci si divide tra chi sostiene di essere il solo difensore del territorio valdostano e gli altri, noi, siamo additati come poco rispettosi del nostro territorio. Non ci sto, non ci stiamo!

Vedo invece, ed è un mio giudizio personale, una divisione concettuale sui rifiuti speciali, divisione evidente tra chi si arroga sui grandi "No", sui grandi "No nel mio giardino", così come è indicato nella sindrome NIMBY, o su dei "No, non qui in Valle". Interessante che si dica "Non qui in Valle" e non si dica nulla sul fatto che molti rifiuti speciali devono andare fuori Valle, perché qui non siamo attrezzati per gestirli; questo non è rispetto dell'ambiente, mi sembra di no. Ci si divide, e non è corretto, tra chi dice no e chi invece deve responsabilmente gestire una problematica e trovare soluzioni che non sono facili, come dicevo prima.

Quest'attività la stiamo facendo e stiamo facendo in modo che quanto fatto nel passato, rispetto ad alcuni siti di smaltimento di rifiuti che su tanti codici CER autorizzati, non si ripeta, e questo piano va proprio in questa direzione. Il piano definisce vincoli autorizzativi forti, impedendo possibili speculazioni sul tema dei rifiuti. Vincoli che però, in modo responsabile, tengono conto, come è giusto che sia, che sono necessarie le discariche presenti sul territorio regionale e sono necessarie per raccogliere rifiuti speciali o meno che il nostro territorio produce, che la nostra economia produce.

Con il piano, e mi avvio alla conclusione, si affronta e si codifica un tema complesso come quello delle discariche di Pompiod e Chalamy, che oggettivamente hanno creato legittime preoccupazioni e sulle quali sono state messe giustamente tutte le attenzioni del caso, non solo da parte dei cittadini e dei Comuni in cui insistono le discariche e dai diversi comitati, ma anche da noi e da tutta la politica. Con questo piano si definiscono le basi normative che permetteranno nei prossimi mesi di definire positivamente questa vicenda, questo con tutto il rispetto per il territorio e per l'ambiente.

Presidente - Consigliere segretario Distort ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Dobbiamo esprimere un giudizio sul tema dei rifiuti, sia in ambito dei rifiuti urbani che in ambito dei rifiuti da attività produttive e correlato al tema delle discariche. L'argomento è di una complessità estrema, fondamentale, a forte impatto, articolato e soprattutto urgente. Non vorrei essere lapalissiano, ma è una premessa fondamentale, perché questo giudizio va espresso dopo che abbiamo alle spalle quattro mesi di lavoro in Commissione, ma che sommano solamente da trenta, al massimo quaranta ore di approfondimento. Questo è soltanto un dato e non vuole minimamente essere una critica al lavoro di Commissione; lo sto dicendo guardando e indirizzandomi al presidente di Commissione. È un dato che ci evidenzia l'importanza di con quali armi noi, soprattutto noi forza di opposizione, ci troviamo a formulare un giudizio di idee, di visione, su di uno tra i temi più imponenti della vita della nostra regione.

Ma in definitiva è un po' il destino che caratterizza il tema dei rifiuti, se pensiamo che nel 2012 la stragrande maggioranza degli elettori ha partecipato al voto referendario contro il pirogassificatore, sulla base fondamentalmente delle informazioni diffuse dai populismi pseudo ambientalisti, per decidere su di una scelta che incide profondamente sul piano che discutiamo oggi. Sed sicut est e, come diceva Huxley nel suo romanzo "Il mondo nuovo", l'esperienza non è quello che accade a un uomo, ma è ciò che un uomo fa con quello che accade. Così noi, come gruppo Lega, con le armi conoscitive che abbiamo e gli approfondimenti che chiaramente ci siamo autofinanziati, con la nostra visione di amministrazione, di ambiente, di paesaggio, con la nostra sensibilità per la terra in cui viviamo e verso la comunità che in essa cresce, vive e lavora, esprimiamo le seguenti considerazioni.

Volume primo, rifiuti urbani: fondamentalmente alcune riflessioni. Il concepimento della visione del trattamento dei rifiuti urbani è basato sulla differenziazione, che è a carico dei singoli utenti, e noi ci affidiamo - di conseguenza - a due elementi fondamentali: la buona volontà del singolo utente e la capacità di ben differenziare. Già qui noi capiamo che abbiamo un tema così delicato, così importante ed è un tema che noi mettiamo "ostaggio" della buona volontà, ma non solo, anche della capacità di saper fare della differenziazione corretta; questo è già un punto debole. Un punto debole è il sistema di raccolta dei rifiuti, come ha detto il collega Marquis lo ribadisco anch'io, abbiamo un impatto ambientale e un impatto economico che si evidenzia con l'impiego dei mezzi di trasporto, il personale che si deve pagare, l'utilizzo del carburante, la manutenzione dei mezzi.

Un altro punto debole: Enval ha espresso chiaramente una bassa qualità della differenziazione prodotta dai singoli cittadini e, malgrado l'attività dei cittadini a monte e malgrado l'attività di trattamento in impianto, la qualità del prodotto che emerge a fine di tutto questo ciclo tendenzialmente è bassa. Questo fa sì che Enval è costretta al ricompattamento nell'indifferenziato e alla destinazione nella sezione di discarica, oppure al trasporto fuori Valle presso le strutture di pirogassificazione esistenti. Questo, oltre ad essere un paradosso ideologico, è un ulteriore costo che si trasferisce sui cittadini. Tutto questo fa supporre un molto probabile aumento degli importi di TARI a carico dei cittadini. Tutto questo, in un contesto in cui i costi energetici sono elevatissimi, viene da chiederci: quanto possiamo permetterci questa soluzione?

L'ambiente, se lo si ama, lo si difende. Per difenderlo bisogna dargli le armi e, c'è poco da fare, le armi per difendere l'ambiente sono fondamentalmente basate su leggi di mercato, su leva economica. Che ci piaccia o non ci piaccia noi dobbiamo saper costruire un'economia basata sulla redditività delle attività, compresa l'attività di smaltimento di utilizzo e trattamento dei rifiuti.

Per quanto riguarda il secondo volume, i rifiuti speciali, si tratta in grandi capitoli dei rifiuti inerti da demolizione e scavo, rifiuti speciali suddivisi in pericolosi e non pericolosi. Per i rifiuti inerti da demolizione, sempre nell'ambito di osservazioni che noi vogliamo dare a titolo di contributo, abbiamo fondamentalmente la presenza di strutture di discarica a livello comunale, che raccolgono gli inerti da demolizione e da scavo. Sono quei tipi di rifiuti che generano meno impatto ambientale, soprattutto generano meno antipatia da parte dei comitati antidiscarica; quindi potremmo dire tutto bene? Non è proprio così, perché osserviamo che per quanto riguarda la disposizione e la dislocazione degli impianti di discarica sul territorio regionale, noi abbiamo una distribuzione poco equilibrata e poco strategica rispetto al territorio: ci sono zone scoperte dai servizi; ci sono dimensionamenti poco equilibrati e poco strategici rispetto alla previsione di saturazione delle discariche; c'è una tendenza alla limitazione e all'accettazione esclusiva dei materiali provenienti da attività svolte all'interno dei comuni competenti alla discarica stessa. Questi sono dei limiti e noi nel piano non troviamo una risposta.

Rifiuti speciali, le due grandi famiglie: i non pericolosi provengono da attività produttive, non sono assimilabili a semplici rifiuti inerti, ma non posseggono al loro interno in assemblaggio sostanze ritenute pericolose per l'ambiente. Il problema si pone quando arriviamo ai rifiuti speciali pericolosi, sono quelli che contengono al loro interno sostanze ritenute inquinanti e questi rifiuti devono essere trattati per ridurne la pericolosità e renderli innocui. Non sono mostri, sono rifiuti che vanno trattati. Esistono tecnologie di trattamento: bisogna lavorare, continuare a lavorare sotto questa linea, sulla linea dell'approfondimento tecnologico.

Alcuni rifiuti speciali pericolosi sono amianto È del tutto evidente, penso che asbestosi e tumore ai polmoni non siano fatti assolutamente irrilevanti, e pensate che esiste un sistema di trattamento che è stato concepito, è stato codificato, rientra nelle prassi edilizie, per minimizzare l'impatto sulla salute di tutte le strutture e degli elementi d'amianto che abbiamo nel nostro territorio. Abbiamo anche la lana di roccia, abbiamo il cartongesso, guaine impermeabilizzanti, vernici, materiale che non ha superato l'esame di caratterizzazione, traversine ferroviarie, materiali da brucio, barattoli, stracci, medicinali, sostanze grasse. Capiamo che sono materiali provenienti dall'attività quotidiana delle attività imprenditoriali.

Proprio in questo ambito si genera quello che ha definito il collega Jordan, il NIMBY Factor: nessuno li vuole nel proprio territorio, benché esistano - ripeto - tecniche e tecnologie di trattamento perfettamente omologate dagli organi di monitoraggio più accreditati. Quindi, alle tensioni prodotte dalle iniziative popolari in questo settore che non giudico, di cui prendo atto, prendo atto anche però che, a fronte di queste tensioni, il piano non fornisce risposte o soluzioni alternative capaci di dirimere le questioni. I comitati rimarranno scontenti, i cittadini rimarranno preoccupati, i gestori degli impianti rimarranno con la spada di Damocle di restrizioni o chiusure, preparando i loro avvocati alla difesa e all'eventuale rivalsa verso la pubblica amministrazione che tra l'altro, in caso di loro vittoria, dovrà sostenere dei costi proveniente dai soldi pubblici. I conferitori dovranno destreggiarsi per il conferimento di alcuni rifiuti, soprattutto nell'ambito dell'edilizia, che prevede il trasporto di alcuni materiali fuori Valle, in Piemonte, Lombardia e Liguria, con costi che graveranno di conseguenza sui loro committenti.

All'assenza di queste risposte si aggiunge l'assenza di indicazioni di misure efficaci, di mitigazione degli impatti ambientali e paesaggistici delle discariche in genere, mentre esiste una letteratura in ambito dell'ingegneria naturalistica, della bioingegneria, dell'architettura paesaggistica, che tanto avrebbe da suggerire, neutralizzando buona parte delle interferenze tra le discariche e la popolazione e disinnescherebbe l'attività dei comitati; tanto più in un territorio come il nostro a vocazione turistica dove l'elemento bellezza non è un fatto e un vezzo marginale, ma è un elemento sostanziale della nostra sostenibilità economica.

Noi rimaniamo sconcertati da alcune prassi amministrative, e qui dobbiamo fare una riflessione a livello amministrativo, perché c'è una tendenza ostinata da parte di alcuni uffici, alcune strutture, a chiedere ricorso al VIA per parti e operatività o per varianti assolutamente non sostanziali. Io vi cito, a titolo esemplificativo, il caso di una discarica in cui si è voluto procedere con una modifica della viabilità interna per gestire meglio, in maniera più razionale, la dislocazione dei differenti materiali stoccati in discarica; una modifica alla viabilità interna. La risposta dell'ufficio competente è stata l'assoggettamento a valutazione di impatto ambientale. Allora ecco che probabilmente l'ufficio teme di erogare pareri senza i dovuti approfondimenti, probabilmente c'è un atteggiamento di accanimento; io non voglio minimamente additare la questione a qualcuno, nella maniera più assoluta, voglio semplicemente far emergere il tema. Questo vuol dire che non c'è chiarezza, e se non c'è chiarezza, vuol dire che questa chiarezza io non l'ho ritrovata sul piano.

Il volume terzo è dedicato alla bonifica delle aree inquinate e, in sintesi, è un'evocazione del decreto legislativo 152 del 2006; non lo sminuiscono, ma è solo per far breve questo intervento.

Il volume 4: aree idonee e non idonee. È chiaro che, per quanto riguarda la localizzazione degli impianti, è del tutto evidente che si definiscano regole per l'individuazione di aree idonee e non idonee, con specifica dei fattori escludenti, fattori di attenzione, tanto per le caratteristiche geomorfologiche quanto per le diverse categorie di rischio idrogeologico e per le fasce di rispetto riguardo alle attività antropiche, agricole paesaggistiche e culturali. Un elemento che non compare, per quanto sia stato ribadito che il piano abbia un carattere generale pianificatore, però a un certo punto nella genericità si finisce poi per lasciare una responsabilità enorme a chi segue: responsabilità enorme alla Giunta che dovrà poi deliberare in approfondimento, responsabilità agli enti competenti.

Un suggerimento potrebbe essere il fatto che certi rischi idrogeologici esistenti, che collocano la parte di territorio in zone ad alto rischio piuttosto che basso rischio, possano essere risolti attraverso la messa in atto di misure di mitigazione del rischio. Tra l'altro sono elencate, sono specificate facendo ricorso sin dalla deliberazione della Giunta regionale 2939 del 2008: la possibilità di poter mettere in atto delle opere e degli interventi di mitigazione; questo potrebbe permettere a certe aree di passare da una zona, da una categoria di rischio alto a un rischio più basso. Potrebbe essere un suggerimento, perché noi quando facciamo critica, la nostra è sempre costruttiva. Potrebbe essere messo in atto uno strumento leva, cioè far sì che si consenta l'attività di impianto, di installazione di una struttura di discarica, a fronte dell'attuazione di misure di contenimento di questo rischio. È chiaro che l'azienda che impianterà la discarica dovrà fare una valutazione di costi/benefici, ma è comunque una possibilità che non è stata presa in considerazione.

Vorrei aggiungere altri due elementi di riflessione di carattere propositivo. Nel disegno di legge 50 e più volte nel piano si fa espressamente riferimento a un'attività di monitoraggio. L'articolo 4, come ha ben spiegato e introdotto il presidente Chatrian, evidenzia un rapporto di monitoraggio intermedio predisposto dalla struttura regionale competente in materia di rifiuti, in base al quale il piano potrà essere aggiornato. Ma a nostro avviso è necessario che tale attività di monitoraggio non si limiti agli obiettivi e alle ricadute ambientali, ma anche un monitoraggio sull'andamento dei costi dell'attività di gestione dei rifiuti urbani e non, che ricadono direttamente o indirettamente sui cittadini. Questo vuol dire mettere in atto una politica imprenditoriale, sia a livello regionale, sia anche stimolare una politica imprenditoriale a livello comunale. Per noi gruppo Lega il contenimento del costo a carico del cittadino sulla filiera dei rifiuti rimane un requisito imprescindibile! Così come rimane un requisito imprescindibile la possibilità che le attività imprenditoriali possano svolgere il loro lavoro sapendo dove andare a conferire, come conferire, semplificare il più possibile l'attività di conferimento dei materiali di risulta, perché per amare l'ambiente bisogna difenderlo e per difenderlo bisogna dargli le armi, e le armi continuano a essere leva economica.

Ultimo elemento di riflessione propositivo è che all'attività di monitoraggio, e questo per noi è estremamente importante, sia affiancata un'attività costante di ricerca e di sperimentazione dei più recenti sistemi di gestione dei rifiuti, delle buone pratiche, dell'aggiornamento delle tecniche e delle tecnologie prodotte dal mercato. Accenno soltanto che esiste il sistema ArrowBio, di concezione israeliana, per il trattamento altamente efficiente della differenziazione dei rifiuti: arrivano i rifiuti indifferenziati nell'ambito delle strutture di accoglienza e questi rifiuti vengono trattati con dei sistemi con un costo estremamente basso ed un livello di qualità del rifiuto differenziato in fase finale estremamente alto. Esiste la tecnologia basata sulla cogenerazione, che non è né più né meno che la tecnologia in qualche modo parente della pirogassificazione; ha fatto passi avanti enormi. Noi abbiamo impianti che possono essere utilizzati a livello domestico paradossalmente e dobbiamo pensare ad avere una visione. Come ha detto il collega Marquis, avere una visione in questo senso, avere la capacità e il coraggio di mettere in discussione delle posizioni prese nel passato, semplicemente per il fatto che la tecnologia si è evoluta e questa deve essere, come appunto deve essere la tecnologia, al servizio dell'uomo e di una società. Questo approfondimento, attività di ricerca e sperimentazione, deve essere in sinergia con altre attività territoriali, nazionali ed extra nazionali, atenei, istituti di ricerca, associazioni di categoria, aziende di settore.

Si tratta di proposte generali che non abbiamo voluto ridurre alla dimensione di emendamenti, perché queste nostre idee non costituiscono dei semplici correttivi, ma esprimono i caratteri della nostra visione. È proprio con questa visione che continuerà il nostro impegno nello sforzo continuo di approfondimento e di miglioramento del funzionamento dei processi descritti, nell'interesse del nostro territorio e della sua comunità. Questo ci fa dire che forse è il caso di cambiare passo, forse questo cambiamento di passo potrebbe essere l'unica efficace misura per il futuro.

Per tutte queste riflessioni, anticipo già la dichiarazione di voto: noi come gruppo Lega ci asterremo dall'approvazione del disegno di legge 50 e del piano ad esso collegato, così come per la proposta di legge 45, che non esaurisce le nostre perplessità sopra elencate.

Presidente - Vista l'ora, mancano dieci minuti alle una, per non comprimere gli interventi, vi propongo di sospendere e riprendere alle ore 15:00. Non vedo obiezioni, chiudiamo i lavori della mattinata.

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La seduta termina alle ore 12:49.