Oggetto del Consiglio n. 1440 del 6 aprile 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1440/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'acquisto di tre nuovi treni bimodali".
Bertin (Presidente) - Punto n. 34 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ritengo anzitutto necessario dire chiaramente che quest'interpellanza non riguarda l'intera vicenda dei bimodali, ma affronta un aspetto specifico che è costituito dalla possibilità di un ulteriore ordine di acquisto in questo momento di altri tre treni bimodali. Al fine di collocare nel suo quadro corretto la vicenda di cui si occupa quest'interpellanza, va quindi fatta una netta distinzione tra quanto è stato fatto fino ad aprile 2021 e quello che invece c'è dopo quella data. Aprile 2021 è il mese dell'inserimento del progetto di elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta nel PNRR, con un'adeguata copertura finanziaria e una tempistica di realizzazione definita, con i lavori da avviare nel 2024, secondo quello che ci è stato detto, e da concludere entro il 2026.
Sulla fase precedente, quella che va dal 2013 ad aprile 2021, ci sono state e ci sono delle valutazioni diverse. C'è chi era - e probabilmente lo è ancora - convinto che fosse opportuno puntare sui bimodali, e invece c'era chi era - e continua ad essere convinto - che bisognasse accelerare invece sull'elettrificazione della tratta, per la quale esisteva già dal 2010 il progetto preliminare redatto da Italfer. Comunque quella è una storia passata che non si può modificare, la situazione la conosciamo, l'interpellanza non riguarda quella fase ma quella nuova.
L'elettrificazione della Ivrea-Aosta, lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo a beneficio di chi ci ascolta, è prevista da una legge regionale approvata all'unanimità nel 2016, è prevista da un accordo quadro sottoscritto nel 2017 tra Rete Ferroviaria Italiana e la Regione, è prevista da un programma strategico per gli interventi sulla ferrovia approvato nel 2019. Rimaneva, è vero, un elemento di incertezza sui tempi, perché RFI, che aveva trovato i finanziamenti per la progettazione definitiva, doveva reperire i finanziamenti per realizzare le opere. Quest'ultimo elemento di incertezza, come dicevo, è stato risolto con l'inserimento dell'opera nel PNRR un anno fa.
Ora, se fino ad aprile 2021 poteva essere in qualche modo giustificato pensare ad acquistare altri tre treni bimodali, visto che la maggior parte della spesa era a carico dello Stato e i tempi dell'elettrificazione non erano definiti, dopo quella data di aprile la situazione è cambiata. Noi adesso sappiamo - ci è stato detto attraverso anche le slide che sono state proiettate in Commissione - quando inizieranno i lavori di elettrificazione: la data è stata fissata a inizio 2024. Però quello che sappiamo è anche un'altra cosa, cioè che a partire da quell'anno, quindi tra poco, oramai siamo nel 2022, già ad aprile, i treni bimodali non potranno più essere utilizzati come tali, né quelli già di proprietà della Regione né quelli ulteriormente acquistati.
I cinque treni bimodali di proprietà della Regione sono stati ordinari nel 2015 e sono entrati in funzione nell'ottobre del 2019, quindi per averli operativi, dal momento in cui si è deciso l'acquisto a quando sono entrati in servizio, ci sono voluti quattro anni. Poniamo anche l'ipotesi che i tempi si possano ridurre, mettiamo che si riducano a tre anni, ci vuole poi anche tutta l'omologazione e le certificazioni AMIS, eccetera. Comunque i tre nuovi bimodali, che devono ancora essere ordinati, non saranno disponibili se non nel 2025 o forse nel 2026, cioè arriveranno quando i lavori saranno in corso o addirittura a elettrificazione ultimata.
Allora la domanda che ci si pone è questa: viste queste premesse, vista la situazione, che senso ha acquistarli ora, considerato che come veri e propri bimodali non potranno mai essere utilizzati? Mi si dirà che comunque i cinque treni già di proprietà della Regione e quelli nuovi potranno essere utilizzati come treni elettrici, quindi bisognerà rimuovere il gruppo motore diesel ubicato in una cassa a sé stante. Certo, si potranno utilizzare, però solo ed esclusivamente da quel momento in poi come treni elettrici, e non come treni bimodali. Le cose che dico sono scritte anche sul sito ufficiale della Regione: "Lo Stato ha finanziato nel 2017 l'acquisto di ulteriori tre treni bimodali che potranno essere acquistati nei prossimi anni, grazie a un'operazione già presente nel contratto del 2015 con Stadler. Una volta elettrificata la linea Ivrea-Aosta, come previsto dalla legge 22 del 2016, i treni bimodali potranno continuare a percorrere in modalità elettrica. In questo caso si potrà rimuovere il gruppo motore diesel, ubicato su una cassa a sé stante, in modo da alleggerire il treno e ridurne i consumi. "
Un treno bimodale, proprio per le funzioni plurime che ha, costa però di più di un normale treno elettrico, costa quasi il doppio. I cinque bimodali già acquistati sono costati all'incirca 10 milioni di euro l'uno. Come risulta dalle affermazioni che sono state fatte in IV Commissione dal dirigente del servizio Ferrovie che ho riportato nelle premesse dell'interpellanza, la società Stadler, per fornire tre nuovi bimodali, chiede all'incirca euro 2 milioni 300 mila euro in più per ogni treno, quindi come costo a ogni treno andiamo a oltre 12 milioni di euro, cioè andiamo a spendere quasi il doppio rispetto a un treno elettrico, e questo sapendo già che non lo potremo utilizzare con quelle caratteristiche di treno bimodale.
A noi questa appare un'operazione, allo stato delle cose, assurda. La pratica è ferma, perché ci sono dei costi aggiuntivi e circa 6 milioni e mezzo di euro in più da reperire, perché ovviamente la Regione deve fare la sua parte. Secondo noi, visto che in questo momento siamo fermi, ci vorrà uno stanziamento, eccetera, riflettiamo un attimo sulla situazione. Sono dei soldi pubblici, dello Stato, sono dei soldi della Regione e bisogna fare un ragionamento con il Ministero delle infrastrutture e chiedere di poter destinare la cifra disponibile su un altro utilizzo, sempre ovviamente in ambito ferroviario. Magari altre opere, oppure anche altri treni ma elettrici.
Alla luce di queste cose, le domande che abbiamo posto riguardano proprio l'intenzione di confermare tale acquisto, quindi con quali modalità, con quali atti si intende approvare i costi aggiuntivi e poi se non si ritenga invece opportuno congelare le procedure dell'acquisto e avviare un'interlocuzione con il Governo centrale, per una diversa destinazione del contributo statale, ovviamente nell'ambito di investimenti per la ferrovia valdostana.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Lavevaz (UV) - Partirei da alcune considerazioni. La collega Minelli ha spiegato la necessità, prendendo anche dei testi che sono presenti sul sito della Regione che sicuramente non sono sbagliati, ci mancherebbe altro, ma non spiegano esattamente nella compiutezza a livello tecnico quello che si può fare. È abbastanza semplice, nel senso che i treni bimodali, come abbiamo già avuto modo di dire in altre iniziative simili, sono a tutti gli effetti dei treni elettrici che hanno inserito all'interno della struttura, in buona sostanza un generatore diesel, un generatore di corrente, che viene utilizzato per far funzionare il treno nelle tratte in cui non può prendere l'energia elettrica dal pantografo. Il treno bimodale può benissimo funzionare come treno elettrico anche senza smontare il motore diesel, portandosi dietro un carico inutile in quel caso. Mi immagino, ad esempio, in una situazione in cui avessimo anche la tratta Aosta-Pré-Saint-Didier di nuovo in funzione o altre situazioni simili, il treno bimodale potrebbe funzionare come treno elettrico nella tratta sud e come treno diesel nella tratta nord, nella tratta fino a Pré-Saint-Didier; faccio delle ipotesi così buttate lì. Questo solo per spiegare che il treno bimodale di fatto è un treno elettrico.
A differenza invece di quanto afferma, l'iter non è assolutamente fermo. Lei sottolinea sempre questo spartiacque netto tra prima di aprile 2021 e dopo aprile 2021, ma in realtà non c'è nulla che si sia fermato rispetto a questo iter. C'è un'istruttoria che è in fase di valutazione, peraltro abbiamo fatto un incontro anche molto recente, credo non più di 10-15 giorni fa, con Trenitalia proprio al riguardo. La valutazione che si sta facendo è relativa all'ammissibilità dei maggiori oneri prospettanti dal fornitore e contestualmente, soprattutto anche, verificare la possibilità, tenuto conto del fatto che sul mercato nel frattempo ci sono altri tipi di treni bimodali, di ricorrere a delle alternative con analoghe prestazioni, costi inferiori e magari anche con posti a sedere più importanti. Ci sono oggi oggettivamente delle opzioni a costo più basso. Quello che lei ha detto è corretto in parte, nel senso che i treni bimodali hanno un costo più alto rispetto ai corrispettivi treni elettrici, non è il doppio, è circa il 25 percento facendo una media di mercato a parità di posti a sedere.
Chiede poi, entrando nello specifico delle richieste, se si intenda confermare l'acquisto di tre nuovi treni bimodali e in tal caso con quali modalità e con quali atti per approvare i costi aggiuntivi. È chiaro che abbiamo la necessità di acquisire nuovo materiale rotabile, questo è il punto di partenza e credo che questo sia indubbio. Un treno diesel non è percorribile, ma non sto neanche a dirlo perché richiederebbe un cambio a Ivrea, mentre un treno completamente elettrico a oggi pare ancora un passaggio che non ci possiamo permettere, perché è vero, lei ha ripercorso l'iter di inserimento dell'elettrificazione all'interno dei piani di RFI e a valere sul PNRR, tutto assolutamente corretto, ma non mi sentirei di dire, prima di avere tutte le autorizzazioni e di avere i lavori appaltati, di essere certi con matematica certezza che l'elettrificazione venga fatta. Basta fare l'esempio del caso della lunetta di Chivasso per il quale, a fronte di un progetto definitivo, lavori già programmati, finanziati, era tutto in fila, perfetto, ma tutto si è bloccato perché mancava un'autorizzazione da parte di un ente locale. Oggettivamente non possiamo oggi dire: acquistiamo treni elettrici in modo che poi ce li abbiamo quando la linea è elettrificata. I treni bimodali sono stati dieci anni fa, credo in maniera corretta e lungimirante, la scelta operativa più consona e che ha permesso ai Valdostani in questi dieci anni di non dover cambiare il treno ad Ivrea. È stata la scelta più opportuna in quel momento ed è tutt'ora la scelta che ci permette di avere le due opzioni, nel caso in cui le cose non andassero come tutti speriamo.
Detto questo, rispetto ai percorsi che si stanno facendo a livello tecnico, sono due gli aspetti: quello dell'ammissibilità dei maggiori costi indicati e la possibilità di ricorrere a un accordo con Trenitalia per utilizzare i contratti di fornitura di cui Trenitalia stessa dispone, che sono contratti ovviamente di ampia scala, quindi con la possibilità di avere forniture di tipo diverso. Questo è stato oggetto anche dell'incontro che abbiamo fatto la settimana scorsa e l'iter è aperto e si sta approfondendo.
Su questo ovviamente ci sarà la possibilità, eventualmente in Commissione, di confrontarsi e di aggiornarsi sull'iter in corso.
Sull'ultima domanda: "Se non ritenga opportuno congelare le procedure di acquisto dei tre treni bimodali, verificare con il Governo centrale la possibilità di una nuova e diversa destinazione", eccetera. Qua va precisato, ma lei credo che lo sappia o dovrebbe saperlo, che il materiale rotabile per il quale i fondi sono destinati è di circa 35 milioni di euro: una parte del bilancio regionale copre la differenza; adesso vado a memoria, non ho qua la cifra, ma 4 milioni di euro mi sembra che siano già sul bilancio, quindi non è vero che ci sia la necessità, in ogni caso, di aumentare la disponibilità. Dipenderà dalle scelte che si faranno, ma attualmente abbiamo circa 39 milioni di euro che ci permetterebbero e ci permetteranno di procedere direttamente con l'acquisto, perché qua il punto fondamentale è che l'aggiudicazione va fatta entro fine anno. Ovviamente sono state fatte delle verifiche di scelte diverse per avere una platea di scelta compiuta e più larga, ma questo è stato specificato in maniera molto chiara, che non è consentito in nessun modo definire una destinazione diversa di questi fondi, né di congelarli né di temporeggiare, questo è chiarissimo.
Nell'ambito delle opzioni possibili che abbiamo sul tavolo, orientarsi già su un treno elettrico, benché possa sembrare coerente con il progetto di elettrificazione in corso, da parte nostra, è assolutamente sconsigliabile, almeno fino a quando non avremo in fila tutte le autorizzazioni e tutti i nulla osta necessari. Però, ripeto, da questo punto di vista si è aperto un percorso con Trenitalia che potrà permettere eventualmente anche di fare delle scelte su soluzioni in qualche modo flessibili, che permettano anche di adeguarsi all'evoluzione dell'iter dell'elettrificazione, quindi di cambiare eventualmente in un secondo momento da treno bimodale a treno elettrico.
Presidente - Per la replica la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Prendo atto che c'è una - chiamiamola nuova - istruttoria, o comunque una novità, una correzione di rotta rispetto a quello che invece annunciava la delibera ancora ad agosto, che in qualche modo predisponeva l'iter per l'acquisto dei nuovi treni bimodali.
Ovviamente le valutazioni sulla correttezza e la bontà di una scelta fatta in passato, credo che ci vedano su posizioni opposte, ma ho detto che su quello non si discute più, gli acquisti sono stati fatti, però lei ha detto che la scelta è stata fatta dieci anni fa. Le ricordo però che i treni sono in funzione soltanto dal 2019, da ottobre, sono tre anni. Questo vuol dire che i tempi per scelte di acquisto di convogli di questo genere sono comunque da tenere in considerazione.
Lei poi sostanzialmente nelle cose che ci ha detto, ci ha fatto capire che la pratica relativa all'acquisto dei tre treni bimodali è in qualche modo sospesa, perché si stanno facendo delle valutazioni anche per pensare a situazioni flessibili in itinere, rispetto a quello che sarà il percorso dell'elettrificazione. Rilevo che si mantiene lo scetticismo sul fatto che la cosa venga realizzata, speriamo che non sia così.
Lei poi ha posto l'accento sull'inopportunità di acquistare, considerato che non siamo in condizioni di essere certi di avere la linea elettrificata nei tempi, eccetera, dei treni elettrici in questo momento. Io le ho anche detto nella mia illustrazione e glielo ripeto che sarebbe importante in questa fase, considerato che la scadenza di fine anno del 2021 per l'impegno di questi fondi c'è, sarebbe molto importante, anzi, fondamentale in questo momento, a parte con Trenitalia l'interlocuzione che è stata avviata, avviare con il Governo un'interlocuzione per chiedere una diversa destinazione di questo contributo statale. No, non è vero che non si può, si deve provare! Anche perché c'è un cambiamento radicale di prospettiva, le cose sono diverse in questo momento e gli elementi per riaprire un discorso con il Ministero delle infrastrutture ci sono, perché c'è una contraddizione: se si va in quella direzione, c'è una contraddizione tra il finanziare l'elettrificazione e pensare di finanziare l'acquisto di ulteriori tre treni bimodali, che arriveranno molto probabilmente o in concomitanza o dopo l'elettrificazione. Io sono convinta che il Presidente della Regione e i parlamentari è bene che si confrontino su questo tema con il Ministero, perché si tratta di una quantità ingente di denaro pubblico!
Non solo, i finanziamenti del PNRR e i grossi investimenti che ci sono sulle ferrovie non solo in Valle d'Aosta, richiedono davvero a livello più generale di rivedere scenari e prospettive. Non si può continuare come se non stesse succedendo nulla, se non ci fossero dei cambiamenti in quella che è la politica ferroviaria anche nazionale. Nei prossimi quattro anni RFI investirà sulla ferrovia valdostana 140 milioni di euro, che è il più grosso intervento che è stato fatto da quando la ferrovia è stata costruita, quindi tutto va ripensato. I treni che viaggeranno su quella nuova linea, non saranno più gli stessi! Quindi adesso pensare che "c'è il finanziamento entro fine 2022, non bisogna perderlo e quindi compreremo quei treni": ma che senso ha?! Non solo, poi lei mi ha anche detto: c'è l'Aosta-Pré-Saint-Didier. Bene, allora adesso vediamo che forse sull'Aosta-Pré-Saint-Didier riprendiamo a fare dei ragionamenti. Però abbiamo già cinque treni bimodali e si dice che non è necessaria questa cosa, che le coppie di corse sono troppe, e allora poi ne andiamo a comprare altri tre che hanno la possibilità, essendo con il generatore diesel, di funzionare anche se la linea va in tilt e poi per andare a metterli lassù. E spendiamo, lei mi ha detto non il doppio rispetto al costo di un treno normale, ma il 25 percento in più; io avevo dei dati un po' diversi, ma insomma, facciamo che più o meno è quella la cifra e allora andiamo avanti in questo senso. Francamente spero che le interlocuzioni che abbiate avviato e il fatto che ci sia stato già un po' un parziale cambiamento di rotta, portino buon consiglio.