Oggetto del Consiglio n. 1419 del 24 marzo 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1419/XVI - Interpellanza: "Programmazione e stato dell'arte sull'attività delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) sul territorio regionale".
Bertin (Presidente) - Siamo al punto n. 44. Per l'illustrazione la Consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Come già affrontato in altre iniziative e in una precedente mozione, intendiamo riportare all'attenzione dell'Aula le USCA, le Unità speciali di continuità assistenziale, istituite con decreto il 9 marzo e, come già accennato più volte, recepite il 17 marzo del 2020 in Valle d'Aosta, una delle prime Regioni ad aver recepito questo decreto.
Siamo stati lungimiranti a inizio pandemia e abbiamo subito investito nell'importante e direi cruciale assistenza fornita dalle USCA ai pazienti Covid a domicilio, sia per le terapie a domicilio, sia per quello che riguarda la continuità assistenziale dopo la dimissione ospedaliera, riducendo la durata dei ricoveri per quanto possibile.
Purtroppo molti altri passi avanti si potevano fare anche nell'estate e nell'autunno, e avevamo sollecitato, in questo caso diverse iniziative da portare avanti, mentre invece si è sempre rincorsa l'emergenza.
Ora che ci avviamo alla conclusione dello stato di emergenza, il 31 marzo, e che abbiamo nuove armi per combattere il virus, ovvero le monoclonali e le terapie antivirali domiciliari, le USCA diventano ancora più importanti.
È ormai chiaro, e la pandemia l'ha ulteriormente evidenziato e confermato, che il domicilio deve essere il primo luogo di presa in carico dei pazienti, qualora non sussistano le condizioni di criticità e gravità tali da richiedere altre soluzioni.
Ricordiamo anche che le USCA si sono dimostrate un supporto importante per la medicina territoriale, tanto più ora, considerando le carenze di personale della sanità territoriale difficilmente risolvibili nel breve periodo, carenze importanti e sottolineate anche negli ultimi giorni sui giornali dalle dichiarazioni del Segretario dei medici di medicina generale.
Siamo inoltre in attesa del cosiddetto Decreto ministeriale 71 di riforma della sanità territoriale che fissa gli standard assistenziali del territorio, nella quale bozza vengono confermate e riconfigurate in un'équipe composta da un medico e un infermiere che opera in modo itinerante sul territorio o anche attraverso l'utilizzo di strumenti di telemedicina e televisita; l'USCA, al fine di svolgere la propria attività, può usufruire del supporto a distanza (teleconsulto) di specialisti del territorio ospedaliero.
Proprio per non lasciare scoperto tale servizio essenziale, si prevede una proroga fino al 30 giugno in previsione dell'entrata in vigore del Decreto ministeriale 71, il primo luglio del 2022.
Rimarchiamo con positività che anche l'Amministrazione regionale ha condiviso l'importanza delle USCA, infatti vengono riproposte nella bozza del Piano sanitario in fase di approvazione.
Viene quindi prevista l'estensione dell'azione delle USCA oltre alla classica assistenza ai pazienti Covid domiciliare, anche ai cronici, ai fragili e, considerata l'attuale drammatica situazione dovuta ai profughi di guerra ucraini, potrebbero essere utilizzate per i vaccini, i tamponi e l'assistenza a questa delicata popolazione che verrà ospitata nella nostra Valle.
Quindi al fine di una strutturazione più stabile di integrazione ospedale-territorio, capace di raggiungere le persone a casa propria, assistendole con continuità e competenza in maniera innovativa ed efficace, come peraltro indicato nel PNRR, condividiamo pienamente i principi, gli enunciati espressi in vari documenti d'indirizzo e di programmazione, ma chiediamo - con spirito costruttivo e di confronto, perché alle parole devono seguire fatti concreti - quale sia lo stato dell'arte sull'attività delle USCA e quali siano stati finora gli adempimenti, al fine di potenziarne l'attività, come per esempio la fornitura di diagnostica di primo livello e come l'ecografo portatile, e se è stata programmata una formazione specifica in tal senso.
Se sono state messe in atto le procedure necessarie per prorogare i contratti dei professionisti sanitari impiegati nella gestione dell'emergenza fino al 30 giugno e se vi sia l'intenzione di procedere con la pubblicazione di un nuovo bando, visto che l'ultimo risale a ottobre del 2020.
Chiediamo inoltre conferma dell'intenzione di garantire la prosecuzione dell'attività di almeno due USCA sul territorio regionale e di ampliare le attività connesse: supporto alla cronicità, alla domiciliarità e assistenza ai profughi.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Le rispondo assieme alle domande 1 e 4: la 1, cioè "Lo stato dell'arte sull'attività delle USCA" e la 4, "Quali siano stati finora gli adempimenti per potenziare l'attività e se vi sia l'intenzione di garantire la prosecuzione della vita di almeno due USCA sul territorio generale".
Informo, a premessa, che oggi sul territorio regionale è operante un USCA con sede ad Aosta, che la medesima impiega uno o due medici secondo la necessità e un infermiere con un orario di servizio che si svolge su turni a copertura di dodici ore, quindi uno o due medici contemporaneamente a copertura del servizio.
Il numero delle USCA operanti in ambito regionale comunque è sempre stato collegato all'andamento epidemiologico del Covid-19 e quindi le necessità d'intervento che, di volta in volta, si sono presentate, tanto che nel periodo di maggiore diffusione del contagio si è arrivati a far operare sino a sei USCA.
Quanto ai dati di attività, l'Azienda USL della Valle d'Aosta ha comunicato che dal primo gennaio 2022 al 14 marzo 2022 le USCA hanno svolto 12.033 controlli telefonici, 558 visite domiciliari, 466 Triage, 55 ricoveri, 48 interventi per l'ossigeno, 23 saturimetrie e 9 tamponi, antivirali somministrati 99 più 75 Tam attivate; a quanto illustrato si aggiungono le attività di selezione dei pazienti candidati alle terapie con anticorpi monoclonali, dati che in rapporto alla popolazione residente pongono la Regione Valle d'Aosta di gran lunga al primo posto a livello nazionale.
In relazione alle peculiarità dell'USCA operante sul territorio regionale va poi precisato che presso l'Azienda USL della Valle d'Aosta - a differenza di molte altre realtà - il medico dell'USCA è associato a una figura infermieristica.
Dal punto di vista formativo, la maggior parte dei medici operanti nell'USCA frequenta il corso triennale di formazione specifica in medicina generale. Quanto alla dotazione, ogni unità USCA è dotata di auto di servizio, saturimetro, termometro, fonendoscopio, sfigmomanometro, farmaci previsti dal protocollo di terapia Covid, tablet o pc portatile, cellulare di servizio, ricettario, farmaci, compresi anche quelli antivirali domiciliari.
In merito, informo che ritengo opportuno che la suddetta dotazione sia incrementata anche con l'ecografo portatile e in tal senso mi farò carico di richiedere all'Azienda USL di provvedervi.
Come indicato nel documento di Piano della salute del benessere sociale in fase di definizione, l'USCA è destinata a essere istituzionalizzata, così come disposto dalla l.r. n. 5/2000, articolo 29 comma 6bis, la quale prevede che: "Le Unità speciali di continuità assistenziale sono strutture organizzative stabili istituite dall'Azienda USL nell'ambito dell'area territoriale in numero idoneo stabilito sulla base dei dati epidemiologici e sono collocate presso le sedi individuate dall'Azienda. Le USCA sono finalizzate all'assistenza sanitaria a domicilio dei pazienti e sono coordinate dal direttore del distretto. La Giunta regionale, con propria deliberazione, impartisce le direttive all'Azienda USL per la composizione e il funzionamento delle USCA".
Anche il cosiddetto decreto ministeriale DM 71, riorganizzativo dell'assistenza territoriale, prevede la stabilizzazione delle Unità di continuità assistenziale sicché il potenziamento di queste importanti équipe di intervento, che si chiameranno poi UCA, perdono la S, sicché il potenziamento di queste importanti équipe di intervento primario sul territorio costituisce uno dei tanti tasselli della riforma che è in corso, anche a seconda dei tempi che vengono dettati dagli organi centrali, ai quali fanno capo sia la regia riorganizzativa dei territori, sia l'erogazione alle Regioni dei relativi finanziamenti collegati al PNRR.
La domanda n. 2: "Se sono state messe in atto le procedure necessarie per prorogare i contratti dei professionisti impiegati nella gestione fino al 30 giugno": l'Azienda USL Valle d'Aosta ha comunicato che sta provvedendo in tal senso e che in parallelo sono in corso approfondimenti per correlare l'attività dell'USCA con quella della continuità assistenziale.
La domanda n. 3: "Se vi sia intenzione di procedere con la pubblicazione di un nuovo bando": l'Azienda USL Valle d'Aosta ha informato che finora non è stato necessario pubblicare un nuovo bando, stante la disponibilità di un numero sufficiente di medici.
Presidente - Per la replica la consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Quest'interpellanza voleva spronarla a mettere in atto le procedure necessarie per prorogare i contratti che immaginavamo non essere ancora stati prorogati e con piacere apprendiamo che questo s'intende fare, tenendo conto che la loro scadenza è comunque il 30 di marzo.
Questo proprio perché, come diceva prima, le USCA perderanno quella S, diventeranno UCA nella nuova denominazione e sicuramente in questi tre mesi occorreva vigilare affinché il servizio venisse prorogato e garantito in modo da arrivare al nuovo servizio, che verrà messo in piedi a partire dal primo di luglio in maniera continuativa.
Sappiamo che i dati dei contagi stanno risalendo ancora una volta e potremmo essere già nella quinta ondata ma, come abbiamo già sottolineato a novembre, questo servizio potrebbe evolvere ed essere anche di supporto alla cronicità, alla domiciliarità e, come dicevamo, anche all'assistenza ai profughi ucraini. Bisognerebbe giocare d'anticipo, il progetto che ha impegnato e formato medici nell'assistere malati di Covid a casa, utilizzando strumentazione e professionalità, è necessario che venga confermato e potenziato.
Le USCA sono state infatti introdotte per fronteggiare l'emergenza e si sono rivelate utilissime per garantire l'assistenza ai pazienti positivi al Covid, ai sospetti e ai dimessi. Un servizio molto gradito ai cittadini, fatto che è dimostrato proprio anche dalla donazione e dell'acquisto per nuova strumentazione.
Con piacere accogliamo anche la sua disponibilità a far sì che le USCA vengano finalmente dotate anche di ecografo portatile e che questo possa, in qualche modo, essere da loro utilizzato con della formazione specifica che sappiamo ci debba essere; questo soprattutto viste le difficoltà dei medici territoriali: il loro apporto sarebbe sicuramente molto importante in prospettiva.
Il nuovo Piano della salute prevede Case di comunità, Ospedali di comunità, COT, ma non si capisce quante risorse servano e dove si pensi di reperire in così breve tempo, anche alla luce dei pensionamenti che avverranno a breve. Il quadro che ci viene delineato - ed è stato delineato anche dalle professioni sanitarie - è sicuramente preoccupante.
Auspichiamo inoltre, come anticipato in precedenza, che il progetto USCA veda un ampliamento del suo raggio d'azione; come ricordava, in questo momento vi è solo un medico, quindi sotto questo punto di vista crediamo che il servizio debba essere potenziato.
Questa pandemia ci ha insegnato che la casa può essere il primo luogo di presa in carico dei pazienti ed è anche il più economico, basti pensare che il costo di un ricovero si aggira intorno ai 15 mila euro, 25 mila invece per uno di terapia intensiva quando per trattare lo stesso paziente presso il domicilio ne basta un decimo.
Gli output specifici, innovativi nel territorio delle USCA sono, riassumendo, l'uso della telemedicina, il teleconsulto, il lavoro in équipe e, come dicevo, sicuramente tutta la formazione che a essi dovrebbe essere impartita.
Alla luce di tutto questo, la nostra richiesta - e mi sembra che in questo senso lei se ne faccia carico - è di non dimenticarci questa lezione e di continuare, se è possibile, ad ampliare quello che è per noi un servizio efficace, insomma, esercitare la nostra autonomia per cercare di essere migliori, di migliorare l'assistenza sul territorio ma soprattutto di dare una risposta che, purtroppo, non ci sembra che in questo momento ci sia.