Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1407 del 24 marzo 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1407/XVI - Interpellanza: "Modalità di gestione dei progetti finanziati con fondi PNRR nel settore dell'idrogeno ed elaborazione di uno specifico piano regionale sulla materia".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione il consigliere Perron.

Perron (LEGA VDA) - Torniamo qui a un tema che più volte anche i mesi scorsi abbiamo portato in aula, ovvero quello delle energie green, pulite, nuove tecnologie, in particolare quello della tecnologia dell'idrogeno. Per idrogeno intendiamo il vettore, in particolare quello verde, cioè il gas ottenuto per mezzo dell'elettrolisi dell'acqua alimentata a energie rinnovabili. Quindi, ripeto, gas che viene utilizzato come vettore nella transizione energetica.

Siamo ovviamente consapevoli che il rendimento di un potenziale 100 di energia, quando viene trasformato a idrogeno, va a tagliarsi, diventa un 30 magari, però il problema è che l'idrogeno può consentire quello stoccaggio che le energie alternative, come il solare e l'eolico, non hanno, perché sono energie che devono entrare subito nel sistema; l'idrogeno acquista una sua funzione proprio in questo. Grazie a quello, si produce il vettore idrogeno che poi viene utilizzato per decarbonificare. Questo per chiarire un po' qual è il suo vero utilizzo; facciamo anche un po' di chiarezza su questi temi, che sono anche complessi e quindi vanno un po' studiati.

Con l'ordine del giorno dello scorso anno, l'8 aprile era stata votata la creazione di un piano regionale per l'idrogeno e poi il 25 ottobre del 2021 era stato approvato il finanziamento per lo studio degli interventi sulla mobilità a idrogeno, tema che abbiamo affrontato a partire dai treni, eccetera, poi applicato in generale alla Valle, nel quale anche qui siamo in attesa degli esiti. Ora invece è il momento per cui l'idrogeno approda nel tema contingente, perché entra a far parte del famoso PNRR della Valle.

Apro qui una parentesi e non mi dilungherò oggi, siccome abbiamo già fatto interventi, abbiamo spiegato largamente l'idrogeno in quali settori verrà utilizzato; non mi ripeto, chi è interessato vada a cercare negli scorsi dibattiti. Invece mi concentrerò un attimo su quello che è il PNRR, visto anche che se n'è parlato molto in queste sedute che hanno avuto una colorazione, diciamo, del tema europeo. Il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza, a volte qualcuno toglie una R, perde un pezzo, ma ci sta, è sulla bocca di tutti, in questi ultimi mesi. In Valle viene declinato con cinquanta progetti, il costo è 245 milioni di euro, di questi per 151 milioni di euro noi siamo beneficiari attuatori e degli altri 100 milioni invece siamo destinatari. Sulla cifra complessiva, 122 milioni di euro che verranno dati alla Valle sono considerati prestiti, cioè sono nuovo debito per lo Stato italiano, mentre circa 69 milioni di euro saranno a fondo perduto. Avevamo chiesto in Commissione di sapere quali siano a fondo perduto, quali no, per fare alcune considerazioni politiche, ma giustamente non possiamo saperlo nel dettaglio perché è una questione nazionale.

Farò un paio di considerazioni proprio su questo tema. La riflessione politica che ci viene da fare è che le stesse persone che all'epoca del governo nazionale Conte 1, nel quale era presente la Lega, si strappano le vesti per il debito pubblico italiano, per lo spread con i titoli di Stato tedeschi, per lo sforamento famoso del deficit/PIL dal 2,4 che poi finisce a 2,94, gli stessi che una volta erano così preoccupati, anche giustamente, del debito, oggi magari festeggiano per il PNRR che ha una grossa parte comunque di debito, un po' come se in economia ci fossero dei pasti gratis. In realtà purtroppo sappiamo che non è così, stiamo parlando per la prima volta di un debito condiviso a livello europeo, ma andrebbe anche ricordato che l'Italia è sempre stata, quantomeno negli ultimi vent'anni, contributore netto dell'Unione Europea, per la precisione il quarto dopo Germania, Regno Unito e Francia, dati del 2019, ora il Regno Unito non c'è più, quindi siamo contributori. Tanto per dare un dato, dal 2000 al 2019 l'Italia ha versato all'Unione europea più soldi di quelli che ha preso, per 95 miliardi di euro. Oggi invece ci sarà un cambio, probabilmente e finalmente, di questo tipo di politiche, in quanto con il settennato 2021-2027 andremo con altre cifre, quindi l'Italia questa volta, con il famoso PNRR, prenderà 192 miliardi di euro, dei quali una settantina sono a fondo perduto e invece altri 122 sono a debito. Quindi, l'Italia con questi progetti, è bene sempre ricordarlo, andrà a debito, sebbene a tasso agevolato, ma comunque stiamo facendo dei debiti per le future generazioni.

Detto questo, a me preme un po' demistificare ogni tanto le questioni, perché ci arrivano soldi a prestito che però hanno condizionalità. Il dibattito di ieri sulla questione del bando borghi, secondo me, è un po' esemplificativa di quanta burocrazia ci sia dentro per ottenere dei soldi che rappresentano un po' una gigantesca partita di giro rispetto all'Europa. Però, come diceva Vespasiano, quanto meno l'hanno attribuito a lui, pecunia non olet, quindi non è il caso di fare gli schizzinosi, facciamo i pragmatici e giustamente prendiamoli e usiamoli bene.

Tra i progetti inseriti e finanziati risultano nel settore idrogeno fondi che ci vedono sia come soggetto attuatore che come soggetto destinatario. Visto che siamo sempre stati fautori di questo tema, la cosa ovviamente ci fa piacere. Si parla, nei documenti che abbiamo visto anche in Commissione, di produzione di idrogeno nelle aree industriali dismesse - chiedo venia, nell'iniziativa ho scritto dimesse, che significa invece trasandate; per carità le aree industriali dismesse non sono mai così attraenti, comunque ho sbagliato, lo dico: dismesse - con la creazione di un distributore a idrogeno, dell'utilizzo di un grande impianto industriale per la creazione di strumenti necessari alla sua produzione, nonché dell'acquisto di autobus a idrogeno. Chiediamo notizie in merito, chiediamo se saranno necessari anche fondi regionali e se ci siano state già interlocuzioni con i Comuni coinvolti nella creazione di un grande impianto. Starà a lei, Assessore, darci notizie precise nel merito, siamo ovviamente curiosi e speriamo che ci dia buone notizie per un settore che, secondo noi, può avere potenzialità di sviluppo; non solo secondo noi, ovviamente ci basiamo sui dati. Ci auguriamo che questa sia una strada potenziale per la Valle, che possa produrre non solo energia pulita ma anche lavoro, ricerca e benessere con una filiera.

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Non tratterò nuovamente il tema dell'Europa. Come giustamente ha detto nella seconda parte dell'intervento, cerchiamo di essere un po' pragmatici e lavorare su quello che ci viene dato come disponibilità.

In premessa è bene ricordare che la strategia dell'idrogeno si innesta in una visione dei prossimi 20-30 anni, dove dobbiamo tutti - a livello mondiale, ma faremo la nostra piccola parte come paese e soprattutto la nostra piccolissima parte come Valle d'Aosta, con una grande attenzione per quello che riguarda lo sviluppo delle nostre politiche - lavorare per arrivare a una decarbonizzazione concreta e non più teorica. I fatti che stanno succedendo in questi giorni obbligano ancora di più a ragionare su una visione - qui mi ritrovo molto con le parole di ieri del collega Aggravi - di attenzione diversa in termini industriali rispetto alla produzione delle nostre energie. Abbiamo nel tempo mollato tanto a chi che costruiva e produceva a poco costo, accorgendoci poi dopo che tutto questo ha voluto dire perdere degli asset principali a livello di Paese e di Europa.

Quindi ben venga in questo senso una svegliata generale, per ricordarci che prima di tutto bisogna partire da noi, dalle nostre competenze, poi dopo occuparsi anche delle politiche industriali a livello internazionale.

Questo si inserisce in un progetto strategico e sono definite in questa transizione quattro componenti: C1: l'agricoltura sostenibile, economia circolare; C2: energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile; C3: efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; C4: tutela del territorio e della risorsa idrica. Ovviamente parlo della rivoluzione verde.

Rispetto a questa visione, per andare un po' nel concreto, perché se le leggo tutta la risposta non riesco a dire nulla di quello che vorrei dire in termini più politici, la strategia che prevede l'Europa è un aumento del 13-14 percento entro il 2050 di nuova capacità installata di elettrolizzatori per idrogeno verde, pari a circa 40 gigabyte. Per arrivare a sviluppare questo lavoro, in Italia sono stati in disponibilità sul PNRR un po' più di 3 miliardi di euro, sono nella Missione 3, divisi in: investimento per la produzione in aree industriali dismesse, circa 500 milioni di euro; utilizzo dell'idrogeno in settori dove bisogna cercare di intervenire, cioè quei settori dove è maggiore la produzione attraverso carburanti di fonte fossile; la sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto stradale; la sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario; la ricerca e lo sviluppo sull'idrogeno; la semplificazione amministrativa e misure altre, volte a promuovere la competitività.

Ci sono alcune linee strategiche all'interno delle quali ci si innesta per provare a sviluppare delle strategie a livello regionale, e vengo alla prima domanda: quali saranno le modalità di gestione dei progetti di realizzazione nel settore idrogeno finanziate con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia come soggetto attuatore che come soggetto destinatario? In generale le iniziative a valere sui fondi del Piano possono essere soggetti a una regia nazionale, bandi gestiti interamente dai Ministeri, oppure a una regia regionale, con trasferimento di fondi dai Ministeri alle Regioni o anche i Comuni. In entrambi i casi i soggetti possono essere individuati come soggetti attuatori o come soggetti beneficiari. A oggi l'unico investimento già avviato risulta essere quello per la produzione in aree industriali dismesse: prevede una dotazione di 500 milioni di euro, di cui il 50 percento va al Sud come disponibilità.

Il progetto si pone l'obiettivo di recuperare delle aree dismesse, attraverso l'installazione di nuova FER, per arrivare all'installazione degli elettrolizzatori per la produzione dell'idrogeno.

È una linea sulla quale noi abbiamo fatto, una volta che è uscito il bando, un'indagine conoscitiva insieme alle associazioni di categoria e alle imprese, per capire se ci poteva essere un interesse da parte di aziende locali, proprietarie di immobili e non, per partecipare a questo bando. L'indagine ha dato un risultato positivo, nel senso che alcune aziende si sono date disponibili e noi abbiamo potuto dare la nostra adesione al bando. Siamo in attesa di capire come verranno, da adesso in avanti, distribuite le risorse regionali per promuovere il bando. Secondo le intenzioni del Ministero, però a oggi non abbiamo ancora avuto nessun tipo di notizia, il bando dovrà essere prodotto dalle Regioni: si parla entro la fine del mese di maggio, ma noi cominciamo a sollecitare, come Regioni, perché non abbiamo ancora avuto nessuna informazione per produrre il bando e quindi poterle far partecipare.

Il bando prevede la possibilità per le imprese di concorrere a delle risorse che verranno messe a disposizione, per una parte finanziata intorno al 30-50 percento, mettendo ovviamente delle risorse proprie per andare a intervenire sulla parte restante. Sono state date delle indicazioni da parte del Ministero: il rapporto tra la nuova FER installata per la produzione dell'idrogeno verde e potenza dell'elettrolizzatore, dovrà essere non meno di uno a uno, con preferenza pero a un rapporto di almeno 1 a 4. Questo vuol dire che per una potenza installata di un megawatt, se dovesse essere, come capiterà in quasi tutti i recuperi di stabilimenti industriali, questo si traduce in pannelli solari che andranno a occupare una superficie intorno all'ettaro e mezzo, quindi quindicimila metri quadri che, come amiamo sempre dire, sono un po' più di due campi da calcio.

Questa linea, che evidentemente ci vede impegnati a dare la nostra attenzione, non è esattamente quella sulla quale noi vorremmo innestare le nostre politiche per la produzione dell'idrogeno, intanto perché in Valle d'Aosta non abbiamo grandi immobili da recuperare solo per questo. Abbiamo degli immobili da recuperare e per fortuna uno dei tre più grandi finalmente ha già una sua attestazione, parlo del Brilla a Pont-Saint-Martin, mentre sugli altri due stiamo lavorando. Però vuol dire un investimento enorme in termini di pannelli solari che, come dicevo, vogliono dire 15 mila metri quadri per fare un megawatt, che è tanta roba. È uno dei problemi che tra l'altro si stanno incontrando a livello nazionale in questo senso, con tutto il tema delle autorizzazioni.

Le altre due possibilità che sono date all'interno degli attuali bandi, sono stati il decreto ministeriale 530 del 2021 che riguarda il TPL, per l'acquisto di mezzi; questo è dedicato ai Comuni e il Comune di Aosta ha aderito per due forniture che saranno fatte dalle aziende. Poi c'è l'altra linea che è quella dei distributori: a oggi la linea M2C2 Investimento 3.3, non ci sono ancora informazioni al riguardo. Noi ci siamo mossi e ci stiamo muovendo per trovare comunque dei partner che possano realizzare questi distributori, perché produzione, distribuzione e poi consumo.

Vengo alle altre due domande. Intanto come fondi di provenienza, noi abbiamo previsto, all'interno della programmazione FESR, 4 milioni di euro che saranno volti a finanziare interventi per aumentare la produzione di energia del FER, con particolare riferimento allo sviluppo e alla sperimentazione di impianti per la produzione e l'uso dell'idrogeno verde, e abbiamo inserito 4 milioni di euro. Sulle linee del PNRR tanti bandi sono a produzione nazionale, con intervento da parte dei privati.

Sulla domanda 3, se vi siano state interlocuzioni con i Comuni, a oggi no, anche perché non è quella la linea di produzione preliminare principale che vogliamo seguire, e poi perché non ci sono questi enormi spazi per andare a inserire tutti questi pannelli fotovoltaici; ci sarà sempre bisogno di un mix con l'idroelettrico. In ogni caso stiamo lavorando sul punto 4, che è quello della definizione del piano energetico che abbiamo presentato come studio a inizio anno in Commissione, all'interno del quale verrà inserita la linea di azione sull'idrogeno, come da impegno della mozione.

Per concludere, la potenzialità del nostro territorio è enorme rispetto all'idroelettrico e rispetto alla maggiore produzione di idroelettrico che esportiamo, quindi per noi è in particolare lì che dovremo riuscire a sviluppare produzioni, che speriamo siano poi finanziate a livello nazionale, perché a oggi si parla sempre di nuovi investimenti. Dovremo capire come la conversione di un investimento sull'idroelettrico a un investimento sulla produzione dell'idrogeno potrà essere pensato come nuovo investimento. In ogni caso lì abbiamo la linea di produzione principale, perché esportiamo molta energia che invece possiamo produrre e stoccare con l'idrogeno.

L'allineamento più importante che bisogna fare è sui tempi, perché noi abbiamo bisogno anche di una linea di consumo ed è per quello che stiamo sviluppando una progettazione sperimentale sul TPL, perché altrimenti prepariamo idrogeno, prepariamo distribuzione, ma se poi nessuno lo consuma, il circuito si ferma alla distribuzione. Per farlo c'è bisogno di capire quali saranno i costi di produzione: su questo la più grande società ci sta lavorando ma non saranno solo loro, per fare in modo che si allineino anche i costi finali.

Noi al Comune di Aosta abbiamo detto che a livello strategico intendiamo sviluppare delle produzioni e degli investimenti rispetto all'idrogeno anche per il TPL. Devo dire che c'è stata collaborazione, il Comune ha mantenuto sui primi investimenti l'apertura per andare ad acquistare mezzi a energia rinnovabili, dando la possibilità alla Regione di andare nella direzione che ci siamo detti. Abbiamo quattro anni di tempo per sviluppare la strategia sui tre pilastri, che ripeto ancora una volta: produzione, distribuzione e una fonte di consumo, che inizialmente vediamo nel TPL, ma ovviamente dovremo poi sviluppare in tutte le altre strategie.

Presidente - Per la replica il consigliere Perron.

Perron (LEGA VDA) - La ringrazio Assessore, ovviamente il tema è straordinariamente complicato nelle sue declinazioni. A noi preme sempre riportarlo all'attenzione, per capire se ci sono le giuste intenzioni e i giusti movimenti. Le chiedo magari la cortesia se può lasciarmi la risposta, così abbiamo tempo di analizzarla, perché prendere appunti con tutta quella mole di dati è complicato.

Aggiungo solo un paio di dati. Giustamente lei diceva che sono investimenti in energia pulita, si stima in venticinque anni la durata degli investimenti, quindi noi muovendoci adesso e anche con una certa fretta, per stare dentro al 2026, immagino anche per questi fondi PNRR, parliamo poi dei prossimi venti/venticinque anni per la Valle d'Aosta.

Altro elemento che estrapolo da quello che lei mi dice è che appunto ci sarà la produzione di idrogeno, però legata all'utilizzo del fotovoltaico. Su questo tema, ad esempio, a una conferenza sul clima - non ricordo esattamente, ma quando siamo stati a Bard - avevamo fatto due parole con Mercalli che giustamente diceva: "Non usate l'energia idroelettrica che può essere immessa in pochi secondi nel sistema. Quell'idroelettrico vi conviene immetterlo subito, ve lo pagheranno di più. Piuttosto si usino altre forme di energia pulita, come ad esempio il fotovoltaico, perché almeno non c'è questo tipo di spreco". Ovviamente, fare due campi da calcio di pannelli non è la stessa cosa che utilizzare l'idroelettrico.

La questione è complicata e aggiungo l'ultimo dato che ho preso da documenti europei. L'Agenzia internazionale per l'energia rinnovabile stima che, per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi, quelli sul clima, quelli della decarbonizzazione, restare entro i due gradi di aumento di temperatura, l'8 percento dell'energia mondiale dovrà provenire dall'idrogeno. In questo l'Europa può dire la sua, giustamente, perché è un campo che va sviluppato, mentre invece sul campo delle batterie la Cina ci ha già ampiamente preceduto. Ci consentirà di produrre anche posti di lavoro e alcune stime, le più ottimistiche, parlano di un milione di posti di lavoro in Europa nei prossimi anni; un milione di posti lavoro l'abbiamo già sentito, porta anche un po' sfortuna... Speriamo che quella sia la direzione, speriamo che la Valle d'Aosta possa inserirsi rapidamente e nel modo migliore in questo quadro. Le chiedo poi solo la risposta scritta, così la analizziamo.

Presidente - Con quest'interpellanza interrompiamo brevemente per arieggiare i locali. I lavori riprenderanno tra un quarto d'ora circa.

La seduta è sospesa dalle ore 11:07 alle ore 11:28.