Oggetto del Consiglio n. 1397 del 23 marzo 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1397/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'organizzazione della giornata finale della Settimana dei Canti".
Marguerettaz (Président) - Point n° 20 à l'ordre du jour. La conseillère Spelgatti a demandé la parole.
Spelgatti (LEGA VDA) - Considerato che dall'inizio degli anni Cinquanta un appuntamento fisso per le corali della nostra Regione è rappresentato dalla Settimana dei Canti che vengono sottoposti all'attenzione della giuria per riconoscere a vari gruppi che vi partecipano la possibilità di rappresentare l'Amministrazione regionale in varie occasioni ufficiali sul territorio nazionale e anche oltre confine. In origine la giornata finale, a cui partecipano anche i gruppi folkloristici, si svolgeva presso il Teatro romano di Aosta e si è sempre trattato di una festa collettiva, particolarmente partecipata da un folto pubblico che aveva la possibilità di seguire i cori o i gruppi a cui era più affezionata, senza però trascurare anche gli altri partecipanti alla manifestazione. Nei decenni successivi l'evento si è svolto ad Aymavilles nel Parco del Castello e successivamente a Fénis al Tzanté de Bouva. Da circa una decina d'anni abbondante, con la rinnovata fruibilità del Teatro Romano, la manifestazione è tornata ad Aosta per un'anticipata giornata della musica rispetto alla tradizionale data del 21 giugno celebrata in più di centoventi Nazioni in tutto il mondo. Per un maggior coinvolgimento del centro cittadino, da alcuni anni la manifestazione è stata diffusa sul territorio e i vari gruppi e cori si sono esibiti nelle piazze o negli scorci più particolari e suggestivi della città, con un apprezzato risultato di pubblico, turisti o affezionati all'evento, un soddisfacente giudizio degli esercizi commerciali e un apprezzamento generale della nuova formula adottata. Da notizie che sono circolate appare che sarebbe intenzione dell'Amministrazione regionale organizzare tale giornata in una decina invece di località sparse sulla Regione utilizzando le chiese di queste parrocchie come luoghi di esibizione al termine delle messe domenicali. Questa scelta pare però inopportuna, anche in dipendenza della sempre minor partecipazione alle liturgie, alla negata possibilità di seguire contemporaneamente cori che si esibiranno a decine di chilometri di distanza gli uni dagli altri ma soprattutto ha sottratto un importante momento di socializzazione che si instaurava tra componenti di cori diversi in quella giornata tanto attesa. Per questo interpelliamo l'Assessore competente per conoscere quali siano le intenzioni in relazione all'organizzazione della giornata finale della Settimana dei Canti.
Non sappiamo se corrisponde al vero che ci sia quest'intenzione, però, se così fosse, sarebbe, secondo noi, una scelta assolutamente inopportuna: inopportuna sotto tanti profili, perché se si può capire da una parte la buona intenzione di andare a portare questi cori in località differenti per animare i diversi Comuni, dall'altra parte si va a snaturare un evento così importante: così importante perché teniamo presente che tutto ciò rappresenta una parte importantissima della tradizione più profonda della Valle d'Aosta, stiamo parlando di circa mediamente trenta-trentacinque cori con circa una ventina di membri a coro, quindi a spanne possiamo pensare a circa un seicento persone che si ritrovavano, che aspettavano quel momento di festa e seicento persone che localizzate nel luogo che è stato tradizionalmente il luogo principale, a parte com'è stato illustrato nella premessa, a parte un periodo in cui è stato spostato però sempre come manifestazione unica, perché il Teatro di Aosta era inagibile, però è sempre stata organizzata da Aosta. Il fatto di dividere questi cori fa perdere appunto il momento più importante della festa, ma tutto questo ha delle ripercussioni importanti anche dal punto di vista economico perché pensiamo che il fatto che seicento persone si riversassero e animassero la città, portando il cuore della tradizione della Valle d'Aosta sulla città di Aosta, aveva un impatto estremamente importante ed era un momento importante soprattutto poi non solo per la città, non solo per le attività economiche, non solo dal punto di vista turistico, ma anche tantissimo per tutte le persone che cantano perché in quel momento quello era l'unico momento di aggregazione di tutti quanti, quindi era un momento per tutti di poter seguire i vari cori e poi fare una festa sostanzialmente tutti quanti insieme.
Non c'è momento peggiore per fare un'operazione del genere oltretutto perché dopo un momento così triste, così devastante sotto tutti i punti di vista, questa giornata sarebbe stata una giornata veramente importante non solo di riaggregazione ma di animazione, di svago e di riportata armonia. Teniamo presente che non è un caso che questi cori si siano formati nel momento del dopoguerra, perché comunque il canto è, come tutte le forme artistiche, un qualche cosa che eleva l'anima e il riportare un momento di festa, il tornare a cantare e tornare a cantare tutti insieme sarebbe stato veramente, dopo tutto il periodo devastante che abbiamo passato, un salto di qualità in avanti e un tornare anche a momenti di gioia di socializzazione e di armonia.
Non si capisce quale sia il senso di una scelta del genere che alla fine ai vari Comuni non porterebbe niente, perché se dopo la liturgia c'è qualche canto, alla fin fine sul singolo Comune non si vede un grande evento che possa portare chissà che cosa al singolo Comune. In più ci sarebbe anche da domandare sulla base di quali criteri si vanno poi a suddividere i vari cori nelle varie comunità e nei vari Comuni che vengono suddivisi, perché a parte il singolo coro del singolo Comune di appartenenza, tutti gli altri come vengono suddivisi, come vengono chiamati e come vengono spostati? Se veramente ci fosse quest'intenzione, quindi invito a ripensarci perché c'è ancora la possibilità di tornare indietro. Sarebbe un evento simbolico importante e soprattutto non si capisce il senso di quest'operazione ma tanto più grave è farlo in questo momento perché sarebbe stato veramente comunque un momento importante per tutti quanti.
Président - L'assesseur Jean-Pierre Guichardaz a demandé la parole.
Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie collega Spelgatti che si dimostra sempre comunque sensibile rispetto ai temi culturali e questa cosa mi dà la possibilità di chiarire anche questi punti così apparentemente non svelati, ma di cui si è già abbondantemente parlato con chi rappresenta sia i cori che i gruppi folkloristici. Sicuramente l'interpellanza che lei ha presentato è un fatto positivo perché se, da una parte, denota attenzione nei confronti del mondo corale e folkloristico valdostano, dall'altra, mi permette, dopo due anni di sostanziale inattività per i cori e gruppi folkloristici, di descrivere un po' anche le ragioni che hanno animato un po' le nostre riflessioni e le nostre decisioni. Siamo di fronte a una ripartenza che cerca di affiancare a una formula storica qualche voluto elemento di novità, frutto anche dei suggerimenti proprio arrivati dall'A.R.CO.VA. e dall'Associazione Nos Racines che sono le due Associazioni che oggi rappresentano i cori e i gruppi fo1kloristici. Con deliberazione della Giunta regionale è stato approvato un nuovo regolamento dell'Assemblea che lei avrà sicuramente letto che, per quanto possibile, ha proprio cercato di raccogliere i suggerimenti che provenivano dal mondo corale e da chi rappresenta oggi il sistema dei gruppi folkloristici. Le novità più significative introdotte riguardano, da una parte, il repertorio con, da un lato, la possibilità di attingere anche dal repertorio popolare, ma, dall'altro, di dover presentare almeno un canto in patois, o titsch, teutsch, o francese attingendo dal ricco patrimonio popolare valdostano al fine di valorizzarlo e non disperderlo. Questa era la prima novità che abbiamo introdotto.
Abbiamo poi una volta per tutto fissati dei criteri di valutazione di cui dovrà tener conto la giuria che sono stati finalmente formalizzati ed esplicitati, perché fino ad ora questi criteri - lo dico per esperienza - avevano creato alle volte qualche problema rispetto alle valutazioni, chiarezza si è fatta anche rispetto alle modalità di segnalazione dei canti inediti o di ricerca e dei cori particolarmente meritevoli; tutte queste indicazioni sono contenute nella delibera e nel regolamento. Ciò premesso, l'Assemblée è stata calendarizzata dal 29 maggio al 4 giugno al Teatro Splendor di Aosta e per la polifonia sacra presso la Chiesa collegiale di Sant'Orso sempre in Aosta. Va anzitutto rimarcato che per una settimana tutti i cori della Valle d'Aosta partecipanti all'Assemblée si esibiranno in Aosta sulla base di un calendario di concerti che darà la possibilità agli appassionati, come peraltro è sempre stato, di seguire tutti gli appuntamenti. La scelta di proporre una giornata finale non interamente in Aosta tiene conto, da un lato, di questa concentrazione di appuntamenti in città, cioè una settimana proprio in Aosta, dall'altro, della necessità di dare nuova linfa a una formula, che, va detto, non ha propriamente attecchito. Le stesse associazioni, l'A.R.CO.VA. e Nos Racines, hanno condiviso la necessità di fondo non solo di modificare alcune formule dell'Assemblée ma anche di rilanciare proprio la giornata finale, giornata conclusiva che non mi risulta sia mai stata organizzata o sia stata organizzata solo in Aosta, ma chi ha vissuto varie stagioni, quelle indubbiamente storiche di maggior successo, tra le quali quella che si teneva al Castello di Aymavilles, come lei ha scritto in premessa, e quella delle ultime stagioni, ma non ad Aosta ma al Tzanté de Bouva, in Aosta al Teatro romano... manifestazioni che sono andate via via perdendo di attrattività sia per il pubblico ma anche per i cori. Questo glielo posso dire per esperienza personale perché io dal 1991, nella mia lunga carriera di cantore, di cantante, di animatore di gruppi folkloristici, sono stato per quasi dieci anni in un gruppo folkloristico e ho cantato per oltre quindici anni in un gruppo polifonico e le devo dire che la percezione che avevamo noi come cantori era una percezione alla fine di una manifestazione che si doveva fare - quanto meno io le riporto la mia esperienza - ma per più di vent'anni ho avuto modo di confrontarmi in quelle grandi kermesse della domenica in cui si cantava peraltro anche in contesti a volte disagevoli, perché si cantava spesso su palchi con delle amplificazioni non sempre rispettose della necessità di certi tipi di canti, di poter avere comunque una vocalità, un tipo e contesto anche diverso, però è ovviamente comprensibile comunque che le percezioni, così come le valutazioni, non siano unanimi. Come organizzatori dell'evento abbiamo comunque fatto una scelta e voluto optare per un cambiamento con l'auspicio di ritrovare, speriamo, una formula maggiormente coinvolgente per la giornata finale sapendo che poi, come probabilmente le avrà riportato qualcuno con cui lei si è confrontato, non soddisferanno evidentemente tutte e seicento le persone, adesso non so quante saranno che parteciperanno alla giornata finale.
Ricordato che il termine per richiedere di partecipare all'Assemblée scade il 31 marzo, quindi siamo in attesa di conoscere l'esatto numero di partecipanti e l'intendimento è quello, dopo l'esibizione in Aosta, proprio di portare i cori e i gruppi folkloristici nei Comuni, nelle nostre comunità. Compatibilmente con l'adesione, l'idea ancora da declinare nei suoi dettagli è condivisa con il Vescovo e il CPEL che hanno raccolto con disponibilità e interesse la proposta, ci siamo proprio confrontati recentemente con il Vescovo e devo dire che è stato abbastanza entusiasta di questa proposta, ed è di individuare circa dieci Comuni, indicativamente uno per Unité, Aosta compresa, in cui riunire tre o quattro tra cori e gruppi folkloristici, circa cento persone per Comune per un'inedita domenica. Durante la mattinata si prevede una Santa Messa ad Aosta probabilmente in Cattedrale, oltre che nelle chiese dei vari Comuni, celebrata per onorare i cori e i gruppi folkloristici alle quali seguiranno i concerti e le esibizioni della durata di circa 45-60 minuti per portare proprio un momento di gioia e di canto in maniera diffusa sul territorio valdostano. La convinzione è che le nostre comunità locali sapranno riservare la giusta accoglienza ai cantori e ai gruppi folkloristici grazie anche - e questo è ciò che speriamo, ma devo dire che i ritorni sono buoni - al coinvolgimento delle Amministrazioni locali. L'auspicio è che questa giornata possa nuovamente rappresentare una bella occasione di festa collettiva e comunitaria, di convivialità e un importante stimolo a tenere vivo l'entusiasmo attorno al mondo corale e folkloristico. La capillarità sul territorio, tra l'altro, della manifestazione crediamo possa generare una positiva ricaduta economica anche presso gli esercizi commerciali, quindi bar, ristoranti e altri esercizi dei Comuni coinvolti. Quando faremo poi un bilancio di questa nuova formula, vedremo se le sue ragioni, che sono legittime e assolutamente accoglibili in termini di suggerimenti, saranno tali o se ci avremo visto giusto.
Président - La conseillère Spelgatti a demandé la parole pour la réplique.
Spelgatti (LEGA VDA) - La ringrazio. Comprendo quali siano stati i vostri ragionamenti. Vedremo quello che sarà e se questa formula sarà migliore rispetto a quelle antecedenti. Teniamo presente che tutte le premesse che sono state fatte, sono quelle che in realtà avevo già riportato, nel senso che quello che succede durante tutta la settimana... il punto di quest'iniziativa riguarda la giornata finale: dividere i cori su tutto il territorio regionale o tenerli insieme come giornata di festa? Secondo: giornata finale farla in luoghi al chiuso e farla com'era prima, sostanzialmente sparsi in giro per la città in maniera tale che ci fosse da parte di tutti la possibilità in quella giornata di andare a sentire uno, l'altro, quell'altro, di muoversi e poi di riunirsi tutti quanti insieme? Vero è, come ha detto lei e come d'altronde ho scritto perché è stata la storia di questa giornata finale che è stata fatta per un periodo, quando era chiuso il Teatro di Aosta, a Aymavilles e a Fénis perché erano luoghi di aggregazione ma sempre tutti quanti insieme, che invece questa volta vengono suddivisi. Da quello che so, perlomeno per quello che ho raccolto da parte di quel mondo, tutto questo viene visto come un venir meno della giornata finale, che era il momento aggregativo più importante. Il fatto di far sì che questi cori vengano fatti a seguire rispetto alla cerimonia rischia di diventare magari in alcuni Comuni un qualcosa di più forte, in altri molto meno e con un qualche cosa di molto meno seguito. In ogni caso quello che sicuramente mancherà è la grossa platea di pubblico che prima girava, perché si girava a seguire prima un coro, poi l'altro, poi quell'altro e ci si poteva muovere facilmente, adesso non sarà più possibile perché chi c'è a vedere un coro vedrà solo quei cori lì in quel Comune lì punto e finito. Non ci sarà più la possibilità di seguirne tanti e nello stesso tempo non ci sarà più il momento di aggregazione per un mondo che si riconosce, perché l'appartenenza comunque a un coro ha un valore chiaramente di affinità rispetto ad altre persone che hanno lo stesso tipo di sensibilità e che vivono un determinato mondo. Quella cosa viene sicuramente a mancare ed è un aspetto non da poco. Comunque avete fatto le vostre valutazioni, a seguire vi invito però a valutare molto bene, a chiedere un riscontro poi di apprezzamento perché poi contano soprattutto le persone che vivono questo mondo e se saranno stati più contenti di quest'innovazione o se sarà utile tornare alla tradizione, perché la tradizione ha fatto sempre sì che fosse stato ad Aosta, spostato in periodi di restauro ad Aymavilles, a Fénis, ma sempre in un'unica giornata tutti quanti insieme per poi ritornare ad Aosta e sperimentare quella nuova formula anche diffusa sul territorio cittadino che è stata comunque apprezzata anche dalla comunità e dai turisti e ha dato un'eco, secondo me, maggiore rispetto a tutto questo. Per carità però, si valuti tutti, l'importante è poi, visto che ormai la scelta è stata fatta, valutare successivamente l'apprezzamento o meno da parte dei cori. Va bene gli esperimenti però poi dovranno essere sostanzialmente loro a decidere che cosa vogliono poi di nuovo per il futuro.