Oggetto del Consiglio n. 1299 del 23 febbraio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1299/XVI - Interpellanza: "Profili di illegittimità costituzionale derivanti dal decreto-legge Sostegni ter in materia di energia rinnovabile".
Marguerettaz (Président) - Point n° 18 à l'ordre du jour. Le conseiller Aggravi a demandé la parole.
Aggravi (LEGA VDA) - L'interpellanza parte dalla querelle che c'è stata nello scorso Consiglio riguardo al complesso tema del costo dell'energia. In particolare, già dalle premesse dell'interpellanza si è preso spunto dei contenuti del comunicato stampa della Giunta del 10 febbraio intitolato: "Giunta regionale avvia interlocuzione con Governo per modificare decreto-legge Sostegni ter che colpisce il comparto dell'energia rinnovabile". All'interno del comunicato stampa ci sono dei passaggi che si vuole - ed è l'obiettivo di questa interpellanza - andare ad approfondire e capire maggiormente. Mi spiego: in particolare si afferma che all'interno della norma presentata, sempre il decreto-legge Sostegni ter, in particolare aggiungerei l'articolo 16, "si intravedono numerosi aspetti critici e profili di illegittimità anche rispetto all'autonomia regionale. In particolare - dice sempre il comunicato stampa - si contesta la scelta dell'Esecutivo di colpire in modo incomprensibile e con modalità tecniche gravemente distorsive, oltre che con evidenti profili di illegittimità costituzionale, il comparto dell'energia rinnovabile".
Sicuramente nel decreto-legge Sostegni ter, e in particolare all'articolo 16, si è definito un meccanismo che va a penalizzare in particolare i produttori di energia rinnovabile, si parla in particolare di impianti superiori a 20 kilowatt che beneficiano dei premi fissi derivanti da meccanismo... ma non voglio entrare nel complesso sistema, che, tra l'altro, si inserisce all'interno di quello che sino ad oggi è stato anche tutto il mondo dell'incentivazione alle forme di energia rinnovabile, perché comunque molti di questi impianti hanno beneficiato, lo sappiamo benissimo e abbiamo anche in varie situazioni difeso questo tipo di impostazione; oggi il conto che si rischia di dover andare a pagare per queste società è particolarmente salato.
Da parte nostra c'è una situazione ulteriormente complessa perché sappiamo benissimo che la Regione è l'azionista di riferimento di un operatore che è la CVA e si trova, tra l'altro, nello stesso momento a essere anche un futuro regolatore per quello che riguarda - e poi non voglio tornare sul tema - il discorso delle concessioni, ma nello stesso momento abbiamo la società di riferimento della nostra Regione per la produzione energetica ed elettrica che è comunque una realtà che opera all'interno del mercato, ed è bene anche dire che non tutti i Valdostani sono degli utenti della stessa Compagnia valdostana delle acque.
Non voglio poi andare ad approfondire ulteriormente un passaggio in cui si parla della distribuzione dei dividendi che la CVA ha garantito negli anni alla controllata Finaosta, quindi indirettamente alla Regione, perché si potrebbe aprire una lunga discussione avuta nella scorsa legislatura sull'opportunità delle distribuzioni di dividendi avuti, piuttosto che il mantenimento in patrimonio funzionale anche a investimenti di cui oggi e domani la nostra società dovrà comunque far fronte al di là di quello che sarà il percorso della norma di attuazione.
A fronte di questo - e ritorno all'obiettivo dell'interpellanza - si vuole conoscere nel dettaglio quali siano gli evidenti profili di illegittimità costituzionale dei contenuti del cosiddetto "decreto-legge Sostegni ter" intravisti dalle strutture tecniche io a questo punto mi immagino, in modo tale da fare chiarezza su queste affermazioni e quali siano i profili di illegittimità rispetto all'ordinamento dell'autonomia speciale valdostana, dei contenuti del decreto-legge Sostegni e si cita in particolare l'articolo 16 proprio per capire quali possono essere effettivamente le problematiche legate al nostro ordinamento finanziario.
Si vuole capire, perché bisogna poi dare anche operatività alle affermazioni, con quali modalità operative la Giunta regionale, nonché i gruppi di maggioranza, intendano promuovere nelle sedi deputate gli intendimenti descritti all'interno del citato comunicato stampa.
Solo un ultimo punto sul fatto di quello che dicevo all'inizio, l'ho chiamata querelle ma non ci voglio tornare, anzi, voglio esprimere la necessità comunque di andare poi a discutere in maniera più o meno ufficiale sul grande tema del caro energia perché è inutile che ci si creino degli steccati... però la scorsa volta siamo praticamente grati, mi permetta l'ironia, Presidente, dell'azione dei gruppi di maggioranza... va ricordato che anche l'opposizione nel suo piccolo già nel Consiglio precedente aveva chiesto dei passaggi ufficiali, e lo avevo fatto io, sono andato a riascoltarmi perché ogni tanto magari uno si dimentica, invece l'avevo proprio chiesto... un passaggio ufficiale in Commissione che poi c'è stato. Mi immagino che non sarà l'unico, ma ci saranno poi ulteriori passaggi per capire che cosa si può fare su un problema che ovviamente, in linea più ampia, noi possiamo risolvere solo in pochissima parte perché ci sono delle logiche molto più alte e molto più complicate che subiamo non solo come contribuenti o, meglio, come utenti, ma anche come Amministrazione.
Detto questo, la volontà della scorsa volta da parte dei gruppi di opposizione non era assolutamente quella di non cercare di trovare delle soluzioni condivise, le avevamo già chieste, tra l'altro, già in bilancio si era fatta una proposta ma ci torneremo poi sul punto, c'era la volontà di dare ufficialità a questi passaggi proprio perché, come ho detto nella presentazione di quest'interpellanza, c'è un po' il rischio di confondere spesso le acque - mi si permetta questa battuta -, un po' come quando si confondeva il ruolo della CVA con la proprietà delle concessioni idroelettriche o come anche il fatto che la nostra compagnia non sia una società - io l'ho detto più volte in questo Consiglio - di erogazione di stampo jugoslavo, ma è una società che opera in un mercato che ha delle tariffazioni e quindi che ha degli obblighi tipici delle società all'interno di un mercato seppur fortemente regolamentato come quello dell'energia. Questi sono i tre obiettivi ma gli importanti penso che siano i primi due, cioè andare effettivamente a capire quali gli evidenti profili di illegittimità costituzionale e soprattutto le problematiche legate all'ordinamento finanziario dell'autonomia e capire anche che cosa si fa. Qui chiudo la presentazione perché se spesso e volentieri la Lega viene accusata di essere membro del Governo nazionale e nello stesso momento di criticare alcune posizioni, vorrei ricordarle, Presidente, che nella sua maggioranza c'è un partito politico che è uno dei propulsori dell'attività del Governo Draghi e quindi in queste forze di maggioranza chissà... non ho capito se c'è anche il Partito Democratico oppure lei faceva riferimento ad altri, perché non c'è soltanto la Lega al Governo, anzi, c'è il Partito Democratico e, come dice il suo segretario Letta, è proprio la colonna portante di quel Governo. Magari nella risposta al punto 3, sulle modalità operative, lei ci potrà rappresentare quello che è il grande apporto che questo partito - non me ne vogliano i colleghi ma si fa politica anche in aula - sta portando alla Valle d'Aosta l'azione munifica e di difensore dell'autonomia valdostana del Partito Democratico.
Président - Pour la réponse, la parole au Président de la Région.
Lavevaz (UV) - Tocchiamo un argomento che è à la une in questo momento: quello dell'energia, in questo caso l'interpellanza si occupa di CVA, in particolare del decreto-legge Sostegni, più tardi parleremo dell'aumento delle bollette, le questioni sono anche collegate se vogliamo perché si rischia veramente, oltre al danno, la beffa, se mi permettete questo accostamento, perché, da un lato, abbiamo degli aumenti considerevoli dall'altro, abbiamo il rischio che la nostra società abbia dei tagli importanti per l'applicazione di questo articolo 16 che lei giustamente ha richiamato del decreto-legge n. 4, il cosiddetto "decreto-legge Sostegni", che va a incidere notevolmente, com'è noto, sui cosiddetti "extra profitti", quindi con un taglio importante dei profitti derivanti dalla vendita di energia da fonti rinnovabili. Questo ha suscitato da subito critiche importanti, anche per una questione di concetto, che si vanno a colpire in maniera esclusiva i profitti generati dalla produzione da fonti rinnovabili, che sono invece l'elemento trainante per gli obiettivi che conosciamo tutti nella nostra pianificazione, ne abbiamo parlato spesso anche qui: gli obiettivi di transizione energetica, che siano quelli comunitari, che siano quelli nazionali.
In sostanza è stato rilevato come questo provvedimento non incida in alcun modo sulle cause invece della crescita dei prezzi dell'energia elettrica, comunque dei prezzi dell'energia in generale, che invece, com'è noto, dipendono dall'impennata delle quotazioni dei cosiddetti "carburanti fossili" e non dalle energie rinnovabili.
Quello che è ancora più grave è che questo taglio sugli extra profitti va a incidere invece sugli investimenti che le fonti rinnovabili, o comunque le aziende che si occupano delle fonti rinnovabili possono fare scoraggiandone in qualche modo anche lo sviluppo. C'è un tema molto complesso che ha componenti di natura politica, di natura tecnica che hanno conseguenze di natura finanziaria ed economica molto diretta anche sul nostro ordinamento.
Lei chiede quali siano in buona sostanza le questioni di illegittimità costituzionale; nel nostro comunicato stampa, parlando di illegittimità costituzionale, volevamo intendere un'illegittimità più in senso lato costituzionale legata alla Costituzione italiana ma anche al nostro Statuto perché il nostro Statuto ha rango costituzionale, quindi è la nostra Costituzione.
Abbiamo sentito fin da subito sia gli operatori del settore come i primi commentatori dire che questa norma presentava profili proprio di illegittimità riguardo ai principi di libertà di iniziativa, riguardo al principio di legittimo affidamento e anche rispetto al principio di non discriminazione di cui all'articolo 3 della Costituzione.
Quelle che più volevamo sottolineare nel nostro comunicato stampa erano invece le ricadute dirette sul nostro ordinamento che questo decreto-legge Sostegni ha, perché - ma dico cose che lei conosce anche meglio di me - i flussi finanziari di CVA, e quindi i dividendi che passano attraverso Finaosta, sono un'entrata diretta del nostro bilancio, questo è molto chiaro, quindi un taglio di questi profitti ha delle conseguenze immediate e dirette su questo flusso di dividendi verso la Regione. Questo significa sottrarre importanti risorse al bilancio regionale, come accennavo all'inizio del mio intervento quando parlavo di avere oltre al danno, quello dell'aumento, anche la beffa di non poter intervenire perché questi dividendi potrebbero essere uno strumento che potrebbe chiudere il cerchio ritornando con una redistribuzione attraverso degli aiuti mirati dove questi aumenti sono più importanti a cittadini e imprese, questo non sarà possibile se questi dividendi saranno diminuiti in maniera sostanziale. Questo è definito anche dal fatto che il conguaglio previsto dall'articolo 16 sarebbe fuori gettito fiscale, quindi escluso dal riparto fiscale regionale con - e qui vengo alla risposta - una violazione di un principio che potrei definire cardine della nostra autonomia statutaria perché se andiamo a toccare gli equilibri economici e a intervenire esteriormente su degli equilibri economici, è chiaro che questo ha delle conseguenze sull'attuazione dell'autonomia, questo è di tutta evidenza.
Lei faceva cenno al dibattito della scorsa legislatura, sul fatto che i dividendi siano redistribuiti al socio, piuttosto che lasciati in pancia alla società per investimenti futuri, questo effettivamente è un ragionamento corretto. Quello che mi sento di ricordare - non c'è bisogno di farlo ma nella discussione e nel quadro è importante dirlo - che la Regione più di vent'anni fa ha fatto un investimento importantissimo a livello economico, con peraltro una garanzia di un'emissione obbligazionaria, un intervento che era garantito da delle entrate che poi permettessero di rientrare di questo investimento importante.
Il tentativo in atto con il decreto-legge Sostegni quindi di recuperare fuori gettito queste risorse rischia di incidere, seppur indirettamente, sull'aspetto finanziario economico valdostano in maniera molto importante. Io credo che questo, al di là della visione che si può avere sulla gestione degli utili di CVA, sia indubbio.
Per venire all'ultimo aspetto che lei ha citato, al di là dei legittimi posizionamenti dei gruppi - è chiaro che ci sono altri gruppi all'interno di questo Consiglio che fanno parte del Governo - io credo che ci voglia l'impegno di tutte le forze che hanno una rappresentanza all'interno del Governo, o comunque anche più in generale all'interno del Parlamento affinché, in sede di conversione di questa legge, si possa trovare un modo di riscrittura che sia meno dannoso per la realtà della nostra società.
Per quanto ci riguarda, stiamo cercando anche con le altre Autonomie speciali, in particolare con le due Province autonome, che hanno delle società simili alla nostra, di mettere in piedi un'azione che possa portare a una condivisione in sede parlamentare per evitare che questo decreto venga convertito in legge così com'è stato licenziato.
Président - La parole au collègue Aggravi pour la réplique.
Aggravi (LEGA VDA) - Quando abbiamo fatto il lungo dibattito sulla questione idrogeno in questo Consiglio, tra l'altro, lei diede un contributo di narrazione scientifica non da poco sul tema, tra le critiche e i dubbi sull'idrogeno c'era appunto il fatto che è ancora una materia molto instabile. Io definirei un po' la sua risposta simile all'idrogeno, è un po' una materia instabile, perché al netto - e qui la chiudo - della disponibilità, e l'abbiamo sempre fatto, a parlare di cose concrete qualora ci siano ed eventualmente di valutare le modalità migliori per aiutare e per dare una risposta alla comunità, tornando ai primi due punti, devo dedurre, devo capire, che effettivamente i tre aspetti che citavo, ovvero il ruolo dell'azionista, l'operatore del mercato della CVA e il fatto che non tutti gli utenti valdostani ne siano clienti complica notevolmente il quadro.
Lei ha citato la lesione della libertà d'iniziativa, la discriminazione, sono una serie di elementi che, ogni qualvolta si va a toccare la regolamentazione industriale, si può andare a utilizzare per vantare il proprio credito e il proprio eventuale danno nel momento in cui cambia la normativa.
Cosa diversa è invece andare a parlare di ordinamento finanziario e di norme costituzionali o, meglio, di provvedimenti che vanno a ledere l'impianto costituzionale perché, volenti o no, purtroppo l'energia elettrica è un mercato libero o paralibero, quindi non possiamo ragionare troppo e dobbiamo stare attenti a essere nello stesso momento l'azionista imbufalito dalla scelta del Governo e soprattutto un ente istituzionale che si potrà trovare e si dovrà trovare in futuro a fare il regolatore delle concessioni. Questo è un po' un nostro problema.
Sono d'accordo anch'io con quanto lei diceva sull'investimento e sulla lungimiranza che si ebbe all'epoca con l'emissione del BOR per l'acquisto delle centrali, abbiamo comunque beneficiato lungamente di quel quadro ma purtroppo oggi vi sono complicazioni perché ovviamente il mercato è cambiato, le scelte sono cambiate e quindi bisognerà evolvere per difendere il posizionamento della nostra compagnia, che non è la compagnia di Stato o della Regione autonoma Valle d'Aosta, è un aspetto molto complesso e molto delicato, perché possiamo essere sicuramente degli azionisti arrabbiati, e possiamo anche dirlo, però stiamo magari un pochettino più attenti - questa è un'opinione totalmente personale - a paventare un'illegittimità costituzionale che poi in realtà si ripercuote sull'interesse legittimo dell'azionista che si lamenta, soprattutto poi, tra l'altro, in un momento molto complesso dove la nostra Compagnia valdostana, ma non soltanto, dovrà fare gli investimenti notevoli perché sappiamo che gli impianti che abbiamo hanno la loro età e devono essere manutenuti.
Chiudo dicendo una cosa in più: a livello generale questo articolo 16 rappresenta un po' il meccanismo perverso che è definito dagli incentivi e poi dai conguagli. Da un lato, si è pompato, e in parte anche questa è causa dell'aumento dei prezzi, tutto quello che è un settore, con scelte giuste o sbagliate, è una scelta politica, è una scelta anche di strategia più completa quella di rafforzare le energie rinnovabili, ma nello stesso momento sembra quasi che oggi lo Stato dica: "quei contributi in quota parte ridammeli perché i tuoi impianti si sono ammortizzati nel tempo e oggi stanno generando degli extra approfitti", quegli extra profitti che, quando si sono fatti gli investimenti, e più che per le centrali storiche di CVA dico le nuove centrali, l'operatore aveva realizzato e aveva pensato che in un primo momento di startup e di investimento ci sarebbe stato poi un ricavo futuro. Oggi questo ricavo futuro sembra che venga chiesto indietro quasi a compensare quell'effetto che c'era stato.
Se sull'energia idroelettrica questo effetto se vogliamo ha forse più senso, perché gli investimenti sono stati anche notevoli e hanno anche comportato delle problematiche magari bene o male sul territorio, sul fotovoltaico e l'eolico, che da poco tempo hanno incentivazione e hanno rafforzamento, il meccanismo è ancora più complesso e perverso.