Oggetto del Consiglio n. 1235 del 9 febbraio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1235/XVI - Interrogazione: "Informazioni sul raggiungimento degli obiettivi inseriti nel piano dei rifiuti 2016-2020".
Bertin (Presidente) - Punto n. 10. Per la risposta, la parola al Presidente della Regione.
Lavevaz (UV) - Confesso che non capivo bene quale fosse l'obiettivo perché le questioni, i quesiti posti e le informazioni che sono richieste sostanzialmente sono informazioni che lei conosce bene perché erano contenute in parte nel piano rifiuti vecchio, in parte nel piano rifiuti nuovo che è in analisi, comunque le darò i dati che lei ha richiesto. Si chiede in primis "quali obiettivi erano stati posti nel piano rifiuti 2016-2020 rispetto ai seguenti parametri: riduzione della produzione pro capite dei rifiuti, percentuali di raccolta differenziata, percentuali di recupero di materie, percentuali di recupero del ciclo organico, quantità e tipologia degli impianti di compostaggio". Per quanto riguarda gli obiettivi del piano richiesti nella prima domanda, sono rinvenibili, come dicevo nel volume 1 capitolo 10: la riduzione della produzione pro capite di rifiuti era pari circa a 20-30 chilogrammi per abitante all'anno a regime. La percentuale di raccolta differenziata tra il 65 percento e il 70 percento, fase 1, era il periodo 2016-2018, fase 2 nella fase successiva, eccetera, la percentuale di recupero di materia era del 50 percento, la percentuale di recupero del riciclo dell'organico tra il 50 e il 70 percento di quantità intercettata e la quantità e tipologia degli impianti di compostaggio: nessuno, nel senso che era previsto solo nella fase 3, cioè dopo il 2020.
Seconda domanda: "se e in quale misura gli obiettivi di cui al punto 1 sono stati raggiunti e come si spiegano gli scostamenti che ci sono stati". I risultati conseguiti sono invece consultabili in questo caso nel volume 1 della proposta di aggiornamento del piano rifiuti nuovo, che ovviamente è a disposizione di tutti, non solo dei Consiglieri; in questo caso la produzione pro capite dei rifiuti urbani è aumentata di circa 40 chilogrammi per abitante all'anno. La percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65 percento in fase 1, la fase 2 è stata avviata soltanto il 1° gennaio 2022, in ritardo rispetto alle previsioni. La percentuale di recupero di materia ha raggiunto il 58 percento, dato che però riguarda la percentuale di materiale inviata al recupero, che non coincide con la percentuale effettivamente recuperata dai consorzi a causa delle contaminazioni presenti nel rifiuto. La percentuale di recupero e di riciclo dell'organico intercettato ha raggiunto il 46 percento della frazione organica e il 90 percento del verde biodegradabile, di queste il 100 percento, com'è noto, è inviato fuori Valle e recuperato, complessivamente viene intercettato e recuperato il 65 percento dell'organico.
Come si può vedere, i risultati ottenuti, correlati anche con le intrinseche variabilità connesse al settore dei rifiuti, sono in linea con le previsioni del piano. È da rimarcare la crescita di circa diciassette punti percentuali della raccolta differenziata nel quinquennio 2015-2020, mentre permane la criticità collegata alla produzione pro capite, dato che si ricorda risente anche della vocazione turistica del territorio e del conseguente aumento di presenze in Valle d'Aosta.
Per quanto concerne il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi, si evidenzia dapprima che le variabili e le incertezze intrinsecamente legate alla definizione dei piani regionali di revisione dei rifiuti fanno sì che raramente tali pianificazioni possano tradursi in puntuali raggiungimenti degli obiettivi posti. È tuttavia fondamentale che tali piani riescano a innescare processi di miglioramento continuo che tendano al raggiungimento degli indicatori ipotizzati. Le concause sono numerose: ad esempio, si può evidenziare che tre Unités sono rimaste al di sotto dell'obiettivo minimo per la raccolta differenziata del 65 percento, mentre le rimanenti sono vicine al valore del 70 percento. La performance sulla raccolta differenziata ha risentito anche dell'efficacia delle scelte fatte a livello locale per i sistemi di raccolta. Su tale performance ha anche pesato il ritardo dell'avvio di impiantistica di seconda fase dovuta in particolare alla complessità della procedura di gara. Non sono state sicuramente condotte a termine o avviate tutte le azioni collegate alle campagne per la riduzione dei rifiuti previste nel piano vigente.
Terza domanda: "quali erano le disposizioni e previsioni del piano 2016-2020 relativamente alle discariche dei rifiuti speciali di Pompiod e Chalamy e se tali disposizioni sono state applicate coerentemente". Il riferimento in questo caso è al volume 2 del piano 2015-2020 e in particolare il capitolo 6.1 dice: "la realizzazione di nuove discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali inerti non è al momento prevedibile, ciò anche in considerazione della rallentata attività edilizia conseguente alla crisi economica. Alla luce comunque delle volumetrie residue rilevate nel 2014 - qua siamo nel piano vecchio - delle discariche attualmente in esercizio, e nella previsione che possa essere avviato l'esercizio di una grossa discarica di titolarità privata avente una volumetria importante - qua si parlava della discarica di Issogne in località Mure - si ritiene che al momento l'offerta di impianti risulta essere sufficiente anche per i prossimi cinque anni". La discarica di Pompiod è semplicemente richiamata nella tabella relativa al censimento degli impianti con la dicitura "esercizio sospeso". Non vi sono pertanto specifiche disposizioni in merito alle due discariche in questione ma credo di aver detto cose che lei conosceva.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Le chiarisco subito la motivazione di queste domande: il piano 2016-2020 è un piano pubblico, così come il nuovo piano, la bozza di piano, che stiamo esaminando è pubblica. Io sono convinta che, per fare un lavoro corretto e ben fatto, sia necessario avere un quadro dei risultati ottenuti in precedenza e nella bozza di piano il quadro dei risultati relativi al piano rifiuti 2016-2020 non è assolutamente così nitido come ci si dovrebbe aspettare per poter poi fare dei ragionamenti su quella che deve essere la politica dei rifiuti successiva. Ci sono delle informazioni sparse, lei ne ha citate alcune, che occorre ritrovare, ma non è assolutamente così agevole e le stesse persone al di fuori di noi, che abbiamo avuto un po' più di tempo e forse, come lei dice, qualcuno conosceva anche degli elementi... le stesse persone che hanno provato ad analizzarlo - parlo anche di tecnici, di persone che hanno delle competenze - in queste 911 pagine della bozza che abbiamo in questo momento si stanno perdendo. Io credo - e l'ho già detto anche nelle audizioni di Commissione - sia necessario avere un quadro riassuntivo di quella situazione e che questi dati vengano resi noti perché non ci siamo solo noi, c'è una popolazione al di fuori di qui che si occupa qualche volta anche di questioni che non sono solo per addetti ai lavori. Di fatto gli obiettivi del piano 2016-2020 non sono stati raggiunti e questo è un problema anche per la futura pianificazione.
C'è stato un aumento notevole della produzione pro capite dei rifiuti urbani, ce l'ha detto anche lei, in pratica è aumentata del doppio rispetto a quello che si prevedeva di ridurre perché c'era stata una previsione di riduzione da 20 a 30 chilogrammi e i dati ci dicono che abbiamo aumentato di 40 chilogrammi. È ovvio che se aumenta la produzione pro capite, aumentano anche i quantitativi generali, e quindi su questo deve essere fatta una valutazione. Non soltanto, si continua a dire che siamo virtuosi per quello che riguarda la raccolta differenziata ma il minimo di legge che bisognava raggiungere era del 65 percento, noi in media siamo al 64,53 percento, con punte di alcune Unités a oltre 70 percento, di fatto però anche questo obiettivo non è stato raggiunto. Non solo, lei adesso ci ha detto che questo è stato dovuto anche a scelte a livello locale che non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi e proprio in questi giorni discutiamo della possibilità di arrivare a un ATO unico, oppure no, e ci si dice che arrivare a un atto unico può creare dei problemi proprio in questo senso, cioè che qualcuno si deresponsabilizzi ancora di più... Ma se nella situazione attuale, con i cinque ATO, qualcuno non è riuscito ad arrivare agli obiettivi previsti e qualcun altro sì, occorre una riflessione che invece ponga degli obiettivi più sfidanti per tutti, che devono essere raggiunti. Ovviamente questi dati devono pesare sulla pianificazione che stiamo mettendo a punto adesso, dobbiamo per forza recuperare quegli obiettivi mancati e costruire un piano che sia più incisivo; bisogna moltiplicare gli sforzi, fare un salto di qualità e avere anche degli step cronologici più stringenti, ma attualmente, nelle tabelle che abbiamo visto, non ce ne sono. Il problema è che se non ci mettiamo in quell'ottica, ci porteremo dietro per tanto tempo i ritardi precedenti e ne accumuleremo degli altri. È questo il motivo per cui riteniamo che non bisogna - lo abbiamo detto in Commissione - porsi l'obiettivo della tariffazione puntuale dell'ATO unico al 2026 come ultimo step, bisogna prevedere delle tappe intermedie.
Su Pompiod e Chalamy, lei lo ha detto, non c'era niente nel piano precedente, non c'era praticamente niente, si prendeva atto della della discarica, basta; e nel piano attuale, nel volume 2 che riguarda i rifiuti speciali e nel volume 4, che è quello sulle aree idonee e non idonee, non c'è praticamente di nuovo nulla, malgrado sia un anno che noi chiediamo di intervenire, abbiamo fatto delle proposte, nel programma di legislatura c'era un impegno a colmare il vuoto normativo! Ci siamo anche sentiti dire che un momento dopo la sentenza della Corte costituzionale di marzo ci si sarebbe messi a lavorare e si sarebbero presi dei provvedimenti. È passato quasi un anno da quel marzo del 2021 e non c'è niente! E non mi si venga a dire, per cortesia, ancora una volta che la causa di questi ritardi è da imputare alle mie dimissioni perché francamente sarebbe ridicolo! Spero che su questo almeno si abbia il pudore di non continuare a ripetere la stessa solfa.