Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1228 del 9 febbraio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1228/XVI - Interrogazione a risposta immediata: "Strategie poste in atto per scongiurare la "zona rossa" e comparazione dei costi rispetto alla proposta della Regione Piemonte".

Bertin (Presidente) - Punto n. 4.02. Per l'illustrazione, si è prenotato il consigliere segretario Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - A quasi due anni dall'inizio del calvario prodotto da Covid, abbiamo potuto sperimentare tristemente il dramma della zona rossa con i suoi risvolti sociali ed economici. Abbiamo capito come nella definizione delle regole statistiche che collocano in una zona piuttosto che un'altra l'incidenza dei nostri piccoli numeri definisce una facilità estrema nel passaggio da una zona all'altra. Questo è tipico di una legge matematica legata alla piccolezza del campione della nostra popolazione. Noi ci siamo resi conto di come questa spada di Damocle è rimasta appesa e rimane appesa anche adesso in cui noi ci troviamo in una situazione di abbassamento del numero di contagi, quindi di una sorta di minor pericolosità, in ogni caso ciò non toglie il fatto di essere sempre allerta. In questo contesto dove il numero di posti letto diventa estremamente importante, un parametro importante per la definizione delle nostre collocazioni cromatiche, la Regione Piemonte a noi confinante ci offre l'opportunità di posti letto e lei, presidente Lavevaz, a nome e per conto di tutti i Valdostani cosa fa? Risponde con un "no, grazie, non ne abbiamo bisogno". È opportuno che le spiegazioni di questo suo diniego, dopo averle date ai giornalisti, ora le dia all'aula.

Con questa interrogazione le chiediamo, Presidente, che ci spieghi quale strategia è stata posta in atto per scongiurare l'eventualità della collocazione futura della nostra Regione in zona rossa e con quali costi rispetto alle condizioni invece contenute nella proposta della Regione Piemonte.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il presidente della Regione Lavevaz, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Ringrazio per il question time, purtroppo c'è poco tempo per rispondere perché meriterebbe un'analisi un po' più approfondita questa questione. Non vi nascondo di essere stato un po' sorpreso dalle prese di posizioni che sono nate non tanto dai "leoni di tastiera", ma anche da qualche amministratore che è seduto qua in quest'aula.

Partiamo dai fatti: il Piemonte, quando noi siamo passati in zona arancione, aveva una situazione di terapie intensive con un numero maggiore del nostro per quanto riguarda le percentuali, anche sensibilmente più alto del nostro, ma, come sappiamo, il Piemonte è rimasto una settimana in più in zona gialla perché aveva la possibilità dei posti di area medica di poter dichiarare dei numeri diversi e di rimanere nei parametri per quanto riguarda i posti di area medica, ma non di terapia intensiva. Con il presidente Cirio ci siamo parlati, ci siamo visti anche con gli altri Presidenti a Roma e la proposta che lui ha fatto è stata quella di ricoverare alcuni Valdostani dalle terapie intensive valdostane alle terapie intensive piemontesi. Non si è fatto un ragionamento di numeri di posti letto, di disponibilità, di conteggi, eccetera, ma di ricoverare i Valdostani in Piemonte. Questo deve essere chiaro perché questo è il punto di partenza del ragionamento.

Io non ho risposto in nessun modo: "siamo in grado di cavarcela", come per dire: "noi siamo orgogliosi di quello che facciamo e vogliamo in qualche modo che sia chiaro che siamo in grado di tirarci su i pantaloni e di essere in grado di affrontare la questione senza aiuti", tantomeno ho detto un no per questioni politiche, perché qualcuno ha anche paventato questa possibilità; qua siamo veramente nell'ambito della fantascienza, se non oltre. Io ho ringraziato il Piemonte, il presidente Cirio per questa disponibilità, e ho semplicemente detto che la sua proposta non era praticabile e vi spiego anche perché, ma credo che le motivazioni siano molto semplici e mi stupisce anche che questo non sia stato colto o, peggio, sia stato colto che ci siano delle posizioni che sostengono il contrario.

La situazione è molto banale, immaginate se con dieci ricoveri in terapia intensiva, dobbiamo ricoverare l'undicesimo. Ho provato a calarmi nei panni della persona che si trova in quella situazione come se fosse un mio caro che viene ricoverato in terapia intensiva come undicesimo, quindi con ventiquattro posti liberi nella nostra terapia intensiva e con il medico che dice: "ricoveriamo il suo caro - e vi invito a fare lo stesso ragionamento - in terapia intensiva, lo intubiamo e non sappiamo quale sarà il decorso perché le conseguenze possono essere anche fatali. Abbiamo ventiquattro posti liberi qua, però lo spostiamo a Ivrea in ambulanza perché, anche se lì le terapie intensive sono messe peggio delle nostre, almeno la Valle d'Aosta non diventa rossa per questioni statistiche". Per conto mio i Valdostani non sono dei numeri da spostare in ambulanza di qua e di là per rispettare delle questioni statistiche, ma sono delle persone che vanno rispettate. Mi stupisce molto che da parte vostra, anche da parte di qualche "leonessa da tastiera" che è qua seduta intorno a questi tavoli, il mio atteggiamento non sia stato rispettoso della sanità dei Valdostani ma, che anzi, sia andato contro gli interessi dei Valdostani. C'è qualcosa che sfugge a qualcuno.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Esatto, c'è qualcosa che sfugge. Mi permetta, Presidente, ma la sua risposta non ci convince perché penso che sia il cittadino di Pont-Saint-Martin che viene spostato ad Aosta in terapia intensiva o viene spostato a Ivrea: è a quella fetta di popolazione che possa rispondere; ma c'è un altro discorso che va al di là - e non entro minimamente nelle polemiche, nei "leoni di tastiera" e in nulla: a me interessa la buona amministrazione - ci sono tutti gli uffici, specialmente nell'ambito della sanità, che lavorano come attività amministrativa sana, stanno svolgendo un'attività indirizzata alla costituzione di accordi con le Regioni vicine; questo succede tanto più nella sanità e di questo lei dovrebbe essere informato. Questa tendenza discende da un sano concetto di amministrazione, quel concetto che con questo "no grazie" purtroppo è stato sovvertito. Con questo "no grazie" lei ha perso l'occasione di allontanare lo spettro della zona rossa alla Valle d'Aosta e sul tema dei costi ritorneremo con futuri approfondimenti.