Oggetto del Consiglio n. 1223 del 9 febbraio 2022 - Resoconto
OBJET N° 1223/XVI - Communications du Président du Conseil.
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 32 Consiglieri possiamo dare avvio ai lavori del Consiglio di oggi. Punto n. 1 all'ordine del giorno.
In apertura di questo Consiglio, desidero esprimere le più vive congratulazioni dalla nostra Assemblea a Federica Brignone e a Federico Pellegrino per le due splendide medaglie d'argento conquistate ai Giochi olimpici di Pechino. Siamo davvero fieri di loro e li ringraziamo per le emozioni che in questi giorni ci hanno regalato.
Vi comunico che il 2 febbraio la Giunta regionale ha depositato un atto amministrativo riguardante lo Statuto di Finaosta ai sensi della legge regionale n. 7/2006. L'atto è stato assegnato alla II Commissione.
La Conferenza dei Capigruppo ha deciso che domani, in apertura dei nostri lavori, sarà dedicato un momento commemorativo per il Giorno del ricordo che si celebra appunto il 10 febbraio. Ogni gruppo avrà a disposizione dieci minuti per i propri interventi.
Vi informo anche che i punti all'ordine del giorno n. 21 e n. 39 (riguardante la peste suina) saranno trattati congiuntamente.
Nella giornata di ieri si sono concluse le verifiche sulle duecentonovantanove firme presentate a supporto dell'iniziativa popolare da sottoporre al referendum propositivo riguardante la modifica della norma dell'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Dalle operazioni di verifica è emerso che sono duecentosettantasette le firme regolarmente autentificate.
Infine la settimana scorsa ho ricevuto una lettera dalla presidente del Parlamento della Catalogna, Laura Borràs, che, tra l'altro, parteciperà all'Anniversario dell'autonomia il 27 febbraio prossimo, con il quale si descriveva la situazione in Catalogna e le difficoltà che ancora oggi coinvolgono il Parlamento catalano. In particolare verrà riportata la situazione del deputato Pau Juvillà, recentemente destinatario di un provvedimento di sospensione in conseguenza del comportamento tenuto da quest'ultimo durante la campagna elettorale per le elezioni politiche spagnole. Juvillà, all'epoca consigliere comunale, aveva esposto sulla facciata del Municipio il fiocco giallo, simbolo di solidarietà nei confronti degli esuli e dei prigionieri politici catalani.
Al di là della vicenda personale del Deputato in questione e delle ripercussioni, che, tra l'altro, la stessa sta avendo sull'operatività del Parlamento catalano, ancora una volta, a più di quattro anni di distanza, si evidenziano gli effetti negativi conseguenti alla risposta da parte statale al referendum consultivo organizzato dalla Generalitat de Catalunya il 1° ottobre 2017. Ricordo che ad oggi più di tremila persone sono coinvolte a diverso titolo in azioni giudiziarie e amministrative. Abbiamo ancora nella memoria le immagini riportate da tutti i mass-media del mondo nelle quali a un momento di partecipazione democratica si è avuta una risposta violenta. Alle richieste pacifiche e democratiche non si può rispondere con la violenza e i tribunali, solo la politica e il confronto possono e devono trovare una via di uscita. È triste constatare che in Europa, nel silenzio delle istituzioni europee, si verifichino ancora situazioni del genere. Si spera che il dialogo tra il Governo spagnolo e quello catalano, intrapreso da alcuni mesi, possa aprire una fase nuova per la soluzione della questione catalana.
Non vedo richieste di intervento. Punto n. 2 all'ordine del giorno... ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (GM) - Pensavo che lei avesse altre cose da comunicarci... Ritorno su un argomento sul quale ho speso già delle parole nei Consigli passati e credo che certi comportamenti in qualche modo vadano richiamati, parlo dei 116 ovviamente.
Il 4 ottobre del 2021 scrivevo all'Assessore alla sanità e servizi sociali chiedendo i verbali della Commissione regionale di ERP per verificare l'atteggiamento della Commissione in riferimento alla legge n. 3, sulla base di una serie di segnalazioni che ci erano pervenute. Il 6 dicembre 2021, quindi da ottobre al 6 dicembre, chiedevo a lei l'intervento della Presidenza del Consiglio affinché intervenisse con un sollecito. Lei giustamente il 9 dicembre scriveva all'assessore Barmasse sollecitando la documentazione da me richiesta, il 27 dicembre ho ricevuto una lettera piuttosto scomposta dal Coordinatore della Struttura dei servizi sociali, in assenza della Dirigente della struttura alla persona, la famiglia e politiche abitative, nella quale viene elencato un pistolotto sul diritto alla riservatezza. Da questo punto di vista, mi aspettavo una risposta dall'Assessore. Sottolineo l'esigenza di avere gli allegati omessi nella lettera del 27, perché quella lettera era senza allegati. Scrivo il 18 gennaio una lettera nella quale le richiedevo e poi ricevo immediatamente degli allegati e con stupore verifico che si tratta semplicemente di ordini del giorno con l'assenza delle motivazioni verbalizzate che erano quelle che chiedevo che servivano a rendere più chiara la questione.
Il 18 gennaio alle ore 18:49 invio una mail al Coordinatore e all'Assessore e non ricevo nessuna risposta, il 25 gennaio 2022 un'ulteriore lettera all'Assessore alla sanità e ancora nessuna risposta.
Ora, io chiedo un suo intervento con sollecitudine perché, andando ad approfondire bene la questione legata al 116, il comma 5 dell'articolo 116 del Regolamento interno del Consiglio prevede che la richiesta di accesso agli atti del Consigliere regionale non vada nemmeno motivata, proprio perché non può essere espresso giudizio di valore rispetto al contenuto dell'azione politica che il Consigliere ritenga utile all'espletamento del proprio mandato. Di conseguenza, il diniego, anche solo parziale dell'accesso agli atti del Consigliere non può in alcun modo fondarsi su aspetti legati alla motivazione sottesa alla sua richiesta ma esclusivamente sugli aspetti e i casi espressamente previsti dall'articolo 116 del Regolamento. È di tutta evidenza che conoscere le motivazioni che fondino la permanenza o meno dei requisiti di emergenza abitativa previsti dalla legge in capo ai soggetti beneficiari costituisca elemento necessario al fine di valutare con piena cognizione la correttezza e l'efficacia dell'operato dell'Amministrazione. Questo diritto non può essere compresso attraverso il richiamo a un suo contemperamento con il diritto alla riservatezza degli interessati dal momento che proprio a tal fine - e l'ho verificato ancora meglio questa mattina - il comma 4 dello stesso articolo prevede espressamente che il diritto di accesso dei Consiglieri non possa essere limitato a causa della natura riservata dei documenti e che i Consiglieri, quindi il nostro comportamento deve essere attento, sono tenuti a rispettare il segreto d'ufficio - cosa che abbiamo sempre fatto in questo Consiglio - e soprattutto il diritto alla riservatezza dei terzi nei casi specificati dalla legge e dalle disposizioni in materia di privacy.
Chiedo fortemente a lei, ma anche all'Assessore che ci ascolta di far avere i documenti perché ormai dal 4 ottobre ad oggi credo che il tempo sia passato e questi atteggiamenti non fanno altro che creare dei sospetti e mascherare delle cose che forse e probabilmente non sono così pertinenti. Questo viene fuori anche dalla nota che abbiamo avuto da parte delle Commissioni III e V Commissione, durante la riunione delle quali abbiamo audito il Presidente e il Direttore dell'ARER e sono sicuro che qualcosa dovremo valutare.
Presidente - Si è prenotato da remoto il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Approfitto dell'occasione e ringrazio il collega Baccega per aver introdotto l'argomento. La questione della limitazione di alcuni atti, di alcuni documenti relativi alla nostra attività, effettivamente da diverso tempo è sotto attacco, sotto minaccia, lo noto da persona che fa spesso 116, rispetto alla scorsa legislatura, non facciamo che osservare una continua resistenza a consegnare i documenti che chiediamo. Innanzitutto, quando si formula la richiesta quella rapida, la risposta è sempre: "ma ci vuole un pochino più di tempo per elaborarla", quindi rapida non c'è. Sostanzialmente risposte rapide non ne abbiamo avute, devo dire con la lodevole eccezione di una struttura, tutte le altre arrivano all'ultimo giorno utile. È incredibile peraltro spesso il ritardo, che si arrivi al ventesimo giorno e non al diciannovesimo, per esempio, cosa che mi fa supporre che magari qualcuno aspetti in maniera appartata la scadenza. Effettivamente però anche la richiesta di motivazioni che anche a me è stata opposta più volte e anche la dichiarazione di non poter dare questo tipo di documentazione opponendo questione relativa alla privacy, quando, in realtà, sappiamo benissimo che la privacy non può essere opposta, mi sembra un po' stucchevole. Si ingenera un meccanismo, lei, Presidente, ne è testimone, dove arrivano diverse missive dove noi le scriviamo, lei scrive alla struttura, la struttura risponde, io gli riscrivo e ci sono atti che hanno tre o più solleciti a cui, peraltro, ancora devono dare risposta, parlo, per esempio, di atti di agosto.
Sarebbe assolutamente necessario fare - ma questo il collega Baccega non lo sa, lei, Presidente, lo ha proposto in Commissione Regolamento e quindi è giusto riconoscerglielo -il punto della situazione anche rispetto alla riformulazione dell'articolo 116 che abbiamo fatto per vedere se ha funzionato oppure no, in alcuni casi, secondo me, non ha funzionato.
Ne approfitto anche per segnalare una cosa, Presidente, ho letto un comunicato stampa dove si evidenzia che si è insediata la difensora civica Adele Squillaci. Ora, con tutto il rispetto per le cariche per il femminile e per questi connotati che avete introdotto, ma "difensora" è un termine cacofonico che ha fatto rabbrividire non solo me per fortuna, ma tantissime altre persone che mi hanno scritto, quando l'ho letto, pensavo di sognare, sono andato a vedere sul vocabolario, sulla Treccani, "difensora" non viene menzionata, viene menzionato il difensore o la difenditrice, ma mi sembra veramente assurdo. Forse se riuscissimo ad attenersi alla normalità delle cose, come si sono sempre chiamare, io non credo che chiamare Difensore civico chi si occupa di difendere i cittadini possa offenderlo oltremodo. Magari se riuscissimo a evitare anche queste figure, sarebbe...
Presidente - Vi sono altri? Non vi sono altre richieste? Vi invito, Consiglieri, a rimanere il più possibile legati ai contenuti delle comunicazioni.
Per quel che riguarda la dicitura "difensora civica", è una scelta che, tra l'altro, ricade anche su chi ricopre il ruolo ed è, da un punto di vista formale, corretta, poi può piacere o meno, anch'io non la trovo particolarmente piacevole, ma è un'altra questione.
Per quanto riguarda il 116, come evidenziava anche il consigliere Manfrin, la Commissione del Regolamento nel prossimo periodo farà anche un bilancio, com'è giusto che si faccia, sulle modifiche introdotte l'anno scorso. Relativamente a quanto sollevato dal consigliere Baccega, noi, come Presidenza, non entriamo nel merito, nell'oggetto delle risposte, che, tra l'altro, non conosciamo nemmeno. Rispetto alla tempistica, è la parte che seguiamo direttamente. Come ho detto, però oggi abbiamo fatto quest'apertura sui 116, può essere utile ma riprenderemo la questione nella Commissione Regolamento a breve, analizzeremo e faremo un bilancio su un anno di applicazione del nuovo Regolamento.