Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1206 del 26 gennaio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1206/XVI - Interpellanza: "Iniziative volte al contenimento dei costi dell'energia a favore delle imprese e delle famiglie valdostane".

Bertin (Presidente) - Punto n. 25 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione si è prenotato il consigliere Aggravi. Evidenzio che risponderà l'assessore Bertschy. Consigliere Aggravi ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Ho capito che non mi risponderà l'assessore Caveri, ma non fa nulla, anzi, avremo occasione. L'importante è la risposta, non il soggetto che me la dà.

Per parlare di caro energia, mi perdoni Assessore se faccio un piccolo passaggio che credo importante anche per considerare il futuro di questa problematica e gli effetti. Bisogna parlare prima di tutto della lezione che ci dà il vento, o meglio la "maledizione del vento", come qualcuno l'ha chiamata. Sappiamo che, come diceva una famosa teoria, il battito d'ali di una farfalla al di là del mondo può generare uno tsunami al di qua, e possiamo dire che la mancanza di vento nel Mare del Nord ha generato la crisi energetica. Ovviamente sto semplificando, ma non vado poi tanto distante. Ci sono delle situazioni che rappresentano molto bene questa problematica, vedi il caso dell'Olanda, dove effettivamente i pesanti investimenti fatti sull'energia eolica, cito questa tipologia di energia rinnovabile, hanno avuto delle problematiche di continuità della stessa e quindi hanno dovuto far poi riferimento a quello che tipicamente è l'unica certezza oggi di costanza della produzione di energia, ovvero quella delle fonti della vecchia economia. Alla fine della fiera bisogna guardare sottoterra per avere una costanza di produzione energetica. Questo ha portato a un aumento dei costi del gas.

Sappiamo benissimo che i costi del gas sono anche influenzati dalle problematiche di cui spesso ci si sta dimenticando pensando all'elezione del Presidente della Repubblica, quando in realtà abbiamo a qualche chilometro un notevole problema con la questione russa da cui viene il gas europeo. Maledetto fu il giorno in cui gasdotto South Stream non è stato completato, a favore dei tanto green tedeschi che saranno gli importatori principali di gas dall'est con Gazprom. Il balzo della domanda che si è avuta durante la pandemia e anche una pesante mancanza tipica dell'Unione europea, ovvero non c'è una strategia sulle scorte. A differenza di altri paesi, cito gli USA, dove la politica delle scorte ha permesso e sta permettendo di calmierare la mancanza di energia, l'Europa aveva altri pensieri e i singoli stati pure; l'Italia poi non ha ancora ben capito - secondo me e secondo anche esperti molto più capaci del sottoscritto - quale politica energetica vuole adottare. Poi ci sono i grandi acquirenti oggi, in particolare l'Asia, che sta avendo una fame di energia notevole, quindi tutte queste cose messe insieme contribuiscono a un aumento del costo dell'energia.

C'è poi un problema tipico che colpisce il consumatore italiano, sia esso famiglia o impresa, che riguarda i misteriosi oneri di sistema, che se poi andiamo a vedere, in fin dei conti, tanto sembrano i balzelli tipici delle accise della benzina, dove andiamo a tirare fuori la guerra in Etiopia e altri piccoli incrementi funzionali a finanziare una problematica specifica, che però quando termina - perché la guerra in Etiopia mi risulta che sia terminata, a meno che non stiamo portando avanti come il Giappone e la Russia una guerra che non si è mai conclusa, perché nessuno ha mai firmato un trattato - di fatto andiamo a finanziare e continuiamo a pesare su quello che è poi alla fine il conto delle imprese e delle famiglie.

A fronte di questo c'è stato un primo pacchetto di misure a livello nazionale, in cui è bene comunque, in particolare per la tipologia di realtà qual è la nostra, tenere ben in considerazione anche degli effetti negativi che potremmo avere, non tanto come consumatori ma come azionisti di una società che dell'energia rinnovabile fa il suo core business. Perché tutta la vicenda - non voglio dilungarmi - degli extra profitti rischia di essere un boomerang per le società che si occupano di idroelettrico e il presidente di CVA in tal senso penso che abbia fatto delle considerazioni degne di nota da tenere in considerazione. Poi abbiamo tutta la vicenda delle incentivazioni, delle Aste della CO2, che si stanno dimostrando delle armi a doppio taglio per quello che riguarda i costi.

A fronte di questo, chiediamo al Governo regionale se siano state condotte iniziative per comprendere l'effettivo impatto che il caro energia avrà sulle imprese e le famiglie valdostane, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, principali realtà produttive regionali, per avere soprattutto contezza di quello che è un problema che sta investendo e investirà il territorio. Tra l'altro, mi risulta che oggi, come ieri, il prezzo unitario sia continuamente in aumento.

Se vi siano state delle interlocuzioni con il Governo nazionale o altre sue rappresentanze, nonché anche i nostri parlamentari, al fine di comprendere quali iniziative si intendano promuovere per far fronte all'aumento dei costi dell'energia.

In ultimo, ben consci che comunque la Regione può avere una parte residuale, o comunque più vincolata rispetto all'amministrazione centrale dello Stato, se alla luce dell'attuale situazione, nonché delle proiezioni future che non sono sicuramente positive, il Governo regionale intenda promuovere iniziative e misure economiche, volte al contenimento dei costi dell'energia e relative attività annesse, a favore di imprese e di famiglie valdostane.

Diciamo questo perché, se andiamo poi a pensare ad altre proiezioni future che sono tipicamente messe in tandem con il costo dell'energia delle utenze, e sto parlando ad esempio del servizio di raccolta dei rifiuti e di tutte quelle che sono le tariffazioni varie, rischiamo di avere un conto salatissimo in termini di prossime scadenze dei pagamenti.

A fronte di questo possiamo anche dire, senza essere tacciati di pessimismo, che quello che sta succedendo oltre cortina di ferro - mi sto riscoprendo un nostalgico del Muro di Berlino, perché c'era almeno un ordine all'epoca - e soprattutto le dinamiche anche in Asia, rischiano davvero di portare questa situazione a livelli molto caldi, per utilizzare un termine tipico del settore energetico. Che cosa sta facendo il Governo regionale?

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Alcune considerazioni preliminari, poi alcune risposte. Credo che un tema come questo abbia bisogno anche di una coda di confronto nelle Commissioni, anche perché, come ha ben illustrato nella sua premessa, questa volta il carattere e l'impatto che ha quello che sta succedendo parte da molto lontano e direi che anche in queste ore i venti di guerra annunciati non ci aiutano a guardare con un po' di fiducia al futuro. Se c'è un elemento di certezza, è che quello che sta succedendo, la strozzatura di forniture di gas dalla Russia e dall'Europa, ha sicuramente comportato gli effetti distorsivi su un meccanismo di calcolo del costo dell'energia che è andato a ricadere su ogni tipo di energia.

È ovvio che si sta guardando con grande attenzione all'impatto che le fonti più ufficiali danno sull'aumento dei costi della bolletta. Nell'anno scorrevole, quello che viene misurato poi mensilmente, primo aprile 2001-31 marzo 2022, si parla di una variazione di circa il 68 percento. È un incremento importante che inciderà in maniera pesante se la prima attività di regolazione, che è stata fatta a livello nazionale fino al 31 marzo, non verrà quantomeno prorogata. Stiamo tutti vedendo quanto, sia il sistema delle imprese che ovviamente tutti i rappresentanti degli interessi che riguardano poi le famiglie, stiano sostenendo quanto il primo scostamento, che comunque era di 8 miliardi di euro, utilizzato per sterilizzare in parte i ricavi, non sia stato sufficiente, se non per il periodo che è quello del primo trimestre. Da quello che si apprende dalle prime letture dei giornali e dalle prime bozze che cominciano a circolare sul prossimo decreto, lo scostamento sarà di molto inferiore, quindi l'impatto, sia sul sistema delle imprese che sulle famiglie, sarà ancora rilevante.

Noi abbiamo abbastanza in mente l'energia perché si parla sempre di CVA, ma abbiamo una buona parte dei nostri paesi che sono metanizzati. Se da qualche parte, grazie anche all'iniziativa che CVA ha assunto e della quale chiederemo i primi dati rispetto all'impatto sulle famiglie che hanno aderito, attraverso coloro che hanno i contratti con CVA, qualcosa CVA ha iniziato a fare, su altri questo diventa più difficile, non avendo un'azione di controllo per dare quantomeno un indirizzo politico.

Detto questo, la situazione è particolarmente pesante e affrontarla in termini politici, cercando di capire in quale maniera poter misurare gli interventi, è sicuramente necessario oltre che doveroso.

Parliamo di circa sessantamila famiglie in Valle d'Aosta. Tanto per parlare di impatti, nell'ultimo anno in cui abbiamo messo in campo il Bon de chauffage 2017 - allora si parlava di pratiche, che però più o meno possono corrispondere alle famiglie - per dare risposta a 7700 pratiche, erano stati messi in campo 3,7 milioni di euro; rapportati a 61 mila famiglie, su base Istat 2018, è ovvio che se non si pensa di intervenire su una base ISEE o piuttosto con delle fasce di reddito, i valori da mettere in campo sono esponenziali, per cifre che allora comunque rappresentavano un intervento per quelle 7700 pratiche per 400-500 euro; nel 2016 era addirittura minore, circa 300 euro. Gli ordini di grandezza da mettere in gioco solo per le famiglie, sono importanti.

Rispetto alle questioni poste: se siano state condotte iniziative per comprendere l'effettivo impatto che il caro energia avrà sulle imprese e famiglie valdostane, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e/o principali realtà produttive regionali. Le iniziative sono in corso, ovviamente sono iniziative che hanno anche un carattere difficile, perché non c'è un punto fermo essendoci una continua variabilità della situazione e per tracciare una linea bisognerà aspettare ancora quantomeno questo primo decreto per capire quale sarà l'intervento, se sarà tutto sulle imprese, se sarà sulle famiglie, per fare le prime valutazioni.

Noi attraverso la direzione energia e il COA stiamo iniziando a fare queste proiezioni, che però - poi darò qualche numero - vanno prese come stima che andrebbe poi depurata dagli interventi sia nazionali che, per esempio, per quello che riguarda l'energia a livello regionale che sta facendo la CVA, sapendo che poi non tutti hanno un contratto con la nostra società di riferimento.

Una delle indagini che si può prendere in questo momento a riferimento è quella che ha condotto Confcommercio. Gli impatti che vengono determinati sulla bolletta elettrica e sulla bolletta termica, sono decisamente rilevanti, anche perché, rispetto al 2020 il prezzo dell'energia elettrica è aumentato di circa il 50 percento. Nel 2020 addirittura era - e non ero sceso a 0,16, ora stiamo parlando di 0,30 euro a chilowatt/ora. Per prendere qualche valore a riferimento, per duecentomila negozi alimentari, qui si dice che la stima passa da 15 mila a 24 mila euro. Noi, a livello locale, faremo delle stime su basi metriche che sono differenti da quelle che generalmente accompagnano i servizi nelle grandi città. Cercheremo di fare con le associazioni un impatto locale, ma gli ordini di grandezza probabilmente non cambieranno di così tanto e andranno misurati con le iniziative che verranno messe in campo.

Per stimare, abbiamo fatto un lavoro con la DEVAL che è un calcolo puro teorico che non tiene conto né degli interventi in questo momento che ci sono in corso fino a marzo e nemmeno degli interventi fatti sotto il profilo della bolletta elettrica a livello regionale. Sulle utenze domestiche dei residenti in Valle d'Aosta il puro dato d'aumento porta a più di 11 milioni di euro sulle famiglie. Per quello che riguarda invece le utenze di imprese, bar e ristoranti siamo a svariate decine di milioni di euro, quindi non sto neanche a dire la cifra che c'è scritta per evitare di spaventarci troppo.

Poi c'è la questione del riscaldamento termico, del gas metano. Qui passiamo a un aumento del prezzo che è stimato intorno ai 40,48 centesimi di euro al metro cubo, pari al 41,8 percento rispetto al prezzo del 2021. La ricaduta, anche qui, per chi ha questo tipo di utenze in Valle d'Aosta, utenza residenziale, è superiore ai 10 milioni di euro ai quali si aggiunge - qua c'è un'analisi in corso e sotto questo profilo per ora non abbiamo avuto grandi risposte, almeno per quello che riguarda l'Assessorato alle politiche sociali che se ne è occupato, ma ce ne occuperemo anche noi - e bisognerà considerare l'aumento importante che c'è da parte di Telcha; e su industria, trasporti e terziario siamo a più di 24 milioni di euro. Sono impatti pesantissimi.

Vengo alla seconda e alla terza domanda: se ci siano interlocuzioni con il Governo nazionale. Sì, sia attraverso l'attività degli assessori regionali nelle Commissioni, sia attraverso i parlamentari, ma l'interlocuzione principale la dobbiamo fare nei prossimi decreti, però la deve fare il Governo nazionale con la Commissione europea, perché questo è un quadro regolatorio che sta pesantemente condizionando l'attività di tipo economico delle nostre aziende e ovviamente grava in maniera pesantissima sulle famiglie.

Sul terzo punto: l'iniziativa che è in corso è quella di CVA e che cosa vorremmo fare noi. Quello che vorremmo fare noi è completare una fase - e non base di stima. Devo dire che nell'apertura del tavolo politico dell'altro giorno, nella continuità del lavoro, avremmo portato anche una valutazione di impatto su un'eventuale misura, che però dobbiamo decidere dove porre. Per le imprese sappiamo bene che c'è un tema e un ostacolo che tutti conosciamo che è quello degli aiuti di Stato, al di là delle risorse c'è un intervento che può essere possibile solo attraverso la riscrittura delle regole. Per le famiglie, ovviamente, dopo aver reperito delle risorse, bisognerà capire dove e come posizionare l'asticella perché, come ripeto, stiamo parlando di 61 mila famiglie in Valle d'Aosta, per valori che possono essere identificati in quelli del vecchio Bon de chauffage, 300-400 euro, parliamo di 18-24 milioni. Se interveniamo su delle fasce più deboli, sulle famiglie più fragili, parleremo di altre risorse, se parliamo di tutte le famiglie, per un minimo intervento è facile parlare di 20-30 milioni di euro. Noi lavoriamo nella direzione di completare queste valutazioni e di provare a mettere in campo delle iniziative che possano sostenere prima di tutto le fragilità.

Presidente - Per la replica il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Io farei un distinguo, in parte l'ha fatto anche lei, su due ambiti, quello delle famiglie e quello delle imprese. Sul lato delle imprese nella sua risposta citava ad esempio l'indagine che ha fatto Confcommercio. Sappiamo - e ne abbiamo parlato anche al tavolo l'altro giorno - delle valutazioni che stanno facendo gli albergatori, sappiamo che anche altre associazioni di categoria, vedi Confindustria, stanno raccogliendo i dati, quindi sul lato imprese, considerate anche le problematiche legate alla tematica degli aiuti di Stato, forse quello che si può fare, e non guardo soltanto lei ma anche le Commissioni competenti, è valutare eventualmente di fare delle audizioni specifiche per capire qual è l'impatto al di là delle prime valutazioni fatte. Sarebbe anche per comprendere quelle che possono essere delle misure specifiche che poi magari si possono fare, tanto per monitorare l'andamento degli aumenti, speranzosi a livello nazionale, ma soprattutto a livello europeo, anche se l'Europa si sta secondo me sempre più dimostrando debole non soltanto nella risposta alla pandemia ma in risposta a tutte le pandemie, anche quelle energetiche, che stanno arrivando. Soprattutto, c'è un altro problema che forse, per chi ha una visione liberale dell'economia, è un vero e proprio spauracchio ed è l'inflazione, la vera e propria tassa nascosta che va a colpire tutti quanti a livello differente. Questo ovviamente apre al secondo settore, quello delle famiglie, o comunque degli utenti, dei consumatori veri e propri, non i consumatori industriali, artigianali, produttivi.

Lì lei ha parlato dell'asticella: bisognerà capire. Noi avevamo già fatto una proposta in sede di bilancio - lei l'ha citata - la riattivazione del Bon de chauffage. Sarà tra l'altro anche necessario comprendere giustamente laddove andare a valutare l'intervento, non soltanto per quello che riguarda la magnitudo delle risorse da mettere in campo, perché i numeri che lei ha dato sono pesantemente significativi e hanno un peso non da poco sul bilancio regionale, ma soprattutto per andare ad intervenire laddove effettivamente, purtroppo, ci sono quei soggetti che non riescono ad attutire non soltanto l'aumento del costo dell'energia ma anche l'effetto distorsivo dell'inflazione e quindi l'aumento effettivo dei prezzi. Purtroppo lo sappiamo, la pandemia, ma anche prima, ha portato a un peggioramento delle condizioni di determinate sacche di popolazione che rischiano di essere ulteriormente colpite e rischiano di creare un ulteriore problema nella società e a livello sociale che, al momento, effettivamente dalle prime stime, e penso che per capire l'impatto che ci sarà bastano queste prime stime, l'ha detto anche lei, non leggiamo tutti i numeri perché altrimenti rischiamo davvero di preoccuparci ulteriormente, sono significativi e rischiano davvero di avere un impatto pesante sulla popolazione valdostana.

Io penso che la prima fase, la fase di stima, possa avvenire non soltanto a livello di un tavolo politico, ma anche nell'ascoltare quelle che sono le considerazioni e le risultanze delle indagini che le associazioni di categoria stanno conducendo.