Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1201 del 26 gennaio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1201/XVI - Interpellanza: "Misure per la salvaguardia e il ripopolamento dei villaggi di montagna".

Bertin (Presidente) - Vedo l'assessore Caveri, pertanto seguiamo l'ordine previsto e passiamo all'interpellanza al punto 20 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Atteso che su innumerevoli iniziative poste in essere sul territorio nazionale da sindaci ed enti di varia natura per il ripopolamento e la riqualificazione dei borghi italiani, e posto anche che diverse Regioni si sono mosse per dare delle risposte organiche sull'intero territorio di propria competenza, prevedendo misure sia sul tema dei borghi che su quelli del ripopolamento della montagna, per questo noi interpelliamo il Governo regionale per sapere se abbia intenzione di intervenire con misure organiche, per la salvaguardia e il ripopolamento dei nostri villaggi di montagna, e in tal caso quali siano le linee di azione che si intendano disegnare, date le peculiarità del nostro territorio rispetto a quello delle altre regioni.

Dall'Europa arrivano indicazioni molto precise con vari punti che vanno esattamente in questa direzione dai territori più disparati, dai territori più disparati e dai sindaci, ma anche da enti e associazioni di varia natura, arrivano proposte di questo tipo e ho osservato che vari consigli regionali sono usciti proprio con delle misure organiche che riguardano tutto il territorio regionale.

Questo è un tema molto importante ovunque, ma soprattutto per le peculiarità della Valle d'Aosta e bisogna assolutamente andare in questa direzione. Ho visto che dopo la scadenza termini per il deposito della nostra iniziativa, venerdì 21 gennaio è uscito il comunicato sul lunedì 17 gennaio in cui si dice che "l'Assessorato ai beni culturali, turismo, sport e commercio comunica che la Giunta regionale, nel corso della riunione di lunedì 17 gennaio, ha recepito le linee di indirizzo sulle modalità attuative dell'intervento 2.1, attrattività nei borghi, M1 C3, turismo e cultura del PNRR trasmesso al Ministero della cultura e pubblicherà sul sito istituzionale della Regione l'avviso pubblico ai Comuni della Valle d'Aosta per la manifestazione di interesse finalizzata alla selezione di un progetto pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o abbandonati". Si specifica ancora, diventa lungo ma leggo solo questa parte, l'avviso fa riferimento alla componente 2: "Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale, in particolare la linea progetto pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi caratterizzati da un indice di spopolamento progressivo e rilevante, il cui obiettivo è di aumentare l'attrattività delle aree prese in considerazione e rafforzare l'identità delle destinazioni meno note e aumentare la resilienza delle comunità locali anche attivando il loro diretto coinvolgimento".

Ben venga che abbiate aderito a questo bando, anche perché verrà scelto un comune per ogni regione. Quello che poi però si chiede è che si faccia un'iniziativa molto più di ampio respiro, centrata dalla Regione sulle esigenze nostre peculiari e che vada veramente ad apportare un qualche cosa con un'iniziativa organica. Tra l'altro, sarebbe utile anche solo leggere quali sono nel PNRR le indicazioni che vengono date, per capire in quale direzione bisognerebbe andare e poi assolutamente fare una scelta che vada a mirare l'intervento. Non sto parlando del PNRR, ma di risorse nostre che vanno al di là del bando: avrà un unico vincitore, ben venga, è molto importante, ma dobbiamo pensare a qualcosa di molto più organico e fatto da noi.

Sono interessanti le parole che vengono utilizzate, "Mai come oggi si impongono infatti riflessioni e risposte che vadano al di là del contingente, che restituiscano vitalità a luoghi e patrimoni destinati alla scomparsa e la perdita definitiva. Questa vitalità deve creare delle radici che rendano questi luoghi attrattivi per le nuove generazioni attraverso la creazione di occupazione in un ecosistema che risponde alle esigenze del quotidiano. Bisogna quindi pensare di generare in questi luoghi progetti culturali che producono attrattività e al contempo tutela del territorio e adattamento al cambiamento climatico, e che riportino le persone a vivere e a relazionarsi in maniera vitale, empatica ed innovativa". Questo lo troviamo nella finalità e ambito applicazione dell'intervento finanziario del PNRR.

Se andiamo a leggere poi l'articolo 5, "Linee di azioni e tipologie di interventi finanziari", si legge: "Ogni progetto locale di rigenerazione cultura e sociale, deve individuare interventi con finalità di interesse collettivo sostenibili nel tempo, sinergici, integrati tra loro, finalizzati a rivitalizzare il tessuto socioeconomico dei piccoli borghi storici in grado di produrre effetti in termini di crescita occupazionale, contrasto all'esodo demografico, incremento della partecipazione culturale e dell'attrattività turistica. Gli interventi e iniziative attengono all'ambito culturale, declinato anche nei suoi collegamenti con gli ambiti dell'istruzione, ricerca, welfare, ambiente, turismo, nell'obiettivo di incrementare quantitativamente e qualitativamente i servizi, razionalizzare l'offerta e la sua gestione e rafforzare indirettamente le filiere produttive locali e collegate. A questo fine indicativamente, a titolo non esaustivo, ogni progetto di rigenerazione culturale e sociale potrà prevedere più linee d'azione al loro interno articolate in una o più tipologie di intervento tra quelle qui di seguito elencate.", sono interessantissime. " Linee di azione: realizzazione e potenziamento di servizi e infrastrutture culturali, quali ad esempio potenziamento e qualificazione di luoghi della cultura, realizzazione di spazi di coworking e di studio; realizzazione di spazi per servizi socioculturali e ricreativi; realizzazione di iniziative per la tutela e la valorizzazione del patrimonio della cultura immateriale, ad esempio, iniziative, attività volte ad ampliare la conoscenza scientifica, iniziative e attività per l'educazione, sensibilizzazione e informazione destinati al pubblico in generale, in particolare alle comunità locali di giovani, realizzazione di iniziative per l'incremento della partecipazione culturale e l'educazione al patrimonio delle comunità locali, ad esempio iniziative a favore e/o con la collaborazione delle scuole locali dell'infanzia, primarie e secondarie di riferimento, nonché istituti e sedi universitarie delocalizzate, iniziative ed eventi culturali quali mostre, festival, spettacoli dal vivo, attività audiovisive e cinematografiche; realizzazione di attività per il miglioramento e razionalizzazione di gestione di beni, servizi e iniziative; realizzazione di infrastrutture per la fruizione culturale turistica, ad esempio creazione completamento di itinerari culturali o naturalistici, potenziamento e qualificazione del sistema di accoglienza, potenziamento e qualificazione del sistema ricettivo attraverso realizzazioni di alberghi di comunità, ostelli o alberghi diffusi mediante il recupero del patrimonio edilizio storico, purché connessi alla strategia della proposta presentata: realizzazione di iniziative per l'incremento dell'attrattività residenziale e contrastare l'esodo demografico, ad esempio iniziative per trattenere e attrarre giovani famiglie con bambini, iniziative per favorire una residenzialità temporanea collegata a università, centri di ricerca, scuole di formazione, iniziative per favorire una residenzialità temporanea di artisti, realizzazione e azioni di supporto alla comunicazione e diffusione delle informazioni sull'offerta del territorio, borgo; realizzazione di azioni di cooperazione interterritoriali", e c'è tanto altro. Questi sono solo degli spunti, queste sono delle indicazioni che ci arrivano dal PNRR. Però, partendo da questo, partendo anche dall'esperienza e da quello che è già stato portato avanti con successo da altre Regioni, vorrei sapere se vogliamo fare anche qualcosa noi di specifico.

Presidente - Per la risposta l'assessore Caveri.

Caveri (AV-VdA Unie) - Ringrazio molto della domanda e la ragione per cui rispondo io è che mi sono sempre occupato e mi sto anche occupando delle questioni che riguardano la normativa sulla montagna, in particolare la famosa legge sulla montagna.

Io intanto vorrei sgombrare il campo dalla questione del bando sui borghi, che noi contestiamo nella propria realtà, perché un conto sarebbe stato trasferire una cifra di 20 milioni di euro da adoperare sui borghi, un altro conto invece trovare un borgo che non abbia più di trecento abitazioni, perché questa è una delle condizioni, sui quali concentrare 20 milioni di euro, con presentazione delle proposte che verranno vagliate, grazie a una delibera presentata pochi giorni fa dal collega Guichardaz, da un nucleo di valutazione indipendente. Noi sappiamo già che forse parteciperanno Donnas, Bard, Arvier, forse parteciperà qualche altro comune generalmente del fondovalle, perché il principio è che cosa sono i borghi: noi abbiamo nel resto della Valle o nelle vallate o in quelli che lei chiama i borghi alpini delle realtà sulle quali può incidere quell'unica possibilità dei 20 milioni di euro? Direi che è abbastanza difficile immaginare che questo possa essere in quota. Vedremo chi presenterà e quale sarà l'esito. Ripeto che per noi sarebbe stato meglio se, anche sulla base della nostra autonomia speciale, ci avessero trasferito 20 milioni di euro e noi avessimo potuto immaginare in diversi borghi; penso alla concorrenzialità che ci sarà tra Bard e Donnas, anche con tre o quattro settimane al massimo per individuare la spesa di 20 milioni di euro in un borgo, e poi immaginando che questa realizzazione non dovrà essere fatta dalla Regione, ma dai Comuni stessi! Ora, immaginate se noi riversassimo 20 milioni di euro su Bard, quale sarebbe l'amministrazione pubblica con pochissime risorse che sarebbe in grado di gestire degli appalti che devono essere conclusi entro il 31 dicembre del 2026. Su questa questione dei borghi, che come lei giustamente ha detto è assai interessante, vedremo quali proposte arriveranno.

Nel leggere la sua interpellanza, mi pareva che lei puntasse anche la sua attenzione sui villaggi di montagna. Devo dirle che è un periodo questo molto interessante da questo punto di vista, perché negli anni, basta leggere i libri, anche se ormai datati ma molto prospettici, del celebre geografo Bernard Janin che scrisse moltissimo sul futuro dei piccoli paesi della Valle d'Aosta, già all'epoca - quindi parliamo degli anni '70 ma questo si è poi acuito negli anni successivi - il fenomeno che noi abbiamo visto è semplicissimo ed è definito come urbanesimo, cioè lo spostamento verso le città. Oggi nella plaine di Aosta si concentra più del 60 percento della popolazione valdostana e non bisogna farsi ingannare dal fatto della residenza, perché molti comuni della Valle, molti di quelli in difficoltà per questo accentramento della popolazione, sono comuni nei quali molti hanno mantenuto la residenza, hanno una seconda casa per motivi affettivi, ma poi, in realtà, nel corso della settimana scendono ad Aosta dove si sono concentrate le attività.

A questo fenomeno di spopolamento che è stato significativo in molti comuni, e Bernard Janin citava in particolare i comuni della media Valle, come può essere nella Valle di Champorcher Pontboset, come possono essere Lillianes e Fontainemore, quei comuni dove non esiste l'attrattività del turismo, perché noi abbiamo alcuni comuni a testata di Valle dove più o meno il numero dei residenti è rimasto tale, tuttavia molto spesso non sono persone autoctone, ma sono persone spesso anche stagionali che per un certo periodo della loro vita vengono a vivere lì; non è una stanzialità di popolazione.

A questo fenomeno di spopolamento che già è grave e significativo, se lei va a vedere la tabella di tutti i rilevamenti di popolazione dall'800 a oggi, vedrà che le cifre sono impressionanti. Prendiamo un comune come Champorcher: era un comune di migliaia di abitanti, oggi è un comune di poche centinaia. A questo fenomeno si è sommato, e ne abbiamo parlato più volte, quello della crisi demografica. Noi abbiamo su settantaquattro comuni, trenta-quaranta che possono essere definiti comuni polvere per la loro piccolezza. É evidente che oggi noi dobbiamo da una parte vedere come in qualche maniera ripopolare i comuni più piccoli e, dall'altra parte, dobbiamo anche vedere come rendere attrattivi questi comuni che sono a rischio spegnimento, attraverso un tentativo di invertire questa situazione di denatalità che rischia di diventare clamorosa.

In pochi minuti - questo dovrebbe essere un dibattito molto più vasto di quello su una interpellanza - vorrei semplicemente dirle quali sono alcuni punti di riferimento che possono essere utili. Un primo punto è quello di riflettere su una nuova legislazione nazionale. Più volte alcuni suoi colleghi, penso al collega Aggravi, ha sottolineato come la fiscalità è nelle mani della nostra Regione in maniera molto risicata, così come alcuni servizi pubblici, penso ad esempio alle Poste o alle caserme dei Carabinieri o cose di questo genere. È in fase di discussione, e noi abbiamo già visto in anteprima il testo, una riscrittura della legge quadro sulla montagna. É stato il ministro Gelmini a presentare una bozza, io ho sostituito il collega Bertschy come referente nella Conferenza delle Regioni sui problemi della montagna. Ebbene, questa legge è molto importante, perché fissa delle eccezioni rispetto alle normative nazionali per le zone di montagna per agevolare il ripopolamento. Il testo attuale non è soddisfacente, si è aperto un tavolo di trattativa. Il collega Rollandin ricorderà il senatore Carlotto che fu, a suo tempo, il fautore della legge sulla montagna varata nel 1994. Quindi, il primo filone è la riscrittura della legge sulla montagna.

Secondo filone sono i fondi comunitari, vuol dire il FESR, l'FSE, la denominazione Aree interne che interessa in particolare le zone più marginali, INTERREG, il Piano di sviluppo rurale. All'interno di questi strumenti c'è una riflessione in questo momento che riguarda moltissimo il coworking o lo smart working: possiamo immaginare di ripopolare queste località minori partendo dal presupposto che ci sia una fiscalità di vantaggio per chi ci va lavorare, per chi ci va a vivere? É possibile oggi immaginare sia di smontare una parte dell'impiego pubblico e una parte dell'impiego privato lavorando con fondi comunitari, per poter permettere alle persone di non muoversi più: il coworking. Questo non è lo stare in ciabatte nella propria cucina a lavorare on-line, ma è una filosofia veramente diversa che evita gli spostamenti.

Courmayeur è stato il primo Comune della Valle d'Aosta che ha capito un secondo fenomeno che noi stiamo cavalcando, che è la questione dei villeggianti affezionati alla Valle d'Aosta che decidono di spostare la propria residenza, di iscrivere i propri figli a scuola, di immaginare un pendolarismo verso le grandi città che sia magari uno o due giorni alla settimana, ma spostandosi qui. Questa è l'altra chiave di lettura.

Noi oggi abbiamo una rete Internet efficiente, in tutti i comuni della Valle d'Aosta la fibra raggiunge la sede dei Comuni: questa può essere un'altra chiave di lettura. Ci sono quindi diversi strumenti che oggi possono consentire questo lavoro. Ritengo però che per ripopolare la montagna ci voglia anche uno sforzo ulteriore non solo da parte della nostra Regione ma anche dallo Stato, e devo dire che talvolta l'Unione europea sembra essere quasi più generosa.

Presidente - Per la replica consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Concordo sul fatto che questo bando che va a focalizzare le energie tutte su un unico progetto e su un unico comune non sia efficiente, non sia positivo per mille ragioni; non so neanche come si potranno gestire queste cose. Comunque non potevamo non aderire, quindi ben venga il fatto che abbiate aderito e soprattutto, visto e considerato che io sapevo di questo bando e vedevo che non uscivano delibere di Giunta, ho presentato l'iniziativa proprio per vedere se si muoveva qualche cosa, perché prima che perdiamo anche questo treno comunque ci sono dei soldi, comunque a beneficio di qualcuno andranno, comunque non possiamo perderli.

Concordo anche sul fatto che sicuramente, da parte dell'Europa e di Roma, si debba spingere assolutamente. Infatti, l'attenzione da parte della Lega sul tema montagna è molto forte e assolutamente si deve andare in questa direzione. Dico anche però che noi non possiamo perdere il treno e non possiamo arrivare noi come Valle d'Aosta sempre per ultimi, perché comunque le altre Regioni sono più avanti sotto questo profilo. Le altre Regioni, tante altre non tutte, hanno fatto comunque i loro progetti per spingere in questa direzione, ma noi abbiamo un atout che è fenomenale, che paradossalmente il periodo Covid, nella tragedia di tutto quello che è successo, può diventare un volano per noi incredibile. Dopo tutto questo periodo chiusi in casa, soprattutto chi vive nelle grandi città, non parlo solo del rapporto all'interno della regione tra la plaine e le vallate, ma parlo proprio anche di tutti coloro che vivono lontano dalla Valle d'Aosta e che non hanno la fortuna di vivere in un paradiso terrestre come il nostro, sentono il bisogno di ritornare a vivere una vita più a contatto con la natura, una vita più a misura d'uomo. Tutti i villaggi, non solo quelli turistici, perché è stato fatto l'esempio di Courmayeur che sicuramente godrà moltissimo di questo, ma in realtà possiamo avere un atout incredibile proprio anche per tutti quei comuni più piccoli, meno attrattivi per il turismo, dove una gran parte di persone avranno voglia di andare se troveranno le condizioni per poter lavorare. Giustissimo il discorso del coworking, perché se possono lavorare da lontano e trovare però una dimensione di vita più a contatto con la natura, più in isolamento, più a misura d'uomo, possono migliorare di molto la loro qualità di vita.

Questo è un atout che noi abbiamo perché madre natura ci ha concesso queste montagne che abbiamo soltanto noi. Questo è un patrimonio che abbiamo soltanto noi: tocca alla Regione Valle d'Aosta cercare di puntare sull'atout principale che abbiamo e cogliere e trasformare almeno una parte di tutto il periodo terrificante che abbiamo passato per apprendere delle lezioni e per andare in una direzione differente. È per questo che io le ho letto quel bando e soprattutto le indicazioni che vengono date, proprio perché quelli sono gli spunti e le idee, tutti interessantissimi, su cui si dovrebbe lavorare. Cerchiamo di essere, per una volta, noi un punto di riferimento e un faro, cerchiamo di imparare anche dalle tragedie per trovare il lume attraverso cui poter essere veramente i primi e diventare più bravi degli altri. Cercate di lavorare per inventare un qualche cosa, che poi in realtà basta soltanto copiare, basta guardare cosa fa l'Europa, cosa fanno le altre Regioni, mettere insieme i tasselli, ragionare su che cosa potrebbe essere più utile per noi, però andare verso una direzione. Il coworking è una parte, ci sono tutte le altre parti, gli spunti ce ne sono a iosa, basta riguardare il bando del PNRR, che sono poi le indicazioni che ci arrivano dall'Europa, e avere mille spunti. Cerchiamo di cavalcare l'onda almeno di questo. È chiaro però che non possiamo soltanto aspettare l'Europa e l'Italia, perché dall'Europa e dall'Italia delle indicazioni arrivano; fanno dei bandi che lasceranno il tempo che trovano, ma sta a noi fare qualche cosa di differente.