Oggetto del Consiglio n. 1187 del 26 gennaio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1187/XVI - P.L. n. 49: "Istituzione dell'Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso. Modificazioni alla legge regionale 29 marzo 2010, n. 11 (Politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza)".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 4.01. Collega Manfrin per mozione d'ordine.
Manfrin (LEGA VDA) - Solo per chiedere una breve sospensione di minoranza.
Presidente - Sospensione accordata.
La seduta è sospesa dalle ore 09:47 alle ore 10:00.
Marguerettaz (Presidente) - Credo si possa procedere con i lavori. C'è la necessità di un intervento, collega Manfrin? No. Per il rapporto e la presentazione la parola al presidente Bertin.
Bertin (FP-PD) - Intervengo per l'illustrazione della relazione. La presenza delle mafie al nord è una questione sempre più problematica e rappresenta una vera e propria emergenza. I dati recentemente diffusi dal Viminale testimoniano di un preoccupante aumento del numero dei reati connessi alla gestione illecita dell'imprenditoria, alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose nei settori produttivi e all'accaparramento di fondi pubblici.
Tale aggravamento, pur manifestandosi in un periodo di pesante congiuntura economica negativa, provocata innanzitutto dalla pandemia, non stupisce. È ben noto infatti che i contesti di crisi economica e sociale alimentano il diffondersi dell'illegalità, in particolare rappresentano un contesto ideale per la proliferazione della cultura mafiosa.
Lo scenario appare un po' più allarmante in prospettiva, tenuto conto dell'ingente flusso di denaro in arrivo nell'ambito del PNRR che, come già segnalato da varie autorevoli fonti, pare aver già destato un interesse dei clan, intenzionati ad avvantaggiarsi illecitamente dell'enorme giro di affari che ruoterà intorno agli appalti per la cosiddetta "Ricostruzione".
In questo contesto è da tempo evidente che la Valle d'Aosta non può essere definita un'isola felice, la presenza sul territorio delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, quasi esclusivamente riconducibili alla matrice 'ndranghetistacalabrese, è un fatto ormai accertato da tempo. Si tratta di un fenomeno risalente e collegato al boom economico degli anni sessanta del secolo scorso.
Da allora l'infiltrazione di interessi criminali è avvenuta senza destare particolare allarme sociale, in modo silente tra le maglie del tessuto economico, interessando in particolare i settori strategici - come sappiamo di particolare interesse per le organizzazioni criminali - dell'edilizia e del turismo.
La presenza storica in Valle d'Aosta di elementi collegati alle cosche calabresi come gli Iamonte, i Nirta, i San Luca, i Facchineri di Cittanova, i Libri di Reggio Calabria, gli Asciutto-Neri-Grimandi di Taurianova e i Torcasio di Lamezia Terme, è una circostanza nota, come riferito in molte occasioni dalle forze dell'ordine con le varie inchieste da "Minotauro", "Tempus Venit", "Gerbera" e altre, non ultimo ricordiamo anche le interdittive emesse dal Questore di Aosta che negli ultimi tempi sono arrivate a superare la decina, le ultime riguardanti anche dei professionisti che, oltre alle solite aziende edilizie, rappresentano anche un cambiamento delle caratteristiche di questo fenomeno che sempre più si avvicina ai cosiddetti "Colletti bianchi".
Di recente le cronache giudiziarie hanno evidenziato un interesse da parte della criminalità organizzata per la politica. L'indagine avviata nel 2014 - che ha portato allo scioglimento del Comune di Saint-Pierre per infiltrazioni mafiose - ha evidenziato l'esistenza di una locale della 'ndrangheta operante nella nostra regione in grado di esercitare un'ingerenza sul territorio regionale.
Peraltro, nelle stesse motivazioni della sentenza di secondo grado del processo "Geenna", depositate pochi giorni fa, i giudici della Corte di appello di Torino affermano che sia provata, al di là del limite del ragionevole dubbio, l'esistenza di una locale di 'ndrangheta in Valle d'Aosta.
Questo quadro - ulteriormente confermato nella relazione della Direzione investigativa antimafia - relativa al primo semestre del 2020, illustrata dal Ministro dell' interno nello scorso settembre in Parlamento, in cui si legge che: "da tempo c'è la contezza di quanto il territorio valdostano rientri tra le aree d'interesse per le mire espansionistiche dei gruppi mafiosi, sempre protesi a inserirsi nei mercati leciti al fine di riciclare e reinvestire gli ingenti capitali illeciti a disposizione.".
Se le evidenze investigative e processuali non lasciano ormai dubbi circa la pervasità delle influenze criminali nel tessuto socio-economico e il loro tentativo di infiltrazione nelle istituzioni locali, è opportuno interrogarsi su quali possano essere le misure più efficaci per contrastare tale fenomeno.
Al di là dell'azione repressiva esercitata dalle Forze dell'ordine e dalla Magistratura, è indispensabile intervenire sulla matrice culturale del problema, mettendo in campo una serie di azioni positive e di interventi di prevenzione, questo è l'aspetto da sottolineare e da realizzare sul territorio attraverso il coinvolgimento delle comunità locali.
In questo contesto l'attività svolta dagli organi di governance a ogni livello territoriale è di fondamentale importanza. Anni orsono, anche sull'onda dell'allarme destato dalle inchieste giudiziarie, il Consiglio regionale ha ritenuto necessario approfondire il tema della criminalità organizzata mediante l'istituzione nel 2012 di una "Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d'Aosta", conferendole un mandato per individuare i settori maggiormente esposti al rischio di penetrazione criminale nel nostro territorio.
Oltre a questo, di recente, il Consiglio regionale ha intrapreso un percorso orientato alla promozione della cultura della legalità e delle buone pratiche amministrative, allo studio, informazione e sensibilizzazione sulla consistenza dei fenomeni malavitosi presenti nella nostra regione.
Con l'avvio di questa legislatura, facendo seguito a un ordine del giorno approvato all'unanimità nel gennaio 2020, è stata ufficializzata l'adesione della Valle d'Aosta all'associazione "Avviso Pubblico", una rete di Regioni ed enti locali attivamente coinvolti nella difesa dei principi fondamentali della democrazia e della legalità con l'obiettivo di contrasto alla criminalità organizzata. Da questo ha fatto seguito l'avvio di una serie di seminari pubblici e di percorsi formativi dedicati al tema della prevenzione delle infiltrazioni mafiose.
Oggi il Consiglio Valle interviene per rafforzare il presidio della legalità nel territorio, dotandosi dell'"Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata di tipo mafioso".
Tale organo è provvisto di una propria fisionomia e struttura, di autonomia regolamentare e funzionale.
L'Osservatorio esercita funzioni consultive, propositive, di studio, ricerca e documentazione, è composto dai vertici delle istituzioni regionali, dai rappresentanti degli enti locali, dal Comune di Aosta e dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative in Valle d'Aosta, con la partecipazione delle forze dell'ordine, delle associazioni e dei portatori di interesse collegati a vario titolo al tema della legalità.
Il suo obiettivo consiste nel promuovere il coordinamento per tutti gli attori sociali, i portatori di interessi coinvolti o interessati alla gestione della cosa pubblica, in modo da esercitare un monitoraggio permanente di tutte le attività potenzialmente appetibili alla criminalità organizzata, con particolare attenzione al ciclo degli appalti pubblici, promuovere la coscienza civica e la cittadinanza attiva, agevolare l'adozione di misure efficaci a tutela dei cittadini e del bene comune.
A tal fine risulta indispensabile il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e in particolare del Comune di Aosta, la cui adesione al progetto consentirà d'implementare quanto già previsto dall'amministrazione in questione.
Questa proposta di legge giunge al termine dei lavori di un tavolo tecnico istituito lo scorso anno presso la Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e Province autonome per l'approfondimento di aspetti giuridici d'interesse regionale connessi al tema della legalità.
Il coordinamento in questione ha da pochi mesi concluso i lavori evidenziando uno schema-tipo di articolato a partire dal quale è stato redatto il presente intervento legislativo.
In particolare sono state presentate varie suggestioni già contenute nella proposta di legge del 2015, adeguando così la composizione dell'Osservatorio al contesto valdostano.
Le organizzazioni mafiose sono in continua trasformazione e rappresentano una minaccia, spesso invisibile, per la legalità, per la qualità della vita dei cittadini e per il futuro della nostra regione.
Per questo motivo l'istituzione dell'Osservatorio permanente, strumento di lotta e contrasto alle forme di criminalità, è una priorità indifferibile.
In conclusione, ringrazio l'Ufficio di Presidenza per aver sottoscritto il testo in questione e gli uffici del Consiglio regionale, dalla Segreteria generale all'Ufficio legislativo e, in particolare, il dottor Schincaglia che in questi anni ha seguito la redazione di questi testi e le cui professionalità e competenza sono state essenziali.
Il testo è composto da dieci articoli, che illustro sinteticamente:
l'articolo 1 enuncia le finalità dell'intervento;
l'articolo 2 riguarda la composizione e il modus operandi dell'Osservatorio;
l'articolo 3 individua le attribuzioni dell'Osservatorio quale organismo di supporto alla Regione in materia di prevenzione e di contrasto ai fenomeni mafiosi;
l'articolo 4 stabilisce che l'Osservatorio è costituito con delibera del Consiglio regionale;
l'articolo 5 costituisce il Comitato tecnico quale organo di supporto tecnico-scientifico dell'Osservatorio;
l'articolo 6 prevede che l'Osservatorio presenti annualmente una relazione sull'attività svolta;
l'articolo 7 dispone che la Regione si costituisca obbligatoriamente parte civile nei procedimenti penali connessi agli articoli 416bis e 416ter;
l'articolo 8 reca la clausola valutativa, un elemento importante per, in generale, valutare l'efficacia della normativa che viene approvata;
l'articolo 9 sopprime la Conferenza regionale sulla legalità, questo per evitare doppioni e appesantimenti;
l'articolo 10, infine, reca le disposizioni finanziarie.
Presidente - Solo per riepilogare: rispetto al testo di legge sono stati depositati diversi emendamenti: un emendamento della I Commissione, un emendamento del Presidente Bertin e quattro emendamenti sottoscritti dalle consigliere Guichardaz e Minelli.
Apro la discussione generale. Prego i colleghi di prenotarsi. Ha chiesto la parola la collega Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Come sapete, in Commissione non abbiamo votato questo testo perché riteniamo che sia un testo che poteva essere fatto molto meglio, soprattutto vista l'attesa di questo Osservatorio. I lavori di commissione sono iniziati e praticamente si sono conclusi nello stesso giorno e le audizioni, interessanti e propositive, che hanno fatto emergere diverse criticità nel testo, criticità che noi -all'interno di un gruppo di lavoro organizzato da PCP insieme a esponenti dei 5 Stelle, di ADU e degli indipendenti del campo progressista competenti in materia - avevamo anche, dal canto nostro, evidenziato anche in Commissione.
Andrò oggi a evidenziarli nuovamente, visto che la fretta improvvisa e improvvida rispetto all'esame di questo testo, ha concluso l'iter il giorno stesso.
Forse la fretta era legata agli impegni del Presidente del Consiglio previsti per domani, già annunciati prima della votazione di questa legge, o forse - dopo mesi di voto - lo stesso voleva piantare una bandierina, ma tutti sappiamo che la fretta è una cattiva consigliera, come ha detto il consigliere Baccega durante la Commissione.
Il testo che andiamo oggi a discutere infatti non tiene conto di quanto emerso nelle audizioni stesse, dal dibattito e dalle richieste di approfondimento e di modifica per migliorare il testo.
Siamo profondamente convinti dell'importanza di tale Osservatorio che la Regione aspetta da tempo, ma riteniamo che, fin dalla sua relazione, emerge chiaramente la poca incisività di questo organismo, basta paragonare il testo odierno con altri testi presentati in passato, come la precedente proposta presentata dai consiglieri Bertin, Certa, Chatrian, Morelli e Russo nel 2015, per rendersi conto della diversità.
In questa proposta di legge si parla di vera e propria emergenza o di recenti cronache giudiziarie che hanno evidenziato un intreccio tra criminalità organizzata e politica, mentre purtroppo si tratta di una presenza che c'è da lungo tempo, un fatto strutturato e radicato nella nostra regione, conosciuto e colpevolmente sottovalutato.
A riprova di quanto stiamo dicendo oggi la relazione è stata modificata, proprio riportando le cose segnalate.
La Valle d'Aosta per queste ragioni deve dotarsi di uno strumento in grado di fornire un valido supporto conoscitivo nelle scelte e nelle attività dell'Amministrazione regionale, visto che per contrastare il diffondersi dei fenomeni mafiosi è fondamentale la conoscenza e la consapevolezza della pericolosità rappresentata da questa organizzazione.
Il consigliere Bertin, contestando le proposte emerse negli anni, sottolineava come l'Osservatorio doveva avere caratteristiche ben precise, composto da figure con conoscenze tecniche in grado d'interpretare il fenomeno complesso della criminalità organizzata.
Questa legge non risponde pienamente a quest'esigenza e soprattutto non valorizza nemmeno chi ha operato sul nostro territorio in questi anni, come "Libera" o il tavolo tecnico permanente sulla corresponsabilità educativa e sulla legalità, differendo anche qui sia dalla proposta di legge del 2015 sia dallo schema tipo della conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative e delle Regioni e Province autonome, soprattutto rispetto alla composizione, ai compiti e ai protocolli d'intesa da prevedere.
Nella relazione si esplicita inoltre la mission dell'Osservatorio ma dall'articolato non si comprende come questa mission venga ricercata, e non vi è armonizzazione con quella legge regionale n. 11/2010.
Questa proposta ci sembrava pertanto da analizzare con maggiore attenzione, anche prendendo in considerazione proprio quella legge 11 e gli organismi che operano nel solco della lotta alla criminalità di tipo mafioso, al fine di arrivare a un testo coordinato che potesse chiarire finalità e compiti per evitare doppioni, accavallamenti di competenza e assenza di attenzioni rispetto ad altri aspetti.
Abbiamo quindi presentato diversi emendamenti al testo, frutto anch'essi degli approfondimenti avvenuti in commissione.
Rispetto alla composizione, evidenziamo un carattere verticistico della stessa e una poca attenzione alle associazioni antimafia e antiusura che operano sul nostro territorio, previste di diritto in quasi tutti gli Osservatori e dallo schema tipo ispiratore della legge, anche se ora è arrivato un emendamento anche in questo senso.
Appare poco opportuno inoltre inserire, secondo noi, il Presidente della Regione sia come capo del Governo sia per le funzioni prefettizie che esso esercita.
Mentre "Libera" quindi andrebbe pensata in modo organico nell'Osservatorio, proponiamo che vengano invitate anche associazioni o quei soggetti competenti che da anni operano su questi temi, come quelle citate precedentemente, o le associazioni ambientaliste che monitorano il fenomeno delle ecomafie e - come sta avvenendo in altre regioni dove l'Osservatorio si è insediato da anni - adesso vengono aggiunte e ricomprese.
Insufficiente poi è il ruolo del Comune di Aosta, la presenza del solo Sindaco delegato non reca giustizia al Comune capoluogo nel quale vive il 30% della popolazione e sul quale insistono più del 30% delle attività produttive. Il Comune non è stato commissariato, fortunatamente ha respinto i tentativi d'infiltrazione mafiosa che però è stato acclarato che ci sono stati.
Proponiamo quindi che ci sia anche un delegato della consulta che si sta costituendo.
Osservatori poi andrebbero previsti anche nelle varie realtà locali, esempio importante è quello dell'azione fatta da "Libera" nella comunità di Saint-Pierre, dove il monitoraggio civico di questi anni ha comunque dato i suoi frutti, come riconosciuto peraltro dai commissari che sono venuti in audizione l'altro giorno.
I compiti inoltre ci sembrano scarni e quindi, anche rispetto a questo, chiederemo una maggiore attenzione a questo articolo, prevedendo anche un maggior raccordo con la I Commissione, la promozione di protocolli d'intesa con l'Università, gli enti di ricerca e gli altri soggetti istituzionali coinvolti. Una particolare attenzione all'utilizzo dei beni confiscati agli interventi a favore delle vittime di fenomeni di violenza, dipendenza, sfruttamento, usura, connessi al crimine organizzato e una maggiore collaborazione con il livello locale.
Infine riteniamo che un ruolo particolarmente importante - in quanto unico soggetto composto da esperti nel campo del contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata - lo svolgerà il Comitato tecnico previsto nell'articolo 5; proprio per questa ragione riteniamo che debba prevedere una più ampia partecipazione per ricoprire tale ruolo, non limitandosi alla sola indicazione di avviso pubblico.
In sintesi, per il nostro gruppo, l'impianto della proposta di legge manca di completezza e organicità e non tiene conto delle indicazioni avute in commissione da parte di chi ha delle competenze, tant'è che, durante quella Commissione, lo stesso primo firmatario, il consigliere Bertin, l'ha definita una legge "work in progress".
Dopo anni di discussione sull'Osservatorio e vari testi di legge, dedicare qualche giorno in più a un lavoro di approfondimento per eccepire quelle osservazioni migliorative poste in quella sede sarebbe sicuramente sembrato logico e sensato. Vediamo purtroppo che così non è.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale, il collega Padovani si è prenotato.
Padovani (FP-PD) - La presenza anche in Valle d'Aosta di un'organizzazione mafiosa non può più essere negata. É un fatto, non è un'ipotesi, come dimostrato dalla sentenza della Corte di appello nella quale si certifica l'esistenza di una locale di 'ndrangheta attiva e operante nella nostra regione.
Attenzione, quando parliamo di queste organizzazioni criminali, non dobbiamo pensare solo agli atti plateali di violenza, ma tenere a mente che essa è spesso il mezzo e non il fine.
Gli obiettivi ultimi di queste organizzazioni sono invece il potere e il denaro, mentre la violenza è spesso uno strumento sempre più residuale; il che le rende magari meno visibili ma certamente non meno pericolose. In effetti, soprattutto per quanto riguarda la presenza riscontrata negli anni nel Nord Italia, le manifestazioni criminose consistono generalmente in azioni meno appariscenti e orientate a infiltrarsi nel tessuto economico, sociale e politico.
Il fatto però che nel tempo la presenza di queste organizzazioni si sia fatto meno appariscente non significa che queste abbiano perso forza ma, anzi, le rende - se possibile - ancora più pericolose, perché, attraverso un comportamento quasi di stampo manageriale, hanno ancora più possibilità di condizionare interi settori dell'economia e di avvelenare il tessuto sociale di un territorio.
In tutto questo, come dicevo all'inizio, la Magistratura ha dimostrato in modo chiaro e inequivocabile come questo fenomeno sia radicato anche qui. Una presenza e un'attività dimostrate anche dalle numerose interdittive antimafia emesse dal Questore di Aosta nei confronti d'imprese valdostane che evidenziano come i settori economici di maggiore interesse dell'organizzazione anche in Valle d'Aosta siano quelli dell'edilizia, del turismo e del commercio.
Fatti gravi, che testimoniano della capacità d'infiltrazione nel nostro tessuto socio-economico. Ognuno di noi, nessuno escluso, ha il dovere di fare la propria parte, grande o piccola che sia, per tenere le antenne dritte e respingere con forza tanto le minacce quanto le avances e vigilare su tutte quelle situazioni potenzialmente pericolose.
Il tutto tenendo bene a mente i rischi a cui andiamo incontro se non lo facciamo, se lasciamo correre, se ci giriamo dall'altra parte.
Oltre al ruolo che noi tutti possiamo e dobbiamo avere in questa battaglia quotidiana, è necessario dotarsi di strumenti aggiuntivi rispetto a quelli di cui disponiamo.
Ecco perché l'istituzione dell'Osservatorio che oggi quest'Aula è chiamata ad approvare è importante. Con questo Osservatorio aggiungiamo infatti un ulteriore strumento di vigilanza sul fenomeno mafioso, il cui sviluppo è in continua evoluzione e necessita di un'attenzione costante e rafforziamo il presidio della legalità nel territorio.
Non possiamo più aspettare, siamo già in ritardo; mi auguro che questo atto venga approvato all'unanimità, mettendo da parte differenziazioni pretestuose francamente incomprensibili e secondo me utili solo a crearsi un po' di visibilità, perché penso che un voto unanime gli darebbe ancora più forza.
Presidente - Grazie collega Padovani. Ha chiesto la parola il collega Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (GM) - Su questa vicenda io mi sono trovato in una sorta d'inghippo istituzionale e anche politico perché, come è noto, io ho rappresentato il mio collega Restano, lui del Gruppo Misto, rappresentante di maggioranza, io Gruppo Misto rappresentante di minoranza, e in questo contesto - sentito il collega Restano che io in qualche modo rappresentavo - avevo contezza che la volontà del collega era quella di votare la legge così come era impostata e così ho fatto, come Mauro Baccega consigliere regionale e non come rappresentante politico di Forza Italia.
In quella Commissione abbiamo audito la dottoressa Zarcone e il dottor Ferraris, che sono i commissari straordinari di Saint-Pierre, abbiamo audito la responsabile di Libera - non capisco perché non abbiamo audito altre associazioni che potevano essere indicate in audizione - e abbiamo audito il Presidente del Consiglio del Comune di Aosta, che già in questa direzione ha fatto parecchio, istituendo una sorta di osservatorio comunale, e nello sviluppo di questo dibattito si pensava si potesse andare a una riflessione più approfondita; a parte che chi aveva seguito il percorso della legge, ovvero chi era presente in Ufficio di Presidenza, chi era presente alla capigruppo - noi non ci siamo in quei due contesti perché per la prima volta partecipavo ad una Commissione su questo argomento - chi era presente poteva arrivare con degli emendamenti, come sono arrivati gli emendamenti questa mattina in Consiglio.
È chiaro che il Presidente Bertin ha sollecitato l'urgenza di votare questa legge che istituiva l'Osservatorio. In realtà il presidente Bertin non è nuovo a queste sollecitazioni; quando eravate insieme, colleghe di PCP, andava tutto bene, adesso va un po' meno bene. Soprattutto nella Commissione regolamento tutto andava bene.
Mi sono permesso di sottolineare che, sentite le audizioni, poteva essere necessario un approfondimento che personalmente in queste ore successive alla commissione ho fatto.
Vedo che il Presidente Bertin ha presentato due emendamenti, un emendamento di commissione e un emendamento suo, vedo che ci sono altri emendamenti che valuteremo e in qualche modo saremo presenti a un voto.
Nessuna difficoltà - come avete scritto nel vostro comunicato, voi di PCP - a esprimere il voto, perché il voto sarà espresso come Consigliere del Gruppo Misto e rappresentante in Valle d'Aosta di Forza Italia.
Voglio fare una riflessione: ci sono autorevoli Istituzioni già predisposte all'uopo che in qualche modo stanno lavorando e hanno lavorato, lo verifichiamo quotidianamente, in questa direzione, ma non ci sottrarremo certo al voto di questa proposta di legge.
Noi chiediamo di non enfatizzare con i comunicati stampa, perché vivere di comunicati stampa alla ricerca del consenso... il consenso va ricercato laddove si può trovare, certo non lo troverete nell'area di centro che noi rappresentiamo.
Per questo il nostro voto sarà conseguenze a quello che abbiamo fatto in commissione, in rappresentanza del collega Restano, e soprattutto oggi in Consiglio come rappresentante del Gruppo Misto in minoranza.
Presidente - La parola al collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) -. Per fare qualche considerazione su questa proposta di legge che abbiamo già sostenuto in commissione come gruppo.
Innanzitutto io vorrei partire nel ringraziare l'Ufficio di Presidenza che ha scaricato tale proposta, questo penso sia un passaggio importante, dal presidente Bertin a tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza, una proposta corale su un tema delicato, ma soprattutto su un tema su cui questo Consiglio ha la possibilità oggi di legiferare.
Seconda considerazione: col collega Bertin nel settembre 2015 avevamo presentato una proposta di legge che oggi viene implementata in maniera più robusta; già all'epoca si discusse nel merito e si portò in questa assemblea tutta una serie d'informazioni per poter fare un passo successivo.
Terza considerazione: penso che se oggi questo Consiglio andrà a sostenere quasi all'unanimità questa proposta di legge, è anche grazie al coordinamento delle assemblee regionali che da pochi mesi avevano comunque concluso un lavoro importante su cui l'Ufficio di Presidenza poi ha elaborato, lavorato e condito per poi proporre tale proposta all'assemblea.
Indubbiamente oggi il Consiglio vuole intervenire per rafforzare il presidio della legalità.
Per quanto ci riguarda, l'Osservatorio eserciterà sicuramente funzioni consultive, propositive, di studio e di ricerca, legate a una documentazione che sia utile ad avere quelle informazioni che per tale assemblea è importante avere.
L'individuazione delle attribuzioni dell'Osservatorio: per quanto ci riguarda, sarà proprio l'organismo di supporto della Regione in materia di prevenzione e di contrasto dei fenomeni mafiosi.
La seconda parte importante che è inserita nell'articolo 6 - noi pensiamo che questo sarà sicuramente tema di dibattito e di confronto - è la relazione sull'attività svolta nell'anno precedente che l'Osservatorio ci presenterà annualmente.
Per quanto riguarda la mission: sicuramente tale strumento promuoverà il coordinamento tra tutti gli attori istituzionali, quindi la possibilità di far convergere tutte le informazioni, gli attori istituzionali, e non solo, coinvolti o interessati alla gestione della cosa pubblica, in modo da esercitare - questo è l'obiettivo penso principale - un monitoraggio permanente di tutte le attività potenzialmente appetibili alla criminalità organizzata, facendo sicuramente attenzione alla parte pubblica e parapubblica legata al ciclo degli appalti pubblici, e lì secondo noi sarà importante, anche con l'assessore Caveri, il fatto di promuovere la coscienza civica nelle scuole.
Pensiamo che la cittadinanza attiva - il fatto comunque di aumentare l'informazione, la promozione anche nell'ambito scolastico - ci aiuti a far crescere nelle nuove generazioni gli anticorpi importanti per una comunità, una società evoluta, attiva, innovativa e trasparente.
Penso sia importante investire nelle nuove generazioni ma dobbiamo avere contezza e soprattutto la possibilità di avere un'informazione che sia la più larga possibile, non solo nell'apparato pubblico e istituzionale, ma anche in quello operativo e produttivo, in modo che si abbia la conoscenza totale dello stato dell'arte di una fotografia aggiornata quotidianamente.
È importante nell'articolo 6 che ci sia ogni anno la possibilità di avere un documento che illustri non solo la situazione ma che metta nero su bianco elementi utili all'assemblea.
Voteremo convintamente tale proposta, ringraziando ancora tutto l'Ufficio di Presidenza per aver scaricato e condito ulteriormente lo schema tipo che era stato redatto dal coordinamento dei Consigli regionali.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Non vedo colleghi prenotati. Ultimo appello. Non ci sono prenotazioni. La discussione generale è chiusa. Il presidente Bertin per le repliche ne ha facoltà.
Bertin (FP-PD) - Voglio qui ricordare che questa proposta di legge nasce dall'unione di due testi: lo schema tipo licenziato dalla Conferenza dei Presidenti delle assemblee regionali e una proposta di legge che avevo elaborato sull'esperienza della commissione speciale costituita nel 2012 nella quale si era constatata la necessità di un supporto tecnico ai lavori della Commissione stessa, come peraltro avviene per molti organismi simili della commissione parlamentare e vale per altri organismi simili che necessitano comunque di supporto tecnico.
In effetti questa proposta di legge - che mi auguro andremo ad approvare - recupera la parte più significativa di quella proposta di legge del 2015, vale a dire il Comitato tecnico, con esperti di chiara fama che possono dare quel supporto necessario quando si tratta comunque di avere delle competenze specifiche.
Si inserisce questo comitato tecnico in un contesto più generale, come previsto dallo schema tipo proposto per tutte le regioni italiane, con il quale si cerca di coinvolgere maggiormente in questo organismo la società civile, le associazioni professionali eccetera; una proposta, da questo punto di vista, credo migliorativa di entrambi i testi.
Non voglio qui polemizzare con frettolosi comunicati stampa che dicono il contrario. Ricordo però alla consigliera Guichardaz, che scopre l'incisività della proposta fatta nel 2015, che all'epoca il suo leader di riferimento storico non la votò, forse perché era troppo incisiva.
Ci sono momenti, secondo me, in cui è il caso di mettere un punto e andare a capo e di passare dall'elaborazione all'azione. Sono passati una decina di anni e siamo tra le ultime Regioni a dotarsi di questo strumento perché in questi anni c'è stato tutto il tempo per approfondire e per valutare quello che c'era da valutare. Ora è il momento di passare all'azione.
È passato più di un anno dall'inizio di questa legislatura e, a mio avviso, l'istituzione dell'Osservatorio è e resta una priorità, come era peraltro previsto anche nel programma di legislatura.
Non si può tergiversare oltre aspettando - si faceva riferimento al Comune di Aosta - l'istituzione della Consulta, che avverrà, forse, nel mese di marzo; tra l'altro le interlocuzioni con il Comune di Aosta ci sono state e, come riferito anche durante l'audizione del Presidente del Consiglio del Comune di Aosta, è intenzione del Consiglio comunale portare all'Osservatorio quanto emergerà dai lavori della Consulta; ma l'interlocutore - come evidenziato anche dal Presidente del Consiglio di Aosta Tonino - è il Comune stesso che vuole giocare questo ruolo, questo è stato evidenziato chiaramente nell'audizione di giovedì scorso. Audizioni che, tra l'altro, hanno sostanzialmente confermato la bontà dell'impianto, tranne alcuni aspetti - che vengono ripresi anche da un emendamento - che vanno a toccare aspetti formali più che sostanziali della legge.
Mi si accusa di avere un po' di fretta. Ammetto di avere un po' di fretta. Bisogna averla. La teoria della "fretta zero" non mi convince, le organizzazioni mafiose non si fermano davanti alla pandemia, non vanno in vacanza e sono in continua trasformazione.
Prima si inizia a costituire e a operare con questo Osservatorio, meglio è. Ricordo che una mozione approvata all'unanimità nel 2013, non sto a fare molti calcoli, prevedeva l'istituzione di questo Osservatorio in novanta giorni. Sono passati molti anni e credo che sia il momento di passare all'azione, ricordandoci che non c'è nessun strumento risolutivo ma è importante avere un ventaglio di strumenti per contrastare il diffondersi di questo fenomeno.
Questo è uno strumento importante, è uno dei tanti.
Mi veniva attribuito il fatto di aver evidenziato il fatto che si tratti di una legge "Work in progress"; è stato forse mal capito questo aspetto, non era riferita a questa legge in particolare ma alla produzione legislativa moderna, non a quella degli anni '70. C'è chi forse vuole continuare a presentare la Valle d'Aosta in un modo di agire degli anni '70, ma oggi l'approccio che si ha con la legislazione è quella, anche tramite le clausole valutative, di una valutazione di quello che producono queste leggi, con l'approccio "Work in progress" - ma in termini generali, non strumentali, come è stato attribuito da un comunicato stampa - con un approccio generale nel quale quando le cose si devono aggiustare, si aggiustano. Proviamo a dare maggiore efficacia alla produzione legislativa, questo è l'approccio con cui oggi le assemblee moderne legiferano e credo che la nostra assemblea, da questo punto di vista, deve seguire questo approccio.
Anche questa legge avrà l'occasione di farne una valutazione e in quel contesto, se si evidenzieranno dei limiti o delle mancanze, si agirà.
In termini generali, questa è una legge snella che vuole essere calzante per il territorio della nostra regione, piccola, ma deve avere una dimensione snella ed efficace.
Credo che questo sia un passo avanti in generale.
Ricordo che la 'ndrangheta è una minaccia per la qualità della vita e per l'avvenire della nostra regione. Bisogna esserne tutti consapevoli e ogni azione è necessaria senza perdere tempo in modo inutile.
Oggi facciamo un primo passo importante e mi auguro che lo si faccia in modo convinto.
Faremo un bilancio di questa legge come di tutte le altre leggi, io credo che questo impianto, come confermato anche dalle audizioni, sia positivo, che prenda in considerazione uno schema tipo e una proposta di legge. Credo che sarà uno strumento - uno dei tanti - efficace nel contrasto e nella diffusione della cultura della legalità.
Presidente - Per le repliche, il Governo intende replicare? Se non ci sono repliche, possiamo procedere alla votazione dell'articolato.
Articolo 1. la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
Il Consiglio approva all'unanimità.
Sull'articolo 2 solo un attimo di attenzione perché vi sono una serie di emendamenti. Il primo emendamento all'articolo 2 è l'emendamento n. 1 delle Consigliere Guichardaz e Minelli. La collega Erika Guichardaz per la presentazione.
Guichardaz E. (PCP) - Solo per illustrare brevissimamente questo articolo che, come dicevo, vuole riconoscere il ruolo delle associazioni antimafia e antiusura, quindi richiede di inserirle come componenti effettive all'interno dell'Osservatorio, e chiede invece di togliere la presenza del Presidente della Regione. Sottolineo, perché lo ha di nuovo fatto il Consigliere Bertin in fase di discussione, che questa legge proprio sulla composizione si allontanava dallo schema tipo della conferenza dell'assemblee dei presidenti, nel senso che le associazioni antimafia e antiusura erano previste in quello schema tipo, mentre non vengono previste nella PL. Oggi magicamente appaiono con un emendamento del primo firmatario, quindi credo sia evidente che c'è un po' di confusione nello stesso.
Capisco che il "Work in progress" sia legato a delle clausole valutative, ma tra la mattina e la sera che ci sia stata questa valutazione, mi sembra assai strano.
Quindi in sintesi questo emendamento inserisce queste associazioni e toglie il Presidente della Regione.
Presidente - Per intervento sull'emendamento, il presidente Bertin.
Bertin (FP-PD) - E per illustrare i due emendamenti. Molto brevemente, per quanto riguarda i due emendamenti, essi hanno un impatto sostanzialmente sulla forma.
Uno che recepisce quanto evidenziato dal Celva, è un intervento formale sulla composizione, andando ad omologarlo con quanto avviene dal punto di vista della dicitura o di altri organismi in cui partecipa il Celva.
Il secondo emendamento riguarda quanto emerso dai lavori della Commissione e dall'audizione. Mi pare che non c'è nessuna confusione, consigliera Guichardaz.
Avevamo previsto la partecipazione delle associazioni antimafia insieme alle forze dell'ordine dandogli un ruolo specifico, abbiamo recepito la volontà da parte di "Libera" di far parte invece integralmente di questo organismo. Dal punto di vista pratico non cambia niente poiché le forze dell'ordine, come le associazioni antimafia che sono centrali, lo erano nella precedente bozza come lo sono con questo emendamento, si sposta da un comma all'altro la presenza dell'associazione antimafia recependo quanto voluto dalle associazioni in questione. Sul piano pratico non ha nessuna conseguenza e non c'è nessuna confusione da questo punto di vista. Semplicemente l'adeguarsi a quanto suggerito dal Celva e dall'associazione Libera. Due adeguamenti formali.
Presidente - Altri interventi sull'emendamento n. 1 del PCP? Se non ci sono interventi, metto in votazione l'emendamento n. 1 del PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti e Testolin)
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'emendamento n. 1 della Commissione. Credo sia stato già presentato dal presidente Bertin, al riguardo qualcuno vuole intervenire? Se non ci sono interventi, metto in votazione l'emendamento n. 1 della Commissione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Chiedo per favore di rifare la votazione per un problema tecnico. Di nuovo è aperta la votazione sull'emendamento n. 1 della Commissione. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
IL Consiglio approva all'unanimità.
Mettiamo in votazione l'emendamento presentato dal Presidente Bertin. È stato già presentato precedentemente. Qualcuno vuole intervenire sull'emendamento presentato da Bertin? Se non ci sono interventi, metterei in votazione l'emendamento presentato dal Presidente Bertin. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
IL Consiglio approva all'unanimità.
Passiamo ora all'emendamento n. 2 del PCP. Qualcuno intende presentarlo? Collega Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Come dicevo in discussione generale, con questo emendamento chiediamo che fra gli invitati vi siano anche le associazioni ambientaliste, almeno un componente della consulta comunale per la legalità e un rappresentante designato dal tavolo tecnico permanente sulla corresponsabilità educativa e sulla legalità che già operano su questo tema.
Presidente - Ci sono ulteriori interventi sull'emendamento n. 2 del PCP? Il collega Bertin ne ha facoltà.
Bertin (FP-PD) - Soltanto una precisazione: credo che sia essenziale la presenza del Presidente della Regione in questo organismo e credo anche che le associazioni ambientaliste saranno rappresentate anche da associazioni tipo "Libera" che sono associazioni di associazioni e sono in grado di portare anche questo aspetto legato ai problemi dell'ambiente.
Per quanto riguarda il Comune di Aosta, la costituzione della Consulta non è ancora stata effettuata, non possiamo pertanto inserirla anche volendo ma, ripeto, dal Comune di Aosta, da questo punto di vista, le indicazioni sono state altre e recepiamo quanto riportato dal Comune di Aosta che peraltro, come ripeto, la Consulta del Comune di Aosta era soltanto operante forse nel mese di aprile e non possiamo fermarci ad aspettare questo aspetto. Ripeto, le interlocuzioni, anche in Commissione, da parte del Comune di Aosta, hanno dato altre indicazioni.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. 2 del PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti e Testolin)
IL Consiglio non approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 2 nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika e Minelli).
Il Consiglio approva.
All'articolo 3 c'è l'emendamento n. 3 del PCP. Qualcuno per la presentazione dell'emendamento? Collega Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Questo emendamento è semplicemente per ampliare i compiti di questo Osservatorio, recepire anche importanti pezzi dello schema tipo, come la promozione della sottoscrizione di protocolli d'intesa e dare un ruolo anche di raccordo tra l'Osservatorio e la I Commissione, sapendo bene che la I Commissione è competente in materia. Questo emendamento va in questo senso.
Presidente - Su questo emendamento ci sono interventi? Presidente Bertin prego.
Bertin (FP-PD) - Soltanto una precisazione per quel che riguarda il coordinamento con la I Commissione. È previsto, per quanto riguarda i vari protocolli... nulla vieta in un secondo momento, con altri strumenti, di poter intervenire, ma nel momento in cui fosse utile si vedrà... l'utilità di questa possibilità , a mio avviso, in questo momento, sta nel disciplinare un'eventualità che comunque non viene negata; mi sembra una cosa che appesantisce soltanto uno strumento che, ricordiamo, è legato a una realtà come la nostra che non ha un'Università di grandi dimensioni che possa rispondere nel modo più efficace possibile alle esigenze attuali.
Presidente - Altri interventi sull'emendamento n. 3 del PCP? Non ci sono interventi. Metto in votazione l'emendamento n. 3 del PCP. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti e Testolin)
Il Consiglio approva.
A questo punto mettiamo in votazione l'articolo n. 3 nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Erika Guichardaz e Minelli)
Il Consiglio approva.
A questo punto mettiamo in votazione l'articolo 4. Non ci sono interventi. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
Il Consiglio approva all'unanimità.
All'articolo n. 5 c'è l'emendamento n. 4 del PCP. Qualcuno intende presentarlo? Collega Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Questo articolo è semplicemente per ampliare la possibilità di partecipazione rispetto al Comitato tecnico, quindi togliendo quella parte di indicazione dell'associazione "Avviso Pubblico", ma facendo in modo che chiunque possa partecipare e concorrere a occupare questo ruolo che riteniamo essere molto importante in questa legge.
Presidente - Presidente Bertin sull'emendamento n. 4 del PCP.
Bertin (FP-PD) - Volevo soltanto precisare la logica che ha ispirato questo articolo che sta nel dare a un'associazione, della quale l'Amministrazione regionale fa parte, che storicamente svolge questa attività - e tra l'altro collabora con il Parlamento attraverso un Osservatorio parlamentare appunto in quest'ambito - e ha tutte le competenze e la rete di conoscenze in grado di fornire indicazioni di esperti di chiara fama che hanno un'esperienza specifica anche relativamente a quest'attività, anche sottraendo alle spartizioni politiche un Comitato tecnico che come tale deve rimanere, con un profilo essenzialmente tecnico.
Sempre sull'emendamento n. 4 del PCP altri interventi? Non ci sono interventi. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 32 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Spelgatti e Testolin)
Il Consiglio non approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 5 nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Erika Guichardaz e Minelli)
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
Il Consiglio approva all'unanimità.
Mettiamo in votazione l'articolo n. 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
Il Consiglio approva all'unanimità.
Stesso risultato sull'articolo n. 8? Stesso risultato. N. 9? Stesso risultato. E n. 10? Stesso risultato. Ci sono interventi per dichiarazioni di voto prima del voto nel suo complesso? La collega Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - - È con dispiacere che il nostro sarà un voto di astensione su una proposta di legge che abbiamo ritenuto sicuramente molto importante, non soltanto in questo primo scorcio di legislatura, ma per quello che riguarda i principi che l'hanno ispirata e anche per quello che è stato il percorso precedente che ci ha visti sicuramente a sostegno di un intervento legislativo di cui si sente il bisogno, che deve essere approvato senza perdere tempo. Ma la scelta, la richiesta di dedicare qualche giorno in più all'esame di proposte, o comunque alla discussione di quel testo di legge, ci sembrava e continua a sembrarci assolutamente legittima.
Voglio fare alcune considerazioni sulle cose sentite che mi hanno lasciata anche un po' sorpresa, perché l'atteggiamento del primo firmatario di questa proposta di legge oggi è stato di banalizzazione della stessa. Dopo aver presentato un emendamento migliorativo che abbiamo votato e che inserisce, fra le associazioni che sono organiche all'Osservatorio, anche le associazioni come Libera, che si occupano di lotta alla mafia e di promozione alla legalità, poi ci ha detto: "non cambia sostanzialmente nulla, si inserisce, si sposta un comma da una parte e dall'altra" e quindi in buona sostanza non vale niente.
Invece non è così, è proprio diverso lo spirito, perché si riconosce, a chi opera da tempo sul territorio con degli obiettivi precisi, con un codice che è quello che conosciamo, un ruolo più formale e sicuramente più importante.
Questo nell'ottica di quella che, a nostro avviso, dovrebbe essere tutta la filosofia della legge, cioè quella di una diffusione della cultura della legalità, che non sarà di certo il solo Osservatorio a promuovere, ma che viene fatta quotidianamente sul territorio da quelle associazioni.
Mi sembra che si sia in qualche modo voluto sminuire lo stesso emendamento che si è presentato.
Su altre questioni, anche il fatto di chiedere il coinvolgimento della Commissione, di elaborare dei protocolli d'intesa con l'Università, ci è appena stato detto che la nostra è una piccola Università, di piccole dimensioni, quindi non è che il suo ruolo sia poi così importante!
Allora qui bisogna mettersi d'accordo, perché quando c'è bisogno di avere un sostegno da parte dell'Università la si considera come un riferimento importante, in altre situazioni la si sminuisce.
Sulla questione del comitato e di avere il supporto di Avviso Pubblico nella scelta dei tre membri tecnici, sicuramente riconosciamo tutti a questa associazione un ruolo importante - siamo a conoscenza della sua collaborazione a livello parlamentare - , ma ciò non toglie che si può fare riferimento ad Avviso Pubblico come anche ad altri soggetti, la nostra richiesta non era un voler escludere. E tutte le richieste che abbiamo fatto, gli emendamenti che sono stati presentati, non hanno uno scopo divisivo, se li leggete bene: forse ci poteva essere una discussione sulla questione del Presidente della Regione, ma sul resto si tratta semplicemente di proposte di buon senso che hanno tenuto conto soprattutto del lavoro che viene svolto sul territorio da varie associazioni, comprese quelle ambientaliste.
Il Presidente poi ci ha detto che Libera è un'associazione di associazioni, credo che su questo si potrebbe aprire una grande discussione, forse qualcuno non sarebbe nemmeno così d'accordo, però la volontà di inserirla come organica all'Osservatorio era quella di migliorare un testo di legge che è sicuramente importante.
Sul fatto che, come ha detto qualcuno, questa proposta sia stata implementata e irrobustita rispetto al testo del 2015, noi riteniamo che sia il contrario. La proposta del 2015 su certi aspetti ci sembrava sicuramente più robusta, a partire dalla sua relazione.
Infine sul fatto che attraverso il comunicato che è stato scritto o attraverso questi emendamenti e il voto che ci sarà ci sia una nostra volontà di visibilità, di affermazione, è una cosa che respingiamo, perché l'unica volontà e quella di agire sui contenuti.
Sulla questione della fretta, io credo che ci possa essere operatività nella fretta, qui non c'è stata.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto?
Bertin (FP-PD) - Soltanto per fatto personale una precisazione, riguardo all'Università della Valle d'Aosta: non è da intendersi così, è stato male interpretato quanto detto, nel senso che lo schema tipo è rivolto a tutte le Regioni italiane nelle quali ci sono le Università che hanno dipartimenti che si occupano da tempo di queste cose; ovviamente l'Università di Aosta non le ha e da questo punto di vista se l'Osservatorio riterrà necessario attivare contatti con l'Università della Valle d'Aosta o altre, nulla lo impedisce.
Era soltanto una precisazione, non è che l'Università della Valle d'Aosta serve o non serve in funzione di variabili indipendenti.
Presidente - Collega Minelli immagino per la replica al fatto personale.
Minelli (PCP) - Non volevo accusare il presidente Bertin di voler svilire - in senso lato - l'Università. Di fatto è stato detto "La nostra è una piccola Università" e non è stata specificata - lo ha fatto ora - la questione dei dipartimenti che si occupano proprio di questi temi.
Ma al di là dell'avere o non avere dei dipartimenti, consulenze all'Università le chiediamo anche quando non ci sono dei dipartimenti specifici che si occupano di questioni che noi abbiamo bisogno di approfondire, credo perché riconosciamo all'Università, e a chi vi opera, delle competenze che sono variegate, che vanno anche al di là della strutturazione dei corsi di laurea, i dipartimenti eccetera eccetera.
Comunque il Presidente ha definito la sua legge, ci ha spiegato anche la motivazione di questo, "Work in progress", dicendoci che nulla vieta d'intervenire dopo.
Nel momento in cui si scrive una legge, se ci sono delle osservazioni che la possono migliorare - prima dell'approvazione! - forse si potrebbe recepirle e accoglierle.
Presidente - Credo che la questione sia chiarita. Altri in dichiarazione di voto? vicepresidente della Regione Bertschy ne ha facoltà.
Bertschy (AV-VdA Unie) - A nome del Governo regionale, credo che sia da sottolineare l'importanza di questa legge che conclude un lungo lavoro fatto negli anni anche dalle assemblee precedenti che ci mette in condizione di avere un punto di confronto per poter continuare a dare un contributo in termini politici a questi aspetti che hanno caratterizzato in quest'ultimo periodo anche la vita della comunità.
Punto di confronto che ha anche l'importanza di essere un punto di confronto trasparente, che ci mette nella condizione di lavorare e di avere delle informazioni per farlo nella maniera più opportuna.
Io credo che sia, a nome del Governo regionale, opportuno ringraziare la Commissione, il Presidente del Consiglio e tutti i componenti che hanno completato questo percorso, segnalando, come sempre, che tutto è migliorabile ma credo che ogni tanto sarebbe importante anche una visione e uno slancio un po' ideale. Poi le leggi non sono fissate nella pietra, si possono modificare, migliorare, e sarebbe anche bello ogni tanto vedere un segnale di unanimità e non sempre di dettaglio e di precisione della precisione.
Le forze politiche oggi hanno dimostrato di avere voglia di lavorare in questa direzione, peccato non trovare l'unanimità dell'Aula.
Presidente - Altri interventi come dichiarazione di voto? Non ci sono interventi. Metto in votazione la legge nel suo complesso. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Erika Guichardaz e Minelli).
Il Consiglio approva.
Credo sia l'ora di procedere con il cambio aria. Per cui breve sospensione e prego di aprire le finestre.
La seduta è sospesa dalle ore 11:21 alle ore 11:38, alla ripresa dei lavori riassume la Presidenza il presidente Bertin.