Oggetto del Consiglio n. 1171 del 13 gennaio 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1171/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'utilizzo delle della struttura Day Hospital di Regione Borgnalle ad Aosta come spazio sanitario per pazienti Covid".
Marguerettaz (Président) - Point n° 45 à l'ordre du jour. La parole au conseiller Baccega.
Baccega (GM) - Va sicuramente chiarito che il titolo che è stato assegnato a quest'interpellanza non corrisponde alla volontà che si voleva assegnare all'interpellanza stessa. In realtà, la parte che dice "come spazio per pazienti Covid" è un'interpretazione del titolista, ma va sicuramente cassata, questo in premessa.
Quanto sta succedendo nella nostra regione in questa quarta ondata della pandemia, come ha detto lei, Assessore, e condivido, accade anche in altre regioni del nostro Paese e dico questo raccogliendo le numerose testimonianze di effettiva disorganizzazione dimostrata da alcune strutture sanitarie, sicuramente messe sotto pressione dall'aggressivo ritorno della pandemia, appunto, con le sue varianti (la Omicron più penetrante e aggressiva e Delta molto più pericolosa) fanno inevitabilmente parlare di una doppia pandemia collegata. Autorevoli scienziati ci confermano, appunto, che la variante Delta è certamente la principale responsabile dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi; pare sia stata accantonata ma sappiamo molto bene che non è così.
Si parla tanto di Covid, ma il dibattito sulle attività elettive sono all'ordine del giorno ormai di tutte le testate nazionali e di tutte le trasmissioni televisive che si occupano di sanità. Abbiamo valutato positivamente l'appello dell'Azienda con la ricerca di spazi sanitari anche per la collocazione di pazienti Covid, mi pare che qualche risposta ci sia stata; tenuto conto che comunque all'Ospedale Parini certamente - il nostro unico ospedale - si sono nuovamente trasformati interi reparti per far posto all'ondata di nuovi malati Covid; valutato che si era evidenziata fin dal termine della prima ondata della pandemia la necessità di liberare gli ambulatori della cosiddetta "Piastra", proposta a suo tempo fatta e fortemente sostenuta anche dal Collegio di Direzione e visto anche che mi sono imbattuto in un trasferimento di documenti che venivano portati dall'ospedale in via Guido Rey all'ASL (pare sia stata trasferita la Struttura di Psicologia ospedaliera); ricordato che la proposta di locazione di spazi a suo tempo occupati dal Day Hospital di Regione Borgnalle, proposta che risale al 24 giugno 2020 e che fu apprezzata e indicata come una soluzione possibile dall'allora cabina di regia che si era formata, dove era importante la componente sanitaria e dell'azienda; visto che anche questa ricerca di spazi anche all'interno della struttura dell'USL ha favorito anche il trasferimento della struttura che si occupa di informatica per l'USL nell'edificio ex ARER, mi pare; interpello la Giunta per conoscere se è intenzione dell'Assessorato e dell'USL utilizzare gli spazi già in parte attrezzati dell'ex Day Hospital di Regione Borgnalle messi a disposizione dai privati per collocare gli ambulatori e altre situazioni che andremo poi ad approfondire e ovviamente valutando la congruità della proposta economica, certamente, e, qualora si voglia andare in quella direzione, quali ambulatori si intendono collocare in quella struttura.
Président - La parole à l'assesseur Barmasse pour la réponse.
Barmasse (UV) - Per arrivare al primo quesito: "se è intenzione dell'Assessorato e dell'USL utilizzare a seguito di eventuale locazione la struttura day hospital", posso rispondere che al momento non è previsto nei programmi dell'Azienda USL della Valle d'Aosta l'utilizzo degli spazi dell'ex struttura day hospital in Regione Borgnalle di Aosta. In questa fase il problema dell'Azienda USL è quello di avere garantita la disponibilità di personale necessaria all'erogazione dei servizi a favore di pazienti Covid e, per quanto possibile, ai pazienti non Covid, comprese le vaccinazioni e non sarebbe quindi in grado di dare copertura ad ambulatori aggiuntivi. Quando l'Azienda USL riuscirà a reperire ulteriori disponibilità di personale, potrà essere nuovamente valutata la possibilità di individuare ulteriori spazi al di fuori del presidio ospedaliero con priorità a locali già in disponibilità dell'azienda stessa.
Seconda domanda: "qualora la risposta sia affermativa, quali poliambulatori si intendono collocare", in conseguenza della risposta di cui al punto 1, nessun ambulatorio al momento è in progetto di essere collocato in tale struttura. E qua finisce la risposta, diciamo, ufficiale.
Posso dirle comunque che condivido, nel senso che io facevo parte di quel Collegio di Direzione di cui lei ha fatto riferimento quando era Assessore. Sicuramente c'è necessità di portare degli ambulatori o comunque delle attività al di fuori dell'ospedale perché questa è una necessità e, quando sono diventato Assessore alla sanità, ho fatto rivalutare - anzi, avevo già fatto rivalutare ma eravamo in un'altra fase pandemica - l'eventuale utilizzo di ambulatori al di fuori dell'ospedale e la Regione Borgnalle poteva essere un'ipotesi, un'eventuale soluzione. Una valutazione a quel punto era stata fatta dall'Azienda: erano stati contattati i vari direttori delle varie specialità, i quali avevano valutato, diciamo, in maniera anche positiva la possibilità di utilizzare degli spazi al di fuori dell'ospedale, ma anche in quel momento non c'era la disponibilità del personale. Adesso ci ritroviamo, purtroppo, nella stessa situazione. La mia opinione è che, se riusciamo a uscire un po' da questa fase emergenziale, un'eventuale rivalutazione di utilizzo di spazi extraospedalieri possa essere comunque una cosa da prendere in considerazione. In questo momento, però, la risposta dell'Azienda è stata questa ed è comprensibile, perché siamo nuovamente in un periodo particolarmente critico per quanto riguarda la disponibilità di personale; gli ambulatori sono chiusi anche in ospedale, non si aprono al di fuori dell'ospedale non perché non c'è lo spazio in ospedale, ma perché non c'è il personale per aprire gli ambulatori.
Président - La parole au conseiller Baccega pour la réplique.
Baccega (GM) - La risposta quindi è: questo non è previsto perché manca il personale e questo lo sappiamo, manca il personale. Abbiamo verificato con il vicino Piemonte che, per salvare la chirurgia, avevano bisogno di 500 posti letto e i privati sono stati chiamati ad aiutare gli ospedali; io invito tutti i componenti della Giunta a fare una riflessione su questa cosa. Noi abbiamo in quella struttura 700 metri quadrati già attrezzati solo da sanificare; ovviamente necessiteranno degli investimenti perché a livello di beni strumentali sono rimasti certamente indietro: due sale chirurgiche adattabili, una sala laboratorio analisi, una sala prelievi, cinque camere di degenza, sette ambulatori, oltre a tutti i servizi, spazi, eccetera. Io ci avrei già pensato fin dal 2 dicembre 2021, quando avete riaperto il primo reparto Covid. Noi sappiamo che all'interno dell'ospedale su questo tema c'è una baruffa: il sindacato dice una cosa, l'altro sindacato è contrario, poi si correggono e questo è il livello di conflittualità che comunque negli anni si è generato in quella struttura e che purtroppo continua e lei dovrà sopportarlo e subirlo finché non si metterà una parola fine a certi percorsi.
Qui siamo in un'emergenza dove le attività elettive sono davvero fortemente in difficoltà; abbiamo bisogno di fare interventi chirurgici ordinari che non necessitano il ricovero notturno, quindi le ernie, le fistole anali, i lipomi, le varici, tutta quella attività ambulatoriale per le malattie cutanee, quindi c'è davvero bisogno di una struttura che intervenga chirurgicamente e riduca le liste di attesa che ormai stanno diventando infinite in quel settore, questo lei lo sa meglio di me. Vi invito quindi davvero a fare una riflessione di questo tipo.
Aggiungo un'altra cosa: ho scoperto che ci sono alcuni chirurghi, o medici valdostani che lavorano al pronto soccorso di Ivrea, sono degli over 70, ma se noi abbiamo emesso un atto che dice che gli over 70 non si possono far lavorare... magari utilizzarli per i vaccini e spostare alcuni chirurghi che possono occuparsi di queste cose potrebbe essere una soluzione. Dico delle cose che sono talmente banali che mi sembra di dover sottolineare degli aspetti sui quali inevitabilmente vorrò ritornare, perché davvero ci sono persone che si lamentano fortemente che aspettano più di un anno per interventi minuti... che poi diventano anche fastidiosi. E lei sa meglio di me che non fare un intervento minuto nel momento in cui si scopre che c'è un problema... a distanza di un anno, un anno e mezzo quel problema si può in qualche modo acuire.
Invito quindi tutti a fare una riflessione attenta su questo tema, perché credo che la necessità sia forte e mi pare che non tutti i chirurghi siano estremamente impegnati nell'ambito del Covid, che è comunque il problema del momento.