Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1156 del 12 gennaio 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1156/XVI - Interpellanza: "Iniziative volte ad assicurare una corretta informazione sui nodi giuridici della vicenda Cime Bianche".

Bertin (Presidente) - Il punto all'ordine del giorno n. 29 è ritirato. I punti 30, 31, 32 e 33, come detto in precedenza, saranno discussi al rientro dell'assessore. Passiamo pertanto al punto n. 34. Per l'illustrazione la consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - In sede di discussione del DEFR e del bilancio, di fronte alla presentazione di molti dei nostri emendamenti, c'è stato un sostanziale silenzio da parte del Governo e della maggioranza che non ha consentito di entrare nel merito e di affrontare degli argomenti che avevano e, a nostro avviso mantengono, tutta la loro valenza politica e amministrativa. Riteniamo pertanto che sia necessario riproporre in aula alcuni di tali argomenti, perché si possa comprendere quali siano le intenzioni del Governo in proposito.

Questa interpellanza ritorna sulla questione dello studio di fattibilità riguardante la realizzazione di nuovi impianti nel Vallone di Cime Bianche, per ribadire l'inopportunità di continuare a spendere dei soldi pubblici per tali studi, senza averne preliminarmente chiarita la percorribilità sul piano normativo.

Durante le dichiarazioni di voto effettuate in aula al termine della discussione sul bilancio, abbiamo prima ascoltato una affermazione non corrispondente al vero circa una presunta imposizione da parte nostra dello studio in questione e poi dei richiami a differenze procedurali tra gli impianti che si vorrebbero realizzare su quel territorio e quelli già autorizzati sul monte Terminillo e poi bocciati dal Ministero della transizione ecologica, sulla base del decreto ministeriale 184 del 2007 del quale, chissà perché, non si vuole mai parlare. Sui possibili riflessi locali di quella specifica decisione del Ministero, nonostante sia stato richiesto più volte, la Regione non si è preoccupata di acquisire un parere legale mirato e specifico su quella questione, ma si continua, in vari contesti, non soltanto in quest'aula, a fare riferimento a un precedente parere legale dell'Avvocatura, rilasciato però prima della bocciatura degli impianti sul Terminillo.

Con queste premesse noi chiediamo al Presidente e all'Assessore di esplicitarci quali differenze procedurali che intercorrerebbero tra gli impianti di risalita nel vallone in questione e quelli sul monte Terminillo siano state comunicate dalla Regione al Ministro della transizione ecologica, così come è stato detto in aula. E poi chiediamo di sapere che cosa si intende fare per dare un'informazione corretta sui nodi giuridici della vicenda di Cime Bianche, anche rendendo pubblici dei documenti, quali il parere dell'Avvocatura regionale, e il testo della lettera che il Presidente ha inviato al Ministro a inizio novembre e di conseguenza anche dell'eventuale risposta pervenuta.

Presidente - Per la risposta il presidente della Regione Lavevaz a cui passo la parola.

Lavevaz (UV) - Rispetto alla prima domanda, cosa sia stato inserito nella lettera inviata al Ministero della transizione ecologica, occorre dire che in maniera abbastanza semplice abbiamo sottolineato che c'è una profonda diversità rispetto alla situazione in cui si trovano a livello di iter lo studio e la progettazione del Monte Terminillo, rispetto a quello del Vallone delle Cime Bianche. In particolare, per la questione del Monte Terminillo l'allora Ministero dell'ambiente aveva ravvisato, nei provvedimenti allora adottati dalla Regione, una serie di non conformità rispetto alla normativa sia italiana che eurounitaria, invitando la Regione Lazio a porre in essere, in quel caso in autotutela, ogni necessaria iniziativa.

Nel nostro caso come è noto, ma lo abbiamo già detto diverse volte in quest'aula, siamo in una situazione completamente diversa, ed è quello che abbiamo sottolineato nella nostra lettera al Ministero. Nella sostanza, noi non abbiamo ancora adottato nessun provvedimento, essendo in una fase di studi propedeutici, che sono quelli che poi, come abbiamo sempre detto, definiranno l'effettiva fattibilità; si chiamano, infatti, studi di fattibilità proprio per questo, perché sono studi che sono appunto preliminari alla valutazione di fattibilità stessa dell'intervento. Evidentemente, invocare l'autotutela in questo momento non ha nessuna logica. Queste attività propedeutiche, come abbiamo sempre detto, risultano essenziali per determinare il prosieguo, conformemente alla normativa regionale, a quella statale, a quella eurounitaria, senza che possa escludersi, come abbiamo sempre detto, in nessun modo nessuno scenario possibile.

Per quanto riguarda invece la seconda domanda, ci saranno i tempi e i modi nell'ambito dei relativi procedimenti amministrativi, che sono legati a una norma chiara, a delle procedure molto chiare, per rendere noti poi ai soggetti che ne hanno diritto, portatori di interessi ma anche in generale alla comunità valdostana, gli esiti di tutte le attività propedeutiche preliminari e anche gli aspetti legati a questi, gli aspetti giuridici e ambientali nel progetto e anche i rapporti con il Ministero della transizione ecologica che, per il momento, peraltro, non ha espresso alcun parere sulla questione da noi evidenziata.

Presidente - Consigliere Grosjacques?

Grosjacques (UV) - Per fatto personale, in quanto nelle premesse dell'interpellanza è scritto che il presidente della IV Commissione ha fatto una serie di affermazioni palesemente false, quindi desidererei rispondere senza naturalmente integrare la risposta del Presidente, che credo abbia già esaurito l'argomento dal punto di vista giuridico.

Nella mia dichiarazione postuma, come viene definita, in sede di bilancio, peraltro è stata postuma per tutti perché in modo irrituale, avevo avuto modo di dirlo all'inizio del mio intervento, abbiamo fatto le dichiarazioni di voto alla fine del percorso di approvazione. Ma al di là di questo, io in quanto a correttezza credo che sia difficile accettare lezioni dalla collega Minelli.

Voglio citare solo un caso che si riferisce peraltro alla questione Cime Bianche, in quanto la collega Minelli, al di là del fatto che la declaratoria sul DEFR 2020-2022 e l'imposizione della frase di non votare il DEFR, credo sia a conoscenza non solo di coloro che erano in quest'aula in quel periodo, ma anche di chi era fuori e ha avuto modo di seguire questo iter. Molto brevemente vorrei mettere in evidenza la correttezza e l'etica della collega Minelli, in quanto si è dimessa dall'incarico di assessore il giorno 15 maggio, lo stesso giorno...

Presidente - Consigliere, circoscriva l'intervento al fatto personale.

Grosjacques (UV) - Presidente, per fatto personale l'articolo 57 consente cinque minuti di intervento.

Presidente - Sì, ma lo circoscriva al fatto personale.

Grosjacques (UV) - Lo circoscrivo alla lettera che la collega Minelli ha mandato alla società Monterosa dieci giorni dopo essersi dimessa da assessore, dopo essersi cancellata dalla chat di Giunta e dopo aver rinunciato all'indennità di funzione e non essere più andata in assessorato. Il giorno 25 di maggio, quindi il giorno prima della presa d'atto delle sue dimissioni, ha mandato alla Monterosa una lettera con la quale diffidava, ai sensi anche della diffida dell'avvocato Brambilla sulla quale lei conosceva perfettamente la risposta, perché l'Avvocatura aveva risposto mettendola in indirizzo, di interrompere la procedura.

Sulla regolarità della procedura ha risposto il Presidente in più occasioni. Vorrei solo smentire le affermazioni di falsità e mettere al corrente quest'aula e chi ci ascolta da fuori sulla correttezza e sull'etica utilizzate dalla collega Minelli nei suoi interventi e soprattutto nei sette mesi durante i quali ha gestito il suo assessorato.

Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Se consente, chiederei adesso i miei cinque minuti per replica su fatto personale e poi replicherei al presidente Lavevaz sull'iniziativa.

Guardi collega Grosjacques: lei ha fatto un intervento estremamente confuso, facendo un gran minestrone! Evidentemente lei non ha neanche ben contezza delle cose che dice, perché lei si riferisce a una lettera che io ho mandato successivamente alla dichiarazione di dimissioni, nel periodo che è intercorso all'accettazione delle stesse. Quello che forse lei non sa è che la decisione del Ministero della transizione ecologica relativa al Terminillo è stata resa nota il 14 di maggio; evidentemente prima di quella data non avrei potuto chiedere delle delucidazioni e chiedere un parere. L'ho fatto successivamente, l'ho fatto quando sono venuta a conoscenza di quella cosa, perché non ricevo tutte le comunicazioni che riguardano la Regione Lazio e quindi io l'ho letto sui giornali, come molti altri, tra il 14 e il 25, anzi, l'ho letto il 24 mattina. Di conseguenza, ho fatto quella richiesta l'ultimo giorno in cui potevo farla e credo che sia stato un atto del tutto legittimo. Tant'è vero che, bisogna ricordarselo - lo dico perché lei ha citato la diffida delle associazioni ambientaliste, eccetera - quella diffida era arrivata a me e quindi io avevo chiesto all'epoca un parere all'Avvocatura. Lo avevo chiesto a dicembre, è arrivato ad aprile ed era un parere relativo a quella questione. Quello che io ho chiesto successivamente era un parere relativo alla decisione del Ministero sul Terminillo.

Al di là di questo lei dice: "Non prendo lezioni di correttezza dalla collega Minelli"; io non ne prendo di etica da lei, per molti motivi che non sto adesso a elencare, perché non sarebbe proprio il caso.

Passerei alla replica al Presidente, che poi è la cosa che sostanzialmente mi interessa di più, perché queste cose lasciano veramente il tempo che trovano; anche per quanto riguarda l'accusa di ciò che da me è stato fatto nei sette mesi: qui dovete mettervi d'accordo all'interno dell'Union Valdôtaine, perché dite sempre delle cose molto diverse e quindi trovate una strada e seguite quella: sulla capacità, l'incapacità, cosa si è fatto, cosa non si è fatto.

Sulla questione a cui ha risposto il Presidente. Lei dice, Presidente, che il MITE aveva ravvisato, per quanto riguardava il Terminillo, una non conformità alla normativa europea e nazionale e che, nel nostro caso, siamo in una situazione completamente diversa. Quello che io ho detto anche nel mio intervento e ribadisco, perché è una cosa su cui non si arriva mai a sviscerare la questione, è veramente su questo decreto ministeriale del 2007, perché è lì la questione, è quella la questione. Infatti, secondo quel decreto del 17 ottobre 2007, che è stato ripreso da una delibera di Giunta, la 1087 del 2008, quel decreto vieta la realizzazione di impianti di risalita e di piste di sci in un territorio come quello delle Cime Bianche.

Lei dice che dobbiamo fare degli studi che sono propedeutici per capire la realizzabilità o meno. Quello che io chiedo è: ma allora verificheremo se questo decreto ministeriale blocca la questione dopo aver speso non più 700 mila euro e passa, ma 403 mila euro per l'ennesimo studio? Perché è questa la questione.

Vede, Presidente, io credo che voi dovrete rispondere a un certo punto di una decisione, questa sì del tutto ideologica, di continuare con degli studi per un'opera che, così come prevede la normativa, ed è quella la normativa a cui fare riferimento, è impossibile, e si rischia di continuare a sprecare dei fondi pubblici per poi andare a sbattere contro questa normativa. Sono sempre maggiori le spese che noi abbiamo per mantenere in efficienza e per migliorare degli impianti che già abbiamo, ed è su quelli che forse bisognerebbe concentrarsi.

Infine, io sinceramente non capisco l'accanimento su un intervento che è contrario a ogni prospettiva di valorizzazione di quelle che sono le ricchezze durature del nostro territorio e di sostenibilità, ma la sostenibilità ormai è buona solo per parole al vento e per qualche inconcludente convegno.