Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1106 del 2 dicembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1106/XVI - Ritiro di mozione: "Impegno del Governo regionale e del Presidente della Commissione consiliare competente alla valutazione di una nuova legge elettorale regionale".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 33 Consiglieri possiamo riprendere la discussione generale del punto n. 42: la mozione riguardante l'impegno del Governo regionale e della I Commissione alla valutazione di una nuova legge elettorale regionale. Si erano prenotati già prima della pausa i consiglieri Chatrian e Marguerettaz, mi ero prenotato anch'io. Passo la parola al consigliere Chatrian.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Nel ribadire qualche elemento su questa mozione, su questa proposta del collega Baccega nel cercare comunque di non ripetere i concetti che sono già stati messi in evidenza da parte dei colleghi che sono intervenuti questa mattina, sicuramente la proposta del collega ha permesso a tutti e a noi come gruppo di evidenziare comunque un tema che dovrà essere affrontato.

Pensiamo che la sintesi inserita nel programma di legislatura di questa maggioranza... sia espresso molto bene nel nostro programma dove ci sono le volontà che si vorrebbe raggiungere, in primis la stabilità di Governo, cercare di assicurare quella che è una certezza, una stabilità e dall'altra parte comunque affrontare il tema delle preferenze senza venir meno a meccanismi, come quello dello spoglio centralizzato, a garantire la segretezza del voto senza escludere gli approfondimenti sul voto elettronico, la necessità comunque di non solo affinare, ma eventualmente valutare anche delle modifiche - perché no? - territoriali, piuttosto che elementi... che possano aiutare tutti questi elementi.

Su questo tema non esisterà mai una legge perfetta, non esiste, ma sicuramente ci potrà essere lo spazio per raggiungere e soprattutto integrare e modificare quelle che sono eventualmente state delle "storture". Le sollecitazioni che possono arrivare dagli ambienti, dalle associazioni, dall'esterno, dalle forze politiche che non sono rappresentate in Consiglio penso che siano ben accette sicuramente, ma c'è un "ma" per quanto ci riguarda come gruppo: in questo momento le energie umane vanno sicuramente concentrate su altri temi. Ci sono esempi di leggi che sono state approvate in questi mesi, lo dicevamo nello scorso Consiglio, quelle importanti che sono andate comunque a dare delle risposte molto robuste per quanto riguarda gli aiuti Covid, le categorie meno abbienti, i ceti più fragili e anche il mondo produttivo tutto.

È quindi positivo che arrivino delle sollecitazioni, dall'altra parte abbiamo un tavolo aperto dal punto di vista politico come maggioranza dove ci sarà la volontà, dopo l'approvazione del bilancio, che è fondamentale, quindi le nostre energie in queste settimane le stiamo mettendo lì, che ci sia la necessità comunque di darci una scaletta, di mettere in evidenza le principali priorità e soprattutto come raggiungere i nostri obiettivi.

Terminando questo breve intervento, io inviterei, dopo questo buon dibattito, anche il collega Baccega magari a ritirare questa mozione proprio per il fatto che mi sembra che il tema sia un tema interessante che dovremo andare ad affrontare ma con le dovute cautele e tempi in modo da potere concentrare il nostro tempo sulle priorità che dicevo poc'anzi.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - La mozione presentata dal collega Baccega, com'è stato detto negli interventi precedenti, pone sul tavolo un tema che fa parte già del programma di legislatura e credo faccia parte un po' del programma elettorale di tutte le forze perché il problema della stabilità è un problema reale, un problema serio.

Io mi accodo subito all'invito fatto dal collega Chatrian al collega Baccega di ritirarla, anche perché, com'è stato detto anche in altri interventi, ci sono delle bozze, ci sono dei disegni di legge, per avviare la discussione è sufficiente depositare in Commissione un disegno di legge e ovviamente la discussione viene avviata.

Nella mozione non si parla del modello, il collega Baccega, in fondo alla sua presentazione, ha detto: "io vedrei bene un'elezione diretta del Presidente" così come ha fatto la collega Minelli. Per certi versi, l'elezione diretta del Presidente può essere una soluzione ma, per come la vedo io, non è la soluzione. Solo per fare qualche esempio, porto l'esempio di una Regione a statuto speciale: la Sicilia, il presidente Crocetta ha amministrato gran parte della legislatura senza la maggioranza perché sfiduciare Crocetta voleva dire andare a casa, quindi i Consiglieri regionali, con varie alchimie, pur di non andare a casa, ovviamente non lo hanno sfiduciato, se voi andate a fare una piccola ricerca, troverete conferma di quello che io sto dicendo. Volete un altro esempio? Prendiamo Zingaretti, il fenomeno cosiddetto della "Anatra zoppa". All'inizio del 2018 ci sono state le elezioni e Zingaretti, pur essendo presidente della Regione Lazio, non aveva la maggioranza, ed ecco che poi dopo due-tre anni, per tradire il mandato elettorale, tutti a bordo, i 5 Stelle sono saliti a bordo del presidente Zingaretti. Allora vedete, se vi faccio questi esempi in Regioni così importanti e così grandi come la Sicilia, come il Lazio, immaginatevi cosa può accadere in Valle d'Aosta. In Valle d'Aosta il Presidente della Regione, in virtù della nostra specificità, ha dei poteri non paragonabili a nessun altro. Allora voi vedete che con un'elezione diretta senza dei correttivi, quindi io non è che la escludo a priori, ma se non ci sono dei correttivi, se non c'è un quadro, noi concediamo la Valle d'Aosta a sostanzialmente un "Re Sole", che potrà fare tutto quello che vorrà. Ecco che questa scelta di trovare...

(interventi di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

... collega Minelli e collega Guichardaz, questo brusìo di fondo non mi agita tanto, però se i vostri commenti li fate a bassa voce... ma adesso arrivo a voi, vengo subito a voi. Rispetto a questa impostazione, io credo che non è un tabù parlare di elezione diretta del Presidente ma io metto in guardia: non è tutto oro quello che luccica e inviterei ovviamente a fare delle meditazioni che a volte probabilmente non abbiamo fatto, esattamente come quando nella precedente legislatura si è scelto di optare per la preferenza unica.

Oltre a non rendere possibile la preferenza di genere, noi abbiamo veramente mortificato la possibilità di scelta, e questo perché? Perché si voleva ovviare al cosiddetto "controllo del voto" senza contare che era stata già introdotta un'altra norma: quella del voto per circoscrizione, che ha anche questa delle controindicazioni perché non si capisce qual è la tendenza dell'elettorato, quindi all'interno di un Comune non sappiamo come si sono espressi, quali sono le tendenze, però io posso anche essere d'accordo che per ottenere un risultato si può andare a cedere e a trovare dei compromessi, ma sovrapporre il voto di circoscrizione con la preferenza unica, a mio modesto modo di vedere, è stato un errore, quindi anche questa deve essere una modifica che noi facciamo al più presto. Ora - ed ecco perché gli interventi della collega Minelli sono sempre uno stimolo - sostanzialmente dice: "attenzione, perché se qua non ci sono le condizioni, c'è uno strumento: il referendum propositivo". La collega Minelli e il suo compagno di partito Riccarand sicuramente sono campioni del mondo di referendum e, guarda caso, tutti i referendum che hanno proposto arrivano sempre alla vigilia delle elezioni, quindi è l'occasione straordinaria per aggregare e per scaldare i motori in vista delle elezioni, questa però è la mia visione personale, non è la verità... si prendono anche delle scorciatoie, non si guarda poi granché al risultato.

Oggi il collega Marquis ha parlato dell'elettrificazione dell'aria sostanzialmente per raccogliere le firme sono stati espressi dei concetti perlomeno discutibili. Volete arrivare in un'ora a Torino? Ecco qua l'elettrificazione. Sapete quant'è il risparmio in termini di tempo per l'elettrificazione? Venti secondi, scritto anche nei documenti preparati dall'allora Assessora, forse trenta secondi, mi sono sbagliato. Noi quindi andiamo a captare per certi versi la buona fede proponendo delle soluzioni che non sono delle soluzioni, pertanto, sotto alcuni aspetti, quando uno dice: "ma facciamo un raffronto, capiamo costi-benefici", quello che anche altri colleghi in quest'aula hanno chiesto, ma 140 milioni per elettrificare, vivaddio, ci sarà l'elettrificazione, a cosa servono? Porteranno un posto di lavoro? Porteranno a una migliore efficienza della ferrovia? Forse un po' di inquinamento in meno.

L'altro argomento che è stato portato come esempio è il referendum sul pirogassificatore. C'era mezzo Consiglio con noi al centro di Brissogne e sostanzialmente ci hanno detto tutte le cose che hanno fatto parte del book, del bagaglio per la raccolta delle firme per il referendum nel pirogassificatore sono irraggiungibili, rifiuti zero non è possibile, perché capendo che sta montando la protesta... se voi andate a parlare con tutti i Sindaci, e se ne accorgeranno i nostri cittadini, quando adesso arrivano le bollette per i rifiuti ci sarà un aumento del 50 percento, però c'è una deresponsabilizzazione, non sarà colpa di nessuno o, meglio, il Comitato ha già subito messo le mani avanti e ha detto: "eh no, perché dopo il referendum non siete stati capaci a fare nulla". In realtà, tutte queste cose non è che dipendono, la qualità anche del differenziato, siamo andati giù e i tecnici hanno detto: "sapete cosa succede? Parte del differenziato noi dobbiamo portarlo a bruciare, però, anziché bruciarlo in Valle d'Aosta, lo portiamo a bruciare fuori Valle con dei costi che sono esorbitanti". Sono questi i risultati dei referendum?

Allora perché ho fatto tutta questa disquisizione? Perché lo strumento referendario è uno strumento che dovrebbe essere utilizzato cercando di fare il possibile per creare le condizioni affinché la comunità abbia tutti gli elementi e non utilizzarlo per una mera propaganda elettorale.

Concludo perché il ragionamento è un ragionamento che avrà modo di essere sviluppato, però cercherò di non mettere in discussione le certezze della collega Minelli perché lei ha una solida convinzione, ma lei è sicura di poter proporre un referendum sulla legge elettorale? Ha letto bene la legge del 2003? Ha letto bene l'articolo 12? Ha letto bene l'articolo 15? Io non ho delle certezze, però le dico questa cosa: questa volta forse la clava referendaria sulla legge elettorale, forse, io non ho certezze ma lei le ha, il Comitato del No, il Comitato che vuole bloccare ha sempre delle certezze, però, a mio modesto modo di vedere, l'articolo 17, dove parla dei limiti di ammissibilità, questa volta non vi viene incontro.

Presidente - Mi ero prenotato in precedenza per evitare di far spostare il Vice Presidente per sostituirmi, intervengo da qui, soltanto per una breve considerazione.

Innanzitutto riguardo alla legge del 2019, della primavera del 2019, della quale peraltro ero stato il promotore e il relatore. Quell'intervento legislativo aveva come obiettivo principale... e doveva essere diviso in due parti: una prima parte per intervenire sulla selezione del personale politico attraverso un intervento appunto sulle preferenze e sullo spoglio centralizzato. Una scelta che, un po' già all'epoca, non era particolarmente sostenuta ma, oggi, vedo che sembra che non abbia più dei padri. Ricordo che è stata votata all'unanimità dal Consiglio regionale e credo che sia stata una delle cose migliori, delle poche cose fatte migliori, di quella legislatura, nella quale si è introdotto un elemento strutturale di cambiamento nella selezione del personale politico che è cambiato con la preferenza unica e lo spoglio centralizzato. Una serie di distorsioni del sistema che abbiamo visto in tante occasioni in tanti anni, dall'uso del controllo del voto, alle preferenze come meccanismo per creare situazioni anomale e poi gestite in modo ancora più anomalo. Quello è stato un elemento di chiarezza, di trasparenza e certamente è stato un fatto positivo che, in quel momento, nel 2019, si sia introdotta quella novità che andava accompagnata, poi la legislatura è finita, con un altro aspetto che riguarda più strettamente la governabilità. Rivendico comunque la preferenza unica con uno spoglio centralizzato come un elemento importante che è stato introdotto in questi anni.

Come detto, un altro aspetto doveva legarsi a questo prima, poi purtroppo non è potuto intervenire anche perché la legislatura è finita e, da questo punto di vista, concordo pienamente con quanto diceva il consigliere Aggravi: è un problema di governo generale, bisogna cambiare la forma di governo di questa Regione, avere un'impostazione che va al di là della semplice legge elettorale nel separare nettamente le competenze di Consiglio da quelle del Governo, magari con una legittimazione diversa dei due organismi e, in generale, intervenendo con una visione di sistema e non soltanto con piccoli spostamenti, andando a cambiare, per quanto mi riguarda, la forma di governo in generale. E - perché no? - affrontare anche la questione del numero dei Consiglieri regionali che spesso viene usata in modo un po' propagandistico con proposte di legge buttate lì per ridurre il numero dei Consiglieri sapendo che poi, alla fine, non hanno uno sbocco. Credo che il sistema vada guardato un po', come si diceva, in modo generale, senza interventi piccoli, marginali. È bene sempre intervenire in modo globale sul sistema.

Per quanto riguarda poi il referendum, credo che ogni referendum abbia una storia a sé. Il referendum sull'inceneritore prima e il pirogassificatore poi è stato un grande momento di democrazia nel quale si è cambiata l'impostazione della gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta e certamente è stato un momento importante che, fra l'altro, ha impedito di spendere 200 milioni di euro in un inceneritore, che per una realtà come la nostra sarebbe stata sovradimensionato e avrebbe finito per costare ai cittadini, nelle bollette dei cittadini. I referendum, come dico, sono strumenti utili e vanno utilizzati con moderazione e buon senso, questo certamente, anzi, credo che sia necessario affiancare allo strumento referendario anche altri strumenti di partecipazione dei cittadini che non si risolvono tutti in un referendum che spesso rischia di essere soltanto un elemento di battaglia politica senza risultati particolari.

Consigliere Cretier a lei la parola.

Cretier (FP-PD) - Volevo fare un breve intervento sulla mozione presentata dal collega Baccega. Sicuramente la questione elettorale è un tema che raccoglie interesse attorno a sé ma, come ricordato già da chi mi ha preceduto, deve trovare spazio politico di discussione e di condivisione allargata per raccogliere il maggiore sostegno e condivisione. Solo il confronto potrà dire che forma e che legge possano soddisfare le diverse visioni dei partiti e dei movimenti, l'efficacia la si vedrà nel tempo. Sicuramente un obiettivo è dare comunque un'efficace ed equa rappresentatività di genere nel Consiglio regionale ma al contempo creare stabilità che ha come obiettivo produrre norme legislative alla soluzione dei problemi e obiettivi prioritari per la Valle d'Aosta.

Siamo comunque convinti che in questo momento, dopo un solo anno di legislatura, in procinto di affrontare in aula il bilancio, sia giusto, ma anche prematuro affrontare la questione di questo tema. Verrà il momento di discussione in Commissione e, come citato nella mozione, la legge sarà votata dagli attuali Consiglieri, questa, secondo noi, è la centralità del Consiglio regionale. Il tema era nel programma di Governo del 2020 nella passata maggioranza e rimane ancora saldamente presente tra i punti programmatici dell'attuale.

Presidente - Si è prenotato l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Non dico neanche brevemente perché ho appena finito di dirlo durante le interpellanze, quindi comincio con il dire al collega Baccega che lo ringrazio per aver portato una mozione che prevede un dibattito e quindi la possibilità anche di confrontarsi. La ringrazio tantissimo per aver portato questo tema che è un tema che fondamentalmente spessissimo in Italia e anche in Valle d'Aosta viene utilizzato come coperchio per i momenti nei quali non si fanno le riforme. Spessissimo... noi siamo famosi in Italia, penso che siamo arrivati quasi al trentesimo tentativo di riforma costituzionale, ogni volta che non rifacciamo la Costituzione arriviamo poi dopo a fare l'ennesima legge elettorale.

Come richiamato dal collega Aggravi, tra l'altro, è assolutamente interessante il fatto che più volte le leggi elettorali arrivano a cadere sempre in un momento abbastanza definito, lui ha detto "quando tocca fare i conti".

Il collega Marguerettaz è stato più diretto giustamente nel dire che di frequente anche le scelte referendarie arrivano nello stesso periodo, cioè praticamente all'indomani di appuntamenti elettorali.

Io quello che trovo assolutamente interessante del dibattito sulla legge elettorale è il fatto che sovente viene richiamato il dibattito sulle leggi elettorali come se fossero questioni avulse dalla politica, come se avessero tutta una serie di finalità, quando invece, a mio modesto avviso, la domanda da farsi sulle leggi elettorali è fondamentalmente legata a un aspetto, cioè che tipo di società si vuole, perché, in base al tipo di società che uno vuole, sceglie poi la legge elettorale di riferimento.

Io non ero presente in Consiglio regionale quando si è votata questa legge elettorale ma il collega Bertin che ringrazio tantissimo per il suo intervento e per la volontà di esprimere una paternità, perché è corretto che lui la esprima... perché giustamente lui aveva una visione politica legata alla proposta di legge elettorale di cui stiamo parlando e che poi ci ha portato tutti quanti al voto nel settembre del 2020, tra l'altro, in maniera anticipata. Diciamo che il Consiglio regionale che aveva votato la legge elettorale che poi dopo ha composto l'attuale consiliatura non per forza di cose avrebbe dato per scontato che nel giro di così poco tempo sarebbe toccato provarne gli esiti.

Oltre alle questioni legate a temi afferenti il controllo del voto e tutti gli aspetti negativi che il voto porta con sé, che io non trovo debbano essere gestiti attraverso leggi elettorali ma con altri strumenti legislativi e amministrativi, però c'è uno schema a monte delle scelte che poi si fanno quando si sceglie un modello elettorale piuttosto che un altro: ad esempio, viene semplicemente e continuamente detto che la scelta del voto singolo, di una sola persona all'interno di una lista è una questione di controllo o di sicurezza. Io l'ho sempre trovata la negazione assoluta della legge elettorale corretta per un motivo invece completamente diverso, cioè perché tutti i passaggi precedenti alla costituzione di una lista negano la possibilità all'interno di un corpo intermedio, quindi, tanto per essere chiari, un movimento, un partito, un'assemblea, di creare dei collegamenti, dei germi di comunità. Certo, finalizzati a un chiarissimo obiettivo: quello di vincere le elezioni o di scegliere qualcuno che in teoria può provare a vincerle ma è normale che, nel momento in cui delle persone possono, a livello elettorale, presentarsi con più preferenze, saranno obbligate, prima ancora di fare le elezioni, a comunicare e a trovare degli accordi, confrontarsi e, tanto per essere chiari, arrivare ai famosi compromessi, al contemperamento di interesse, prima ancora di comporre una lista. Durante l'agone elettorale, a maggior ragione, la parte interna di una lista, di un movimento, di un'assemblea, di un partito che risulterà essere vincitrice nel momento in cui viene eletta, di fatto, ha già dovuto subire tutta una serie di limitazioni che hanno creato, tanto per essere chiari, delle persone che si parlano tra loro.

Il fatto di comporre le liste elettorali di 35 monadi cartesiane, questo è spessissimo avvenuto, sia all'interno di liste composite, quindi a mono marchio, sia all'interno di liste con più marchi. Le elezioni del 2020 sono state l'esempio del fatto che non era necessario neanche parlarsi tra candidati. Una volta che 35 persone di qualsiasi genere hanno deciso di candidarsi in un determinato contenitore lo hanno fatto senza neanche necessità di conoscersi e dal momento in cui la campagna elettorale è partita, volendo per i 40 giorni di riferimento, avrebbero anche potuto non confrontarsi tra loro. Questo è un modello di comunità che millantando questioni che dovrebbero avere a che fare con la limitazione del controllo del voto di fatto invece hanno lanciato un chiaro segnale: quello che anche eventualmente gli eletti di questo sistema potevano arrivare in Consiglio Valle più o meno conoscendosi anche se stavano all'interno della stessa lista.

Concordo assolutamente pertanto con quanto esplicitato dal collega Marguerettaz rispetto al fatto che erano sufficienti altri tipi di strumenti, come, ad esempio, lo spoglio centralizzato, per dare un grandissimo segnale contro il controllo eventuale del voto.

Sono anche altresì d'accordo rispetto al fatto che probabilmente in una futura legge elettorale che dovrebbe essere fatta, o comunque sia la cui discussione dovrebbe partire molto lontano dall'agone elettorale quindi sono d'accordo anche con il collega Aggravi rispetto al fatto che non vadano aperti altipiani, però sicuramente il Consiglio regionale in una qualche maniera se dovesse cominciare a trattare il tema, dovrebbe cominciare a trattarlo adesso, perché in teoria dovremmo andare a elezioni tra quattro anni e quindi questi sarebbero i tempi per cominciare a fare determinati tipi di confronti.

C'è quindi un principio a monte che deve essere assolutamente valutato quando si guarda apoliticamente a una legge elettorale, cioè che tipo di mondo si vuole, quindi poi dopo di conseguenza strutturare le leggi di conseguenza e non il contrario. Le leggi elettorali sono spesso state utilizzate come strumento politico nel corso di questi anni con tutta quanta una serie di argomenti a corollario di questo tema: il limite dei mandati, i costi della politica, e possiamo andare avanti, che in realtà presentano un modello di mondo da me assolutamente lontano.

Fino a qualche anno fa, avevo una trentina d'anni, quindi, di conseguenza, potevo dire di essere semi giovinotto ma politicamente vecchio. In questo momento invece oramai posso dire che comincio a essere politicamente vecchissimo e non più neanche un giovinotto, tra l'altro, la forma l'ho abbandonata da qualche tempo.

C'è sicuramente collegata al sottoscritto una chiarissima visione politica, io non avevo ancora iniziato neanche le scuole superiori che già ero iscritto a un partito: la Democrazia Cristiana, che poi è morta prima che io potessi votarla, perché il 18 gennaio del 1994 quando Martinazzoli l'ha sciolta io di fatto non aveva ancora votato e non ho potuto votare. Sono quindi sicuramente vecchio, come il cucco direbbe qualcuno, però credo fermamente nel fatto che tutto quanto ciò che turna attorno alla politica, è la massima forma di contemperamento che deve esistere, quindi la politica, quando fa scelte che la riguardano, deve prioritariamente tutelarsi, perché la politica e le scelte che fa la politica vanno al di là di quello che ogni singolo politico di fatto deve fare in semplice autotutela personale.

Il fatto di scegliere molto spesso come strumento politico il richiamo alle urne o il richiamo referendario è assolutamente legittimo, io lo rispetto assolutamente, ma è uno strumento politico di una determinata maniera di contemperare la società e la politica che è da me lontanissimo perché la continua chiamata assembleare, la continua chiamata al movimentismo, è la negazione del corpo intermedio. Io lo rispetto, però non diamolo in termini di dignità politica come qualcosa di superiore ad altre formule perché non è così. Nella mia maniera di ragionare non è così. Quando si parla di arrivare a fare mediazioni, scelte degli eletti dei candidati, esiste una roba costituzionalmente prevista che sono le assemblee, i movimenti e i partiti, e dovrebbero essere loro internamente a fare questo tipo di selezioni, non la continua chiamata diretta al popolo, perché siamo in una democrazia rappresentativa. Tutto ciò risulta essere vecchio, a volte non mi capisco neanch'io quando lo dico, però fondamentalmente queste sono le regole del gioco. Il venir meno continuamente, da trent'anni a questa parte, a queste regole del gioco proponendo modelli diversi da questo che, di fatto, vengono anche proposti in termini di dignità come migliori, è fondamentalmente barare rispetto alle regole del gioco.

Questa è la mia principale opinione rispetto a questo tema, per cui mi auguro anche che, quando arriveremo a ragionare di leggi elettorali, rifaremo dei ragionamenti che, ad esempio, aumentano il confronto all'interno dei partiti, dei movimenti, delle assemblee, quindi io non sarei per proporre solo tre preferenze, ma arriverei a proporre tutte quelle che volete e che ognuno scelga liberamente. A questo punto quello che naturalmente accadrebbe è che i partiti e i movimenti si riempirebbero prima dei tre mesi dell'eventuale elezione che ci accompagna, perché a quel punto diventerebbe una frequentazione continuativa di un mondo e di una rappresentanza, quindi magari si arriverebbe anche ad avere delle idee e proporle durante tutti i cinque anni che riguardano le elezioni di una comunità, che sia un Comune e che sia una Regione. Il fatto che continuamente si richiami e si miscelino gli ambiti è, secondo me, un barare rispetto alle regole del gioco.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega.

Baccega (GM) - Non pensavo mai più che potessi scatenare un dibattito del genere, però io ho raggiunto l'obiettivo, nel senso che si è arrivati a definire che il Consiglio regionale è centrale rispetto a un argomento di questo tipo, e lo hanno detto tutti, e che poi eventualmente si sviluppa all'interno dei partiti e dei movimenti e delle associazioni il dibattito, perché questo deve essere e questo è, si è detto che ci sono delle priorità, concordo con il collega Aggravi, che sono le priorità che devono essere definite e sulla base di questo questa mozione andava nella direzione, quindi direi che sarei incoerente io a dire: "votiamo adesso questa mozione" perché abbiamo già detto tutti che ne riparleremo ed è anche nei programmi di Governo.

Accolgo quindi l'invito del collega Chatrian e del collega Marguerettaz e ritiro la mozione consapevole del fatto che abbiamo fatto una buona cosa e si è fatto un bel dibattito politico su questo argomento.

Presidente - Pertanto la mozione è ritirata. Vedo ancora delle prenotazioni ma il voto non ci sarà e la mozione è ritirata. Se l'Aula è d'accordo nell'allungare il dibattito in modo assolutamente accademico e privo di contenuti poi elettorali... altrimenti proseguiamo.

Il Consiglio prende atto del ritiro della mozione.