Oggetto del Consiglio n. 1105 del 2 dicembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1105/XVI - Inizio della discussione generale sulla mozione: "Impegno del Governo regionale e del Presidente della Commissione consiliare competente alla valutazione di una nuova legge elettorale regionale".
Bertin (Presidente) - Punto n. 42 all'ordine del giorno. Consigliere Baccega per l'illustrazione.
Baccega (GM) - La mozione che presentiamo, per certi aspetti mi pare che abbia già generato perplessità insieme a preoccupazioni, ma richiama una interpellanza che presentammo come gruppo Pour l'Autonomie il 24 febbraio scorso, nella quale si chiedeva alla Giunta regionale se si era dato corso a quanto prevedeva l'articolo 39 del capo terzo della legge elettorale n. 7 del 4 giugno 2019, ovvero quello che prevedeva la votazione. Il Presidente ci aveva comunicato che la struttura enti locali si era attivata: chiaramente, non era semplice, perché si andava in una direzione dove l'informatica aveva bisogno di approfondimenti e che c'era stato un confronto con il Ministero dell'interno, dipartimento dell'innovazione. Poi, nella seconda fase della pandemia si era interrotto il percorso ovviamente perché, valutata anche l'esperienza che ci fu nel 1997, si era dato al dipartimento agenda digitale e alla società Inva un'ulteriore spinta per fare ulteriori passi avanti per il voto centralizzato ma tecnologicamente avanzato.
Noi ci dichiarammo soddisfatti della risposta del Presidente, ma nel frattempo sono successe alcune cose. C'è un tavolo unitario per la riforma istituzionale che ha inviato una nota a diverse sigle di partiti e movimenti e questo vuol dire che la legge attualmente in vigore ha una serie di pecche che si sono manifestate, direi brillantemente, nel 2020: la preferenza unica, in realtà, è stata devastante e deleteria, l'incompletezza delle liste la abbiamo già sottolineata, la mancata presentazione delle liste, ovviamente anche questo è un tema che in qualche modo ha creato non pochi problemi, il tema della governabilità e soprattutto gli election day regionali e comunali in un'unica data hanno creato sicuramente sul territorio della Valle d'Aosta tensioni e problematiche.
Quello che ci preme sottolineare è che siamo nuovamente in una fase dove il ritorno della pandemia è dietro l'angolo e ci sono gli sforzi che la sanità, e quindi la politica dietro, stanno mettendo in campo per contrastare questo ritorno della pandemia. Siamo in un momento in cui l'approfondimento sulla proposta che è stata presentata al piano sanitario e benessere sociale è in atto. È in atto anche il Documento di economia e finanza regionale che stiamo approfondendo anche in Commissione. C'è il confronto in Commissione sul bilancio 2022-2024. Direi che queste sono le priorità e quindi cominciare a parlare adesso di proposta e di riflessione o di un'azione unitaria per la riforma del sistema elettorale è piuttosto complicato.
Va detto che chi firma questa lettera è sempre la stessa persona che ci obbligò nel 2019 a votare una norma che non tutti condividevano, però sapete benissimo che siamo stati sottoposti a un tour de force "o votate questo o non votiamo il bilancio" e quindi sulla base di questo bisognerà sicuramente ritornare. Riteniamo che sia opportuno ritornarci a tempo dovuto, non adesso che abbiamo questi impegni, perché si rischia di fare di nuovo una legge elettorale che non ha nessun senso, che non ha nessuna possibilità di dare delle risposte concrete e significative a quello che vogliamo fare.
Posso dire come la penso personalmente e come la pensano quelli che sono parte integrante del percorso politico che ho fatto: siamo disponibili all'elezione diretta del Presidente della Giunta, siamo contrari all'elezione diretta della Giunta regionale, riteniamo di dover ritornare almeno alle tre preferenze e siamo per la libertà del voto di preferenza, indipendentemente dall'appartenenza a un genere piuttosto che a un altro; OK allo spoglio centralizzato, ma si contini lo sforzo per arrivare al voto elettronico e sugli altri temi siamo disponibili al confronto, ma una cosa importante da scongiurare è proprio l'election day.
Credo che la mozione voglia andare solo nella direzione di dire: ritroviamoci più in là e approfondiamo questi temi, perché adesso non è il momento di parlare di legge elettorale.
Presidente - Con l'illustrazione della mozione, si apre la discussione generale. Chi vuole intervenire si prenoti. Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Partirei dal fondo: la mozione del collega Baccega "impegna il Governo regionale e il presidente della Commissione consiliare competente ad aprire una valutazione sulla futura legge elettorale nella Commissione competente, dopo l'approvazione del bilancio di previsione 2022-2024". In questa impegnativa ci sono tante cose.
Aprire una riflessione sulla futura legge elettorale. Sì, ha ragione il collega Baccega, certamente dobbiamo aprire una riflessione su questo, non possiamo aspettare oltre, a nostro avviso: è tempo di agire. Il quadro della situazione lo conosciamo tutti: nella legislatura 2013-2018 in Consiglio regionale si sono avvicendate sei diverse maggioranze, la legislatura 2018-2020 che si è interrotta anticipatamente ha visto comunque un avvicendamento nei primi sei mesi di due maggioranze e questa legislatura è appena all'inizio e già ci sono delle variazioni, è terminata una prima esperienza.
La situazione di crisi e di incertezza per la nostra Regione è direi cronica e determina almeno due aspetti che noi riteniamo fortemente critici. Il primo, sono le pesanti ricadute negative che ci sono sull'attività amministrativa, a causa di quella che è un'instabilità ormai perenne che impedisce un'adeguata programmazione, che è quella che secondo il nostro modo di vedere è assolutamente indispensabile. La seconda, è una grave mancanza di rispetto per gli elettori, ai quali ci si presenta nel momento del voto e anche dopo, nel momento in cui si definiscono delle cose, con degli orientamenti, con dei contenuti, con dei programmi, con delle alleanze che poi vengono stravolte nelle varie girandole.
Le cause di questa instabilità e di questa volatilità sono tante, sono molteplici, ma una è sicuramente rappresentata dall'attuale sistema elettorale e istituzionale. Siamo convinti che occorra una riforma radicale di questo sistema, e lo abbiamo detto più e più volte. Ricordo che nel programma di legislatura che abbiamo approvato a ottobre questo tema è ben presente, c'è scritto infatti nel programma: "affrontare il nodo della stabilità di Governo attraverso una riforma della legge elettorale, che tenga conto degli esiti dei lavori nel merito svolti nella scorsa legislatura, in particolare nella sottocommissione della I Commissione, con meccanismi che assicurino maggioranze certe stabili. In questo quadro va risolta anche la questione della preferenza di genere, in modo da superare l'attuale ritardo normativo regionale in materia. Il tema delle preferenze va affrontato senza far venir meno meccanismi come le sedi di spoglio centralizzato, che garantiscano adeguatamente la segretezza del voto".
Quello che è scritto nel programma è l'essenziale, bisogna tradurlo in una proposta di legge e bisogna avviare, come dice il consigliere Baccega, la discussione. Non partiamo da zero, perché c'è un testo di proposta di legge che era stato sottoscritto da gran parte dei componenti della sottocommissione che aveva lavorato a questo nel novembre del 2019. Da lì, a nostro avviso, bisogna ripartire e arrivare nei prossimi mesi alla conclusione.
L'impegnativa di questa mozione ci vede favorevoli, anche se riteniamo che i soggetti che si devono attivare in questo senso, per quello che riguarda la riforma elettorale e istituzionale, non sono soltanto il Governo, il presidente della I Commissione e la I Commissione: sono tutti i consiglieri, ovviamente della I Commissione, sono i capigruppo e con loro le forze politiche. I tempi sono maturi, bisogna accelerare, non siamo in un momento in cui non bisogna parlare di questo; il bilancio, ma poi abbiamo il tempo di fare questo.
Credo, poi, che vadano fatte alcune considerazioni su quelle che sono le premesse della mozione del collega Baccega. Il collega si riferisce e cita in qualche modo il tavolo unitario dei progressisti che è stato attivato per affrontare il tema coinvolgendo le varie forze politiche. Sono stati inviati ben diciotto inviti alle organizzazioni, perché si esprimano sui punti essenziali di uno schema di proposta di legge; varie risposte a questo tavolo sono già arrivate. Mi è parso di capire dalle parole del collega Baccega poco fa che lui vede - forse ho capito male io, ma mi pare così - questa richiesta, questo tavolo che si è attivato come una indebita interferenza. Se è così, collega Baccega lei sbaglia, perché noi siamo convinti che la discussione sulla legge elettorale sia un tema che riguarda tutta la società e non solo il palazzo.
Quando a suo tempo nel 2019 avevamo intavolato questo discorso e abbiamo fatto degli incontri sul territorio a proposito di un tema come la riforma elettorale, ci siamo stupiti noi stessi dell'attenzione che c'era stata e della quantità di persone non appartenenti e non vicine in qualche modo a quella che era allora la nostra forza politica: erano intervenute e avevano esplicitato considerazioni, osservazioni, proposte, dubbi. Quindi, il segnale che il dibattito su questo è importante c'era e lo avevamo colto in tutta la sua importanza.
Nell'ultima affermazione della premessa il collega Baccega dice, a nostro avviso, una cosa errata. Lei dice: "tenuto conto che la nuova o costituenda legge elettorale sarà votata dagli attuali consiglieri regionali". Questa è sicuramente una cosa possibile, perché è nella facoltà di noi che siamo qui che si possa arrivare a votare la nuova legge.
Noi riteniamo però che questa non sia l'unica possibilità, c'è anche un'altra strada e lo sappiamo, perché se il Consiglio, come è accaduto in altre situazioni nel passato, non si muove, esiste l'alternativa dell'iniziativa popolare, esiste l'alternativa del referendum propositivo. Quest'ultima è una strada, come dicevo, che è già stata percorsa in passato con efficacia e non so neanche se vale la pena di citare gli esempi, ma penso al referendum sul pirogassificatore, che ha cambiato radicalmente la politica di gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta, o la legge di iniziativa popolare, la 22 del 2016, sulla politica ferroviaria che ha avviato il percorso che oggi ci sta portando all'elettrificazione della ferrovia. Anche in materia di elezioni c'è un precedente di iniziativa popolare importante con referendum.
Quello che voglio dire è che le due cose, il lavoro del Consiglio e della I Commissione sulla riforma elettorale e ciò che si può fare all'esterno del Consiglio, non sono cose che vanno messe in contrapposizione, possono tranquillamente fare un percorso insieme. Lo scopo qual è, a nostro avviso? È quello di arrivare a una legge, a una buona legge, che preveda l'elezione diretta del Presidente della Regione ed un sistema che consenta agli elettori, a chi è fuori di qui, di scegliere insieme a quel presidente una maggioranza e un programma che durino una legislatura. Poi certo, sappiamo che ci possono essere anche altre questioni che intervengono, ma questa è una base di partenza.
Il nostro gruppo Progetto Civico Progressista è impegnato su questo tema, agirà con delle sue proposte, con delle proprie proposte in Consiglio, ma anche, come ho detto, fuori dal Consiglio, attraverso questo tavolo che si è costituito e a cui sono invitate a partecipare tutte quelle forze politiche che ritengono che sia importante arrivare ad una riforma elettorale incisiva, in tempi rapidi. Questo è l'auspicio. Sicuramente la mozione che chiede al Governo e al presidente della Commissione di aprire una valutazione sulla futura legge elettorale ci vede d'accordo ma, ribadisco, si può lavorare e agire, anzi, secondo me si deve lavorare ed agire, su più fronti.
Presidente - Si sono prenotati i Consiglieri Restano, Aggravi e Marquis. In seguito mi prenoto anche io. La parola al consigliere Restano.
Restano (GM) - Chiamato in causa come presidente dalla I Commissione mi sento in dovere anche di dare una risposta. Primariamente, però, devo sottolineare, come già fatto dalla collega Minelli che mi ha preceduto, che nel programma di Governo è specificato l'impegno a prevedere una riforma della legge elettorale. Quindi, credo che questa maggioranza si sia impegnata, attraverso l'approvazione di questo programma di Governo e prossimamente darà seguito all'impegno che si è preso. Lo farà con un disegno di legge o attraverso l'utilizzo della Commissione, questo sarà la maggioranza a decidere quale potrà essere il percorso più partecipato che si possa fare. D'altro canto mi preme sottolineare che a oggi, da parte dei capigruppo o dei componenti della I Commissione, non è stato richiesto di intervenire in tal senso. Se lo fosse stato sarei stato la prima persona a interessarsi e a coinvolgere i colleghi nell'avviare un tavolo di questo tipo, come già stiamo facendo per quanto riguarda la legge sugli enti locali. La disponibilità a lavorare sul tema da parte del presidente della Commissione è palese, credo che invece da parte della maggioranza questo punto sia stato affrontato con il programma e mi auguro che dopo l'approvazione del bilancio si possa iniziare a lavorare in tal senso.
Però vorrei fare un passo indietro: è stata richiamata la modifica alla legge elettorale che abbiamo approvato nel 2019. All'epoca fu una legge partecipata, ma al momento dell'approvazione, pur votando questa norma, ebbi modo di esprimere quelle che erano le mie perplessità, sia rispetto alla preferenza unica, sia rispetto ad altri temi che non avevamo affrontato. In effetti, come detto dal collega Baccega, la preferenza unica, fortemente voluta da larga parte del Consiglio, non ha sortito gli effetti sperati e l'avevo già annunciato nel corso del mio intervento in allora ebbi a dire: se con questa scelta pensavamo di aver risolto tutti i problemi elettorali, la montagna aveva partorito un topolino. In effetti le difficoltà a formare le liste sono state evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Avevamo aumentato la percentuale della quota di genere, quello ritengo sia stato un buon risultato; su questo potremmo riflettere in futuro. Sicuramente noi auspichiamo un ritorno a più preferenze, che permette ai giovani di avviarsi con maggior facilità a un'esperienza elettorale. È quanto richiesto da parte della popolazione che ho avuto modo di incontrare dopo le elezioni ed evita di paragonare i consiglieri eletti al "Club dei 35", come tanta gente fa, e a ognuno di noi di avviare un percorso personale, magari sentendosi più partecipi di una squadra.
Per quanto riguarda la mancanza di stabilità, ho da sempre sostenuto che dipende dai consiglieri e dai partiti che li sostengono. Siamo noi attori di ciò che avviene all'interno dell'aula: lo siamo stati nella precedente legislatura con risultati disastrosi e, ahimè, anche in questa legislatura.
Avremo modo di confrontarci su quella che è l'elezione diretta del Presidente. Anche noi sosteniamo che sia importante valutare un percorso di questo genere, lo dissi anche durante quell'intervento e non cambiamo idea in questa occasione, però su questo tema ci confronteremo con la maggioranza di cui facciamo parte.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo fare una considerazione a uso e consumo non di una parte politica, non del Governo o del Consiglio, ma di tutti e 35. Prendo proprio spunto dall'impegnativa del collega Baccega che rimanda l'impegno a dopo il bilancio. Piano regionale dei trasporti, piano dei rifiuti, piano sociosanitario, riforma degli enti locali: probabilmente mi sono dimenticato altri piani. Io cambierei l'impegnativa rimandando la discussione dopo aver stilato un piano per organizzare i lavori di approvazione e definizione dei piani. Perché io penso, e sicuramente sono d'accordo come tutti, penso, che il sistema vada riformato: forse dobbiamo parlare di una riforma non di legge elettorale, ma di modello di governo di questa Regione, perché si parla di riforma di legge elettorale quando bisogna capire i numeri, quando bisogna capire qual è l'asticella giusta che bisogna fissare. Qui c'è un problema di sistema di governo e abbiamo forse un'altra riforma da fare che è subdola e che non si considera, ma che è già stata oggetto di discussione anche indiretta in questo Consiglio, che è proprio la riforma del modello di governo: che cosa il Consiglio fa e che cosa il Governo fa, e soprattutto regolamentare quelle zone grigie che hanno generato numerose problematiche, che hanno colpito più o meno componenti di questo Consiglio presenti e passati.
C'è bisogno di una riforma complessiva, perché altrimenti se vogliamo parlare e vogliamo dilettarci sulla stabilità, sappiamo che purtroppo nelle vicende umane sono stabili due sistemi: quello che non esiste e quello assoluto; nel mezzo c'è un'instabilità.
Purtroppo è così, il giusto mezzo va costruito. Ma io mi dico: ha senso oggi parlare come priorità di un qualcosa che, a mio giudizio, deve essere fatto ma che arriverà dopo, se non abbiamo messo in ordine quello che la gente, e non solo, attende da tempo? Perché altrimenti continuiamo a buttare sul tavolo, e scusate se uso l'espressione "buttare sul tavolo", dei piani che poi portano dove? Se poi rimangono sedimentati nei cassetti, quei piani poi un domani non servono più o sono vecchi, e finiamo in un meccanismo perverso di approvare delle cose vecchie e discutere e presentare delle grandi novità come cose vecchie.
Abbiamo delle leggi che definiscono, e non me ne vogliano le colleghe di PCP, quella della ferrovia, la legge 22, che all'epoca aveva un suo senso, ma era un piano anche quello che non aveva dei finanziamenti adeguati e che aveva, all'epoca molto probabilmente o sicuramente, una prospettiva corretta, ma che ha bisogno di una mise à jour. Il piano regionale dei trasporti oggi, il piano tutela delle acque che non ho citato: aspettiamo ancora un po'? Nel frattempo discutiamo di una cosa che appassiona tutti gli amanti o i feticisti della politica, che è la legge elettorale, e ci perdiamo il futuro; e poi magari parliamo di piani di marketing, di piani... Possiamo fare tutti i piani che vogliamo, tutti gli studi di fattibilità che vogliamo senza soldi, ma per fare gli studi di fattibilità i soldi li troviamo, poi per fare le opere no e quindi languono. Il collega Ganis ci ha parlato di un piano di ristrutturazione che ormai probabilmente fa parte della storia dei piani. Sarebbe anche interessante magari trovassimo uno studente universitario che volesse fare una tesi sui piani della Regione autonoma Valle d'Aosta, potrebbe darci delle grandi soddisfazioni.
Io penso che ci sia la necessità di darsi delle priorità, io penso che questo Governo purtroppo, per enne motivi oggi e lo diremo poi in bilancio, perché il bilancio lo dimostra, non ha saputo darsi delle priorità per enne motivazioni, per enne responsabilità, perché le cose quando nascono male, non finiscono bene. Questa è l'opinione di un membro dell'opposizione, ma io penso che se andiamo avanti a mettere sul tavolo dei piani, domani o costruiamo un condominio, c'è il 110 percento, ieri si parlava anche di soppalcature, ma poi sappiamo che il castello di carta cade e questi piani non servono assolutamente a niente.
Facciamoci un esame di coscienza, diamo delle priorità al lavoro che va fatto e cerchiamo di portare a termine quello che abbiamo già sul tavolo. Dopo c'è tutto il tempo. Vogliamo arrivare a determinati appuntamenti? Benissimo, si può lavorare anche in contemporanea, nulla vieta questo. Ci sono le Commissioni, ci sono i presidenti, si può lavorare benissimo, si possono fare anche delle proposte in Commissione, magari prima in Commissione, e si può sicuramente ascoltare anche la voce di chi sta fuori, però diamoci un'organizzazione, perché altrimenti davvero non solo ci prendiamo in giro noi stessi, ma prendiamo in giro chi sta fuori. Poi è ovvio che non approvare i piani aiuta anche il lavoro del Consiglio a fare interpellanze e interrogazioni, però ad un certo punto non facciamo il bene di quello per cui qualcuno ha dato un voto e ci ha resi suoi rappresentanti. Cerchiamo di lavorare secondo una pianificazione che ormai è vecchia. Magari, collega Baccega, facciamo un piano dei piani e poi decidiamo quali priorità dare.
Presidente - Consigliere Marquis.
Marquis (SA) - Sicuramente la questione della legge elettorale è un tema delicato, perché regola e disciplina la composizione del Consiglio regionale e l'assetto istituzionale. La nostra è comunque una legge datata che è stata anche innovata a giugno 2019, con l'inserimento di importanti novità. Abbiamo un sistema di natura proporzionale con premio di maggioranza, sono state portate delle innovazioni con la preferenza unica, con il riequilibrio della questione di genere.
Credo che sia corretto riprendere in mano l'argomento: così come abbiamo fatto con il potenziamento dell'utilizzo delle clausole valutative, anche sulla legge elettorale è corretto e utile a posteriori fare un ragionamento di quelli che sono gli effetti delle innovazioni che sono state portate, per capire se hanno soddisfatto le attese o se come a volte succede con l'assunzione di medicine, per curare un male si creano degli effetti collaterali che determinano ancora più danno rispetto a quello che si pensava.
Credo che con le dovute tempistiche la questione vada affrontata, siamo a inizio legislatura, è questa una fase delicata in cui abbiamo da affrontare il bilancio e il rilancio dell'economia della Valle d'Aosta. Bisogna ricordarsi che prima di tutto bisogna garantire che le attività possano andare avanti e i cittadini non siano in difficoltà. Sicuramente è anche questo un tema importante ma, a mio avviso, occorre stabilire una scala delle priorità, perché sicuramente non è la prima raffrontata alle questioni che ci sono sul tavolo. Abbiamo delle situazioni sicuramente molto delicate e qui bisogna ricordarsi che, al netto dei componenti della Giunta, siamo in 27 articolati nelle commissioni, quindi tutto non si può fare. Bisogna capire cos'è più utile a livello di priorità portare avanti per l'interesse dei nostri cittadini.
Credo che sia sotto gli occhi di tutti che il problema della governabilità esiste, così come quello della rappresentatività: sono due questioni che devono trovare una soluzione con una buona legge elettorale. Si potrà aprire la discussione sull'elezione diretta e anche all'interno dei movimenti non tutti la vedono alla stessa maniera. Io personalmente sono un sostenitore dell'elezione diretta, perché credo che possa contribuire a assicurare governabilità.
Per quanto riguarda la questione delle preferenze, anche se non è il caso di addentrarsi adesso nelle questioni di carattere specifico, la preferenza unica invece ha dato come esito, a mio avviso, la disincentivazione alla partecipazione elettorale, forse questa è una delle ragioni per la quale non si è riusciti a completare le liste; c'è stato un venir meno da parte dei giovani, da parte anche delle donne, nonostante si sia cercato di incrementare la loro partecipazione attraverso l'innalzamento della percentuale prevista. Sono tutti argomenti di cui si potrà parlare.
Io credo che il collega Baccega abbia voluto fare una sorta di provocazione a seguito delle comunicazioni che stanno girando con i questionari predisposti da una forza politica, che alla fine l'unica cosa che ad oggi ha sortito è di avere elettrificato l'aria; credo che sia un po' questa la sintesi del lavoro che è stato prodotto in questo momento. Però inviterei anche chi è più convinto che sia questo il momento di discutere sull'argomento, di concentrarsi su quelle che sono le priorità nell'interesse dei cittadini valdostani. Poi con l'anno nuovo credo che la prima cosa da fare sarà di valutare quali sono stati gli effetti delle modifiche che noi abbiamo introdotto, per avere ulteriori elementi per poi eventualmente fare delle proposte.
Presidente - Vi sono ancora tre consiglieri prenotati. Sono le ore una, per evitare di limitare la discussione, visto il numero dei prenotati, proporrei di sospendere e riprendere la mozione nel pomeriggio. Buon appetito.
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La seduta termina alle ore 12:58.