Oggetto del Consiglio n. 1096 del 2 dicembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1096/XVI - Interpellanza: "Valutazioni finalizzate all'applicazione sul territorio valdostano della Direttiva Quadro sulle acque".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 33 consiglieri, possiamo riprendere l'analisi dell'ordine del giorno. Punto n. 34. Per l'illustrazione dell'interpellanza, il consigliere Aggravi ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza pone l'accento sull'applicazione, a partire da gennaio 2022 nei Paesi membri dell'Unione EUROPEA, della direttiva quadro sulle acque, che quale principale novità introduce per l'appunto il deflusso ecologico. A livello nazionale, ma anche europeo, c'è una grande preoccupazione, in particolare per quelle che possono poi essere o quelle che sono le stime dell'applicazione di questo quadro normativo nell'ambito dell'utilizzo energetico, quindi della produzione dell'industria idroelettrica, ma anche per quello che riguarda l'utilizzo a scopi civili e quindi agricoli, turistici e comunque anche ambientali. Ci sono delle stime abbastanza impattanti fatte da ambiti amministrativi. Ad esempio, sulla Provincia di Treviso è stata condotta una valutazione che ha visto un calo stimato del 70 percento della presenza d'acqua all'interno del reticolo idraulico di riferimento e anche danni stimati per più di 500 milioni di euro. Poi ci sono tutta una serie di stime fatte dai principali operatori energetici. Tra l'altro - visto che spesso e volentieri ne facciamo anche delle bandiere, qua stiamo parlando di energia rinnovabile che, come tutte le energie rinnovabili, ha degli impatti, perché nessun tipo di insediamento umano non genera impatti - ha stimato anche in questo caso una pesante ricaduta dell'applicazione di questa normativa, in particolare e tra l'altro in un periodo non facile per l'energia idroelettrica, perché dalle stime e le valutazioni, ad esempio fatte a livello nazionale per settembre, la produzione idroelettrica italiana è risultata inferiore al 23 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quindi, checché se ne dica, c'è comunque un problema di riferimento. In particolare, quello che si è notato, proprio perché parlavo prima delle valutazioni fatte dalla Provincia di Treviso, è anche una problematica che si ripercuote sull'intero sistema idrico di riferimento di un'area, perché, come ci insegna sia l'osservazione della conformazione dei sistemi idrici sia quello che è il principio dei vasi comunicanti, laddove ho un impatto su un punto, si ripercuote su tutto il sistema.
Alcune forze politiche, tra cui tra l'altro anche la Lega, a livello nazionale hanno rilanciato l'idea di implementare un piano di invasi, perché spesso e volentieri ci si dimentica anche che l'utilizzo degli invasi può essere funzionale a riequilibrare i flussi e soprattutto permettere anche di creare delle importanti riserve d'acqua, considerato che le precipitazioni, e spesso ce lo siamo detto, rispetto al passato sono ben inferiori.
Quindi, quello che qualcuno chiama "petrolio blu" può avere una ricchezza maggiore, non soltanto in termini di risorse economiche prodotte dall'energia idroelettrica, ma anche e soprattutto per il suo utilizzo dico civile ma, per capirci, in agricoltura e, perché no, anche nel sistema turistico.
A fronte di questo interpelliamo il Governo regionale per conoscere se sia mai stata condotta una valutazione di impatto sull'introduzione delle previsioni della citata direttiva sul contesto valdostano, per quanto attiene non soltanto la produzione di energia, bensì anche all'uso agricolo e civile delle fonti d'acqua. In caso positivo, vorremmo capire quali sono le conclusioni; in caso negativo, se siano mai stati valutati anche parzialmente potenziali effetti distorsivi dell'applicazione della direttiva sul nostro contesto regionale. Perché poi sappiamo che queste direttive hanno una visione ampia, macro e spesso costruita su realtà ben differenti dalla nostra, quindi c'è da capire se, ancorché non ci sia una valutazione complessiva, se si è cercato di comprendere, ad esempio, per quello che è il discorso degli invasi, se ci sono state delle valutazioni a tal riguardo. E soprattutto quali azioni intenda porre in essere il Governo regionale, a fronte della completa entrata in vigore della direttiva europea, per contemperare gli effetti distorsivi in termini di produzione elettrica, nonché dell'utilizzo delle nostre acque.
Dico questo anche perché, quando è stata scritta l'interpellanza, si era già iniziata una valutazione sul DEFR. Non è che abbiamo visto dei grandi aspetti, per carità, non per forza dedicati soltanto all'effetto della direttiva, ma del discorso degli invasi spesso e volentieri se ne è parlato; ovviamente non stiamo parlando di opere faraoniche, ma sistemi anche di piccoli invasi strategici, soprattutto in determinate aree della regione, potrebbero implementare tutto un settore. Mi viene in mente quando parliamo di innevamento artificiale, quando parliamo dei consorzi di miglioramento, quando parliamo di tutto un sistema che in realtà è collegato ed è direttamente attinente a quello che è nel suo complesso il sistema idrico. Quindi, per capire che cosa è stato fatto, se qualcosa è stato fatto, per capire eventualmente quali sono gli effetti sulla nostra regione dell'applicazione di questa direttiva.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi, a lei la parola.
Marzi (SA) - I principi espressi dalla direttiva quadro sulle acque del 2000, recepita nell'ordinamento nazionale con il decreto 152 del 2006, non differiscono in modo sostanziale in ordine alla necessità di valutare, a livello di bacino idrografico, le diverse problematiche legate alle risorse idriche, in termini di qualità e quantità della risorsa, rispetto a quanto è già stato previsto dalla legge 183 del 1989.
La legge del 1989 aveva già previsto sia l'esame delle problematiche a livello di bacino idrografico, sia l'introduzione del concetto di deflusso minimo vitale, cioè di quantitativo di acqua da rilasciare a valle delle derivazioni irrigue, idroelettriche o potabili, per garantire genericamente la continuità della vita del corso d'acqua. In relazione a questo obbligo normativo, già nel 1995 il Consiglio regionale aveva approvato le modalità per determinare le portate di DMV, quindi di deflusso minimo vitale, per le nuove subconcessioni di derivazione di acqua a scopo idroelettrico. Nel 2006, in contemporanea con l'approvazione del sopra citato decreto, il Consiglio regionale ha approvato il piano regionale di tutela delle acque, che ha recepito i principi della direttiva quadro acque, cioè sia nella visione di bacino idrografico delle analisi, sia disciplinando i criteri e le modalità di definizione delle portate di deflusso minimo vitale per le derivazioni esistenti e nuove a scopo idroelettrico, rinviando al 2015 l'adeguamento per quelle a scopo irriguo.
Le modalità di determinazione del deflusso minimo vitale, secondo il piano regionale di tutela delle acque, sono ispirate al concetto di deflusso ecologico della direttiva quadro la cui procedura di determinazione tiene in debito conto gli aspetti biologici ed ecosistemici del corso d'acqua. I principi della direttiva quadro sono attuati a livello nazionale attraverso l'approvazione dei piani di gestione del distretto idrografico che, per quanto ci riguarda, dal 2010 sono regolarmente approvati dall'autorità del distretto del fiume Po.
Il piano regionale del 2006 è sempre stato riconosciuto come coerente e conforme a tali piani di gestione. Nel 2016 ne è stato avviato l'aggiornamento per coordinarlo alla classificazione della qualità delle acque e alle misure di tutela del piano di gestione di distretto che, a sua volta, nel medesimo periodo ha visto avviarsi una revisione complessiva che si ultimerà a brevissimo con l'approvazione dell'ultimo piano di gestione delle acque, nel quadro della scadenza del 2027 stabilito dalla direttiva quadro. Considerata la sostanziale congruità del precedente piano di tutela del 2006 con i principi comunitari, l'aggiornamento del piano regionale di tutela delle acque è stato quindi impostato per concludersi con la nuova approvazione del piano di gestione di distretto, al quale sarà completamente coerente.
Con riferimento, pertanto, al primo quesito l'attuale disciplina regionale di gestione dei prelievi idrici dal 2006 è totalmente coerente e applicativa dei principi della direttiva quadro acque, infatti la gestione della risorsa idrica tutela non solo la risorsa, ma anche l'ecosistema idrico, così come richiesto dalla direttiva stessa.
Con riferimento al secondo quesito, l'aggiornamento del piano regionale, per il quale entro la fine dell'anno siamo nelle possibilità di avviare la procedura di approvazione in concomitanza con la conclusione di quello del piano di gestione di distretto del quale rappresenterà l'attuazione a livello regionale, stabilisce gli obiettivi di tutela della risorsa idrica sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. In buona sostanza, contempera attentamente le esigenze di tutela con quelle di utilizzo economico della risorsa idrica a scopo idroelettrico e irriguo.
In prospettiva devo ricordare che i pericoli maggiori da considerare, che l'aggiornamento del piano di tutela individua e affronta, derivano dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che determinano, in via generale, la progressiva diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo e il conseguente aumento dei rischi di fenomeni siccitosi prolungati, come tra l'altro da lei richiamato nella presentazione della recente interpellanza. Aggiungo anche, a margine di tutto ciò, che è in corso di definizione un piano sostanziale di investimenti, che di fatto potrebbe incorrere nella possibilità di dare risposte a questioni soprattutto sull'acqua potabile, ferme da parecchi lustri, che potrebbe in tal senso essere un percorso parallelo per quanto da lei richiamato e soprattutto per la sensibilità che la sua iniziativa porta in Consiglio.
Presidente - Per la replica il consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - La ringrazio, Assessore, per la risposta, ma ho capito che una vera valutazione non è stata fatta. Anche la cronistoria che lei ha fatto è interessante. Spesso e volentieri, poi ne parleremo anche in bilancio, qui parliamo di tanti piani, però il piano tutela delle acque a oggi langue ancora negli uffici e quindi speriamo che il prossimo anno porti bene su questo aspetto.
Ben venga, e lo abbiamo anche letto dal DEFR, il piano di investimenti sul discorso acqua potabile. Sinceramente, però, io penso che qualche approfondimento debba essere fatto rispetto a tutta una serie di effetti e di valutazioni che queste novità, o comunque la generazione di potenziali effetti distorsivi, possono avere su tutti i settori di cui abbiamo parlato prima. Forse è meglio che anche la Commissione competente possa analizzare un po' di più l'aspetto, perché mi sembra che la sua sia una risposta molto standard e molto definita di quello che è. Capisco benissimo, però qualcosa in più è necessario che sia fatto.
Probabilmente il momento di maggiore approfondimento sarà quando finalmente il piano tutela delle acque tornerà a disponibilità, o meglio à la une, nei lavori della Commissione e del Consiglio e quindi avremo la possibilità di approfondire e di capire quello che è stato fatto, o meglio, quello che si dovrà fare per capire gli effetti eventuali e le ricadute sul nostro sistema idrico, anche in termini di effetti del cambiamento climatico, perché abbiamo una strategia che, anche lì, giace in un cassetto per ora, su cui sicuramente bisognerà trovare coerenza e adeguati investimenti per il futuro.
Presidente - Il consigliere Distort per i restanti due minuti.
Distort (LEGA VDA) - Soltanto una precisazione, assessore Marzi, l'esposizione, ben espressa dal collega Aggravi, conteneva richieste di intenzioni di questo Governo, nella direzione del potenziamento dei sistemi di stoccaggio. Questa è la lettura dell'interpellanza, la quale chiede le intenzioni. Lei non ha risposto a un'interpellanza, ha risposto a un'interrogazione, cioè ha dato soltanto un elenco di dati sulla base della normativa vigente, ma quale visione abbia questo Governo sotto il profilo dello stoccaggio, delle politiche di stoccaggio, della configurazione di progetti di potenziamento e di rinnovo di nuove formule non è dato, quindi manca questa visione.