Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1094 del 1° dicembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1094/XVI - Interpellanza: "Aggiudicazione del materiale rotabile della tramvia intercomunale Cogne-Acquefredde-Plan Praz e nuova valorizzazione della relativa area".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32. Consigliere Ganis ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Questa interpellanza tratta una tematica a noi molto cara, più volte discussa in questo Consiglio che riguarda i treni, però in questo caso non sono né elettrici né a idrogeno - e mi dispiace per il collega Perron - ma riguarda un treno, un treno che non è mai partito.

Sono trascorsi circa quaranta anni da quando la Regione, alla fine degli anni 80, decise di riadattare la vecchia ferrovia alla miniera Aosta-Cogne a scopo turistico.

Il trenino dei minatori - la tramvia intercomunale Cogne-Acquefredde-Plan Praz che collega la conca di Pira al comprensorio di Cogne - sarebbe diventato una delle più singolari attrattive turistiche della Valle d'Aosta.

Il progetto prevedeva l'impiego di un convoglio unico a fare da navetta alla quale sarebbero stati agganciati dieci vagoni in modo da trasportare 150 passeggeri. Tutto questo ebbe inizio nel lontano 2006.

Uso il condizionale perché successivamente, nell'anno 2007, furono riscontrati numerosi problemi tecnici e finanziari che rallentarono la conclusione dell'opera per far slittare il tutto fino all'anno 2009.

Purtroppo a marzo 2010 il progetto non fu concluso. Successivamente si prese anche ìin considerazione l'ipotesi di riconvertire alcune strutture per utilizzarle ad altri scopi, ma tutto svanì.

Nel 2011 in Consiglio regionale furono presentate diverse proposte di riconversione del trenino di Cogne, ma presto si arrivò all'abbandono del progetto valutando altre possibili alternative.

Dopo circa trenta anni di lavori e la mai ripartenza del trenino, il Consiglio regionale dichiarò chiusa l'opera, rinunciando al suo completamento e nei rapporti in corso con imprese costruttrici e fornitrici.

Dopo questo breve excursus che descrive una vicenda travagliata e ormai lontana, si arriva ai giorni nostri.

Con una prima gara d'asta andata a vuoto, si è cercato di cedere tutto il materiale rotabile, l'importo era fissato per euro 630.000; successivamente un mese fa la Regione ha provveduto a indire un secondo bando di vendita con importo molto inferiore, circa 100 mila euro. Da quello che è emerso da articoli di giornale, l'importo è stato ridotto ad oggi a circa 30 mila euro, da confermare in questo Consiglio.

Evidenziando il triste e dispendioso progetto, mai andato in porto e mai concluso, si spera che si faccia un po' di chiarezza.

In base a queste considerazioni, s'interpella l'Assessore competente per conoscere se la nuova procedura del materiale rotabile, citata in premessa, abbia trovato ad oggi un acquirente, in caso negativo come s'intende procedere e quale sarà la destinazione del materiale rotabile e se sia intenzione promuovere un nuovo progetto dell'area e quali ne siano le caratteristiche.

Presidente - Risponde il presidente Lavevaz.

Lavevaz (UV) - In buona parte si è già dato alcune risposte, nel senso che relativamente al fatto che purtroppo l'acquirente non si è trovato, come lei giustamente ha accennato, è effettivamente così.

La procedura per l'affidamento su base d'asta dei 100 mila euro si è conclusa il 26 ottobre, quindi un mesetto fa, senza alcuna offerta, purtroppo si tratta di treni, di mezzi comunque che hanno delle caratteristiche molto particolari e che hanno difficoltà ovviamente ad essere utilizzati in qualsiasi altro frangente, sia per lo scartamento sia per il tipo di alimentazione, quindi sono effettivamente delle macchine difficilmente riutilizzabili.

Ha anche detto bene su quello che s'intende fare, nel senso che la Regione ovviamente non ha nessun interesse a mantenere la proprietà di quei beni, perché sono comunque stati dichiarati inservibili ai fini del trasporto pubblico, ma anche di qualsiasi altro tipo di utilizzo nell'ambito delle proprietà e dei servizi che la Regione gestisce, quindi l'unica cosa che possiamo fare è abbassare progressivamente il prezzo, 30 mila euro non lo confermo perché al momento non è stato deciso, però si procederà in questo senso, si abbasserà ancora il prezzo e si procederà quindi a una nuova asta, non si può fare tanto altro.

Per quanto riguarda invece le scelte future sull'area, in realtà qualcosa è stato già fatto ed è già stato anche riutilizzato, le scelte strategiche sono state definite nel 2012 e poi in tal senso si è proceduto con le varie procedure di alienazione dei beni sia mobili che immobili.

Le gallerie di Drinc e di Charemoz sono state chiuse in modo da inibirne l'accesso e da metterle in sicurezza, quello che si potrà fare ovviamente rispetto alla galleria, cioè al buco, è di utilizzarla come canale tecnologico per la collocazione di sottoservizi, d'impianti di trasporto di gas, acqua, reti di telecomunicazioni eccetera.

Per quanto riguarda invece il sedime ferroviario qualcosa si è già deciso, nel senso che sul lato di Gressan si è decisa la conversione in collegamento stradale con il villaggio di Plan Praz e quindi con un successivo trasferimento al Comune della strada.

Sul versante invece di Cogne si è decisa la conversione in pista ciclabile del tratto tra Cogne e Epinel, anche qui con un successivo passaggio al Comune per la gestione di tutto quello che sarà il futuro di questo tratto.

L'ultima cosa riguarda invece i beni immobili, nel 2002, quindi già quasi vent'anni fa, nel Comune di Cogne non era più presente il presidio dei Carabinieri, perché non c'era una disponibilità di locali adeguati. Dopo alcuni lavori di adeguamento, l'ex stazione ferroviaria di Cogne era stata poi riconvertita e concessa in uso gratuito all'Arma dei Carabinieri e questo ha fatto sì che dal mese di novembre del 2019 sia stata ripristinata la Stazione dei Carabinieri di Cogne proprio nell'ex stazione ferroviaria.

Presidente - Per la replica, consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - I 30 mila sono confermati da un PD, così risulta. Quello che vorrei dire è che questa vicenda comunque ha destato molta amarezza tra la popolazione valdostana per il fatto che sono stati spesi una miriade di soldi pubblici, circa 30 milioni, per un progetto che non è partito e ancora oggi è ben presente nei loro ricordi.

Non vogliamo rivangare assolutamente il passato, ma una soluzione, al fine di valorizzare l'area, andrebbe trovata, senza sperperare altri soldi pubblici, perché i tempi delle vacche grasse sono finiti.

Siamo speranzosi affinché il Governo regionale possa trovare una soluzione e, come lei ha detto, la galleria verrà utilizzata anche come pista ciclabile da una parte e dall'altra anche per trasportare, se non sbaglio, il gas.

Mi permetta una conclusione, vorrei soffermarmi su una piccola considerazione: sui temi che hanno attinenza con i binari in senso lato nascono le più grandi discussioni e divergenze anche politiche, e in questo Consiglio le abbiamo già più volte constatate. Proprio per questo temo che i Valdostani abbiano sviluppato riguardo ai treni una sorta di macerata idiosincrasia.