Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1083 del 1° dicembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1083/XVI - Interpellanza: "Previsione di interventi specifici e mirati al fine di contenere la specie Canis Lupus nel territorio regionale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 21. Per l'illustrazione il consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Questa interpellanza, che riguarda la tematica del lupo, viene discussa in questo Consiglio proprio al momento opportuno. Infatti in questi giorni sono apparsi sui quotidiani locali articoli di avvistamenti a Brissogne di un branco di lupi e altri articoli, ancora, ci mettono a conoscenza di una nuova specie di predatori in Valle, quella dello sciacallo dorato, tanto per non farci mancare nulla. Dopo mesi di tranquillità, di mancati avvistamenti da parte della popolazione e dopo l'entrata in vigore della legge sul lupo, la n. 11/2021, nell'immaginario collettivo si pensava che il lupo fosse sparito dalla circolazione, invece eccoci qui a parlare di questo problema che non sembrerebbe alquanto rientrato, in questi giorni la presenza del lupo si è fatta risentire.

Da quello che si è appreso dai giornali, l'episodio di Brissogne non ha causato danni al settore agricolo per il semplice fatto che i lupi, circa sette-otto esemplari, stavano indottrinando i più piccoli nell'arte della caccia, o meglio alla predazione.

Per fortuna, altrimenti oggi si conterebbero i numeri di capi abbattuti.

Questo sta a significare che il lupo è sempre attivo sul territorio valdostano, infatti sono numerosi anche in questi mesi gli avvistamenti di lupi da parte di allevatori e cacciatori.

Per quanto riguarda la nuova specie, quella dello sciacallo dorato, che è comparsa sul nostro territorio, dovremmo essere tranquilli perché quest'ultima non dovrebbe rappresentare una minaccia per il mondo agricolo.

Detto questo, però, a titolo preventivo il Governo regionale, nell'ultima finanziaria, ha deciso di inserire la specie nell'elenco dei predatori, in modo da poter indennizzare eventuali danni al patrimonio zootecnico.

Permettetemi alcune considerazioni: per chi vive la montagna, dedica tempo e passione al proprio lavoro - mi riferisco in primis agli allevatori e agricoltori ma anche a chi la frequenta perché è strettamente legato al mondo venatorio - sembrerebbe - e uso il condizionale - che la presenza del lupo nel territorio valdostano possa essere la causa di predazioni a danno di animali d'allevamento e di animali selvatici, in particolare per quello che concerne la specie del capriolo.

Dico questo perché chi vive la montagna si è reso conto che il lupo sta diventando il predatore più temuto nel mondo silvo-pastorale agricolo e venatorio.

Ad oggi qualcosa si è fatto, il Consiglio regionale ha approvato nel mese di maggio una legge finalizzata a contenere e a gestire la specie del lupo, mettendo in gioco molto risorse umane e azioni sul territorio, alle quali partecipa anche il progetto Life Wolfalps.

Detto questo, leggendo la relazione sul rapporto lupi 2021, si è appreso che il numero stimato di presenze nel periodo ottobre-aprile 2021 è di cinquantaquattro lupi da intendersi però come numero minimo, comunque in aumento rispetto al 2020 quando gli esemplari stimati erano quaranta-cinquanta.

Questo a dimostrazione che il numero di lupi sul territorio dal 2020 ad aprile 2021 è in aumento e, cosa alquanto bizzarra, il fatto di conoscere a questo punto solo una parte di esemplari sul territorio lascia intendere che il numero reale di capi si aggiri su più grandi numeri; ma noi siamo ottimisti, crediamo che tutti gli sforzi messi in campo, anche economici - basti pensare a 72 milioni di euro finanziati dalla Regione per attuare delle misure preventive contro i danni causati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico, acquisto di cani da guardiania, recinzioni, dissuasori - portino a dei risultati concreti.

Vorrei ricordare inoltre che il Progetto Wolfalps ha istituito tre squadre di pronto intervento con l'obiettivo d'intervenire a seguito di un evento predatorio, agendo in breve tempo, sono squadre formate dal Corpo Forestale, veterinari del servizio USL e da tecnici incaricati. Inoltre è stata formata una squadra di volontari appositamente formati, intenta a dare supporto a tutti i soggetti coinvolti e che operano sul territorio per censire e monitorare la specie del lupo.

In base a queste considerazioni, interpelliamo l'Assessore competente se ad oggi la problematica del lupo, grazie alla legge regionale e a tutte le forze messe in campo, sia in parte rientrata.

Se nel territorio valdostano ci sono stati ultimamente interventi specifici e mirati da parte delle autorità preposte al fine di contenere la specie Canis Lupus e quali ne siano stati gli esiti e, infine, se si prevede di porre in essere ulteriori interventi e quali.

Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Credo che nessuno abbia mai pensato che sarebbe bastata una legge per risolvere la questione, lo abbiamo detto, ridetto e lo ripetiamo.

L'approvazione della legge rappresentava e rappresenta un primo passo per andare verso una direzione e andarci sicuramente non in solitaria ma insieme alle Regioni che sono al nostro fianco, oggi, nel confronto sul PSR e, in più, qui abbiamo anche la Regione Veneto, la Regione Piemonte e la Regione Liguria con le quali anche su questa tematica c'è un confronto continuo: era fissato per il primo dicembre, adesso è stato posticipato di una decina di giorni l'incontro del tavolo sul lupo, chiesto e sollecitato dalla nostra Regione. C'è stato poi l'inserimento dello sciacallo dorato e una presa d'atto; preso atto che c'è questa possibilità, è chiaro che è doveroso da parte nostra inserirlo tra le specie che possono arrecare dei danni.

Venendo, a uno a uno, ai quesiti, quindi il primo: "se la problematica sia rientrata", sappiamo bene che negli ultimi anni l'Amministrazione ha promosso numerose, numerosissime direi, azioni al fine di limitare la problematica del lupo sul territorio valdostano, in particolare cercando di supportare, aiutare ma direi anche accompagnare il mondo zootecnico in questo percorso di convivenza con il predatore, un percorso di convivenza che non si traduce solo in un indennizzo per un danno subito ma, come ha detto lei, nell'erogazione di contributi per l'acquisto e utilizzo di misure di prevenzione.

Poi ha citato un dato che probabilmente è sovrastimato, perché 72 milioni mi sembrano un po'...

I dati in nostro possesso ci parlano di un aumento delle richieste per il materiale da prevenzione, quest'anno una proroga di venti giorni nel mese di aprile, fortemente pubblicizzata, ha dato un ritorno importante e a una diminuzione delle denunce da prevenzione che però, va detto, a volte hanno coinvolto più capi contemporaneamente, come sappiamo bene riferendoci ai casi verificatisi quest'estate.

Due numeri riguardo alle domande sul materiale preventivo: nel 2019 trentanove, nel 2020 ventisette, ovviamente limitato dalla questione Covid, mentre quest'anno cinquantasei domande.

Per quel che riguarda invece i danni da predazione, abbiamo nel 2019 cinquantuno domande, trentuno nel 2020 e sedici quest'anno ma, come dicevo, il dato di quest'anno non è solo il numero della domanda ma anche l'entità del sinistro.

Grazie poi alle squadre di pronto intervento del progetto Life Wolfalps - composte da agenti del Corpo Forestale, da tecnici appositamente incaricati nell'ambito dello stesso progetto - sono stati effettuati numerosi sopralluoghi in aziende agricole per la formazione e l'informazione degli allevatori in alpeggio ma anche nella Plaine al fine di fornire un'assistenza tecnica e definire la migliore strategia di protezione del bestiame.

In alcuni casi, se ritenuto necessario, è stato fornito anche in comodato d'uso il materiale necessario alla protezione del bestiame: reti elettrificate e relativo elettrificatore a batteria, in attesa appunto che gli allevatori possano acquistare direttamente la propria attrezzatura con l'aiuto dei contributi.

Non si può certo affermare che la problematica sia rientrata, perché sappiamo bene che la problematica è presente, lo vediamo nel quotidiano, ma sono tanti gli sforzi in atto che hanno contribuito sicuramente a contenerla, perché poi la problematica ha avuto uno sviluppo: l'insediamento del predatore sul territorio è stato molto rapido, sicuramente più rapido rispetto al tempo che un settore dovrà mettere per riuscire a cercare questa convivenza.

Il secondo quesito: "Gli interventi specifici da parte di autorità preposte, al fine di contenere la specie". Il lupo, come più volte ricordato, è una specie protetta, la legge regionale permette d'intervenire in casi particolari, ovvero quando un lupo si avvicina ripetutamente agli animali domestici con eventuali predazioni reiterate oppure, nei casi più gravi, alle persone.

A tal proposito - ha ricordato bene lei - per il caso verificatosi tra Brissogne e Chambave, il monitoraggio preciso è in corso, è chiaro che, se dovessero emergere altri eventi, si aprirà un confronto con Ispra per intervenire con i sistemi dissuasivi, come previsto appunto dalla sopracitata legge.

Su questo aspetto è poi in corso con le Province autonome proprio un'azione congiunta al fine di riuscire a essere più rapidi e avere maggiore margine di azione.

L'ultimo quesito: "Se si preveda di porre in essere ulteriori interventi e quali".

Nell'autunno del 2021 - ma già in parte nella fine dell'estate 2020 - è partita un'importante iniziativa in collaborazione con Arev e Institut Agricole Régional, che prevede appunto l'utilizzo per ora in via sperimentale, di supporti tecnologici molto avanzati per contrastare l'azione dei predatori, si tratta di collari dotati di numerosi sensori e soprattutto di un sistema di dissuasione a ultrasuoni da posizionare sugli animali domestici che, in caso di attacco, andrebbero ad allontanare i predatori, questa sperimentazione è iniziata durante l'estate in sette-otto alpeggi della nostra regione. Prima della stagione invernale sono state poi installate in sei diversi allevamenti le centraline di controllo e di comunicazione. Non appena sarà possibile, sì provvederà a sistemare i collari sugli animali, verificandone costantemente il funzionamento e soprattutto l'efficacia.

Per quanto concerne la comunicazione e l'informazione, a febbraio, ma poi anche durante tutto l'anno, saranno previsti numerosi momenti informativi da proporre sul territorio regionale in collaborazione con gli enti locali che sono al fianco dell'Assessorato ad affrontare questa questione.

Presidente - La parola al consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Chiedo venia, perché la cifra è 72 mila e io ho esagerato un poco. È chiaro che comunque la legge è stata un primo passo grazie anche al lavoro fatto in questo Consiglio. Nessuno di noi ha sicuramente l'intenzione di cancellare la specie del lupo, ma va contenuta. Bisogna però intervenire attuando tutte le procedure che la legge da noi votata appunto permetta.

Prima o poi potranno verificarsi ulteriori episodi di predazione a danno degli allevatori da parte dei lupi, i dati lo dimostrano, la specie è in aumento e di conseguenza anche la necessità di cibarsi lo diventa.

Bisogna intervenire, bisogna controllare e contenere la specie prima che la situazione ci sfugga dalle mani e poi sarà spiacevole esordire con un "Noi l'avevamo detto".

Ecco perché è assolutamente importante dar voce a chi lavora e vive la montagna, sono loro che devono fronteggiare gli attacchi dei predatori e devono contare purtroppo le perdite tra i loro animali.

A farne le spese non possono essere unicamente i nostri allevatori, già duramente messi alla prova dalla crisi economica di questi ultimi anni.

Vorrei inoltre evidenziare le preoccupazioni di Coldiretti che, evidenziando la presenza del lupo sul territorio valdostano, chiede al mondo politico, chiede a noi, maggiore attenzione.

A dirlo è il Presidente: la diffusione di questo predatore rischia di mettere in difficoltà l'economia della nostra regione. È stata approvata una legge per contenere la specie del lupo. Bene, non resta che applicarla a dovere.