Oggetto del Consiglio n. 1082 del 1° dicembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1082/XVI - Interpellanza: "Predisposizione di azioni a sostegno della filiera lattiero-casearia valdostana".
Bertin (Presidente) - Punto n. 20. Consigliere Planaz per l'illustrazione ne ha facoltà.
Planaz (LEGA VDA) -Il nostro gruppo ha presentato questa iniziativa per capire se siano già avviate delle azioni o quali siano le azioni che si intendono portare avanti per andare a capire quali siano gli intendimenti migliori per far fronte alla crisi lattiero-casearia che non colpisce solo la nostra regione ma che colpisce l'intero mondo agricolo anche nazionale a causa degli effetti degli aumenti dei costi delle materie prime e dell'energia, che servono per avere una produzione di buona qualità di questo alimento.
Se andiamo a prima della pandemia, questo settore non è che vivesse già un bel periodo; passato tutto il periodo della prima fase della pandemia bisogna ammettere che, a differenza di oggi ad esempio, il gasolio ha avuto dei cali del 50%, tutte le materie prima hanno avuto dei cali, lasciando più margine per tutto l'intero apparato produttivo, a differenza di adesso che tutte le materie prime sono aumentate e sono aumentate talmente velocemente che il settore commerciale, tutto l'apparato commerciale, ha avuto il tempo di aumentare... di conseguenza gli aumenti ci sono stati, perché in sei mesi abbiamo avuto degli aumenti del 50% del gasolio, 30% del mais... ad esempio alimenti principali che sono indispensabili soprattutto per l'alimentazione nel periodo invernale delle bovine da latte, perché, in aggiunta a un fieno di buona qualità, e anche qui la nostra regione... a volte non è che avendo dei piccoli appezzamenti e difficoltà nel condurre le pratiche della fienagione anche a causa del clima: a volte nel periodo della fienagione si passano lunghi periodi di pioggia in questa fase importantissima del primo taglio, che è quello che si svolge solitamente tra maggio e giugno: non avendo a volte le qualità essenziali per riuscire a produrre un ottimo latte di qualità, si deve aggiungere un'alimentazione bilanciata a cui oggi - non è una cosa nuova - si può sopperire con le materie prime, come il mais per quanto riguarda l'amido e la soia per quanto riguarda le proteine, ma adesso non vorrei allontanarmi troppo che sono più dati tecnici.
Aumentando questi costi di produzione, stanno mettendo a dura prova tutto l'intero mondo dell'allevamento, perché ci troviamo in una fase di produzione con dei costi di produzione altissimi e dei ricavi che non hanno avuto e non potranno sicuramente avere nell'immediato gli aumenti che hanno avuto queste materie prime.
È per questo che abbiamo presentato questa iniziativa, anche in seguito al fatto che al Ministero dell'Agricoltura si è già avviato un procedimento per sopperire a questa problematica e - come ho specificato qui nell'iniziativa - per incentivare un accordo di filiera con tutti i componenti della filiera per garantire un minimo di aumento sui ricavi di questo alimento.
Faccio un paio di esempi: noi una cosa che non dobbiamo confondere... e adesso dirò due cifre per far capire la differenza dei prezzi del latte tra regione e regione: se andiamo a vedere la Lombardia, si parla di - Iva esclusa e premi esclusivi - 36 centesimi- prima di questo accordo e adesso sono arrivati ai 39-40-41, dipende dai caseifici che raccolgono il latte; andiamo in Emilia Romagna dove il parmigiano reggiano due anni fa ha avuto un aumento esponenziale rispetto a tutti gli altri consorzi, dico il parmigiano reggiano perché è una DOP come la Fontina e, pur avendo un disciplinare molto restrittivo, conoscendo bene tutti e due i disciplinari, posso dire che è ancora meno impegnativo del nostro della fontina per le condizioni più favorevoli che ha l'Emilia Romagna dal punto di vista territoriale, ma anche dal modo in cui è gestito il disciplinare e dalle produzioni che hanno le stalle di quella regione, a differenza delle nostre, anche nei costi di consegna o di ritiro degli alimenti; se si hanno dei quantitativi più elevati nelle consegne o nei ritiri delle merci, i costi di trasporto logicamente si abbassano, a differenza delle nostre valli che sono molto lontane a volte dai centri e i costi di trasporto aumentano e, come da studi recenti, possono, a differenza della pianura, aumentare anche del 10%, questo per dare un po' di indicazioni delle difficoltà che ha la nostra regione.
Andiamo a vedere il prezzo della nostra regione, adesso io non ho dati però penso che saremo sui 55 centesimo al litro; per far capire la differenza io parlo dei prezzi del latte nelle varie regioni. per quello non bisogna basarsi su un prezzo di 36 centesimi di una regione: noi ne prendiamo 55, prendiamo 20 centesimi in più, però non è giustificato dal fatto... perché bisogna vedere le regole di produzione e anche le località dove si produce e le quantità.
È per questo che con questa iniziativa non vorrei essere critico ma vorrei cercare di portare a conoscenza delle opzioni per intervenire velocemente, perché, dal punto di vista organizzativo del ritiro del latte nella nostra regione, bisogna dire che è di altissima qualità: il produttore ha modo di produrre e ha la garanzia del ritiro del latte però, a differenza, gli manca la certezza di quello che percepirà, perché molte aziende sono legate al sistema cooperativistico e di conseguenza si vedrà i frutti di queste campagne sempre l'anno successivo.
Infatti c'è un decreto legislativo dell'Unione Europea del 2019, il 633, che tratta di pratiche sleali; questo documento è stato elaborato dal Ministero dell'Agricoltura; cito l'articolo 7, ripreso in questo documento, che dice: "In ogni caso è vietato imporre al fornitore condizioni contrattuali tali da far ricadere sullo stesso le conseguenze economiche derivanti in modo diretto o indiretto dal deperimento o dalla perdita dei prodotti agricoli alimentari venduti sottocosto e non imputabili alla negligenza del fornitore".
Anche qui, sia dall'Unione Europea e sia dallo Stato. si è legiferato perché per tutta la filiera agricola - in questo caso parliamo della filiera lattiero-casearia - non dovrebbe succedere che i costi di produzione siano superiori al ricavo perché non dobbiamo essere dei geni per capire che le aziende, se non possono sostenere i costi, hanno molte difficoltà per portare un prodotto di altissima qualità, perché se noi vogliamo un prodotto di altissima qualità bisogna partire dall'intera filiera per arrivare alla fine e avere un prodotto che sia degno di questo. Io adesso mi riferisco al prodotto "fontina": il nostro latte per il 90-95% viene trasformato in fontina e per garantire che questo prodotto non perda le qualità... perché se da un lato manca il sostegno al settore per riuscire ad avere delle materie di qualità e per produrre, di conseguenza poi c'è una ricaduta finale sul prodotto che può avere conseguenze non ideali.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Planaz, per questa iniziativa che ci permette di fare il punto e di fornire un breve aggiornamento anche sulle riunioni di queste settimane.
Nella sua iniziativa cita il protocollo d'intesa che ha sottoscritto il Ministro Patuanelli, accordo all'interno del quale viene previsto anche, tra le altre cose, un tavolo tecnico per discutere le misure per fronteggiare emergenze, per affrontare i problemi strutturali appunto della filiera.
A livello regionale qualcosa del genere l'abbiamo già fatto: abbiamo costituito con una delibera dell'aprile del 2021 - è operativo - un tavolo di lavoro con l'intento di analizzare le problematiche del settore per promuovere e adottare le azioni di miglioramento nonché individuare elementi utili per la programmazione.
Un contesto in cui le aziende del settore zootecnico, come ha ricordato, hanno visto una progressiva diminuzione del margine economico. Abbiamo ritenuto quindi importante creare un tavolo, un qualcosa di operativo per riunire tutti gli enti e le associazioni al fine di mettere a disposizione del settore tutte le risorse disponibili. Partecipano al tavolo, come sicuramente ricorderà, l'Assessorato, l'Institut Agricole Régional, Anaborava, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP fontina e prossimamente aggiungeremo anche l'Assessorato alla sanità per gli aspetti di competenza.
Tra le azioni che riteniamo sicuramente importanti e sulle quali il comitato si è già confrontato e si confronterà ancora, c'è sicuramente la modifica del disciplinare fontina dal momento che il consorzio ha condiviso alcune tematiche che potrebbero diventare delle eventuali proposte di modifica al disciplinare. Le modifiche in esame riguardano diversi aspetti della produzione della fontina: dall'alimentazione al confezionamento puntano sostanzialmente a una riduzione dei costi di produzione, quali, ad esempio, quelli legati al costo del mangime e alla maggiore valorizzazione del prodotto, quindi a incrementare il margine e il profitto delle aziende valdostane.
Solo attraverso questa strada sarà possibile arrivare a una giusta remunerazione del latte e del lavoro delle aziende zootecniche, questa è un po' la grande sfida.
Queste proposte - abbiamo già a volte anche informalmente affrontato la questione - potranno e saranno sicuramente illustrate e discusse insieme ai colleghi della Commissione competente ma anche insieme a tutti gli interessati alla materia.
Come dicevo, il prezzo è la grande sfida, il grande obiettivo che abbiamo di fronte, dobbiamo assolutamente riuscire a definire un percorso che ci porti a raggiungere questo obiettivo.
Di recente è stata inoltre ratificata dalla Chambre la nomina di una Commissione per l'analisi e la validazione dei prezzi all'ingrosso del settore zootecnico e lattiero-caseario, che si riunirà appunto in questi giorni con un compito di rilevare i prezzi sul mercato al fine di esplicitare dei valori indicativi di riferimento che possono, tra l'altro, costituire una base per le transazioni economiche, uno strumento al servizio della politica e al sostegno.
Spostandoci sui contributi, sulle opportunità, tra le azioni messe in atto - prossimamente ma nell'immediato vi è, la conferma, non scontata, di aiuti a copertura dei costi sostenuti per il trasporto del siero e per i canoni di locazione per quel che riguarda i caseifici; questi sono aiuti che vanno a vantaggio appunto dei caseifici, cooperative e no, e che hanno sicuramente ripercussioni favorevoli sulle aziende zootecniche che operano nel settore primario.
In primavera - ne avevamo parlato anche qui in III Commissione nell'ambito della proroga del PSR - attiveremo un bando relativo alla misura 4.2, quindi per il sostegno agli investimenti a favore della trasformazione della commercializzazione dello sviluppo dei prodotti agricoli.
Tra le novità del bando, vi è, appunto, l'innalzamento del tetto massimo di spesa ammessa a 1.200.000 euro con la possibilità per i nostri caseifici di realizzare investimenti strutturali importanti.
Questo, lo ricorderete, fa parte dell'iter di proroga 21-22 dove la scelta era quella di rifinanziare alcune misure che avevano avuto un ottimo successo negli anni scorsi.
Andrà poi valutata la possibilità di riproporre la cosiddetta "Misura voucher", ne parlavamo anche qui lunedì in Commissione, il quadro temporaneo è stato prorogato fino al 30 giugno 2022.
Colgo l'occasione per far presente che la misura ha avuto un'ottima adesione - un 12% in più di domande rispetto alla prima edizione - con un ammontare complessivo di aiuti che ha sfiorato i 2 milioni di euro, un incremento quindi del 58%, generando un indotto su tutta la filiera di oltre 6 milioni di euro.
La misura, la conoscete bene, vede come beneficiari le aziende operanti nel settore della somministrazione di alimenti e bevande e della vendita al dettaglio, ma vi sono indubbie ripercussioni positive anche sul nostro settore.
Nella nuova formulazione bisognerà sicuramente tenere conto dei suggerimenti emersi, di quelle criticità che dovremo andare sicuramente a migliorare.
Rimanendo in tema di prodotti, faccio presente che quest'anno siamo stati particolarmente attivi, è stato un anno un po' di ripartenza, di ripresa, anche degli eventi: veniamo da un week end dove la fontina è stata ospite d'onore alla fiera del tartufo bianco di Alba con un ottimo successo, questa è sicuramente la strada giusta da percorrere e da incentivare, dando il giusto risalto ai nostri prodotti e al nostro territorio affinché possano ottenere la corretta remunerazione, come dicevamo poco fa.
Nelle prossime settimane ci metteremo al lavoro per le conferme degli eventi 2022 ed eventuali nuove opportunità.
In relazione poi ad altre opportunità relative ai finanziamenti emerse sul fronte nazionale, segnalo che siamo riusciti, con la collaborazione della Coldiretti, a far riaprire i termini per la presentazione delle domande a valere sul DM del 6 agosto 2021 n. 368 recante "Interventi a sostegno delle filiere in crisi", tra cui quella dell'allevamento delle vacche da latte che inizialmente non aveva previsto la possibilità di accesso da parte delle aziende che allevano capi a duplice attitudine, tra i quali, appunto, le aziende del nostro territorio.
Sul fronte della nuova programmazione, come Assessorato siamo presenti ai vari tavoli, nei numerosi incontri in presenza o in videoconferenza, che stanno predisponendo i requisiti per il riconoscimento dei premi a valere sul primo pilastro e le schede che costituiranno le future misure del programma di sviluppo rurale.
Proprio in riferimento alla prossima programmazione, di concerto con le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione Friuli Venezia Giulia abbiamo messo in evidenza l'importanza della zootecnia di montagna contro ai vari aspetti e la proposta di un premio accoppiato a favore degli allevamenti da latte, in particolare per le zone montane.
Sempre insieme alle Regioni dell'arco alpino si continuerà, con un'azione congiunta finalizzata alla valorizzazione di tutte le produzioni agricole di montagna, mettendo in evidenza - e l'ultima occasione è stata nuovamente questa mattina - le differenze dei territori e le numerose problematiche legate al territorio montano.
Presidente - Per replica, consigliere Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Mi scusi, Assessore, ma mi sembra che sia andato un po' fuori strada.
Il mio intervento era specifico, infatti c'è un quesito solo: "capire se si erano fatte delle iniziative per fronteggiare la crisi di mercato attuale che stiamo passando in questo momento". Lei mi ha elencato bene tutta una serie di aiuti che non sono delle cose nuove, sono aiuti del PSR, che portiamo avanti dal 2014 al 2022 e si protrarranno. Però per sopperire in questo momento di crisi che sta passando questo settore deve darmi atto che non è stato fatto niente, anzi. Bene rivedere il disciplinare, il primo passo che si deve fare per cercare di risparmiare sull'alimentazione, sulle varie tecniche di trasformazione e quant'altro nel minimo possibile e non intaccare la qualità del prodotto.
Adesso non voglio entrare in questo... però un po' si può fare sul disciplinare. Ci sono delle regole che, modificandole un poco, fanno risparmiare ma risparmiare non è ancora sufficiente per dare delle risposte a fronte degli aumenti che ci sono stati; con le piccole modifiche qualcosa di buono... soprattutto, per quanto riguarda anche i produttori di cereali e quant'altro, che ci consegnano il materiale, si può semplificare modificando in qualche parte il disciplinare, agevolando anche le consegne e quant'altro però a mio avviso non è sufficiente, tanto più che a livello nazionale anche il Ministero si è mosso... voglio fare un esempio: se la Lombardia per il latte ha ottenuto 3-4 centesimi a fronte di quello che prendeva prima, siamo dal 10 al 15% di aumento, noi dovremmo agire o cercare di far leva per garantire un minimo di aumento sul prezzo del latte.
Ricordo che già prima della pandemia eravamo a dei livelli dei costi di produzione più alti di quello che si ricavava del prodotto, ma, almeno, seguire quella strada perché -bene tutti gli aiuti che mi ha indicato lei, io ne sono abbastanza a conoscenza, è giusto mettere al corrente tutti, però questi sono degli aiuti che non sono sufficienti per garantire un'alta qualità e garantire un minimo di guadagno per chi produce, perché tutto quello che mi ha elencato, anche quello che mi ha accennato prima sugli aiuti delle vacche da latte... anche la nostra razza, essendo a duplice altitudine, aveva difficoltà ad accedere al premio perché non era classificata come vacca da latte ed era un premio solo per le vacche da latte; bene questo, però non so se si è informato sull'entità del premio che viene dato, ma è abbastanza irrisorio a fronte degli aumenti che ci sono stati, può dare un contentino ma non è sufficiente per risolvere questo problema.
In più, penso che la legge sulle pratiche sleali sia un documento che bisognerebbe valutare attentamente e fare in modo che questo non accada, perché - visto che c'è già un documento che fornisce le indicazioni per far sì che chi produce non produca sotto i costi di produzione - bisogna fare in modo di attuare questi provvedimenti e fare in modo che da noi non accada, sennò saremo di nuovo gli ultimi della classe ad applicare delle regole che non sono nostre ma che, sia a livello europeo che nazionale, sono già in atto.