Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1048 del 18 novembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1048/XVI - Interpellanza: "Contributo della Regione Valle d'Aosta alla definizione della nuova legge a favore delle aree montane annunciata dal Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie".

Bertin (Presidente) - Punto n. 29. Per l'illustrazione Consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Alla fine di ottobre, il Ministro Gelmini - e prendo da notizie di stampa - ha annunciato la necessità, l'urgenza di dare al Paese un nuovo strumento normativo, uno strumento che vada ad aggiornare, o potenziare, quella che è già la regolamentazione nazionale in materia di montagna.

In particolare, in una sua dichiarazione il Ministro - o la Ministra o il "Ministr", come dice qualcuno - annunciava, appunto, l'urgenza di dare al Paese questo nuovo strumento "in grado di attualizzare e massimizzare la capacità dello stato di supportare i processi di crescita endogeni propri dei territori montani" e poi annunciava il fatto che questa legge sarebbe comunque nata da un rapporto di collaborazione tra Ministeri, associazioni, studiosi, stakeholder, l'Uncem, Conferenza delle Regioni, ANCI, UPI e il resto del mondo.

Nelle sue dichiarazioni, veniva poi riportato un principio molto interessante, ovvero il fatto che la marginalizzazione geografica anche della montagna nella sostanza - perché poi sono grandi parole ma poi dobbiamo sempre guardare alla sostanza - si sostanzia nell'esclusione dalle economie di agglomerazione tipiche dei contesti urbani e soprattutto anche da una marginalizzazione in termini tecnologici perché - ne parliamo continuamente - investimenti, trasporti, reti tecnologiche, è ovvio che hanno delle difficoltà e hanno dei costi maggiori quando andiamo in contesti geografici differenti da quelli della pianura, tutta una serie di economie che ci sono e si creano in città è ovvio che nei contesti montani in particolare non si possono avere.

A fronte di questo abbiamo anche letto le dichiarazioni dell'Assessore, che tra l'altro ricopre un'importante figura, quella di referente del coordinamento interregionale sulle politiche della montagna e della conferenza delle Regioni e Province autonome e in più, giustamente, ci ha anche ricordato che è stato uno di coloro che hanno votato ai tempi la legge del 94, e, giustamente, oltre a richiamare la necessità di un confronto serrato con le Regioni e con gli stakeholders in generale della montagna, ha fatto un richiamo ormai - l'abbiamo scoperto in particolare durante il Covid - all'articolo 174 del trattato di funzionamento Unione Europea, all'interno del quale si riconosce anche la montagna come uno di quei territori marginalizzati per cui si possono definire una serie di politiche che nei contesti più generali - più urbani, per semplificare - sarebbero considerati degli aiuti; è un bellissimo articolo in cui poi l'effettivo utilizzo sappiamo che non è così semplice.

Ci sono poi due principi, che sono stati ripresi già in questo primo dibattito e che lo stesso Assessore ha preso, uno è quello delle risorse idroelettriche - ma ne abbiamo già parlato ieri con il Presidente e con lei già altre volte e non ci voglio tornare - ma c'è il discorso della fiscalità di vantaggio, che per la mia persona ovviamente riveste una sorta di fascino e anche in altri, a differenza di un bonus di vantaggio che è una cosa differente, perché oggi va per la maggiore la bonus economy rispetto a tutta una serie di possibilità.

Ma come spesso ci ricorda la realtà, la fiscalità di vantaggio ha un costo perché con il fisco si dovrebbe andare a finanziare la spesa utile ai cittadini, ovviamente se si toglie una quota dalle entrate dell'ente pubblico, bisogna riadeguare la spesa e quindi qualcuno dovrà pagare prima o poi questa fiscalità.

Sul chi paga, questo è uno dei misteri della vita e lo vedremo.

Al di là di quello, però, al di là dei tanti annunci e poi diciamo grazie anche al cambio di passo avuto con il Governo Draghi la montagna è tornata finalmente nell'agenda, non solo politica ma anche pratica dello Stato italiano, perché era da molto tempo che non si parlava di montagna e soprattutto non si mettevano sul tavolo dei soldi importanti dedicati, andiamo a chiedere quale sia lo stato delle interlocuzioni con il Ministero degli Affari regionali delle autonomie, nonché anche di altri organi e enti coinvolti, uno tra tutti - visto tra l'altro che ricordavo che lei è il referente del coordinamento interregionale delle politiche della montagna - la conferenza delle Regioni e delle Province autonome: che cosa si sta facendo?

Quale contributo il Governo regionale intende dare nell'ambito del processo di definizione di questo futuro testo di legge sulla montagna? E, in particolare vogliamo capire se già qualcosa è stato presentato nelle deputate sedi.

In particolare se - con riferimento a questi contributi - sia intenzione del Governo definire un processo di condivisione anche a livello locale, perché sicuramente le associazioni che ho citato, le rappresentante che ho citato, hanno una rappresentanza anche valdostana in alcuni casi ma sicuramente, essendo piccoli e avendo da sempre un'attenzione particolare alle piccole realtà - perché essendo piccoli le conosciamo - vogliamo capire se ci sarà o è intenzione definire a sua volta un processo di condivisione o di rappresentazione di contributi e anche magari un po' di posizioni di sindacato - perché no, perché comunque abbiamo delle realtà che hanno notevoli difficoltà - ad altri territori per poi alimentare questi contributi all'interno, speriamo, di un processo che possa essere il più condiviso possibile per la costruzione di una legge che non sia octroyée e, soprattutto, visto che abbiamo parlato di idroelettrico, sperando anche che si abbia un'attenzione in più su quelle che saranno le modalità di applicazione e di ribaltamento sui territori per evitare delle situazioni di spiacevole concorrenza dove strumenti come, spesso ricordiamo, le nostre norme di attuazione - che sono sicuramente strumenti rigidi, validi e forti - hanno una limitazione: hanno un tempo di produzione molto più lungo rispetto a delle semplici leggi di applicazione.

Quindi quello forse merita un'attenzione maggiore perché altrimenti rischiamo di avere un bellissimo strumento, un bellissimo metodo di governo, che però, in realtà, per i tempi della vita moderna, è molto, molto lungo e che un po' rischia anche di metterci in difficoltà rispetto ad altre realtà molto più agevoli, magari meno sicure come strumento ma sicuramente più rapide nella loro attuazione.

Presidente - Risponde l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Ringrazio molto il collega Aggravi di queste domande, partendo dal presupposto che ovviamente le condizioni della montagna, o la politica per la montagna, sono uno dei temi cardine della nostra autonomia, nel senso che i famosi privilèges del duché d'Aoste derivavano dalle condizioni montane e la stessa cosa si può dire con il decreto luogotenenziale del 45, quando la situazione geografica della Valle è uno dei temi che vengono evocati proprio per giustificare la nostra autonomia.

Io le racconterò la storia di questa legge Gelmini, perché credo che sia abbastanza istruttiva di una visione centralistica che in questo momento si evidenzia nei rapporti con le Regioni.

Con decreto della stessa Gelmini, il 10 giugno del 2021 nasce questo tavolo tecnico-scientifico nel quale sostanzialmente le Regioni non entrano, malgrado il fatto che uno dei temi fosse quello del supporto e la definizione di una bozza di articolato normativo per modificare quella legge sulla montagna del 1994 che, purtroppo, è stata largamente disattesa rispetto alle speranze che noi avevamo. La fregatura è stata che questa legge prevedeva successivi decreti ministeriali che, come molto spesso nella storia italiana, non sono poi mai stati emanati.

Per la Valle d'Aosta - un po' per caso, io immagino - entra a far parte il professor Marco Alderighi dell'Università della Valle d'Aosta, che si presenta da me dicendo: "Visto che tu hai studiato a suo tempo questa tematica della montagna, come ci poniamo rispetto a questo tavolo tecnico?".

Io mi sono limitato a dare al professor Alderighi questa proposta di legge - che è stata presentata due volte dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta in Parlamento - che è: "Disposizioni e misure per lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione dei territori di montagna"; l'ultima volta venne presentata alla Camera dei Deputati nel novembre del 2009 ed era frutto di un lavoro molto preciso che facemmo all'epoca della mia Presidenza con il coinvolgimento di tutte le istanze di base della montagna, e io ritengo, ancora oggi, che questo sia un testo interessante.

Il professor Alderighi in una sua memoria ha riversato in questo comitato tecnico alcuni dei contenuti che - devo dire tristemente - non sono stati presi molto in considerazione.

Il 12 settembre, le Università italiane si sono collegate dallo Sky Way per un dibattito in presenza con un video messaggio del ministro Gelmini. Io in quella occasione ho parlato e ho sottolineato al Ministro come in un certo periodo, oramai con una certa distanza dalla nascita di questo tavolo tecnico, ci fosse stata una dimenticanza: non c'è stata nessuna consultazione con le Regioni.

Questo mi ha portato pochi giorni dopo a scrivere al Presidente della Conferenza delle Regioni, il Presidente Massimiliano Fedriga, per dirgli: "Scusa Fedriga, adesso poi le darò la lettera, "Ma com'è possibile che non ci sia nessuna notizia e nessun passaggio in seno alla conferenza di cui io sono referente?" e devo dire che questa lettera ha sortito in queste ultime ore, ma solo in queste ultime ore, la nomina di un tecnico della Regione, il dottor Genna che si occupa della montagna nell'ambito degli affari europei; ma in realtà la questione è abbastanza ridicola, perché io a un certo punto, una sera rientrando a casa, leggo di un convegno, organizzato da Uncem e dal ministro Gelmini, che si sarebbe svolto martedì 26 proprio sul tema della legge sulla montagna. Scorro i relatori e io ero uno dei relatori, il fatto è che nessuno mi aveva avvertito.

L'indomani sono riuscito a entrare in questa videoconferenza per cui al ministro Gelmini stesso ho detto: "Scusi Ministro, noi facciamo una riunione e nessuno di noi ha il testo", cioè ognuno di noi interveniva - compresi Uncem, le associazioni di categoria, questo largo tavolo di relatori - e nessuno aveva visto la legge, il che era chiaramente un paradosso.

Pochi giorni dopo è arrivato, da parte della conferenza, un comunicato via mail in cui sono arrivate due bozze di legge. Una delle due era datata primo ottobre, l'altra era datata precedentemente, quindi c'è da ritenere che quella buona dovrebbe essere la seconda, ma l'aspetto capitale che noi affrontammo nella legge - di cui poi le darò copia - cioè la nostra proposta, era la questione della perimetrazione, cioè dove è la montagna?!

Poi il povero Genna, nostro funzionario, parlando con il Ministero, ha chiesto di avere la tabella nella quale si trattava questo argomento ed è stato con raccapriccio che ha scoperto che uno dei funzionari faceva un ragionamento di questo genere: "Certamente noi non potremmo trattare la Valle d'Aosta" - e ha citato esplicitamente il suo paese, Courmayeur - "come altre località della montagna, perché voi avete un reddito molto alto".

Ora questa questione del reddito, rispetto alla perimetrazione della montagna, è un po' paradossale perché la perimetrazione la fai con l'altimetria, con le caratteristiche, come - lei vedrà - avevamo fatto noi.

Ieri, ma non ne ho ancora contezza, si sono riuniti i tecnici delle diverse Regioni, diverse Regioni imbufalite da questa proposta capitata su capo e collo di cui non si capisce neanche l'esatto testo e anche un po' preoccupati perché il Ministro Gelmini, in occasione della videoconferenza, ha detto che questa legge verrà messa come collegato alla legge finanziaria; quindi l'impressione è che se dovesse essere collegata alla legge finanziaria potrebbe o dovrebbe essere approvata à tambour battant da parte del Consiglio dei Ministri e questo avverrebbe senza nessuna reale consultazione con le Regioni, ma non perché uno voglia mettere il cip sul tavolo dicendo "Le Regioni", ma per la semplice ragione che nessun rappresentante delle Regioni - e in particolare il sottoscritto che è il referente - ha mai avuto la possibilità di partecipare a una discussione che non sia convegnistica, cioè entrando nel merito dei singoli argomenti, partendo dal presupposto che, comunque, comparando i due progetti di legge che, ripeto, sono molto diversi gli uni dagli altri, si nota un atteggiamento paternalistico nei confronti delle Regioni in poteri e competenze che sono delle Regioni e dovessi dare anche un certo giudizio, mi pare tra l'altro sbilanciato in favore dei Comuni, come se e lo si è visto anche sul PNRR in recenti dichiarazioni di Draghi, che ha detto ai Sindaci "Voi siete quelli che applicheranno il PNRR" dimenticando che nella gerarchia costituzionale il ruolo delle Regioni è un ruolo importante, non fosse altro che abbiamo anche una competenza legislativa e altri ruoli che i Comuni non hanno, non lo dico per svilire i Comuni, naturalmente.

Quindi siamo in un momento di passaggio, nei prossimi giorni convocheremo il tavolo politico della Conferenza delle Regioni, che presiedo, in tema di montagna per far capire che il metodo che è stato proposto non è convincente. Anche quando si dice nella finanziaria "Ci sono 100 milioni per la montagna", 100 milioni è una cosa che fa impressione, ma se noi pensiamo a che cosa è l'Italia e che cosa è il mondo della montagna, ci rendiamo conto che poi alla fine 100 milioni risultano un po' delle briciole.

Quindi non si tratta di chiudere, secondo me, il rapporto dialettico con il Governo e in particolare con il Ministro Gelmini, però si tratta di far capire che non è possibile che, come un fungo, esca fuori una proposta di legge in un tema così dibattuto negli anni dal mondo della montagna, così dibattuto perché la prima parte del dibattito fu dopo l'uscita della legge del 94; il collega Rollandin ricorderà che il papà della legge è stato il Senatore Carlotto, il Senatore di Cuneo della Coldiretti che oggi ancora, nonagenario, segue il destino della sua legge e ogni tanto mi telefona e dice: "Ma perché non la applicano?" e io gli dico: "Carlotto stai sereno", come si suol dire, che porta anche un po' sfortuna nella politica italiana.

Mi farà piacere nel proseguo della trattativa con lo Stato non solo di fornire al Consiglio tutte le informazioni, ma anche di condividere un passaggio in cui si esamini la legge quando capiremo qual è, e naturalmente ho già parlato con Franco Manes che è il Presidente dei Sindaci perché questo tipo di consultazione deve riguardare gli enti locali, ma anche il mondo economico.

Presidente - Per la replica Consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Assessore, a volte è meglio essere relatore a propria insaputa rispetto ad altre situazioni che nella politica italiana si sono viste, quindi le è ancora andata bene.

Io penso che le risposte hanno fatto un po' di chiarezza e soprattutto hanno, purtroppo da un lato, confermato la preoccupazione sull'incertezza soprattutto del metodo che verrà o si sta definendo.

Quello che si voleva fare e si farà è ovviamente cercare di monitorare - noi lo stiamo anche facendo come gruppo e come movimento politico visto che abbiamo un dipartimento dedicato alla montagna - soprattutto per evitare che le cose ci passino sopra, come potrebbe capitare, e rischiare magari di perdere delle possibilità, delle occasioni, che oggi fanno effettivamente la differenza e che potrebbero soprattutto aiutare dei territori in difficoltà.

Poi il gioco del reddito o del gettito IMU è facile, perché Courmayeur e Basilio o anche Cortina finiscono sempre sui giornali per essere considerate delle realtà in cui "Lì si sta bene", però bisogna anche ricordarsi che ci sono tutta una serie di costi, di spese, di ulteriori distorsioni rispetto alla pianura, rispetto ai contesti urbani, e abbiamo anche dei paesi e delle realtà, che non sono per nulla citate, che meritano attenzione.

Su questo stacco che lei indicava anche parlando del PNRR - anche con le dichiarazioni del premier Draghi - io su questo continuo, perché penso che anche la regolamentazione abbia dichiarato che l'unico ente vero che gestirà il PNRR è l'ente centrale, al di là dei Comuni e al di là delle Regioni.

Penso che purtroppo per come è concepito il sistema italiano oggi serva più efficienza di spesa rispetto che condivisione, ma non lo dico perché sono d'accordo, lo dico perché abbiamo costruito un'impalcatura normativa complessa e farraginosa che poi però, oggi come oggi, ci limita la possibilità di spendere dei soldi che, ricordiamo, hanno un limite ben definito e soprattutto con un rischio appunto di non avere gli effetti che ci siamo prospettati con questa progettualità.

La ringrazio per il testo, quello che io mi auguro, al di là di tutto, al di là che ci sia o no qualcosa nel collegato della finanziaria, al di là del testo coeso, è che - come ho già detto ieri - il nostro uomo all'Avana possa essere buon vigilante di quello che viene proposto, visto che sicuramente il Senatore ha una vicinanza maggiore rispetto alla deputata delle logiche federaliste e di vicinanza dei territori, però anche da parte nostra, per quello che è della nostra Regione, cercheremo di fare la nostra parte e di produrre dei contributi sperando, tra l'altro, e non chiudendo assolutamente comunque alle buone intenzioni del Ministro Gelmini che, ripeto, insieme anche ad altri esponenti - cito il Ministro Garavaglia - sta dando una particolare attenzione alla montagna che, ripeto e sottolineo, non c'era da tanto tempo.