Oggetto del Consiglio n. 1047 del 18 novembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1047/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla realizzazione di una scuola estiva su "Federalismo, Confini ed Europa" in collaborazione con la Fondazione E. Chanoux".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 Consiglieri, possiamo riprendere l'analisi dell'ordine del giorno. Riprendiamo con l'interpellanza n. 27 e poi passiamo alla 29, poiché la 28 è stata analizzata ieri sera. Per l'illustrazione, consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Questa iniziativa nasce dalla lettura del piano di sviluppo del Dipartimento di Scienze economiche politiche 2021-2023 e nasce dall'analisi della parte dedicata agli interventi sull'attuale offerta formativa "Ricerca e terza missione".
Nel capitolo "Sviluppo in ambiti affini a quelli attuali", prendendo il testo si può leggere che si preconizza al numero 7 la realizzazione di una scuola estiva sul "Federalismo, Confini ed Europa" di natura interdisciplinare, in collaborazione con la Fondation Chanoux.
Questa scuola estiva avrebbe la durata di tre settimane in presenza per un totale di quindici crediti formativi e due settimane a distanza per un totale di dieci crediti formativi.
Tra gli argomenti - e qui cominciano un po' gli aspetti curiosi - troviamo i temi più disparati compresi quelli oggetto di questa iniziativa. Vengono infatti citati il pensiero federalista, la riforma del titolo V, gli aspetti di contabilità degli enti locali, la sussidiarietà, l'e-government, le migrazioni, l'integrazione e il federalismo fiscale.
Poi si dice, in questa presentazione, che questi argomenti hanno una rotazione biennale e non si comprende però se ruotino i temi citati oppure si preconizzi l'introduzione di nuovi temi e poi si dice che così si potrà permettere a coloro che frequentano con merito nei due-tre anni un totale di dieci settimane e che svolgono un lavoro di ricerca per un totale di dieci crediti formativi di conseguire un titolo in master in "Federalismo, Confini ed Europa".
Una scuola estiva, quindi, che diventa un master, di cui però non si conoscono gli argomenti che vengono citati a grandi linee ma ruotano, non si capisce bene come, e che consentono a chi frequenta per due o tre anni. "Due o tre anni? Boh, due o tre, ho fatto due, ho fatto tre, che faccio? Lascio?". Capirete che un anno in più o in meno decisamente potrebbe fare una grande differenza, ma non viene risposto con chiarezza quali siano i tempi per il conseguimento di raggiungere un master che fra i suoi titoli appunto ha anche quello di "Confini".
È curiosa questa definizione di confini ed è quella che mi ha particolarmente colpito, mi ha fatto suonare un campanello d'allarme, perché tocca un tema che non viene citato fra quelli del corso, a meno che non si voglia mettere l'attenzione sul tema della migrazione o, eludendo le definizioni più paludate, su quello dell'immigrazione, di cui si vuole parlare in questa scuola estiva, perché, in effetti, non comprendo - e non si comprende a leggere - quale sia e a cosa faccia riferimento questo specifico accenno ai confini.
A questa prima occhiata pare evidente notare come tutto sia piuttosto generico, penso di averlo documentato e, mi permetto, abborracciato. Un insieme di parole buone per tutti gli usi più che un vero progetto.
Si nota inoltre che l'aspetto "Confini" è tenuto il più possibile sottotraccia, sfumato, slavato, forse per non destare troppa attenzione ma non abbiamo potuto, ovviamente, non notarlo.
Questa impostazione in effetti porta in maniera sospetta al coinvolgimento di uno specifico professore che ha dei legami con un professore dell'Università - con più, ma con uno in particolare - che è stato riassunto sull'iniziativa, quella iniziale, io non so se nemmeno citare gli studi di un professore sia questione di privacy, mi auguro che semmai scriverò su un'iniziativa "San Francesco" non mettano le iniziali S.F. perché per la privacy non si può citare neanche San Francesco, non lo so... il professor S. M. - l'ho detto: querele che partono! - che con alcuni professori dell'Università ha una stretta collaborazione - dicevo con uno in particolare - e che però nel nostro paese è riconosciuto quale alfiere, definiamolo così: border-stylist, noti sono infatti i suoi incontri organizzati a bella posta per demolire il concetto di "Confini", uno tra tutti, ad esempio, l'evento intitolato "Omissis, incontro con G. S. e S. M.".
Un altro esempio in uno dei suoi libri, e anche qui ritroviamo chiaramente il richiamo dei "Confini" - il suo libro s'intitola "Omissis" ed è scritto con lo studioso N. - vengono introdotti alcuni concetti chiave che ho potuto apprezzare in una recensione intitolata "Omissis". Ascolti bene, Assessore, perché sono certo che questo le piacerà: "Omissis".
Tutto questo fa parte evidentemente della filosofia che il professor M. vuole diffondere, che è liberissimo di fare chiaramente nei suoi incontri, nei suoi libri, dove ritiene opportuno, ma credo che ci sia qualche difficoltà in più se poi lo si vuole imporre come un master.
Con questi due semplici esempi - per carità di patria, ho evitato di farne altri ma ce ne potrebbero essere tantissimi altri che concernono il concetto di Confine - temo si voglia propinare l'ennesima politicizzazione del tema dell'immigrazione puntando, più che a formare, semplicemente a diffondere teorie politiche di cui l'Università dovrebbe fare a meno, consentendo agli studenti di formarsi una propria opinione, fornendo semplicemente gli strumenti per poterla formare.
Un altro aspetto poco chiaro e uno su cui abbiamo chiaramente poi collegato quest'iniziativa è che - sempre nell'ambito del piano di sviluppo, dove vengono riportati i costi di tutta questa gioiosa operazione - viene riassunto il costo annuo per l'iniziativa, che viene quantificato in 40 mila euro.
A proposito di questo costo, viene specificato che la Fondazione Chanoux è disposta a fornire un contributo monetario per sostenere l'iniziativa.
E per quale motivo, mi sono chiesto, una fondazione dovrebbe sponsorizzare una scuola estiva? E soprattutto quale sarebbe l'entità di questo apporto monetario - così viene scritto - che la fondazione, che come sapete è finanziata dalla Regione, vorrebbe dedicare a questo tipo di spesa?
Davvero vogliamo che i soldi dei contribuenti, per quanto indirettamente, servano a finanziare un progetto che effettivamente una lettura attenta - ma anche poco attenta - fa emergere tutta una serie di dubbi?
In definitiva, Assessore, cosa vuol dire avere un master in federalismo al termine di due/tre cicli di Summer School? Si può definire un master professionalizzante - come in teoria dovrebbero essere tutti i Master - o, alla fine, si tratta di un insieme raffazzonato di lezioni più o meno tendenziose su materie disparate?
Riesce a farci capire meglio, Assessore, per esempio dove vuole andare a parare questa Summer School/pseudo Master?
Come, spero, ho avuto modo di illustrare con il testo presentato e con il mio intervento su questo tipo di iniziativa, nutro molte riserve. Mi pare al tempo stesso un libro dei sogni e un insieme di proposte di corto respiro i cui scopi reali non sono chiari.
Per questo motivo, per tramite di questa interpellanza, le chiedo se quanto appreso corrisponde al vero, in caso affermativo quali azioni verranno poste in essere per fare in modo che i corsi di laurea del Dipartimento di Scienze economiche e politiche dell'Università della Valle d'Aosta siano privi di condizionamenti politici di qualsivoglia natura, quali siano le effettive caratteristiche, il valore, della Summer School e del master in oggetto e quale sia il ritorno per i cittadini valdostani dei fondi impiegati per un'iniziativa che non risulta a oggi per nulla chiara né nelle finalità né tanto meno nel valore del titolo conseguito.
Presidente - Assessore Caveri per la risposta.
Caveri (VdA Unie) - Spero di poter fugare le sue preoccupazioni. "Allerta sto", questo so che è uno dei suoi motti, ma questa volta la posso assolutamente rassicurare partendo da un'esperienza personale, cioè mi è capitato nelle mie frequentazioni comunitarie di trovare moltissime persone che in passato frequentarono il Collège Universitaire d'Études Fédéralistes: dal 1961 fino a pochi anni fa, quindi per una durata di più di 40 anni, queste persone hanno potuto frequentare ad Aosta questo Collège che ha lasciato molti rimpianti.
Quindi è in quel solco che s'inserisce questa scelta, questa proposta, perché si tratta di una proposta che, come lei ha detto, è appena abbozzata da parte del Dipartimento Scienze economiche e politiche al Senato accademico e che è stata inserita nel piano di sviluppo.
Questa sarebbe una scuola di alta formazione sul federalismo e le autonomie d'Italia internazionale, nel solco e nel ricordo di questa nobilissima iniziativa che fu presa da mio zio Severino Caveri e da Corrado Gex.
La logica è quella di un percorso post-universitario di alta formazione sul tema, appunto, del federalismo, in un'ottica esclusivamente accademica apolitica e apartitica.
Per questo motivo si è coinvolto fin da subito la Fondation Chanoux e si è allargato l'oggetto di studio all'Europa e ai Confini.
In relazione al tema dei Confini, si tratta di una materia insegnata, come dirò più tardi, in diverse Università nazionali e internazionali e per Confini s'intende i confini d'Europa, quindi i confini interni dell'Europa e si vuole abbracciare un tema di riflessione scientifica pluridisciplinare ben differente da quello riferibile al dibattito a cui lei ha fatto riferimento.
La finalità è quella di fornire gli strumenti analitici necessari per studiare la Valle d'Aosta in questa celebre definizione di Carrefour d'Europe, o Regione di confine, per esplorare le relazioni transfrontaliere e all'interno del processo d'integrazione europea.
Il ruolo del professor S. M. che lei ha citato non è previsto e non è prevista neanche una eventualità di temi di scontro - come lei ricorderà che ci sono stati - sul tema dei Confini fra l'Onorevole M. S. e il professor M..
Quindi non si tratta di questo ma si tratta invece di rifarsi a master su tematiche affini che ci sono in diverse Università, quella del Lussemburgo che è nata in maniera congiunta con l'Università di Lorraine francese, Saarland germanica e Karlsruhe sempre della Germania e che nasce non a caso in una logica transfrontaliera. Questa stessa materia dei confini dell'Europa prevede dei corsi analoghi a Sciences Po di Parigi, come dicevo, in questa Università tedesca già citata.
Devo dirle che la progettazione della scuola estiva è a tutt'oggi ancora in fase di elaborazione, tant'è che parlando anche con il Presidente della Fondation Chanoux, Marco Gheller, mi è stato confermato che per adesso, per quel che riguarda la parte della Fondation, hanno partecipato a una sola riunione e, tra l'altro, mi ha precisato che loro non avrebbero dei fondi da mettere all'interno di questa iniziativa.
Basandosi solo sull'evocazione del termine "Confini" nella possibile articolazione del programma didattico, risulta del tutto prematuro ipotizzare quali saranno i docenti invitati a insegnare, tanto meno se tali docenti porranno in essere i presunti condizionamenti politici a cui si fa riferimento.
Come lei sa, ogni iniziativa passa nel Consiglio dell'Università che è presidiato dal Presidente della Regione, dalla partecipazione dell'Assessore delegato e anche dalla presenza di tre professori nominati dalla Regione stessa, che assicurano, assieme ai membri del corpo docente e a quelli delle strutture amministrative, una guardiania contro ogni eventualità di slittamento.
La logica è quella di rafforzare le competenze nelle tematiche in oggetto che, come dicevo, sono comunque di grande attualità e non certo per far propaganda politica.
Devo dire che anche i professori che hanno aderito al gruppo di lavoro sono professori noti, che garantiscono una capacità di coniugare la libertà d'insegnamento, garantita dalla Costituzione all'articolo 33, con il buon senso e aggiungerei che il Dipartimento, così mi è stato scritto, vuole ovviamente condividere il progetto per, in qualche maniera, renderlo sempre più efficace, ripeto, nel solco di quello che per 40 anni è stato un punto di riferimento della cultura europea ad Aosta e che purtroppo a un certo punto è venuto meno.
Per quanto riguarda il punto 2, si ricorda che la proposta è una scuola estiva, e quindi le preoccupazioni sollevate non riguardano un corso di laurea triennale o magistrale, ma un corso post-universitario e come tale, tra l'altro, scelto volontariamente da chi voglia parteciparvi.
In relazione alla scuola estiva, oltre quanto ribadito riguardo l'intenzione ad avere un approccio apolitico e apartitico, si ricorda che la proposta ha come platea di riferimento - come capitava per l'école federalista - amministratori pubblici, addetti alle comunicazioni sociali, studiosi, laureati con particolare riferimento a quelli in scienze politiche, sociali ed economiche.
Si tratta di persone la cui maturità e la capacità analitica è tale per cui sarebbe assai improbabile che venissero condizionate dalle parole di un docente, questo naturalmente immaginando i peggior scenari.
Detto ciò, come il primo firmatario dell'interpellanza ha avuto modo di constatare nel suo percorso di studi nel corso di Scienze politiche delle relazioni internazionali dell'Università della Valle d'Aosta - ci unisce la stessa laurea, anch'io sono laureato in Scienze politiche - che il piano formativo di Scienze politiche è volto a fornire conoscenze nelle discipline politiche, economiche, giuridiche e linguistiche, al fine di sviluppare un pensiero critico e la scuola estiva avrà la medesima impostazione.
In analogia al corso triennale verrà mantenuto l'abituale rigore scientifico didattico, le lezioni verranno svolte da docenti universitari interni all'Ateneo e da docenti di alto profilo provenienti da Università italiane e straniere, il che naturalmente non esclude di avere anche dei testimonial che siano Ambasciatori, che siano anche rappresentanti della Commissione Europea o di altre Istituzioni.
In relazione alla richiesta di quali siano le effettive caratteristiche, il valore della scuola estiva e dell'eventuale master, si ritiene che la scuola estiva vada a intercettare un'esigenza assai avvertita a livello locale che riguarda l'approfondimento delle tematiche dell'autonomia e del federalismo, peraltro il federalismo fa parte anche del patrimonio di nascita del vostro movimento politico.
Il valore dell'offerta formativa troverà del resto un riscontro nella risposta che si avrà in termini d'iscrizioni.
In relazione a questo punto è utile ricordare alcuni aspetti relativi all'offerta di percorsi di alta formazione non classificabili come master: le scuole estive non sono soggette a vincoli di autofinanziamento, come invece lo sono i master; la scelta di proporre inizialmente una scuola estiva e non un master risiede nel fatto che il Dipartimento non avrebbe avuto la capacità di sostenere la didattica per un intero master e, visti i forti vincoli di bilancio, si è comunque previsto l'autofinanziamento facendo ricorso all'intervento di attori del territorio e fuori del territorio e in questo senso va letto, soprattutto dal punto di vista culturale, la collaborazione con la Fondation Chanoux.
In relazione all'ultimo punto, cioè al ritorno per i cittadini valdostani, il progetto formativo rientra all'interno degli obiettivi strategici dell'ateneo, consolidare e sviluppare l'offerta formativa anche in relazione alle necessità del territorio, del mondo del lavoro e sviluppare l'alta formazione con corsi di perfezionamento, specializzazione, corsi di formazione professionali, Master Summer e Winter School.
Quindi, la voglio rassicurare, la situazione è sotto controllo, non ci saranno atteggiamenti o trasformazioni in scuole partitiche o scuole politiche, ma avrà una seria e profonda radice culturale che, come ripeto, si rifà, peraltro, a quanto già esisteva in passato, è una riedizione di una scuola di successo che formò anche molti di coloro che oggi ricoprono importanti ruoli nelle istituzioni comunitarie.
Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Ovviamente sono confortato dalla sua risposta, mi permetterò di fare solo qualche osservazione. Come sa, io amo essere un poco anche polemico, provocatorio, quindi qualche dubbio lo sollevo, ma è stato in generale molto rassicurante.
Innanzitutto voglio rassicurarla io: il federalismo non è in discussione, nel senso che lei lo ha ricordato e non mi sono permesso sicuramente di criticare l'argomento del federalismo, oggetto del corso.
I punti sono fondamentalmente due: il primo - anzi, il secondo in ordine di apparizione su cui ha dato piuttosto nettamente una risposta che però fa sorgere altre domande - è che nel piano che le ho citato, piano di sviluppo Dipartimento di Scienze economiche e politiche 2021-2023, se lei prende la pagina 6 vede in alto che la scuola estiva sul "Federalismo Confini Europa" viene scritto: "La Fondation Chanoux è disposta a fornire un contributo monetario per sostenere l'iniziativa". Allora qui ci sono due possibilità: o ha mentito chi ha scritto questo piano per convincere a fare la Summer School o ha mentito la Fondation Chanoux a lei quando ha detto di non avere i fondi. Delle due l'una, tertium non datur, oppure, nel frattempo, sono dilapidati i soldi che prima c'erano, non ho idea, però non credo, penso che sia una di queste due casistiche.
Quindi il problema è questo, perché si è scritto in un piano che la Fondation Chanoux è disposta a pagare quando in realtà lei dice che non ha i fondi?
E se viene scritta una cosa di questo tipo su un programma evidentemente non corrisponde al vero e le domande sorgono, sorgono anche rispetto al tema dei Confini.
Io la ringrazio, perché, chiaramente, ha fatto giustamente un excursus che ha chiarito quale potrebbe essere l'obiettivo, l'incasellamento di questa Summer School, il problema è che se uno non parla di confini né di temi inerenti ai confini all'interno delle materie elencate in questo programma e poi lo mette surrettiziamente nel titolo, è chiaro che le domande sorgono.
Sono felice però che lei ci escluda categoricamente che il professor M. - e l'ha detto anche lei, non so se vorrà querelare anche lei, privacy, non si può dire il nome delle persone, guai, ci mancherebbe in quest'aula - per aver detto che è un professore non so se si offenderà, quindi sono felice di sapere che non sarà presente, e questa è una assicurazione, mi auguro che non siano presenti o non siano protagonisti i suoi "protetti", chiamiamoli così, visto che ben conosciamo il professore e, giustamente, ha ricordato anche lei quali scontri ci sono stati.
Se una persona avesse voluto, se una struttura, se un'istituzione avesse voluto però incentrare questo tipo di corso per esempio sul Carrefour d'Europe, o la Valle d'Aosta o i rapporti transfrontalieri e quant'altro, magari avrebbe potuto scriverlo, però non l'ha fatto.
Quindi io prendo assolutamente per buone le spiegazioni che lei mi ha fornito, però qualche dubbio rimane. Mi auguro che poi scrivere degli argomenti così, buttandoli lì, che poi non ci sia invece sotto il progetto di dire: "Va beh, ma aveva scritto questo, facciamo anche quest'altro".
Rimane un ultimo dubbio che è quello di scrivere in un programma ufficiale che la frequenza di 2/3 anni può "dare luogo a".
Un anno fa la differenza! Frequento due o frequento tre anni? In quante settimane? Quanti crediti? Non so, si butta lì e si dice: "Due o tre anni più o meno si fa la scuola".
Non lo so, mi auguro che venga chiarito anche questo aspetto.
Per il momento mi dichiaro soddisfatto e mi auguro davvero, Assessore, che faccia buona guardia per evitare che non dico "politicizzazione" in senso stretto, - cioè scuola politica, tipo le "frattocchie", tanto per intenderci - ma mi auguro che non si utilizzi l'Università per dare fiato, per propagandare delle idee e delle teorie che di certo poco hanno a che fare con il mondo accademico e molto hanno a che fare con il mondo politico.
Questa è la preoccupazione e questa è la preoccupazione e la richiesta di vigilanza che le esprimo.