Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1035 del 17 novembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1035/XVI - Interpellanza: "Azioni volte alla valorizzazione delle lingue minoritarie valdostane".

Bertin (Presidente) - I punti n. 16, n. 17 e n. 18 non hanno affrontati al rientro dell'assessore Sapinet, che, come detto, questa mattina assente per un impegno istituzionale. Pertanto passiamo all'interpellanza n. 19. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Lavy.

Lavy (LEGA VDA) - Je n'avais pas encore envie de retourner sur le thème de la question linguistique dans ces mois, car on est en train de faire des travaux préliminaires pour porter le thème à nouveau dans cette salle, travaux qui sont quand même en train de se développer de manière positive, mais on a eu quand même des événements qui m'ont porté à faire cette interpellation, parce que j'avais vu qu'on a une sorte de confrontation entre vous, Monsieur l'Assesseur, et des artistes locaux pour ce qui concerne la programmation de la Saison Culturelle dans laquelle on n'a pas de spectacles, on n'a pas des évènements en franco-provençal. Après j'ai su que le discours du Concours Cerlogne n'a pas encore démarré et on est au mois de novembre, en plus j'ai participé en tant que simple spectateur aux Assemblées de deux Associations culturelles valdôtaines qui sont très importantes : le Centre d'études franco-provençales de Saint-Nicolas et l'Assemblée de l'Association Augusta a Eischeme. Je n'ai vraiment pas compris la motivation pour laquelle on n'avait pas un membre du Gouvernement régional, il y avait un manque de quelqu'un qui représentait la Région là. Je sais que c'est une période dans laquelle on a beaucoup d'événements, je sais même que les Assesseurs, soit de la culture soit de l'instruction, ont quand même donné une réponse aux représentants des associations en s'excusant de leur absence, mais c'est quand même important, je crois, d'envoyer une sorte de lettre de salutation pour montrer que le Gouvernement était proche à ces associations savantes. Alors, c'est pour ces motivations que j'ai décidé d'écrire cette interpellation pour même comprendre celles que sont les lignes de votre Gouvernement pour ce qui concerne la question linguistique, pour porter, je crois, ces thèmes à nouveau dans cette salle avec des propositions et des idées. Parce que, on a vu beaucoup de vos programmes, mais, pour ce qui concerne les langues, on a vraiment vu très très peu. C'est pour cette motivation que je fais deux questions assez générales pour comprendre quel est, selon vous, le rôle des langues minoritaires dans la Vallée d'Aoste et quelles sont les actions pour un éventuel relance de ces langues en Vallée d'Aoste.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie collega Lavy, vedo il simpatico scambio avvenuto su Facebook al quale poi non ho dato seguito per evitare che diventasse una fiction è stato visto da diverse persone e devo dire che poi con alcuni rappresentanti dell'associazione ci siamo visti, ci siamo parlati lungamente, ci siamo chiariti e ci siamo anche raccontati le reciproche strategie e i reciproci intendimenti.

Rispetto alla mia presenza, io cerco di essere presente un po' ovunque ma, purtroppo, ci sono davvero eventi che si combinano, si incrociano, comunque il suo richiamo è accolto, assicuro di prestare la prossima volta maggior presenza a questi tipi di eventi, se ne sacrificheranno degli altri, ma è giusto il suo richiamo, io lo accolgo veramente come un consiglio e un richiamo corretto.

Rispondo alle sue domande che sono interessanti e, tra l'altro, mi permettono anche di precisare alcune cose. Rispetto alla domanda 1 su che concezione del ruolo della lingua franco-provenzale, delle parlate walser abbia il Governo regionale, per quest'Amministrazione la tutela, la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico, quindi del franco-provenzale, delle parlate walser e della lingua francese, è questione assolutamente centrale sia per la conservazione e lo sviluppo del nostro patrimonio culturale, sia per la nostra autonomia regionale, autonomia che, lo voglio precisare, non è solo legata agli aspetti finanziari, quindi alle norme sul riparto fiscale, agli spazi di manovra rafforzati e alle competenze legislative particolari che ci concede il nostro Statuto speciale ma anche aggiungerei soprattutto, come lei fa ben notare, alle nostre peculiarità linguistiche e culturali, peculiarità che non hanno colori politici o padrini o difensori esclusivi, ma che sono parte costitutiva del nostro essere Valdostani, che prescindono quindi da qualunque ideologizzazione.

Ci tengo a dirlo e a ribadirlo perché penso che su queste tematiche non ci possano e non ci debbano essere primazie di sorta, né tanto meno strumentalizzazioni politiche, e non mi riferisco a lei, collega Lavy, in quanto le riconosco davvero un sincero amore e una vera passione per la questione linguistica, ma ad altri che hanno usato e usano le nostre lingue definite minoritarie, a me non piace il termine "minoritario", preferisco limitarmi a parlare di lingue, con altri scopi e obiettivi, a volte anche snaturando il profondo valore della questione linguistica, che è una ricchezza e un'opportunità direi eccezionale e unica per tutti noi. Chiunque vive con orgoglio le proprie radici, anche chi si sente Valdostano, al di là del proprio luogo di nascita o del luogo di nascita dei propri genitori, dei propri antenati, credo abbia nella tutela e nella conservazione e nella valorizzazione del nostro peculiare patrimonio linguistico una sicurezza di appartenenza, un motivo di elevazione culturale ma anche civica e intellettuale. Mi piace pensare al pluralismo linguistico come a un elemento di apertura, non di chiusura, come a un patrimonio personale collettivo immateriale come viene comunemente definito, ma che ha nella sua materialità e nella sua sostanzialità incontournable irrinunciabile e imprescindibile... conoscere più lingue, poter annoverare il patois, il walser, il francese, in molti più casi di quelli che immaginiamo tra proprio le lingue madri, praticando nel contempo l'italiano con proprietà di linguaggio, con ricchezza lessicale è un qualcosa che glielo posso assicurare davvero fuori dai nostri confini regionali ci riconoscono con ammirazione e aggiungerei anche con un pizzico di invidia. Mi capita spesso, soprattutto da quando sono Assessore, di confrontarmi con persone francofone provenienti da altre regioni e tutti riconoscono in questa nostra ricchezza linguistica, il fatto di conoscere il francese ma anche di essere in tantissimi a parlare il patois davvero un atout straordinario, un atout che dà alla nostra piccolissima Regione un respiro internazionale che ci consente di coltivare la nostra autonomia con indubitabili vantaggi, sicuramente di tipo fiscale e legislativo ma anche sociali perché credo che la pratica e la conoscenza delle lingue, anche di quelle cosiddette "minoritarie", sviluppa anche attitudini, flessibilità cognitiva, capacità di crescita e di confronto assolutamente non scontate.

Detto ciò, noi stiamo lavorando anche con il collega Caveri, che ha l'importante ruolo di custode e valorizzatore, diciamo così, della ricchezza linguistica nei luoghi di elezione dell'apprendimento, a una revisione delle strategie con l'obiettivo prioritario di risollevare le sorti delle nostre lingue, che oggi in parte scontano l'assenza, di cui vi potrebbe parlare molto meglio di me l'assessore Caveri, di solide fondamenta normative regionali.

Facendo una piccola digressione sulla "Saison Culturelle" che lei cita nelle premesse come luogo in cui sono sostanzialmente assenti gli eventi in lingua francoprovenzale, la informo che nei 37 anni di "Saison" - io non lo sapevo, mi sono dovuto far fare un conteggio - i concerti o gli appuntamenti in patois sono stati poco più di dieci, ripeto, in 37 anni. Pochini e discontinui a dirla tutta, ragion per cui stiamo lavorando a un nuovo contenitore che possa sostenere l'ampia cultura musicale presente sul territorio, compresi naturalmente i nostri dialetti, demarcandone una volta per tutte con continuità annuale la grande potenzialità espressiva e dandogli una propria dignità riconosciuta e ben definita. Non posso ancora anticiparle nulla in quanto stiamo ancora definendo le ultime questioni di carattere organizzativo e finanziario, ma a brevissimo daremo notizia di questa novità che spero possa essere ben accolta sia dai lavoratori, sia dal pubblico.

Tutt'altra cosa è bene ricordarlo sono lo "Charaban" e il "Printemps Théâtral", la cui organizzazione non è in capo alla Regione, ma che sono realizzati da associazioni per le quali annualmente è previsto e viene erogato un contributo anche piuttosto interessante direi a sostegno dell'attività ordinaria e di altre iniziative. Credo che lei conosca queste realtà associative forse meglio di me e che sappia molto bene come e con quali entità vengono finanziate e sostenute così come le molteplici sociétés savantes che lei ha citato che si occupano della valorizzazione proprio del patrimonio etno-linguistico per il quale l'anno scorso abbiamo erogato, lei lo sa bene, una buona e sostanziale contribuzione che quest'anno verrà ulteriormente incrementata.

Torniamo al punto: crediamo che il francoprovenzale e le parlate walser, per essere valorizzati al meglio, debbano trovare una loro piena e nuova collocazione non limitatamente nelle attività culturali di spettacolo ma attraverso una revisione organica e organizzativa che definisca chiaramente come si intenda operare per la salvaguardia e la valorizzazione della lingua. Per questo siamo convinti che non sia sufficiente mettere in cartellone concerti o spettacoli in francoprovenzale ma che serva un nuovo assetto organizzativo che immaginiamo essere una struttura organizzata e strutturata appunto, mi scusi il gioco di parole, che operi a pieno regime con la presenza di personale opportunamente dedicato e formato: ad esempio, esperti in possesso di competenze professionali in ambito demo-etno-antropologico e linguistico. Su questo stiamo lavorando da quasi un anno e presto daremo conto delle nostre conclusioni in modo da cominciare anche l'iter sotto il profilo della sostenibilità organizzativa e finanziaria.

Rispetto alla questione 2: "quali siano le intenzioni per valorizzare al meglio le lingue minoritarie", il tempo purtroppo stringe e quindi condenso, la valorizzazione delle lingue minoritarie valdostane si attua attraverso l'attività des guichets linguistiques attraverso la prosecuzione dei rapporti con l'Università della Valle d'Aosta nell'ambito della ricerca linguistica attraverso l'attivazione dei corsi di patois in collaborazione con i Comuni valdostani, che peraltro sono già stati deliberati, attraverso la realizzazione di iniziative specifiche quale la Festa transfrontaliera Lo Pan Ner e il Concours Cerlogne che delibereremo la prossima settimana nei suoi aspetti organizzativi finanziari e sveleremo dove faremo il Concours Cerlogne, attraverso l'implementazione degli archivi sonori e audiovisivi dedicati alla memoria e alle tradizioni solo per indicare alcune azioni, con riferimento agli accenni che lei fa nella premessa della sua iniziativa.

Per concludere le ricordo che nel 2021 abbiamo, tra l'altro, presentato - e quella è stata proprio una richiesta di accelerazione, che mette sempre un po' sotto stress le strutture che ringrazio pubblicamente - la pubblicazione del primo volume de "l'Atlas des patois valdôtains", un'opera collettiva di grande interesse per la linguistica e la valorizzazione del patois che è stato presentato nell'ambito di un convegno internazionale coordinato dall'Università della Valle d'Aosta.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Lavy.

Lavy (LEGA VDA) - Je dois admettre que je suis satisfait de votre réponse et dans une certaine façon je ne me l'attendais pas. Je croyais que vous aviez une sorte de sensibilité un peu différente, mais au contraire vous avez démontrez que vous avez à cœur cette question qui est très compliquée et qui est quand même le fruit d'une sorte de politique dans les années qui n'a pas été si efficace d'une certaine façon. S'il y avait ici une figure assez importante du monde walser: Don Busso, peut-être qu'il commencerait son intervention avec une phrase: "wén war séin sinh chinn séiwer gsinh mia guti z'hoeischu dén z'luase", qui signifie "quand on est enfants, on est toujours plus capables de demander que d'écouter". On devrait, je crois, se demander si ce qu'il a été fait pendant ces années, pendant ces décennies, a eu des résultats ou non. Sur certaines questions la réponse est oui, sur d'autres non, parce que simplement le fait qu'on n'a pas des données organiques, des numéros pour ce qui concerne qui parle une langue, quels sont les locuteurs c'est un problème, parce qu'on ne sait pas comment on peut distinguer une politique ou non pour une langue ou pour une autre et pour comprendre si ce qu'on fait a été efficace ou non.

Je suis content de vos intentions, on doit voir si les moyens pour appliquer ces idéaux, ces principes sont efficaces ou non. Là c'est la question vraiment la plus importante parce que, si on n'a pas les moyens pour contrôler qu'une politique puisse être faite d'une manière correcte, on ne peut même pas comprendre si la politique a un sens ou non. C'est sûrement important de continuer à travailler dans une manière assez importante. J'ai contacté différentes personnes qui, peut-être, avec le président Restano, en Ie Commission, iront même ici à parler de systèmes qui fonctionnent, qui marchent, le système suisse et après celui du Friuli avec la minorité slovène, qui est très intéressant et qui peut être porté pour certains aspects ici en vallée d'Aoste, donc je crois que le travail à faire est beaucoup, mais on le fera.