Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1034 del 17 novembre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 1034/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a tutelare le prerogative dello Statuto speciale valdostano in materia di utilizzo delle acque pubbliche ad uso idroelettrico".

Bertin (Presidente) - Punto n. 15 dell'ordine del giorno. Illustra l'interpellanza il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Nel momento in cui è stata scritta l'interpellanza, il disegno di legge concorrenza era ancora sostanzialmente una bozza, oggi invece è stato effettivamente emanato dal Consiglio dei ministri. All'interno dell'annuale disegno di legge per il mercato e la concorrenza vi è un articolo: l'articolo 5, che riguarda le disposizioni in materia di concessioni di grande derivazione idroelettrica, non è la prima volta che il mio gruppo presenta delle iniziative sul tema, cerco di andare per punti per arrivare poi alle quattro domande dell'interpellanza, che cercano e vorrebbero capire meglio rispetto a quello che si sta facendo.

All'interno del disegno di legge sulla concorrenza sono stati inseriti e sostituiti alcuni commi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999, che era quello che disciplinava il settore idroelettrico. In particolare è stato inserito un comma in cui si sottolinea il fatto che le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche si svolgono in ogni caso secondo parametri competitivi, equi e trasparenti sulla base di un'adeguata valorizzazione economica dei canoni concessori e di un'idonea valorizzazione tecnica degli interventi di miglioramento della sicurezza delle infrastrutture esistenti e degli interventi di recupero, capacità di invaso e quant'altro. Insomma, in poche parole si ribadisce il principio della competitività, equità e trasparenza della gara.

Vi sono poi due sostituzioni che in realtà sono collegate, in un caso si aggiorna una data già presente all'interno del decreto legislativo che ho citato e, in particolare, si afferma che le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche sono avviate entro due anni dalla data di entrata in vigore della legge regionale di cui al comma 1ter, quello che citavo prima, e comunque non oltre il 31 dicembre 2022. Le Regioni comunicano tempestivamente al Ministero infrastruttura mobilità sostenibile l'avvio e gli esiti delle procedure di assegnazione delle concessioni.

Vi è poi un'ulteriore sostituzione di un comma all'interno del quale anche qua si riaggiorna una data, ovvero si dice che per le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche che prevedono un termine di scadenza anteriore al 31 dicembre 2023, ivi inclusi quelle già scadute, le Regioni procedono alla rinegoziazione dei rapporti concessori per il tempo strettamente necessario al completamento delle procedure di assegnazione e comunque non oltre due anni dall'entrata in vigore della presente disposizione, tenendo conto ovviamente poi di tutta una serie di previsioni riguardo a chi entra e chi esce dalla concessione.

All'interno del DDL vi è poi un secondo comma all'interno dell'articolo 5 che statuisce che le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, che alla data di entrata in vigore della presente legge hanno già adottato una disciplina legislativa ai sensi dell'articolo 12 e non hanno ancora avviato le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, applicano ai fini dell'avvio delle predette procedure anche le norme di grande riforma economico-sociale della Repubblica, e si richiama nuovamente il comma 1ter dell'articolo 12, ovvero quello che ho letto per primo che parla appunto di procedure di assegnazione basate su parametri competitivi, equi e trasparenti, e non mi dilungo su questo aspetto.

Perché è detto tutto questo? Perché ricordo in varie iniziative fatte il richiamo sempre e comunque a una previsione del decreto legislativo n. 79 riguardante le cosiddette "clausole di salvaguardia", ovvero che, al di là delle norme generali di gestione del mercato idroelettrico, il comma 1 octies dell'articolo 12 diceva e dice: "sono fatte salve le competenze delle Regioni a statuto speciali delle Province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dei rispettivi Statuti e delle relative norme di attuazione".

Ora, non voglio entrare nella storia di quello che sono state le varie vicissitudini legate alla Commissione paritetica o quant'altro, ma richiamiamo un dubbio che ci siamo posti, perché la Regione non ha, ancorché in una modalità semplificata, legiferato sull'ambito? Ci è sempre stato detto in poche parole che, grazie alla norma di salvaguardia, di fatto dobbiamo legiferare in altra maniera. Questo dubbio comunque ci permane perché un po', e lo abbiamo già detto, la Commissione paritetica non sappiamo nel concreto cosa stia facendo... per carità di Dio, speriamo che lavori, però in tal senso è bene porsi questa domanda, e infatti è una delle quattro domande, perché comunque nel DDL concorrenza si citano nuovamente le Province autonome di Trento e di Bolzano e soprattutto laddove si parla appunto del fatto che non sono già state avviate le procedure di assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica, si rimanda al principio di concorrenza, equità e trasparenza.

Per questo motivo si chiede al Governo regionale: "quale sia lo stato di avanzamento dei lavori della Commissione paritetica in merito alla costituenda norma di attuazione in materia di concessioni di grande derivazione idroelettrica", in sintesi se si richiama nelle norme statali e anche nelle norme che coinvolgono comunque realtà autonome ai principi di competitività, equità e trasparenza, su cosa sta lavorando la Commissione paritetica? E sappiamo tutti cosa vogliamo dire.

Si chiede poi: "se ad oggi vi siano state interlocuzioni specifiche con il Governo nazionale o suoi esponenti sulla materia in oggetto ovvero con i nostri rappresentanti in seno al Parlamento anche con riferimento ai contenuti del già citato DDL per il mercato e la concorrenza per l'anno 2021"; "perché ad oggi - e questa è una domanda dove spero di avere una risposta chiara - non si sia ritenuto necessario dar corso alla presentazione di uno specifico disegno di legge regionale così come fatto da altre Regioni sulla materia" e "quali azioni intenda porre in essere per salvaguardare le previsioni di cui all'articolo 3 dello Statuto speciale in materia di utilizzo delle acque pubbliche a uso idroelettrico", ma soprattutto perché, ripeto, il richiamo continuo ai principi di cui sopra mi fa ben poco pensare a corsie preferenziali o modalità preferenziali di assegnazione. Dico questo perché sappiamo che, al di là dei proclami fatti qua, c'è anche chi su questa cosa ci ha fatto più di una cavalcata in ordine elettoralistico e soprattutto andando ovviamente a rilanciare le questioni dell'acqua pubblica, che poi sono due cose completamente diverse: quella della gestione della concessione e quella della proprietà pubblica dell'acqua, ma di questo è inutile parlarne in questa sede perché chi vuole capire capisce, chi non vuole capire crede.

Detto questo, io spero che queste quattro domande possano comunque darci contezza di quello che si sta facendo e soprattutto del perché non si è legiferato.

Devo rinnovare un po' la mia preoccupazione perché in particolare il comma 2 di questo articolo 5 del DDL concorrenza un po' mi preoccupa e, tra l'altro, era in neretto perché è stato aggiunto successivamente alla prima bozza, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, quindi fra le Regioni ci siamo anche noi, che hanno già adottato una disciplina ma non hanno avviato procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche applicano ai fini di queste procedure il di cui sopra. E chi non ha adottato una disciplina legislativa che cosa fa?

Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Grazie Presidente, ringrazio anche il collega Aggravi per questa interpellanza, che, come sempre, è molto puntuale e permette, spero, di fare qualche chiarezza sui punti che sono toccati e le domande che sono poste. È indubbiamente un tema molto spinoso come sappiamo tutti, che ha tante sfaccettature, non in ultimo appunto l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del DDL concorrenza, che ha effettivamente dei punti grigi, diciamo così, per quanto ci riguarda.

Venendo alle risposte alle domande, per quanto riguarda la prima: "qual è lo stato di avanzamento dei lavori...", credo sia cosa nota che la Commissione paritetica fin dalla prima seduta, quella alla quale avevo partecipato anch'io insieme alla Ministra... la questione delle norme di attuazione per le grandi concessioni, per le concessioni idroelettriche era stata messa come primo punto da affrontare e così è stato. Fin dalla prima riunione della Commissione si è analizzata la bozza che già era in mano alla precedente Commissione paritetica, su quello si è lavorato e si è anche licenziato un primo schema di norme di attuazione che è stato già trasferito alle strutture governative per il vaglio degli uffici competenti. Dal punto di vista della bozza di norma, quindi la Commissione ha sostanzialmente già fatto il suo lavoro, la prima parte, rimandando poi a un'analisi di ritorno dalle strutture del Governo.

Per quanto riguarda invece le interlocuzioni e in particolare in sintesi il riferimento al DDL concorrenza, di questo ne abbiamo parlato con i membri della Commissione paritetica di parte regionale in un incontro che abbiamo fatto adesso non ricordo se giovedì o venerdì, comunque qualche giorno fa, erano proprio i giorni in cui il disegno di legge veniva affrontato all'interno del Governo, quindi con alcuni punti che erano ancora in discussione ma, di fatto, abbiamo affrontato in una prima analisi quello che era in esso contenuto, in particolare la questione che lei ha sottolineato in riferimento alle disposizioni di modifica del decreto legislativo n. 79. Abbiamo chiesto agli uffici una verifica puntuale delle ricadute che queste possono avere sul nostro sistema, sulla nostra impalcatura sia delle norme di attuazione e poi della legge che sarà da fare in seguito, ma su questo torno successivamente rispetto alle risposte alla terza e quarta domanda.

Nello specifico nella Commissione paritetica c'era anche il senatore Bressa peraltro e abbiamo affrontato anche la questione di eventuali modifiche da richiedere in fase poi di iter parlamentare del disegno di legge, che inizia di fatto adesso, quindi una prima analisi tecnica da parte degli uffici di quello che è da affrontare dal punto di vista tecnico e poi il Senatore affronterà la questione nelle sedi opportune.

Rispetto invece alle altre due domande, lei ha chiesto una risposta chiara, di fatto la risposta in parte se l'era già data, nel senso che la risposta è sempre la stessa, ma è abbastanza chiara e dirimente, nel senso che una legge non è mai stata portata avanti perché si è sempre ritenuto, giustamente come lei ha sottolineato, che il decreto legislativo n. 79/1999 non si applicasse in Valle d'Aosta. È quello il motivo per il quale una legge non si è fatta.

Inoltre la clausola di salvaguardia che è citata anche nella sua interpellanza richiama espressamente il fatto che debba essere una norma di attuazione lo strumento appunto di attuazione del dettato statutario e di armonizzazione della legislazione nazionale all'ordinamento regionale, quindi quello è il primo strumento; una volta che c'è la norma di attuazione si potrà procedere in maniera diversa ma non ci sono interpretazioni di mezzo, nel senso che quello è sempre stato sostenuto. Adesso al di là delle giuste preoccupazioni che condivido rispetto a quanto inserito nel comma del DDL concorrenza, che andrà verificato, capiremo come affrontarlo ma rimane il fatto che l'impianto del nostro sistema è questo, quindi, per quanto riguarda le competenze legislative riconosciute alla Regione dallo Statuto speciale in ambito di acque, sia acque pubbliche, quindi destinate all'irrigazione e all'uso pubblico, sia quelle... è un altro comma dello Statuto, adesso non me le ricordo, per uso idroelettrico, lì siamo e quindi la norma di attuazione è lo strumento che dobbiamo usare per incidere in quel campo. Non so se ho risposto ma questo è quello che posso dire in questo momento.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - La prima cosa che ho capito è che il nostro uomo all'Avana è il Senatore, è vero che il disegno di legge farà il suo percorso, è vero che nella prima stesura si è fortemente voluto incentivare il principio della concorrenza, anche perché c'è una cosa che tutti citano come un pozzo di San Patrizio: è il piano nazionale di ripresa e resilienza senza dimenticarsi che la parte alta sono delle riforme e la concorrenza è fortemente uno dei principi cardine del PNRR. Probabilmente quindi il disegno di legge si voleva utilizzare anche in ottica di contrattazione europea, però, vede, la mia preoccupazione rimane ma non per l'abilità diplomatica del nostro Senatore, meglio Senatore della Deputata... è vero, lei dice non ci sono altre interpretazioni, le norme di attuazione sono lo strumento con il quale una struttura rigida come quella che caratterizza il nostro Statuto deve operare, però un po' di preoccupazione c'è perché mi sembrerebbe strano, e cito sempre il comma 2 dell'articolo 5, che, di fatto, noi siamo altra cosa rispetto al novero delle Regioni e quindi forse prudenzialmente, lo avevamo già detto e lo ripetiamo, una legge si sarebbe potuta fare.

Fra l'altro, lei viene come il sottoscritto dalla scorsa legislatura e in chiusura di legislatura ci fu anche un allarme a un certo punto durante un Consiglio sul quale vi era la necessità di valutare una legge che ci consentisse di passare la nottata del momento, cioè superare quelle date che continuano a essere aggiornate.

Rispetto però alle prime iniziative da noi fatte, oggi il quadro europeo è chiaro, perché comunque la procedura è stata chiusa, bisognerà leggere le motivazioni che avevano cercato di bloccare la regionalizzazione - semplifico - delle concessioni, però ripeto, pur avendo capito che la Commissione paritetica qualcosa ha licenziato e le strutture del Governo stanno valutando, sinceramente io non so se questo stia bastando per il futuro delle nostre concessioni. Sono molto preoccupato, lo dico veramente anche perché dubito fortemente che ci verranno fatti degli sconti rispetto al resto dell'Italia, perché ovviamente il business è notevolmente interessante, soprattutto per tutta una serie di realtà dove sino ad oggi hanno fatto la parte del padrone non delle società partecipate ma delle parastatali o comunque private. Il grande gioco delle concessioni, quando partirà non si sa, io quindi penso che avverrà con delle regole certe ovunque, anche perché, quando si parla di direttive europee, di indicazioni europee, non è che abbiamo tanto da saltare al di là delle norme di attuazione.

Il mio stato di preoccupazione quindi permane, sinceramente la risposta alla terza domanda, quella del perché non si è fatto un disegno di legge era un po' tautologica, però era necessario porsela, vedremo cosa succederà e quale sarà il percorso che farà il disegno di legge sulla concorrenza e se non ci saranno blitz da una parte o dall'altra, perché sappiamo benissimo che, per quello che riguarda il potere contrattuale in Parlamento, per quello che ci concerne, è sicuramente minore di... sicuramente il contributo che potrà dare un membro politico che lei ha citato della Commissione paritetica potrebbe essere grande cosa visto che fa parte di un partito nella coalizione di governo nazionale, quindi chissà se quella nomina servirà a qualche cosa. Resta il fatto, ripeto, che questo comma 2 andrà visto con estrema attenzione perché, al di là delle prerogative statutarie di tutti e delle norme di salvaguardia, ripeto, cita i principi di competitività, equità e trasparenza delle gare.