Oggetto del Consiglio n. 1025 del 17 novembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1025/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno del Presidente della Commissione consiliare competente ad attivare un confronto urgente sulle problematiche emerse in sede di applicazione della normativa regionale in materia di ERP".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo. Siamo al punto n. 6 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione della mozione si è prenotato il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (GM) - Torna per la terza volta in Consiglio questa mozione e finalmente riusciamo ad approfondirla e a parlarne. In realtà da oltre un anno, fin dalla prima convocazione della V Commissione, avevamo richiesto di approfondire il tema dell'edilizia residenziale pubblica. In questo anno abbiamo prodotto una lunga serie di attività ispettive sul tema della casa di ERP, non solo come gruppo di Pour l'Autonomie, ma anche con i colleghi di opposizione della Lega Vallée d'Aoste, attività per le quali molto spesso non abbiamo avuto le risposte chiare. Riteniamo - anche con il nuovo gruppo - che si debba fare il punto su un tema molto impegnativo. Lo faccio, ovviamente, come moderato, perché il tema è certamente di forte tensione emotiva e va preso in carico con la dovuta attenzione.
Come tutti sapete le politiche della casa in Valle d'Aosta sono regolate dalla legge 3, che reca tutte le disposizioni in materia di politiche abitative che molto spesso abbiamo richiamato nelle nostre attività ispettive. Ricordo anche la mozione presentata il 26 marzo 2021, che sollecitava a intervenire nelle Commissioni competenti per confrontarsi su determinati temi. Cito qualcuno di questi temi: il progetto di riqualificazione del quartiere Cogne, l'esclusione delle villette degli impiegati e delle nuove Stura dal piano di riqualificazione, la questione dell'abbattimento del grattacielo del quartiere Cogne che vede un ulteriore stop, il bando affitti non ancora avviato. C'è un impegno dell'Assessore a avviare quest'ultimo al più presto e ora si aggiunge anche il dispositivo del provvedimento del Tribunale di Torino riferito al bando 2018, di cui chiederei notizie sugli intendimenti che vorranno essere adottati. Notizie sul programma di opere pubbliche sul piano triennale: come è noto il piano triennale risale al 2017, in parte è stato aggiornato da una delibera di indirizzi, ma rimane quello, e anche le risorse in cassaforte dell'ARER, oltre 8 milioni di euro, i famosi buoni postali.
Torno a dire che avevamo più volte chiesto un'audizione del presidente e del direttore dell'ARER, all'allora presidente della V Commissione, congiuntamente alla III Commissione, ma non si è fatto nulla; probabilmente le tensioni politiche di questi mesi hanno ritardato questo che riteniamo sia un importante appuntamento, quindi questa è l'occasione per fare.
Fatemi fare due riflessioni sul quartiere Cogne. Un quartiere così spesso e pesantemente richiamato in termini negativi: l'ultimo articolo che ho letto lo indicava come il Bronx della Valle d'Aosta. E allora cosa dobbiamo fare come politica per mettere più attenzione, più attenzione sociale, più controlli con applicazioni di maggiore buon senso e anche e soprattutto nelle assegnazioni. Mi pare che sia uscita in questi giorni la graduatoria provvisoria, ci sono 573 nuclei familiari che sono in graduatoria e che quindi aspettano una casa popolare; ho la sensazione che arriveremo al prossimo bando, all'aggiornamento dell'anno prossimo, dando pochissime risposte in questo senso.
Nel lungo elenco di attività ispettive che hanno favorito la stesura di questa mozione, tutte attività ispettive che sono entrate nel cuore di molte problematiche dell'ERP, edilizia residenziale pubblica, vorrei citare e affrontare successivamente alcuni temi che rimangono comunque a memoria: si parla dell'occupazione stabile dell'alloggio, del concetto di abitare stabilmente nell'alloggio assegnato, che va meglio definito e non lasciato all'interpretazione di una dirigente; del rispetto dei regolamenti che, dal nostro punto di vista, dovrebbero essere aggiornati; del tema delle decadenze e delle occupazioni abusive che persistono, i cambi alloggio, l'aggiornamento delle graduatorie, l'emergenza abitativa con un approfondimento molto più chiaro e serio sulle relazioni sociali. Stamattina ho esordito chiedendo al Presidente di fare in modo che le relazioni fatte dalla commissione regionale degli ERP possano arrivare per fare poi una valutazione anche sugli interventi di quella struttura.
L'assegnazione degli alloggi di ERP è un dato veramente sul quale bisogna prestare attenzione. A volte l'assegnazione dell'alloggio a un nucleo familiare dapprima può sembrare per loro la fine di un percorso avviato anni prima per ottenere l'assegnazione della casa popolare, ma immediatamente dopo può trasformarsi in un incubo dopo l'assegnazione, per l'effetto dei rapporti di convivenza complicati con i vicini. Un esempio, ma non l'unico: una famiglia con bambino adolescente cui viene assegnato l'alloggio adiacente a un nucleo notoriamente turbolento, già più volte segnalato anche alle forze dell'ordine e che magari entra ed esce dal carcere, o casi sociali conclamati; lì bisogna prestare davvero attenzione alle assegnazioni.
Poi la ripartizione delle spese, il calcolo dei canoni e molto altro. Come abbiamo già detto, tutto è regolato dalla legge 3, con successive modificazioni che si sono effettuate da un regolamento dell'ARER che, per l'uso dei beni e la ripartizione delle spese degli edifici di edilizia residenziale pubblica, è del 15 maggio 2007. Credo che sulla base degli anni che sono passati e degli accadimenti di questi ultimi anni, in primis il Covid, andrebbero rivisti e aggiornati, tenendo conto delle nuove esigenze sopravvenute ai nuclei familiari. Quindi, sarà opportuno intervenire sulla legge 3 e chiarire l'allegato A della delibera di Giunta 349 del 24 marzo 2017, riguardante le condizioni, le modalità di presentazione, i criteri di proprietà e le procedure per l'assegnazione dell'emergenza abitativa e anche rinnovare il datato regolamento dell'ARER.
La situazione sociale sta diventando sempre più complicata. Il nuovo aggiornamento della Caritas, che tutti sono certo abbiate letto, è decisamente preoccupante e sappiamo che molte famiglie sono entrate nel perimetro delle famiglie da sostenere. Ma richiamando l'ARER con il quale si aveva un rapporto di grande ed effettiva collaborazione, di approfondimento e di confronto sui temi, di valutazione anche sugli interventi legislativi e sulle modifiche degli interventi legislativi, ritengo che sia necessario che si instauri un nuovo rapporto, o meglio, che si torni quantomeno al vecchio e proficuo rapporto.
L'ARER gestisce adesso 1701 alloggi, 900 al quartiere Cogne in gestione, 801 di proprietà, oltre a 1687 box e a 428 altri immobili. Credo che questo peso sia davvero importante e quindi dal punto di vista organizzativo bisogna migliorare nel rapporto soprattutto con un target di utenti cittadini, che certamente vive momenti difficili e non da oggi: molti sono alla ricerca del lavoro perso, molti sono sostenuti con questo fantomatico reddito di cittadinanza, molti sono pensionati e con pensioni contenute.
Torno ancora una volta, purtroppo, a parlare del sito dell'ARER. Avevo già sottolineato più volte che, in un contesto in cui gli orari di ricevimento del pubblico sono limitati, un sito più efficiente potrebbe dare delle risposte su procedure e disposizioni. Ho qui il tema del calcolo dell'affitto: "Pagina in costruzione"; emergenze abitative: "Pagina in costruzione"; la verifica dei requisiti: "Pagina in costruzione"; gestione bandi e assegnazioni: "Pagina in costruzione"; ce ne sono tanti altri, e mi fermo qui. Credo che qui si debba fare un attimino una valutazione.
La Regione deve fare la sua parte, dare un indirizzo e capire bene chi è innanzitutto il referente del servizio, dirci se ritiene efficiente ed efficace l'operato dell'ARER, che capisco possa essere andato in difficoltà con l'acquisizione di oltre 900 alloggi e di 784 box di proprietà del Comune di Aosta; questo può mettere l'affanno, ne siamo consapevoli. Poi ci sono stati dei cambiamenti in ambito direzionale dell'ARER e anche questo possiamo considerarla un'attenuante, ma bisogna cambiare.
Voglio ancora sottolineare l'intervento quasi in imbarazzo del coordinatore dei servizi sociali, che ha risposto al collega Manfrin in V Commissione, perché si parla poco o quasi niente di edilizia residenziale pubblica nel PSBS, piano sociale benessere sociale. Ci ha parlato dell'esistenza del piano triennale ma, come ho detto prima, è un piano triennale legato a decisioni assunte nel 2017, dove i dati del fabbisogno abitativo risalgono a quel momento e vanno attualizzati. Nel piano triennale inevitabilmente si dovrà fare e parlare di housing sociale, ma certamente solleciteremo l'esecutivo a parlarne.
Abbiamo anche in questo ambito dovuto convivere con problematiche di carattere conflittuale all'interno delle strutture, tra dirigente di assessorato e dirigente ARER: che anche queste vanno risolte in qualche modo. Parlo anche dell'empatia che bisogna costruire in un ambito di strutture organizzative, dell'inaugurazione del complesso Condominio del Sole, dove i dipendenti dell'ARER erano completamente assenti e dove pare che non siano stati nemmeno invitati; non è una cosa carina.
Ritorno a parlare di aspetti sociali, dove bisogna davvero approfondire le questioni, perché non è sufficiente provvedere a dare le assegnazioni. Porto all'esempio due casi, colleghi. Un cittadino di 77 anni, da sempre residente ad Aosta, con gravi e documentati problemi di salute, che finalmente vede l'assegnazione dell'alloggio popolare. Residente ad Aosta da sempre, alloggio popolare assegnato a Issogne! Come si può assegnare un alloggio a Issogne a un cittadino che è da sempre residente ad Aosta di 77 anni? Senza patente, perché non è stata rinnovata per questioni di salute e con l'esigenza di andare all'ospedale settimanalmente. Che cosa è successo? Ecco che il cittadino viene escluso dalla graduatoria, in quanto obbligato a rinunciare all'alloggio di Issogne. Va rivisto anche il concetto del bando regionale, bisogna intervenire.
Un altro esempio. Ci scrive un'utente, tra le tante: "Gli operai sono venuti a smontare i termosifoni, perché troppo pesanti e hanno crepato il muro che li sosteneva. Sono due mesi che aspetto, ho chiamato più volte, ho due bambini in camera e fa troppo freddo".
Ora pare notizia di ieri che questa tematica sia risolta solo parzialmente, ma con tre mesi e mezzo di ritardo.
Io credo che uno degli obiettivi fondamentali su cui dobbiamo concentrarci è che bisogna smettere di complicare la vita ai cittadini e mettere fine a certe disattenzioni. Poi c'è il discorso dell'emergenza abitativa sul quale è necessario riaffrontare la questione dell'allegato A; tanti sono i problemi. Pertanto, per tutto quello che abbiamo evidenziato, chiediamo di avviare nelle Commissioni competenti, quindi la III e la V, un approfondimento sull'attività di gestione da parte dell'assessorato e una attività di controllo degli indirizzi, perché a questo punto diventa necessario e urgente un confronto fatto di doverose audizioni, con l'ARER, con il Comune di Aosta, con le assistenti sociali; ai presidenti di Commissione, soprattutto alla Giunta, affinché si vada a modificare l'assetto organizzativo di questa importante parte del sociale. Questo chiedo come consigliere del gruppo misto, ma anche a nome dei colleghi di Pour l'Autonomie che hanno firmato questo documento, chiediamo di approfondire questo tema, di andare in Commissione anche con una certa continuità, per migliorare la situazione e dare delle risposte più efficienti ai cittadini della Valle d'Aosta.
Presidente - Con l'illustrazione della mozione, apriamo la discussione generale. Chi vuole intervenire si prenoti. Consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Desidero ringraziare il collega Baccega che ha presentato questa iniziativa che, nelle sue premesse, richiama due iniziative che il nostro gruppo ha presentato e che mi vede primo firmatario, le quali evidenziano alcune criticità che sono state riassunte dal collega durante la sua illustrazione. Io credo che il lungo intervento che è stato fatto in presentazione di questa mozione sia un baedeker dei problemi del settore dell'edilizia residenziale pubblica in Valle d'Aosta. Ne sono stati affrontati tanti e mettere un punto credo sia assolutamente necessario.
Vengo alle premesse: sono state citate due iniziative, la n. 17 e la n. 40. La n. 17 riguardava un alloggio abbandonato, al punto tale che i piccioni lo avevano colonizzato, arrivando a sfondare i vetri e trasformandolo in una voliera. La risposta in aula ci aveva detto che in realtà quell'alloggio pareva che, siccome la posta veniva ritirata, fosse tutto a posto, ma che sarebbero stato fatti approfondimenti; siccome era più di un mese fa, mi auguro che questi approfondimenti siano stati fatti. Un'altra iniziativa, la n. 40, prevedeva invece un caso di decadenza, ed è un punto che è stato affrontato dal collega Baccega, relativo a una situazione che si è realizzata nella bassa Valle, dove un nucleo ha deciso, siccome non gradiva la sistemazione, non gradiva i vicini, di aggredire questo nucleo che era arrivato per ultimo all'interno di un edificio, di un condominio, ha deciso di aggredire i propri vicini. Ci sono le denunce riportate dalla stazione dei Carabinieri della bassa Valle, ci sono reiterate proteste, mail e richiami all'intervento dell'ARER, episodi di violenza conclamati, provati da denunce: in tutti questi eventi, che sono stati plurimi, c'è stato un solo richiamo da parte dell'ARER. Come lei sa, Assessore, e come voi sapete, per far applicare la decadenza dei nuclei c'è bisogno di tre richiami ufficiali e quindi nemmeno aggredendo un vicino più volte si provoca la decadenza di un nucleo. Mi chiedo, a questo punto, che cosa si debba fare per decadere dall'assegnazione.
D'altra parte nel 2019 avevo richiesto un elenco di quelle che erano state le decadenze applicate dal momento in cui era entrata in vigore la legge regionale 3 del 2013, di cui si è parlato, e l'elenco comprendeva ben dodici decadenze, cioè dal 2013 al 2019 c'erano state dodici decadenze. Ora, prendendo in esame la situazione che presentano gli organi di informazione a cadenza quasi periodica, per esempio dal quartiere Cogne, effettivamente si evidenzia una situazione che motiverebbe forse più decadenze. Ma anche banalmente prendere in mano quello che è l'elenco delle morosità ci spronerebbe a dire - siccome la legge prevede che se tu non paghi l'affitto per più di tre mesi devi decadere - come mai non si decade dall'assegnazione.
Qui arriveremmo invece su una nuova criticità, che è quella che il sottoscritto ha evidenziato più volte in quest'aula: il fatto che, pur essendo previsto nella legge 3 del 2013, a oggi nessuno è ancora andato a definire che cosa si intenda, quali siano i limiti e come vengono finanziati quegli inquilini e quelle morosità che ricadono sotto la morosità incolpevole. A oggi ancora nessuno ha deliberato, come previsto da una legge del 2013; dal 2013 a oggi non si è trovato il tempo, il modo, le modalità, la voglia, di deliberare che cosa sia la morosità incolpevole. Nonostante questo, però, ci sono molti nuclei che non pagano l'affitto e che in teoria, secondo la legge, pur non essendo deliberata la morosità incolpevole, dovrebbero a quel punto decadere, ma non decadono.
È un meccanismo strano quello che si è creato ed è strano anche perché, per esempio, e questo è quello che secondo me è stato detto, ci sono molte famiglie, abbiamo una graduatoria che è di circa 500 nuclei familiari, che attendono un alloggio, l'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica e magari hanno ISEE zero. Quello che non si sa, e che io a cadenza regolare ricordo e ogni tanto viene ripreso anche dagli organi di informazione che lo scrivono stupidi, come se fosse una novità, l'ho detto nel 2018, l'ho detto quando ero in Comune ad Aosta, l'ho detto nel 2019, l'ho detto nel 2020, l'ho detto nel 2021; gli organi di informazione lo riportano e tutti dicono: "Ah, ma lo sapevate che era così?". Lo dirò un'ennesima volta: ci sono nuclei che hanno un ISEE superiore ai 100 mila euro, ci sono anche ex consiglieri regionali che hanno alloggi di edilizia residenziale pubblica; non vi dico neanche a quale partito facevano riferimento all'interno di questa aula, ma mi permetto di guardare i miei dirimpettai. Quindi, assegnatari di alloggi di diritto residenziale pubblica che facevano i consiglieri regionali, ma anche assegnatari che hanno più di 100 mila euro di ISEE, perché la nostra legge ci dice che, se tu al momento dell'assegnazione rientri nei canoni di reddito puoi avere l'alloggio, ma se il minuto dopo vinci 5 miliardi di euro al SuperEnalotto mantieni l'alloggio e non esci; unico caso in tutta Italia! Io ho guardato tutte le leggi sull'edilizia residenziale pubblica e non ho visto una sola legge che prevedesse una cosa di questo tipo. Quindi, noi abbiamo casi di persone che hanno più di 100 mila euro di reddito che hanno la casa popolare e persone che hanno ISEE zero che sono nella graduatoria in attesa, magari da anni, caso unico in tutto il Paese.
Abbiamo detto, anzi, lo ha ricordato il collega Baccega, delle difficoltà sociali che si creano sulle assegnazioni e soprattutto sulla concentrazione di diversi casi sociali all'interno dello stesso quartiere. Non dimentichiamoci, però, che la nostra legge in questo caso ci permette di difenderci dai criminali. La nostra legge regionale permette, con due specifici commi dell'articolo 42, di far decadere dall'assegnazione persone che abbiano, da una parte riconosciuta e conclamata una pericolosità sociale, dall'altra parte che abbiamo utilizzato l'alloggio per attività illecite. Ho fatto una richiesta anche su questo, per capire dal 2013 a oggi quante siano le persone che sono decadute sulla base di quanto hanno fatto e il caso ci dice che sono state zero!
Io credo che a tutti in questa aula sia capitato di leggere le cronache che ci parlano di quanto accaduto, prendiamo il Quartiere Cogne perché purtroppo è stato definito il Bronx, ma anche perché, come giustamente è stato ricordato, in quel quartiere ci sono circa 900 alloggi di edilizia residenziale pubblica, quindi è normale che ci sia una concentrazione maggiore. In quel caso ci sono stati numerosi eventi di spaccio, di violenza, stupri, furti e chi più ne ha più ne metta, persone condannate con sentenza definitiva passata in terzo grado che ancora occupano tranquillamente l'alloggio. Una persona che stupra un'altra, una persona che ne colpisce un'altra, ci sono persone che hanno colpito dei Carabinieri, persone che hanno commesso degli omicidi, persone che hanno commesso delle rapine a mano armata in altre regioni e poi si sono trasferite qua e sono state giudicate poi dopo: queste persone continuano a conservare tranquillamente l'alloggio! E come ho avuto modo di ricordare in quest'aula, ci sono persone, che come giustamente è stato detto entrano ed escono dal carcere, soprattutto per reati legati allo spaccio, e ci sono per esempio tossicodipendenti in difficoltà che partecipano a un percorso di riabilitazione, che si vedono assegnare un alloggio a fianco degli spacciatori che entrano ed escono dal carcere e che quindi sostanzialmente, quando ritornano, è come mettere una persona che è a dieta dentro la pasticceria. Com'è possibile resistere in quella maniera? Non è possibile. L'unica arma che abbiamo, l'unico strumento che abbiamo è quello di utilizzare quello che prevede la legge.
Allargando un pochino lo sguardo, è interessante vedere come hanno affrontato altre regioni questo fenomeno specifico sulla criminalità. La Provincia autonoma di Bolzano lo ha normato in maniera molto netta: non si parla di pericolosità sociale o si parla di aver utilizzato l'alloggio per dei fini criminali, ma si parla proprio di reati compiuti. C'è una specifica categoria di reati compiuti che sono i reati predatori, oltre che quelli che ricomprendono la violenza, per i quali è prevista la decadenza. E banalmente, è stata approvata la settimana scorsa una legge regionale nella Regione Umbria, di cui vi leggo solo il riassunto: "Le condanne di ultimo grado di giudizio sono fonti di decadenza per il beneficiario e il nucleo che è legato alla persona che ha commesso questi reati". Non solo, ma addirittura si è previsto che le persone che vengono scoperte a lavorare in nero o magari truffare sul reddito di cittadinanza, perdono il diritto all'abitazione, e questa è semplicemente una promozione di legalità. Questa è un'azione di legalità: commetti un illecito? utilizzi i beni pubblici e poi fai quello che ti pare, prendi dei sussidi quando non ne avresti diritto? Perdi quel diritto alla casa e quel diritto si dà a chi invece si comporta bene. Quella è promozione della legalità!
Si dice all'interno dell'iniziativa che vi sia un problema annoso sulla mobilità e su questo non posso che concordare. D'altra parte, proprio l'iniziativa n. 40, quella di cui vi ho parlato, quella relativa alla bassa Valle, lo evidenzia: c'è una graduatoria per la mobilità ogni anno, spesso popolata da persone che hanno dei problemi gravi. Esempio fattivo su tutti: una persona infartuata che è stata messa in un alloggio al quarto o quinto piano senza ascensore, e che ogni anno chiede di poter essere spostato in un alloggio che le si confaccia, e che ogni anno si vede superare e si vede non poter utilizzare un alloggio che possa essere aderente a quelle che sono le sue necessità. Dall'altra parte, in bassa Valle, la persona che aggrediva i suoi vicini e che chiaramente violava il regolamento dell'ERP, si è vista spostare d'ufficio dall'ARER, perché così non generava più problemi. La mobilità, invece di essere utilizzata per le persone che effettivamente hanno necessità, viene utilizzata per quelli che aggrediscono i vicini.
È evidente che si debba rivedere questa politica della mobilità e io ritengo che debba essere introdotta una discriminante: se io ho un nucleo o un alloggio che non si adatta alle mie necessità, non perché non ho il giardino, non perché è collocato in una zona che non ritengo bella, non perché è al secondo piano ma io vorrei essere al terzo perché mi piace avere una vista più ampia, ma perché io sono un disabile e ho bisogno di un alloggio a misure di disabile, o perché, come giustamente è stato proposto ed è stato ricordato, sono una persona anziana, abito ad Aosta e mi sbattono a Issogne, è evidente che questi casi vadano normati in maniera differente rispetto a chi invece vuole cambiare, ovvero un alloggio più grande, un alloggio più bello, un alloggio con una stanza in più; sono due cose differenti. Bisogna prevedere una strada a due vie per questo tipo di mobilità.
Anche sull'emergenza abitativa bisogna fare dei passi avanti. Sono felice che sia citata la delibera di Giunta del 2017, perché effettivamente fino a oggi è stata utilizzata, per dirlo in modo delicato, intuitu personae; avrei potuto dire mentula canis, ma mi limito a intuitu personae. Il problema qual era? Che c'erano persone che si mettevano in graduatoria per l'edilizia residenziale pubblica, dopodiché nel loro alloggio smettevano di pagare l'affitto, arrivavano al numero sufficiente di mensilità non pagate, dichiaravano di aver avuto una perdita di reddito e chiedevano l'emergenza abitativa. L'emergenza abitativa dura dodici mesi, prorogabile di sei. Ci siamo ritrovati con persone che avevano un'emergenza abitativa che durava da sessanta mesi e non da diciotto, come dovrebbe essere da delibera, e persone che in virtù dell'emergenza abitativa passavano davanti a quelli che in realtà erano in cima rispetto alla graduatoria: persone che magari erano al 235esimo posto nella graduatoria per l'assegnazione di una casa, ma siccome erano in emergenza abitativa venivano collocate al primo posto, quindi scavalcano 235 persone che erano prima di loro, perché loro erano in emergenza abitativa. Perché? Perché furbescamente avevano smesso di pagare le loro mensilità al padrone di casa; e per questo la Regione paga al posto loro e poi gli faceva scavallare la graduatoria.
È più che evidente che tutto questo debba essere affrontato e che debbano essere applicati dei correttivi. Io mi auguro davvero che si arrivi, votando questa iniziativa, a fare il punto nella Commissione competente. Se io però, condividendo chiaramente tutto il testo, dovessi trovare una criticità a questa mozione, la individuerei nell'impegnativa, collega Baccega, semplicemente per un punto: perché lei impegna i presidenti delle Commissioni consiliari competenti e, come lei sa, chiaramente la III Commissione è competente per l'edilizia residenziale pubblica, ma sulle politiche sociali è competente anche la V Commissione. Abbiamo un problema: il presidente della V Commissione non c'è. Non è, chiaramente, per togliere qualcosa al collega Restano, evidentemente, ma siccome abbiamo chiesto di procedere con l'elezione del nuovo presidente e ci è stato risposto che la maggioranza stava lavorando alacremente per trovare questo accordo e avere il presidente della V Commissione, visto anche che il Presidente giustamente ha dichiarato pubblicamente che in dieci giorni si sarebbe risolto il tutto, io mi aspettavo che a questo punto saremmo arrivati a definire un presidente della V Commissione. Quindi, condivido tutta l'impegnativa, ma questa presidenza di Commissione che a questo punto mi pare essere diventata merce di scambio, chissà se arriverà prima o poi e potremo interessare. Nel frattempo ci accontenteremo dalla buona volontà del collega Restano.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Il tema dell'edilizia residenziale pubblica è sicuramente importante e deve essere seguito con attenzione. Non soltanto: le politiche abitative sono un settore sicuramente articolato e complesso e quindi devono essere affrontate nella loro complessità.
Riteniamo che in questo momento la Regione, prima di affrontare le problematiche evidenziate dalla mozione, sicuramente importanti, o contestualmente a questa presa in carico delle problematiche, debba però mettere rapidamente riparo all'ingiustizia che è stata compiuta con il bando affitti del 2018 che ha previsto, come il Tribunale di Torino ha accertato, delle norme discriminatorie verso gli stranieri. Le motivazioni si possono leggere nel dispositivo che è stato recentemente pubblicato.
Ricordo che tale pubblicazione sul sito istituzionale dell'Amministrazione regionale è uno degli ordini che ha emanato il Tribunale nei confronti appunto della nostra Regione. Tra gli altri ordini, chiamiamoli così, nell'ordinanza c'è anche la condanna al risarcimento all'Associazione studi giuridici sull'immigrazione per le spese processuali e poi soprattutto l'obbligo di riapertura del bando in questione. È stata prevista la rettifica di quattro requisiti che il Tribunale ha giudicato discriminatori. Il primo è di riaprire il bando agli stranieri muniti di regolare permesso di soggiorno di qualunque tipo. Ricordo che nel 2018 - di questo avevamo discusso a lungo in quest'aula - era stato limitato l'accesso al contributo ai soli cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di lungo periodo.
Chiede poi il Tribunale di esentare dal requisito di assenza di proprietà su immobili a uso abitativo in Italia o all'estero per coloro che hanno un permesso di soggiorno per protezione internazionale o protezione umanitaria: è un requisito che all'epoca avevamo giudicato illogico, perché è assurdo per chi richiede protezione umanitaria ed è fuggito dal proprio Paese, produrre dei certificati di proprietà di immobili in cui non può chiaramente abitare.
Ci sono poi altre richieste, anche quella di eliminare dal bando la condizione di residenza di almeno quattro anni nella nostra regione, perché non c'è una correlazione tra la durata di una residenza e una situazione di bisogno o di disagio, e l'abitazione è riconosciuta, lo ricordo, come uno dei diritti inviolabili della persona.
A nostro avviso è corretto e importante fare tutti gli approfondimenti che si vogliono e che sono evidenziati anche nella mozione, ma c'è una sentenza da applicare e su cui riflettere adeguatamente e ci sembra che si sia già anche aspettato parecchio. Poi, contestualmente o subordinatamente, si può affrontare anche tutto il resto, che ha sicuramente la sua importanza, perché sono situazioni che hanno bisogno di risposte.
Presidente - Consigliere Manfrin, secondo intervento.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio la collega Minelli per il pregevole intervento che mi permette di parlare di un altro argomento, che è appunto la questione del bando affitti. Era una questione che nel mio primo intervento ho tralasciato, perché ho presentato a cadenza regolare, cioè una volta al mese, da marzo, momento in cui doveva uscire il bando affitti, a oggi un'interrogazione per chiedere quando sarebbe uscito il bando affitti. Nella mia iniziativa di ottobre - le ho numerate per mese - mi era stato detto che assolutamente il bando affitti sarebbe uscito. Lo attendiamo, io guardo con ansia tutte le delibere di Giunta e non lo vedo; siamo quasi a dicembre e vedere il bando affitti sarà un po' difficile nel mese di dicembre, quindi mi auguro che arrivi quanto prima.
Vede collega Minelli, sono felice del suo intervento principalmente per due motivi. Il primo è che questo segna, come sempre, la distanza tra noi e voi, cioè tra coloro che cercano di tutelare i cittadini che qui abitano e risiedono, e che quindi come sempre, come attualmente avviene con le graduatorie di edilizia residenziale pubblica, per gli alloggi viene premiato chi da più tempo risiede sul territorio. Lei lo saprà, si assegna un maggior punteggio a chi risiede da più tempo sul territorio e questa è la stessa identica modalità che abbiamo inteso utilizzare per il bando affitti, ma lei invece ritiene che debbano essere premiati coloro che arrivano domani e decidono di prendere un alloggio. Questo mi rallegra, perché così almeno i valdostani stanno benissimo, e sapranno benissimo in futuro, chi lavora per i valdostani e chi lavora invece per chi sbarca domani.
Dall'altra, sono particolarmente felice perché lei evidentemente ha nel suo intervento evidenziato quale era il contenuto di questo bando così razzista, ovvero il fatto di dire: possono aderire a questo bando soltanto gli italiani, quelli che hanno cittadinanza italiana? E la risposta era: no! Abbiamo detto che al bando possono aderire tutti i cittadini italiani residenti in Valle d'Aosta da più di quattro anni e tutti i cittadini stranieri residenti in Valle d'Aosta da più di quattro anni che hanno un permesso di soggiorno di lungo periodo. Per quale motivo? Innanzitutto, esattamente come nella motivazione precedente, perché il criterio di residenza riteniamo sia una utile discriminante da utilizzare per capire chi effettivamente vuole risiedere, lavorare stabilmente sul nostro territorio e quindi chiaramente far parte di questa comunità, visto che si utilizzano i fondi regionali, e dall'altra parte chi invece magari è arrivato qui per caso, poi magari si sposterà a lavorare in Francia o in Svizzera. Succede spesso che persone arrivano qui, prendono gli alloggi, poi vanno a lavorare in Francia e in Svizzera, e poi c'è qualcuno, che ha due pollici, che prende le segnalazioni e le trasmette alla Guardia di Finanza per farli decadere, e poi deve addirittura presentare una iniziativa in Consiglio, perché c'è qualcuno che cerca di proteggere quelle posizioni e dire: "Ma vediamo di trovare una quadra, ma sì, lavoravi in Francia, va bene, vediamo se si può architettare qualcosa". Di questa modalità di utilizzo degli alloggi, alla faccia di chi effettivamente è in difficoltà, volevamo farne assolutamente a meno, vista la ratio di questa caratteristica che viene inserita nel bando affitti.
Io, collega Minelli, non l'ho vista particolarmente preoccupata quando ho esposto all'interno di quest'aula il fatto che venisse condiviso un bando da parte della Regione, che imponeva un criterio razziale per poter lavorare, cioè se tu sei un afro-discendente puoi aderire a questo bando, altrimenti via. Non l'ho vista particolarmente preoccupata.
Capisco e comprendo che a lei le questioni che discriminano le interessano in un senso solo: quando si discriminano i cittadini valdostani va bene, quando invece si dice: "utilizziamo un criterio di residenza applicandolo a tutti, italiani e stranieri", allora non le va più bene.
Lei ha fatto un esempio, collega Minelli, quello della protezione umanitaria. Lei finge di non sapere che la protezione umanitaria in quel momento, sa che governava la Lega, era stata eliminata. Mi fa specie che lei abbia deciso di utilizzare proprio quella della protezione umanitaria. Al di là di questo, collega Minelli, quando lei interviene dovrebbe studiare un pochino meglio, perché sa, se lei avesse detto la norma, la legge 3 del 2013, scoprirebbe che il 10 percento degli alloggi, così come da legge nazionale, è già riservato a coloro che hanno una protezione o un asilo concesso dal nostro Paese, quindi non discriminava nessuno che avesse una protezione concessa. Prima di fare le sue affermazioni, che sicuramente nutriranno la pancia, probabilmente è un argomento che a lei piace utilizzare nei confronti di altri, nutriranno la pancia dei suoi lettori, probabilmente forse è meglio che si prepari un po'.
Oltre a questo sono altrettanto felice del fatto che lei abbia citato la sentenza che è pubblicata, la quale impone di riaprire un bando chiuso nel 2018 anche per gli stranieri.
Io le domanderei di chiedere all'Avvocatura regionale se questo è possibile, perché un conto è quello che è scritto in sentenza e un conto è quello che si può fare. Se lei ritiene che un bando che si è chiuso nel 2018 e i cui fondi sono già stati utilizzati si possa riaprire, ce lo faccia sapere e magari potremmo riaprirlo anche per quelli del 2001, potremmo fare un bando affitti retroattivo del 1977; si potrebbe fare, magari è una cosa che si può fare, chiedo chiaramente conforto al collega Aggravi e ai colleghi avvocati se questa cosa è possibile, ma dubito che si possa fare.
Al di là di quelle che sono le cose che lei ci ha esposto, che evidentemente non possono sussistere, rimane invece una problematica molto attuale che è: il bando affitti uscirà e quando? Queste sono le uniche due cose che interessano i valdostani. Tutto il resto sono propaganda politica che lei può tranquillamente dire in questa aula, ma che da questa aula non esce.
Presidente - Consigliera Minelli per il secondo intervento.
Minelli (PCP) - Il collega Manfrin, oltre a tante qualità, possiede anche quella di avere capacità divinatorie o di leggere nel pensiero. Lei ha detto in più riprese quello che secondo lei io penso, quello che fingo, quello che intendo esplicitare e portare avanti, tra l'altro ha anche detto che io ritengo che bisogna premiare chi arriva oggi e domani deve avere un alloggio. Queste sono valutazioni che ovviamente ha fatto lei, io non ho assolutamente detto questo e nemmeno penso questo.
Sicuramente c'è distanza tra noi e voi, non solo su questa tematica, ma anche su molte altre. Mi rifaccio a una espressione che lei ha utilizzato: "bisogna in qualche modo, con le politiche abitative, avere attenzione per i cittadini che qui abitano e qui risiedono". Ecco: qui abitano e qui risiedono cittadini di varie nazionalità; c'è anche questo aspetto.
Sul "nutrire la pancia dei propri elettori" in questo lei è maestro e dovremmo venire a prendere lezioni da lei piuttosto, perché non siamo sicuramente al suo livello. Ma tornando nel merito delle cose che ho detto, non sono valutazioni che faccio io, c'è una sentenza di un Tribunale che ha stabilito che quel bando era discriminatorio. La riapertura o meno e la sua possibilità tecnica e giuridica non spetta certo a me valutarla, però questo la sentenza dice e questo ritengo che la Regione debba prendere in considerazione. È una sentenza di giugno, i tempi credo che siano maturi e, come avevamo detto in quella discussione famosa dell'inizio del 2019, noi non abbiamo cambiato idea sul fatto che quel bando non fosse corretto e il Tribunale lo ha dimostrato.
Presidente - Qualcun altro vuole intervenire nella discussione generale? Non vedo altre richieste, chiudo la discussione generale. Assessore Barmasse per il Governo, ne ha facoltà.
Barmasse (UV) - L'iniziativa in questione affronta ad ampio raggio il problema dell'edilizia residenziale pubblica, che riguarda una pluralità di aspetti: legge regionale di riferimento, gestione e vigilanza ARER, graduatorie, assegnazioni mobilità, decadenze, eccetera, come giustamente evidenziato dai proponenti.
A seguito della ripercussione della pandemia da Covid-19 stiamo indubbiamente assistendo a un incremento delle criticità sociali, la cui onda lunga si farà sentire anche nei prossimi anni. Relativamente alla problematica abitativa che si acuirà nel tempo, occorre fare una riflessione ad ampio spettro, assumere decisioni e definire gli indirizzi per i prossimi anni. Tali indirizzi dovranno essere definiti sulla base di una visione integrata e globale delle politiche abitative, da concertarsi con gli enti locali e con tutti gli attori coinvolti. Sinora abbiamo assistito a una serie di interventi a spot nei vari settori in cui si declinano le politiche abitative: emergenza abitativa, ERP, sostegno alla locazione, ma non integrati tra di loro.
La revisione della legge regionale 3 del 2013 in materia di politiche abitative è senza dubbio l'occasione per rivedere il sistema di risposta al bisogno abitativo della nostra regione. La manutenzione di tale legge si impone, non solo in relazione ai nuovi bisogni emergenti a seguito della pandemia, ma anche alla luce dell'esperienza maturata in questi quasi nove anni di applicazione, nel corso dei quali sono emerse molteplici criticità e lacune sia della norma che degli atti gestionali che ne sono discussi. La richiesta che emerge, quindi, dalla mozione presentata è quella di affrontare a tutto tondo la questione relativa all'ERP che deve, gioco forza, coinvolgere anche ARER, in virtù del fatto che è l'unico soggetto gestore nella nostra regione. Si tratta di argomenti molto vasti e ne ho peraltro citati solo alcuni che coinvolgono trasversalmente anche altri assessorati. Di certo non possono essere esauriti in una audizione con i vertici dell'ARER, che rappresenta tuttavia un ottimo punto di partenza.
Per quanto riguarda l'impegnativa della mozione, posso dire che la posso condividere, perché è intenzione della maggioranza condividere in Commissione, anche con la minoranza - è giusto - le questioni relative alle politiche abitative, che sono una problematica importante; come Governo, però, non condividiamo del tutto le premesse. Per cui proporrei ai proponenti di poter rivedere, se sono d'accordo, le premesse della mozione, per poter eventualmente accettare l'impegnativa.
Presidente - Consigliere Baccega.
Baccega (GM) - Credo che per approfondire le richieste di modifica delle premesse, sia opportuna una sospensione, per capire bene cosa propone di fare l'Assessore.
Presidente - La sospensione è accordata. Faccio solo presente che la discussione generale è stata chiusa, pertanto per modificare con emendamenti la mozione, ci vuole l'accordo di tutti. Breve sospensione.
La seduta è sospesa dalle ore12:08 alle ore 12:20.
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere. Come accennavo in precedenza, la discussione generale era già stata chiusa. Se c'è l'accordo da parte di tutti, non nel merito ma nell'aspetto formale, non c'è problema nel modificare. Sembrerebbe che sia stato trovato un accordo tra il proponente e l'assessore. Il consigliere Baccega si è prenotato, ne ha facoltà.
Baccega (GM) - Per comunicare al Consiglio che il confronto avuto con l'Assessore e con i colleghi Carrel e Rollandin ha prodotto alcune modifiche richieste dall'Assessore, relativamente alle premesse della mozione. Abbiamo condiviso di poter stralciare, "visto l'articolo apparso sulla testata Aosta Oggi dal titolo 'Quartiere Cogne, il Bronx della Valle d'Aosta'"; poi abbiamo modificato il "valutato che nella graduatoria della mobilità comporta delle problematiche", anziché "von si muove"; infine "preso atto che l'attività di indirizzo e di controllo spetta alla Regione". Abbiamo stralciato la parte che dice che non si capisce chi può gestire detta impegnativa competenza, ma bisogna chiarirlo meglio: c'è bisogno di rafforzare quell'assessorato, bisogna capire bene se questa delega deve rimanere in capo a quell'assessorato, oppure se può essere in qualche modo valutato un ulteriore spostamento, cosa che abbiamo già auspicato in passato fino dall'inizio.
Io credo che alla fine la sostanza è nell'impegnativa e, visto che il collega Manfrin ha arricchito anche con il intervento le tematiche relative all'edilizia residenziale pubblica, credo che il confronto in Commissione ci porterà via parecchio tempo e sarà in quel momento che andremo a individuare le modifiche da adottare nella legge e nei regolamenti. Ringrazio per l'attenzione.
Presidente - Le modifiche sono pervenute al banco della Presidenza. Ci sono altri che vogliono intervenire? Se non vi sono altri, mettiamo in votazione la... Consigliera Minelli per dichiarazione di voto. La prossima volta anticipi un po'.
Minelli (PCP) - Pensavo dovesse ancora intervenire qualcuno sulle modifiche, non sulla dichiarazione di voto. In ogni caso, la mozione nella sua impegnativa resta quella che era stata proposta, quindi si impegna ad affrontare le problematiche che sono espresse nelle premesse. Di conseguenza, come abbiamo già detto, riteniamo che si tratti di questioni importanti, ma che andrebbero affrontate insieme ad altre. L'impegno lo riteniamo riduttivo rispetto alla complessità della tematica, quindi ci asterremo.
Presidente - Mettiamo in votazione la mozione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti : 31
Favorevoli: 31
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
La mozione è approvata.