Oggetto del Consiglio n. 1012 del 4 novembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 1012/XVI - Interpellanza: "Approfondimenti in merito alla comunicazione ad inquilini di alloggi ERP dell'allacciamento alla rete di teleriscaldamento".
Bertin (Presidente) - Punto n. 62. Per l'illustrazione, consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Come ho spiegato nelle permesse di questa iniziativa, fra la fine di agosto e l'inizio di settembre è stata inviata agli inquilini delle Case Giacchetti una comunicazione che informava gli inquilini stessi dell'imminente collegamento degli alloggi alla linea Telcha, quindi teleriscaldamento.
Su questa comunicazione giova ricordare che è stata trasmessa così senza alcuna ufficialità e che gli inquilini se la sono trovata nella cassetta senza, per esempio, la necessaria raccomandata, quindi una comunicazione imbucata nella lettera direttamente così senza alcuna ufficialità.
Ma cosa conteneva questa missiva che è stata trasmessa? Conteneva quella che io ho definito, e non temo di definire a tutti gli effetti, una vera e propria minaccia, ovvero il collegamento alla linea di teleriscaldamento a prescindere dal consenso degli inquilini.
Per discutere però, a questo punto, è necessario fare una premessa: come sapete diversi anni fa, proprio in molte zone del quartiere Cogne, si era deciso di fare delle enormi centrali per predisporre un riscaldamento centralizzato; in maniera funzionale a quelle centrali si erano fatte decine e decine di tubazioni oggi visibili su molti stabili che collegavano queste centrali con gli appartamenti e da allora giacciono inutilizzate.
Io mi ricordo che sono stato chiamato da numerosi inquilini degli alloggi di edilizia residenziale pubblica che hanno evidenziato la presenza di questi tubi sulla facciata delle case e chiedevano: "Ma a cosa servono?" perché erano lì da anni e nessuno sapeva a cosa servissero, sono anche abbastanza evidenti, messi sulle facciate e quant'altro.
Il tutto - da quello che mi era stato detto a un'iniziativa che avevo fatto in questo Consiglio nella scorsa legislatura - per la modica cifra di 3 milioni di euro.
Il problema era che innanzitutto queste centrali non erano mai entrate in funzione e quando erano entrate in funzione in alcune limitate occasioni, gli inquilini - alcuni, non tutti - avevano deciso di rimanere collegati con la propria caldaia, quindi la caldaia preesistente che avevano ricevuto quando erano entrati in possesso dell'alloggio. Addirittura qualcuno, quando era entrato in possesso dell'alloggio, si era trovato senza la caldaia - e aveva dovuto farla installare a proprie spese - oppure con una caldaia non funzionante.
Ricordo una persona che abitava in un sottotetto... una famiglia, erano due madri da sole, quindi famiglia monoparentale con due bambini piccoli e l'anziana madre, quindi cinque persone che vivevano in questo alloggio, che erano entrate in questo alloggio e si erano ritrovate con il riscaldamento non funzionante e avevano dovuto farlo installare a proprie spese, quindi figuratevi la situazione. Avevano addirittura dovuto impegnare degli oggetti di famiglia o vendere degli oggetti di famiglia per riuscire ad arrivare ad avere questo collegamento e questa caldaia.
Arriviamo però ai giorni nostri, dove d'imperio, da quello che ci hanno riferito, sono state convocate delle caotiche riunioni nei cortili degli stabili dove si è detto: "Parliamo con chi c'è e gli diciamo: guardate che da oggi faremo un collegamento, se va bene bene, sennò attaccatevi, non al teleriscaldamento, eh".
A seguito di questa riunione arriva la lettera che appunto le ho citato e che è oggetto di questa iniziativa.
Di questa lettera quindi abbiamo citato l'obiettivo, ma non abbiamo citato la parte più importante, ovvero la minaccia vera e propria, infatti in calce si indica che la mancata collaborazione a consentire all'impresa di eseguire i lavori previsti rappresenta una violazione all'articolo 2 del regolamento e comporta l'emissione di un reclamo ufficiale. Al terzo richiamo viene avviata la procedura di decadenza, cioè si dice: se non fai il collegamento, guarda che noi ti facciamo un bel richiamo e al terzo ti sbattiamo fuori di casa se non colleghi il tuo alloggio al teleriscaldamento.
Immaginatevi il tuffo al cuore per una persona che non è adusa a leggere regolamenti, norme e quant'altro, quindi si vede minacciare di decadenza dall'alloggio senza sapere che primo:
1) il regolamento non fa certo menzione di questo, ma lo dirò tra poco;
2) non è che quella fattispecie prevede la decadenza, ma prevede un richiamo ufficiale ed eventualmente il terzo richiamo ufficiale può provocare la decadenza. Abbiamo però evidenziato in questo Consiglio che nemmeno persone che hanno aggredito i vicini hanno ricevuto un richiamo ufficiale, quindi vedrei molto curioso che si facesse un richiamo ufficiale per questo senso, e poi, evidentemente, con la trasmissione di una lettera messa in buca così, non essendoci nessuna ufficialità, questa lettera poteva essere presa e messa nel tritacarte.
Detto questo, il punto è che se noi andiamo a leggere il regolamento sulla base del quale sono state minacciate le famiglie che se non avessero fatto il collegamento sarebbero state sbattute fuori di casa, dice all'articolo 2 - quello che viene citato nel testo della comunicazione - che non si prevedono obblighi d'installazione o allacciamenti ma alla lettera F si dice che si deve consentire al personale del servizio tecnico dell'ARER e alle maestranze delle ditte manutentrici o erogatrici di beni o di servizi da esse delegate l'accesso all'unità immobiliare assegnata e alle sue pertinenze, al fine di verificare eventuale necessità manutentiva, di intervenire per eliminare guasti o difetti, di constatare l'uso corretto e lo stato di conservazione, nonché il rispetto delle disposizioni contenute nel regolamento.
Questa fattispecie chiaramente non prevede l'installazione del teleriscaldamento o di qualcosa, prevede o la manutenzione o la riparazione di guasti oppure constatare l'uso corretto e lo stato di conservazione e il rispetto delle disposizioni.
Lei, Assessore, mi deve credere e le ho portato dei casi concreti in quest'aula. Sono anni che segnalo ad ARER, ad APS e a chicchessia svariati casi di persone che vivono in cantina, persone che hanno adibito gli alloggi ad allevamenti canini, a garage con materiali pericolosi e depositi di sostanze le più disparate, probabilmente rubate, avessi mai visto una volta applicare questo bell'articolo 2 con tutte le sue conseguenze. Invece vediamo minacciare la sua applicazione nei confronti di persone che hanno l'unica colpa di avere un proprio allacciamento al riscaldamento.
Risulta inevitabilmente necessario chiedersi perché si arrivi a questa applicazione draconiana del regolamento. Ma perché - e qui veniamo all'altro punto, secondo me, dell'interpellanza - si chiederà lei c'è una così grande resistenza a fronte di un intervento che una persona esternamente potrebbe dire: caspita, ti fanno un intervento gratis e ti collegano il riscaldamento di casa al teleriscaldamento, dovresti essere contento. Glielo spiego subito perché: al netto dei disagi dovuti ai lavori - e probabilmente se chiederà anche agli uffici gliene daranno conferma- in questi giorni è pieno di persone che si lamentano perché hanno ricevuto la visita delle persone che hanno fatto l'installazione e sono senza acqua o senza acqua calda in generale, e fa abbastanza fresco, quindi al netto di questi disagi, molti hanno evidenziato che hanno fatto un semplice raffronto fra chi aveva deciso di allacciarsi al teleriscaldamento e chi invece non lo era e questo semplice confronto tra le bollette ha evidenziato un netto aumento dei costi.
Tanto per farle un esempio - perché io le bollette le ho prese e le ho verificate - un inquilino che nel 2013 spendeva 669,60 euro per il riscaldamento a metano e spese condominiali per otto mesi, oggi con il teleriscaldamento e spese condominiali per otto mesi spende 2.032 euro, più che triplicando i costi precedenti.
Abbiamo quindi deciso di prendere delle altre bollette anche con inquilini differenti facendo una analisi dei metri quadri. Un alloggio di 100 metri quadri allacciato a metano, e quindi comprensivo delle spese della cucina a gas per esempio in un caso che gli altri non hanno per otto mesi, paga 552 euro mentre lo stesso alloggio di 75 metri quadri con il teleriscaldamento ne paga 2 mila.
Comprenderà che mettere persone che di certo non navigano nell'oro di fronte ad un aumento del 150% dei costi per il riscaldamento, pena la decadenza, non è certo la migliore delle gestioni possibili. Non paghi di queste minacce, a fronte della mancata risposta ne è arrivata un'altra, sempre con le medesime modalità di consegna, a chi non ha risposto a questa convocazione, ovvero senza raccomandata, che confermava l'inutilità dei richiami regolamentari, perché quando abbiamo spiegato alle persone che quel regolamento non poteva imporgli niente, l'ARER ha detto: "Ah sì? Allora troviamo un altro strumento", così ci ha dato ragione, quel primo richiamo era nullo e ha spostato il carico sul contratto invece che nel regolamento.
Quindi si va a cercare nel contratto il comma giusto per dire: "Adesso ti obblighiamo a fare questo collegamento".
Quindi questa inspiegabile enfasi che si è messa a oggi non abbiamo avuto la motivazione del perché ci fosse questo peso, però è chiaro che ritengo necessario per lo meno chiarire il perché si è arrivati a questo.
Quindi con questa interpellanza le chiedo, Assessore, se fosse a conoscenza della summenzionata comunicazione, se - e in caso affermativo ne fosse a conoscenza -condivida i toni minacciosi utilizzati all'interno di questa lettera e le modalità e se alla luce di quanto esposto sia intenzionato a effettuare i dovuti approfondimenti al fine di garantire il diritto alla casa e a un canone accessibile alle famiglie in difficoltà.
Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Ovviamente abbiamo chiesto dei dati all'ARER e la risposta è arrivata dall'ARER dagli uffici tecnici.
L'intervento di allaccio alla centrale termica oggetto dell'iniziativa consiliare in questione è stato notiziato a tutti gli inquilini interessati con nota ufficiale protocollo ARER n. 4.676 del 18 agosto 2020 con largo anticipo rispetto alla situazione dei lavori.
Gli stessi rientrano tra gli interventi da realizzarsi a cura di Arer nel corrente anno 2021 così come previsto dall'allegato A, programma opere pubbliche dell'ARER anno 2021 alla deliberazione della Giunta regionale n. 1336 del 24 dicembre 2020 riportante "Approvazione ed indirizzo della Regione del Consiglio di amministrazione dell'azienda regionale per l'edilizia residenziale ARER per l'individuazione e la definizione degli interventi di edilizia residenziale pubblica da attuare nell'anno 2021".
Con nota ufficiale dell'ARER, protocollo n. 5.871 del 6 settembre 2021 a cui fa riferimento l'iniziativa consiliare, è stato chiesto a tutti gli inquilini interessati di indicare la propria disponibilità per un'efficiente calendarizzazione degli interventi.
La nota citata aveva finalità programmatorie relativamente alla realizzazione degli interventi e rientra pertanto nel novero delle normali comunicazioni che intercorrono tra le parti di un contratto.
Rispetto ai toni ho visionato le comunicazioni inviate da ARER e non reputo possano essere considerate minacciose, si tratta piuttosto di toni molto asciutti, tipici delle comunicazioni formali. Non ritengo che la situazione delle norme e dei regolamenti vigenti, nonché delle sanzioni ivi previste, rappresentino toni minacciosi, ma semplicemente l'espressione di ciò che viene stabilito per legge e che deve pertanto trovare applicazione.
Allo stesso modo non ritengo minaccioso il fatto di richiamare le pattuizioni contenute nel contratto di locazione liberamente sottoscritto dai nuclei con l'ARER all'atto dell'assegnazione dell'alloggio.
Il regolamento per l'uso dei beni e la ripartizione delle spese è richiamato nella nota che prevedeva il richiamo scritto qualora un nucleo si fosse rifiutato di far entrare in casa le maestranze incaricate dei lavori, è stato indicato da ARER in quanto riteneva che un singolo richiamo potesse essere sufficiente a far comprendere a tutti i nuclei la necessità di eseguire i lavori senza conseguenze eccessive. Si è voluto in tal modo agevolare la situazione dei nuclei.
La mancata collaborazione nel permettere all'azienda l'esecuzione di lavori di qualsiasi tipo negli alloggi concessi in locazione rappresenta tuttavia una clausola espressa di risoluzione del contratto così come è riportato negli articoli 10, 14 e 19 dei contratti di locazione che i nuclei hanno volontariamente sottoscritto con ARER e così come indicato anche nella lettera di messa in mora protocollo 6.564 del 6 ottobre corrente.
Relativamente alle modalità della comunicazione rispetto ai sessantasette assegnatari interessati dai lavori, ARER ha specificato che la nota a cui fa riferimento l'iniziativa consiliare è stata consegnata a mano con firma di ricevuta da parte di tutti coloro che si sono presentati alle convocazioni, cioè ventinove nuclei, e consegnata a mano dal personale stesso dell'azienda nella buca delle lettere a tutti coloro che non si sono presentati, diciotto nuclei, cui si aggiungono venti alloggi i cui lavori sono stati regolarmente eseguiti antecedentemente alle convocazioni.
Tutti i nuclei la cui nota è stata consegnata nella buca delle lettere sono comunque stati informati telefonicamente dell'avvenuta consegna di tale comunicazione e dell'importanza di restituirla nei termini prefissati al fine di consentire un'efficace programmazione dei lavori di allacciamento al teleriscaldamento.
Rispetto ai sessantasette alloggi da allacciare, soltanto sei inquilini non avevano dato riscontro scritto alla richiesta, dei quali due avevano regolarmente firmato il ritiro della nota nel corso delle riunioni convocate da ARER e quattro hanno dato conferma di averla ricevuta per vie brevi, ma hanno ribadito la volontà di non volerla restituire compilata, restando in attesa della lettera ufficiale di richiamo.
Solo per tali nuclei è stata inviata una lettera formale di messa in mora, nota protocollo ARER n. 6.564 del 6 ottobre 2021: a oggi tutti i nuclei hanno presentato la dichiarazione con cui consentono l'accesso all'unità immobiliare per lo svolgimento degli interventi per l'allacciamento a Telcha.
Dei sei nuclei in questione, tre hanno presentato la modulistica richiesta alla fine della scorsa settimana e i restanti hanno consegnato agli inizi di questa settimana, sono riferite a due settimane fa.
"Se alla luce di quanto esposto si è intenzionati a effettuare i dovuti approfondimenti al fine di garantire il diritto alla casa e un canone accessibile alle famiglie in difficoltà": il canone di un alloggio di edilizia residenziale pubblica definito sulla fase di quanto indicato nella deliberazione della Giunta regionale del 23/12/2016 è commisurato al valore Isee di ciascun nucleo con riferimento al numero di componenti, pertanto sicuramente è commisurato alla capacità contributiva dello stesso.
Ritengo, quindi, che per le famiglie in difficoltà sia salvaguardato il diritto alla casa a un cannone accessibile nel rispetto della funzione sociale dell'edilizia residenziale pubblica.
Le spese relative ai consumi dipendono invece da quanto consuma il nucleo stesso e dalle tariffe di mercato.
Non è chiara la fonte rispetto alla quale nell'iniziativa consiliare viene dichiarato un presunto aumento degli importi. Ho comunque richiesto ad ARER una verifica dei costi rispetto agli immobili già allacciati al teleriscaldamento.
ARER rappresenta che dai consuntivi delle passate stagioni, su circa settanta alloggi già allacciati nel complesso denominato "Giacchetti" né peraltro in nessun altro fabbricato dell'azienda allacciato il teleriscaldamento è emerso in alcun modo un aumento dei costi.
Le spese vengono, infatti, calcolate a consumo su tariffe che sono sul mercato e risultano concorrenziali rispetto agli enti fornitori che ogni singolo inquilino aveva liberamente scelto per l'alimentazione delle cosiddette caldaiette.
La sola quota dovuta in aggiunta riferita al consumo involontario calcolato ai sensi di legge e che comunque andrebbe contabilizzata, andrebbe in ultima analisi a sostituirsi ai costi di revisione periodica annuale che ciascun utente doveva sostenere per il corretto mantenimento della caldaietta.
L'ARER programma gli interventi investendo soldi pubblici per aumentare la qualità di vita dell'inquilino, perseguendo da un lato una maggiore efficienza del sistema nel complesso e dall'altro il contenimento delle spese in un'ottica più generale di abbattimento dei consumi e di contenimento delle emissioni.
Presidente - Per replica, il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Guardi, lei ha parlato di nota ufficiale, una nota ufficiale, come sa, non viene consegnata a mano; una nota ufficiale ha una traccia, c'è una raccomandata con ricevuta di ritorno che viene autografata e quindi c'è una traccia. Quindi quella non è una nota ufficiale, è una letterina data in mano a qualcuno.
Lei ha detto che la comunicazione secondo lei non è stata minacciosa; mi permetto di dissentire.
Nel momento in cui quando non mi rispondono a una programmazione per installare questo allaccio, mando una lettera di messa in mora, ritiene che questa sia una comunicazione rispettosa e non minacciosa? Cioè minacciare una persona di farla decadere da un alloggio di edilizia residenziale pubblica secondo lei è una comunicazione non minacciosa?
Io obiettivamente mi sentirei minacciato.
Oltre a questo sono lieto che l'ARER le abbia detto che non ci sono stati aumenti, mi piacerebbe conoscere i dati, perché è troppo facile dire: "È tutto a posto, non ci sono aumenti", chiuso, sarebbe bene documentare, quindi sarà utile anche andare a vedere a questo punto, immagino che ci sarà traccia, nelle varie bollette che sono state trasmesse prima dell'allaccio e dopo, se ci sono state le variazioni.
Se ci sono state delle variazioni importanti, e io i dati li ho letti e le bollette le ho qui, per fortuna, io qui ho le fotocopie delle bollette e le ho lette, è chiaro che queste dicono cose diverse.
Quindi sono state obbligate obtorto collo è normale che le persone abbiano aderito, quando Voi mandate la lettera di messa in mora, una persona dice: "Cosa faccio? Perdo la casa o faccio il collegamento forzato? Faccio il collegamento forzato, ma non pensi che siano contente e non pensi che questa mossa, come questa imposizione a fronte delle minacce, abbia sicuramente rasserenato gli animi.
Di questa questione avremo modo di parlarne ancora con i conti alla mano e vedremo se ci sarà stato o meno un esborso aumentato.