Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 894 del 6 ottobre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 894/XVI - Approvazione del quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030.

Bertin (Presidente) - Punto n. 3.01 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola l'assessore Caveri, ne ha facoltà.

Caveri (VdA Unie) - Cari colleghi, la proposta che noi presentiamo al Consiglio di quadro strategico di sviluppo sostenibile 2030 si rifà naturalmente a quanto definito dall'Unione europea, in particolare all'interno dei processi derivanti dalla politica di coesione.

Nel caso nostro vorrei ricordare che si tratta di un ruolo molto importante anche sul piano delle iniziative che potremo assumere, bisogna ricordare che si deve la politica regionale a quella specie di scossa regionalista che diede l'allora presidente della Commissione Jacques Delors quando l'Unione europea capì che una politica regionale deve essere una politica regionale e quindi i gestori diretti dei fondi che arrivano da Bruxelles devono essere, come nel nostro caso, il Consiglio regionale e l'Esecutivo della Valle d'Aosta. Lo dico perché ancora ieri, in occasione di un incontro periodico degli Assessori che nelle diverse Regioni italiane si occupano delle questioni europee, così come potrebbe confermarlo il presidente Lavevaz, avviene ormai normalmente nella riunione dei Presidenti... non possiamo - e lo faccio in questa occasione politica - non rimarcare come invece il famoso PNRR stia prendendo una piega totalmente diversa con una gestione centralistica che ci lascia francamente allibiti. Quando dico: "francamente allibiti", non mi riferisco a una forza politica piuttosto che a un'altra, ancora ieri i j'accuse e i plaidoyer degli Assessori di tutta Italia che si occupano dell'Europa sono stati unanimi. Credo sia chiaro che a breve ci sarà un nuovo documento dei Presidenti delle Regioni che lamentano la scelta centralistica operata. Peraltro bisogna dire la verità, in continuità con quanto aveva già fatto il precedente presidente del Consiglio Conte, ma Draghi ha irrigidito la scelta centralistica e questo in qualche maniera ci preoccupa. Per fortuna, questa stretta centralistica non può toccare, proprio per le decisioni della Commissione europea, quei fondi che invece avremo a disposizione nel periodo 2021-2027 e che hanno una logica riassumibile in questa espressione, forse un po' di moda, di sviluppo sostenibile.

Il percorso che noi abbiamo intrapreso è iniziato già nel marzo del 2019, quindi la paternità non appartiene a questa Giunta, c'è stato poi un periodo di impasse dovuto all'emergenza epidemiologica e siamo ripartiti forti nel febbraio del 2021 partendo dal presupposto che uno dei capisaldi deve essere quello del ruolo del partenariato, cioè capire all'interno anzitutto di un Tavolo permanente quali sono le esigenze che derivano dal territorio. C'è stata una scheda di rilevazione per capire i fabbisogni già all'interno del Tavolo permanente, abbiamo aperto una consultazione ai cittadini e alle cittadine valdostane, abbiamo ricevuto 1.220 risposte, quindi è la dimostrazione di un vivo interesse. Abbiamo poi varato, anche in collaborazione con l'Università, un'iniziativa che si è chiamata: "Scrivi con noi la strategia regionale del 2030", che è stata dedicata ai giovani valdostani e anche in questo caso le risposte sono state molto, molto interessanti, anche se poi il momento clou è stato l'incontro con i Presidenti delle Unités des Communes e con i Sindaci dei Comuni, anche con il Sindaco del Comune di Aosta per il particolare ruolo del capoluogo regionale e abbiamo raccolto - e di questo daranno atto tutti i documenti da qui in poi - i bisogni del quadro strategico nei diversi programmi regionali, che sono: FESR, FS Plus, tutti quei denari che dovranno essere spesi in questo periodo di programmazione.

Apro una parentesi: uno dei temi importanti che si è sviluppato è che questi fondi devono essere utilizzati, scusate la banalità, ma questo deve avvenire anche con un impegno da parte di tutti perché non sempre le strutture, anche all'interno della Regione, reagiscono in positivo, perché sappiamo che la gestione dei fondi comunitari è complessa, è legata a rendicontazioni, a controlli, si assumono grandi responsabilità e bisogna fare in modo, e lo faremo, che tutto questo funzioni per poter andar bene. La stessa sollecitazione l'abbiamo fatta nei confronti delle Unité des Communes che oggi talvolta stentano ad assumere delle responsabilità proprio per una carenza sostanziale anche di esperti nella politica comunitaria e ci auguriamo anche in questo di poter varare delle iniziative per spingere giovani valdostani a specializzarsi sempre di più in queste materie così importanti. Il documento posiziona la Valle d'Aosta rispetto agli obiettivi dell'Agenda 2030, ciascun obiettivo di Policy europea è stato declinato a livello regionale, ci siamo dotati di una governance e ovviamente ci auguriamo di poter aprire le ali e volare in questo cielo europeo, che, per fortuna - lo ripeto ancora una volta - dà un ruolo reale alla nostra Regione.

Come dicevo - e lo sottolineo ancora una volta - è necessario un potenziamento delle capacità amministrative della Regione e delle Amministrazioni locali per poter attuare positivamente i programmi fino ad oggi, tranne qualche sbavatura, noi possiamo dire che nel precedente periodo di programmazione ci stiamo avviando a una spesa totale dei fondi che abbiamo a disposizione.

La logica quindi dovrà essere quella di un approccio partecipativo e ogni passo del percorso di questo periodo di programmazione 2021-2027 avverrà in stretta connessione del Governo regionale con il Consiglio Valle.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire in discussione generale? Nel caso si prenoti. Il consigliere Aggravi si è prenotato, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Soltanto per formulare due considerazioni sul contenuto del documento oggetto del punto iscritto al punto n. 3.01.

Ci sono due ambiti che sono stati anche già più volte affrontati da questo Consiglio e ne ritroviamo la presenza all'interno del quadro strategico: il primo riguarda la ricerca e il secondo riguarda la strategia complessiva io direi più della transizione ecologica, perché sinceramente lo sviluppo sostenibile è un concetto che per chi ha studiato economia è un ossimoro, nel senso che lo sviluppo non è sostenibile e la sostenibilità spesso non porta lo sviluppo, ma, a parte questa battuta, sul complesso hanno una caratteristica comune. Il fatto che spesso si citano lo sviluppo della ricerca e lo sviluppo delle politiche di transizione ecologica... è in vari documenti. Qui abbiamo un'ottica più europea, ci sono poi delle declinazioni a livello regionale, c'è il libro dei sogni che è il DEFR dove solitamente si può fare ordine, ma si aggiungono degli elementi. Ecco, in questi due casi io penso, il nostro gruppo in parte ne ha anche già lavorato e già presentato anche delle iniziative in cui bisogna fare un po' di ordine.

Dal lato della ricerca sicuramente il contenuto del testo è interessante, finalmente c'è un'indicazione di quelle che possiamo dire essere tre direttrici, la costituzione di tre centri di ricerca e quindi abbiamo una declinazione maggiore perché la ricerca è un tema estremamente ampio e complesso, abbiamo una concretizzazione, ben venga quello relativo alla parte energetica e ben venga la citazione dell'idrogeno, perché, come ebbi già a dire e come ricorda spesso il collega Perron, non bisogna aver paura dell'idrogeno, è un elemento con cui si può fare tanto del bene e su cui però bisogna fare tanta ricerca, quindi ben vengano le iniziative in questo campo. Ci auguriamo che poi questa indicazione trovi anche una declinazione chiamiamola più regionale, con un'identificazione anche geografica o comunque di risorse che dovranno essere messe e indicate nel prossimo bilancio e soprattutto che ci sia finalmente un'indicazione della via che si vuole prendere, perché altrimenti rischiamo di fare anche tanti interventi che poi non hanno un effetto compiuto e forse la scelta di centralizzare fortemente in questa fase le risorse del PNRR è anche dovuta alla necessità di avere un'indicazione di spesa più diretta. Non voglio assolutamente ovviamente difendere chi ha una visione più centralista, ma vedo nell'atteggiamento attuale del Governo Draghi una scelta più pragmatica rispetto che ideologica, anche perché di tempo purtroppo se n'è perso, perché se ci fosse stato lo stesso Governo, ovviamente se ci fosse stato il Governo Draghi prima perché il Governo Conte bis non è che proprio abbia le mie simpatie, forse si potevano fare delle cose diverse, in questa fase qua, vedendo anche le querelle che ci sono in atto sulle varie riforme contenute nel PNRR, perché prima di tutto è un programma di riforme e poi di finanziamenti, c'è il rischio davvero di non riuscire ad arrivare alla spesa completa dei progetti, al di là di quei progetti che ad oggi una progettazione definitiva ancora non hanno, ma questo lo dico a buon intenditore.

Per quanto riguarda poi invece la parte di transizione ecologica, quindi di sviluppo sostenibile, anche in questa fase questo Consiglio nella scorsa legislatura e anche in questa ha parlato molto e ha già iniziato ad abbozzare una strategia: la famosa strategia "fossil fuel free", bisogna fare, però, a mio giudizio, degli approfondimenti e su questo invito anche i Presidenti di Commissione di riferimento a promuovere magari una serie di incontri con gli Assessori competenti per capire a che punto siamo con quell'impianto, perché ora che abbiamo un'indicazione del quadro strategico relativamente appunto ai fondi europei è bene che si capisca anche a livello regionale che cosa si intenda fare, perché altrimenti è un progetto molto ambizioso che poi non ha nessuna ricaduta e su questo ben vengano anche altre iniziative che con questa strategia e con questi obiettivi si collegano. La citerò e non voglio ovviamente aprire dei dibattiti che sicuramente faremo nel prossimo Consiglio, ma anche la tanto vituperata legge sull'idrogeno deve necessariamente trovare un collegamento con quella strategia e viceversa, perché altrimenti rischieremmo, ripeto: di avere tanti documenti, tante idee, tante tematiche per una realtà fatta di piccoli numeri dov'è importante lavorare anche di aggregazione e quindi perderemmo delle risorse.

In ultimo non l'ho citata ma aggiungo un punto relativo alla competitività in senso generale delle nostre imprese forse, e dobbiamo fare qualcosa di più, lavorare molto di più per le aggregazioni o le reti di imprese. Spesso e volentieri non soltanto quando si parla di appalti pubblici ma anche banalmente di logiche di mercato abbiamo delle realtà piccole di nicchia che hanno la loro nicchia e che quindi ovviamente sopravvivono in quell'ambito, ma abbiamo anche delle realtà che si avvicinano di più a contesti più standardizzati, più aperti dove l'effetto costo è molto, molto significativo, ovviamente andando di fronte a degli operatori 90 su 100, anzi, 99 su 100 esterni, ovviamente hanno degli altri tagli, delle altre dimensioni, delle altre possibilità dove purtroppo le nostre aziende spesso fanno delle difficoltà. Bisognerà quindi fare una scelta, io penso che però ovviamente il nostro obiettivo deve andare più verso la nicchia perché non potremo mai andare a competere con delle realtà consolidate, grandi e soprattutto che operano in contesti dove sono i grandi numeri che la fanno da padrone.

Su questo quindi io penso che, al di là dei fondi stanziati... e forse avrei su questo aspetto apprezzato di più un approfondimento maggiore, ma tant'è, c'è la necessità di fare un ragionamento e anche di aprire una discussione con le associazioni di categoria, perché ovviamente è necessario andare a discutere prima di tutto con gli operatori e con chi effettivamente lavora tutti i giorni e soprattutto assume su di sé il rischio di impresa, perché spesso e volentieri ce lo dimentichiamo che l'imprenditore prima di tutto è colui che si assume il rischio di impresa. Dopo ci sono anche gli aspetti negativi, ma il vero aspetto positivo del fare impresa è quello che c'è una persona o più persone che si assumono un rischio e rischiano del loro, perché di questo spesso e volentieri ce ne dimentichiamo, soprattutto in questa fase dove i vari bonus ed elargizioni a sostegno di varie categorie, non ne cito, ci hanno fatto perdere e dimenticare il fatto che l'economia va avanti perché ci sono delle persone che ovviamente hanno voglia di rischiare. Questo io penso che si debba rendere loro onore ogni giorno, perché altrimenti è inutile poi andare a fare grandi discorsoni su riforme fiscali, fisco e introiti, perché se non c'è sviluppo, al di là che sia sostenibile o no, non c'è gettito e quindi non c'è ovviamente vita io direi, perché senza gettito non c'è vita, anche perché la prima parte del bilancio regionale è fatta di entrate, perché, senza le entrate, le uscite non ci possono essere, questo lo dico anche a beneficio di chi spesso se lo dimentica.

Detto questo, i prossimi mesi e i prossimi anni saranno fondamentali per trovare una coerenza in quello che si dice e soprattutto in una concretizzazione delle idee condivisibili su cui si può si può lavorare.

Sul lato dell'occupazione, solo per dare un ultimo aspetto, penso che il lavoro che è nato all'interno delle necessità dovute al Covid abbia dato dei buoni frutti e stia dando dei buoni frutti, è ovvio che mi auguro si debba poi iniziare a pensare alla fase post, perché ovviamente bisogna poi anche uscire io direi da questo impazzimento e da questa contingenza e cercare anche lì ovviamente di trovare delle soluzioni che possano andare bene con il nostro taglio, ovvero con il fatto che spesso e volentieri c'è la necessità di avere delle risorse estremamente professionalizzate in piccoli numeri, quindi c'è poca domanda e quindi poca attrattività, dobbiamo creare quest'attrattività perché che lo si voglia o no i grandi numeri noi non li possiamo fare, o troveremo una soluzione geologica o di espansionismo, ma che non si usa più perché, purtroppo, lo spazio è quello che abbiamo e poi l'assessore Caveri si occupa anche di istruzione e ha parlato più volte anche della problematica della natalità, direi che sui numeri abbiamo un po' di problemi... è bene quindi che le nostre strategie convergano sulla qualità, la nicchia e dove ci può essere maggior valore aggiunto.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.

Jordan (VdA Unie) - Credo di dire una cosa scontata dicendo che i finanziamenti europei e della cooperazione in generale rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo della nostra Regione ed è proprio in questo contesto che il quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile di cui siamo in discussione adesso assume un ruolo ancora più significativo, soprattutto perché questo documento affronta in modo compiuto, ed è stato ben detto dall'Assessore, un'analisi strategica di sviluppo della nostra Regione, cioè mai come adesso è necessario fare strategia, mai come adesso è necessario definire una programmazione che sia a medio-lungo termine. Questi fondi, lo dicevo prima, sono fondamentali per il nostro sviluppo e la Regione in questo senso nelle diverse programmazioni ha saputo e ha dimostrato di essere attiva e ha saputo cogliere queste opportunità, quindi anche in questa programmazione questo quadro strategico ne è un elemento importante, bisogna definire gli indirizzi di governo della politica di coesione economica, della politica sociale, territoriale in coerenza e in sinergia con tutte le altre azioni che il collega Aggravi ha citato. Questo documento, ed è importante ribadirlo, è frutto di un'analisi di una logica partecipativa che ha visto e ha coinvolto nel processo di ascolto e condivisione una buona rappresentanza della nostra comunità.

Il processo si è avviato nel 2019 ed è stato in qualche modo fortemente condizionato dall'emergenza Covid e da una realtà che nel frattempo è mutata sotto il profilo economico, ma anche sotto il profilo sociale della nostra Regione, quindi è giustamente cambiato e, ripetendo quanto è stato detto da chi mi ha preceduto, probabilmente dovrà essere ancora aggiornato al quadro sociale che continua a cambiare. Questo quadro è importante perché diventa una cornice nella quale inserire le politiche di sviluppo locale di cooperazione attraverso la coerenza con gli obiettivi strategici e di policy, quelli che sono stati citati, gli obiettivi dell'Unione europea, è stata declinata la nostra strategia che si sovrappone e integra e completa gli altri strumenti programmatori, siano essi regionali o in ultimo anche il piano nazionale di ripresa e resilienza. Interessante e utile è cogliere nel documento l'analisi rispetto ai diciassette obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Da questo confronto e quindi dalla loro reale applicazione nel nostro territorio emergono in modo evidente i principali settori nei quali concentrare in modo prioritario le nostre azioni: sanità e sociale, ricerca e sviluppo, territorio e ambiente, mobilità. Queste tematiche vengono sviluppate e declinate nel quadro strategico oggetto dell'analisi odierna e sono ricomprese in quei cinque obiettivi di policy proposti dall'Unione europea che definiscono - e li abbiamo fatto nostri - una Valle d'Aosta che sia più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e concretamente più vicina ai cittadini.

Credo sia necessario, immaginando l'applicazione concreta di questo quadro strategico e più in generale della tematica dello sviluppo locale, fare tesoro e fare autocritica rispetto a quanto fatto nel passato, autocritica che ci permetta di essere più efficaci e in questo contesto credo sia anche importante - e lo ha ribadito bene l'Assessore - definire la governance della politica di sviluppo per la prossima programmazione: una governance che sia unitaria, che agisca in una logica cooperativa di insieme, una governance che sia orientata in modo concreto e pragmatico al risultato, un processo di governo che guardi anche e soprattutto alle formazioni di competenze specialistiche sul tema delle politiche di cooperazione.

Infine ritengo che sia fondamentale rendere effettivo e reale il ruolo propositivo, propulsivo e di facilitazione dell'Amministrazione regionale nei confronti di coloro che devono essere - e lo ricordava bene il collega Aggravi - i veri beneficiari di questo quadro strategico.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Carrel, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Questo piano, non mi ripeto su quanto detto dai colleghi Aggravi e Jordan che condivido, è un quadro che ha iniziato il suo iter nel 2019, che vede ovviamente dei cambiamenti da allora ad oggi e che ovviamente avrà la necessità, come si dice anche nel deliberato, di essere rivisto e riaggiornato anche alla luce di quello che sarà poi l'accordo di partenariato 2021-2027. Un quadro che dunque nel suo complesso come gruppo consiliare valutiamo positivamente, ci riserviamo poi di andare ad addentrarci nei dettagli quando verranno poi portati i contenuti, perché qui stiamo parlando appunto del quadro generale e quindi, oltre i contenuti, anche le variazioni che questo periodo ha portato con sé anche alla nostra società.

Credo che sia fondamentale nell'intervento dell'Assessore capire il fatto di spendere i soldi, è una richiesta che spesso facciamo anche noi come politici, abbiamo delle risorse che arrivano soprattutto dall'Europa, ma non sappiamo spesso gestirle, non sappiamo poi farle fruttare come dovrebbero fruttare. Per questo condivido e mi aggrego, servono delle competenze specialistiche importanti, servono degli studi importanti, potrebbe essere anche un'idea magari utilizzare la nostra Università per iniziare in qualche modo a entrare dei giovani magari anche valdostani in questa giungla di norme che è l'Europa, ma che ci dà una possibilità, tante possibilità per sviluppare realmente il nostro tessuto sociale ed economico.

Credo dunque che sia realmente importante per il futuro lavorare sulle future generazioni e renderle pronte ad affrontare queste sfide.

Per quanto riguarda nel complesso questo atto, come gruppo consiliare, lo voteremo ma ci riserviamo, come ho ben specificato, di entrare nel dettaglio quando poi non abbiamo più solo la cornice ma abbiamo il dipinto e quindi lì dovremmo capire dove vogliamo andare e come vogliamo sviluppare il tutto e come vogliamo usare queste importantissime risorse.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-SA) - Qualche considerazione su un documento molto importante e strategico soprattutto, a proposito di perimetri penso che questo documento proprio ci inserisca all'interno di un percorso, di un perimetro e di una visione in cui nel proseguo, nei prossimi mesi dovremo avere sicuramente una capacità da un punto di vista anche amministrativo soprattutto di rendere coerenti le varie fasi. Cosa vuol dire "rendere coerenti"? Nel senso che qualche mese fa abbiamo discusso proprio in Consiglio regionale il documento ambiziosissimo: quello della road map per una Valle d'Aosta "fossil full free" 2040 e al centro di questo documento c'è proprio questo passaggio penso fondamentale: la capacità di rendere coerenti tutti gli strumenti per raggiungere questi determinati obiettivi.

Scendo nel pratico, per quanto riguarda comunque i cofinanziamenti nel piano di sviluppo rurale, quello che andremo a discutere fra un momento, cioè il disegno di legge che andremo a discutere sull'autorizzazione comunque per la nostra principale società, CVA, di andare in una determinata direzione deve avere una sua coerenza all'interno dello sviluppo sostenibile 2030. Lo stesso PTA che andremo ad affrontare fra qualche mese in Consiglio regionale dovrà avere una sua coerenza all'interno di questo sviluppo sostenibile 2030. PTR stesso, PEAR stesso, FSE stesso. Tutto questo per dire che cosa? Per dire che sicuramente la parte forse più interessante di questi mesi è stata quella di consultare i cittadini, lo diceva prima l'Assessore: cittadini, imprese, Enti locali, Amministrazioni tutte, ma con un unico obiettivo: quello della collaborazione tra abitanti, lavoratori e imprese. Questa quindi è la parte sicuramente più sfidante ma in tutto questo poi dovremo avere quella capacità che si creino non solo le condizioni, ma che si facciano delle scelte importanti e in tutto questo - non so se lo condividete - io inserirei come Regione autonoma e per di più alpina i cambiamenti climatici. L'ARPA, all'interno della road map penso qualche mese fa, ci ha messo nero su bianco uno studio scientifico che non solo deve farci riflettere ma deve essere uno strumento utile per decidere e fare delle scelte oculate da un punto di vista politico e utilizzare al meglio le risorse regionali, nazionali ed europee, non basta solo spenderle, perché poi uno tira la linea e dice: "abbiamo speso tutto", ma avere quella capacità in questo momento di utilizzarle al meglio.

Sintetizzo due passaggi proprio del documento che ARPA ha predisposto qualche mese fa sugli scenari futuri, dato che la nostra Regione è la Regione che ha le montagne più alte d'Europa, che probabilmente la montagna avrà le difficoltà maggiori, quindi legate alle previsioni del futuro. Cosa cambierà in Valle d'Aosta scientificamente nei prossimi cinque, dieci, venti anni? Avremo meno neve dove, in che zone, in che modo? All'interno del PTA come andremo a riformulare gli elementi per raggiungere determinati obiettivi? Cosa accadrà ai nostri ghiacciai? Cambierà la portata dei nostri torrenti? Sembra che tutto questo magari sia un documento che rimane lì, perché probabilmente aumenterà anche il fabbisogno irriguo, non ci saranno più tutta una serie di documenti ed elementi. Questo per dire che cosa? Per dire che la sfida forse più importante all'interno di questo perimetro che oggi ci accingiamo a sostenere e a votare - e il nostro gruppo lo sosterrà - sarà quello di rendere coerenti tutte queste fasi di aggiornamento e di revisione di questi obiettivi e dei piani che ho citato poc'anzi. I colleghi prima hanno proposto indubbiamente non solo di verificare questa coerenza ma che ci sia modo proprio di far parlare tutti i dipartimenti regionali tra di loro, tutti i piani e progetti europei e soprattutto avere anche la capacità magari di finanziare determinate idee con i progetti europei e quindi non andare a utilizzare delle risorse proprie regionali per eventualmente sostenere altre attività.

La road map è stata principalmente declinata dall'Assessorato dell'ambiente e dall'Assessorato dello sviluppo economico; oggi l'assessore Caveri ci ha presentato lo sviluppo sostenibile 2030, penso che i tre Assessorati mai come in questo momento, all'interno di quel perimetro che oggi andremo a sostenere, non solo dovranno parlarsi ma la scelta politica poi dovrà essere fatta in modo da poter raggiungere determinati obiettivi con un unico obiettivo: quello di aumentare la qualità della vita delle nostre comunità, dei nostri residenti, dei nostri lavoratori e soprattutto essere al passo con i tempi anche nelle scelte. Sicuramente il documento che oggi ci accingiamo a sostenere ha in pancia la road map 2040, ma poi dovremo avere quella capacità di declinare e quindi di riempire i progetti 2021-2027 europei cofinanziati che vadano in quella direzione di sostenibilità sociale, economica e soprattutto quella di proseguire e far coordinare meglio gli interventi pubblici perché di questo stiamo parlando.

Fra qualche settimana arriverà un altro documento importante, proprio accederà in Consiglio un altro disegno di legge molto importante: quello della connettività, quindi della fibra ottica, è stato ieri approvato in III Commissione, ha avuto il parere condizionato dal CELVA e va proprio nella direzione di rendere le nostre vallate laterali e la vallata centrale connessa e soprattutto utile a chi per scelta ha deciso di rimanere in montagna, a chi per scelta viene da noi in vacanza e quindi giocarsi una partita comunque importante in modo che ci sia una digitalizzazione della nostra realtà, della nostra Regione per raggiungere determinati obiettivi: queste erano le considerazioni principali. Io penso che la parte forse più importante sia proprio quella della coerenza di tutti i piani che nei prossimi anni andremo ad approvare ma soprattutto a dare corso.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron.

Perron (LEGA VDA) - Alcune considerazioni su questo tema, ovviamente mi associo alle considerazioni già fatte dai colleghi, tutte puntuali, riguardo alla transizione energetica, che è uno dei temi fondamentali direi anche nel piano e nel quadro strategico di sviluppo sostenibile che qui stiamo discutendo e valutando, un paio di considerazioni appunto riguardo alla transizione energetica. Se a livello europeo la transizione energetica potrà creare certamente anche notevolissimi problemi, e questo è un discorso affrontato in varie sedi, cioè non saranno rose e fiori ma tanto per fare un esempio con un passaggio alle auto che un giorno potranno essere totalmente elettriche potremmo avere, ad esempio, in Italia il rischio di 600 mila persone addette al settore automobilistico che perderanno il lavoro, un milione mi pare a livello europeo, quindi la transizione energetica non sarà solo rose e fiori, a livello europeo, tra l'altro, l'Europa produce dal 7 al 9% della CO2 mondiale, quindi faremo uno sforzo gigantesco per ridurre una parte davvero piccola, e questo è un altro grande tema, ma in generale sia a livello europeo e anche italiano le problematiche saranno gigantesche, per la nostra Valle, per anche una certa fortuna, per noi potrebbe essere un'opportunità. Mi riferisco ovviamente al fatto che abbiamo CVA che è già la produttrice al 100% di energia pulita e quindi abbiamo in mano delle risorse da sfruttare nel miglior modo possibile e qui ritorna sempre il tema dell'idrogeno come possibilità di vettore verde creato appunto dalle nostre centrali. Noi quindi abbiamo in questo senso una certa fortuna che non dobbiamo lasciarci scappare, ma indirizzare nel modo migliore per produrre non solo una Valle d'Aosta più pulita, ma una Valle d'Aosta che possa creare ricerca, sviluppo e benessere economico e questo per noi credo che possa essere fondamentale.

In generale quindi la direzione intrapresa è questa, faccio una domanda puntuale, sebbene so che esula un po' dal contesto perché questo piano è un piano strategico generale ma leggo nella parte di trasporti e mobilità sostenibile - e poi a questo punto faremo altre iniziative magari specifiche in merito - che, riguardo all'elettrificazione della ferrovia, sono previsti interventi di miglioria del tracciato sulla stessa tratta quale, ad esempio, il raddoppio selettivo di alcune parti della tratta stessa. Questo sarebbe un tema fondamentale, io non lo so se ci siano interlocuzioni in merito, stiamo ovviamente aspettando ancora la progettazione definitiva, riguardo alla parte dell'elettrificazione ora messa così per scritto pare che il raddoppio potrebbe essere già incluso, credo che non sia così. Questo è un tema che credo andrà approfondito e a questo punto faremo iniziative in merito, perché, come sappiamo, sarà il raddoppio selettivo, che, tra l'altro, nel 2019, vado un po' a memoria, perché non ho ritrovato il documento, ma mi pare fosse segnalato come un intervento da circa 50 milioni di euro, raddoppi selettivi quelli sì, potrebbero, tra l'altro, produrre una ferrovia più rapida rispetto ai 30 secondi di tempo invece che garantirà l'elettrificazione, quindi questo credo sia un argomento che potrebbe essere importante, se qualcuno riesce già a rispondermi se ci sono novità in merito, altrimenti faremo altre iniziative per capire un po' meglio questa questione.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Il quadro strategico di sviluppo sostenibile è un documento importante, che, com'è già stato detto da chi mi ha preceduta, contiene la declinazione di una serie di obiettivi condivisi con l'Unione europea e ritarati sulla realtà della Valle d'Aosta; mi sembra che il collega Jordan li abbia ben evidenziati. È un documento sicuramente ambizioso e credo che la responsabilità più grande che si avrà poi nel momento in cui verrà approvato è quella di evitare, come spesso purtroppo accade, che molti punti rimangano soltanto nella sfera delle buone intenzioni. Bisogna quindi cercare di mettere in cantiere degli atti, delle azioni concrete, per far sì che lo sviluppo si realizzi nella sua interezza o comunque in gran parte delle sue linee essenziali.

Mi permetto di segnalare alcune di queste azioni che, secondo me, sono importanti. E' utile cercare di promuovere per il sistema Valle d'Aosta, inteso come insieme delle organizzazioni sia pubbliche che private, delle occasioni di formazione sugli obiettivi della strategia regionale di sviluppo sostenibile 2030, perché se non c'è una traduzione di questa strategia, proprio anche in termini di conoscenza presso la popolazione, rischia di rimanere più che altro aleatoria.

Occorre quindi, a mio avviso, cercare di realizzare un percorso di valorizzazione di tutti i comportamenti virtuosi di sostenibilità integrale che in parte già esistono anche nella nostra regione, ma che devono essere implementati e vanno intesi come delle realizzazioni concrete che tengano insieme il valore economico, ma anche la dignità del lavoro, la sostenibilità integrale in ambito sia pubblico che privato.

Ancora in questo senso è importante, a mio avviso, sperimentare un'autovalutazione della sostenibilità e poi, a seconda dell'autovalutazione e della valutazione che c'è, cercare, in corso d'opera, anche ritarare o comunque cercare di applicare la strategia in maniera più concreta. Occorre quindi seguire passo passo l'applicazione del quadro strategico, dargli gambe affinché produca risultati concreti.

Io valuto positivamente questo documento ma, come spesso accade, davvero la preoccupazione che abbiamo di trovarci un grande contenitore con i contenuti che rischiano di rimanere in superficie è una preoccupazione che si sente.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Se altri vogliono intervenire, si prenotino, altrimenti chiudo la discussione. Nessun altro intende intervenire? Chiudiamo la discussione. Se c'è la replica da parte del Governo... ha chiesto la parola il consigliere Caveri, ne ha facoltà.

Caveri (VdA Unie) - Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti arricchendo i contenuti del dibattito e mi limito ad alcune osservazioni. Condivido il fatto che si debba essere profondamente innovativi, innovativi e attenti. Io credo che, al di là degli obiettivi europei che noi abbiamo declinato, ci siano sicuramente questi temi che già sono stati evocati: prima il cambiamento climatico e le conseguenze sul territorio, direi sulla società, pensiamo a che cosa vuol dire la riduzione dell'acqua non solo per l'innevamento, ma anche per il mondo dell'agricoltura, per la fornitura di acqua potabile. Non a caso nel PNRR noi abbiamo spedito a Roma anche la possibile costruzione di questi bacini in alta quota che possano catturare l'acqua, che poi sarà indispensabile, perché probabilmente d'inverno nevicherà ancora, ma avremo, per esempio, delle estati torride così come ci è stato presentato il quadro del cambiamento climatico.

Il secondo punto è l'aspetto della demografia, quindi l'invecchiamento della popolazione, ma anche la necessità di trovare delle misure per la spinta alla natalità e poi la rivoluzione digitale che spinge anche molto rispetto al cambiamento di paradigmi nel settore dell'istruzione e anche nel tema che segue il collega Bertschy, cioè la reindustrializzazione.

Ci sono tanti soggetti che oggi si occupano, per fortuna, dei fondi comunitari: l'ARPA, GAL, Fondation Grand Paradis, Montagna Sicura, l'Osservatorio di Saint-Barthélemy, Forte di Bard, l'Università, bisogna fare in modo che i diversi soggetti si possano coordinare fra di loro. Bisogna spendere bene i soldi con nuove soluzioni anche per alleggerire le procedure di controllo, anche se sappiamo che non è facile, sono decenni che si discute di questo e ogni volta si aggiungono degli elementi di complicazione.

Il secondo aspetto è quello di avere le strutture amministrative e permettetemi di dire anche le intelligenze, da questo punto di vista, forse l'occasione potrebbe essere anche propizia per far entrare i tanti cervelli di giovani valdostani ormai in fuga dalla nostra Regione.

Gli incontri pubblici dopo la consultazione ci saranno e saranno numerosi perché è del tutto evidente che bisogna trovare, nel declinare tutto questo, anche una sensibilità o bisogna trasmettere una sensibilità nei confronti della popolazione.

Per quel che riguarda il raddoppio selettivo, non fa parte del progetto di elettrificazione, ma è indispensabile, perché questo è un tema vecchio come il cucco, è del tutto evidente che, fino a quando i treni continueranno a incrociarsi nelle stazioni ferroviarie, non ci sarà un risparmio di tempo perché l'abbiamo vissuto tutti da pendolari da ragazzi, quando arriva un treno, deve aspettare l'altro treno prima di ripartire. Ci sono già delle progettualità pronte da tantissimi anni che consentono, laddove la pianura consente il raddoppio, di poterla effettuare. Questa era l'unica risposta puntuale all'unica domanda puntuale. Per il resto confermo che tutti i documenti nella maturazione che avranno saranno sottoposti all'attenzione del Consiglio.

Presidente - Non vi sono altre richieste. Possiamo mettere in approvazione l'atto. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 24

Favorevoli: 24

Astenuti: 11 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Perron, Planaz, Sammaritani, Spelgatti)

Il Consiglio approva.