Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 895 del 6 ottobre 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 895/XVI - D.L. n. 36: "Disposizioni in materia di operazioni societarie di Compagnia Valdostana delle Acque - Compagnie Valdôtaine des Eaux S.p.A. (C.V.A. S.p.A.)".

Bertin (Presidente) - Punto n. 3.02 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il consigliere Grosjacques per l'illustrazione, ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Prima dell'esame di questo breve, ma significativo disegno di legge regionale n. 36, consentitemi di ringraziare tutti i Commissari della IV Commissione consiliare, i colleghi Consiglieri e l'assessore Caveri che durante il percorso del provvedimento in Commissione, in modo particolare in questi ultimi giorni, hanno lavorato affinché lo stesso potesse essere iscritto all'ordine del giorno di questa seduta consiliare.

Il presente disegno di legge nasce dall'esigenza manifestata dalla Compagnia Valdostana delle Acque S.p.A., società controllata indirettamente dalla Regione, e principale produttore locale di energia elettrica da fonti rinnovabili, di procedere all'emissione di due prestiti obbligazionari quotati sul mercato regolamentato per un ammontare complessivo non superiore a 500 milioni di euro, con l'obiettivo, da un lato, di fornire adeguata copertura finanziaria al piano strategico 2001-2025 approvato dall'azienda stessa e, dall'altro lato, di riarticolare le fonti di finanziamento del gruppo CVA al fine di diversificare l'approvvigionamento finanziario ad oggi esclusivamente di natura bancaria, anche con riferimento alla tipologia e all'orizzonte temporale, che dovranno essere coerenti con gli investimenti previsti dal piano strategico sia per quanto riguarda la durata che per quanto riguarda l'ammontare della provvista finanziaria collocata. Tutto questo per consentire una transizione energetica green che, per potersi concretizzare, necessita di importanti investimenti in sostenibilità ed economia a basso impatto ambientale.

Inquadrando la questione sotto il profilo della normativa di legge attualmente vigente e in particolare il dettato del decreto legislativo 9 agosto 2016 n. 175, il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, la cosiddetta "Legge Madia", va evidenziato che, ai sensi dell'articolo 18 del decreto stesso, le società controllate da una o più Amministrazioni pubbliche possono quotare azioni o altri strumenti finanziari in mercati regolamentati a seguito di deliberazione adottata ai sensi dell'articolo 5, comma 1, secondo le modalità di cui all'articolo 7, comma 1.

Si pone pertanto la necessità, anche da parte della Regione Autonoma Valle d'Aosta, di autorizzare l'utilizzo dell'emissione dei due prestiti obbligazionari, che verranno descritti in dettaglio nella parte della relazione che analizzerà l'articolo 2, scelti da CVA a seguito di analisi dei propri consulenti finanziari quale strumento più funzionale al soddisfacimento delle esigenze finanziarie della società, così come già in precedenza effettuato da Finaosta, socio unico di CVA, nel corso della propria assemblea tenutasi in data 18 giugno 2021 e confermato nell'assemblea di CVA del 30 giugno 2021 dopo aver effettuato tutte le opportune verifiche sulla sostenibilità del piano strategico e sulla possibilità di rimborso dei prestiti. Tutto questo per consentire a CVA, sulla quale la Regione intende mantenere il controllo pubblico in virtù del ruolo strategico detenuto dalla stessa nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, di ridurre l'indebitamento bancario sostituendolo con uno strumento i cui costi saranno inferiori rispetto agli oneri attualmente sostenuti e altresì per finanziare le sei priorità previste nel piano strategico 2021-2025, che ha in realtà un orizzonte temporale che si proietta agli anni 2029/2030 nel corso dei quali, se non interverranno provvedimenti legislativi statali o l'approvazione della norma di attuazione attualmente in fase di esame da parte dei competenti Ministeri, verranno rispettivamente a scadere le concessioni di derivazione e quelle relative alla rete di distribuzione dell'energia. Diventa quindi fondamentale fornire all'azienda tutti gli strumenti utili a poter consolidare il proprio ruolo tra i principali produttori di energia da fonti rinnovabili in Italia e poter affrontare, con la necessaria solidità, le sfide che potranno presentarsi negli anni a venire, in primis quella delle gare per i rinnovi delle concessioni.

Siamo all'alba del decennio che porterà la transizione energetica sulla quale si sono soffermati i colleghi che hanno analizzato il piano strategico di cui al punto precedente con obiettivi approvati da tutti gli Stati membri dell'Unione europea che prevederanno entro il 2030 una riduzione delle emissioni di CO2 dell'atmosfera di oltre il 50% e una preponderanza delle fonti rinnovabili rispetto al totale dell'energia prodotta. Questa è una grande sfida e la crescita delle rinnovabili avverrà in modo particolare per quanto riguarda l'eolico e il fotovoltaico e nello sviluppo dell'idrogeno verde, mentre sull'idroelettrico la crescita sarà ovviamente minima essendo la fonte ampiamente sfruttata. Attraverso l'approvazione di questo disegno di legge consentiremo quindi a CVA di strutturarsi in modo adeguato dal punto di vista finanziario allo scopo di valutare e possibilmente cogliere tutte le opportunità che il mercato delle rinnovabili offrirà nel prossimo periodo, provvedendo nello stesso tempo, attraverso operazioni di re-vamping delle centrali, a migliorare le condizioni di sicurezza e di performance degli impianti, aumentandone le prestazioni in termini di produttività energetica con una sempre maggiore attenzione alla salvaguardia dell'impatto ambientale e dai deflussi nei corsi d'acqua sui quali insistono gli impianti di produzione.

Nello specifico il presente disegno di legge si compone di quattro articoli: l'articolo 1 reca le finalità dell'intervento normativo con particolare riferimento alla transizione energetica che costituisce un obiettivo strategico per lo sviluppo del territorio valdostano ed è perseguita dalla Regione attraverso la prosecuzione e l'implementazione di una strategia di decarbonizzazione: la cosiddetta "fossil fuel free", mediante la propria società controllata CVA S.p.A in quanto principale produttore locale di energia elettrica da fonti rinnovabili. La società contribuisce pertanto, così come dettagliatamente rappresentato all'interno del proprio piano strategico 2021-2025, al raggiungimento degli obiettivi istituzionali dell'Amministrazione regionale che consistono in particolare nella riqualificazione energetica, nel progresso economico, nella decarbonizzazione per una migliore qualità nella vita e per un benessere della popolazione, obiettivi esplicitati nel documento di economia e finanza regionale 2021-2023 in coerenza con quanto previsto dalla normativa regionale in materia.

L'articolo 2 dispone in merito ai prestiti obbligazionari. La Regione, previa valutazione positiva di Finaosta, autorizza la società CVA S.p.A., nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 175/2016 e della normativa vigente in materia di emissioni obbligazionarie da parte delle società non quotate, a porre in essere tutte le attività finalizzate alla emissione di due prestiti obbligazionari quotati in un mercato regolamentato ai fini della copertura del fabbisogno finanziario del proprio piano strategico 2021-2025. In particolare CVA S.p.A. ha evidenziato l'urgenza di procedere all'emissione dei due prestiti obbligazionari per la cui autorizzazione si rende indispensabile l'approvazione del presente disegno di legge con il quale vengono consentite le seguenti due operazioni: una prima emissione tramite lo strumento del collocamento privato per un importo di euro 50 milioni da perfezionarsi entro la fine dell'anno 2021 e una seconda emissione con un bond destinato al mercato riservato a investitori istituzionali per un importo non superiore a 450 milioni e da perfezionarsi entro la metà del mese di settembre 2022. Tali operazioni permetterebbero quindi al gruppo CVA di presentare la società ai mercati finanziari con una prima operazione di importo ridotto utile anche ad acquisire le necessarie conoscenze per operare sul mercato regolamentato e in seguito con un'operazione riguardante il prestito obbligazionario previsto per il secondo semestre dell'anno 2022. L'articolo in esame prevede altresì che CVA S.p.A. sia tenuta alla costante verifica del perdurare dei vantaggi economici e strategici dell'operazione finanziaria e della sostenibilità economica e finanziaria della stessa.

Gli articoli 3 e 4 recano rispettivamente la clausola di invarianza finanziaria e la dichiarazione d'urgenza.

Presidente - A questo punto apriamo la discussione generale. Ha chiesto la parola l'assessore Caveri, ne ha facoltà.

Caveri (VdA Unie) - In attesa degli interventi dei colleghi, volevo ringraziare il relatore della relazione esaustiva e completa che inserisce questa proposta che abbiamo fatto di legislazione in un quadro più ampio, che è il quadro del futuro di CVA che parte dalla considerazione che la transizione energetica non sarà facile, da questo punto di vista, il ministro Cingolani che se ne occupa è un esperto anche un po' eterodosso rispetto ai rischi di fare molta retorica sulla transizione energetica che, ripeto, non sarà facile. Se domani mattina un certo numero di Valdostani comprasse le macchine elettriche per una giusta coscienza, una giusta attenzione, salterebbe il sistema tanto per fare un esempio concreto, perché è del tutto evidente che bisogna abituarsi e bisogna avere una progressione, però quello che possiamo dire è che CVA è nel posto giusto nel momento giusto, nel senso che forse alcuni anni fa non ci si poteva aspettare questa coscienza che viene chiamata green nei confronti del cambiamento che purtroppo stiamo subendo e lo abbiamo detto prima che la transizione energetica alla fine è strettamente legata ai rischi pesantissimi derivanti dal cambiamento climatico.

È interessante, com'è stato rilevato, che ci siano anche scenari sul piano giuridico diversi, che però non possono penalizzare gli investimenti ormai necessari che rafforzano anche la potenza di fuoco di CVA, certo bisognerà prepararsi a diverse possibilità che deriveranno da quello che si riuscirà a ottenere in termini legislativi o con la legislazione ordinaria e anche con le norme di attuazione nelle due tematiche fondamentali, che sono quella delle concessioni in scadenza e quella dell'inserimento, per adesso, di CVA all'interno della legge Madia. Staremo a vedere pertanto, questo atto è comunque un atto significativo che consente alla CVA di risparmiare in realtà nell'approvvigionamento del credito e quindi questo è positivo sapendo che nel piano esiste una logica di costruzioni di nuovi impianti anche fuori Valle, ma soprattutto la modernizzazione di due centrali ormai quasi centenarie che sono Chavonne e Hône 2.

Presidente - Se non vi sono richieste di intervento, chiudo la discussione generale. Non vedo richieste, la discussione generale è chiusa. Consigliera Minelli? Va beh, riapriamola, vedo diverse prenotazioni, vi invito però a prenotarvi nei tempi adeguati. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Esprimersi su questo disegno di legge, secondo me, significa necessariamente interrogarsi sul futuro della CVA, sul suo ruolo, una cosa che invece - e mi riferisco alla Commissione dell'altra settimana - si è scelto di rimandare a un momento successivo... E' stato detto che ci saranno delle successive riunioni, e si è votato in modo, a mio avviso, affrettato e direi anche ieri pomeriggio con delle modalità piuttosto raffazzonate, questo disegno di legge. Ancora ieri infatti il testo ha subito delle modifiche che abbiamo solo sentito leggere dal Presidente della IV Commissione, ma che non abbiamo avuto a disposizione fino a questa mattina.

Sul ruolo della CVA c'è un'ambiguità di fondo che è emersa già nel primo decennio del 2000 con la proposta avanzata nel 2016 di quotazione in Borsa della società, un'ambiguità che non si è del tutto risolta, anche se ora non si parla più di quotazione, ma di investimenti finanziati con l'emissione dei bond: ecco, io credo che occorra definire qual è la vera mission di CVA.

Ci sono due opzioni: l'opzione A è quella di una società strumentale della Regione per valorizzare il patrimonio valdostano fatto di acque, di impianti idroelettrici, al fine di ricavarne dei benefici per la società valdostana in termini economici di occupazione ma soprattutto 1) per avere a disposizione l'energia necessaria alla comunità per soddisfare il suo bisogno e puntare a un'autonomia energetica; 2) per programmare una transizione energetica verso il "Fossil fuel free". Una CVA quindi, secondo questa opzione, come strumento per l'autonomia energetica e per l'uscita dall'utilizzo dei combustibili fossili. L'opzione B è quella di una CVA intesa come un'impresa che opera con la logica legittima della ricerca del profitto e che si pone l'obiettivo di essere azienda leader a livello nazionale nella produzione di energia da fonti rinnovabili investendo in grandi impianti fuori Valle, ricercando delle risorse sul mercato finanziario, ricercando anche delle alleanze con altri gruppi ed eventualmente quotandosi in Borsa. Un'opzione che tra il 2016 e il 2019 ha alimentato il tentativo di quotazioni in Borsa e che ora, a mio avviso, alimenta anche questa volontà di ricercare finanziamenti tramite l'emissione di bond.

La Regione non ha fatto una chiara e precisa scelta tra queste due opzioni indicate nella premessa che ho fatto, anche perché dalla metà del primo decennio di questo secolo le scelte per la CVA sono state indicate e sono state praticate soprattutto dai vertici aziendali, e non tanto dalla politica regionale. Si è verificato - e questo lo avevamo scritto a chiare lettere nel marzo 2019 nella relazione di minoranza della Commissione speciale su CVA - un capovolgimento dei ruoli. La Regione e il suo Consiglio che rappresenta i Valdostani, invece di guidare l'analisi, le valutazioni e di prendere le decisioni opportune, sono stati scavalcati dal gruppo dirigente della società controllata, dalla CVA. La società, invece di operare come un organo strumentale delle politiche energetiche della nostra Regione, si è via via trasformata in un organismo che tenta di dettare le scelte strategiche, di definire le linee di comportamento, di stabilire gli indirizzi. Credo che a questo proposito sia utile rileggere e rivedere quel documento che i Commissari di minoranza avevano scritto appunto all'inizio del 2019. Le indicazioni dei vertici aziendali di CVA sono andate nella direzione dell'opzione B che ho evidenziato: creare un'impresa in continua espansione con l'obiettivo di essere leader sul mercato energetico nazionale, prima individuando lo strumento, come ho detto, della quotazione a cui la Regione si è adeguata e ora cercando i finanziamenti con i bond, e la Regione naturalmente si adegua. Nei vertici CVA c'è l'idea di una grande impresa, una grande società in grado di competere, nel settore dell'energia e delle fonti rinnovabili, con i grandi gruppi nazionali e poi magari eventualmente allearsi con essi. Questa visione da impresa competitiva sul mercato che continua a crescere e a comprare degli impianti è giustificata anche con il fatto che così - e c'è scritto anche nel verbale che ci è stato fornito -, quando le concessioni di grandi derivazioni d'acqua andranno a gara presumibilmente nel 2029, bisogna farsi trovare pronti, in base alle normative europee e italiane; allora l'impresa sarà competitiva e in grado di contendere queste concessioni agli avversari.

Per crescere e acquistare, bisogna comprare dei nuovi impianti e quindi appunto prima il tentativo di reperire le risorse con la quotazione, oggi con il bond. Questa visione, che è prettamente imprenditoriale, è del tutto legittima, però seguendola secondo me si dimentica o comunque si accantona il fatto che nel corso del 2019 la politica valdostana ha imboccato una strada che non combacia del tutto con quella strategia ed è la strada della norma di attuazione dello Statuto. Nel DEFR 2020-2022 è stato scritto questo: "l'orientamento assunto dal Consiglio e dalla Giunta regionale è di cercare, tramite il lavoro della Commissione paritetica Stato-Regione, di ottenere una norma di attuazione dello Statuto che consenta alla Regione Valle d'Aosta di avere più ampie prerogative in materia di utilizzo di acque pubbliche a scopo idroelettrico. Tale norma dovrà prevedere specifiche particolari procedure nella riassegnazione delle autorizzazioni delle grandi derivazioni per le società quali CVA che siano interamente pubbliche, strumento operativo della politica regionale". Obiettivo della norma di attuazione, come scritto nel DEFR e ribadito nel programma di legislatura dell'ottobre 2020, è quindi - e credo che vada sottolineato - di fare in modo che ci possa essere una riassegnazione delle grandi derivazioni senza la procedura di gara, ma con una riassegnazione diretta a una società interamente pubblica e strumento operativo della politica regionale.

Vengo a un passaggio per me cruciale di questo ragionamento: l'obiettivo di riassegnare le concessioni di grandi derivazioni senza la procedura di gara, obiettivo ottenibile con una norma di attuazione ben costruita, non può riguardare una grande impresa che opera sul mercato nazionale in competizione con altre imprese operanti nel settore. Se la logica è quella del mercato, non credo ci possa essere una deroga per la Valle d'Aosta; la deroga ci può essere solo se si tratta di una riassegnazione a una società interamente pubblica che opera in un ambito locale, con una finalità sociale e una finalità legata al suo territorio e per consentire la transizione energetica "Fossil fuel free" alla comunità locale.

Se le cose stanno in questo modo, allora io mi chiedo che senso ha questa corsa all'ampliamento e all'espansione di CVA ricorrendo anche a dei prestiti sul mercato?

CVA, nell'ipotesi della norma di attuazione con riassegnazione senza le gare, probabilmente dovrebbe addirittura cedere delle attività che ha fuori Valle, forse non acquistarne altre, quindi io credo che occorra valutare bene. Puntare sulla norma di attuazione e sulla CVA come società pubblica di strumento operativo locale, significa mettersi nelle condizioni di avere la riassegnazione delle concessioni per fare un servizio locale, che è, secondo me, di inestimabile valore e mi sembra la via più sicura. Puntare invece alle gare con una grande società cresciuta, ampliata che partecipa, significa rischiare che possa vincere un'altra grande società totalmente esterna alla Valle e con dei fini che sono per forza diversi. Io ritengo che questo sia un rischio pericoloso.

C'è poi ancora una valutazione che vorrei fare e che a suo tempo, alla fine del 2018, era stata proposta dal professor Florenzano ed è quella che volevo chiedergli anche l'altro giorno in Commissione: puntare sulla norma di attuazione, avere la CVA pubblica o con finalità sociale, avrebbe però anche un'alternativa: un'alternativa di cessione di parti di CVA, quindi si potrebbero creare - così diceva il professor Florenzano in quella sua audizione - due società distinte: una CVA che non so come chiamare, CVA 1, come un ente strumentale della Regione Valle d'Aosta che opera in ambito locale, che opera in ambito valdostano, per l'autonomia energetica e l'obiettivo del "Fossil fuel free", poi una seconda società: una CVA 2, una CVA bis o non so quale altro nome si potrebbe darle, che opera sul mercato nazionale e internazionale con la logica del profitto e della concorrenza. Io quindi, alla luce di queste considerazioni e di tutto il lavoro che era stato fatto all'epoca e di cui si era a lungo discusso, credo che il disegno di legge che oggi abbiamo in esame, che autorizza la CVA a emettere i bond, è funzionale a quella opzione B che ho illustrato e, a mio avviso, così come formulato, non è in questo momento accettabile, o comunque non lo è fino a che non si è chiarito fino in fondo l'obiettivo che la Regione vuole perseguire e che tipo di norma di attuazione intendiamo portare a casa.

Presidente - Vista l'ora, ci annotiamo gli interventi, le prenotazioni, sospendiamo per arieggiare i locali e riprendiamo con le prenotazioni già fatte.

La seduta è sospesa dalle ore 10:59 alle ore 11:22.

Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere. Consiglieri, riprendiamo i lavori. Si è prenotato il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - L'illustrazione della legge n. 39 credo sia stata molto esaustiva e ha ripreso le osservazioni fatte durante la discussione della stessa con una serie di precisazioni che evitassero gli equivoci. Con questa legge stiamo sostenendo un intervento che è stato già illustrato dal relatore relativo a un'esigenza importante della società per eccellenza della Valle d'Aosta. Purtroppo non ha le stesse idee la collega Minelli, che francamente non pensavo di sentire con queste parole sulla CVA, forse è stata Assessore per troppo poco tempo per non vedere quelli che sono stati i fondi che la CVA ha versato alla Valle d'Aosta. Io la pregherei di rileggere quali sono stati i risultati e, proprio per evitare che ci siano delle difficoltà, perché ci sono obiettivamente... si è giustamente predisposto, e noi abbiamo aderito anche ai tempi, perché se oggi è stato previsto di discuterlo è proprio perché bisognava accelerare i tempi per le relazioni che dovranno essere fatte per poter mantenere questa disponibilità di fondi da parte della CVA.

Ora, credo che dagli interventi che sono stati fatti durante questa discussione che è stata sicuramente proficua e animata, si è capito che cosa era necessario fare e come si doveva intervenire in questo momento. Noi sappiamo benissimo quali sono le difficoltà della CVA, soprattutto sappiamo che, per quanto riguarda le disponibilità, al di là della legge Madia, credo che il discorso fondamentale che tutti hanno sollevato giustamente sia la scadenza delle concessioni che oggi sono della CVA. Per queste concessioni lei ha detto che non devono esserci dei privilegi, non deve essere fatto com'è stato fatto in Trentino dove giustamente hanno prorogato la scadenza del 26 e 29. Noi abbiamo fatto di tutto già in tempi remoti per cercare di avere, attraverso una collaborazione con la Commissione paritetica, una norma che fosse paro paro con quello che è avvenuto in Trentino. Purtroppo questo non è avvenuto perché la Commissione paritetica è scaduta, è stata rinnovata, adesso sta lavorando, però è un punto interrogativo che credo preoccupi tutti, invece ho sentito appunto da parte sua la preoccupazione invece contraria, di dire: "ma non dovrebbe esserci questa capacità, questa possibilità per la CVA di avere automaticamente, senza fare la gara, di poter continuare ad avere le concessioni che oggi ha? Cosa che noi tutti abbiamo da tempo sottolineato e che tutti credo, tranne lei... la maggioranza sicuramente era dell'idea ed è ancora dell'idea che la Commissione paritetica lavori per ottenere questo risultato; invece per lei questo è un furto, è un qualcosa che non deve essere fatto.

Ora, mi chiedo se abbiamo la capacità di intendere oppure non hanno la possibilità di giocarsi queste carte. Credo che l'esigenza di avere questa disponibilità finanziaria da parte della CVA non sia per tradire la sua origine, cioè l'utilizzo della nostra risorsa per eccellenza: per l'acqua, però qui l'acqua progressivamente sappiamo diminuisce e in particolare poi abbiamo anche delle situazioni che molte volte potrebbero essere utilizzate, ma che non lo sono perché ci sono dei contrasti, perché non ci sono solo le grandi derivazioni, ci sono anche alle volte delle piccole derivazioni, che però hanno il loro punto di riferimento e che potrebbero essere utili. Queste vengono progressivamente guardate con malocchio e, se possono, vengono... credo che lei conosca bene, abbiamo partecipato diverse volte alla riunione a Gressoney per una costruzione di una centrale idroelettrica che ha avuto una serie di problemi, anche con delle valutazioni corrette, ma quante ce ne sono in Valle che potrebbero essere utilizzate? Perché è vero che il discorso acqua sta diminuendo anche nelle valli laterali, lo vediamo tutti, ma, laddove si può, non vedo perché non utilizzarle al meglio, perché quello è tutto grasso che cola nella nostra regione. Negli anni lei sa benissimo quanto la CVA ha versato alla disponibilità finanziaria della Regione. Quest'anno saranno 40-45 milioni, sono state milionate negli anni scorsi e questo credo sia un punto di riferimento non secondario sull'attenzione che tutti noi facciamo e con questo provvedimento cerchiamo in qualche modo di dare la possibilità di attivare il meccanismo che superi la Madia e che comunque ci dia la possibilità di lavorare. Non solo sull'idroelettrico ma anche sulle altre centrali; non dimentichiamo che su questo già oggi la CVA ha acquisito delle centrali che non sono idroelettriche sul territorio nazionale e credo che sarà su questa linea che continuerà a utilizzare la loro disponibilità di fondi.

Cosa si può ancora dire... del resto la relazione è stata esaustiva e credo che, pur con le minime osservazioni che sono state fatte più che altro per evitare dei malintesi e per evitare che potesse essere interpretata in modo non corretto l'intenzione della Regione, tramite i suoi strumenti, di dare la possibilità di utilizzare al meglio i fondi che permetteranno alla CVA di avere giustamente una possibilità di lavorare bene sul territorio che noi conosciamo. Ora, credo che su questo ci sia da sottolineare l'importanza di avere dei tempi stretti, cioè di non perdere tempo per ottenere quello che la società CVA vuole portare avanti e che è poi un beneficio per tutta la Regione. Ecco, queste sono poche osservazioni, il resto è già stato detto quindi è inutile ripeterci. Si è lavorato correttamente per cercare di evitare che ci fossero dei malintesi, dei fraintendimenti e credo che oggi questo progetto sia lineare, sia corretto, quindi credo che possa dare una giusta attenzione alle nostre esigenze che sono più che meritate.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Prima di tutto volevo fare una premessa per ricordare perché siamo qui e perché siamo arrivati a questo punto. Questa norma che oggi viene discussa è l'applicazione di quello che viene chiamato "Testo unico delle società partecipate", ovvero il Consiglio si deve esprimere sull'autorizzazione o no all'emissione di bond quotati da parte di una sua società controllata sulla quale però non esercita direzione e coordinamento e non è banale quello che si sta dicendo, perché una cosa è discutere o valutare il futuro della partecipazione all'interno dell'attuale gestore, principale gestore delle concessioni idroelettriche di grande derivazione della Valle, un'altra cosa è adempiere a un obbligo formale, ma anche sostanziale previsto da una norma. Dico questo ovviamente per cercare di sgombrare il campo da quello che poi è l'altro discorso che in parte è già stato anche iniziato in Commissione e che poi in particolare in questo dibattimento la collega Minelli ha ricordato e ha anche implementato con alcune considerazioni interessanti che riprenderò nel corso del mio intervento, quindi oggi siamo qui ad adempiere a un obbligo di natura normativa.

Per quello che riguarda il futuro della partecipazione in CVA, diciamo il futuro di CVA, è bene specificare anche due aspetti, perché non viviamo nel "Venezuela di Chavez", viviamo in un mondo che lo si voglia o no è all'interno di un'economia di mercato, e, quando dico "economia di mercato", non dico liberale o liberista, perché è tutt'altro, in quanto, come sappiamo, il mercato dell'energia è un mercato regolamentato che di libero o di liberista non ha assolutamente nulla. C'è un'autorità molto forte rispetto ad altre autorità che agisce e che regola il mercato con tutta una serie di aspetti. CVA in questo momento è il gestore delle concessioni ed è proprietà della Regione autonoma. Questo non è banale perché è già stato più volte sottolineato e discusso e spesso anche confuso il ruolo del gestore dal ruolo delle concessioni. Le concessioni sono la possibilità di gestire, ovvero l'autorizzazione a gestire le grandi derivazioni perché se mischiamo tutto, già noi in Valle abbiamo un problema in più rispetto ad altri, ovvero abbiamo la Regione... e su questo la norma di attuazione deve lavorare e deve dare una risposta concreta, anche a fronte di quello che poi è stato il pronunciamento dell'infrazione europea riguardo alla gestione regionale del lancio dei bandi di concessione, abbiamo una società che gestisce queste concessioni che è proprietà dello stesso ente che un domani dovrà lanciare i bandi, quindi qua sorge il vero problema su cui bisogna lavorare, su cui dare un'impostazione. Sicuramente un principio è chiaro: non possiamo far finta di nulla o non possiamo andare oltre le disposizioni comunitarie, perché l'Unione europea non è bella solo quando ci dà ovviamente dei finanziamenti ma ha tutta una serie di norme e di regole. All'interno di questo quadro bisogna agire, cioè noi non possiamo dire: "non esiste in Valle d'Aosta il mercato dell'energia perché facciamo quello che vogliamo". Est modus in rebus, bisogna portare a casa un risultato importante su cui penso siamo tutti d'accordo, ovvero la possibilità e la statuizione precisa di quello che la Regione può fare, di quello che la Regione può introitare e come la Regione può gestire le gare - e su questo ne abbiamo più volte parlato con anche varie iniziative consiliari -, un'altra cos'è il futuro del gestore, è il futuro della propria partecipazione. Dico anche questo perché nella premessa ho dimenticato un aspetto: se oggi la CVA si è data quel piano industriale, è perché è nato questo piano da una storia di non scelte, ovvero da quando fu lanciata l'idea della quotazione - non vado sul merito della scelta - c'è stata tutta una serie di non scelte che portano oggi la CVA a doversi corazzare in prospettiva non soltanto delle concessioni direi, ma della sua sopravvivenza, perché è una cosa banale ma è una società che ha un rischio di concentrazione sull'unità di business che riguarda l'idroelettrico. Se dovesse perdere quell'unità di business, ovviamente la CVA oggi è soltanto un ente che ha una piccola parte di altre energie rinnovabili, ma che ovviamente non sono significative nell'ambito complessivo della società. La scelta oggi di questo piano industriale quindi è fatta in ottica, in risposta se possiamo dire, o in conseguenza delle non scelte che durano da tanto tempo.

Sulle non scelte la scorsa legislatura - io sono arrivato nella scorsa legislatura, quindi di prima non parlo - tanto si è detto, tanto si è fatto e si è anche costituita una Commissione speciale che ha fatto delle audizioni, c'è stata anche prima e dopo l'audizione del professor Florenzano, ma anche di altri esponenti che hanno portato un contributo utilissimo, forse la sintesi delle audizioni è più interessante della relazione finale dove non ci si è trovati completamente d'accordo, e spiace davvero perché le forze di opposizione all'epoca presentarono tutta una serie di ordini del giorno che permettevano di approfondire la tematica, ma si sa la ragion di maggioranza all'epoca non diede seguito e appoggio a quelle proposte perché furono tutte onorevolmente bocciate.

Avevamo costruito quegli ordini del giorno su tutta una serie di scenari che dovevano essere approfonditi. A fronte di questo, io faccio ancora una considerazione, perché altrimenti rischiamo di perdere la bussola come si dice in senso lato. Parliamo di un mercato, parliamo di una società, parliamo di concessioni e ci dimentichiamo sempre della clientela. Quando io dico un po' polemicamente e ironicamente che non siamo nel Venezuela di Chavez, dobbiamo anche considerare un aspetto: io, quando sento parlare di finalità sociale della società, ma non legata all'attività che fa, al benessere che dà e alla possibilità di crescita che ha, ma nei confronti della clientela, mi preoccupo, perché mi dico: conosciamo la vera clientela della società? Forse no. Diamo per scontato che la clientela della società siano tutti i Valdostani. C'è un mercato, ognuno fa le sue scelte, anche gli utenti in questo caso e le due cose non coincidono. Questo è un grande problema magari per chi ne fa delle battaglie ideologiche, ma è il mercato bellezza, è la vita bellezza mi sentirei di dire, cioè pensare a una società ancorché rimanga pubblica, che ha una finalità sociale, che ha un qualcosa che non si può più fare, che ha un qualcosa, tra l'altro, che ha avuto la parola fine con la legge Madia, perché ricordiamoci che la Madia nasce per mettere un freno a tutte le municipalizzate e società di erogazione che avevano dei bilanci dove sostanzialmente non c'era soltanto una perdita, ma c'era un utilizzo inefficiente, che ci piaccia o no, delle risorse pubbliche. Se parliamo di quotazione, ancora peggio perché fosse un investitore che sento dire che alla fine la società deve dare degli sconti a una determinata parte dell'utenza, sinceramente andrei a investire i miei soldi in altro e questo mi preoccupa ancora di più.

Ripeto: non cerchiamo di fare dell'ideologia su delle scelte aziendali e strategiche che hanno due vere finalità, la valorizzazione di una partecipazione pubblica e la sopravvivenza di un'azienda, forse l'azienda oggi più importante per quello che riguarda il concetto di autonomia strategica della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

Prima ho sentito tra le parole anche quando si diceva: "ah, ma si va a investire fuori", ma se questa società è all'interno di un mercato, per crescere - e torno al discorso che facevo prima sul quadro strategico - io non posso cambiare il mio territorio, devo per forza andare al di fuori e ben venga che io vada a investire fuori.

Poi sul discorso degli scenari, sulla possibilità di creare una CVA non nel mercato, una CVA nel mercato possiamo ragionare in tutte le maniere, certo è che anche in quel caso sappiamo benissimo e non dobbiamo nasconderlo, e non dobbiamo raccontare frottole fuori, la reintestazione automatica di alcune concessioni passa da determinati criteri che le norme di attuazione comunque non possono derogare rispetto alle direttive europee; ci deve essere una finalità di natura superiore rispetto alla finalità del mercato, perché se la finalità sociale o la finalità alta è dare un beneficio all'utenza che è nel mercato e che può scegliersi l'operatore, stiamo raccontando delle frottole, perché, ripeto, non siamo in un regime collettivista dell'economia e ringrazio Dio di questa cosa.

Io quindi credo - e faccio appello al relatore di questa legge che è anche il Presidente della IV Commissione - che si possa riaprire, magari in maniera un pochettino più sintetica rispetto a quello che è stato, una discussione e fare tesoro del lavoro sino ad oggi fatto per capire che cos'è stato fatto, quali sono le valutazioni fatte e un aggiornamento di quello che si vuole fare per quello che riguarda il futuro di CVA. A tale riguardo approfitto anche delle dichiarazioni fatte nell'apertura di questo Consiglio perché io sinceramente ho una confusione e su questo prendo spunto anche dall'intervento del consigliere Marguerettaz, ma sul futuro di CVA qual è il programma che comanda i sette membri del gruppo di PCP? Perché ho sentito parlare di un programma di governo, di un programma degli autonomisti, che penso non sia il vostro, e di un programma di PCP. Io non entro su quale sia la diatriba religiosa che oggi prende la vostra compagine ma che è molto divisa, però volevo capire se su questo punto c'è una coincidenza tra di voi e soprattutto se vale il programma di PCP o vale il programma di Governo che di CVA sostanzialmente abbiamo avuto già avuto occasione di dire non dice nulla. Sarei quindi curioso di sapere qual è l'opinione per capire che cosa ci dobbiamo aspettare, perché se mi è chiarissima l'opinione della consigliera Minelli e a questo punto penso anche della consigliera Guichardaz, degli altri cinque colleghi e soprattutto di un collega di Giunta io non ho idea di quale sia la volontà e le modalità per addivenire a una soluzione. Perché dico questo? Perché abbiamo già aspettato tanto tempo sia nella precedente legislatura, sia in questa nella nomina della Paritetica, perché continuiamo a dire che la soluzione è la norma di attuazione; la norma di attuazione chi la fa? La fa la Commissione paritetica e la fanno i Ministeri e gli uffici. C'è un lavoro molto grosso, la norma di attuazione non è una Tachipirina che si va in farmacia e si acquista perché risolve tutti i problemi per qualcuno. La norma di attuazione è un processo complicato che deve tra l'altro passare da un accordo pattizio con lo Stato perché il problema vero è questo. È quindi un gran programma, c'è da capire, che cosa pensate e soprattutto qual è il programma che guida l'agire del vostro gruppo di bande? Perché sinceramente io vorrei anche capirlo prima di fare l'approfondimento in Commissione o dove lo si riterrà opportuno.

C'è un aspetto su questo che voglio però ancora sottolineare perché ce lo si dimentica ogni tanto: stiamo attenti a non mischiare il ruolo del gestore dal ruolo dell'arbitro, ovvero le concessioni sono onere dell'ente regolatore, dell'ente arbitro, quindi ci auguriamo che la norma di attuazione preveda che sia fortemente la Regione che può essere ovviamente il banditore di queste concessioni e beneficiare di conseguenza, ma il gestore è altra cosa ed è bene che non ci sia la presenza di un conflitto di interessi. Dico delle cose banalissime però sono sostanziali, perché altrimenti la vedo molto difficile.

Anche sulla norma di attuazione io gradirei, se fosse possibile, faccio anche qua questa proposta, che, oltre a parlare e a fare il compte rendu di quello che è stato fatto su CVA, si possa anche avere novità o capire dove si sta andando, verso quale lido si sta portando la norma di attuazione e soprattutto quale sia lo stato di discussione della stessa per capire anche il discorso delle tempistiche. Penso che questo possa anche servire alla nostra partecipata. Io credo sia un discorso molto complesso come abbiamo già visto, ma che in parte le normative o, meglio, il percorso previsto dalla normativa della Madia consentiranno di poter gestire al meglio i passaggi futuri al netto poi della norma di attuazione, però bisogna approfondire e valutare non soltanto in Commissione. Ripeto: sarà molto complicato visti i tanti programmi che avete sul tavolo e spero che non lo scegliate in base al momento ma, quando si tornerà al DEFR, visto che la collega Minelli citava il vecchio DEFR che sappiamo nacque anche un po' in virtù della scelta di non appoggiare gli ordini del giorno sui vari scenari, perché c'era un patto di maggioranza, e si sa che, quando i patti di maggioranza contano, quello è l'unico e vero Vangelo senza poi pensare che qualcuno magari non segua altri programmi... su quell'aspetto noi cercheremo di avere chiarezza per quello che riguarda il prossimo DEFR, perché sul programma di Governo che, per quello che mi riguarda, è depositato ed è quello ufficiale, al di là di quelli che ognuno di noi ha depositato e scritto all'atto della candidatura... che si possa fare chiarezza sul futuro che si vuole intravedere. Perché dico questo? Perché la norma di attuazione e il piano industriale dato dalla società, per quanto ovviamente è di nostra conoscenza, perché - ripeto - non esercitiamo direzione e coordinamento su quella società lì, ovviamente è una risposta non soltanto alle non scelte, ma anche a un futuro di sopravvivenza di questa società, e io mi auguro che ovviamente ci sia anche questa visione nel DEFR, ovvero il fatto che non è solo la norma di attuazione che risolve il problema, ma bisogna considerare - che lo si voglia o no - che CVA opera in un mercato, che il mondo opera all'interno di un mercato, forse c'è una visione regolatoria, più di regista dell'Europa, ma ci sono delle regole da rispettare alle quali non possiamo derogare, perché poi banalmente facciamo dei grandi discorsi ma vige la regola delle licenze per i telefonini, di telefonia, c'è una gara, c'è un'autorità e c'è una regolamentazione, poi su prezzi di bollette ovviamente ognuno di noi si ricorderà quanto pesa il costo ma per altre motivazioni.

Un ultimo aspetto, visto che l'ho detto nel precedente intervento sul quadro strategico, che ci sia anche una coerenza complessiva dei piani, ovvero la strategia "Fossil Fuel Free" può citare e deve sicuramente citare la nostra partecipata ma non in ottica - mi si permetta - "venezuelana", nel senso che alla fine della fiera la coerenza deve tener conto della natura delle varie componenti del bilancio e del carnet di partecipazioni regionali e dall'altro lato anche tutta la transizione ecologica deve comunque tener conto che c'è un ruolo che deve esercitare l'Amministrazione regionale in quanto tale e c'è un ruolo che però deve tenere sicuramente conto del mercato che deve esercitare CVA.

Io mi auguro che non avvenga mai che si obblighi una partecipata, ripeto, che non è una in house, e lo dico anche a beneficio di grandi esperti che su Twitter si dilettano a fare dei programmi di questo genere, ma poi ci tornerò su un altro intervento nel corso di questo Consiglio, perché non è una in house, non è una propagazione dell'Ente Regione, è una partecipata e deve fare quello. Io mi auguro che nessuno obblighi la nostra partecipata a dover fare delle scelte che hanno altre finalità, ovvero scelte che è l'Ente pubblico che deve attuare, perché lei deve operare secondo le regole del mercato, dell'energia e soprattutto del buon imprenditore.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Mi pare che la relazione che è stata fatta inizialmente fosse piuttosto chiara, in realtà spesso si tende a uscire dall'ambito stesso della legge, lo abbiamo visto succedere anche in Commissione, poi mi pare si invochi la censura, ma semplicemente ci sono aspetti specifici e aspetti di contorno o, meglio, generali, che andrebbero analizzati e approfonditi vista la loro complessità enorme in altre sedi e spero che ciò venga fatto.

Io voglio solo riportare un attimo all'attenzione dell'Aula il punto per il quale siamo oggi qui a votare o meno questa legge. Innanzitutto l'assetto societario mi pare che preveda già che lo sviluppo degli impianti non venga fatto da CVA, ma da una sua controllata, questo a indirizzo della collega Minelli che sollevava questo punto e poi nel punto specifico della finalità di questa legge io credo che siano tre i punti che dobbiamo ricordarci e anche per chi ci ascolta devono essere molto chiari. Questo piano di sviluppo che è stato fatto e che ha necessità di quest'autorizzazione... ripeto: siamo qua ad autorizzare la possibilità di fare questi bond, nient'altro perché non abbiamo la facoltà di discutere sulla strategia stando oggi le cose, quindi oggi autorizziamo questo ricorso al mercato, che non è un ricorso azionario che presuppone tutt'altra cosa, ma un ricorso di indebitamento, ha una triplice finalità dicevo: da una parte, potenziare l'azienda sia in caso che la norma di attuazione vada a buon fine, ce lo auguriamo, potenziare l'azienda in quel caso, potenziare l'azienda nel caso che la norma di attuazione per qualche motivo - ne parlava il collega Aggravi - non dovesse andare a buon fine o ci dovessero essere dei problemi successivi e, terzo, è una modalità che l'azienda avrà di ristrutturare finanziariamente il proprio debito, quindi è questo che noi oggi siamo chiamati a valutare, è questo che poi fa sì che si esprima un parere sull'autorizzazione a questi bond.

Mettere i bastoni tra le ruote a processi di questo tipo, specie da chi fa poi della transizione energetica, del problema climatico e del futuro della Terra il suo punto principale mi pare sia un po' paradossale. Se vogliamo realizzare degli obiettivi importanti, sfidanti, climatici verso cui il mondo sta andando, dobbiamo avere anche delle aziende che possano essere in grado di farlo e in grado di farlo anche sul mercato, non è che ogni volta che si sente la parola "mercato" debba venire l'orticaria a qualcuno. Quella è la strada, se quelli sono gli obiettivi, mi pare siano per tutti, dobbiamo fare in modo che anche le aziende possano agire appunto sul mercato con gli strumenti opportuni e potenziati in tutti i modi. Di questo oggi stiamo discutendo.

Presidente - Ci sono altri che vogliono intervenire? Consigliera Minelli per il secondo intervento.

Minelli (PCP) - Credo che il collega Rollandin abbia mal interpretato quello che ho detto. Nel suo intervento lei ha detto: "siamo tutti d'accordo a lavorare per evitare che CVA debba fare le gare, e lei invece ci dice il contrario". Non ho detto questo, ho detto l'esatto contrario, ma ho evidenziato che, a mio avviso, per arrivare a questa possibilità... la strada della norma di attuazione prevede che, per evitare le concessioni, ci debba essere una società che sia interamente pubblica prima di tutto, ma poi una società che non può operare come una qualsiasi altra società sul mercato, perché altrimenti ci sarebbe modo di favorire una società e in qualche modo di sfavorire le altre che potrebbero partecipare invece alle gare. Io quindi dico che se la strada che noi vogliamo perseguire è quella, dobbiamo essere convinti e cercare di lavorare maggiormente su questa norma di attuazione. Mi sembra che sia stato travisato quello che ho detto. Sul discorso che faceva il collega Aggravi... sono state dette molte cose, io credo che, come lei ha suggerito, ci sarà la possibilità di approfondire in Commissione o in altre sedi il discorso del futuro di CVA. Ritengo però che il lavoro che dobbiamo fare oggi, e cioè l'esame del disegno di legge e la sua approvazione, sia disgiunto da una valutazione sul futuro di CVA e sulla mission di CVA, e non va bene. Lei ha detto che il piano strategico che CVA ha varato è frutto anche di una serie di non scelte fatte dall'Amministrazione, perché, come ho detto nel mio intervento, non c'è stata una chiarezza da parte della Regione in questo, e io su questo aspetto concordo.

Lei dice che la finalità sociale della società è qualche cosa che mi sembra pericoloso, che non mi piace perché ci sono i clienti che sono anche non Valdostani. Sicuramente è così, però nella definizione del punto sulla CVA, anche nel programma di maggioranza - lei chiedeva qual è la posizione che "come PCP, avete"- : io le posso dire quello che è stato concordato come PCP nel momento in cui si è fatto un accordo di maggioranza e nel programma di legislatura varato a ottobre dello scorso anno, ormai è passato un anno, c'è scritto testualmente questo: "la CVA deve restare una società pubblica, un'impresa che opera sul mercato e che, pur avendo come fine un'ottimale gestione economica, riservi grande attenzione agli aspetti sociali, ambientali, al legame con il territorio, all'efficientamento energetico, alla ricerca di servizi innovativi seguendo la strada indicata nel DEFR 2020-2022". Questa quindi è la posizione che era stata presa, se poi ci sono delle variazioni, è una cosa che si discuterà e che non si è evidentemente discussa, anche perché - lo ricordo - la questione di CVA era uno dei punti che avevamo messo nel documento di verifica che non è mai stato affrontato.

Lei ha detto che tutto questo, e in particolare il discorso sulla norma di attuazione, è un discorso molto complesso. Concordo, bisogna assolutamente approfondire ma, a mio avviso, questo approfondimento andava fatto o a monte, o in concomitanza con la discussione di un disegno di legge di questo tipo, perché non è una cosa che non c'entra con il futuro di CVA o che è, come ha detto poco fa il collega Perron, un argomento da non affrontare in questo momento e disgiunto da quello che è anche il piano di CVA. Io credo che le cose siano strettamente correlate, perché quando noi dobbiamo, come diceva il collega Perron, semplicemente autorizzare e non discutere il piano, noi autorizziamo però un'operazione che è a sostegno di quel piano, perché altrimenti non l'autorizzeremmo. Noi autorizziamo un prestito obbligazionario di 500 milioni a fronte di un piano strategico di CVA che è di oltre 600 milioni. A mio avviso, sono due cose strettamente correlate, quindi essendo che, come diceva il collega Aggravi, il piano strategico è stato elaborato anche in assenza di una chiara presa di posizione della Regione, si avvalora quello che ho detto prima io, le scelte sono state in qualche maniera dettate da CVA, io ritengo che il Consiglio regionale a monte avrebbe dovuto ridiscutere su questa questione che è rimasta in sospeso.

Mi sembra anche che il collega Perron dica che si esce dal seminato... soprattutto che esce dal seminato chi fa della transizione energetica e dell'importanza dell'uscita dal "Fossil fuel free" la sua bandiera... credo che invece questa sia una cosa che non è fuori dal seminato ma è completamente all'interno. Io poi ho parlato di censura, nell'occasione della Commissione, perché mi sembrava che, essendo presente una persona che poteva darci delle informazioni, si potesse tranquillamente discutere, ma questo è un altro conto.

Credo comunque, visto che era già stato esplicitato nell'ultima riunione di Commissione, che il tema della CVA non sia di certo un tema che si possa affrontare nella sua compiutezza oggi. Ritengo che il disegno di legge non dovesse essere presentato in maniera così veloce con le modifiche all'ultimo minuto, ma che richiedesse una valutazione più ampia e più dettagliata.

Presidente - Passo la parola al consigliere Chatrian che si è prenotato.

Chatrian (AV-SA) - Solo un'oretta fa abbiamo approvato un atto amministrativo importante: il quadro strategico regionale di sviluppo sostenibile 2030, e penso che con l'approvazione di questo secondo provvedimento, in questo caso questo disegno di legge, si faccia un passo avanti.

Provo a mettere in ordine i passaggi in quanto il relatore Grosjacques ha ben espresso nella sua relazione, sia nelle premesse, sia nel contenuto e soprattutto nel suo perimetro in cui ci stiamo confrontando all'interno di questo disegno di legge. Innanzitutto, solo per fare un po' di chiarezza, il disegno di legge è identico a quello che è stato scaricato dalla Giunta e a quello che è stato approvato ieri all'unanimità dalla IV Commissione, quindi, solo per fare un po' di chiarezza, nessuno ha cambiato il disegno di legge e la legge, c'è stata una modifica sulla relazione. Direi solo quindi per fare un po' di chiarezza perché altrimenti qui le falsità o le cose non dette non fanno mai bene alla buona politica.

Per quanto ci riguarda, questa è una scelta obbligata per il fatto che comunque si va a procedere, a dare copertura finanziaria al piano strategico di CVA per tutti i motivi che diversi colleghi hanno già messo in evidenza.

Terzo elemento: tutto questo permette sicuramente una transizione energetica green che, per concretizzarsi, perché altrimenti stiamo nelle parole e non nei fatti, necessita dell'evidenza di investimenti di sostenibilità economica a basso impatto ambientale.

Il quarto, non meno importante, anche su questo sempre per fare un po' di chiarezza ma vorrei su questo elemento soffermarmi proprio un momento, è che la Regione conferma la strategicità di questa società, della CVA e conferma non solo la strategicità ma a tal fine specifica che intende mantenerne il controllo. Questo io penso che sia comunque importante.

Come ultimo elemento, legato invece alla transizione energetica, a seguito dell'approvazione da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione europea che prevederanno entro il 2030 una riduzione delle emissioni di CO2 nell'atmosfera di oltre il 50% e una preponderanza delle fonti rinnovabili rispetto al totale dell'energia prodotta, CVA deve strutturarsi per poter avere comunque non solo le carte in regola ma, dal punto di vista finanziario, quella possibilità di cogliere tutte le opportunità che il mercato delle rinnovabili offrirà nel prossimo periodo, nel proseguo. Penso che questo sia il quinto elemento fondamentale. Senza quest'autorizzazione, senza questa scelta che a questo punto diventa obbligata per tutti i motivi che sono stati messi in evidenza, noi pensiamo che il fatto di sostenere questo disegno di legge sia obbligatorio. Cosa vuol dire? Se chi in questo momento, per una scelta ideologica, per una scelta probabilmente per posizionarsi in una maniera diversa, probabilmente perché forse ha buttato il sasso troppo lontano, forse perché ci sono delle questioni interne... io penso che non si faccia il bene dei Valdostani principalmente, della società in seconda battuta e, peggio ancora, questo è lo strumento che permetterà alla nostra azienda di poter essere non solo competitiva, ma di cogliere tutte le opportunità del mercato nei prossimi anni.

Io penso che sia questa la sfida più importante e poi mettiamo in fila i vari elementi, penso che non solo la Commissione abbia avuto modo di avere tutti gli elementi, ma, quando un atto di questo genere viene votato all'unanimità, quindi tutti i gruppi consiliari hanno votato convintamente questo disegno di legge ieri pomeriggio, io penso che forse il percorso che è stato messo in campo è un percorso che tiene conto dell'esigenza della nostra principale società, che comunque ha dato, sta dando e potrà dare al sistema pubblico, alla Regione e a tutta la comunità la possibilità di non solo farla crescere e farla crescere in una maniera equa e ambientalmente compatibile con delle ricadute di natura anche economico-finanziaria estremamente importanti.

Presidente - La discussione generale è chiusa. Per la replica, ha chiesto la parola l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Intanto mi sia consentito, come vecchio parlamentarista, di esprimere la mia soddisfazione per la qualità del dibattito che si è sviluppato, molto spesso passiamo molto tempo con interrogazioni e interpellanze, quindi una specie di gioco del tennis, e trovo che, quando invece si devono affrontare temi strategici come questo, sia molto bene potersi esprimere con grande chiarezza, quindi ringrazio veramente tutti.

Ha ragione chi ha evocato il fatto che noi dobbiamo mettere assieme le scelte effettuate da questo Consiglio Valle e dall'Esecutivo con una griglia europea molto persistente.

L'Europa è buona, l'Europa è cattiva, l'Europa è stata buona quando c'è stato il processo di liberalizzazione del mercato elettrico, senza questa scelta, è la famosa direttiva sul merito, noi non avremmo potuto comperare dall'ENEL l'insieme delle centrali, l'insieme delle dighe; dall'altra evidentemente esiste un problema che è il problema della concorrenza, cioè la concorrenza esiste, è un tema significativo, è molto positivo il fatto, come osservava in Commissione, che sia stata chiusa la procedura di infrazione rispetto al settore elettrico da parte della Commissione europea, aspettiamo di conoscerne in maniera più approfondita i contenuti che potrebbero risultare utili.

Una cosa è certa, e voglio dirla sempre in premessa: il green deal europeo, quindi anche il PNRR, quindi a discendere tutta la programmazione europea compresa quella 2021-2027 che impatta per le scelte della Commissione, possiamo dire dalla Commissione fino al piccolo comune di Chamois, che spera di fare un investimento nelle comunità energetiche, ebbene, tutta la politica europea prevede l'accelerazione e la spinta produttiva di tutte le realtà che producono energia pulita, compresa CVA, quindi non ci sono limiti, chiusure o decisioni a un certo punto di chiudere la saracinesca e di chiudersi a casa propria. La modernizzazione degli impianti e la realizzazione di nuovi impianti, che siano idroelettrici, solari o fotovoltaici quindi seguono linee che sono tracciate dall'Unione europea, non è che oggi la Valle d'Aosta può alzare il dito e dire: "noi abbiamo una società che si occupa dell'elettrico, gli facciamo fare delle cose in famiglia e non partecipiamo al mercato".

Io non ho mai considerato nel corso della mia carriera politica visioni pauperistiche della Valle d'Aosta. Io ricordo quando ero parlamentare e si combatteva per il mantenimento del riparto fiscale, c'era chi in Valle d'Aosta diceva: "siamo troppo ricchi, vediamo di restituire dei soldi a Roma", oppure in altri momenti, quando il Casinò viaggiava come una locomotiva, si diceva: "chiudiamo il Casinò". Questa è una visione della politica che non mi appartiene, è una visione ideologica. CVA non è ideologia, CVA deve fare profitto, perché non esiste in nessun posto al mondo l'idea che una società pubblica debba essere la San Vincenzo, una società pubblica deve avere un occhio di attenzione al sociale, ma è del tutto evidente che in una logica di profitto deve lavorare, se non fosse così, la chiudiamo o la vendiamo perché non avrebbe altrimenti nessun significato.

Ricorderei che se oggi questo insieme del mercato elettrico valdostano, di produzione elettrica valdostana forse rimasta nelle mani dell'ENEL, non avremmo gli stessi posti di lavoro, non avremmo la stessa attenzione alle comunità locali, non avremmo la stessa attenzione come posti di lavoro e i soldini, indica il consigliere Rollandin, che sono finiti nelle casse della Regione. Oggi quindi immaginare qualcosa di diverso veramente mi stupisce molto e mi stupisce anche il riferimento alle norme di attuazione. La norma di attuazione, che prevede la possibilità che per una società pubblica si possa ottenere la deroga dalle concessioni, non vuol dire che quella società deve diventare la società dell'oratorio o della parrocchia, perché non è che i Sud Tirolesi pretendono di gestire l'Autobrennero in maniera diversa dalle altre società autostradali, si tratta di mantenere la governance, che è una cosa diversa, non è che domani, se finisce il procedimento che eviterà all'Autobrennero l'obbligo di gara per il rinnovo della concessione, Bolzano, Trento e la Provincia di Modena danno il libero transito, perché sono sul mercato e CVA è e resta solidamente sul mercato, questo quindi per dire che bisogna fare attenzione. Quando si è evocato il professor Florenzano, io credo che intanto, come già è stato evocato, CVA ha già diverse società che operano sul mercato, ma soprattutto a me piacerebbe chiedere al professor Florenzano, che insegna all'Università di Trento, come la mettiamo con Dolomiti Energia, dove Dolomiti Energia è una società come CVA che sta rastrellando più centrali possibili, non rientrano nella Madia per loro fortuna, e quindi possono anche fare delle azioni di acquisto di società esterne, ma credo che nessuno a Trento oggi immagini di bloccare questa espansione di Dolomiti Energia, nessuno, perché si può salvare capra e cavoli.

Nella mission di CVA che noi abbiamo esplicitato nel DEFR o nel programma di Governo è del tutto evidente che questa società deve avere un occhio nei confronti della comunità. La governance che noi abbiamo deciso per avere una maggiore iniezione di politica nelle società partecipate non vuol dire sovietizzare le società partecipate, significa semplicemente avere quella attenzione anche nei confronti del territorio che arricchisce la Valle d'Aosta, cioè più è florida CVA e più ci guadagniamo, più posti di lavoro, più intelligenze che possono andare a lavorare lì, più tutela del territorio.

Io non so chi ha visto... e la consigliera Minelli l'ha vista perché ha partecipato alla presentazione del piano quando era Assessore nel mese di febbraio... avrà notato come l'accelerazione della ricostruzione delle centrali di Chavonne e di Hône 2 peserà in positivo sul territorio, non ci saranno più i canali all'aperto che verranno trasformati nella zona della Bassa Valle in sentieri, non ci saranno più rischi idrogeologici, saranno centrali che frutteranno di più perché aumenteranno la loro capacità di produzione. Io credo che questi siano gli elementi base su cui oggi - sono contento dell'unanimità in Commissione - si evidenziano anche differenze. Io personalmente ritengo e riterrò sempre che bisogna fare in modo che CVA sia una società che opera sul mercato con quelle logiche che tutti noi condividiamo del fatto che queste non sono società che operano esclusivamente in una logica redditizia, che abbiano anche una capacità che è sempre stata dimostrata in questi anni da CVA di avere a che fare con un territorio, di essere rispettosi di questo territorio e di essere rispettosi dell'insieme della comunità valdostana.

Io pertanto ringrazio veramente tutti, il tema non è semplice ed è vero che gli scenari prospettici sono molto diversi a seconda di come andrà a finire la norma di attuazione e se riusciremo a scrivere qualcosa nella finanziaria sulla Madia nella prossima finanziaria dello Stato, ci saranno delle prospettive, però - ripeto e concludo - credo che non si possa discutere il profilo imprenditoriale che deve avere questa società, perché, lo ripeto, CVA non è un'Onlus, è una società che opera sul mercato e se oggi dimostrasse faglie o cedimenti, qualcuno ce la mangia, qualcuno più grande ce la mangia e poi piangeremo sul latte versato.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, possiamo passare all'articolato della legge e alla votazione. La votazione dell'articolo 1 è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti : 32

Favorevoli: 32

Astenuti: 2 (Erika Guichardaz, Minelli)

L'articolo n. 1 è approvato.

Metto in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 2 (Erika Guichardaz, Minelli)

L'articolo n. 2 è approvato.

Stesso risultato per l'articolo n. 3 e n. 4? Stesso risultato. Votiamo la legge nel suo insieme. Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà per dichiarazione di voto.

Marguerettaz (UV) - Mi congratulo con il relatore, con la Commissione e con il Governo per il disegno di legge, per il confronto che c'è stato. Ritornando sull'intervento che ho fatto in precedenza, per non lasciare delle interpretazioni, io credo, collega Minelli, che, quando lei chiede di fare delle verifiche, ci sono degli atti concludenti. Collega Minelli, nel momento in cui scenderà veramente dal pulpito e dirà che la maggioranza, che i colleghi hanno tutti i diritti che ha lei e che non necessariamente sono nel torto, si accorgerà che lei è minoranza della minoranza, non solo minoranza della maggioranza. Quando ci sono 33 Consiglieri che votano un disegno di legge e due che si astengono, per cortesia, non invochi sempre come un mantra la richiesta di una verifica del programma, lei ha con la collega Guichardaz ripetutamente preso delle decisioni in contrasto. Io non dico che siano sbagliate, ma sono di minoranza. Prenda atto e la smetta di introdurre argomenti che sono pretestuosi. Prenda atto anche di questa votazione e proseguiamo senza ipocrisie perché questa posizione è una posizione che blocca i lavori.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto.

Minelli (PCP) - Per fatto personale. Il collega Marguerettaz mi accusa di mettermi sul pulpito e di bloccare i lavori, in qualche maniera, di questa maggioranza. Io ripeto, anche se mi rendo conto che è una ripetizione che lo infastidisce molto, che questa maggioranza si è costituita sulla base di un programma e quel programma ha avuto nel corso di questi mesi una serie di punti che non sono stati rispettati! Di conseguenza, visto che non ho aderito personalmente, e il mio gruppo politico non ha aderito a questa maggioranza sulla base di logiche spartitorie, come invece qualcuno ha cercato di dire, ma sulla base dei contenuti, la verifica che noi abbiamo chiesto, e che non abbiamo ancora ottenuto, è sui contenuti. Mi dispiace quindi, lei continuerà a sentirmi dire questa cosa, se non si farà la verifica; e non credo proprio che chi blocca la situazione siamo noi, tant'è vero che siete andati avanti, avete approvato, in totale spregio rispetto ai punti che avevamo chiesto di discutere, alcuni atti importanti. Se c'è qualcuno che in qualche maniera si comporta in modo poco rispettoso degli accordi, quindi non siamo di certo noi!

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Come sottolineato prima dalla consigliera Minelli e come visto nelle votazioni precedenti, noi non voteremo questo atto per diverse motivazioni, a partire dal fatto che è vero, è stata modificata solo una relazione, ma credo che la relazione sia parte integrante di un atto e che quindi averla ricevuta solo oggi alle ore 09:36 ci mette comunque nella condizione intanto di non essere sereni rispetto a questa decisione.

Come esplicitato poi dalla collega Minelli in Commissione e ribadito oggi, parlare di questo disegno di legge significa anche interrogarsi sul futuro di CVA e in questa proposta non viene esplicitata in alcun modo la visione sulla società. Nessuno mette in dubbio il ruolo strategico di CVA o vuole bloccare la sua espansione, ma non si può continuare a rimandare qualsiasi scelta e, come già detto in precedenza, il programma di legislatura era molto chiaro, la CVA deve restare una società pubblica, un'impresa che opera sul mercato e che, pur avendo come fine un'ottimale gestione economica, riservi grande attenzione agli aspetti sociali, ambientali, al legame con il territorio, all'efficientamento energetico, alla ricerca ai servizi innovativi. Nessuno dice che la società debba essere sottomessa, ma la politica regionale ha un ruolo importante, cosa che invece qui non appare e che in questo la norma di attuazione avrà un ruolo fondamentale.

Colgo con favore quindi l'idea di approfondire in Commissione aspetti che erano già stati approfonditi nella scorsa legislatura, per fare scelte condivise da parte di tutti. Sottolineo inoltre che non si tratta di motivi ideologici, si cerca sempre di strumentalizzare queste scelte, lo si è fatto sulla legge anti-Dpcm, sulla risoluzione sull'Ospedale, sulla legge sull'idrogeno e abbiamo visto i risultati. Si tratta invece di fare chiarezza, di avere una visione strategica e di rispettare i programmi. Evviva infine che ci siano anche persone che abbiano idee diverse, questa è la democrazia, quindi, per fortuna, possiamo anche permetterci di votare in maniera difforme anche se siamo solo due. Per queste ragioni, quindi, come gruppo allargato di PCP, ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di non votare questo documento.

Presidente - Metto in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti : 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 2 (Erika Guichardaz, Minelli)

Il Consiglio approva.