Oggetto del Consiglio n. 872 del 22 settembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 872/XVI - Interpellanza: "Previsione nella disciplina delle aree verdi pubbliche di aree delimitate in cui è consentito l'accesso ai cani accompagnati dal relativo proprietario".
Bertin (Presidente) - Punto n 32 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere segretario Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Il tema trattato da questa interpellanza è un tema piuttosto delicato non solo per l'argomento, ma per la possibilità di interferenza di varie competenze, tra una competenza regionale e il rispetto dell'autonomia dei Comuni, però è un tema che va trattato. Cercherò di trattarlo con la dovuta delicatezza, però nello stesso tempo anche con completezza e soprattutto con la trasparenza che discende da una situazione che coinvolge le persone, che coinvolge le Amministrazioni e che coinvolge il rapporto tra le persone e gli animali di affezione. Il tema di questa interpellanza riguarda la possibilità di fruizione delle aree verdi pubbliche a proprietari detentori degli animali di affezione con chiaramente i propri animali, allora nasce da alcune segnalazioni appunto di proprietari di cani in particolare che comunicano, che ci informano del fatto che in alcuni spazi di aree di verde pubblico è vietato l'accesso in qualunque modo ai cani anche al guinzaglio, anche con le dovute attenzioni da parte dei proprietari. Ora, se questo diventa assolutamente comprensibile, anche indipendentemente dalle posizioni, e, tra l'altro, diventa comprensibile anche da chi è possessore dei cani in aree di modeste dimensioni, però, laddove le aree possono avere dimensioni consistenti, il quesito di queste persone è quello relativo al fatto di dire: in un'area di grandi dimensioni si potrebbe anche pensare di collocare delle aree specifiche legate a chi è possessore di cani dove, ovviamente regolamentati e disciplinati in qualche modo, possono accedere anche i proprietari con i loro cani.
Allora a questo punto la riflessione parte da un esempio - chiaramente preciso che si tratta di un esempio, non voglio con questo costituire un incidente diplomatico perché io prendo ad esempio la Grand Place -: la Grand Place che nel comune di Pollein è disciplinata da un regolamento che è stato approvato dal Comune di Pollein. Preciso: lo prendo a titolo di esempio, non interferiscono minimamente con le iniziative del Comune, però appunto è necessario che una società matura e responsabile affronti i temi con i dovuti approfondimenti. Allora il tema è questo: chiaramente nel regolamento dell'area Grand Place, approvato nel 2013 si specifica un divieto di accesso ai cani su tutta l'estensione dell'area l'area. L'area così a titolo dimensionale ha un'estensione di circa 10 ettari, significa 100 mila metri quadrati, quindi un'area che tutti conosciamo e comunque un'area particolarmente grande, che, tra l'altro, si presterebbe a una diversa disciplina all'interno dei propri spazi. Ora ho precisato che il regolamento di disciplina dell'area è del 2013, c'è comunque una legge regionale che è precedente, del 2010: la n. 37/2010, che dà delle disposizioni generali su tutto il territorio regionale per tutta una questione relativa al rapporto con gli animali.
Nello specifico all'articolo 6 della legge regionale n. 37 si parla di "accesso dei cani ai giardini, parchi e aree pubbliche", il comma 1 recita: "ai cani accompagnati dal proprietario o dal detentore è consentito l'accesso nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, ivi compresi i parchi e i giardini. In tale luogo è obbligatorio l'uso del guinzaglio e, nei casi previsti dalla normativa vigente, anche della museruola". Ecco, abbiamo una disposizione generale che è valida su tutto il territorio regionale e poi ci sono i vari regolamenti specifici. Ora io pongo il quesito, fondamentalmente io porgo all'attenzione dell'Aula il tema, all'attenzione in particolar modo del Governo e dell'Assessore di competenza in modo tale che possa nascere una riflessione, come dicevo prima, matura, una riflessione civile, una riflessione che permetta la comune convivenza di persone che hanno un rapporto affettivo con i propri animali di affezione che ritengono di poter condividere con loro in questa dimensione affettiva gli spazi della vita e i momenti di svago. Tra l'altro, il tema diventa tanto più sensibile quando in un contesto storico come questo che viviamo delle restrizioni Covid il rapporto tra la persona, il possessore dell'animale di affezione e l'animale si è intensificato, in certi casi situazioni di confinamento e quindi di solitudine sono stati colmati dalla presenza di un animale di affezione. Il concetto è questo, oltretutto teniamo conto che, nel momento in cui uno decide di avere un animale di affezione, lo fa e lo deve fare con senso di responsabilità. L'abbandono dell'animale di affezione ritengo che non abbia minimamente spiegazioni plausibili da nessun punto di vista.
È chiaro che comunque il fatto di creare dei paletti o di limitare e di incidere con il peso delle limitazioni all'accesso a certe aree, a certi spazi della vita sociale agli animali d'affezione, ai cani in particolare, porta a una condotta di vita dei possessori limitata sotto certi punti di vista e che in ultima analisi potrebbe anche concorrere a quelle dinamiche che, ripeto, non sono giustificate ma che poi portano a certi casi di abbandono.
Allora una società civile è una società che riesce a gestire i rapporti tra diverse esigenze di diverse categorie di cittadini e ritengo quindi che il tema valga la pena di avere una sua attenzione. Si può pensare addirittura che certi regolamenti di attuazione possano in qualche modo, attraverso un percorso di sensibilizzazione chiaramente, non di imposizione, essere ripresi in esame dagli enti competenti per poter avere una sorta di soluzione ragionevole del problema. Nello specifico i quesiti dell'interpellanza recitano, il primo quesito: "se in linea con le finalità della legge regionale n. 37/2010 la definizione del regolamento di disciplina di utilizzo delle aree verdi pubbliche, tanto di proprietà regionale quanto di proprietà comunale, non debba comunque prevedere la possibilità, anche solo delimitata, di accesso ai cani accompagnati dal proprietario o dal proprio detentore"; secondo punto: "in caso contrario quali siano le intenzioni dell'attuale Governo regionale in merito all'iniziativa descritta dal precedente quesito".
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Mi sembra che la questione sia stata posta in modo molto corretto prendendo anche un esempio: quello di Pollein, che è un esempio per dimensioni e per spazi che ben può essere capito e immaginato, evitando magari un confronto tra il cane, l'animale e il bambino in alcune aree giochi che forse avrei rischiato di non essere così obiettivo avendo tre bimbi e non possedendo animali di affezione, però sappiamo bene che il cane rappresenta sicuramente da certi versi un'opportunità, dall'altra anche un problema che i nostri Comuni affrontano quotidianamente per quel che è l'animale del turista, la gestione, quell'invasione di campo che a volte avviene da parte del turista nel mondo rurale.
In attuazione alla legge n. 65 del 10 agosto, per rispondere al primo quesito, la Regione, per il tramite dell'Assessorato dell'agricoltura e risorse naturali, provvede all'inserimento, alla cura e alla manutenzione del verde su superfici annesse a immobili o su aree urbane ed extraurbane di proprietà regionali e all'installazione e alla cura del verde adiacente ai luoghi di culto, ai monumenti evocativi di personaggi ed eventi storici di rilevanza regionale, questo per dire dove noi interveniamo. In data poi 30 dicembre 2011 la Giunta regionale ha approvato con deliberazione n. 3167 le modalità di gestione e fruizione delle aree verdi aperte al pubblico di competenza regionale sul territorio della Regione Autonoma Valle d'Aosta.
Per quanto attiene appunto alle aree destinate ai cani, la deliberazione prevede che in tutti i parchi, giardini e aree verdi aperti al pubblico i cani devono essere condotti, come ha già detto lei, al guinzaglio e i cani di indole mordace devono essere muniti di museruola e fatto d'obbligo ovviamente di raccogliere escrementi secondo le modalità previste dai regolamenti, poi con apposita segnaletica sono indicate le aree in cui i cani possono essere lasciati liberi nonché le aree nelle quali è fatto loro il divieto di accesso. In tutte le aree destinate ai cani gestiti dalle Amministrazioni i cani possono correre liberamente senza guinzaglio e museruola purché in presenza e sotto vigilanza di loro custodi o possessori, anche in tutte le aree verdi destinate ai cani è obbligatorio raccogliere ovviamente i loro escrementi secondo le modalità previste. È vietato introdurre cani nei canali, corsi d'acqua, fontane e gli addetti alla vigilanza e custodia possono, qualora ravvisino pericolo per la pubblica incolumità, disporre l'immediato allontanamento dai parchi e giardini pubblici. Nelle aree verdi di competenza dell'Amministrazione regionale di norma è consentito l'accesso ai cani tenuti al guinzaglio e, se necessario, con la museruola. Fanno eccezione i giardinetti dei ragazzi di Via Festaz e di Via Antica Zecca dove al momento è fatto divieto di ingresso ai cani in relazione alla numerosa frequentazione dei giardinetti da parte di ragazzi e bambini. Eguale divieto è presente presso l'area verde Abbé Henry a Tzamberlet, anche in questo caso il divieto è stato introdotto stante l'elevata fruizione dell'area e tenuto conto della presenza appunto dell'adiacente area cani dov'è possibile lasciare liberi gli animali.
Detto ciò, pur essendo aree di competenza regionale, il metodo di gestione va comunque concordata con i Comuni che si occupano appunto della raccolta rifiuti e della vigilanza mediante la pulizia locale, spesso abbiamo invece poi delle ordinanze più stringenti che vietano, come ben ricordava, l'accesso ai cani.
In ragione dell'aumentata sensibilità, e qua andiamo sul secondo quesito, verso gli animali di affezione, in considerazione del sempre più frequente numero di persone che posseggono un cane con cui condividono i vari momenti della giornata, soprattutto quelli di svago e di riposo, sicuramente bisogna assolutamente valutare la possibilità di prevedere per alcune aree la fruizione degli spazi verdi accompagnati dal proprio cane, come ben ha detto, tenuto al guinzaglio o se necessario con la museruola. Sono considerazioni che abbiamo già fatto, stiamo facendo insieme al Celva, che comunque, oltre che essere un nostro interlocutore privilegiato, ha comunque proposto all'attività delle azioni già concrete ed efficaci con una serie di infografiche sulle quali stiamo lavorando insieme proprio per riuscire a dare le stesse informazioni in tutti i comuni per quel che riguarda appunto la gestione del cane da parte del turista che viene in vacanza in Valle d'Aosta, oppure appunto l'ultima che è quella dell'acquisizione di un patentino per proprietari e futuri proprietari di cani che ha chiuso le iscrizioni in questi giorni con direi un importante successo dettato da più di cinquanta domande. Il coinvolgimento dei Comuni è importante perché poi è in capo ai Comuni la gestione dell'anagrafe canina e oggi i dati ci dicono che vengono definiti in 21.700 i cani presenti in Valle residenti, quindi ai quali devono essere aggiunti quelli stanziali e di passaggio.
Sicuramente quindi queste tematiche verranno portate al tavolo con Celva, come tante altre proprio per riuscire congiuntamente a valutare la possibilità di proporre quanto da lei richiesto.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta, che, tra l'altro, contiene il fatto che nell'intenzione dell'interpellanza era proprio creare un'apertura, generare l'attenzione su un argomento che incide così pesantemente nei numeri della nostra comunità. Tra l'altro, questo dato relativo a ventimila cani nel territorio valdostano aveva stupito anche me e questo dato ci rivela la percentuale di persone che comunque stabiliscono una relazione con l'animale di affezione, in questo caso soltanto il cane. Considerato che già rispetto ai centoventimila abitanti ventimila equivale a un sesto, vuol dire che la popolazione canina corrisponde al 15 percento della popolazione dei cittadini valdostani. È un dato molto significativo ma ancora più significativo se consideriamo che, per quanto riguarda il possesso del cane, normalmente non è il rapporto 1 a 1, ma è di una famiglia, è di una coppia, è comunque di un nucleo e quindi le persone coinvolte in questo rapporto con l'animale di affezione sono decisamente tante, un numero molto elevato. Questo ci fa capire la necessità di utilizzare, per una questione di civiltà, tutti gli approfondimenti possibili per gestire un tema che in fondo in fondo, al di là dell'affettività, riguarda anche il campo della libertà. Noi sappiamo che il libero arbitrio è una chimera, la libertà invece esiste ma la libertà dei confini e i confini sono quando inizia la libertà dell'altro.
Lei ha citato il caso del suo ruolo di padre di famiglia con dei bambini rispetto al ruolo del possessore dei cani, sono due ruoli che potrebbero tranquillamente non aver dialogo, ma che comunque sono tenuti a convivere in una società dove comunque bisogna tener conto dei vari aspetti, delle dinamiche e gestire questo non come conflitti, non come imposizione, non come complicazione delle procedure burocratiche, ma semplicemente come un'acquisizione di una maggiore sensibilità.