Oggetto del Consiglio n. 856 del 22 settembre 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 856/XVI - Interrogazione: "Mancata partecipazione delle massime cariche regionali alla celebrazione eucaristica di San Grato."
Bertin (Presidente) - Punto n. 13 all'ordine del giorno. Per la risposta, il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Vorrei rassicurare fin da subito il collega Distort sul fatto che sia io che il presidente Bertin conosciamo bene il ruolo e l'importanza del santo Patrono della nostra Diocesi, per tutta la Diocesi e di conseguenza per tutte le nostre parrocchie e quindi anche la sua importanza dal punto di vista culturale, storico e anche sociale.
Il caso ha voluto che quest'anno, nei primi giorni di settembre, sia io che il presidente Bertin, ci trovassimo fuori Valle per alcuni giorni di vacanza. Nel caso del presidente Bertin qualche giorno di vacanza in Catalogna, che ha coinciso anche con alcuni impegni istituzionali. Nel mio caso, i primi giorni di settembre erano quelli che avevo deciso di passare insieme alla famiglia, giorni che poi si sono ridotti a essere tre giorni nei quali non mi sono recato in ufficio, perché tra giunte e tavoli prefettizi alla fine la settimana che avevo previsto si è ridotta a tre giorni, uno di questi giorni era proprio, il giorno di San Grato nel quale ero fuori Valle. Mi è dispiaciuto non essere presente alla festa patronale, mi ero anche premurato di avvisare monsignor Vescovo nei giorni precedenti del fatto che non sarei stato presente, scusandomi, essendo comunque molto dispiaciuto di questo fatto che è stato anche causato da una serie di coincidenze stante che eravamo tutti e due fuori Valle.
Presidente - Per la replica il consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Grazie per la risposta, che fra l'altro contiene la spiegazione per entrambe le figure apicali. Vorrei comunque ricordare - non c'è bisogno, però è necessario - che esistono i vicepresidenti, tanto per la Presidenza del Consiglio quanto per la Giunta. Però non è mia intenzione svolgere il ruolo del grillo parlante, anche perché tra l'altro ha fatto una brutta fine, così come non voglio neanche abbassarmi alla dinamica che abbiamo già visto in azione nel 2018 quando, per l'assenza dell'allora presidente Spelgatti all'edizione della Rencontre Valdôtaine, l''opposizione aveva fatto fuoco e fiamme per stigmatizzare questo atteggiamento, senza peraltro riconoscere che proprio in quell'occasione tutto l'intero gruppo consiliare Lega era presente, oltre alle autorità di maggioranza.
Non è nel mio stile raccontare polemiche in quest'aula, tuttavia è fuori da ogni dubbio che l'assenza dei due presidenti della maggioranza alla celebrazione di San Grato, patrono della Diocesi di Aosta, è un atto che stona. Quando parlo di presenza, parlo ovviamente anche della possibilità di essere sostituiti e rappresentati. È vero, c'era vicino a me al banco: è arrivato l'assessore Guichardaz, ritengo più per questione personale, per partecipazione personale che non istituzionale, anche perché, non per evidenziare una questione che avrà sicuramente le sue spiegazioni, ma l'arrivo è avvenuto a celebrazione già iniziata e quindi questo dimostra ancora di più che non era presente per via istituzionale, ma per via di una coscienza che, per amicizia, io riconosco nella sua persona.
L'assenza, tra l'altro, a fronte dei contributi invece di altre istituzioni, che evidenzia ancora di più questo vuoto che si è creato, vuoto istituzionale. Per esempio la Polizia ha provveduto a fornire due rappresentanti della Polizia a cavallo: questo è stata un po' una sorta di contributo, un regalo del Questore. Lo dico non tanto per lodare il fatto che merita lode, ma per rappresentare proprio lo stile con cui chi ha partecipato ha cercato di dare il suo contributo.
Scopo invece di questa interrogazione è ribadire e porre di nuovo l'accento sul fatto che la partecipazione a un evento religioso che riguarda l'intera diocesi non è un atto di formalismo e neanche di sudditanza della vita civile alla sfera religiosa, ma è affermazione del principio di laicità. Questo deve essere chiaro per chi ci governa: il principio di laicità è saper riconoscere la struttura genetica della propria comunità agli effetti della sua storia, della sua cultura, in una parola della sua anima collettiva; è estremamente importante. Questa non è una riflessione intellettuale, perché da qui discende il disegno di società che noi abbiamo in testa. Ma soprattutto in questo periodo, in un'epoca come la nostra nel quale assistiamo a un sistematico smontaggio e annullamento dell'identità, in nome di un globalismo che oltre a essere commerciale è fondamentalmente culturale, finalizzato a generare una società liquida e confusa, senza più miti e priva quindi di ogni riferimento superiore, è estremamente importante che avvengano dei gesti, perché l'albero si riconosce dai suoi frutti. Ricordo, proprio per la concretezza di una sana sociologia, sana antropologia e sana politica, che negare la discendenza dal sacro non equivale a indebolire la dimensione religiosa, ma equivale a indebolire la comunità, e con questa le persone che la compongono. Allora, o la comunità la si costruisce o la si smonta, perché non esistono situazioni di neutralità. Permettetemi, questo è il mio contributo al Governo della Regione perché la Regione merita questo.