Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 831 del 22 luglio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 831/XVI - Interpellanza: "Motivazioni del ritardo nella predisposizione del Piano triennale 2021-2023 degli interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere".

Bertin (Presidente) - Punto n. 35 all'ordine del giorno. Illustra il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Purtroppo non siamo noi consiglieri a fare i titoli. Se avessi potuto fare il titolo io non avrei chiesto le motivazioni del ritardo, ma avrei intitolato questa interpellanza "Anomalie nella predisposizione del piano triennale 2021-2023 degli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere". Questa è semplicemente un esame della delibera di Giunta e del piano che è allegato alla delibera di Giunta regionale n. 727 del 21 giugno 2021, ho trovato alcune anomalie e quindi giustamente ho ritenuto opportuno chiedere chiarimenti.

Iniziamo con due frasi contenute all'interno di questa relazione. Si scrive che la stesura del piano triennale 2021-2023, di seguito denominato piano, è tutt'ora in fase di redazione e io mi sono chiesto: ma caspita, siamo a luglio del 2021 e il piano 2021-2023 è ancora in scrittura a oggi? Mi pare che ci sia qualche ritardo e non capisco come mai.

Altro pezzo, questo è il riassunto dei lavori che sono stati fatti su questo piano e si scrive: "Definizione della tematica oggetto del bando del finanziamento dei progetti antiviolenza di prevenzione e informazione contro la violenza di genere relativo alle annualità 2020-2021". Anche qui, com'è possibile che nel 2021 si stia ancora definendo la tematica oggetto del bando di finanziamento, mi è sembrata una frase un po' strana. Ormai il 2020-2021 è quasi non dico finito, però siamo al 2021 avanzato e non capisco come mai si sia ancora in discussione.

Ma tralasciamo questo aspetto tempistico e veniamo un po' alle cose che sono ancora più curiose. Viene evidenziato che le iniziative, le attività realizzate dal forum si sono svolte in applicazione alle quattro aree tematiche di lavoro individuate con il piano triennale di interventi contro la violenza di genere. Per quanto riguarda la formazione ho notato l'iniziativa denominata "Il conflitto e la violenza nelle relazioni familiari". Questa iniziativa viene destinata a mediatori interculturali, operatrici della Casa rifugio, assistenti sociali, educatori e psicologi. Questo piano mi ha aperto una curiosità, perché ho avuto modo di confrontarmi direttamente con le persone che si occupano del centro antiviolenza e mi sono chiesto se questo corso sia rivolto anche alle figure maschili, perché siccome si è insistito molto sul patriarcato e su tante altre belle amenità, mi sono chiesto effettivamente se questi corsi siano destinati solo alle figure femminili o anche alle figure maschili. Tralasciamo il fatto che qualcuno ha indicato come violenza istituzionale un senatore della Lega: c'era un bel manifesto che lo testimoniava, ma questo ce lo ricordiamo e ce lo teniamo per noi. Quindi questa è la seconda domanda: questi corsi verranno rivolti anche agli uomini o è esclusiva competenza delle donne occuparsi dei temi relativi alla violenza sulle donne?

La terza domanda è sulla prevenzione, sensibilizzazione e informazione, dove in realtà ci incrociamo, perché si parla di un evento che si è tenuto alla Cittadella dei Giovani e si iscrive quale modo di contrasto alla violenza questo evento denominato "Festival delle ragazze" che si è tenuto alla Cittadella dei Giovani. Ora, è giusto e anzi assolutamente necessario intervenire affinché la violenza contro le donne, io direi la violenza contro tutti, sia assolutamente combattuta, ma io guardo gli eventi che vengono incasellati sotto questa formula e vedo che in realtà l'obiettivo di questo festival è combattere gli stereotipi di genere, promuovere le pari opportunità, scardinare cliché e discriminazioni; non c'è violenza nella parola e nell'obiettivo, però si parla di femminismo, invece, in questa bella rassegna.

Abbiamo già esaminato in quest'aula i libri che sono stati presentati nelle varie iniziative. C'era il libro "Rivoluzione Z: diventare adulti migliori con il femminismo", di Giulia Blasi, nel quale si sostiene che per sciogliere questi dubbi e raggiungere una forma di autocoscienza il femminismo è tutt'ora uno strumento importante, efficace ed illuminante, perché il patriarcato è tutt'altro che scomparso dalla nostra società. Una frase che evidentemente evidenzia ancora la teoria secondo la quale questo femminismo radicale crede nell'esistenza del patriarcato, con questo sistema di oppressione che costringe gli uomini e le donne in categorie, considera le donne come oppresse storicamente dagli uomini e crede in una società rivoluzionaria femminista che, oltre a rifiutare la famiglia come istituzione nel matrimonio, si batte per l'eliminazione del genere. Secondo me tutto questo rientra esattamente nello stesso disegno.

Altro libro è quello di Lorenzo Gasparrini, che viene presentato sempre a questo festival e che dovrebbe essere contro la violenza. L'autore, che si definisce blogger attivista e antisessista, ci presenta il libro "Perché il femminismo serve anche agli uomini". Anche qui abbiamo sempre la solita sequela di improperi contro il sistema patriarcale, oppressivo contro le donne e quant'altro. Poi non può mancare il libro di Emanuela Abbattecola "Pink is the new black" che ci presenta l'insidioso mondo degli stereotipi di genere nella scuola dell'infanzia, io direi una vera piaga sociale dei nostri giorni. Infine, anche qui decisamente attinente con la violenza, la ciliegina sulla torta è la presenza del transessuale Porpora Marcasciano, storica attivista trans e presidente del Movimento Identità Trans, che ha presentato nello spazio pubblico, sempre contro la violenza di genere, libri di pregevole fattura quale "AntoloGaia", "L'aurora delle trans cattive" e l'indimenticato " Tra le rose e le viole: la storia e le storie di transessuali e travestiti ". Tutte queste che si iscrivono nelle iniziative sulla violenza di genere.

Io ho letto la definizione di violenza, che così viene definita: atto o comportamento che faccia uso della forza fisica con o senza l'impiego di armi o altri mezzi di offesa per recare danno ad altri nella persona, nei beni o nei diritti. Io non ho rilevato in questa presentazione di libri sui transessuali, sul femminismo, sul patriarcato, nessuno di questi caratteri che rispondano a questa violenza.

Infine, ho letto con particolare raccapriccio che nel programma viene inserito un pezzo. Innanzitutto ci si dispiace per non aver potuto organizzare presso l'Istituto regionale Adolfo Gervasone di Châtillon il progetto "Big Bang Gender", che appunto avrebbe dovuto tenersi in questa struttura. Io non so cosa contenesse questo progetto "Big Bang Gender", ma confido che lei, Assessore, ci possa spiegare che cos'è e soprattutto quale attinenza abbia con la violenza. Poi con brivido e raccapriccio anche qui ho letto che si vogliono approfondire dei temi e c'è scritto: "Si è valutata la possibilità di destinare la quota dei fondi a supporto di tale attività di informazione e sensibilizzazione finanziando un progetto, da una parte, e dall'altra stimolare nell'opinione pubblica e nella società civile una riflessione sul tema della violenza di genere, ponendo particolare attenzione su fenomeni ancora poco conosciuti come il body shaming, il gender gap, il catcalling e il mansplaining. Ritorniamo ai termini inglesi di cui abbiamo parlato la volta scorsa.

Io le chiedo, Assessore, il body shaming - tutte parole inglesi, perché le fanfaluche le importiamo sempre dagli Stati Uniti - quella pratica di prendere in giro una persona per le caratteristiche fisiche, che vale per gli uomini e per le donne, credo che sia equanime, può essere associata alla violenza di genere? Cioè, è una violenza se dico "hai il naso lungo"? Perché io il concetto di violenza, che è quello che ho letto sul vocabolario, lo immaginavo un po' diverso.

Il gender gap, che invece è, per esempio, la differenza salariale tra uomini e donne, è una violenza? Io credo che sia materia di rivendicazione sindacale. Se c'è uno stesso inquadramento tra un uomo e una donna e una donna viene pagata meno, c'è sicuramente la possibilità di fare ricorso per le vie normali e quindi evidentemente vedersi riconosciuto un diritto che è tale a tutti gli effetti.

Il catcalling poi, non lo dimentichiamo, è quella pratica di fischiare alle ragazze solitamente in strada, che viene parificato alla violenza. Sicuramente non è una pratica di buona educazione e di civiltà, ma associare un fischio a una violenza oggettivamente mi sembra un paragone un po' azzardato.

E poi non dimentichiamo il mansplaining. Io non so se lei, Assessore, ha avuto modo di approfondire il termine del mansplaining. Questo termine, sempre importato dagli Stati Uniti, sostanzialmente che cosa dice? È una pratica che ci dice che è offensivo se l'uomo si mette a spiegare alla donna cose che la donna conosce già, e questa sarebbe una violenza. Io oggettivamente in questa aula, Assessore, devo dire che sono stato oggetto di womensplaining, perché ci sono state delle donne, soprattutto nella scorsa legislatura, che hanno preso in giro la nostra intelligenza spiegandoci cose che conoscevamo benissimo, ma non ci siamo mai rivolti a un centro antiviolenza, fa parte del gioco della politica e ne prendiamo atto. Però che tutto questo venga inserito sulle pratiche antiviolenza oggettivamente è sembrato decisamente fuori luogo.

Presidente - Per la risposta l'assessore Barmasse, ne ha facoltà.

Barmasse (UV) - Quali siano le motivazioni dei ritardi di stesura del piano triennale della definizione della tematica oggetto del bando di finanziamento dei progetti antiviolenza, di prevenzione e di informazione contro la violenza di genere, relativo all'annualità 2020-2021. Il piano triennale degli interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere, di cui all'articolo 3 della legge regionale n. 4 del 25 febbraio 2013, avente a oggetto "Interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e misure di sostegno alle donne vittime di violenza di genere", è lo strumento con cui, sulla base delle indicazioni del forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, sono definiti gli indirizzi e le priorità delle azioni finalizzate alla prevenzione della violenza di genere. Il piano, predisposto dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale, è diretto a orientare e coordinare l'azione di tutti i soggetti pubblici e privati in materia di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza di genere.

Specificatamente alla stesura del piano triennale 2021-2023, i ritardi sono da imputarsi a diversi fattori. Nello specifico: per la stesura del documento si è scelta la modalità della revisione partecipata, per renderlo il più possibile coerente con le esigenze del territorio e rispettoso della sensibilità di quanti operano a vario titolo nel contrasto della violenza di genere (tale azione ha necessariamente richiesto un po' di tempo); la necessità di revisionare nuovamente la bozza del documento alla luce dei cambiamenti dei diversi componenti del forum permanente contro le molestie e la violenza di genere; l'impatto che l'emergenza sanitaria da Covid-19 ha avuto in termini di carico di lavoro sulla struttura regionale competente, referente anche per il servizio sociale professionale regionale coinvolto direttamente nella gestione dell'emergenza da Covid-19, oltre alla carenza di personale già più volte evidenziata anche in questa sede; la necessità di riaggiornare il documento alla luce delle ricadute dell'emergenza sanitaria da Covid-19 sul sistema dei servizi, in particolar modo per ciò che concerne la Casa rifugio e il Centro Donne Contro la Violenza e di fornire gli ultimi dati relativi all'utenza riferiti all'ultimo triennio 2018-2020 (gli ultimi dati sono stati trasmessi alla struttura regionale competente nel mese di giugno); la necessità di ripresentare il documento aggiornato al forum permanente contro le molestie e la violenza di genere per l'approvazione dopo ogni sostanziale modifica.

Per quanto riguarda il bando relativo all'annualità 2020-2021, per il finanziamento dei progetti di prevenzione e di informazione contro la violenza di genere previsti dall'articolo 4 della citata legge, lo stesso è stato approvato con la deliberazione di Giunta regionale n. 941 del 18 settembre 2020 e pertanto senza alcun ritardo. Il bando relativo all'anno 2021-2022 sarà invece presumibilmente approvato nell'autunno 2021, a seguito di convocazione del forum permanente contro le molestie e la violenza di genere e la definizione della nuova tematica oggetto dello stesso.

La seconda domanda, se l'iniziativa formativa al conflitto e alla violenza nelle relazioni familiari verrà organizzata in futuro e se a questa potranno partecipare anche figure maschili. L'iniziativa formativa, il conflitto e la violenza nelle relazioni familiari, prevista nel piano di formazione continua 2018 del personale sociosanitario, socioassistenziale e socioeducativo, poi rinviata anche a causa dell'emergenza sanitaria, sarà organizzata dalla USL della Valle d'Aosta nel secondo semestre del 2021. A tale iniziativa, rivolta a mediatori interculturali, operatrici del servizio Arcolaio, operatori sanitari, assistenti sociali, educatori e psicologi, potranno partecipare anche figure maschili afferenti a tali figure professionali.

Si informa inoltre che lo scorso 9 luglio è stato siglato, per iniziativa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aosta, un protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto delle violenze tra tutte le istituzioni e altri soggetti non istituzionali interessati: il Tribunale ordinario di Aosta e la Procura della Repubblica, la Presidenza della Regione, il Dipartimento politiche sociali, la Sovrintendenza agli studi, l'Azienda USL, le Forze dell'ordine, la Consigliera di parità, il Centro Donne contro la violenza, l'Ordine dei giornalisti, l'Ordine degli psicologi, l'Ordine degli avvocati, l'Ordine degli assistenti sociali e l'Associazione Soroptimist International Club Valle d'Aosta. Tale protocollo sancisce l'impegno di tutte le istituzioni firmatarie a promuovere lo sviluppo e il consolidamento di una rete integrata di servizi, al fine di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, i ragazzi e i soggetti vulnerabili in generale, anche attraverso lo sviluppo e la condivisione di procedure operative in grado di attivare interventi virtuosi che siano volti a prevenire i fenomeni di violenza o ad attivare un circuito efficace di raccordo per la rapida presa in carico dei soggetti vittime di violenza.

Nell'ambito di tale protocollo, uno degli impegni assunti dal Dipartimento politiche sociali è l'elaborazione di iniziative e strategie volte al recupero dei soggetti autori di delitti commessi con violenza. In tale contesto il Dipartimento politiche sociali ha in programma una iniziativa formativa, finanziata nell'ambito del fondo sociale europeo, piano operativo 2014-2020, rivolto agli operatori del territorio e alle forze dell'ordine che vengono in contatto con i soggetti maltrattanti e finalizzata ad approfondimenti sulla tematica della violenza di genere e alla definizione di modelli di presa in carico dei soggetti autori di violenza. Tale iniziativa di formazione è prevista a partire dall'autunno 2021 e per tutto l'anno 2022.

Che cosa contenesse il progetto Big Bang Gender e in quale maniera il body shaming, il gender gap, il catcalling e il mansplaining ricadano nella fattispecie nella violenza contro le donne; qui l'ha già spiegato lei prima, Consigliere, così adesso imparo anch'io qualcosa!

Il progetto Big Bang Gender è stato presentato dall'Istituto regionale Gervasone nell'ambito del bando per il finanziamento dei progetti antiviolenza di prevenzione e di informazione contro la violenza di genere, ai sensi della legge regionale n. 4 del 25 febbraio 2013, annualità 2019-2020, approvato dalla deliberazione della Giunta regionale n. 1214 in data 6 settembre 2019. I progetti ammessi a finanziamento dovevano approfondire la tematica individuata dal suddetto bando, che per l'anno 2019-2020 voleva promuovere una riflessione che vedeva coinvolte in prima linea le giovani generazioni sul tema delle manifestazioni d'odio nei confronti delle donne attivate attraverso i social network, Facebook, Twitter, WhatsApp, eccetera, attraverso offese sessiste, esposizione di immagini private e intime rubate e persecuzioni online.

Si richiedeva una riflessione sul significato dei comportamenti che sono alla base della violenza sulle donne e che il web amplifica e diffonde offrendo una piattaforma globale dove riversare odio e aggressività. Il presunto anonimato che la rete garantisce favorisce la diffusione di contenuti violenti e sessisti, che diventano virali e inarrestabili.

Il progetto Big Bang Gender rispondeva pienamente ai requisiti disciplinati dal bando di cui al punto precedente. Lo stesso, infatti, era il frutto del raccordo di più enti e associazioni presenti sul territorio. Nello specifico il partenariato del progetto era costituito da: cooperativa sociale Noi e gli Altri di Aosta, Istituzione scolastica Abbé Prosper Duc di Châtillon, Comune di Châtillon, Polizia locale di Châtillon e RAI Valle d'Aosta, che si erano posti l'obiettivo di intraprendere un percorso sinergico destinato ai ragazzi, volto alla condivisione e alla rielaborazione di pratiche e modalità di prevenzione nei confronti della violenza di genere, in particolar modo nell'odio online. Il progetto si proponeva di accompagnare gli studenti dell'Istituzione scolastica Abbé Prosper Duc di Châtillon nell'analisi del linguaggio usato sui social media come veicolo di odio nei confronti delle donne. Partendo dai contenuti vicino alle esperienze e alle pratiche dei ragazzi e delle ragazze, videogiochi, post sui social network, chat e canzoni, si sarebbe analizzato il linguaggio quale potente veicolo di stereotipi e odio. Alcuni aspetti avrebbero accompagnato i ragazzi in un percorso il cui fine sarebbe stato quello di far comprendere che le parole sono importanti e possono essere utilizzate per emarginare, ferire, etichettare, discriminare gruppi o singoli individui e che i significati possono cambiare a seconda del contesto o di colui che parla. Ci si sarebbe inoltre soffermati sulla comprensione dei termini stigmatizzanti, mettendo in luce come alcune affermazioni, pur non contenendo parole scurrili ed esplicitamente offensive, possono essere di incitamento all'odio. Il risultato di questo lavoro di approfondimento avrebbe poi reso possibile l'avvio di una seconda fase progettuale nella quale gli studenti sarebbero stati accompagnati nell'elaborazione di cartelloni esplicativi oggetto di una mostra finale.

Il progetto, sebbene approvato e ammesso a finanziamento, non è stato avviato in quanto l'ente capofila, cioè l'Istituto Gervasone, ha successivamente comunicato l'impossibilità della realizzazione e la conseguente rinuncia al contributo economico riconosciuto.

Rispetto alla seconda parte del quesito invece sì forniscono di seguito le definizioni di altre condotte e atteggiamenti da considerarsi a pieno titolo nelle forme di violenza e aggressione perpetrate oggigiorno, che purtroppo sono ancora poco conosciuti e talvolta non sono ricompresi nella fattispecie della violenza di genere, in quanto vengono classificati come comportamenti socialmente accettati o ragazzate.

Il body shaming o derisione del corpo è l'atto di deridere o discriminare una persona, indipendentemente dal suo sesso, per il suo aspetto fisico. È una forma di bullismo e di violenza psicologica. Qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira: l'adiposità o la magrezza, l'altezza o la bassezza, il colore dei capelli, eccetera. Il carattere fisico viene colpito in quanto ritenuto non aderente ai canoni estetici o stereotipi in cui la vittima vive. Si tratta di una violenza che colpisce prevalentemente le donne, ma non solo. Ad esempio, "sei troppo magra" o "sei troppo magro, sei troppo grassa, troppo grasso, hai troppi peli, ne hai troppo pochi" e c'è anche un termine che non vi leggo.

Catcalling, il cui termine deriva dalla fusione dei termini cat e calling, cioè "gatto" e "chiamare", si riferisce a molestie verbali rivolte prevalentemente a donne incontrate per strada e comprende commenti indesiderati, gesti, strombazzi, fischi, avance sessuali. Il fenomeno è in crescita e condiziona molte donne che non si sentono più libere di camminare per strada e indossare ciò che vogliono. Le molestie di strada non sempre includono azioni o commenti o connotazioni sessuali, infatti a volte prevedono insulti che fanno riferimento a religioni, classi sociali e disabilità. Il fenomeno viene spesso banalizzato e considerato come semplice apprezzamenti senza intento di molestia. Esempi: "ciao, ma quanto sei bella" o "che bel sedere che hai".

Mansplaining è un termine che nasce dall'unione di man "uomo" e explain "spiegazione", grazie al quale è stato possibile circoscrivere situazioni che non sempre è facile rilevare e far notare, nelle quali sono presenti sottili condotte di sotteso sessismo insite nel modo di dialogare e di approcciare. Mansplaining è la spiegazione fatta spesso da un uomo a una donna in modo condiscendente, senza tener conto del fatto che chi spiega abbia meno competenza di chi ascolta: quando un uomo spiega a un ingegnere come funziona una caldaia, quando si parla di violenza di genere, eccetera.

Presidente - Assessore!

Barmasse (UV) - Si, taglio e concludo, abbia pazienza.

Quali attinenze avessero le iniziative contenute nell'interpellanza con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Incorre innanzitutto specificare che l'iniziativa consiliare 369 fa riferimento all'evento "Festival delle ragazze" svoltosi a novembre 2020 nell'ambito del progetto "Genere in movimento".

Così come previsto dall'articolo 1 legge regionale 4 del 2013, la Regione riconosce in ogni forma di violenza di genere una violazione dei diritti umani, dell'integrità fisica e psicologica, della sicurezza, della libertà e della dignità della persona. L'importanza della prevenzione viene pertanto perseguita anche attraverso la sensibilizzazione e l'informazione. In Valle d'Aosta le campagne di comunicazione contro la violenza, ovvero iniziative volte a far conoscere i variegati aspetti della violenza di genere, sono state realizzate prevalentemente in occasione della giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

In tale contesto l'associazione Dora Donne in Valle d'Aosta ha voluto inserire la propria iniziativa, che riguardava i diversi eventi afferenti a un unico progetto in capo all'associazione medesima, intitolato "Generi in movimento: storia e riflessioni". Il cosiddetto Festival delle ragazze prevedeva tre incontri su tematiche specifiche: Lettura di Storia Trans, Perché il femminismo serve alle donne e anche agli uomini, Rivoluzione Z. Stimolare la riflessione e diffondere informazioni in merito a diversità di identità di genere o alla evoluzione del movimento femminista si configurano come iniziative di informazione e sensibilizzazione.

Avrei finito e scusate per il ritardo. Abbiamo imparato un po' di terminologia che non conoscevo neanche io. Una cosa - adesso ci saranno tutte le signore che mi uccideranno - però sul senso di orientamento penso che i maschietti, forse per una questione genetica, si orientino un pochettino meglio. Quindi quando si chiedono informazioni a volte gli uomini sono un po' più precisi nel darle. Adesso ovviamente mi arriveranno le critiche su queste cose. Grazie e scusate il ritardo.

Presidente - Grazie assessore, però la invito a essere più sintetico, a futura memoria. Per la replica il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ma guardi, io invece sono stato felice della esondazione dell'intervento, perché abbiamo avuto modo di mettere a conoscenza in quest'aula di alcune pratiche, di alcuni termini che hanno suscitato, lo dico per chi ci guarda a casa, l'ilarità quasi generale di quest'aula, tranne di chi ovviamente deve fare il severo censore e vorrebbe ridere, ma non può. Mi ricorda una foto di Piero Fassino che era andato al Gay Pride, guardava con una faccia sgomenta, schifata quasi, la sfilata e spesso hanno fatto dei balloon dove si esplicitava il pensiero: uno dei più divertenti era "E va beh, votano anche questi". Quindi io immagino anche il perché qualcuno si trattenga dal ridere quando qualcuno paragona il fischiare a una ragazza per strada alla violenza.

Io credo che, al di là della questione evocativa, senza dubbio ci troviamo a che fare e a confrontarci tutti i giorni con pressioni, potremmo dire con cose che non ci fanno piacere. Noi rappresentanti lo sappiamo benissimo: sul web ogni volta che scriviamo qualcosa, io sono molto attivo sui social, raccogliamo spesso del consenso rispetto a quello che scriviamo, ma raccogliamo anche un sacco di critiche e nessuno di noi si è mai, penso, figurato di far ricadere queste critiche che riceviamo a volte anche dure in una forma di violenza che ci viene usata. Siamo rappresentanti: è possibile trovare delle persone che sono d'accordo con noi, è possibile trovare delle persone che non sono d'accordo e ne prendiamo atto.

Trovo però un po' assurdo che si spendano delle energie e dei fondi pubblici per affermare cose che hanno effettivamente un effetto un po' grottesco. Sono stato quasi felice - così adesso, Assessore, le spiego un altro termine che non è ricompreso in questi - che non sia stato ricompreso il manspreading, che è diverso dal mansplaining. Il manspreading è quella pressione, quel tocco volontario o meno che avviene per esempio nei mezzi pubblici. Se io sono un uomo e sono seduto vicino a una donna e con la mia gamba tocco la sua, sto applicando un manspreading e anche questa è una violenza psicologica che applico nei confronti della mia vicina di sedia. Per fortuna non lo trovo qua in mezzo, quindi già questo è un bene, ma sono sicuro che dopo questo mio intervento verrà inserito nel prossimo giro, io mi auguro di no.

Davvero chiederei una riflessione sul fatto che qualcuno si permetta di fare questi paragoni con la violenza. Io non so se qualcuno di voi - mi auguro nessuno - si sia trovato ad avere a che fare con una persona che è stata oggetto di violenza, io me lo auguro davvero. Ma una persona che è stata oggetto di violenza, e non parlo soltanto di violenza fisica, ma violenza psicologica vera, minacce, ricatti, pressioni, i reati che sono stati introdotti dal codice rosso, lo stalking e quant'altro, violenza psicologica vera, a tutto pensano tranne che al catcalling, al mansplaining, al body shaming e quant'altro, perché dire che uno ha i capelli di un colore o i capelli di un altro e prendere in giro perché uno ha i capelli biondi invece che i capelli rossi, oggettivamente può sicuramente non far piacere, ma integrarlo nella fattispecie della violenza mi sembra veramente un paradosso.

Giustamente lei ha letto i libri che sono stati presentati al Festival delle Ragazze. Io come sempre, visto che è quasi a metà tra la Cittadella dei Giovani e invece la parte di prevenzione alla violenza di genere, le chiederei quale attinenza ha presentare un libro sulla vita dei transessuali mentre si parla di violenza sulle donne. Ma io probabilmente capisco poco di questo tema, però di una cosa sono felice, Assessore. Lei ha detto una cosa in conclusione del suo intervento che le sembra normale e giustamente però ha fatto una previsione: "Adesso pioveranno su di me le critiche, perché ho detto una cosa molto semplice". Nel mondo in cui stiamo andando, con la commissione d'odio, con un disegno di legge Zan, che per fortuna adesso è fermo e chissà se vedrà mai la luce, con una idea delle libertà costituzionali che sono garantite, tra cui l'articolo 21 della nostra Costituzione, che vengono messi a repentaglio per questa teoria del politicamente corretto, anche dire una cosa molto semplice come quella che lei ha detto può esporre effettivamente a delle reazioni. È una cosa su cui riflettere, è una cosa su cui lavorare.