Oggetto del Consiglio n. 826 del 21 luglio 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 826/XVI - Interpellanza: "Valutazioni in ordine alla fattibilità del collegamento intervallivo di Cime Bianche".
Bertin (Presidente) - Punto n. 30 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Prima di entrare nel merito dei quesiti di quest'interpellanza, voglio ricapitolare brevemente i passi che hanno portato fino a qui.
I propositi di realizzazione di una serie d'impianti funiviari per collegare Ayas con Cervinia hanno una storia ormai lunga, che ha visto un'accelerazione nell'ultimo decennio.
Nel 2013 l'avvio del progetto Interreg Italia-Svizzera AlpLinks con la formulazione nel 2015 di un Masterplan che prefigurava l'attestamento del collegamento a Monte del Colle superiore delle Cime Bianche con due impianti funiviari.
Due anni dopo, nel 2017, il Servizio impianti a fune della Regione Valle d'Aosta butta alle ortiche questo costoso studio precedente e prospetta un collegamento che prevede una successione di quattro telecabine con il principale obiettivo di abbattere i costi; un documento che non è mai approdato in Consiglio. La proposta del servizio è quella che poi è alla base del disciplinare di gara e del capitolato messi a bando dalla società Monte Rosa.
Comune a tutte queste ipotesi è la sottovalutazione, se non il tentativo di nascondere, il regime di tutela a cui è sottoposto buona parte del Vallone delle Cime Bianche, perché è inserito nella ZPS ZSC, ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, facente parte della rete europea Natura 2000.
A livello politico, la discussione è entrata nel vivo nel corso del 2019, lo ricordiamo, in occasione dell'impostazione del DEFR per il 2020, quando è emersa una divergenza molto evidente, una divergenza di vedute, tra le forze autonomiste, convinte di voler forzare i tempi nella realizzazione del collegamento, e le forze progressiste di sinistra, allora rappresentate da Rete Civica, dal Movimento 5 Stelle e da ADU, che invece valutavano negativamente il progetto.
Il risultato di quel confronto è stato poi l'inserimento di una scheda nel DEFR - DEFR che ho votato - che aveva previsto degli studi preliminari per valutare la realizzabilità del collegamento attraverso approfondimenti sulla sua sostenibilità ambientale, urbanistica ed economica, riservando al Consiglio regionale il compito di assumere una decisione definitiva alla luce di questi approfondimenti.
Questa stessa impostazione, dopo le elezioni del settembre 2020, era stata sostanzialmente ribadita, anche in sede di definizione dell'accordo di maggioranza siglato a ottobre.
Subito dopo però erano emersi degli importanti elementi di novità, che hanno messo in discussione anche questo punto di equilibrio e di mediazione. Anzitutto la società Monte Rosa nel pubblicare in data 19 ottobre 2020 - un giorno prima dell'inizio ufficiale della legislatura- il bando di gara per un importo di 742 mila euro più I.V.A., al fine di acquisire questo studio preliminare per la valutazione della fattibilità del collegamento, non si è limitata a richiedere gli approfondimenti che erano previsti nel DEFR, ma si è spinta oltre, chiedendo anche la progettazione definitiva di alcuni impianti di risalita e della relativa pista per sci da discesa. Una progettazione che riteniamo fuori luogo e che potrebbe essere commissionata solo al termine degli studi preliminari e dopo la valutazione di merito del Consiglio regionale, quindi non prima di questi studi e valutazioni.
La pubblicazione del bando da parte della società Monte Rosa ha determinato la reazione delle associazioni ambientaliste del comitato in difesa di Cime Bianche e il 3 dicembre del 2020 un avvocato rappresentante di sette associazioni di tutela ambientale, locali e nazionali, ha diffidato la società Monte Rosa e la Regione Valle d'Aosta, che ha il controllo della società, a dar corso ad affidamento degli incarichi per lo studio, essendo vietata dalla normativa europea, nazionale e regionale la realizzazione d'impianti a fune e piste da sci in zone di protezione speciale nei siti di rete Natura 2000.
Il 21 dicembre 2020, in qualità di allora Assessore all'ambiente e co-destinataria di quella diffida, ho investito della questione l'ufficio legale della Regione. Nel frattempo, una problematica assai simile a quella del Vallone di Cime Bianche si stava manifestando anche nel Lazio dove la Regione, al termine di un'istruttoria e una valutazione di incidenza ambientale, aveva ritenuto di poter autorizzare l'ampliamento di un comprensorio sciistico ricadente in una zona di protezione speciale.
In data 14 maggio 2021, poco tempo fa, il Ministero della transizione ecologica ha ritenuto tale progetto di ampliamento degli impianti non conforme alla normativa di tutela ambientale di una ZPS, una vicenda che interessa, secondo noi, direttamente la questione delle Cime Bianche, perché le due aree si trovano in una situazione analoga. Entrambe sono infatti caratterizzate dalla presenza di una ZPS in cui è espressamente ed esplicitamente vietata la costruzione d'impianti di risalita e piste da sci, anzi, a differenza del Terminillo il Vallone delle Cime Bianche non è mai stato oggetto, né prima né dopo il 2007, di una pianificazione urbanistica che prevedesse la realizzazione degli impianti a fune.
Appresa la notizia dell'intervento del Ministero, in data 25 maggio, ricoprendo ancora quella carica di Assessore, ho chiesto alla società Monte Rosa dei chiarimenti in merito a valutazioni e ad atti compiuti, tenuto conto del provvedimento del Ministero, che si aggiungeva alla diffida del mese di dicembre 2020.
Quindi, riassumendo: il tentativo di accelerare non solo negli studi, perché erano previsti, ma anche nella progettazione degli impianti per il collegamento intervallivo, appare inopportuno, perché si scontra non solo con delle valutazioni critiche nel merito della validità, dell'opportunità del progetto, ma soprattutto perché si scontra con delle specifiche stringenti normative di carattere europeo, nazionale e anche regionale.
È un quadro giuridico da studiare con attenzione, di cui occorre tener conto, evitando di procedere a testa bassa e pensando, come direbbe qualche collega, di essere infallibilmente nel giusto.
A fronte di questi fatti e avvenimenti, abbiamo dovuto registrare l'assenza totale di risposte, di comunicazioni sia dirette sia indirette da parte della società Monte Rosa che, lo ricordo, è una società controllata, una società partecipata della Regione.
Nel documento che abbiamo consegnato oltre un mese fa al Presidente, un documento di PCP con i punti per il confronto per la verifica politica, è presente il tema del collegamento intervallivo di Cime Bianche e quello delle valutazioni sulla sua realizzabilità, anche alla luce della vicenda del Terminillo.
A quel documento a noi a tutt'oggi non è stata data nessuna risposta, da qui la necessità di avere un chiarimento non più rinviabile da parte della Giunta, tramite questa interpellanza in cui chiediamo innanzitutto a che punto è l'affidamento dello studio per valutare la fattibilità del collegamento intervallivo di Cime Bianche: ricordo che la scadenza per la ricezione delle domande per l'affidamento di questo studio era fissata al 14 dicembre 2020; sono passati sette mesi, non ne abbiamo più saputo niente. Oggi finalmente sapremo, ma a nostro avviso è un modo di procedere quantomeno sconcertante, perché la pubblica Amministrazione dovrebbe avere una sua prassi di trasparenza e di comunicazione.
Vorremmo poi sapere se e quale risposta è stata fornita e in che data dalla società Monte Rosa alla lettera che avevo inviato il 25 maggio 2021.
Inoltre ci interessa sapere quali pareri legali sono stati richiesti o si intendono richiedere da parte della Regione a seguito del provvedimento del Ministero della transizione ecologica del 14 maggio 2021.
Infine, se è stato posto dalla Regione, oppure se s'intenda porre, uno specifico quesito al Ministero della transizione ecologica in merito alla possibilità di realizzare impianti a fune e piste di sci in una zona di protezione speciale come quella delle Cime Bianche rientrante nella rete Natura 2000.
Presidente - Per la risposta il presidente della Regione Lavevaz.
Lavevaz (UV) - Per rispondere ai diversi quesiti posti dall'interpellanza, parto un po' dal fondo, cioè da una delle ultime domande, cioè quale sia la risposta e quando sia stata inviata da parte della società Monte Rosa. La risposta è arrivata in data 13 luglio scorso, rispetto appunto alla nota che lei ha inviato il 25 maggio. Con tale nota si fa presente che la procedura è stata regolarmente affidata e che i servizi previsti sono in corso di esecuzione.
La società Monte Rosa S.p.A. inoltre comunica di aver adempiuto sostanzialmente al mandato ricevuto come individuato dal DEFR 2020-2022 - che lei ha giustamente ricordato e citato, quindi non sto a rileggere - e ha anche giustamente ricordato di averlo anche votato, quindi la società Monte Rosa ritiene di continuare ad adempiere al mandato che le è stato affidato.
Ancora la società precisa che il capitolato speciale di appalto è molto chiaro nell'indicare che il fine della procedura non è la progettazione definitiva, bensì quello di comparare le soluzioni possibili, tra le quali anche la possibilità di una soluzione zero che non preveda la possibilità di realizzazione del collegamento e, in particolare, quelle individuate dal Masterplan che lei ha giustamente citato, prodotto dallo studio urbanistico ambientale nell'ambito del progetto europeo AlpLinks, che lei ha giustamente citato.
Per quanto riguarda invece le altre due domande, la società Monte Rosa nella lettera citata esprime il proprio parere che non sussista il paragone con la situazione che ha portato alla nota del Ministero della transizione ecologica in merito all'ampliamento degli impianti sciistici del Terminillo, in quanto sia il grado di avanzamento della procedura sia le normative regionali di riferimento risultano essere differenti.
Considerazione questa che è già stata fatta anche dall'Avvocatura regionale che giustamente - come ricorda l'interpellanza e come ha ricordato anche lei - lei stessa ha interessato in merito alla questione, in particolare in merito alla questione della diffida presentata da alcune associazioni.
Nel riscontro a questa sua richiesta - che peraltro lei nelle premesse della sua interpellanza ha dimenticato di citare, questo riscontro; credo che i pareri vadano considerati anche quando danno delle risposte che magari non sono quelle che ci si aspetta - questo riscontro sostanzialmente, nel riscontrare la sua comunicazione, dopo aver ricapitolato il quadro normativo regionale italiano ed europeo, ha rappresentato come il bando in questione non abbia la finalità di aggiudicare attività riconducibili alla progettazione definitiva in nessun modo e che il livello di progettazione è in una fase che si può definire iniziale e di solo studio e che quindi i documenti di gara contengono correttamente ogni riferimento normativo utile, descrivendo nello specifico i vincoli delle diverse aree protette. Rileva anche in particolare in questo senso - come osservato anche dall'Avvocatura regionale nella considerazione che è stata fatta - che l'impianto normativo definito dalla direttiva europea 92/43, relativa in particolare alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche, prevede sicuramente dei divieti ma anche in determinati specifici casi delle deroghe.
Come è noto, la direttiva 92/43 e le norme di recepimento statali e regionali prevedono che qualsiasi programma, piano, attività o intervento che interessi un sito Natura 2000 debba essere sottoposto alla procedura di valutazione d'incidenza e in Valle d'Aosta l'applicazione della procedura è disciplinata dalla legge regionale 8/2007 e da successive deliberazioni applicative che riprendono esattamente quanto previsto dalla direttiva 92/43.
Quindi - come è chiaro e come sempre è stato detto, come è stato inserito ancora sull'ultimo DEFR - sarà lo studio stesso a definire "se" e "come" tale impianto sarà realizzabile, eventualmente derogando a quali norme, se sarà il caso e senza che nessuno si ritenga di avere la verità in tasca.
Ricordo anche, perché ci sono stati dei comunicati stampa di alcune forze politiche in cui si è addirittura parlato di un investimento di 900 mila euro su questo studio, in realtà la base d'asta era di 700 e qualcosa, il ribasso è stato del 45%, quindi con un affidamento definitivo di 403 mila euro, solo per la precisione.
Presidente - Per la replica, la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Grazie, presidente Lavevaz, per le risposte che riusciamo finalmente ad avere. Io vado nell'ordine...
Interruzione fuori microfono.
Minelli (PCP) - No no, mi lasci parlare, io ho il tempo che sta scorrendo e vorrei che lo bloccaste se devo interrompermi per ascoltare le parole di chi non ha il microfono in questo momento.
La ringrazio per le risposte che abbiamo finalmente e da cui emerge una importante novità; solo grazie all'interpellanza finalmente abbiamo delle risposte, non solo noi, ma il Consiglio e tutta l'opinione pubblica. Quello che non si è saputo dalle fonti ufficiali o dalle fonti giornalistiche ce lo dice lei, quindi è un'informazione importante: è stato affidato l'incarico. Finora questa informazione era riservata a poche persone e sul sito della Monte Rosa il bando risulta in essere, mentre gli altri sono chiusi, ma la pagina è aggiornata al 31 maggio 2021.
Io ravviso una mancanza di trasparenza e mi chiedo come mai non si è comunicato nulla, perché bisognava tenere nascosta una cosa del genere? Non ci sono degli obblighi di pubblicazione? C'è una preoccupazione per eventuali ricorsi? Stiamo parlando di un affidamento d'incarico che vale più di 700 mila euro, non sono mica delle quisquiglie.
La risposta alla lettera che io avevo scritto alla Monte Rosa - dice il Presidente - è arrivata il 13 luglio, l'avevo fatta il 25 di maggio; i tempi evidentemente sono lunghi, ma nelle cose che lei ha detto non ci sono le risposte alle domande che avevo fatto perché io chiedevo se, alla luce delle nuove evidenze, si erano fatte delle valutazioni diverse.
Le chiederò comunque se è possibile avere la risposta.
Riguardo ai pareri legali che sono stati richiesti sulla questione del Terminillo, lei fa riferimento a una lettera dell'Avvocatura della Regione che è di aprile. Faccio notare che io ho chiesto formalmente con lettera questo parere sulla diffida il 21 di dicembre, e ho ricevuto la risposta a inizio aprile. I tempi anche lì sono lunghi, ma sappiamo che c'è molto da fare - e non lo dico ironicamente perché so che è così - ma forse quattro mesi sono tanti. In ogni caso, quella era la risposta alla mia richiesta sulla diffida, io qui ho chiesto una cosa diversa, ho chiesto se si intendono avere dei pareri legali sulla questione del Terminillo.
In buona sostanza quello che lei ha detto - e cioè la questione della valutazione d'incidenza e il fatto che si tratta di due procedimenti e di due situazioni diverse - non lo ritengo personalmente, con le valutazioni che ho potuto fare approfondendo in questi mesi, una cosa giusta, perché la tesi del Ministero sul Terminillo è che nelle ZPS non si possono realizzare impianti e piste se non già previsti da strumenti di pianificazione vigenti prima del DM del 2007.
Il divieto non si aggira semplicemente con la valutazione d'incidenza. Nel caso del Terminillo, tra l'altro, la valutazione d'incidenza era stata positiva, ma il Ministero lo ha bloccato lo stesso, sulla base del DM del 2007.
Ma c'è di più: oltre al provvedimento del Ministero relativo al Terminillo, pochi giorni fa, il 16 di luglio, il Tar dell'Abruzzo ha accolto il ricorso di quasi tutte le stesse associazioni ambientali contro la realizzazione d'impianti di sci all'interno di una zona protetta, nonostante ci fossero sia la valutazione d'incidenza ambientale sia la VIA e questa mi sembra una cosa da tenere in considerazione.
Io credo che si continui a trattare il problema con superficialità, siamo di fronte a una normativa sulla rete Natura 2000 che non ha una valenza solo regionale e nemmeno solo nazionale ma ha una valenza europea. Io non credo che alla luce delle novità che ho citato si possa limitarsi a un parere interno.
In questi mesi ho cercato di approfondire - perché mi si dice che bisogna studiare e allora è questo che si fa - la normativa di tutela delle aree 2000: il disposto dell'articolo 5 lettera M del DM 184/2007 ci pare insuperabile. Lo stesso disposto, e non poteva essere diversamente, è stato recepito dalla DGR 1087, laddove al punto 2 del deliberato recita di stabilire che le misure di conservazione - di cui al punto C dell'allegato A, che fa parte integrante della presente deliberazione - qualora più restrittive, superino le norme contenute in provvedimenti regionali o locali e il punto C dell'allegato A richiama esattamente quella lettera M dell'art. 5 del DM 184/2007.
Riprendo i secondi che mi sono stati tolti. L'unica deroga è prevista al capoverso 4 del decreto stesso, che recita che, per ragioni connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente, si può provvedere all'autorizzazione, previa valutazione d'incidenza, ma non mi pare che sia questa la ragione contenuta nel bando della società Monte Rosa, non vedo problemi connessi alla salute dell'uomo, alla sicurezza pubblica.
Quindi, prima ancora di ogni altra valutazione, va chiarita la percorribilità o meno del collegamento funiviario da un punto di vista normativo.
Io credo che non si possa continuare a proseguire cercando di fare delle fasi progettuali che comportano spreco di risorse pubbliche, alimentazione di false aspettative da parte degli operatori della zona interessata, alimentazione di attese, anche speculative legate alla rendita immobiliare.
Rispetto al DEFR e rispetto all'accordo di legislatura, ci sono dei dati e degli elementi nuovi che inducono a mettere in discussione anche questa opportunità di spendere 742 mila euro per degli studi.
Molto meglio un serio approfondimento legale da fare subito.
Presidente - Si è prenotato l'assessore Bertschy se è per una precisazione, un minuto. La risposta è già stata data dal Presidente.
Bertschy (AV-SA) - Una velocissima precisazione, anche perché la Consigliera per tre secondi si è presa un minuto e mezzo, quindi...
Voglio solo dire che nell'iniziativa presentata la consigliera Minelli ha ricordato che il 21 dicembre ha scritto all'Avvocatura ma si è ben guardata dallo scrivere che l'Avvocatura le ha risposto ad aprile, soprattutto si è ben guardata di dire ai colleghi della Giunta regionale... non mi interrompa sennò mi prendo un minuto anche io... si è ben guardata di dire ai colleghi della Giunta regionale che aveva ricevuto una risposta. Noi l'abbiamo saputo pochi giorni fa.
Presidente -Consigliere Aggravi, per mozione d'ordine.
Aggravi (LEGA VDA) - Chiedo una breve sospensione per una riunione dei gruppi di opposizione.
Presidente - Concessa.
La seduta è sospesa dalle ore 19:19 alle ore 19:30.
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere. Si è prenotato il Consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Per chiedere una riunione della conferenza dei capigruppo a nome dei gruppi di minoranza.
La seduta è sospesa dalle ore 19:31 alle ore 19:48.
Bertin (Presidente) - Come convenuto nella capigruppo, considerata l'ora, sono le otto meno dieci, il Consiglio è aggiornato a domani mattina. Buona serata.
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La seduta termina alle ore 19:48.