Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 824 del 21 luglio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 824/XVI - Interpellanza: "Definizione di misure volte a calmierare l'effetto degli aumenti in Valle d'Aosta della tassa sui rifiuti".

Bertin (Presidente) - Punto n. 28. Per l'illustrazione, il consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza prende spunto da notizie apparse su organi di stampa che in parte erano anche state già preannunciate da iniziative portate avanti anche dal nostro gruppo relative a prospettati aumenti tra il 25 e il 30% della Tari, dovuti, si dice, sia alle nuove direttive di Arera ma anche, se vogliamo dire, dall'evoluzione che il mondo dei rifiuti, il mercato dei rifiuti se vogliamo chiamarlo così, sta prendendo: pensiamo, ad esempio, al costo della plastica oppure, anche per effetto molto probabilmente dell'evoluzione del commercio on-line, al costo del cartone, che ha subito pesanti aumenti.

A fronte di questo c'era stato un parere non positivo da parte del Consorzio permanente degli enti locali che a febbraio si era astenuto all'unanimità sulla delibera della Giunta regionale che vedeva le tariffe di conferimento in discarica a Brissogne aumentare complessivamente di circa 1.200.000 euro. Ovviamente i Sindaci rischiano di venire chiamati con il, un po' il brutto, appellativo di "Sindaci esattori", come è stato anche detto a livello di stampa.

In particolare, si sottolineava il fatto che principalmente l'Amministrazione regionale ha aumentato il costo di conferimento dei rifiuti in discarica ed è stato una delle cause dell'aumento delle tariffe, poi è emersa la nuova definizione dell'imputazione di alcuni costi da parte dell'autorità di regolamentazione per l'energia Reti Ambiente, che è andata a modificare la parte fissa della tariffa che non è soggetta a riduzioni, insomma tutti questi elementi messi insieme hanno concorso a un aumento e concorreranno purtroppo, da quelle che sono le prospettive, a un aumento delle tariffe che in ultima analisi poi, per arrivare al quid della situazione, peserà sulle utenze domestiche.

Tra l'altro, un effetto per cui sappiamo benissimo che le utenze non domestiche possono beneficiare di agevolazioni, cosa che invece non avviene a diverso titolo sulle utenze dirette e domestiche.

A tale riguardo, l'interpellanza vuole chiedere al Governo regionale quali siano le cause degli aumenti della Tari così come prospettate da notizie di stampa, in maniera tale da fare chiarezza riguardo alla situazione e alle prospettive; se vi siano state interlocuzioni specifiche sul tema con i rappresentanti degli enti locali e i gestori del servizio di smaltimento dei rifiuti e capire anche se sia intenzione dell'Amministrazione regionale definire misure d'intervento volte a calmierare l'effetto degli aumenti nei confronti degli utenti finali, perché - a fronte della pessima definizione purtroppo un po' giornalistica e semplicistica dei Sindaci esattori -ricordiamo che abbiamo gli utenti finali, che sono poi, in ultima battuta, coloro che devono far fronte a queste tariffe e a questi rincari, che purtroppo poi capitano - e capiteranno - purtroppo in un momento anche non facile della nostra economia e della nostra situazione.

Presidente - Risponde il presidente della Regione Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Ringrazio il collega Aggravi per questa iniziativa, che permette di far chiarezza effettivamente su un argomento spinoso e oggetto di discussioni anche all'interno del Consiglio permanente degli enti locali, a dire il vero non da quest'anno ma da parecchi anni. Come è noto, il servizio, o meglio, la gestione dei rifiuti, rientra nell'ambito dei cosiddetti servizi a rilevanza economica, cioè i servizi per i quali il costo deve essere completamente coperto dalle entrate derivanti dalle tariffe degli utenti. La tariffa dipende sostanzialmente dal costo del servizio reso.

Come è noto, anche la tariffa è composta da una parte fissa che tiene conto in qualche modo di tutta la parte più strutturale del servizio, quindi la parte di investimenti, la parte di ammortamenti degli investimenti iniziali sempre in relazione al servizio, degli investimenti anche strutturali sempre per la gestione di tutta la filiera del rifiuto.

La parte variabile, invece, è più legata, in linea di principio, alla quantità di rifiuto che ogni famiglia o attività produce, quindi è rapportata a diverse componenti, quali la quantità dei rifiuti, la metratura e quant'altro.

Come giustamente ricordato dal collega Aggravi, facendo riferimento anche all'articolo apparso sugli organi di stampa, a partire dal 2020 effettivamente sono state inserite alcune novità dall'ARERA, l'autorità di regolazione per l'energia reti e ambiente, il cosiddetto metodo MTR, cioè il metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti, e questo ha effettivamente imposto delle nuove iniziative anche a livello di gestione contabile del piano finanziario che le Unités nel nostro caso devono fare e nello specifico la differenza più importante è che all'interno del PEF, il piano economico finanziario, non sono più inseriti i corrispettivi dovuti ai gestori, cioè le fatture pagate ai gestori del servizio di raccolta, bensì i costi operativi e di capitali effettivi che si possono desumere dai bilanci di gestione delle ditte e delle imprese.

Quindi questo fa sì che, essendoci un sistema diverso fino al 2020, anche i PEF avessero una connotazione diversa e il rischio effettivo che ci siano delle discrepanze anche sullo stesso servizio gestito quindi dalla stessa società, dalla stessa azienda, ci può essere, perché, laddove non ci sia un effettivo rispecchiarsi delle dinamiche dei costi efficienti sul PEF, da un anno all'altro ci possono essere anche delle significative differenze. Questo ha fatto sì che anche la locazione di alcuni costi possa essere in qualche modo motivo di differenze di costi anche importanti da un anno all'altro.

Inoltre il metodo MTR ha modificato anche alcuni costi sulla parte variabile, anche questo può incidere in maniera più o meno significativa da un anno all'altro. Perché dico questo? Perché, come è noto, si è deciso a fine 2019-inizio 2020 di prorogare le tariffe di riferimento del 2019 anche per il 2020. Questo fa sì che tutte queste modifiche normative, e comunque contabili, vadano a ricadere in un unico scaglione, in un unico gradino nel 2021, quindi questi sono alcuni degli aspetti per i quali ci troviamo nel 2021 con un passaggio che è oggettivamente più significativo rispetto all'andamento di aumento che c'è stato negli ultimi anni.

Vi sono anche altre cause che concorrono all'aumento della tariffa che vengono riportate anche in maniera più o meno diretta all'interno dell'articolo di stampa citato, che sono, ad esempio, l'incremento dei costi sia di smaltimento che di raccolta, ad esempio, del verde, della plastica, del cartone - che lei ha giustamente citato - visto probabilmente anche il grande aumento di ordini on-line che c'è stato durante la pandemia; sono tanti gli aspetti che possono essere conteggiati all'interno di un aumento più generale.

Per quanto riguarda invece l'aumento dei costi di smaltimento finale lato Regione, quindi lato gestione anche della discarica, è stato effettivamente riscontrato un aumento a preventivo dovuto principalmente all'aumento dei costi di trasporto di conferimento delle frazioni differenziate la cui valorizzazione, come è noto, dipende ovviamente dalla quantità del rifiuto differenziato ma anche e soprattutto dalla qualità di questo rifiuto. L'esempio più facile da fare è quello del vetro: il vetro come sapete viene valorizzato con la rifusione del materiale raccolto, però per essere rifuso e riutilizzato deve essere suddiviso per colore.

Questa suddivisione viene fatta con dei metodi ottici in cui dei macchinari suddividono il vetro verde da quello giallo da quello trasparente, in modo che possa essere rifuso e riutilizzato. Il problema è che quando la raccolta frantuma il vetro con delle frazioni troppo piccole, questa suddivisione non è più possibile e quindi quella quantità, quella porzione di rifiuto non può essere valorizzata e quindi portato l'effettivo recupero.

Questo fa sì che i costi aumentino, o diminuiscano i ritorni dalla vendita del materiale da recuperare, però, per dare un ordine di grandezza di incidenza sulla Tari dell'aumento dovuto alla gestione regionale, si stima su circa il 5% di quella percentuale che è stata citata.

Si chiede poi "se vi siano state interlocuzioni specifiche sul tema con i rappresentanti degli enti locali": naturalmente sì, nel senso che, come è noto, da gennaio del 2020 è subentrata una nuova gestione del centro di trattamento regionale dei rifiuti e da metà anno in poi ci sono state diverse interlocuzioni tra l'Amministrazione regionale, il nuovo gestore, i tecnici dei sub Ato e il CELVA proprio per cercare di definire delle attività propedeutiche a permettere anche al nuovo gestore di mettere in atto delle iniziative volte a migliorare la qualità della raccolta differenziata. Come dicevo prima, è veramente l'aspetto fondamentale per evitare l'aumento dei costi.

Questo è un aspetto che diventerà importantissimo - e lo stiamo analizzando nei dettagli anche in queste settimane in cui io ho preso un poco in mano anche l'Assessorato - rispetto al nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti nel quale la questione dell'effettiva valorizzazione dei rifiuti differenziati sarà un punto centrale viste anche le nuove normative a livello europeo.

Si chiede infine "se sia intenzione dell'Amministrazione regionale definire misure di intervento volte a calmierare l'effetto degli aumenti nei confronti degli utenti finali", la risposta sta nell'inizio del mio intervento, nel senso che, essendo un servizio di rilevanza economica, la Regione non può mettere in atto azioni di tipo economico; quello che si può fare, come dicevo prima, è cercare di stare nell'ambito delle azioni volte a migliorare la percentuale di raccolta da un lato, quindi la quantità di rifiuto differenziato, ma soprattutto la sua qualità.

Presidente - Per la replica, il consigliere Aggravi, al quale passo la parola.

Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio il presidente Lavevaz per aver fatto un po' di chiarezza, soprattutto con la risposta alla vera domanda che era poi la prima, rispetto alle altre due che erano un poco più a corollario e, se vogliamo, scontate, soprattutto la seconda, ma bene così.

Io quello che vorrei sottolineare è un po' il contrappasso al quale stiamo assistendo e in realtà l'ha dato anche lei con due elementi: il costo del trasporto e la qualità del differenziato.

Spesso e volentieri parliamo soltanto della percentuale del differenziato ma poi, come spesso capita, dobbiamo andare a vedere la qualità, e citavo proprio prima, non a caso, il mercato dei rifiuti, perché sappiamo benissimo che il differenziato ha un valore non soltanto perché è migliorativo rispetto ad altre gestioni, ma perché può essere valorizzato e quindi venduto, però - come lei rappresentava sul discorso vetro - ovviamente deve essere di qualità, altrimenti alla fine della fiera il contrappasso è che era meglio il pirogassificatore, nel senso che se non riusciamo - non me ne vogliano dall'altra parte dell'aula, sanno benissimo qual era la mia posizione all'epoca e non l'ho cambiata - ma al di là di questo dobbiamo stare molto attenti, perché presa questa scelta dobbiamo evitare che poi il contrappasso ovviamente si presenti.

E sul costo di trasporto, vorrei sottolineare anche qui questo aspetto, perché stiamo dando per scontato un altro problema che ci sarà soprattutto sul trasporto pesante o medio pesante, ovvero il costo della transizione ecologica, lo stiamo vedendo; purtroppo, nel bene o nel male, un costo c'è perché oggi certe forme di propulsione dei mezzi costano di più e costeranno di più in prospettiva rispetto a quelle tradizionali.

Questo non vuol dire che non dobbiamo andare in quel senso, ma dobbiamo ovviamente migliorare ed efficientare questo tipo di evoluzione, perché altrimenti la Old Economy la vince dal punto di vista dei costi perché sono tecnologie rodate, sono tecnologie per cui c'è un altro bacino di utenza e soprattutto c'è un'altra percentuale di conoscenza e soprattutto di parco macchine o di parco mezzi, come in questo caso.

Per quanto riguarda poi - lei lo citava - il piano dei rifiuti e, se vogliamo, le misure, è vero, misure economiche dirette non se ne possono disporre, considerato il fatto - l'ha detto lei - della rilevanza economica, ma forse misure indirette non economiche possono essere fatte e in particolare sul discorso della qualità del differenziato e magari anche degli incentivi che singolarmente si potranno fare.

Lo dico, mi preoccupa moltissimo il tema del costo del trasporto e soprattutto anche del peso che gli investimenti avranno in questi primi anni di attività, ma poi, soprattutto, il discorso anche più generale della qualità del rifiuto differenziato e soprattutto dell'evoluzione del mercato dei rifiuti ovviamente avranno delle ricadute che purtroppo non possiamo oggi prevedere, se non in quota parte.

Quindi proseguiremo come sempre l'attività di valutazione, di monitoraggio e soprattutto anche capire in prospettiva, già c'era un'iniziativa nello scorso Consiglio sul piano dei rifiuti, sono contento che questa volta ho sentito da parte sua il fatto che si è addentrato di più nei dettagli dell'Assessorato, la volta scorsa su quell'interpellanza era un po' meno pronto, chissà magari s'innamora dell'ambiente e si tiene la delega, questo non lo possiamo sapere, però al di là di questo avremo occasione di approfondire questo tema.