Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 823 del 21 luglio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 823/XVI - Interpellanza: "Analisi in termini di riduzione dei costi e innalzamento della qualità dei servizi offerti dalla società in house Inva S.p.A.".

Bertin (Presidente) - Punto n. 27. Illustra la consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Torniamo alla deliberazione della Corte dei Conti di Aosta n. 12 del 29 giugno 2021, deliberazione in relazione sul controllo della legittimità e della regolarità della gestione della società Inva S.p.A. per il periodo 2011/2018.

Appreso che nel periodo in esame la Corte scrive: "La decisione dell'Amministrazione di ricorrere all'out sourcing si rivela scelta strategica che deve necessariamente risultare basata su una visione e una prospettiva integrata di medio-lungo periodo, insensibile alle contingenze del tempo della sua adozione e saldamente ancorata a valutazione e analisi di durata, l'adozione di strategie di esternalizzazione è in linea di principio diretta al conseguimento di benefici potenziali in termini di riduzione dei costi, innalzamento della qualità dei servizi offerti, a parità di costo, reperimento sul mercato di skilling disponibili all'interno dell'ente, maggiore flessibilità, maggiore concentrazione di risorse umane e investimenti sulle attività ritenute strategiche.

Qualora tali benefici in termini di riduzione di costi e di innalzamento della qualità dei servizi offerti non vengano concretamente conseguiti all'esito di una seria ed approfondita analisi di contesto, compete all'Amministrazione regionale l'adozione di ogni conseguente necessaria iniziativa".

Per questo interpelliamo la Giunta regionale per conoscere se sia stata fatta una seria e approfondita analisi di contesto in termini di riduzione dei costi e di innalzamento della qualità dei servizi offerti dalla società Inva S.p.A. rispetto alla concorrenza e, in caso di risposta affermativa, quando sia stata fatta e quali risultati abbia riportato.

Qualora tale analisi non sia stata commissionata, se sia intenzione della Giunta, per il tramite dell'Assessore alle partecipate, di procedere a tale analisi e con quali modalità.

Questa relazione andrebbe letta tutta; prima chiaramente - il tempo stringe - ho potuto leggere soltanto dei pezzetti e anche qui leggerò un altro pezzetto importante perché si affronta un altro tema molto importante. A un certo punto su questo tema la Corte scrive: "Dall'analisi dei dati trasmessi non può non rilevarsi che la società, a fronte dei ricavi derivanti dal contratto di servizio stipulato con la Regione per lo svolgimento delle attività a esso commissionate, sostenga dei costi ritenuti necessari per rispondere alla domanda di servizi regionali. È quindi naturale chiedersi quanti di tali servizi non potrebbero essere acquisiti direttamente dalla Regione, mediante procedure a evidenza pubblica che ad oggi vengono svolte dalla società in house, allo scopo di corrispondere alle proprie necessità e garantire l'atteso output di servizi, evitando di doversi rivolgere a una propria partecipata espressamente costituita per essere dedicata per vocazione statutaria a tale esplicita missione. Per tali riflessioni e per le ricadute operative sulle scelte di mantenimento di organismi partecipati, si rimanda agli approdi già raggiunti dalla giurisprudenza di questa sezione, secondo cui la decisione dell'Amministrazione di ricorrere all'out sourcing si rivela scelta strategica che deve necessariamente risultare basata su una visione e una prospettiva integrata di medio-lungo periodo, insensibile alle contingenze del tempo e della sua adozione saldamente ancorata a valutazione e analisi di durata. L'adozione di strategie di esternalizzazione in linea di principio diretta al conseguimento di benefici potenziali in termini di: riduzione dei costi, innalzamento della qualità dei servizi offerti a parità di costo, reperimento sul mercato di skilling disponibili all'interno dell'ente, maggiore flessibilità, maggiore concentrazione di risorse umane e investimenti sulle attività ritenute strategiche.

Qualora tali benefici in termini di riduzione di costi, innalzamento della qualità dei servizi offerti non vengano concretamente conseguiti all'esito di una seria e approfondita analisi di contesto, l'Amministrazione regionale dovrebbe valutare l'idea di ripensare al modello prescelto e, se del caso, di adottare conseguenti azioni di revisione o razionalizzazione o, al limite, soppressione dell'organismo partecipato.

Sul tema poi s'innesta un'ulteriore considerazione relativa alla possibilità di esternalizzare, da parte delle società partecipate, attività core e non core. Come è noto, infatti, con riferimento alle esternalizzazioni di attività e funzioni pubbliche, si usa tradizionalmente distinguere tra attività di prestazioni di servizio e attività essenziali. Le prime possono e vengono abitualmente gestite da soggetti privati tramite affidamenti e concessioni appalti, le seconde, invece, dato il contenuto autorizzativo, non si prestano a essere esternalizzate, fatte salve espressioni di deroga da parte del legislatore.

Di conseguenza, eventuali servizi rientranti entro il perimetro delle attività core business e che siano stati esternalizzati è bene che siano riportati per un principio di simmetria rispetto all'assetto gestorio proprio dell'Amministrazione conferente in capo alla società medesima".

Ora anche queste affermazioni sono assolutamente molto importanti ed è chiaro che la Regione deve non solo rispondere ma prendere atto di queste contestazioni che sono state fatte e quindi vorremmo proprio sapere se tutte queste valutazioni rispetto a quella che doveva essere l'attività e questi principi, l'analisi costi-benefici e quant'altro sia stata fatta, anche perché è dovuta nel momento in cui ci sono delle scelte strategiche.

Nel caso non sia stata fatta, se la Regione intenda farla, perché noi dobbiamo controllare chiaramente che ci sia efficienza nei servizi e che i soldi pubblici vengano spesi correttamente.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (AV-SA) - La delibera della Corte dei Conti 12/2021 rappresenta un momento di analisi della gestione di Inva nel periodo 2011/2018 che il Governo regionale ritiene di particolare importanza per poter valutare gli effetti della scelta operata con la legge regionale 81/87 di costituzione di una società per azioni nel settore dello sviluppo dell'informatica e successivamente con la legge regionale 16/96 concernente la programmazione e l'organizzazione della gestione del sistema informativo regionale.

In particolare, la legge 16/96 prevede all'articolo 1 che lo sviluppo del sistema informativo regionale sia regolato da un piano pluriennale approvato dal Consiglio Regionale che costituisce pertanto il quadro di programmazione strategica ICT di territorio, volto a promuovere e sostenere lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza in ambito regionale ai fini di progresso sociale di miglioramento della qualità della vita, favorendo la piena parità di accesso alle tecnologie dell'informazione della comunicazione; favorire il processo d'innovazione organizzativa e tecnologica degli enti pubblici territoriali valdostani in un contesto organizzato di cooperazione istituzionale; sviluppare modernizzazione e diffondere gli strumenti e le tecnologie telematiche, i sistemi informativi nell'ambito dell'Amministrazione regionale.

L'articolo 2 stabilisce che per la realizzazione del piano pluriennale la Regione si avvale della società Inva S.p.A. attraverso un'apposita convenzione. Tale convenzione all'articolo 1 regola i compiti di Inva per la realizzazione delle reciproche obbligazioni tra la Regione e Inva stessa, nonché gli obiettivi operativi e, all'articolo 7, le condizioni che Inva deve rispettare.

In ordine a quanto riportato dalla collega Spelgatti, si richiama il capitolo 6 delle considerazioni conclusive della delibera 12 della Corte dei Conti quale base di riflessione.: "Dall'analisi dei dati trasmessi si evince che la società, a fronte dei ricavi derivanti dal contratto di servizio stipulato con la Regione per lo svolgimento delle attività a esso commissionate, sostenga costi notevoli ritenuti pertanto necessari per rispondere alla domanda di servizio da parti regionali. Deve quindi ritenersi doverosa un'approfondita analisi su quanti di tali servizi non possano essere acquisiti direttamente dalla Regione mediante procedura a evidenza pubblica - che a oggi vengono svolte dalla società in house - allo scopo di corrispondere alle proprie necessità e garantire l'atteso output, evitando di doversi rivolgere a una propria partecipata espressamente costituita per essere dedicata, per vocazione statutaria, a tale esplicita missione."

In sostanza il giudizio non risulta negativo, ma tende a richiamare l'Amministrazione a valutare l'operato della società alla luce degli orientamenti giurisprudenziali della Corte stessa.

In tale ambito, il Governo regionale intende acquisire favorevolmente l'invito della Corte alla riflessione perché ritiene il ruolo di Inva fondamentale per lo sviluppo informatico della Regione stessa.

È opportuno citare alcune attività d'interesse generale di pubblico interesse svolte da Inva per conto della Regione. In tali attività rientrano quelle relative alla gestione di progetti cofinanziati quale ad esempio il progetto VDA Broadbusiness o il progetto relativo alla realizzazione del Data Center unico regionale.

Per tali iniziative, nelle quali Inva si è occupata di tutte le attività realizzate di rendicontazione, il ruolo svolto dalla in house ha riguardato essenzialmente attività proprie della pubblica Amministrazione, non esternalizzabili ed esternalizzate sul mercato.

Il coinvolgimento di Inva è stato dettato dalla necessità di disporre delle necessarie competenze tecniche nella gestione di progetti di tale complessità difficilmente reperibili all'interno della pubblica Amministrazione nella specializzazione e quantità necessarie nonché da vincoli normativi in quanto la Regione non può gestire direttamente i servizi di connettività aperti al pubblico ma solo attraverso una propria società partecipata, qualificata come operatore di servizi di connettività.

Questi progetti, oltre alla realizzazione delle necessarie infrastrutture messe a patrimonio di tutta la pubblica Amministrazione locale, hanno permesso un utilizzo delle stesse per la veicolazione di servizi a tutta la pubblica Amministrazione locale. Questo a costi ridotti di circa il 50% rispetto a servizi analoghi presenti su Consip, realizzando pertanto risparmi considerevoli a fronte di un servizio migliorativo in quanto realizzato specificatamente per le necessità e le attese del territorio stesso.

Il progetto VDA Broadbusiness ha inoltre permesso alla Regione, per il tramite di Inva, d'intervenire in una situazione di fallimento di mercato al fine di agevolare gli investimenti degli operatori privati sul territorio per portare i servizi di connettività a cittadini e imprese.

Citerei ancora le attività non facilmente reperibili sul mercato, quali, ad esempio, i progetti relativi alla realizzazione di sistemi di videosorveglianza complementari a quelli erogati dal mercato di progettazione e realizzazioni di sistemi di videosorveglianza sul territorio.

Tali attività hanno permesso alle pubbliche Amministrazioni locali di poter usufruire di un servizio di condivisione delle informazioni raccolte dai sistemi di videosorveglianza e dalla loro messa a disposizione in maniera semplice e immediata ad altri enti, per esempio le Forze dell'Ordine, tramite una rete chiusa e pertanto più sicura rispetto all'utilizzo di Internet.

Proprio per l'utilizzo massiccio delle infrastrutture di rete realizzate dalla Regione e dalle capacità elaborative di archiviazione del data center unico regionale, tali servizi difficilmente si sarebbero potuti reperire sul mercato in quanto, a fronte degli importanti investimenti da mettere in campo rispetto alla relativa esiguità degli utilizzatori, difficilmente un privato avrebbe proceduto in maniera autonoma.

Proprio i risultati raggiunti tramite Inva in questi anni impongono che sia effettuata quella valutazione indicata dalla Corte dei Conti alla vigilia della partenza del più grande progetto di digitalizzazione, di informatizzazione mai previsto nel Paese con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza. Un'occasione unica per un territorio di montagna come il nostro che ci vede impegnati ad attenuare e superare il gap digitale che ancora oggi caratterizza l'Italia.

Con l'inizio della nuova legislatura, le modalità di gestione dei rapporti con Inva sono stati oggetto di un'attenzione particolare da parte dell'Assessorato, riconoscendo la valenza strategica fondamentale che essi rivestono per lo sviluppo della digitalizzazione in Regione. Un primo aspetto ha, ad esempio, riguardato la funzionalità della rete dei 600 hotspot di wi-fi regionali dei quali Inva svolge una gestione operativa ma che rientra in un affidamento più ampio a TIM che è stata richiamata a passare a una gestione proattiva del sistema. Inva sta valutando le proposte di miglioramento pervenute da parte dell'operatore agli uffici dell'Assessorato.

Nell'ambito infrastrutturale ricordo la quota dei fondi strutturali pari a1.3 milioni di euro per gli interventi di collegamenti in fibra ottica, cablaggio e adeguamento delle reti locali delle sedi delle scuole pubbliche regionali che ci vedono primi in Italia.

Con il CELVA si stanno definendo i contenuti di un accordo quadro per lo sviluppo delle infrastrutture digitali sul territorio sia come rete che come servizi per la pubblica Amministrazione, che vedono Inva come interlocutore tecnologico e fornitore unico di servizi a livello regionale per gli enti locali e in tal senso si sta anche predisponendo un cambio della normativa di riferimento per permettere i lavori sul territorio.

In ambito del tavolo del controllo analogo, le attività sono state orientate a verificare maggiormente i livelli di qualità dei servizi offerti che troveranno nello sviluppo dei prossimi documenti pre e post Inva la loro nuova espressione.

È intenzione, infine, del Governo regionale avviare con il programma pluriennale del triennio 2022/2025 di cui alla legge regionale 16/96 un'analisi complessiva sia dei costi sia della qualità dei servizi erogati da Inva, tenendo presente le integrazioni a livello di sistema che devono essere assicurate in una realtà tutto sommato piccola come quella valdostana. Gli aspetti dei costi e della qualità dei servizi sono comunque considerati.

Il codice dei contratti, ai fini dell'affidamento in house di un contratto avente ad oggetto servizi disponibili sul mercato in regime di concorrenza, stabilisce che per le stazioni appaltanti effettuino espressamente la valutazione della congruità economica dell'offerta sui soggetti in house. Questo con riguardo all'oggetto e al valore delle prestazioni, dando conto della motivazione del provvedimento di affidamento, della ragione del mancato ricorso al mercato nonché dei benefici per la collettività dalla forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità in efficienza di economicità e di qualità del servizio nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche.

Pertanto l'Amministrazione regionale procede, all'interno di ogni singolo atto, a effettuare le valutazioni richieste dall'articolo 192 del codice dei contratti. È da considerarsi, ad esempio, che per le figure professionali il listino di prezzi in vigore risale al 2009 ed è stato approvato nell'ambito della convenzione.

Il programma pluriennale conterrà le modifiche contrattuali: queste valutazioni saranno condotte a livello di sistema complessivo quale ulteriore valore aggiunto del ruolo che la legge regionale 16/96 ha affidato a Inva. Per quanto riguarda le tariffe professionali è stato mantenuto il listino vigente. Nei progetti cofinanziati dall'Unione Europea, inoltre, Inva opera non a tariffa ma a rendiconto dei costi sostenuti più il 15% dei costi generali.

Per questo motivo, collega Spelgatti, visto anche il giusto ruolo ispettivo che lei ha svolto sia con questa iniziativa che con quella precedente, io trovo assolutamente corretto il fatto che il Consiglio si interroghi su questo genere di mandato e trovo anche che ogni sollecitazione da parte della magistratura contabile sia un'occasione di confronto, come abbiamo indicato nella risposta, ma credo anche che sia ruolo della politica quello di prendere spunto e allo stesso tempo non appoggiare ma confrontarsi con gli altri poteri di riferimento, come, nel caso specifico, la magistratura contabile.

Presidente - Per la replica, la consigliera Spelgatti ne ha facoltà.

Spelgatti (LEGA VDA) - Assessore Marzi, parto dalla fine: lei dice bene l'attività ispettiva, però sostanzialmente bisogna confrontarsi con il discorso Corte dei Conti.

Sì, bisogna confrontarsi ma bisogna appunto, come lei ha detto, capire quali sono le problematiche che vengono sollevate. E veniamo un po' alla sua risposta.

Lei sostanzialmente ha impostato tutta la prima parte della risposta raccontando che cosa fa Inva ed è esattamente quello che emerge da tutta l'analisi della Corte dei Conti in tutte le pagine precedenti.

Dopodiché ha letto lo stesso pezzo che ho letto io, in cui sostanzialmente si diceva che vengono sostenuti dei costi ritenuti necessari per rispondere alla domanda di servizio regionale e la domanda che è naturale chiedersi "quali di tali servizi non potrebbero essere acquisiti direttamente dalla Regione mediante procedura ad evidenza pubblica allo scopo di corrispondere... evitando di doversi rivolgere alla proprio partecipata" e si spiega qual è l'analisi che dovrebbe essere fatta per tutto il discorso della "adozione di strategie di esternalizzazione diretta al conseguimento di benefici potenziali in termini di riduzione di costi, innalzamento della qualità dei servizi offerti a parità di costo, reperimento sul mercato disponibile all'interno dell'ente, maggiore flessibilità, maggiore concentrazione di risorse umane e investimenti sulle attività ritenute strategiche".

Quindi questo è quello che io gli ho chiesto: "se è stato fatto e se avete intenzione di fare", lei sostanzialmente mi ha raccontato tutto quello che fa Inva con tutti dei dettagli specifici che non sono oggetto di questo, perché sul ruolo generale di Inva lo sappiamo e c'è scritto anche nella relazione della Corte dei Conti. No, eh no!

Sul discorso delle esternalizzazioni, la domanda è specifica e, attenzione, la Corte dei Conti ha valutato queste cose, per carità, nessuno sta dicendo che sta demonizzando Inva, si sta dicendo: "stiamo facendo noi, come Regione Valle d'Aosta, visto che i soldi sono pubblici e sono nostri, una valutazione rispetto a tutto questo e ai dubbi che ha sollevato la Corte dei Conti, analizzata tutta l'attività che fa Inva?"

È una domanda lecita, legittima, ripeto, tra l'altro non sollevata da noi, perché qui non è una questione di demonizzare Inva e non è una questione di dire che Inva su certi aspetti non stia lavorando assolutamente in maniera corretta, ma su tutti gli aspetti?

Questo si sta chiedendo, ed è una domanda che è giustissimo porsi e, visto e considerato che non la stiamo ponendo noi ma la pone la Corte dei Conti, la politica, o comunque il Governo, dovrebbe interrogarsi sotto questo aspetto, perché comunque come vengono spesi i soldi pubblici va assolutamente valutato e bisogna fare l'analisi costi-benefici, perché poi se ci sono delle possibilità di ottenere delle ottimizzazioni, come è indicato dalla Corte dei Conti, tutto questo va assolutamente controllato. Se poi il risultato di un'analisi specifica di questo tipo porta a dire "Assolutamente, tutto è perfetto così", bene, allora assolutamente tutto è perfetto così e continuiamo così.

Quindi è chiaro che, ripeto, non bisogna preoccuparsi nel momento in cui ci viene data un'indicazione rispetto alla fotografia fatta dalla Corte dei Conti, ai dubbi che ha sollevato la Corte dei Conti rispetto a tutta la situazione che ha fotografato e quindi l'invito che fa alla Regione. Se poi la Regione non ottempera all'invito e dice: "No, va già tutto bene così perché è stato tutto perfetto così e fino adesso quello che è stato fatto è tutto perfetto", allora la Corte dei Conti avrà preso una cantonata nel sollevare determinati problemi specifici su cui invita il Governo regionale a fare delle verifiche.

Quindi non è una questione di parti, è questione che voi dovreste avere un ruolo terzo come Governo, visto e considerato che siete l'azionista, e sostanzialmente verificare cosa facciamo.

Le procedure sono tutte perfettamente corrette? Non è che bisogna a priori dire: "Ah no, la Corte dei Conti ha detto bene, la Corte dei Conti ha detto male".

È chiaro che però se la Corte dei Conti solleva delle questioni, bisogna analizzarle molto seriamente, e poi va tutto a favore dell'Amministrazione regionale. Nel momento in cui l'Amministrazione regionale fa queste verifiche, verifica e poi sceglie e prende delle decisioni.

È questo l'invito che fa la Corte dei Conti ed è questo l'invito che bisognerebbe fare, non bisogna mettersi sulla difensiva, dovrebbe essere una cosa normale fare questo tipo di verifica.