Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 742 del 24 giugno 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 742/XVI - Interpellanza: "Azioni finalizzate alla verifica di comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica ascrivibili agli assegnatari di alloggi ERP".

Bertin (Presidente) - Punto n. 34 all'ordine del giorno. Ricordo che, in ragione dell'inversione involontaria dell'ordine del giorno, al punto 34 seguirà il 36: i firmatari si preparino. Per l'illustrazione consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Torniamo a parlare di edilizia residenziale pubblica e di decadenza dalle assegnazioni in quest'aula, dopo che nella scorsa legislatura ne avevamo parlato lungamente. Ci eravamo occupati nella scorsa legislatura in numerose occasioni e soprattutto in un'occasione quasi avevo preconizzato la necessità di addivenire all'applicazione della legge regionale 3 del 2013, che prevede appunto la decadenza in alcuni casi di delinquenza, che poi andrò elencarvi. Qualche settimana dopo il caso ha voluto che fosse uscita l'inchiesta "Malaosta", non so se ve la ricordate: erano stati arrestati dei soggetti che erano in parte assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica e che appunto avevano adibito i loro alloggi ad attività penalmente rilevanti, a spaccio, a violenza, a detenzione di armi e quant'altro. La cosa divertente, peraltro, è che uno di questi assegnatari era stato già oggetto di iniziative mie e della collega Spelgatti in Consiglio comunale di Aosta, perché questo soggetto si era trasferito in un alloggio di edilizia pubblica anni e anni fa, si vantava pubblicamente di non pagare nessun euro di affitto, vantava anche l'amicizia con un noto consigliere che non è più in quest'aula. Ma soprattutto aveva fatto un'operazione abbastanza divertente: pur essendo in debito di decine di migliaia di euro con la pubblica amministrazione, visto che non pagava l'affitto di casa, aveva chiesto un alloggio più grande che gli era stato concesso, lo aveva occupato lasciando però il figlio nell'alloggio precedente occupandolo abusivamente. Quindi praticamente non pagava l'affitto, aveva chiesto l'alloggio più grande, si era trasferito nell'alloggio più grande e il figlio aveva occupato abusivamente l'alloggio precedente.

Tutto questo secondo le norme previste dalla legge 3 del 2013 doveva provocare la decadenza della assegnazione di questo soggetto. Abbiamo presentato più iniziative sia in Consiglio comunale di Aosta sia in questo Consiglio regionale, ma l'allora sindaco non ha ritenuto opportuno doverlo mandare fuori di casa, perché - mi ricordo, la motivazione era bellissima - se noi sbattiamo fuori di casa una persona che è abituata a delinquere, questa ne occuperò un'altra, quindi è inutile; una giustificazione meravigliosa che ancora echeggia nella mia testa.

A prescindere da questo parliamo però della decadenza, perché questo non è, ahimè, un caso isolato. La presenza di persone che hanno compiuto reati, sia nel passato sia dopo l'assegnazione, è un dato di fatto e sappiamo che ci sono alcune zone della nostra Valle d'Aosta in cui questo fenomeno è più frequente. Io sono stato colpito, Assessore, glielo dico in maniera sincera, dalla storia di una sorella che aveva il fratello che doveva uscire dal carcere di lì a breve per reati di spaccio e questo fratello che nel frattempo, durante la permanenza in carcere, si era disintossicato, perché era tossicodipendente, mi aveva invitato a vedere nel condominio in cui abitava al quartiere Cogne la situazione. Mi ricordo, perché mi portò in questo alloggio chiuso e mi disse: "Vede, qui di fronte a casa di mio fratello, nell'appartamento a fianco, c'è uno spacciatore, al primo piano c'è un tossicodipendente, al terzo piano c'è un altro spacciatore. Se mio fratello torna qui dentro è come mettere una persona che è a dieta all'interno di una pasticceria". Giustamente mi aveva sottolineato che il problema era reale e che non si poteva pensare di prendere delle persone che magari erano in situazioni di fragilità e sbatterle in una realtà che evidentemente non si confaceva.

Ma veniamo alla nostra questione. Che cosa dice la legge 3 del 2013? Dice all'articolo 42 che "Decadono dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica coloro che - comma 1 punto D - abbiano adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti". Significa che se io, per esempio, spacciavo in casa mia, piuttosto che commettevo dei reati nel mio alloggio di edilizia residenziale pubblica, decado dall'assegnazione. Alla lettera E invece dice: "Tengano comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica". Questa è una fattispecie molto più ampia, perché non prevede la commissione di reati, ma evidentemente se io aggredisco, come è accaduto peraltro, una persona all'interno del mio alloggio, piuttosto che nel circondario e quant'altro, sono una persona che ha atteggiamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica e quindi evidentemente ricado nella fattispecie di cui alla lettera E.

Non l'ho citata nella mia interpellanza, ma aggiungo anche la lettera F: "Non rispettino reiteratamente i regolamenti e norme di comportamento stabilite dagli enti gestori". Su questo potremmo aprire un capitolo gigantesco, perché in realtà in questa fattispecie ricadono sia coloro che magari incredibilmente stendono i panni fuori dalla finestra, perché è proibito dal regolamento ARER, sia coloro che invece magari allevano degli animali in casa, piuttosto che fanno degli abusi edilizi. Insomma, ci sono tutta una serie di fattispecie che sono più o meno gravi, ma che evidentemente si sono purtroppo verificate e continuano a verificarsi attualmente negli alloggi e questa lettera ci darebbe la possibilità di intervenire in maniera netta.

Questi riferimenti sono molto precisi, ma quando avevo fatto una richiesta di accesso agli atti nella scorsa legislatura, avevo trovato che pochissimi casi di decadenza si erano verificati nella nostra regione, credo forse meno di dieci, cause di decadenza peraltro neanche tutte relative, forse credo nessuna, all'articolo 42. E questo è un problema, perché qualcuno potrebbe dirsi: ma perché ti dai tanta pena per cercare di cacciare di casa qualcuno? Sicuramente non mi accattiverò le simpatie di coloro che sono dei delinquenti e hanno commesso dei reati o utilizzano male il loro alloggio, però ritengo che sia giusto occuparsi di questo tema per tre ordini di motivi.

Il primo, credo che sia il più scontato ma credo che sia doveroso dirlo, è quello di far rispettare la legge. Abbiamo una legge regionale che peraltro ha anche resistito a un vaglio di costituzionalità e quindi far rispettare la legge credo che sia un obbligo di quest'aula e di tutti i consiglieri che la popolano.

In secondo luogo, vi porto un esempio in questo caso, perché abbiamo una legge che è molto blanda e l'ho paragonata con quella, per esempio, della Provincia autonoma di Trento. La Provincia autonoma di Trento all'articolo 9 prevede la decadenza dall'assegnazione nucleo in caso di, alla lettera B bis, "condanna anche non definitiva o applicazione della pena su richiesta delle parti del soggetto assegnatario nei casi previsti dall'articolo 3 bis del decreto legge 93 del 2013"; oppure alla lettera B ter: "condanna definitiva dell'assegnatario o di uno dei componenti del nucleo familiare successiva all'assegnazione dell'alloggio, per i delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni, nonché i reati previsti dall'articolo 380 comma 2 del Codice di procedura penale".

Come vedete, la nostra legge è una pallida imitazione di quella chiaramente della Provincia autonoma di Trento, ma qui troviamo, secondo me, un secondo elemento che ci impone di applicarla, ovvero quello che è un effetto importante, l'effetto deterrenza. Sei assegnatario di alloggio di edilizia residenziale pubblica? O ti comporti bene e ti meriti questo alloggio pagato con i soldi di tutti i cittadini, oppure se delinqui te ne vai e lasci il posto a un'altra persona che invece si comporta bene.

In più la legge del Trentino non soltanto prevede la decadenza, ma prevede anche una barriera all'ingresso, perché gli stessi requisiti che vi ho detto prima, quindi le cause di decadenza, sono previste nei requisiti di accesso, per cui non ti devi trovare nelle due fattispecie che vi ho elencato. In questo caso troviamo un effetto di premialità: ti comporti bene? Puoi accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Se delinqui invece no, il tuo posto viene preso da quelle persone che da anni attendendo e rispettano le leggi attendendo appunto il proprio alloggio.

Rispetto a questo poco che noi abbiamo, dobbiamo però cominciare ad applicarlo. Abbiamo, secondo me, delle situazioni acclarate - non secondo me, ma anche secondo la cronaca - e se noi facessimo una semplice richiesta potremmo incrociare i dati e in maniera molto agevole riusciremmo a far rispettare la legge, ma siccome la nostra legge prevede delle barriere in uscita, credo che sia abbastanza importante farle rispettare. Per farle rispettare però e fare un lavoro sistematico che purtroppo non è mai stato fatto, abbiamo una necessità, quella di incrociare i dati con il Tribunale, cioè noi dobbiamo andare a fare un incrocio tra tutti coloro che sono gli assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica con quella che è la banca dati del Tribunale per vedere quanti di questi hanno integrato le fattispecie che vi ho elencato, quelle previste alla lettera C e alla lettera D della legge 3 del 2013, articolo 42. Ricordo che nella scorsa legislatura il precedente presidente dell'ARER aveva trasmesso, in data primo luglio 2019, una lettera al Presidente del Tribunale proprio su questo argomento, per intavolare un protocollo di intesa che permettesse di incrociare i dati in possesso del Tribunale con quelli dei nuclei a oggi assegnatari e procedere finalmente con una verifica e, nel caso, alla successiva decadenza dei nuclei non meritevoli. Glielo assicuro, Assessore, come le ho detto, questi nuclei purtroppo ci sono già. Sono, come ho detto, ben conscio che probabilmente questa iniziativa non farà piacere a qualcuno, ma ritengo che sia importante evidenziare la necessità di andare a intervenire e premiare coloro che si sono ben comportati in questo periodo, che non sono stati sottoposti a quanto previsto all'articolo 42 e alle lettere C e D. Comunque, con questa interpellanza le chiedo se sia stato dato corso alla richiesta di collaborazione citata nelle premesse di questa interpellanza, in caso affermativo quanti assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica ricadano nella casistica prevista dai commi D ed E dell'articolo 42 e, in caso negativo, se sia intenzione dell'amministrazione procedere a una ricognizione che porti a condurre le opportune verifiche di sussistenza dei requisiti di cui ai commi D ed E dell'articolo 42 della legge regionale 3 del 2013, per gli attuali assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Con riferimento alla nota citata nel testo dell'iniziativa, occorre preliminarmente fare una doverosa precisazione. La comunicazione in questione non è stata inviata all'allora Assessore regionale alle opere pubbliche, territorio e edilizia residenziale pubblica, con richiesta di attivarsi con il Tribunale di Aosta in merito ai comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica posti in essere da assegnatari ERP. La nota infatti è stata inviata dall'allora presidente dell'ARER al Presidente del Tribunale di Aosta; l'Assessore regionale era stato indicato unicamente quale soggetto destinatario per conoscenza.

L'articolo 42 della legge regionale 3 del 2013, cioè "Disposizioni in materia di politiche abitative", annovera, tra le cause di decadenza dell'assegnazione di alloggi ERP, anche i casi in cui l'assegnatario o i componenti del nucleo familiare abbiano adibito l'alloggio ad attività penalmente rilevanti, cioè lettera D, oppure tengano comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica, la lettera E. Nello specifico, l'ARER chiedeva al Tribunale una collaborazione nella forma ritenuta più opportuna dall'autorità giudiziaria, specificando quanto segue: "Quanto richiesto deriva dalla necessità di riscontrare, attraverso i vostri archivi, eventuali reati passati in giudicato attribuibili ai nostri utenti, in ordine all'utilizzo degli alloggi dati in locazione nell'ambito dei quali gli stessi assegnatari abbiano svolto attività penalmente rilevanti o abbiano tenuto comportamenti socialmente pericolosi per l'incolumità pubblica, entrambi fattispecie che qualora dovessero emergere, prevedono la decadenza dell'assegnazione dei relativi alloggi in base all'attuale normativa regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, articolo 42 della legge regionale 3 del 2013".

A seguito di tale richiesta era seguito un incontro con il Presidente del Tribunale di Aosta, dal quale era emersa la difficoltà a reperire attraverso gli archivi del Tribunale la sussistenza di sentenze passate in giudicato riferite ad attività illecite svolte all'interno di alloggi di ERP o all'assunzione di comportamenti socialmente pericolosi per la pubblica incolumità, riferiti a inquilini e assegnatari di alloggi ERP. L'ARER precisa che parimenti non risulta possibile per l'azienda condurre verifiche periodiche in tal senso, richiedendo a ciascun inquilino l'eventuale emissione di sentenze del Tribunale nei suoi confronti per le casistiche citate. L'ARER precisa inoltre che, occorrendone gli estremi, la stessa provvede a richiamare tutti gli inquilini in possesso di informazioni rilevanti in tal senso alla necessaria denuncia presso le forze dell'ordine competenti, cioè Polizia o Carabinieri, poiché l'ARER non può sostituirsi nel denunciare fatti riportati come più volte riscontrato dalle stesse forze dell'ordine.

Alla domanda "Quanti assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica ricadono nella casistica prevista dai commi D ed E dell'articolo 42 della legge", la risposta dell'ARER è che a oggi nessun assegnatario è decaduto. "In caso negativo se sia intenzione dell'amministrazione procedere a una ricognizione che porti a condurre le opportune verifiche di sussistenza dei requisiti di cui ai commi D ed E dell'articolo 42", la decadenza dell'assegnazione ai sensi dell'articolo 42 è dichiarata dall'ente gestore acquisito il parere obbligatorio e vincolante della Commissione politiche abitative. Ne consegue che le verifiche in merito alle condotte tenute dagli assegnatari, anche in relazione agli obblighi assunti in sede di partecipazione al bando per l'assegnazione degli alloggi, così come in sede di sottoscrizione del contratto di locazione, devono essere poste in essere dall'ente gestore. Si fornirà indicazioni ad ARER affinché richieda, con cadenza annuale, ai propri assegnatari di autocertificare di non trovarsi nelle condizioni di cui alla fattispecie oggetto della presente iniziativa. L'ente gestore sarà pertanto tenuto ad effettuare verifiche a campione previste dalla normativa vigente in materia di autocertificazione.

Mi premurerò inoltre di sensibilizzare l'ARER affinché continui a vigilare sulle condotte degli inquilini ERP, stimolando un dialogo costruttivo che porti l'azienda a essere sempre aggiornata relativamente a situazioni critiche nei propri assegnatari. Ribadisco però che, così come in precedenza citato, gli inquilini in possesso di informazioni rilevanti in tal senso devono provvedere con grande senso civico alla necessaria denuncia presso le forze dell'ordine competenti, Polizia o Carabinieri, affinché i responsabili vengano individuati e occorrendo nei presupposti decadono dall'assegnazione degli alloggi, rendendo migliore la qualità di vita di tutti gli assegnatari virtuosi.

Questa è la risposta che ho ottenuto anche dagli uffici dell'ARER. Devo dire che la problematica purtroppo la conosco e un po' come tutti i cittadini sono abbastanza arrabbiato, diciamo così, per alcune situazioni come quelle che lei ha descritto. In occasione di questa interpellanza abbiamo pensato che l'autocertificazione potesse essere un mezzo e un sistema, sarà mia cura comunque avere contatti più stretti con l'ARER, perché penso che una problematica di questo tipo vada comunque risolta. Essendo sotto gli occhi di tutti come a volte ci sia un decadimento di alcune strutture pubbliche. Occorre trovare una soluzione più importante e utilizzare al meglio i soldi pubblici a favore dei cittadini virtuosi rispetto a chi virtuoso non è.

Presidente - Per la replica consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie assessore per la sua risposta, non posso essere completamente soddisfatto, nel senso che credo che ovviamente questa serie di controlli, di verifiche, di dichiarazioni avrebbe dovuto essere messa in campo molto tempo fa; giustamente lei è arrivato adesso e non può occuparsi del pregresso.

Il problema è uno, è che io non credo, visti i soggetti con cui abbiamo a che fare, che qualcuno con un'autocertificazione si autodenunci dicendo: "No, io sono un criminale, quindi perdo la casa popolare, la avviso e scrivo ad ARER perché mi sbatta fuori di casa". Il problema ritengo sia questo, poi giustamente lei dice che ci sono dei controlli e va bene. Però sul problema dei controlli ricadiamo nella fattispecie di cui abbiamo parlato prima, cioè la questione di avere una disponibilità da parte del Tribunale di incrociare i dati. Se io autodichiaro di non trovarmi nelle condizioni di cui alle lettere D ed E dell'articolo 42 della legge 3 del 2013, poi io per verificare che quanto autodichiarato sia veritiero, dovrò incrociare i dati con il Tribunale, perché non ho altri strumenti per farlo. Evidentemente, se non ho una banca dati su cui incrociare i dati, queste verifiche non so come si possano fare. Invece bene sarebbe che questo tipo di controllo, in maniera massiva sulle migliaia di assegnatari di alloggi, venisse fatto una volta, anche perché ci sono casi veramente numerosi di persone che hanno compiuto dei delitti efferati e che continuano tranquillamente a vivacchiare.

Mi permetterò, Assessore, di trasmettere in copia all'ARER alcuni nominativi di cui sono a conoscenza, perché sono stati oggetto di fatti di cronaca ed è bene che per lo meno, giustamente come ha detto lei, diligentemente i cittadini che sanno parlino. Quindi, di questo me ne farò carico, però credo che vada pensato uno strumento diverso che permetta di sapere, non dico in tempo reale, ma in maniera abbastanza precisa, con chi ci troviamo a fare i conti.

Le racconto un aneddoto, non le specifico chi, ma mi sono confrontato più volte con le forze di Polizia, le quali mi hanno detto: "Andrea, fammi vedere la lista degli assegnatari e ti dico io già chi sono, perché di interventi ne facciamo in maniera settimanale e ormai li conosciamo tutti". Io evidentemente non ho mai potuto fare una cosa di questo tipo, perché i dati che io ricevo e che ho degli assegnatari sono coperti da privacy e quindi non ho mai potuto consegnare questa lista alle forze dell'ordine. Se fosse possibile anche soltanto fare un lavoro di questo tipo con le forze dell'ordine in maniera ufficiale e farsi indicare, per chi fa reati specifici relativi, per esempio, allo spaccio che sono molto comuni, oltre a chi promuove lo spaccio come i rapper e quant'altro nel quartiere Cogne, anche soltanto chiedere informazioni su questo potrebbe essere un primo inizio.

Io la ringrazio, Assessore, per la sua presa di posizione che sicuramente è un qualcosa di più rispetto a quello che abbiamo avuto fino adesso, però le chiedo davvero di dare disposizioni e di vedere quali siano le possibilità di poter incrociare i dati. Una operazione di questo tipo restituirebbe dignità e soprattutto andrebbe a contrastare quel fenomeno che è stato teorizzato negli anni '70 negli Stati Uniti, che è il fenomeno della finestra rotta, ovvero una teoria sociologica che spiega come, quando ci sia del degrado, se non si interviene subito il degrado chiama altro degrado. Se c'è una persona che tiene comportamenti illeciti all'interno di un alloggio e tutti gli altri no, se tutti gli altri vedono che nulla viene fatto a questa persona che ha dei comportamenti illeciti, probabilmente si sentiranno legittimati a fare anche loro la stessa cosa e quindi questo non può far altro che attirare altro degrado. Se invece si interviene in maniera netta e puntuale, a quel punto noi avremo fatto sicuramente un'azione di pulizia e di giustizia che il quartiere e in generale tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e tutti i cittadini ci chiedono da tempo.