Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 729 del 23 giugno 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 729/XVI - Interpellanza: "Attività di indagine e di monitoraggio per rilevare la quantità di inquinanti plastici nel bacino idrografico della Dora Baltea".

Bertin (Presidente) - Punto n. 26. Illustra il collega Segretario Distort.

Distort (LEGA VDA) - La presente interpellanza porta all'attenzione del Consiglio un tema ambientale apparentemente fuori contesto rispetto alla nostra realtà di territorio di montagna, piuttosto distante dal mare. Parliamo dell'incidenza del materiale plastico che finisce nei mari verso cui l'Unione Europea sta conducendo una battaglia serrata attraverso il meccanismo della penalizzazione finanziaria finalizzata alla disincentivazione dell'utilizzo di materiali plastici.

Entriamo nel merito e partiamo dai dati disponibili, secondo i quali si stima che ogni anno dai 4 ai 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari di tutto il mondo causando l'80% dei fattori d'inquinamento da plastica globale sul pianeta.

I quattro quinti di queste quantità entrano nel mare non tanto per deliberata volontà umana, cattiveria, forse anche, ma fondamentalmente paradossalmente entrano per un effetto di secondo ordine. Sono spinti dal vento e arrivano sulle coste, oppure spinti dal vento e poi attraverso fenomeni meteorologici soprattutto legati a piogge di forte intensità arrivano a essere convogliati attraverso ruscellamenti nei corsi d'acqua e dai corsi d'acqua, ovviamente, arrivano fino al mare.

Non sto a soffermarmi sulle classifiche, però è giusto dare un minimo di dimensione.

Maggiori responsabili a livello mondiale di presenze di plastiche nel mare sono, dai dati, India, Cina, Indonesia, mentre tutta l'Europa insieme arriva allo 0,28% di incidenza, quindi una quantità estremamente limitata, benché si tratti di 3.900 tonnellate all'anno.

A fronte di questa situazione, l'Unione Europea ha pensato di emanare la direttiva UE 2019/904 sulle materie plastiche monouso, detta anche la direttiva SUP, che richiamando la legislazione già esistente, stabilisce norme più severe per i tipi di prodotti e di imballaggi che rientrano tra le tipologie più spesso rinvenute sulle spiagge e prevede l'obbligo di recepimento dei contenuti della direttiva stessa da parte degli stati membri. Per la cronaca, l'Italia ha la possibilità di adeguarsi entro il 2022. Questo genererà la soluzione della cosiddetta "Plastic Tax", che tra l'altro paradossalmente conclude con "Se paghi puoi inquinare".

Ecco allora il senso di questa interpellanza che si porta all'attenzione del Consiglio, si porta per un modesto contributo della Valle d'Aosta ma un significativo atto etico, non solo etico ma anche funzionale, perché se si pensa di dover risolvere il problema applicando una semplice tassa, io penso che l'ingegno umano possa sviluppare meccanismi ben più virtuosi.

Infatti per risolvere un problema complesso occorrono soluzioni complesse o quantomeno complete che coinvolgano tutti gli attori, la ricerca, la partecipazione dell'industria, la consapevolezza, il coinvolgimento dei cittadini, una forte volontà politica a ogni livello nell'ottica di una economia circolare per la plastica, basata sulla riduzione dei consumi ma anche sul riutilizzo, così come sulla ricerca di prodotti alternativi a minor impatto, sul miglioramento della gestione dei rifiuti, sull'incremento del riciclo e sull'ampliamento del mercato delle materie secondarie.

Siccome, così come accennato, la maggior parte della plastica dispersa nell'ambiente confluisce nei mari e tale destinazione viene raggiunta per il trasporto dei rifiuti attraverso i corsi d'acqua, a questo punto sorge spontanea una riflessione: noi abbiamo la fortuna/sfortuna, ma in questo caso fortuna, anzitutto di avere un territorio di modeste dimensioni che confluisce in un unico bacino idrografico, la Dora Baltea, ovviamente per il territorio valdostano, quindi l'attenzione da parte nostra nella redazione di questa interpellanza si sposta su una azione di monitoraggio: ci si chiede in quale misura noi, come Valle d'Aosta, concorriamo al veicolamento di sostanze plastiche nel mare. Abbiamo in atto un monitoraggio? Per questa fase conoscitiva, per capire l'entità, chiediamo con questa interpellanza al Governo regionale "se esistano i dati relativi alla quantificazione di plastiche e microplastiche, galleggianti e in fondale, che l'intera porzione valdostana del bacino idrografico della Dora Baltea veicoli a valle" e, secondo quesito, "in caso negativo o in caso di insufficienti ricognizioni, se intenda dare corso a un'idonea attività di indagine conoscitiva e di monitoraggio per rilevare la quantità di inquinanti plastici che il tratto regionale del bacino idrografico della Dora Baltea trasferisca a Valle.

Presidente - Risponde il presidente della Regione Lavevaz a cui passo la parola.

Lavevaz (UV) - Ringrazio anche per questa interpellanza, che tocca credo uno dei temi ambientali più discussi negli ultimi anni, viste le possibili ripercussioni di carattere ambientale e anche sanitario di livello assolutamente globale.

Nonostante vengano attivamente studiate da diverso tempo, gli uffici dell'Assessorato e l'Arpa Valle d'Aosta evidenziano che una definizione univoca di microplastica ancora non è stata concordata, a causa della loro estrema eterogeneità e della mancanza di uniformità nei criteri per la loro classificazione e che parimenti anche le tecniche di campionamento delle microplastiche sono molteplici, differenti tra di loro e spesso non totalmente riproducibili.

Inoltre, come citato dalla stessa interpellanza, i dati disponibili riguardano le acque marine o grandi laghi navigabili, in quanto matrice di accumulo finale di questi materiali, la cui tutela è regolata dal decreto legislativo 13 ottobre 2010 n. 190, in attuazione della direttiva 2008/56 CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino.

Per rispondere alle domande dell'interpellanza: il contesto normativo e scientifico attuale fa sì che per il momento non esistano dei dati relativi di quantificazione di plastica e microplastiche nel bacino idrografico valdostano.

A oggi infatti non risultano previsti indagini e rilievi su corsi d'acqua minori per due ordini di ragioni: in primo luogo per il motivo che gli elevati costi di campionamento non sarebbero supportati da un'adeguata base scientifica, in quanto, come detto prima, le metodiche di prelievo e di analisi sono ancora in corso di definizione a livello internazionale; in secondo luogo perché le microplastiche si accumulano in misura ridotta nei regimi fluviali e ancor meno nei regimi torrentizi che caratterizzano i corpi idrici della Valle d'Aosta, questo ovviamente proprio per la natura idrografica stessa dei nostri torrenti e per la vorticosità dei flussi.

Vi è stata nel 2019 un'iniziativa di sensibilizzazione a latere del Tor des Géants, sostenuta anche dall'Amministrazione regionale, con il campionamento di 9 litri di campioni nevosi su quattro nevai lungo il percorso della gara. Si è trattato appunto di una sensibilizzazione di carattere non scientifico nei confronti dei frequentatori della montagna, a evitare qualsiasi rilascio di materiale negli ambienti che essi percorrono, considerato che il campionamento ha rilevato la presenza di microplastiche correlabili al passaggio dei camminatori e degli atleti, oltre alle fibre che indicavano una possibile esposizione a precipitazioni atmosferiche.

Al momento, quindi, in attesa della definizione di standard riconosciuti, non sono previste specifiche campagne d'indagine ma proprio quest'anno il Ministero della transizione ecologica deve procedere all'aggiornamento del programma di misure contemplate dal decreto legislativo 190/2010 e in questo ambito potrebbe essere prevista la definizione di metodiche atte a consentire l'investimento di risorse per avviare specifiche campagne di rilevazione, ad esempio sulle nevi della Valle d'Aosta.

Presidente - Per la replica, consigliere Distort ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Grazie per la sincerità, perché i contenuti della risposta non sono così brillanti - come lei ha dimostrato anche con la mimica di certi sguardi - però innanzitutto io vorrei sgomberare il campo da un pregiudizio: io non voglio essere la figura che periodicamente arriva, tira fuori e sbandiera il tema dell'ambiente, demonizzando l'inquinamento e pensando d'inventarsi delle dinamiche per creare nuove attività, spendere dei soldi e complicare l'attività della pubblica Amministrazione, però nello stesso tempo intendo operare ed indirizzare una scelta di buon senso.

Sul discorso del monitoraggio, questa interpellanza le confesso è una prima puntata, perché voglio capire, voglio conoscere per agire, conoscere per poter effettuare delle proposte. Perché il concetto è questo: dietro l'inquinamento da plastica c'è sicuramente una situazione drammatica che chiederà all'intero pianeta di fare dei conti estremamente seri, quindi la serietà del tema c'è.

Il fatto di poter avere delle nozioni di quantificazione, diventa importante per poter mettere in atto delle operazioni.

E mi spiego: noi proprio perché abbiamo un unico bacino idrografico, noi abbiamo la nostra Dora Baltea che all'altezza di Pont-Saint-Martin fa transitare tutta la quantità d'acqua prodotta in Valle d'Aosta e con questo i suoi veicolati; quindi in conseguenza di una comprensione di qual è la situazione dei veicolati, degli inquinanti eventualmente veicolati, si può capire se mettere in atto delle operazioni, operazioni virtuose che metterebbero la Valle d'Aosta come prima regione in tutta Italia che conferisce nel bacino idrografico successivo e di conseguenza nel Mediterraneo acque libere, per lo meno libere da certi quantitativi ed inquinanti.

Questa potrebbe essere un'immagine estremamente forte per la nostra regione, quindi va presa sinceramente in considerazione.

La spesa: teniamo conto che operazioni del genere, io non ho accesso alle dinamiche sui fondi europei, ma ritengo che possano essere percorsi questi meccanismi per ottenere i finanziamenti. Questo potrebbe essere per la Valle d'Aosta un laboratorio estremamente importante, quindi avere un ruolo politico, geopolitico, ecologico e, tra l'altro, di attività, si può pensare anche a un'attività, esistono varie misure, esistono sistemi per recupero, barriere fluviali che recuperano materiale galleggiante; sul Po e sul Tevere sono stati messi alcuni impianti di questo tipo molto semplici e ci sono situazioni anche più complesse, esistono dighe d'intercettazione dei veicolati.

Queste dighe d'intercettazione dei veicolati che poi possono avere plurifunzioni, possono essere diga sia per la produzione di energia elettrica, sia di laminazione delle piene sia d'intercettazione, con la possibilità di impiantare un'attività di estrazione delle sostanze estranee e di conseguenza anche mettere in moto una microeconomia.

È questa la ratio del discorso ed è per questo che io trovo mortificante, comunque triste, il sapere che non esiste nessun tipo di azione in attesa di avere la definizione di una campionatura. Grazie per l'attenzione, comunque.

Presidente - A questo punto propongo la pausa per arieggiare i locali. Riprenderemo con le mozioni.

La seduta è sospesa dalle ore 16:47 alle ore 17:13.