Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 649 del 27 maggio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 649/XVI - Interpellanza: "Oneri per l'assistenza di pazienti affetti da gravi disabilità ricoverati presso le RSA del territorio".

Bertin (Presidente) - Punto n. 58. Per l'illustrazione, consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Torniamo in ambito di diritti sociali, di questioni anche molto delicate che riguardano persone in situazioni di difficoltà per motivi sanitari, e ci riferiamo appunto agli ospiti delle RSA valdostane, perché abbiamo ricevuto varie segnalazioni da parte di sindacati e di famigliari di ospiti delle RSA valdostane che riferiscono di richieste di pagamento delle rette da parte delle strutture in cui sono ricoverate queste persone affette da gravi patologie, come per esempio l'Alzheimer e la schizofrenia.

Richiamando alla mente quanto afferma la Corte Costituzionale, cioè che l'attività sanitaria e socio-sanitaria a favore di anziani non autosufficienti è elencata fra i livelli essenziali di assistenza sanitaria dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 e che tra coloro che non sono autosufficienti rientrano le persone anziane o disabili che non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l'aiuto determinante di altri; ricordato poi a noi stessi il consolidato orientamento giurisprudenziale sia delle Corti di merito, e qui abbiamo citato vari Tar del Piemonte, Tribunali ordinari di Verona, di Rovigo, di Monza eccetera, Corti d'Appello, ma anche della giurisprudenza di legittimità, tra le altre c'è anche una pronuncia della Cassazione a Sezioni Unite del 1993, quindi piuttosto risalente ma ancora più recenti invece del 2014, per esempio, nonché quella amministrativa, perché abbiamo anche sentenze del Consiglio di Stato; quindi questa giurisprudenza ritiene che nei casi di degenza presso strutture di ricovero, come anche le Case di riposo, per i pazienti affetti da gravi disabilità la prestazione sanitaria è sempre a carico del sistema sanitario nazionale, poiché tale prestazione medica risulta prevalente rispetto alla prestazione meramente socio-assistenziale.

Allora interpelliamo l'Assessore per conoscere se il Governo regionale sia a conoscenza del numero dei pazienti - affetti da Alzheimer, schizofrenia e altri gravi patologie che escludano l'autosufficienza - ricoverati presso le RSA aventi sedi in Valle d'Aosta; se il Governo regionale sia informato delle richieste di pagamento della retta mensile rivolta ai pazienti affetti da queste gravi patologie e ai loro familiari da parte delle strutture sul territorio valdostano e quale sia l'intendimento del Governo regionale e dell'Azienda USL Valle d'Aosta per far sì che tali pazienti e i loro familiari siano tenuti a pagare le rette mensili per l'assistenza a loro prestata nel rispetto delle pronunce giurisprudenziali di merito e di legittimità sopra richiamate.

Presidente - Per la risposta, l'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Con riferimento all'oggetto dell'interpellanza, è anzitutto necessario riaffermare il principio dei LEA i quali, come è noto, in quanto a livelli essenziali di assistenza rappresentano le prestazioni e i servizi che il sistema sanitario regionale è tenuto a fornire e a garantire a tutti i cittadini gratuitamente, per mezzo delle risorse pubbliche, raccolte attraverso la fiscalità generale o dietro pagamento di una quota di compartecipazione alla spesa sanitaria.

In relazione ai LEA è oggi necessario fare unicamente riferimento al Dpcm 12 gennaio 2017 il quale ha definito e aggiornato i livelli essenziali di assistenza, sostituendo integralmente il Dpcm 29 novembre 2001, citato nelle premesse dell'interpellanza.

L'articolo 29 del suddetto Dpcm 2017 tratta dell'assistenza residenziale extraospedaliera a elevato impegno sanitario, trattamenti intensivi e prolungati.

L'articolo 30 tratta invece dell'assistenza socio-sanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone non autosufficienti.

Nell'ambito dell'assistenza residenziale, il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle persone non autosufficienti, previa valutazione multidimensionale e presa in carico, trattamenti estensivi di cura e recupero funzionale a persone non autosufficienti con patologie che, pur non presentando particolari criticità e sintomi complessi, richiedono elevata tutela sanitaria con continuità assistenziale e presenza infermieristica sulle 24 ore.

I trattamenti erogati mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche sono costituiti da prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e di riorientamento in ambiente protesico e tutelare, accertamenti diagnostici, assistenza farmaceutica, fornitura dei preparati per nutrizione artificiale e dei dispositivi medici di cui agli articoli 11 e 17, educazione terapeutica al paziente e al caregiver.

La durata del trattamento estensivo di norma non supera i sessanta giorni, è fissato in base alle condizioni dell'assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale da effettuarsi secondo le modalità definite dalle Regioni e dalle Province autonome.

Trattamenti di lunga assistenza, recupero e mantenimento funzionale, ivi compresi interventi di sollievo per chi assicura le cure a persone non autosufficienti: i trattamenti sono costituiti da: prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e di riorientamento in ambiente protesico e tutelare, accertamenti diagnostici, assistenza farmaceutica e fornitura dei preparati per nutrizione artificiale e dei dispositivi medici di cui agli articoli 11 e 17, educazione terapeutica al paziente e al caregiver con garanzia di continuità assistenziale dell'attività di socializzazione e animazione.

I trattamenti estensivi di cui al comma 1 lettera A sono a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, i trattamenti di lunga assistenza di cui al comma 1 lettera B sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale per una quota pari al 50% della tariffa giornaliera.

Nell'ambito dell'assistenza semiresidenziale, il servizio sanitario garantisce trattamenti di lunga assistenza, di recupero, di mantenimento funzionale, di riorientamento in ambiente protesico, ivi compresi interventi di sollievo a persone non autosufficienti con bassa necessità di tutela sanitaria.

I trattamenti di lunga assistenza di cui al comma 3 sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale per una quota pari al 50% della tariffa giornaliera.

In Valle d'Aosta le strutture socio-sanitarie inquadrabili, secondo le disposizioni del citato Dpcm 12 gennaio 2017, sono l'unità socio-sanitaria presso la struttura J.B. Festaz di Aosta chiamata comunemente RSA con otto posti letto UAP, unità di assistenza prolungata, ai sensi del citato articolo 29 del Dpcm 2017, quindi a totale carico del sistema sanitario regionale e dodici posti letto ai sensi dell'articolo 30 comma 1 del Dpcm medesimo, quindi a totale carico del sistema sanitario regionale per massimo sessanta giorni.

L'unità socio-sanitaria presso la struttura di Perloz con diciotto posti letto ai sensi dell'articolo 30 comma 1 del Dpcm, a totale carico del sistema sanitario regionale per massimo sessanta giorni.

I due nuclei demenze, uno presso la struttura J.B. Festaz di Aosta dieci posti letto e uno a Donnas presso la casa di riposo Domus Pacis, diciassette posti letto.

Con riferimento ai nuclei demenze, secondo le disposizioni del citato Dpcm 2017, recepite a livello regionale con la DGR 267 in data 12 marzo 2018, i pazienti possono essere ricoverati in regime TD1, gratuito per un massimo di due mesi e successivamente, se le condizioni del paziente richiedono il permanere presso il nucleo, il medesimo viene trasferito in regime TD2 con partecipazione al 50% del pagamento per la parte alberghiera, così come previsto dal Dpcm LEA.

Stante quanto premesso risulta quindi che in conformità alle vigenti disposizioni sui LEA, quando il quadro clinico del paziente richiede un elevato livello di assistenza sanitaria i costi sono posti a totale carico del sistema sanitario regionale, mentre quando i pazienti presentano un quadro clinico non eccessivamente complicato o quando, a seguito di un primo periodo di trattamento intensivo, le valutazioni sanitarie stabiliscono che vi sono buone condizioni di stabilizzazione generale per cui è possibile transitare verso setting assistenziali meno severi dal punto di vista sanitario, allora è previsto che vi sia una compartecipazione alla spesa per la quota alberghiera, rimanendo invece sempre a carico del sistema sanitario regionale la quota sanitaria.

In relazione ai setting per i quali le disposizioni ai LEA prevedono la compartecipazione alla spesa da parte degli assistiti, evidenzio che per coloro che presentano particolari situazioni di disagio economico o sociale, esistono specifiche misure regionali d'intervento.

In merito ricordo in particolare gli interventi previsti dalla legge regionale 23/2010.

Evidenzio infine che l'assegnazione dei setting di assistenza e cura agli assistiti è sempre posta in capo all'unità di valutazione multidimensionale, cioè le UVMD, CDCD, UVMDI e UVMSM e che pertanto i pazienti che vengono destinati presso le strutture socio-assistenziali, cioè le microcomunità, non dovrebbero presentare quadri clinici e sanitari eccessivamente complicati, altrimenti - come detto - i medesimi dovrebbero trovare accoglienza presso le sopra citate strutture unità socio-sanitarie, secondo le regole di non compartecipazione o parziale compartecipazione alle spese poc'anzi illustrate, in linea con il Dpcm LEA del 2017.

Presidente - Per la replica, il consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - La risposta non mi è sembrata purtroppo molto esauriente, in particolare per esempio non c'è stata indicazione di quanti siano i pazienti affetti da Alzheimer e schizofrenia e da altre patologie analoghe a livello valdostano, non so se è perché questi dati non li abbiamo o perché non glieli hanno forniti.

È chiaro che se non sappiamo partire dal dato iniziale, anche numerico, diventa un po' difficile fare tanti discorsi.

In realtà quello che io ho notato, anche avendo affrontato questa questione a livello professionale, in questo marasma a volte di disposizioni che lei in parte ha citato correttamente, c'è poi un dato iniziale fondamentale, perché va bene le norme, i LEA sono previste, sono scritte, è facile andarle a leggere, il problema molto spesso in questa materia parte dalla diagnosi, perché se le unità di valutazione multidimensionali definiscono delle forme di demenza generiche, demenze senili generiche ciò che invece sono magari morbo di Alzheimer o schizofrenia o cose analoghe - e lo dico perché ho visto in modo pratico queste esplicazioni a livello professionale per aver difeso spesso sindacati e quindi assistiti da sindacati e persone che si trovano in questa situazione - è chiaro che è tutto discutibile. Riguardo a una persona che ha il morbo di Alzheimer o è addirittura schizofrenico, affermare: "Se poi prende le medicine può andare a casa"... Sì, il problema è che quando va a casa e sta da solo magari le medicine non le prende, oppure chi è affetto da una grave demenza come quella procurata dall'Alzheimer magari apre il gas, non lo chiude più e fa saltare un intero condominio.

Diventa un tema molto delicato che, come accennavo, parte dalla diagnosi e, se la diagnosi qualche volta - non voglio dire strumentalmente - non è quella dovuta, è evidente che si può giocare su questo.

Poi c'è tutto il tema molto delicato anche dei contratti che vengono fatti firmare da queste strutture ai parenti: bisogna sottolineare che in certi momenti chi si trova nella situazione di dover ricoverare o far ricoverare parenti, famigliari in gravi condizioni dal punto di vista sanitario, è in una situazione d'inferiorità, è evidente. Allora, questi contratti che vengono definiti a volte contratti di collaborazione -molto strana come definizione - in realtà sono dei veri e propri contratti di garanzia o delle fideiussioni, in cui poi dopo queste persone si trovano invischiate e debbono pagare somme anche molto, molto ingenti nei confronti di queste strutture.

È un tema su cui bisogna, secondo me, riflettere con grande attenzione e affrontare con coraggio, anche. Capisco che le risorse economiche per il sistema sanitario sono sempre scarse, non sono mai sufficienti, però abbiamo una popolazione che sta sempre più invecchiando, dobbiamo renderci conto che le somme da investire a volte sono anche pesanti, e già lo sono, figuriamoci ampliando queste servizi, però credo che un amministratore serio si debba porre questi problemi e debba cercare di risolverli, perché effettivamente non si può pensare che magari qualcuno che qualche "padrino" ce l'ha ottiene ricoveri, ottiene anche esenzioni eccetera, qualcun altro che invece magari questi aiuti non li ha, purtroppo non può accedere a queste forme di assistenza e questo è un discorso di civiltà che noi non possiamo assolutamente trascurare.