Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 618 del 26 maggio 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 618/XVI - Interpellanza: "Ampliamento del parco idroelettrico della CVA S.p.A. attraverso l'acquisto di centraline in vendita sul territorio regionale".

Bertin (Presidente) - Punto n. 29 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Abbiamo presentato questa interpellanza tenendo conto di un principio che credo sia comune a tutta quest'Aula: la nostra risorsa principale è l'acqua e naturalmente l'uso che di questa ne facciamo, in particolare a uso idroelettrico.

Credo che le notizie di stampa abbiano più volte ricordato la presenza di altre società idroelettriche che hanno acquistato la possibilità di utilizzare le centraline presenti in Valle d'Aosta, naturalmente seguendo la loro logica. Ora, indubbiamente nessuno mette in dubbio la validità dell'operazione CVA come società idroelettrica, anzi, tutti cerchiamo di valorizzarla al massimo, però fa specie che la CVA - non sappiamo perché - non si sia interessata, oppure non abbia potuto acquisire queste centrali, le altre hanno avuto magari da un punto di vista commerciale una possibilità che non aveva CVA, però ci sorprende un po'. È la ragione per cui chiediamo: "se ci siano stati accordi preventivi con la società partecipata CVA prima della vendita delle centrali idroelettriche di qui sopra", per capire se per caso le società idroelettriche che sono state vendute hanno fatto un'offerta o sono state comunque contattate anche dalla CVA e poi le cose sono andate in modo diverso; "se sia una scelta politica di CVA oppure se tali vendite sono - come dicevo - legate a dinamiche di mercato" e soprattutto "se sia intenzione del Governo ampliare il parco idroelettrico della società CVA con l'acquisto delle centraline in vendita nel territorio regionale". Non sto a ricordare tutte le problematiche collegate con le centraline idroelettriche, come le scadenze, ne abbiamo già parlato in diverse occasioni per le grandi centrali. Questo è un tema di rilevanza non solo regionale e quindi vorremmo capire quali sono le scelte, se sono state fatte, se invece nel libero mercato qualcuno ha venduto a chi dava di più, oppure se ci sono altre soluzioni in atto.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Anzitutto l'occasione è propizia per fare gli auguri a CVA perché il 1° giugno compirà vent'anni, sembra ieri e invece sono già passati vent'anni dall'acquisizione dall'Enel delle centrali idroelettriche, delle dighe, dell'insieme di queste strutture e sicuramente fu qualche cosa di molto importante per la Valle d'Aosta.

Come mai la società Edison ha rilevato il 100 percento di questa società di Gaby acquisendo sette centrali mini idro situate sul nostro territorio? Non le ha acquistate per ragioni produttive, perché cercherò di spiegare le ragioni per le quali CVA, alla quale non è stata fatta nessuna offerta, non avrebbe avuto interesse di comprare centraline di questo genere. L'acquisizione di queste centraline assomiglia ad altre operazioni industriali che sono state fatte in passato, a dire la verità, anche su centrali idroelettriche più grandi, perché è ovvio che, in vista del 2029, che è la data dell'attuale scadenza delle concessioni idroelettriche, ci sono grandi società... nel caso di Edison parliamo dell'EDF francese, quindi non di un competitor di poco conto... c'è stata quest'acquisizione. È quindi un'acquisizione che verrebbe da dire in perdita, perché, come lei sa perfettamente essendosi occupato per molti anni di CVA, CVA non può avere interesse ad acquisire impianti idroelettrici che hanno una potenza così bassa, la potenza minima dovrebbe essere quella di 3 megawatt, cioè grandi derivazioni idroelettriche, che sono solo quelle industrialmente interessanti e confacenti all'organizzazione in una società di questo genere.

Ciò detto, l'occasione è propizia per dirci anche fra di noi perché molte volte in quest'aula abbiamo lamentato l'applicazione della legge Madia su CVA. Credo che questo sia un aspetto significativo anche nel caso in cui CVA decidesse, in una logica di mantenimento proprio sul territorio, anche di comprare delle centraline che non hanno un profilo redditizio per una grande società come questa. Io vorrei ricordare che CVA opera in un mercato regolato esposto alla concorrenza naturalmente, ma soprattutto si applica a CVA il famoso TUSP, cioè il decreto legislativo n. 175/2016, che penalizza CVA proprio per queste possibili acquisizioni, perché? Perché CVA è di fatto meno competitiva, perché combatte sul mercato con privati o con pubblici che sono esentati dall'applicazione del TUSP in quanto hanno quotato sui mercati regolamentari proprie azioni - questo è tutto un discorso che si è a lungo dibattuto -, ma soprattutto non ha fatto la scelta all'epoca di varare, di porre sul mercato quelle obbligazioni entro il 31 dicembre 2015 che avrebbero consentito di non rientrare all'interno della Madia. Gli articoli 5, 7, 8 del TUSP pertanto fanno sì che se CVA deve acquisire delle partecipazioni in società già costituite del caso naturalmente di queste sette centraline ma anche di alcune precedenti, la Pubblica Amministrazione controllante, cioè noi, il Consiglio regionale, deve adottare un atto deliberativo ad hoc nel quale, ai sensi dell'articolo 5, vanno indicate le finalità istituzionali perseguite, nonché le ragioni di tale scelta anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, nonché di gestione diretta o esternalizzazione del servizio affidato, dando altresì conto della compatibilità di questa scelta con i principi di efficienza, di efficacia e di economicità dell'azione amministrativa. Questo per dire che oggi noi abbiamo un gigante che, sotto questo profilo, se non usciremo dalla legge Madia, è un gigante dai piedi d'argilla perché si trova in grandissima difficoltà ad acquisire delle società che gli consentono, anche sul piano locale... ammesso e non concesso nel caso in esame, perché qui parliamo di micro centrali, che, come sappiamo, sono sempre appese al rischio di trovarsi da un giorno all'altro senza quei vantaggi che ancora derivano da tutta una serie di regolamentazioni che le favoriscono, quindi dall'oggi al domani potrebbero essere azzerate e una serie di micro centraline potrebbero diventare non più economiche nella loro gestione. Qualora CVA quindi intendesse acquisire partecipazioni in altre società, deve ottenere un nostro atto deliberativo in cui diciamo che quanto fa non è per ragioni strategiche, ma è per ragioni di efficienza economica, il che in questo caso sarebbe stato, qualora si fosse determinato, abbastanza dubbio. Questo ci fa capire anche i limiti della Madia derivanti sul tema delle acquisizioni, è chiaro che chi è libero acquisisce delle partecipazioni o acquista con maggior speditezza, cosa che in questo caso noi, come società pubblica CVA, non possiamo fare con le stesse caratteristiche. È del tutto evidente quindi che per ragioni pratiche chi oggi decidesse di mettere sul mercato delle azioni delle società lo fa con chi non ha questo passaggio in Consiglio regionale, il che manifesterebbe delle intenzioni, che creerebbe ovviamente il venir meno di quella riservatezza che è necessaria in operazioni finanziarie di questo genere.

Questa risposta che do quindi è a conferma del fatto che ci si deve concentrare il più possibile nel trovare una soluzione per la questione dell'applicazione della legge Madia, perché queste sono le conseguenze. In questo caso non su delle micro centraline, che, lo ripeto, dal punto di vista della taglia di CVA, secondo quanto riferitomi dalla società, non sarebbe stata una scelta economicamente valida.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Rollandin.

Rollandin (PA) - Assessore, io ho seguito le sue valutazioni in merito all'acquisto da parte della società che ha comprato queste sette piccole centrali. Da quel poco che ho sentito, non hanno acquistato queste centrali per perdere - e questa è una valutazione che è stata fatta anche da altri, perché non è stato l'unico imprenditore che ha messo l'occhio su queste centrali -, io quindi non sono dell'idea che queste società a livello internazionale vadano a comprare delle piccole centrali in Valle d'Aosta per perdere, la cosa mi stupirebbe molto.

Allora, per quanto riguarda il fatto di non averle comprate come CVA, è vero che c'era il passaggio a livello regionale dove doveva essere giustificato e creata l'autorizzazione, però c'erano tutte... si dice Madia, come si dice norme di attuazione, attenzione, il problema vero, il nocciolo era che doveva partire la norma di attuazione che ci doveva dare le stesse possibilità che aveva avuto il Trentino, perché è quello il punto essenziale che noi abbiamo perso. Noi ci troviamo a dover essere sotto la tagliola di dire: bene, noi andiamo in competizione con gli altri, invece lì a scadenza del 2029 non c'era questo appuntamento, non c'era bisogno di... e allora sì che si ragionava in termini diversi da un punto di vista economico, perché francamente il fatto che le nostre centraline vadano in mano a terzi... come ripeto, da quel poco che abbiamo visto, non può essere l'affare della vita ma non è un'operazione negativa, io chiederei eventualmente poi di approfondire questa tematica perché è delicatissima: è uno dei punti più importanti che abbiamo in sospeso, rischiamo veramente di perdere le centrali con tutte le conseguenze che ci saranno.