Oggetto del Consiglio n. 617 del 26 maggio 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 617/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito al recupero dell'ex Priorato di Saint-Bénin".
Bertin (Presidente) - Punto n. 27 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere segretario Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - L'argomento portato all'attenzione con la presente interpellanza era già approdato in Consiglio lo scorso 6 febbraio 2019, quindi poco più di due anni fa, due anni fa in cui sia le persone, gli interpreti che hanno preso parola riguardo a questo oggetto, in particolare parlo di me così come della collega Pulz, che allora era proponente di una mozione... si trattava di persone che all'inizio di una carriera in seno al Consiglio regionale affrontavano i primi passi nell'ambito di una visione politica, poi ognuno con la sua provenienza politica, ognuno con la sua provenienza ideologica. Oggi uno di questi è qui presente: il sottoscritto e, a distanza di due anni, ho potuto sicuramente maturare un certo approfondimento dal punto di vista dell'ottica con cui si svolge l'incarico politico, rafforzato anche da ulteriori approfondimenti dal punto di vista accademico per la mia attività, la mia figura di architetto e soprattutto anche di fronte alla necessità di avere sempre di più... soprattutto dopo questa emergenza sanitaria, che paradossalmente ha puntato l'attenzione esclusivamente sull'aspetto sanitario ma nello stesso tempo ha creato un effetto di secondo ordine, cioè ha imposto, tra i tratti positivi nell'ambito del dramma vissuto, la necessità di avere una visione a 360 gradi ed è esattamente in questa linea che si pone questa interpellanza.
Si richiama quanto era stato approvato come mozione nel febbraio del 2019 a cui hanno fatto seguito una serie di atti amministrativi, tra i quali in ultimo la deliberazione della Giunta regionale n. 1326 del 9 dicembre 2020 avente per oggetto: "Approvazione del protocollo di intesa e della convenzione tra la Regione, l'Ordine degli architetti e il Consiglio nazionale degli architetti per l'utilizzo temporaneo a titolo gratuito della piattaforma informatica denominata "Concorsiawn.it" per lo svolgimento del concorso di progettazione a due gradi inerente l'intervento di recupero dell'ex Priorato Saint-Bénin da destinare al servizio del Convitto regionale Federico Chabod".
Questo è l'inquadramento amministrativo, poi ci sono delle riflessioni che ho piacere di condividere con voi, in particolare chiaramente in dialogo con l'Assessore competente: l'assessore Caveri, le considerazioni riguardano questi temi: in linea ai principi di rigenerazione urbana è opportuno che gli interventi a carico di singoli organismi edilizi, quando sono di rilievo, siano considerati su una scala di progettazione urbana coinvolgendo negli obiettivi progettuali il contesto urbano di collocazione, quanto meno per l'area interessata e la sua relazione con le diverse funzioni presenti e future estese al tessuto urbano circostante. È estremamente importante la visione della situazione al contorno, cioè pensare che un oggetto edilizio non è fine a sé stesso, ma è un risultato di un'attività umana che ha costruito nel tempo un disegno di città e quindi la relazione con il suo contorno è assolutamente importante e da definire.
Altra considerazione: noi abbiamo una normativa vigente relativa a indicazioni strutturali nell'ambito delle zone sismiche di appartenenza di collocazione, che prevede tutta una serie di individuazioni o dotazioni di requisiti strutturali di resistenza per superare la vulnerabilità strutturale in caso di sollecitazioni sismiche. Queste normative, nella collocazione sismica in cui si è voluto introdurre la Valle d'Aosta, fanno sì che siano necessari, si impongano interventi strutturali estremamente significativi, estremamente sostanziali, spesso invasivi, particolarmente invasivi sugli edifici esistenti: parlo di edifici costruiti negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, Novanta, in varie edizioni, però comunque prima dell'entrata in vigore di certi requisiti strutturali, in particolare prima dell'entrata in vigore delle vigenti norme in ambito sismico. Cosa succede e cosa vuol dire questo? Vuol dire che gli edifici al contorno avranno bisogno a loro volta di una serie di adeguamenti strutturali. Questi adeguamenti strutturali possono essere particolarmente imponenti, invasivi, di conseguenza, costosi e quindi, quando la situazione al contorno prevede la presenza di fabbricati di proprietà regionale o dell'ente pubblico, è chiaro che si può porre ed è opportuno che in una sede come questa si facciano delle valutazioni sull'opportunità di intervenire in futuro con degli adeguamenti strutturali di particolare rilevanza soprattutto dal punto di vista economico oppure procedere con demolizione e ricostruzione. Questi sono obiettivi, sono valutazioni che sono assolutamente necessari all'ordine del giorno.
In questo caso, nella localizzazione specifica del Saint-Bénin noi ci troviamo una costruzione dell'anno 1000, tutelata, classificata come monumento, attorniata da edifici costruiti in altre epoche: abbiamo il liceo scientifico, la sede storica, quella in cui io e altri miei coetanei hanno svolto la loro formazione scolastica, liceo scientifico costruito durante il periodo del ventennio e poi abbiamo un corpo di fabbrica e un organismo edilizio che sono rispettivamente l'Istituto Manzetti e l'organismo del Convitto Chabod, costruiti nei decenni degli anni Sessanta-Settanta, non ho individuato la localizzazione temporale ma non è determinante. È determinante il fatto che questo edificio che è monumento, di conseguenza una posizione gerarchica semantica dal punto di vista proprio della percezione della tutela e della valorizzazione, si trova letteralmente assediato da edifici attorno a lui che, di fatto, ne occultano quasi completamente la vista. Il progetto che era stato avviato a seguito della mozione del 2019 prevedeva l'avvio di un concorso proprio per passare a una fase concettuale di concepimento iniziale, non entrare nel vivo di una progettazione preliminare definitiva e poi esecutiva, ma di un intervento di riuso e di valorizzazione dell'edificio storico, però a servizio, come espansione dell'attuale Convitto. Allora con tante riserve così è passata in quel periodo questa mozione. Ad oggi io vorrei sapere da parte sua, Assessore: "quale sia attualmente lo stato di avanzamento delle fasi concorsuali relative all'intervento di recupero dell'ex Priorato di Saint-Bénin; quali siano gli intendimenti dell'attuale Giunta relativi agli obiettivi di recupero dell'ex Priorato di Saint-Bénin quale espansione della struttura convittuale Federico Chabod - perché potrebbero essere cambiati gli orizzonti, con le premesse che ho inserito sulla valutazione degli interventi di adeguamento strutturale degli edifici limitrofi e su concetti di rigenerazione urbana si apre la possibilità proprio di indirizzare una visione, una visione ben diversa, anche radicale - e se sia intenzione mantenere gli indirizzi di recupero avviati..." o procedere in diverse ipotesi; infine, terzo punto: "se risulta ipotizzabile una visione di intervento omogeneo, su scala urbana riguardante l'intera zona in questione, comprensiva, quindi, dei fabbricati circostanti e le restanti aree libere, nell'ottica dei principi di rigenerazione urbana". La rigenerazione urbana, preciso, intende anche la possibilità di un'eventualità di radere al suolo alcuni edifici e restituire libertà, l'area libera. Questo lo dico per scandalizzare in anticipo e aprire la danza dell'intervento della risposta dell'Assessore.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (VdA Unie) - Intanto mi sopporterete per circa due ore perché l'accorpamento di dieci interpellanze fa sì che sarà da qui alla fine della giornata un vero one-man show.
La questione che lei pone è molto importante perché il Saint-Bénin, dove una parte è già ristrutturata per il museo, è un simbolo della cultura valdostana, ricordo che divenne un luogo di insegnamento con una bolla pontificia del 1604, quindi è una storia lunghissima, si sono poi alternati vari ordini religiosi: i Canonici del San Salvatore, poi ci sono stati i Barnabiti, poi i Giacobini trasformarono nel 1793 la costruzione in un ospedale militare, ma poi tornò a essere collegio, quindi si può dire che generazioni e generazioni di Valdostani si sono formati lì per studiare.
Io naturalmente, come capita a tutti quelli che si occupano di amministrazione, sono salito su un autobus in corsa e l'autobus in corsa è che la struttura edilizia delle strutture scolastiche mi ha riferito che le scadenze sono state queste: entro la scadenza del 26 febbraio 2021, quarantacinque partecipanti hanno inoltrato gli elaborati relativi al primo grado del concorso di progettazione. Il 19 marzo si sono conclusi i lavori della commissione relativi al primo grado e sono stati pubblicati i codici alfanumerici dei cinque concept progettuali ammessi al secondo grado. Entro la scadenza del 14 maggio 2021, sono pervenuti gli elaborati relativi al secondo grado. La conclusione dei lavori della commissione di valutazione è prevista entro il 4 giugno 2021 e la seduta pubblica, come si dice in termini tecnici, di decriptazione dei documenti amministrativi e di proclamazione della graduatoria provvisoria è fissata per il giorno 7 giugno 2021. Questa è la prima circostanza, cioè noi avremo già degli elaborati rispetto ai quali bisognerà fare dei ragionamenti, compreso, a mio avviso, il ragionamento che lei ha fatto.
Ovviamente lei sa che, quando è stata fissata una missione per questo tipo di concorso, la logica era quella di un allargamento del Convitto regionale Federico Chabod, che oggi si occupa di allievi delle scuole primarie, delle secondarie di primo e di secondo grado. La logica di questo incarico era quella di allargare per così dire il Convitto avendo delle dotazioni che servivano per aspetti ricettivi, aree ludico-ricreative, che oggi all'interno del Convitto non ci sono più per questa utenza giovanile tra i 6 e i 19 anni.
Ora, bisognerà vedere che cosa arriva, io trovo che sarebbe molto, molto hard pensare di abbattere l'attuale Convitto; qualche ragionamento invece si potrebbe fare e i tecnici, adesso non c'è in aula l'assessore Marzi... ma si è incominciato a guardare... eccolo là, scusa non ti avevo visto... qualche ragionamento sui costi di ristrutturazione sismica del Manzetti, che sarebbero assolutamente enormi, c'è, qualunque tipo di scelta diversa quindi oggi dovrebbe far parte di un ragionamento costi-benefici che naturalmente andrebbe affrontato. Molto diversa è la questione della ristrutturazione del liceo scientifico in via Conseil des Commis, perché il liceo scientifico, come voi sapete, è in fase di ristrutturazione e purtroppo, come voi sapete, in questo momento questo immobile è fermo per il fallimento dell'azienda. Questo, tra l'altro, mette nei guai tutti, perché nel difficile puzzle dell'edilizia scolastica la rapidità di realizzazione e di messa a norma di quell'immobile sarebbe stata molto importante.
Diciamo quindi che aspettiamo di vedere gli esiti, esiste oggi, rispetto a questa questione dell'adeguamento degli immobili, un atteggiamento che si vede anche nell'immobile di quello che io chiamo l'ex Magistrale di via Torino, se noi dovessimo scegliere di metterlo a norma, anche in quel caso i costi sarebbero spaventosi.
Il suo suggerimento di una riflessione complessiva attorno a quell'area quindi credo che debba essere accolto, sarà oggetto di approfondimento e naturalmente di un confronto quando necessario con il Consiglio Valle.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Grazie assessore Caveri per la risposta e mi compiaccio per l'allineamento. Io ho voluto essere provocatorio, ma la provocazione è sempre una strategia fondamentale, perché, se c'è terreno fertile, si mette radici, se non si mette radici, vuol dire che il terreno non era fertile. In qualche modo quindi questa strategia l'ho messa in atto e ha dato i suoi frutti, uso l'esempio del terreno fertile perché l'amo e il pesce penso che non sia proprio troppo adatto, ma era esattamente in questa linea.
Chiaramente la visione di insieme è una visione a cui non si può rinunciare, una governance oggi deve per forza di cose avere una visione d'insieme. Pensare di affrontare i problemi singolarmente vuol dire mettere delle toppe, quindi mi conforta che il suo intervento esprima esattamente questa linea, perché è di questo che abbiamo bisogno ed è esattamente in questa linea che entra questa interpellanza, che non vuole pungolare in termini di pura attitudine di opposizione, ma vuole proporre ed è esattamente questo l'intendimento.
Il concetto di rigenerazione urbana, come dice la parola "rigenerare", genesi, la formazione, prevede la possibilità anche di attuare delle situazioni di tabula rasa, sono fondamentali, bisogna avere il coraggio. Questo è un coraggio che gli architetti sono formati a svolgere, a operare sulla base di indicazioni che devono essere date ovviamente dall'ente pubblico. Dalla politica quindi ci si aspetta questo: la possibilità di pensare di creare delle tabula rasa. Ovviamente tutto questo è finalizzato alla massima valorizzazione di certe parti della città e alla riorganizzazione delle proprie funzioni, quindi sull'aspetto del Manzetti mi conforta condividere una linea estremamente vicina, sull'edificio degli anni Sessanta del Convitto Chabod, a mio parere, bisognerà, senza voler essere irrispettoso, assolutamente, avere la stessa visione e la stessa freddezza, la stessa lucidità anche in questo ambito.
È chiaro che tutto quanto deve essere fatto e deve essere svolto nei tempi e nei modi, quindi pensando un corretto e intelligente turnover assolutamente, in modo tale che ci siano prima la ricollocazione e poi si possano mettere in atto le fasi di studio della città, di questa parte della città, dove la rigenerazione, tornando al concetto di rigenerazione, non entra in merito soltanto al riuso degli edifici, ma entra anche nella revisione, rigenerazione degli spazi liberi, delle aree libere, perché la città è fatta di equilibri di pieni e di vuoti e questo permette un certo tipo di funzione. Sono temi che non devono rimanere nell'empireo degli urbanisti, questi sono temi che tratta la signora Maria quotidianamente quando attraversa una città e in questa città prova il piacere del riconoscersi, del ricevere dei messaggi chiari, anche se lei non ha la preparazione per cogliere aspetti urbanistici e semantici, li percepisce.
Noi se soltanto andiamo a vedere attorno alle mura perimetrali dell'attuale Collegio di Saint-Bénin, ci accorgiamo di una distanza estremamente esigua rispetto gli edifici che sono stati costruiti negli anni Sessanta. Al Manzetti in particolare si crea una quintana, che è di una tristezza infinita, è visibile da via Festaz, quindi tutto questo pensare che... deve essere messo in atto assolutamente per un livello di governance che la Valle d'Aosta merita e occorre avere la capacità di mettere in atto questi temi con coraggio, con dedizione, con professionalità. Grazie comunque per l'attenzione dimostrata nella risposta.