Oggetto del Consiglio n. 615 del 26 maggio 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 615/XVI - Interpellanza: "Autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande durante la festa di fine "Ramadan"".
Bertin (Presidente) - Punto n. 20 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - La presente iniziativa portata all'attenzione dell'Aula e dei Valdostani che seguono esternamente i lavori del Consiglio, portata appunto dalla sottoscritta e dai colleghi consiglieri Manfrin e Ganis, riguarda la manifestazione per la festa di fine "Ramadan" tenutasi nella mattinata del 13 maggio scorso nel comune di Aosta.
Visto il servizio televisivo andato in onda alle ore 14:00 del giorno 13 maggio sul canale RAI 3 durante il TGR regionale in merito appunto alla festa di fine "Ramadan" avvenuta nella stessa mattinata presso la tensostruttura sita in località Montfleury del comune di Aosta; evidenziato che dalle immagini apparse durante il servizio giornalistico della redazione del TG3 RAI VdA si vedeva chiaramente che venivano somministrati alimenti e bevande ai partecipanti in una struttura chiusa; considerato che durante il servizio un organizzatore riferiva che alla manifestazione vi fosse la presenza di alcune Autorità comunali della città di Aosta; considerato altresì che le vigenti normative sanitarie imponevano e impongono protocolli sanitari idonei al fine dell'ottenimento dell'autorizzazione allo svolgimento di manifestazioni che interessano e coinvolgono una pluralità di individui, i sottoscritti Consiglieri regionali interpellano il Governo regionale per conoscere se la manifestazione denominata "Festa di fine Ramadan" sia stata regolarmente autorizzata, se durante la stessa siano stati rispettati tutti i protocolli atti al contenimento pandemico da Covid-19 per consentirne lo svolgimento, se intende inoltre spiegare come sia stato possibile, dato che la Valle d'Aosta durante detto periodo era classificata in zona arancione, procedere alla somministrazione di alimenti e bevande all'interno di una struttura chiusa ai partecipanti alla manifestazione sopra menzionata visto e considerato che tali somministrazioni non risultavano consentite nei pubblici esercizi esistenti sul territorio in quel periodo e all'interno dei locali.
Presidente - Per i restanti minuti la parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Io ringrazio in primis la collega Foudraz, che ha portato all'attenzione di quest'Aula questo importante argomento di cui bisogna assolutamente parlare. Aggiungo solo qualche considerazione rispetto all'iniziativa della collega, perché mi ha stupito decisamente l'atteggiamento del presidente Lavevaz in questa occasione. Infatti, signor Presidente, ho fatto una piccola ricerca e in data 25 marzo lei ha denunciato pubblicamente, nel vano tentativo di trovare un colpevole per le mancate aperture nella nostra regione, per la classificazione arancione, rossa e quant'altro, che tutti i focolai sono stati creati in ambito familiare o di convivialità, addirittura dicendo - e ce lo ricordiamo tutti - che ad Ayas pare che ci fosse un cluster partito da una partita di bocce. Lei è arrivato quindi ad accusare una partita di bocce all'aperto di aver fatto da volano per il contagio quando sappiamo benissimo, oggi ancora di più, che, per esempio, come abbiamo già detto questa mattina, i festeggiamenti per la vittoria del Campionato dell'Inter a Milano, la celebrazione per la morte di Maradona a Napoli non hanno dato il via a nessun focolaio, ma tant'è, queste sono giustamente le preoccupazioni che lei ha espresso.
Arriviamo così al 4 di maggio dove sia lei che il Sindaco di Aosta avete attaccato con molta durezza la manifestazione non autorizzata che si è svolta in Piazza Chanoux. Riporto le dichiarazioni: "abbiamo allertato le Forze dell'ordine e la nostra Polizia locale del probabile evento con congruo anticipo" ha scritto il sindaco Nuti su Facebook. "Non ci siamo armati di gas lacrimogeni e manganelli perché in uno stato di diritto non è nostro compito. Con il presidente della Regione - dice l'articolo da cui ho tratto le sue dichiarazioni - Erik Lavevaz, che ha pure le funzioni prefettizie, dice: "non facciamo i deejay ma neppure gli sceriffi"". E lei ha spiegato: "nei prossimi giorni ci incontreremo di nuovo con le Forze dell'ordine e con il Sindaco di Aosta per valutare la situazione e le linee di intervento. I controlli devono necessariamente essere accompagnati dall'azione di ognuno di noi fondata sul rispetto reciproco e sulla certezza che solo insieme possiamo uscire da questa terribile situazione".
Ora, io prendo queste sue dichiarazioni che chiedono sicurezza e certezza e rispetto delle regole ed è di tutta evidenza che ci tengo ad affermare ancora una volta che noi invece siamo assolutamente favorevoli alle riaperture, lo eravamo a novembre, figuriamoci adesso, ma io ho letto la sua ordinanza, la n. 119, quella che era in vigore ai tempi, quando è stata fatta la festa di fine "Ramadan", dove si può leggere chiaramente che in ogni caso è vietato l'assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché dello svolgimento delle attività di cui alla presente ordinanza. A leggere questo passaggio mi risulta evidentemente che nessuna attività di somministrazione poteva essere effettuata, non potevano farlo i ristoranti e i bar, non si potevano fare, immaginiamo, rinfreschi di cresime, comunioni, pranzi di matrimonio, figuriamoci le feste al chiuso per la fine del "Ramadan"! L'unica deroga in questo senso era prevista all'articolo 8, dove si consentiva le attività dei servizi di ristorazione e di somministrazione alimenti e bevande svolte da esercizi che assicurano il servizio di mensa e catering in modo continuativo su base contrattuale, e poi ovviamente c'è tutto questo... però di certo non mi pare che ci fossero dipendenti ospiti della struttura del Montfleury bensì una simpatica marea vociante che, spalleggiata dal Sindaco della città, che ha appena risposto a un'interpellanza anche in Consiglio comunale, e anche da un Assessore peraltro, hanno deciso di mangiare e bere a quattro palmenti con le prelibate pietanze a disposizione in perfetto spregio dell'ordinanza che lei stesso ha emanato.
Non abbiamo però letto - e questo mi ha decisamente preoccupato - nessuna dura reprimenda né sua, né del Sindaco, che peraltro era presente nella struttura, nessun allarme, grido di pericolo di focolai, nessuna richiesta di riunione del Cosp, nessuna denuncia delle Forze dell'ordine. Eppure, Presidente - glielo faccio presente -, c'è un video della RAI che riprende numerose persone, peraltro anche alcune con la mascherina abbassata e sono facilmente riconoscibili, quindi si possono individuare. Se vuole, abbiamo per tutta sicurezza salvato i filmati in maniera che se dovessero mai sparire dal sito, perlomeno ce li abbiamo ed eventualmente li può recuperare.
Ci chiediamo che differenza c'è quindi fra quell'evento e un aperitivo al chiuso, magari con limiti in ingressi per numero di persone svolti al bar o al ristorante? Che differenza c'è tra il divieto per i bar e per ristoranti di fare una somministrazione al chiuso e invece poter festeggiare allegramente la festa di fine "Ramadan" all'interno di una tensostruttura? Non è che, Presidente - lo dico a lei -, che per caso è stato colto dall'imbarazzo perché c'era la presenza del Sindaco di Aosta a questa manifestazione? Sindaco che peraltro ha risposto oggi - e glielo dico in diretta nel caso non l'avesse sentito, magari si è coordinato con lui... - che ha saputo all'ultimo momento, quando si è recato sul posto, che la festa si teneva al chiuso. Peraltro ha risposto, la cosa più divertente, che, siccome l'articolo 19 della nostra Costituzione garantisce la libertà di culto e siccome è tradizione mangiare alla fine del digiuno del "Ramadan", allora si può fare. Secondo queste direttive, tendenzialmente, visto che c'è un antico detto che dice: "caffè e sigaretta" e poi c'è una continuazione, allora a questo punto anche questo può essere legato, diventa tradizione anche questa, possiamo farla risalire alle tradizioni che ognuno porta nel cuore.
Io credo, Presidente, che, come abbiamo detto più volte in quest'aula, dovremmo essere tutti uguali, ma qui c'è il rischio che qualcuno a volte sia più uguale degli altri e forse non vorrei che qualcuno avesse più diritto di altri e quindi fosse favorito nel poter portare avanti delle iniziative e delle manifestazioni che ad altri sono proibite.
Mi auguro, Presidente, che lei possa fornire le puntuali osservazioni e risposte agli interrogativi che le sono stati posti dalla collega Foudraz e che io condivido a pieno firmando questa iniziativa. In caso contrario, evidentemente essendoci una palese violazione della sua ordinanza, poi valuteremo i passi necessari da dover intraprendere.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Confesso che non capisco tanto il parallelo tra una festa comunque autorizzata, come avremo modo di spiegare, e una manifestazione in piazza assolutamente non autorizzata perché non vedo grossi parallelismi possibili.
Quanto alla questione dei contagi in ambito familiare, questa, è un'evidenza che ancora oggi c'è e ovviamente non credo che si possa considerare la festa per lo scudetto dell'Inter un ambito familiare, come non lo è probabilmente neanche una partita a bocce.
Il problema di oggi è che se si guardano i contagi, anche rispetto ai nostri contagi che, per fortuna, sono abbastanza ridotti in questo momento, comunque hanno un'evidenza del fatto che sono dei mini cluster familiari e questo è una questione che è abbastanza dimostrata ed è abbastanza riconosciuta a livello generale.
Per venire nello specifico delle domande poste all'interno dell'interpellanza, si chiede se la manifestazione denominata "Festa di Ramadan" sia stata regolarmente autorizzata. Come giustamente ha già in qualche modo anticipato lei, si fa riferimento ovviamente a delle attività che stanno nell'ambito della libertà di espressione religiosa e peraltro nel DPCM del 2 marzo 2021, poi riportato nei successivi, come ben sapete e com'è noto, ci sono allegati proprio dei protocolli che sono sottoscritti dal Governo e dalle principali confessioni religiose presenti in Italia, compresa la comunità islamica.
La festa di fine Ramadan, che in realtà si chiama Festa della rottura del digiuno, è la seconda festività religiosa più importante per l'Islam, non necessita quindi di alcuna autorizzazione specifica come nessuna festività religiosa di qualunque confessione professata in Italia proprio per quanto dicevo sopra. Lo svolgimento della festività è stato preventivamente comunicato alla Questura, lo abbiamo verificato e, per essere precisi, il Comune di Aosta aveva autorizzato l'utilizzo della pista di rotellistica sita in località Montfleury, ma per ragioni meteorologiche la festività è stata poi celebrata all'interno della tensostruttura sempre a Montfleury, struttura peraltro privata e regolarmente locata all'Associazione Lega Islamica autonoma della Valle d'Aosta.
Si chiede poi se durante la stessa siano stati rispettati tutti i protocolli atti al contenimento pandemico da Covid-19 per consentire lo svolgimento. I protocolli sottoscritti di cui parlavo prima dal Governo con le confessioni religiose, come, ad esempio, la Comunità islamica, la Conferenza episcopale italiana e altre confessioni, affidano alle diverse Autorità religiose la responsabilità del rispetto delle prescrizioni di sicurezza e l'individuazione delle forme più idonee di preghiera per garantire il distanziamento interpersonale e le altre regole necessarie. Nel caso specifico, a quanto a nostra conoscenza, la manifestazione si è tenuta nel rispetto delle distanze e dell'obbligo di indossare le mascherine. Ai fedeli sono stati ripetuti gli inviti degli organizzatori a tenere sempre indossata la mascherina e a rimanere a distanza di sicurezza e a garantire che tutto si svolgesse regolarmente, è stato previsto anche un servizio d'ordine interno.
Si chiede poi "se si intenda inoltre spiegare come sia stato possibile, dato che la Valle d'Aosta durante detto periodo era classificata in zona arancione, procedere alla somministrazione di alimenti e bevande all'interno di una struttura chiusa ai partecipanti alla manifestazione denominata "Festa di fine Ramadan", eccetera. Rispetto a questa domanda, come abbiamo già detto prima, la responsabilità del rispetto delle prescrizioni è in capo alle Autorità religiose organizzatrici, per l'Islam come per le altre confessioni religiose, e nel caso specifico peraltro non credo anche qui che il parallelismo tra pubblici esercizi e queste attività sia corretto, perché, a quanto risulta, a quanto è a nostra conoscenza, non c'è stata nessuna somministrazione, nel senso che la somministrazione è una forma di commercio al dettaglio che prevede la vendita di alimenti e bevande. La festività in argomento è una festa sostanzialmente all'interno di un luogo privato in cui si sono consumati da parte dei fedeli dei dolciumi e dei piatti tradizionali ma non c'è stata somministrazione nel senso di vendita di alimenti e bevande.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - Grazie presidente Lavevaz, se non altro devo darle atto che perlomeno lei è in sintonia con il Sindaco del Comune di Aosta, non tanto con la sua maggioranza qui in Consiglio regionale ma se non altro con il Sindaco del Comune di Aosta sì perché siete proprio sulla stessa linea, le risposte sono le medesime.
Mi spiace constatare che la risposta, tutto sommato, si basa su definizioni, differenza tra somministrazione e degustazione. Quello che io voglio evidenziare è questo: la questione che ho voluto portare in aula non deve essere vista nella maniera più assoluta come una questione che prende di mira persone piuttosto che altre. Quello che io vorrei evidenziare è questo: l'integrazione di qualsiasi individuo appartenente a una qualsiasi etnia, un qualsiasi ceto sociale, professante una qualsiasi libertà religiosa, piuttosto che proveniente da un qualsiasi Paese del mondo deve assolutamente passare nel rispetto delle regole, questa sì che è la prima vera integrazione, e ricordo che la manifestazione era stata autorizzata all'aperto e non al chiuso.
Non devono esserci cittadini di serie A e cittadini di serie B; perché dico questo? Perché purtroppo abbiamo assistito a immagini andate in onda da una televisione di Stato, stesso Stato che impone a tutti i cittadini l'osservanza di regole e restrizioni ai fini del contenimento pandemico. Vorrei ricordare che il 13 maggio la nostra Regione era classificata in zona arancione, colore della Regione che non consentiva tutta una serie di attività, non era consentito sostare all'interno di un pubblico esercizio, bar o ristorante che fosse, se non per ordinare nel bere piuttosto che del mangiare per poi procedere alla consumazione di quanto richiesto all'aria aperta evitando accuratamente la sosta davanti al locale. Non era nemmeno consentito organizzare il classico pranzo domenicale di famiglia con la presenza di più persone contemporaneamente sedute nelle proprie abitazioni private, piuttosto che una grigliata in compagnia di amici, questo sempre per limitare i contagi. Non è stato nemmeno possibile per coloro che hanno avuto in questo periodo cerimonie religiose di altro tipo, tipo prime Comunioni, piuttosto che Cresime, festeggiare insieme ai parenti e amici invitati alla cerimonia, come si era soliti fare prima del 20 marzo 2020, sempre questo per limitare il più possibile il diffondersi della pandemia. Non è stato nemmeno possibile veder nascere e assistere a manifestazioni che rientrano nei nostri usi e costumi, come le Batailles des Reines, piuttosto che le battaglie dei modzon, piuttosto che le battaglie delle capre perché queste manifestazioni, seppur svolte all'aria aperta, avrebbero dovuto attuare e attenersi a tutta una serie di protocolli, protocolli sanitari sia per coloro che portavano il bestiame alle varie rassegne, sia per il pubblico presente. Tutto questo sempre ai fini del contenimento pandemico e poi ecco che magicamente ci sono manifestazioni che si possono fare al chiuso, alla presenza di numerose persone e sicuramente non tutte conviventi tra loro, individui senza mascherina oppure con la mascherina messa a mo' di sciarpa con tanto di somministrazione di alimenti e bevande, anzi no, mi correggo, con la degustazione di alimenti e bevande consumate all'interno di una struttura e per di più alla presenza di alcune Autorità comunali.
Non è questo che coloro che rispettano le regole vogliono vedere, persone che non lavorano da un anno e mezzo perché hanno le attività chiuse nel rispetto delle regole imposte a livello statale e regionale, famiglie dove magari entrambi i coniugi hanno investito in attività che per mesi non hanno potuto lavorare perché giustamente si sono adattati alle regole in vigore. Attività ferme, manifestazioni rimandate a data da destinarsi o non organizzate del tutto nemmeno per quest'anno, bar e ristoranti aperti a singhiozzo con enormi limitazioni, enormi spese sostenute l'anno prima per adeguarsi a tutta una serie di protocolli sanitari, plexiglass, gel, areazione di un certo tipo, spese che i gestori il più delle volte non sono ad oggi ancora riusciti ad ammortizzare, per non parlare di tutti gli altri settori interessati da apertura a singhiozzo che non ho citato, per fare solo alcuni esempi: i negozi di abbigliamento, piuttosto che di scarpe, parrucchieri, estetisti.
Io vorrei solo ricordare questo ai politici che hanno partecipato a questa manifestazione - e concludo brevemente - con l'intento di dimostrare l'integrazione di una comunità: l'integrazione passa dal rispetto delle regole proprio per non creare diversità tra le persone.